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RELAZIONE SULLA GESTIONE AL BILANCIO D’ESERCIZIO AL 31/12/2016 Scenario macroeconomico internazionale e nazionale Il 2016 è stato caratterizzato da una crescita economica globale di poco inferiore al 3%, in leggera frenata rispetto al 2015. L’Area Euro, aiutata dal costante supporto della Banca Centrale Europea (BCE) e da una politica fiscale meno restrittiva che ha sostenuto la domanda interna, ha conseguito un’espansione del Prodotto Interno Lordo (PIL) attorno all’1,7%, superiore al 2015 e al potenziale di sviluppo stimato fra lo 0,9% e l’1,2%. Nel corso del 2016 la BCE è intervenuta sugli indirizzi di politica monetaria in due distinte occasioni, nella riunione di marzo, alla luce della costante debolezza dell’inflazione (-0,1% il dato in quel mese) causata dal basso costo dell’energia e di gran parte delle materie prime, la BCE ha portato a zero il tasso di sconto e a -0,40% il tasso di deposito pagato dall’Autorità monetaria sui conti di tesoreria delle banche commerciali. Inoltre, nell’ambito del Quantitative Easing (QE), è stato incrementato l’ammontare mensile degli acquisti di titoli da euro 60 miliardi a euro 80 miliardi con l’inserimento, tra i titoli acquistabili, delle obbligazioni corporate non finanziarie. Nella riunione di dicembre 2016 la BCE ha deciso di adattare il QE a un contesto economico europeo di moderata ma costante crescita, conseguentemente il QE è stato prorogato per l’intero 2017 con il ridimensionamento, a partire da aprile, dell’importo mensile degli acquisti riportato agli originali euro 60 miliardi. Negli Stati Uniti l’attività economica si è sviluppata a un tasso poco superiore all'1,5%: dopo un deludente primo trimestre (0,8% la crescita su base annua), coinciso con il crollo del prezzo delle materie prime (incluso il petrolio) e con l’instabilità finanziaria in Cina. Il seguito dell’anno ha visto un significativo rimbalzo dell’economia grazie ai consumi interni favoriti dall’elevato livello di occupazione conseguito (4,7% il dato di disoccupazione di dicembre 2016). Alla luce dello scenario economico americano e con l’inflazione vicina all’obiettivo del 2% (1,3% la media per il 2016, 2,1% il dato di dicembre), la Federal Reserve (FED), nell’ultima riunione del 2016, ha aumentato di 25 punti base i tassi ufficiali portandoli allo 0,75%. La FED ha dichiarato che il processo di normalizzazione della politica monetaria nel 2017 potrebbe comportare ulteriori incrementi del tasso di sconto: tale ipotesi presuppone la continuazione del 1