A voi la 7129… dopo il lifting!

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di Marco Crespi

riscaldamento

Le novità per il tubo di rame

tecnica impiantistica

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Oltre ai nuovi spessori, ci sono poche novità per il tubo di rame. Per la prima volta vengono nominati i raccordi a pressare, ma solo per rimandare il lettore alla UNI TS 11147; viene introdotto anche l’obbligo di brasatura forte nei locali a rischio incendio. Restando in argomento, il tubo a norma UNI EN 1057 rispetta la direttiva sui prodotti da costruzione (CPD) e quindi i suoi requisiti essenziali, tra cui la sicurezza, la resistenza meccanica e, appunto, la sicurezza in caso d’incendio.

A voi la 7129… dopo il lifting! È stata pubblicata lo scorso ottobre la nuova UNI 7129, forse la norma più conosciuta (e rispettata) tra gli installatori e progettisti di impianti domestici. Tale… primato è dovuto a due fattori: innanzitutto la consapevolezza che col gas non si scherza, e bisogna garantire la massima sicurezza possibile, per salvaguardare la vita delle persone. Il secondo motivo è che non si tratta di una “semplice” norma, la cui osservanza ha il carattere della volontarietà. Infatti la legge 1083 del 1971 dice che “Tutti i materiali, gli apparecchi, le installazioni e gli impianti alimentari con gas combustibile per uso domestico ed usi similari devono essere realizzati secondo le regole specifiche della buona tecnica” (art. 1) e che le stesse norme pubblicate dall’ UNI sono considerate regole della buona tecnica per la sicurezza (art. 3). Insomma, in ambito gas la legge obbliga a seguire le norme UNI e prevede sanzioni pecuniarie e/o carcerarie in caso di inadempienza.

PRESCRIZIONI. “Negli edifici multifamiliari, la distanza tra le tubazioni deve permettere eventuali interventi di manutenzione e sostituzione”.

La suddivisione in 4 parti L’edizione 2008 si differenza dalle altre precedenti (1972, 1992 e 2001) perché è divisa in quattro parti, corrispondenti alle sottosezioni di un impianto insieme allo stadio di avviamento dello stesso: la rete delle tubazioni di adduzione (parte 1), l’installazione degli apparecchi di utilizzazione, la ventilazione e l’aerazione di locali (parte 2), i sistemi di scarico dei fumi (parte 3) ed infine, appunto, la messa in servizio (parte 4).

NON A VISTA. “Le tubazioni possono essere installate a vista, sottotraccia, interrate, in strutture appositamente realizzate.”

Questa divisione rende più razionale il lavoro degli installatori, che non di rado hanno a che fare con una sola parte dell’impianto: immaginiamo un idraulico che debba installare un impianto, ma non gli apparecchi; oppure che trovi la canna fumaria già installata in precedenza da un collega o da un’impresa edile, come accade più frequentemente: ora, nella dichiarazione di conformità può delimitare con maggiore chiarezza le responsabilità alla parte di sua competenza.

e multifamiliari (che richiedono requisiti supplementari di sicurezza nelle parti comuni). Semplificando al massimo, le due norme si differenziano da questo: la UNI 7129 è più “generale” e riguarda tutto l’impianto, mentre la UNI TS 11147 integra la precedente fornendo indicazioni per l’installazione di impianti con raccordi a pressare.

Il punto di inizio La norma si applica alla parte interna degli impianti, cioè quella che sta a valle del punto di inizio dell’impianto domestico, che nella maggior parte dei casi è il dispositivo di intercettazione immediatamente a valle del contatore. Se invece un impianto è servito da una linea di distribuzione diversa da quella principale, allora il punto d’inizio è il rubinetto d’intercettazione posto immediatamente a valle della derivazione; infine, se l’impianto principale del caso precedente funziona a pressioni maggiori di quelle previste dalla norma (40 mbar se il gas ha una densità d≤0,8, o 70 mbar se d>0,8), il punto d’inizio coincide con il rubinetto di intercettazione a valle del gruppo di riduzione. Oltre al dispositivo di intercettazione, la norma prevede anche una presa di pressione, al fine di facilitare le operazioni di collaudo previste prima della messa in funzione dell’impianto. La presa di pressione può essere compresa nello stesso gruppo del rubinetto di intercettazione.

…è fondamentale non fare confusione con il binomio interno/ esterno: se il contatore è posizionato all’esterno, l’impianto interno comprenderà tratti di tubazioni sia interne che esterne all’edificio… Il presente articolo tratterà della parte 1, metterà in evidenza le differenze con l’edizione 2001 e fornirà un collegamento con l’altra norma “sorella”, cioè la UNI TS 11147-2008, di cui abbiamo già scritto nel numero di GT dello scorso settembre.

La UNI TS 11147: analogie e differenze Alcune novità della UNI 7129 sono state anticipate proprio dalla recente UNI TS 11147, tra cui la definizione di punto di inizio dell’impianto, il raggruppamento dei divieti in un unico capitolo e la distinzione tra impianti per edifici monofamiliari

L’idoneità dei materiali Le tubazioni La norma contempla tre materiali per le tubazioni: acciaio (UNI EN 10255), rame (UNI EN 1057) e polietilene (UNI EN 1555-2); all’interno delle abitazioni sono previsti solo tubi metallici, mentre quelli in polietilene possono essere installati solo se interrati e protetti dalle radiazioni solari. Per i tubi di rame, ci sono dei cambiamenti relativi agli spessori minimi permessi: i tubi del 22, 28 e 35 mm passano da 1,5 a 1 mm, e per il 54 vi passano da 2 a 1,5 mm (vedi tabella 1)

Tabella 1. Prospetto degli spessori minimi per le tubazioni di rame Diametro esterno De (mm) 12,0

14,0

15,0

16,0

18,0

22,0

28,0

35,0

42,0

54,0

1,0

1,0

1,5

1,5

Spessore s (mm) 1,0

1,0

1,0

Le giunzioni e i raccordi Le giunzioni per i tubi di acciaio sono quelle filettate o quelle per saldatura di testa con fusione. I raccordi per il rame sono quelli “classici”: brasatura dolce e

1,0

1,0

1,0

forte, meccanici a compressione e quelli misti, purché conformi alle UNI EN 1254. Viene opportunamente marcato il divieto di fare giunzioni dirette tra tubi senza l’uso dei raccordi, come per

esempio bicchierature o derivazioni a T. Per i tubi in polietilene i raccordi devono essere conformi alla UNI EN 1555-3 o quelli misti polietilene-metallo secondo la UNI 9736.


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