Corriere della Piana - Speciale n.23 Varia

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Momenti delle riunioni del comitato Unesco (archivio P. Nardi)

razioni delle comunità festive delle cinque città, fu recepito successivamente dalle amministrazioni comunali di Gubbio, Nola, Palmi, Viterbo e Sassari e concretizzato in un Protocollo sottoscritto a Nola il 30 giugno 2006, che prevedeva l’impegno da parte delle istituzioni, costituite in rete, a sostenere le proprie comunità in un percorso che doveva svilupparsi attraverso forme di interscambio didattico-culturale e turistico-promozionale, allo scopo di avvicinare le cinque realtà italiane. Dal 2006 ad oggi, moltissime sono state le attività realizzate dalla Rete che hanno coinvolto comunità festive, istituzioni, scuole e associazioni di ogni città del progetto in un percorso di valorizzazione e promozione delle proprie feste sul territorio nazionale. Iniziative culturali si sono susseguite ovunque, con gemellaggi e scambi tra scuole, per esempio, che hanno contribuito alla trasmissione delle feste tra i giovani e a rispondere alla diffusa domanda che proviene dalla società giovane: bisogno di appartenenza, di comunità, di ripristinare legami importanti con il luogo, la propria cultura, la propria storia per non perdere memoria e per avere un punto da cui partire per elaborare una identità “aperta”, attraverso l’ascolto delle "altre memorie" e la predisposizione al punto di vista dell’altro. Non sono mancati momenti di riflessione scientifica, che hanno visto confrontarsi antropologi, storici, appassionati di storia e tradizioni locali, esperti di beni culturali, costruttori delle macchine, protagonisti delle feste che hanno dato il loro contributo a stringere le maglie di una rete che ha lavorato per includere e non per escludere e per ricondurre le spinte individualiste alla consapevolezza che un percorso condiviso può favorire la formazione e la crescita. Moltissimi sono stati i momenti espositivi, attraverso l’allestimento di mostre che hanno ospitato e diffuso le ‘eccellenze’ delle comunità del progetto, da quelle storico-culturali, artistiche e musicali a quelle paesaggistico-ambientali, artigianali ed enogastronomiche . Tutti momenti che hanno contribuito ad integrare le delegazioni, pronte a testimoniare durante le feste, la vicinanza delle proprie città alla Rete. Straordinario momento è stato quello in cui la città di Nola, nel settembre 2008, offrì alla città di Viterbo, in seguito al grave danneggiamento della Macchina di Santa Rosa a pochi giorni dal Trasporto, la presenza solidale a Viterbo di uno dei Gigli di Nola.

Momenti delle riunioni del comitato Unesco (archivio P. Nardi)

La kermesse dei Giochi delle Cinque Città, organizzata a Palmi nel settembre 2006 e pensata per valorizzare le Corporazioni delle feste, ha visto Ceraioli di Gubbio, ‘Mbuttaturi della Varia di Palmi, Cullatori dei Gigli di Nola, Facchini di Santa Rosa di Viterbo e Gremianti dei Candelieri di Sassari confrontarsi e dialogare giocando, in un’ esperienza che è riuscita a predisporre nuove forme di scambio tra i “protagonisti” degli eventi festivi e che ha favorito la migrazione di modi di vivere la Festa che hanno incoraggiato alcune comunità (Palmi, Sassari e Nola) a migliorare i momenti aggregativi con pratiche in uso nelle altre comunità gemelle, come ad esempio le feste delle Corporazioni che precedono il momento apicale del rito del trasporto, dando vita a varie e interessanti forme di “contaminazione” positiva pur nel rispetto dell’identità di ognuno. Identità ritrovate in una nuova dimensione, intese come strumento utile a rafforzare la consapevolezza dell’appartenere alla propria comunità e contemporaneamente a comunità più allargate; identità che si aprono alla contaminazione e cercano lo scambio per arricchirsi; che rifiutano l’obbligatorietà dell’appartenenza per poter accogliere, includere. Questo modo di concepire la Rete ha determinato una concreta diffusione della cultura delle singole feste sul territorio nazionale, ha contribuito a rafforzare l’identità dei centri in cui esse vengono celebrate e a mettere in evidenza la positività e la ricchezza culturale ed umana dei contesti urbani e territoriali a cui esse si legano. In un processo che ha dato dimensione nuova alla Festa, che è diventata per le comunità della Rete strumento di dialogo ed elemento importante anche per una intelligente cultura del turismo “ a misura” dei centri minori, lontani dai circuiti e dai flussi della promozione di massa. In questo lungo percorso di condivisione, la “Prospettiva UNESCO” ha preso forma solo lo scorso anno, diventando “valore aggiunto” rispetto agli obiettivi del Protocollo di Nola del 2006. L’idea dell’iscrizione della Rete e delle sue feste nella Lista Rappresentativa è nata dall’elaborazione del concetto che il riconoscimento UNESCO potesse favorire la sintesi fra tradizionale e nuovo, dove la tradizione è la Festa che vuole essere salvaguardata, valorizzata e trasmessa alle nuove generazioni ed il nuovo è l’affermazione del modo di concepirla da parte delle comunità: come ponte “verso”, verso la verifica e la consapevolezza dei tratti comuni tra gruppi sociali solo geograficamente distanti e soprattutto verso la condivisione, l’accoglienza, l’inclusione nel rispetto delle diversità, ricollocate in un quadro di riferimento fisicamente più ampio. La Rete, nel pieno rispetto della diversità culturale dei soggetti che coinvolge e sulla base della riconoscibilità e della condivisione di alcuni elementi comuni fortemente caratterizzanti delle feste che rappresenta – come il “luogo” della festa, la città in tutte le sue componenti senza distinzioni di genere, di ceto sociale, di cultura, di età; il “modo” della festa, l’uso di macchine processionali di grandi dimensioni trasportate “a spalla”; il “perché” della festa, l’offerta


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