Corriere della Piana - Inserto Sportivo n.43 Sport Magazine

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Editoriale

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Amare riflessioni, sulla vita, la morte, il successo e la sconfitta

Ciao Chicco

V

ita e morte, mai come in questo mese - lasso di tempo assai breve che separa l’arrivo in edicola di ogni numero del CdP e dello Sport magazine - ha inciso così duramente e così tragicamente, facendoci riflettere sul senso della vita e sulla vita immolata in nome dello sport. Non è di Cassius Clay - Muhammad Ali’, passato a miglior vita, che vogliamo parlare. Dopo il successo l’uomo aveva conosciuto la senescenza e la malattia. Aveva sofferto, ma il suo sogno di vittoria sportiva e poi di uomo coraggioso testimone di una battaglia civile - in quella America codina, che ancor oggi evoca razzismi e distinzioni di ceto Corriere della Piana e di classe e rigurgiti di un mai dissolto spiSport Magazine rito da Ku Klux Klan, gli avevano consentiSupplemento al to di tracciare un solCorriere della Piana N° 43 del 28 Giugno 2016 co luminoso sul quale difficilmente il tempo e la caligini dell’oblio Direttore Responsabile potranno incidere. La Luigi Mamone morte di un ragazzo, appena quattordicenne, Testi in una tragica solitaria Francesco Falleti sessione di allenamenFrancesco Lacquaniti to con la “sua” moto. Il Gianni Romano destriero d’acciaio dei Emanuele Di Matteo suoi giovani e ancora Mimmo Redi acerbi sogni che s’imGaetano Mamone punta e lo disarciona. Una caduta pesante, Foto tragica, irreversibile. I Saverio Albanese soccorsi. Una lunga lotPasquale Pitti ta nella quale a vegliare il suo sonno con papà, Free’s Tanaka Press mamma, i familiari e tantissimi amici s’era Grafica e impaginazione Umberto Sirò

di Luigi Mamone

unito - per una volta sinceramente partecipe - un popolo: quello del Web, che con loro ha vegliato, pregato, sperato, invocato, sofferto. Alla fine, nonostante la forte fibra del ragazzo, la morte è sopraggiunta. Un dolore straziante. che ha colpito tutti. Soprattutto chi come chi scrive - e che, oltre che cronista, è anche dirigente di quella FMI che coordina lo sport del motociclismo in Italia, lo aveva visto muovere i primi passi, fin dalla prima gara in una pista di terra rossa e sabbiosa, a Petrizzi, nel catanzarese quando aveva 8 anni, vedendolo poi crescere e maturare gara dopo gara. Davanti a un fatto come questo vanno in frantumi le certezze e ci domandiamo se sia giusto inseguire il sogno effimero di una vittoria su una polverosa pista di terra in un paese - quale che sia - di questa tragica Macondo che è la vita. Ma il fascino della velocità, l’ebbrezza della sfida, il mito del centauro e quello del cavaliere - che su noi per primi ebbero un peso importante nel diventare appassionati, praticanti e cronisti di motorismo, prenderanno il sopravvento. Altri ragazzi saliranno in moto. Protesi ad inseguire il sogno effimero della vittoria. Alcuni come Cairoli, lo raggiungeranno. Altri cadranno lungo la via. Lo sport è anche questo. Haimè. Ai genitori di Chicco Maida, i sensi dell’affetto sincero e della nostra partecipazione ad un dolore che è anche nostro.


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