OPL Mag P/E 2016

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IN GIRO CON 3, T OP SP ONSOR DE L L’E V E N T O CHE H A A P PA S SION AT O L’I TA L I A TA P PA 1

VINCENZO NIBALI

TA P PA 2

MADALINA GHENEA

TA P PA 3

EZIO GREGGIO

N.1 - X Anno - P/E 2016

5, 00

Semestrale - € 10,00





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OL Diamoci del tu

EURO ESTATE. Finalmente è arrivata l’estate, tra Brexit e attentati il morale degli Europei (ma non di calcio) è veramente basso. Per fortuna che a far la dif ferenza ci sono personaggi e sport che aggregano, scaldano gli animi e creano coesione. Forse lo sport è la vera ricetta per affrontare il moltiplicarsi delle dif f icoltà quotidiane. L’esempio principe è il nostro Vincenzo Nibali che da atteso protagonista sembrava soccombere alla grandissima fatica del Giro ma, quando tutti pensavano fosse spacciato, ecco il guizzo del talento, del campione e direi dell’italiano che sa trasformare in un attimo un insuccesso in un clamoroso trionfo. Bella cosa il Giro d’Italia. Bello da vedere in tv e bello da seguire dal vivo. Quest’anno 3 Italia ha deciso di sponsorizzarlo per andare in mezzo alla gente e condividere una passione ed un credo. Risultato… tutti stra-contenti e coinvolti da una cosa bellissima che si chiama passione. Un grandissimo esempio di quando la comunicazione diventa emotiva e crea valore e fedeltà di marca. La stessa fedeltà che abbiamo noi verso la musa di “Youth” che risponde al nome di Madalina

Diana Ghenea che dai nostri servizi fotografici, grazie a 3, è diventata una star consacrata dalla prestigiosa presenza a Sanremo. Donna di rara bellezza e dotata di una intelligenza più che brillante. Madalina è stata premiata al Festival della commedia di Montecarlo dal mitico Ezio Greggio, personaggio dello spettacolo numero uno in Italia che sta facendo progetti importanti in Inghilterra, oltre ad aver oramai consolidato il Suo Festival di Montecarlo come l’unico ed internazionale festival della Commedia. Per ultimo abbiamo intervistato Danilo Petrucci. Un personaggio da libro cuore. Uomo d’altri tempi che unisce intelligenza, simpatia, grandissima umiltà ad un talento clamoroso che lo porterà lontano… magari a sfidare il “mostro” Valentino già quest’anno! E adesso godiamoci gli Europei di calcio… per rimanere in tema sportivo. Buone vacanze e buon ?

L’editore Alberto Vergani

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CONTENUTI 11

L’imperatore del Giro d’Italia 2016 Vincenzo Nibali. Conosciamo il campione del Giro d’Italia.

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Nel nostro cuore c’è solo Madalina. Dagli esordi come testimonial di “3” all’impegno umanitario con Artist for Peace and Justice.

Il campione che verrà Esteban Chaves. Il corridore che ha stregato il Giro d’Italia.

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“In giro con 3” fa tappa al Magna Pars. Una notte indimenticabile: una vera festa dello sport.

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L’icona italiana dell’ironia Ezio Greggio. Il maestro si racconta.

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Attenti a quelle due. Si chiamano Angela Tuccia e Ria Antoniou e sono i due bellissimi volti di H3G.

3 Italia, un Top Sponsor vincente. Stefano Piastrelli ci racconta il successo della sponsorizzazione del Giro d’Italia da parte del brand.

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E noi scommettiamo su Barbara Pedrotti. Incontro “amichevole” con la splendida giornalista Sky.

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Ritratto di pilota. Attraverso le immagini i piloti raccontano cosa vuol dire “Proud to be a Nolan rider”.

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Due ruote a motore Danilo Petrucci. Non solo bici, uno sguardo alla MotoGp.

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Il Giro d’Italia su una bicicletta pieghevole? Si può! I manager rampanti in gara sulle bici pieghevoli.

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Un evento con i baffi “Shave the date”. A Firenze tre eccellenze italiane celebrano con un party IL gentleman moderno.

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Il lusso di una vacanza a 5 stelle dal sapore selvaggio: Hotel Marinedda thalasso & Spa. Un posto incantevole per sognare la vacanza perfetta.

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Il nuovo bolide di classe del Cavallino Ferrari GTC4Lusso. La casa di Maranello fa le cose in grande, sempre.

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Alla conquista dell’America. Gli USA sono vicini grazie ai consigli dello studio Piero Salussolia.

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Un gioco lungo un’estate. Le star di Nickelodeon si sfidano a colpi di “slime”.

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Pedalare oltre i propri limiti. Il super qualificato preparatore atletico Luca Guercilena ci spiega come affrontare il Giro d’Italia.

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Summer Must Have. Dimmi che valigia hai e ti dirò chi sei.

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Un po’ di buone notizie. Basta poco per ritornare a essere di buon umore.

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V l’imperatore del Giro d’Italia 2016

VINCENZO NIBALI Lo “squalo dello stretto”, così soprannominato il fresco campione del Giro, Lo si è imposto per la seconda volta in carriera e ora punta all’oro olimpico. si Photo: Bettiniphoto.net

◁ Primo piano di Vincenzo Nibali, sorridente in maglia rosa.

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È

riuscito nella grandissima impresa di ribaltare le sorti di un Giro che sembrava, a tutti, ormai perso! Vincenzo Nibali si consacra così l’uomo delle grandi corse a tappe con due Giri d’Italia, un Tour de France ed una Vuelta vinti nelle ultime sei stagioni. Passato professionista nel 2005 è uno dei sei corridori nella storia del ciclismo, il secondo italiano dopo Felice Gimondi, ad essersi aggiudicato almeno un’edizione di tutti i tre Grandi Giri. Ma nel suo carnet figurano anche tre podi sempre ai Grandi Giri, due Tirreno Adriatico, due Campionati Italiani ed un Giro di Lombardia, giusto per citare vittorie e piazzamenti più eclatanti. Questo 2016, già da diversi mesi, ha un obiettivo fisso nella mente del campione messinese: le Olimpiadi di Rio, con un circuito durissimo e adatto alle sue caratteristiche. L’obiettivo di Nibali è riportare in Italia la maglia con i cerchi olimpici indossata per l’ultima volta da un italiano con Paolo Bettini alle Olimpiadi di Atene 2004. Vietato fare pronostici con il diretto interessato, però, per un siciliano come lui la scaramanzia è d’obbligo: “Meglio non dire niente, le Olimpiadi di Rio saranno un appuntamento importantissimo non solo per me, saranno qualcosa di unico, di speciale. La prova su strada sarà molto difficile, siamo già stati a gennaio a visionare il percorso, un tracciato davvero molto duro, durissimo. Ci sono, tra l’altro, anche 3 chilometri di pavè vero, tanto che si potrebbe valutare l’ipotesi di cambiare bicicletta. A livello di durezza se la può giocare con la Liegi Bastogne Liegi ed il Giro di Lombardia, con l’unica differenza che là, a Rio, le squadre saranno al massimo di 5 corridori, quindi diventa anche più complicato gestire, controllare la corsa. Continuo a sentirmi costantemente con il Commissario Tecnico Davide Cassani per fare il punto della situazione, se non ogni giorno, quasi. Dobbiamo arrivare a Rio de Janeiro preparatissimi. Ho sempre detto e mi ripeto anche stavolta che per vincere l’oro olimpico ci vuole la giornata perfetta”. Parliamo della sua ultima impresa, è stata più bella questa vittoria o quella al Tour de France di due anni fa? Diciamo che sono due corse e quindi due vittorie leggermente differenti. È fuor di dubbio che questo Giro d’Italia mi abbia regalato qualcosa in più, una gioia unica, particolare, avendolo conquistato proprio alla fine, quando ormai pochi, stampa in primis, credevano in me. Vincerlo su quelle montagne da leggenda, montagne che hanno fatto la storia del ciclismo è davvero qualcosa di super. Soprattutto nella tappa con arrivo a Sant’Anna di Vinadio è venuta fuori una giornata davvero memorabile, ricordi che restano ben impressi nella mia mente.

È stato un Giro d’Italia molto strano visto che, per lungo tempo, è stato dominato dagli olandesi con lei in difficoltà: c’è qualcosa che non ha funzionato o che le ha dato fastidio? Non c’è stato qualcosa in particolare che mi ha dato fastidio ma l’assillo, la pressione che sin dalla partenza dall’Olanda c’è stata nei miei confronti. Sembrava dovessi dominare questo Giro d’Italia in lungo e in largo ma vi ricordo che non è così semplice. Vi faccio due esempi su tutti. Nella tappa con arrivo in salita a Roccaraso non mi sono staccato e sono arrivato con Mikel Landa; eppure, per qualcuno, il Giro lo aveva già vinto Tom Dumoulin. Dopo la cronometro del Chianti Classico si parlava solo di Landa, un martellamento nei miei confronti che non era per nulla giusto. Il giorno seguente Landa è stato male e ha dovuto abbandonare il Giro. So benissimo, per esperienza che il Giro è una corsa di 21 giorni, non dimenticate che 3 settimane sono tante, tantissime per chi lo corre. Tutto può succedere, quindi non bisogna mai disperare ma perseverare, soprattutto se si è preparata la corsa nel migliore dei modi. C’è stato un momento chiave in questo Giro d’Italia ? Sono stati due, il primo dove ho sbagliato in maniera clamorosa. Nella tappa dolomitica di Corvara mi sentivo bene però ho sottovalutato gli avversari e ho speso moltissimo per inseguirli, un errore ed uno sforzo che ho pagato il giorno seguente nella cronoscalata all’Alpe di Siusi. Il secondo è stato quello di liberare la mente dallo stress, dal carico di responsabilità e così ho smesso di leggere il giornali e di pensare alle critiche. Ho voluto solamente dare spazio alle urla di incitamento dei tifosi che non hanno mai smesso di sostenermi. Dal pubblico mi sono sentito sempre amato, mai abbandonato ed anche quella è stata una marcia in più. C’è stata una scena bellissima, da libro Cuore, dopo l’arrivo a Sant’Anna di Vinadio quando i genitori di Esteban Chaves sono corsi ad abbracciarla, nonostante lei avesse tolto la maglia rosa dalle spalle del loro figlio. Ce la vuole raccontare? Ero appena arrivato e mi sono venuti incontro per congratularsi. Un grande gesto di sportività visto che al mio successo corrispondeva la sconfitta, si fa per dire, del loro figlio. A me è venuto istintivo abbracciare la madre e dirle che Esteban è giovane e farà una grande strada. Adesso arriva il Tour de France dove lei andrà per aiutare il suo compagno di squadra Fabio Aru. Ha mai sognato la doppietta Giro – Tour? Le piacerebbe vedere, o meglio correre, un’edizione della Grand Boucle con la formula delle Nazionali, come accadeva ai tempi di Coppi e Bartali? Correrò il Tour in prospettiva Rio. Le alternative erano il giro d’Austria ad inizio mese e il Polonia che termina il 18 luglio; troppo lontano dal 6 agosto. Aiuterò Fabio e cercherò di vincere una tappa. Al Tour per nazionali non ci ho mai pensato, suona però interessante.

Vincenzo Nibali festeggia il successo al Giro d’Italia. ▷

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L’IMPERATORE DEL GIRO D’ITALIA 2016

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▽ Vincenzo Nibali con le mani rivolte al cielo per un’impresa che ha dell’incredibile.

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L’IMPERATORE DEL GIRO D’ITALIA 2016 Qualcuno dice che lei, rispetto al passato, sia meno disponibile, più montato. Altri dicono che è rimasto il Nibali che conoscevano quando era dilettante. Dove sta la verità? Non è un problema che mi pongo, ma fa parte di quello che citavo prima. Io sto bene con me stesso e, per me, è quello che conta. Pregi e difetti di Vincenzo Nibali? Caparbietà, determinazione e un pizzico di fantasia. Questi sono i pregi, i difetti sono molti di più. Cosa è il ciclismo per Nibali? È la mia vita. Fin da bambino, ho sognato di diventare un corridore e mai avrei pensato di fare una carriera del genere. Ancora oggi, pedalare è la cosa che mi fa sentire meglio e che mi continua a dare la stessa sensazione di libertà e di indipendenza. Ha mai pensato di paragonarsi a qualche grande ciclista del passato? Se sì quale? Non amo i paragoni e credo che ogni campione abbia avuto e abbia una sua propria fisionomia.

Vogliamo raccontare come nasce la leggenda del soprannome “Squalo dello stretto”? E come nasce il gruppo dei suoi fedelissimi tifosi che ha un nome che è tutto un programma: I Cannibali! Per la mia condotta in gara spesso aggressiva e votata all’attacco e anche perché sono nato a Messina. I “Cannibali” sono i miei tifosi di Mastromarco, il piccolo paese del Pistoiese che mi ha ciclisticamente adottato quando ho lasciato la Sicilia. Sono i miei fan più fedeli, erano in tanti sulle strade del Giro. È vero che quando le chiedono cosa le piace vincere lei riponde: “Un po’ di tutto”? Per me questa risposta ha due interpretazioni, o meglio, due maglie. Quella Olimpica e quella Iridata! Il percorso di Rio si adatta alle mie caratteristiche e quindi ci faccio più che un pensierino, mentre per il mondiale potrebbe andare bene quello che si correrà in Tirolo nel 2018. Quest’anno il mondiale di Doha è “roba” per velocisti. di Paolo Colombo Vincenzo Nibali prova una fuga per staccare gli inseguitori. ▽

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nel nostro cuore c’è solo

MADALINA

Gli esordi come testimonial 3, Sorrentino, il Festival di Sanremo, il suo primo film da protagonista e il suo impegno umanitario con Artist for Peace and Justice. Un racconto che ha la luce di una stella straordinaria: Madalina Ghenea.

Madalina Diana Ghenea è nata l’8 agosto 1988 a Slatina (Romania). △

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R

aggiungiamo Madalina in uno dei rari momenti in cui è a casa sua in Romania e, come lei stessa dice, ha 3000 cose da fare. Come sempre la sua voce è dolce ed emozionata, come se tutti gli eventi dell’ultimo anno non l’avessero nemmeno sfiorata: il red carpet del festival di Cannes, il palco dell’Ariston, il primo set da protagonista (solo per citare i primi che mi vengono in mente). Cosa ricordi dei tempi in cui eri la testimonial 3? Ricordo che è stato il passo più importante della mia vita, quell’esperienza ha cambiato tutto. Oltre ad avere girato uno spot che mi ha fatto conoscere al pubblico italiano, con loro per la prima volta ho partecipato ad un festival cinematografico. Infatti, 3 era lo sponsor dell’Ischia Film Festival, manifestazione alla quale mi hanno mandata per consegnare un premio. Lì ho potuto incontrare registi, produttori e attori, iniziando così il mio viaggio nel magico mondo del cinema. L’emozione più grande che hai provato durante questo viaggio? Sempre lì ad Ischia e sempre grazie a 3, conobbi il regista Paul Haggis, fondatore dell’Artists for Peace and Justice, l’associazione alla quale tengo tantissimo, perché mi ha permesso di vivere l’esperienza più bella della mia vita. Grazie a loro sono potuta andare ad Haiti, a Port au Prince, dove ha sede la Academy for Peace and Justice, un programma educativo che ha più di 2500 studenti. Lì, nella povertà più assoluta, ho trovato artisti che sono felici di far vedere il proprio lavoro, di mostrare le proprie doti, questo mi ha reso più forte e sicura di me. E questo viaggio adesso come continua? Dopo Ischia sono successe tante cose, ho realizzato un po’ di progetti, ho fatto qualche film… innamorandomi di ogni personaggio e di ogni storia. C’è una grande differenza tra il mondo della moda, dal quale provengo e il cinema: su un set fotografico stai 3 giorni e poi prendi un aereo e voli via, invece, su un set cinematografico stai almeno un mese, conosci delle persone, si crea un’atmosfera famigliare. Ho avuto la fortuna di trovare una vera e propria casa su ogni set. All’Ischia Film Festival, dove sono tornata quasi ad ogni edizione perché è il mio personale porta fortuna, quest’anno presenterò “Smitten!” il mio primo film con un ruolo da protagonista. La regia è di Barry Morrow, vincitore del premio Oscar per la sceneggiatura di “Rain Man”. Questo set è stato meraviglioso, abbiamo girato a Roma e in Trentino, ho incontrato persone splendide come Angela Molina, Darren Criss, attori con cui non avrei mai immaginato di poter lavorare, è stato un sogno. Di sogni ne hai realizzati tanti… Sì, il film con Sorrentino è stato un sogno (Youth n.d.r.), presentare Sanremo è stato un sogno… spero di continuare a sognare e di affrontare la mia vita con lo stesso entusiasmo. Madalina è stata la testimonial 3 dal 2010 fino al 2012. ▷

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NEL NOSTRO CUORE C’È SOLO MADALINA

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NEL NOSTRO CUORE C’È SOLO MADALINA Qual è stata la difficoltà più grande? Vivere sempre lontano da casa e dalla mia famiglia. Ormai vivo in una valigia, avevo una casa a Milano ma l’ho lasciata. Non ho un posto mio… spesso ho nostalgia delle persone che amo. Dove corri quando hai un po’ di tempo libero? Ad Haiti dai miei bambini! Oppure a casa mia in Romania, ma sempre circondata da tanti bambini! Quest’estate cosa farai? Come ho già detto sarò all’Ischia Film Festival per tutto luglio, poi andrò al Giffoni Film Festival… cinema, cinema, cinema!!! Forse ad agosto per il mio compleanno mi concederò una piccola vacanza. Madalina ma qual è il segreto del tuo successo? (ride…) Devo ringraziare 3 Italia che mi ha veramente cambiato la vita, ed in particolare Alberto Vergani, presidente di Opinion Leader, che mi ha offerto l’opportunità di essere la loro testimonial. Senza 3 non sarei andata ad Ischia e senza Ischia non sarei mai arrivata a fare tutto quello che ho fatto, soprattutto non avrei incontrato Paul Haggis, non avrei conosciuto Artists for Peace and Justice e non sarei mai andata ad Haiti, dove nell’ultimo anno sono stata ben 5 volte, imparando ogni volta qualcosa di nuovo, che mi ha consentito di crescere come persona e come artista. I bambini di Haiti mi danno la forza e l’energia per andare avanti, sono loro il segreto del mio successo. di Salvatore De Martino

◁ La prima apparizione sul grande schermo è nel film italiano i Soliti Idioti (2011).

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il campione che verrà

ESTEBAN CHAVES Salito alla ribalta durante l’ultimo Giro d’Italia,

Esteban Chaves è stato il principale rivale di Vincenzo Nibali per tutta la durata della competizione, tanto da mancare per un soffio la vittoria finale. Andiamo a conoscerlo meglio… Photo: Bettiniphoto.net ◁ Esteban Chaves festeggia con mamma al seguito il 2° posto al Giro d’Italia.

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all’inferno al paradiso, da una carriera che doveva essere interrotta tre anni fa quando Esteban Chaves aveva rischiato di chiuderla per un gravissimo incidente al Trofeo Laigueglia, alla Maglia Rosa, ad un successo al Giro d’Italia sfiorato per 52”. Il corridore colombiano rimase fermo per un anno, superando una lunghissima ed estenuante riabilitazione per recuperare la mobilità del braccio destro che era perso per l’85%. “Nelle vita tutto è possibile, basta crederci sino in fondo. Quando mi sono infortunato nove medici che mi hanno visitato mi hanno detto che non avrei più potuto correre. Ho vinto la Tappa Regina del Giro, come dite voi in Italia il “Tappone Dolomitico” e al traguardo ho alzato proprio quel braccio che si era infortunato. Ho imparato che si possono raggiungere i propri sogni, se si continua a lavorare duro, a non mollare, tutto è raggiungibile. Davvero tutto può succedere nella vita, anche magari di vincere il Giro, non mi è successo quest’anno perché ho trovato davvero un Nibali in splendida forma che è riuscito a ribaltare la corsa negli ultimi due giorni”. Ma che cosa è successo nella sua mente quando lei ha indossato la Maglia Rosa a Risoul? Un’emozione incredibile, davvero straordinaria per chi, a detta dei medici, avrebbe dovuto appendere la bicicletta al chiodo! Sapevo dentro di me che le energie non erano quelle della settimana precedente perché stavo lottando contro difficoltà respiratorie, già da un paio di giorni stavo prendendo antibiotici ma con questo non voglio cercare scuse, Nibali è stato più forte di me.

Ci sono episodi, fatti, storie da libro Cuore che solo il ciclismo sa offrire. Uno di questi è stato quello dell’abbraccio dei suoi genitori a Vincenzo Nibali dopo l’arrivo a Sant’Anna di Vinadio. È d’accordo? Sì assolutamente: Nibali è un campione. Io ho perso solo una corsa ciclistica e pazienza se era il Giro d’Italia, nella vita ci sono delle cose molto più importanti di una gara, per me è stato molto più importante avere per la prima volta in Europa i miei genitori che venivano a vedermi. Questa è la vita, la vera vita. Questo è Esteban Chaves, che in Colombia chiamano “Il Colibrì di Bogotà” vista la sua piccola statura ed il suo peso piuma (pesa solo 55 chili) che lo porta letteralmente a volare in salita, come ha fatto sulle Dolomiti e su molte altre ascese del Giro d’Italia. Il corridore colombiano ha letteralmente conquistato il pubblico italiano per i suoi modi semplici, per la sua umiltà ed il suo modo di affrontare la vita di tutti i giorni sempre con il sorriso sulle labbra. Un sorriso che ha “stregato” i tifosi , anche chi non lo conosceva prima di questo Giro. Chaves ha dimostrato che può tranquillamente, nei prossimi anni, puntare ad una grande corsa a tappe, sia il Giro che la Vuelta e, perché no, il Tour de France. In fondo sognare non costa nulla e, come dice lo stesso corridore: “I propri sogni si possono raggiungere, basta crederci sino in fondo e non mollare mai”. di Paolo Colombo

Un momento della gara di grande intensità agonistica, dove Esteban Chaves cerca di seminare gli altri corridori. ▷ Il sorriso inconfondibile di Esteban Chaves mentre saluta i tifosi. ▽

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IL CAMPIONE CHE VERRÀ

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“in Giro con 3” fa tappa al

MAGNA PARS

3 Italia, in collaborazione con Huawei, conquista la notte milanese con un party ad alto tasso sportivo.

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n scia alla 18esima tappa del Giro d’Italia, H3G lo scorso 25 maggio ha festeggiato con un party esclusivo la sponsorship avviata quest’anno con la più importante competizione ciclistica nazionale. Palcoscenico dell’evento lo splendido Magna Pars di via Tortona a Milano allestito, per l’occasione, con i colori del Giro. E se in pista, quel giorno, a vincere era Roger Kluge, al Magna Pars, erano lo sport e il divertimento! Momento clou della serata, “la sfida all’ultimo Km” che i ciclisti presenti, tra i quali Pavel Tonkov, Stefano Garzelli, Gilberto Simoni, Andrea Noè, Serguei Outschakov e Jaroslav Popovycˇ, hanno affrontato sul palco a bordo di un gruppo di bici Pinarello Razha montate su rullo. “Ammiraglia” della competizione la splendida Valentina Recanati, ex ciclista e volto de La3 che ha presentato la gara davanti ad un pubblico entusiasta di volti noti. Tantissimi, infatti, i personaggi della tv e dello spettacolo presenti al party tra cui, impossibile non notare, Federica Fontana accompagnata dal marito Felice Rusconi, le biondissime Justin Mattera e Ria Antoniou, Giorgio Mastrota, Guido Meda, Claudio Chiappucci, Giulio Golia, Peppe Quintale... Una parata di stelle che ha illuminato la notte milanese fino a tarda ora! di Simona Melli

Un’immagine dell’esclusiva festa al Magna Pars di Milano. ▷

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â–½ Vincenzo Novari, Amministratore Delegato di 3 Italia.

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“IN GIRO CON 3” FA TAPPA AL MAGNA PARS

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▽ Un momento “rubato” della festa.

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“IN GIRO CON 3” FA TAPPA AL MAGNA PARS

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△ Il mitico Claudio Chiappucci.

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Federica Fontana e il marito Felice Rusconi. △ La showgirl Justine Mattera con Andreas Schmeidler Country Manager Italia di vente-privee. ▽


“IN GIRO CON 3” FA TAPPA AL MAGNA PARS

Peppe Quintale e la Iena Giulio Golia. △ Alberto Vergani in compagnia di Monica Somma. ▽

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▽ Lo splendido Magna Pars di Milano allestito “a tema” Giro d’Italia.

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MAGNA PARS

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l’icona italiana dell’ironia

EZIO GREGGIO Uno dei volti più amati della satira italiana, sempre positivo e con una carica incredibile, ci racconta un po’ di sé senza tralasciare qualche divertente aneddoto.

◁ Ezio Greggio in posa durante le riprese del film Box Office 3D - Il film dei film.

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uscitare una sana risata è forse una delle cose più difficili a cui non siamo abituati a pensare. Eppure, provate a cimentarvi con l’intento di far sbellicare dalle risate qualcuno, ecco il risultato potrebbe non rispecchiare le vostre aspettative, anche se apparentemente sul volto del malcapitato potreste trovarci un sorriso raggiante… La comicità può essere paragonata, senza clamore, a un’arte, a maggior ragione quando l’obiettivo è suscitare ironia, la sfumatura più nobile dell’umorismo. Ci vuole un talento ma soprattutto un’intelligenza fuori dal comune. In questo, pochi possono vantare la carriera di Ezio Greggio, senz’ombra di dubbio uno dei mattatori di più successo dello spettacolo italiano. Oggi abbiamo il piacere di scambiare qualche battuta proprio con il padrone di casa di Striscia la Notizia ma… come si direbbe in questi casi… “è lui o non è lui ? Ceeeerto che è lui!”, perciò non perdiamo altro tempo! Sei uno dei conduttori televisivi più amati di sempre, un regista, un attore, un comico, uno scrittore, uno show man, (un sacco di cose!) ma prima di tutto un artista capace di strappare un sorriso a chiunque, qual è il tuo segreto? Grazie per la domanda che è anche un gran bel complimento. Il segreto? Credo non ci siano segreti: devi amare quello che fai. Il tuo lavoro ti deve appassionare, deve darti grandi stimoli. E poi devi dedicargli tempo, attenzioni, rapporti. Da tanti anni lavoro più all’estero che in Italia e la regola vale in tutti i Paesi, in particolare negli Usa ove lavorare è una religione vera e propria. Poi nel caso di un “Artista” è logico che al di là delle cose che ho detto uno deve avere talento e doti che gli facilitino la carriera: nel mio caso se non hai una visione ironica della vita non puoi diventare un “comedian”, un comico che fa satira ed ironia. Ripercorrendo la tua storia sembrerebbe che i tuoi genitori avessero altri piani per te, magari oggi, considerati i tuoi molti talenti, chissà potevi essere un pezzo grosso di qualche importante realtà bancaria, ci hai mai creduto? Ahahaha ma va là! La mia storia è ben diversa. Mentre andavo all’università a Torino, mi offrirono un posto in banca. Per accontentare mio padre accettai ma ci rimasi un anno poi arrivò la prima proposta nel mondo dello spettacolo e mi buttai a capofitto. No, le banche no, mai creduto non solo alle banche (grandi clienti di inchieste di Striscia) nemmeno a una carriera di quel tipo… meglio fare carriera in agricoltura, fare l’astronauta o lo scultore. Cabarettista in Rai, poi quell’incontro con Gianfranco D’Angelo e il passaggio in Mediaset che ha fatto decollare la tua carriera, anche grazie ad Antonio Ricci che ha creduto in te. Che ricordi hai di quegli anni? Mi sembra ieri. Al massimo l’altro ieri. Con D’Angelo e Giancarlo Nicotra (che ricordo con grande affetto, se ne è andato troppo presto) ho debuttato ne “La Sberla”. Con Gianfranco ci siamo divertiti tanto insieme sia sul lavoro che fuori dai set. Un grande amico. Ancora oggi quando ci incontriamo e non ci vediamo da tempo, sembra che ci siamo visti il giorno prima. Insieme

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abbiamo fatto tante trasmissioni e moltissime serate in giro per l’Italia. Con Antonio è una storia lunghissima iniziata nel 1983 con Drive-In e proseguita fino ai nostri giorni con Striscia la Notizia. Sono quasi 35 anni di collaborazione che continua con successo. Certamente la svolta della mia carriera è iniziata dalla collaborazione con lui, e dal successo prima della trasmissione Drive-In e poi della mitica Striscia che ormai viaggia intorno ai quasi trent’anni di messa in onda. Anni ’80, Drive-In, “È lui o non è lui ?”. Hai lanciato molti “tormentoni” divertenti, ce n’è qualcuno a cui sei legato di più? I tormentoni cui sono legato sono tantissimi. Sicuramente “è lui o non è lui” è uno dei più forti. Ma ne ricordo altri come “ma lo sa che è un bel volpino” oppure “cerrrrrto” o “ce la fa ce la fa… non ce la fa non ce la fa!” o l’ultimo dello scorso anno “Cologno Monzese!”. I tormentoni caratterizzano molto la carriera di un comico soprattutto di chi fa monologhi in televisione. Il tormentone ripetuto da chi ti segue in televisione diventa uno slogan che ti fa ricordare dal pubblico. Più di 4000 puntate a Striscia la Notizia, sei il volto del programma, probabilmente di più successo della televisione italiana, in ogni edizione riuscite a stabilire nuovi record di ascolti… difficile stufarsi vero? L’importante è che non si stufi il pubblico, io a condurre Striscia anche dopo quasi trent’anni mi diverto sempre tantissimo. Soprattutto quando ho a fianco il mio socio storico Enzino Iacchetti. Oppure la nuova socia Michelle Hunziker. Le risate durante le registrazioni di Striscia natalizia tra me ed Enzino hanno fatto storia e sono andate in onda centinaia di volte. Segno inequivocabile che io ed il mio socio ci divertiamo a condurre insieme la trasmissione. Poi sai è difficile stufarsi di fare Striscia: ogni giorno accadono fatti nuovi, ogni giorno ci sono nuove inchieste, ogni giorno la trasmissione trova nuovi argomenti. Quindi anche la conduzione diventa molto più stimolante. Insomma per me Striscia è un po’ la seconda casa, un luogo dove ho tantissimi amici che lavorano con me, dagli autori alla produzione ai tecnici ed il clima che si è instaurato durante la diretta o alle volte durante le registrazioni è un clima di un gruppo affiatato, appassionato a ciò che fa. … e poi il cinema. Da giovane rampante in “Yuppies” al recente Box Office 3D – il film dei film, per cimentarti nella nuova sfida con Big Finish di Martin Guigui. Ti affascina di più dirigerlo un film o interpretarlo come attore? Il cinema mi piace a tutti i livelli. Se mi propongono una storia che mi convince come è accaduto decine di volte vado e faccio l’attore. In altri casi come “Box Office 3D” che hai citato, ho fatto anche il regista. Il prossimo film sarà sicuramente il migliore, questo è ciò che penso ogni volta che devo interpretare un ruolo o dirigere oltre che me stesso anche altri attori. Ora sto scrivendo

Ezio Greggio sul palco del Montecarlo Film Festival in compagnia della modella e attrice Madalina Diana Ghenea. ▷


L’ICONA ITALIANA DELL’IRONIA

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â–½ Una divertita stretta di mano fra Ezio Greggio e il Principe Alberto II di Monaco.

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L’ICONA ITALIANA DELL’IRONIA

Ezio Greggio in posa con l’imprenditore Flavio Briatore. △ Un ritratto della bellissima Madalina Diana Ghenea. ▽

una bellissima storia con Filippo Bologna e Giovanni Veronesi, tratto da un libro del quale ho acquisito i diritti. Una storia che mi affascina veramente tanto e che mi fa un po’ ricordare i racconti di mio padre quando è stato in guerra. Una storia vicino al glorioso neo realismo del cinema italiano. Con Martin Guigui, regista argentino, c’è anche il progetto di “Big finish” un film americano molto ambizioso. E spero che quando lo girerà il periodo non coincida con una mia trasmissione televisiva o un altro film che starò girando in quanto “Big finish” verrà realizzato non in Europa, ma a Los Angeles. La tua passione per la “settima arte” ti ha spinto a creare un festival del cinema molto apprezzato e seguito dai media, il Monte-Carlo Film festival de la comédie. Come sta procedendo questa avventura? Il Monte Carlo Film Festival, unica manifestazione al mondo completamente dedicata alla commedia, ormai è diventato una grande realtà. È entrato a far parte dei grandi festival del cinema nel mondo. Nel 2017 arriveremo alla 14ª edizione. Nelle edizioni precedenti sono passati da noi film che poi hanno avuto grande successo nei propri Paesi o anche a livello internazionale. In altri casi proprio il nostro Festival del Cinema di Monte Carlo ha aiutato film di sconosciuti a trovare una distribuzione in paesi esteri. Al Monte Carlo Film Festival sono passate centinaia e centinaia di star che ho premiato sul palco. Un particolare ringraziamento lo voglio fare al Principe S.A.S. Alberto di Monaco che da sempre ci è molto vicino e ci dà il suo patrocinio. Nella scorsa edizione il Principe è venuto in sala a premiare personalmente Gabriele Muccino a vedere la proiezione di un film francese che era in concorso. Il Monte Carlo Film Festival è diventato una grande realtà con tante aziende che sono nostre partner, tantissimo pubblico che partecipa alle proiezioni ed al Gala finale che io conduco al Grimaldi Forum, e ai tanti party che vengono proposti nei più bei locali di Monaco come lo Zelo’s e il Twiga. La prossima edizione si terrà a Monte Carlo dal 28 febbraio al 5 marzo 2017. Restando in territorio monegasco, sei stato eletto – a furor di popolo – “Presidente del comitato degli italiani all’estero del Principato di Monaco”. Come vivi questa responsabilità? È stata una bella sorpresa. Erano tantissimi gli italiani di Monaco a chiedermi di presentarmi alle elezioni del nuovo Comites. In effetti da oltre 14 anni per una questione legata ad una legge, non venivano effettuate nuove consultazioni per eleggere i nuovi membri che sono i rappresentanti degli interessi dei connazionali nel Principato. È stato un plebiscito, sono stato il candidato più votato in assoluto. E alla prima riunione anche la lista avversaria mi ha designato assieme alla mia lista, presidente del Comites. Il Comites è un comitato degli italiani residenti all’estero fortemente voluto dal Presidente della Repubblica italiana e riconosciuto dal Ministero degli Esteri, per questo motivo il presidente e i membri del comitato sono praticamente dei pubblici OPINION LEADER 41


△ Ezio Greggio con l’ambasciatore italiano a Monte Carlo Massimo Lavezzo Cassinelli e con Serge Telle Ministre d’Etat (il premier monegasco).

ufficiali. Sono onorato di espletare questo incarico perché anche a Monaco ci sono molte cose da fare, prima di tutto nella solidarietà. Abbiamo per esempio circa una cinquantina di famiglie che non godono di buone condizioni economiche e questa è diventata immediatamente la mia priorità. La sede del Comites è presso l’Ambasciata italiana di Monaco, luogo dove avvengono le riunioni, a dimostrazione dell’ufficialità delle funzioni del comitato. E proprio con l’Ambasciata e l’Ambasciatore collaboro con gli altri membri fattivamente e continuamente per aiutare gli italiani residenti nel Principato e per realizzare tutta una serie di iniziative culturali, sportive e di diffusione della lingua italiana nell’ambito del territorio. “Forza Juve!”. Spesso, pubblicamente, dichiari la tua “fede” juventina, da dove nasce questo affetto per i colori bianco-neri? Hai mai conosciuto l’avv. Giovanni Agnelli? La mia fede juventina è nata quando ero un ragazzino. Mi sono innamorato della Juventus grazie ai dribbling di Omar Sivori. Il trio Sivori, Charles, Boniperti era un trio memorabile. Ho anche avuto la fortuna di giocare tantissime partite con ex grandi campioni della Juve: una proprio con Omar Sivori, tante con Jose Altafini, Salvadore, Gentile, addirittura un paio d’anni fa ho giocato una partita con Zidane e Del Piero. E il grande Alex è addirittura riuscito a farmi segnare un bellissimo goal. Ho conosciuto ed incontrato tante volte l’avvocato Giovanni Agnelli, il più alto rappresentante e il primo

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tifoso della Juventus. Indimenticabile la sua ironia, ogni volta che mi vedeva aveva sempre una battuta pronta sulla mia trasmissione, sulla Juve, o su qualche altro fatto collaterale come quella volta che lo incontrai nella stanza accanto allo spogliatoio della Juve e sentì un profumo di tartufo. Me lo aveva regalato un collaboratore di Umberto Agnelli e lui mi disse “vede Greggio, io sono il presidente della Juventus e il tartufo lo regalano a lei”. Poche sere fa ho incontrato Massimiliano Allegri allo Zelo’s di Monte Carlo, il mitico mister della Juve che mi ha raccontato un po’ di aneddoti su questo ultimo strepitoso campionato e gli obiettivi per il prossimo, soprattutto per la Champions League. Sarà un’altra annata straordinaria… vai Max! Hai collezionato negli anni molti premi e riconoscimenti, c’è qualcosa che manca alla tua bacheca o rimpiangi di non aver ottenuto? No, nessun tipo di rimpianto per premi non presi. Ne ho presi talmente tanti tra Telegatti, Biglietti d’Oro, Globi d’Oro, Nastri d’Argento e tantissimi altri che ho delle bacheche apposta per poterli conservare tutti quanti. Mi manca un Oscar e un Golden Globe (scherza Greggio) ma visto che devo girare ancora tanti film chissà che primo poi ne becchi uno, ahahah. Sei padre di due ragazzi stupendi. Uno sta seguendo le tue orme. Che consigli dai a entrambi? Ho due figli straordinari, Gabriele e Giacomo, ho sempre cercato di dargli indicazioni e consigli non solo da padre


L’ICONA ITALIANA DELL’IRONIA ma anche da amico quale sono per loro. Soprattutto ho cercato di fargli avere una visione del mondo molto aperta: parlano infatti entrambi quattro lingue, hanno studiato a Monaco alla scuola internazionale, hanno amici di tutte le razze e dei Paesi più disparati; oggi studiano e lavorano a Londra. 40 anni di carriera fra cinema e tv non hanno, fortunatamente, mitigato la tua sensibilità per i bambini in difficoltà, in particolare per quelli nati prematuramente. Te la senti di raccontarci come nasce il sostegno all’Ospedale Gaslini di Genova? Oltre vent’anni fa è nata questa mia associazione, la “Associazione Ezio Greggio per l’aiuto ai bimbi nati prematuri”, perché l’allora presidente dei neonatologi italiani, Professor Giorgio Rondini, mi chiese di dar loro una mano. Uno dei primi che aiutai fu il Gaslini ed il mitico Prof. Serra. In tutti questi anni ho fatto donazioni di apparecchiature a oltre 70 ospedali italiani, in tutte le regioni. Proprio lo scorso anno ho ricevuto sia dall’associazione pediatri che da quella dei neonatologi italiani due premi prestigiosi per aver contribuito con le mie apparecchiature donate in vent’anni, a salvare circa 60.000 bimbi nati prematuri. Un vero e proprio esercito del quale sono fiero. Mi capita spesso di incontrare bambini e bambine (che talvolta sono già dei giovanotti), o i loro genitori, che sono stati salvati dalle incubatrici che ho donato ai vari ospedali. Vi assicuro che non c’è premio al mondo più bello della gratitudine di questi ragazzi o delle loro famiglie. È una

delle più grandi soddisfazioni che mi ha dato collateralmente la mia carriera. Lo scorso anno due di loro ormai grandi sono venuti tra il pubblico di Striscia e li ho conosciuti personalmente: mi sono commosso e con me tutta la gente in studio. Sono orgoglioso di poter dichiarare che tantissimi problemi che c’erano vent’anni fa nella neonatologia, come per esempio il trasporto in sicurezza dei neonati prematuri alle strutture ospedaliere organizzate, oggi non esistono più. La mia spinta ha fatto sì che tra le mie donazioni dirette e quelle ottenute dai pediatri grazie alla mia iniziativa dalle Asl locali o da altri donatori, molti di questi problemi siano stati risolti e debellati. Oggi con la mia associazione ci stiamo occupando di bambini in difficoltà nel mondo, in particolare stiamo iniziando una collaborazione per aiutare tanti bambini in India che non hanno praticamente nulla: niente cibo, niente abiti, niente istruzione. La solidarietà e il “prossimo” non devono mai mancare dai nostri pensieri. di Fabio Operti Photo: Marco Piovanotto

Ezio Greggio con, alla sua sinistra, il Ministro del Governo di Monaco Stephane Valerie. ▽

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Attenti a quelle

DUE

Belle, determinate e con una grande personalità. Siamo abituati a vederle “sempre al telefono”, ma chi sono i due meravigliosi volti di H3G?

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ra atmosfere eleganti e arredi esclusivi, immersi nel fascino scintillante della Belle Èpoque, siamo andati a scoprire l’essenza delle splendide testimonial della compagnia telefonica H3G. In punta di piedi e armati di penna e tanta curiosità, siamo entrati nel lussuoso Excelsior Hotel Gallia di Milano, durante l’ultimo shooting fotografico di 3 Italia, per rubare ai due volti del brand un’intervista doppia. Da una parte la modella e attrice Angela Tuccia (che oltre ad aver lavorato per Armani, Everlast e Police ha condotto diversi programmi tv e partecipato alle serie “Don Matteo” e “Un posto al sole”), con il suo sofisticato ma sincero charme, dall’altra la biondissima miss greca Ria Antoniou (oltre ai concorsi di bellezza si è conquistata le copertine delle riviste più prestigiose, ruoli da protagonista in alcuni film, e partecipazioni a programmi televisivi come concorrente – Ballando con le stelle – o presentatrice), con la sua sensibilità e schiettezza. Il risultato è un confronto tra due personalità intense e intriganti, entrambe consapevoli che oltre al talento, per andare lontano, servono anche passione e dedizione. Chi sei in 3 parole. Angela: Misteriosa, creativa, complicata. Ria: Amore, passione e desiderio. Cosa significa per te essere la testimonial di H3G? Angela: Essere testimonial di una grande azienda come H3G è sicuramente prestigioso. Ho avuto la fortuna di collaborare con i più grandi professionisti del settore. Quest’esperienza mi ha arricchita e spero davvero possa continuare. Ria: Significa identificare la mia immagine con quella di un brand di successo che in tutti questi anni ha sempre realizzato campagne fresche e innovative. Che rapporto hai con il tuo smartphone? Angela: Sono sempre al telefono... è divertente poter parlare con chi desideri in qualunque momento della giornata, soprattutto se sei spesso lontano dai tuoi cari. Ria: Una relazione complicata. Passi tanto tempo al telefono? Angela: Ormai non ne posso fare a meno. Ria: Beh, oggi penso che il telefono sia diventato uno strumento necessario di vita. E davanti allo specchio? Angela: Lo specchio è utile, ma a volte rivela verità spiacevoli... Ria: Meno di quanto si possa pensare…

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I 3 numeri di telefono che conosci a memoria. Angela: Mia mamma, casa e mia sorella. Ria: Quello di mio papà, del mio agente e della mia palestra. Per fare questo lavoro deve piacerti l’idea di essere al centro dell’attenzione: ti sei mai sentita in imbarazzo davanti alla macchina fotografica, magari all’inizio della tua carriera? Angela: Sono sempre in difficoltà, dietro ogni scatto o su un set devo fare un gran lavoro interiore, è sempre un’emozione e una prova con me stessa... Ria: Ognuno di noi può sentirsi al centro dell’attenzione anche nelle occasioni più semplici senza per forza fare questo mestiere. L’unica differenza è che in questo mondo è necessario anche studiare per poter riuscire a funzionare di fronte all’obbiettivo. Oltre a posare dietro l’obbiettivo, ami anche scattare fotografie? Angela: Molto! In un periodo della vita avevo deciso di fare la fotografa, purtroppo è durato poco a causa dei molteplici impegni lavorativi. Ria: Amo scattare foto di animali e natura perché sono molto sensibile alla questione del green. Ho anche deciso di prestare la mia immagine al WWF per il progetto “Earth Hour” e dare così un segnale, perché ognuno, nel suo piccolo, può fare qualcosa per cambiare il mondo. Il volto di H3G, ma non solo… in cos’altro sei impegnata al momento? Angela: In questo momento sto girando “Un posto al sole” e sto collaborando come cosmetologa part-time presso uno studio medico… da testimonial a dottoressa! Ria: Mi divido tra gli Stati Uniti e l’Italia. Sono impegnata in diverse campagne pubblicitarie e due progetti molto importanti, ma al momento non posso dire nulla per scaramanzia. Come ti ha cambiata questo lavoro (se ti ha cambiata)? Angela: Sono tanti i fattori che possono cambiare una persona, più che di cambiamento parlerei di crescita e maturità dovute alle esperienze personali, al lavoro, ecc. Ria: Non sono cambiata! Sono rimasta la bimba semplice dei miei anni in Grecia, un po’ sognatrice e grande amante dello sport… Cerco di utilizzare la popolarità nel mio paese per sostenere alcune Case Famiglia perché crescere senza genitori ti segna per tutta la vita. Lo faccio sinceramente con piacere, la cosa mi rende felice perché so di fare qualcosa di veramente importante per la comunità! Angela e Ria, insieme, in uno scatto ad alto contenuto di sensualità. ▷


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C’è qualcosa o qualcuno a cui hai dovuto rinunciare per la carriera? Angela: Le rinunce sono state tante, ma sono contenta di averle fatte. Vivere facendo ciò che si ama è impagabile. Ria: Rinuncio ogni giorno a qualcosa di importante, ma queste purtroppo sono le regole del gioco se vuoi avere successo. Io ho imparato a dedicarmi del tempo e a dedicarlo alle persone più importanti per me, senza mai dimenticare il mio cagnolino Spiros! Il tuo segreto di bellezza. Angela: Dormire tanto, prendermi cura di me ogni giorno e circondarmi di persone positive. Ria: Tanto sacrificio, sport e cibi naturali. Sei una persona gelosa? Angela: No. Ria: Mai stata gelosa, ma rispettosa del rapporto sì. In amore, sei più romantica o passionale? Angela: Passionale. Ria: Sono molto passionale: la passione è la base solida di un rapporto duraturo con il proprio partner, oltre al rispetto ovviamente. È il tuo primo appuntamento galante: cosa indossi per fare colpo? Angela: Un tailleur oppure uno smoking femminile; décolleté stiletto... e tanta personalità ed eleganza. Ria: Se pensate a una minigonna sbagliate! Al primo appuntamento non occorre preparasi e addobbarsi come per la prima della Scala, sono più importanti le sensazioni che trasmettiamo all’altra persona. Il tuo uomo ideale non deve assolutamente… Angela: Essere noioso. Ria: Avere i muscoli o essere palestrato, preferisco una bella pancetta, è segno di virilità ed è rassicurante. Sei innamorata in questo momento? Angela: Sono sempre innamorata. Ria: Sono innamorata da 25 anni dell’uomo più importante della mia vita… Ti voglio bene papino! Credi più nell’amicizia o nell’amore? Angela: Anche l’amicizia è una forma d’amore, perché l’amore è universalmente riconosciuto come apertura all’altro. Ria: Credo nella famiglia perché è un valore importante e vero. Cos’è per te la felicità? Angela: La felicità è essere in grado di amare che è molto più difficile dell’essere amati. Ria: La felicità più grande consiste nell’accettare i nostri limiti e amarli.

◁ Angela Tuccia sul set dell’ultimo shooting H3G. ▷▷ Un altro scatto dell’intrigante Angela.

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ATTENTI A QUELLE DUE

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ATTENTI A QUELLE DUE Quanto conta il talento nel tuo lavoro, quanto la fortuna? Angela: Il talento è lo strumento che la fortuna utilizza per realizzare un sogno: sono imprescindibili. Ria: Nel mio lavoro non conta solo il talento… quante persone hanno avuto grandi capacità però si sono perse senza saper sfruttare le loro qualità? Oltre al talento, occorrono tantissimo studio e sacrificio, poi la fortuna fa parte del gioco, ma sicuramente non viene a cercarti se non ti dai da fare nella vita di tutti i giorni. Nella scala dei valori a che posto metti: carriera, famiglia, amici, tempo libero. Angela: Primo posto la famiglia, poi carriera, amici, tempo libero. Ria: Famiglia, amici, carriera e tempo libero. Il complimento più bello che ti hanno mai fatto. Angela: Sei maledettamente affascinate. Ria: Ma come cucini bene la carbonara “alla greca”. Questo complimento me lo fece un cuoco romano quindi penso che valga doppio. A scuola puntavi ad avere sempre il massimo dei voti o eri più per il “6 politico”? Angela: Sempre il massimo, come nella vita. Ria: Diciamo che da piccola ero per la sopravvivenza scolastica, del tipo “è sufficiente ma sua figlia potrebbe fare di più”. Ammetto che qualche volta copiavo mettendo i fogliettini con i suggerimenti nascosti nella penna. Da bambina sognavi di diventare… Angela: Cantante! Poi dopo una disastrosa partecipazione allo “Zecchino d’Oro” ho capito che avrei voluto fare l’attrice... Ria: L’astronauta perché sono sempre stata affascinata dall’Universo e dalla conoscenza dell’evoluzione storica della terra. Sembrerà strano, ma ancora oggi il mio sogno sarebbe quello di andare a Cape Canaveral e partire per lo spazio. Ti piacciono gli animali? Ne hai qualcuno a casa con te? Angela: Adoro gli animali! Ho un chihuahua che si chiama “Smigol”. Ria: Sì, sono la mia vita! Gli animali ci donano amore indistintamente senza alcun secondo fine. Adesso ho un cane, “Spiros”, ma avevo anche una gattina che però è stata investita mentre ero a Miami per lavoro. Questa è una ferita ancora aperta, spesso lei mi appare in sogno… penso che mi accompagni comunque nella mia vita, insomma tra noi c’era un amore sconfinato! Di fronte a cosa ti commuovi? Angela: Praticamente tutto... piango sempre! Ria: Di fronte alle immagini delle persone che non hanno nulla e vengono maltrattate. A “Mattino Cinque”, dopo aver visto quella orribile storia degli anziani picchiati in una clinica di Nuoro, mi sono emozionata a tal punto da piangere in diretta tv!

◁ La sorridente Ria Antoniou ritratta per il brand H3G. ▷▷ Ria in posa all’Excelsior Hotel Gallia di Milano.

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Cosa ti fa arrabbiare al punto tale da perdere il controllo? Angela: La maleducazione e l’arroganza. Ria: Le bugie, soprattutto quelle stupide che riesci a smascherare in pochi minuti! Sei una persona ambiziosa? Angela: Moltissimo. Ria: Assolutamente sì. Ma sono anche molto corretta con gli altri, amo la giusta competizione senza trucchetti e scorciatoie. Se una persona è più brava in qualsiasi campo deve essere applaudita perché merita il risultato che ottiene. Che progetti hai in cantiere per il futuro? Angela: Tante idee, tanti sogni e tante speranze... qualcosa sono sicura che si avvererà! Ria: Spero tanti anche se questo è un mondo strano, un giorno sei al top, il giorno dopo sei un “flop”… Comunque ci sono nell’aria dei progetti cinematografici e un grande progetto charity che sto cercando di costruire per aiutare i più deboli. di Silvia Barlascini Location: Excelsior Hotel Gallia - Piazza Duca D’Aosta, 9 - Milano Modelle: Ria Antoniou, Angela Tuccia Fotografo: Mario Gramegna Agenzia: Opinion Leader Hair & Make-up: Lorenzo Cherubini

Angela Tuccia in tutta la sua eleganza. ▷ Ria Antoniou immortalata come una vera diva. ▷▷

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ATTENTI A QUELLE DUE

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3 Italia, un Top Sponsor

VINCENTE

Cosa significa per un noto brand telefonico essere official partner della 99esima edizione del Giro d’Italia? L’abbiamo chiesto a Stefano Piastrelli, Brand Communication and Advertising Sales Director di 3 Italia una lunga esperienza in azienda e uno spiccato amore per il ciclismo.

Un primo piano di Stefano Piastrelli. △

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a una domenica passata in bici con i colleghi e gli amici, all’idea di dar vita alla più prestigiosa operazione di sponsorizzazione per il brand: è così che il colosso della telefonia mobile, 3 Italia, meglio noto come “3”, è diventato Top Sponsor di tappa della più importante competizione ciclistica nazionale. Una scelta nata dalla passione che c’è in azienda per questo sport e che si è rivelata subito vincente in termini di risultati e visibilità, conquistando immediatamente l’attenzione del pubblico, raggiunto in primis lungo il percorso della Corsa Rosa, alla partenza e all’arrivo delle 18 tappe italiane del Giro. Oltre alla massiccia presenza sul territorio (attraverso gli stand “3” presenti negli Open Village e il coinvolgimento dei 3 Store di zona), in occasione dell’evento, sono stati realizzati un concorso, un’App dedicata e tante altre iniziative di cui abbiamo voluto parlare con il Direttore di “3”, Stefano Piastrelli, il quale ci ha fatto scoprire che, in fondo, il mondo della telefonia e quello del ciclismo non sono poi così distanti…

Ci racconti com’è nata l’idea di diventare sponsor del Giro d’Italia e cosa ha significato per l’azienda il progetto di sponsorizzazione. In azienda siamo appassionati di ciclismo! L’idea è nata lo scorso autunno, una domenica in bici, con un gruppetto di amici, il nostro Amministratore Delegato Vincenzo Novari e l’ex-campionessa italiana di ciclismo Valentina Recanati: ci siamo detti perché non sponsorizzare il lancio di “Casa3”, la nostra offerta Internet veloce con wi-fi a casa, per mezzo di un evento popolare, una vetrina importante come quella rappresentata dal Giro d’Italia? “Casa3” è infatti un servizio per le famiglie, utile soprattutto nelle aree con scarsa diffusione dell’ADSL… così, con la carovana del Giro, abbiamo attraversato l’Italia e fatto provare sul campo il prodotto ai numerosissimi appassionati di ciclismo proprio durante il lancio commerciale. Cosa vuol dire essere Top Sponsor di tappa e che visibilità ha avuto il brand grazie a questa operazione? La sponsorizzazione del Giro d’Italia ci ha portato un’enorme visibilità, sia in tv con la presenza del brand su tutto il percorso di gara, sia sul territorio con circa 12 milioni di spettatori lungo le strade. Il tutto supportato dalla campagna tv dedicata, dal concorso per clienti e prospect, e dalle attività promozionali sul territorio che hanno contribuito a dare una visibilità del brand a 360 gradi. In cosa si è tradotta la presenza del brand sul territorio nelle località toccate dal Giro? Abbiamo coinvolto più di tremila 3 Store con il concorso “In Giro con 3”, dedicato a clienti e prospect, che metteva in palio ricchissimi premi come la bici del vincitore del Giro d’Italia, 150 biciclette Pinarello (Full Carbon Raza e City Bike), 360 pass per assistere all’evento dalla tribuna Vip di “3” e 36 Vip Experience per assistere alle tappe su un’auto ammiraglia o dall’elicottero. Ovviamente la risposta degli italiani all’iniziativa è stata entusiasta. Quali aspettative aveva 3 Italia in merito all’attività di sponsorizzazione? L’obiettivo era duplice: da un lato dare una caratterizzazione di qualità e – al contempo – di elevata visibilità e awareness del prodotto “Casa3”; dall’altro avevamo l’esigenza di avvicinarci

◁ Al centro della grafica, l’originale logo “3” con caschetto studiato per il concorso “In Giro con 3”.

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quanto più possibile alle persone in modo che potessero toccare con mano e provare il nostro prodotto negli Open Village di ciascuna tappa. Sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati? Sì, non solo abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo prefissati, ma li abbiamo nettamente superati: nel mese di maggio abbiamo infatti registrato un record storico per quanto concerne il numero di attivazioni di nuovi clienti. Posso tranquillamente dire che la sponsorizzazione del Giro d’Italia ha rappresentato un’operazione di successo per “3”. Quali sono stati i punti di forza di questa operazione? I punti di forza sono stati molteplici: innanzitutto la progettualità e quindi la qualità del lavoro svolto per realizzare un’operazione di queste dimensioni; la professionalità e la passione profusi da tutti i colleghi che hanno lavorato all’iniziativa; la capillarità della nostra rete vendita che ha permesso di presidiare al meglio tutte le aree attraversate dal Giro e l’engagement generato dalle iniziative legate alla sponsorizzazione. In tal senso, un contributo non indifferente è arrivato anche da Vincenzo Nibali, la cui popolarità l’ha portato a vincere in maniera schiacciante anche la classifica del “Ciclista del Cuore” di “3”, dando così ulteriore visibilità al nostro brand. Poi, l’entusiasmo degli italiani per il Giro e quello dei comuni attraversati dalle tappe della Corsa hanno completato l’opera. Non esiste un evento così capillare e seguito come il Giro d’Italia. Dallo studio di un logo dedicato, al concorso per i consumatori: quali sono, nel dettaglio, le operazioni e le iniziative speciali studiate per l’occasione da 3 Italia? Diciamo che la decisione di sponsorizzare il Giro con il logo di un prodotto e non con il brand istituzionale è stata per noi una sfida e, più in generale, una scelta fuori dal comune per una telco. Sfida che però abbiamo vinto, perché il Giro d’Italia ci ha permesso in brevissimo tempo di raggiungere una awareness elevata di “Casa3”. Poi, le attività di promozione sul territorio e la massiccia campagna tv hanno contribuito al successo dell’iniziativa e ad associare il prodotto “Casa3” al brand “3”. Per coinvolgere attivamente il maggior numero di persone abbiamo avviato diverse attività, a cominciare dai concorsi “In Giro con 3” e “Scatta la Bici” per mezzo dei quali – grazie alla collaborazione con Pinarello e Huawei – abbiamo premiato più di 500 clienti con biciclette e smartphone di ultima generazione. Infine, grazie alla App “Giro Casa 3” abbiamo coinvolto decine di migliaia di appassionati che hanno postato foto e votato il loro “Ciclista del Cuore”. Su quali mezzi avete investito maggiormente per comunicare le attività legate alla sponsorizzazione? Abbiamo investito in tv e sui social media in Internet. Non poteva però mancare la Gazzetta dello Sport, il vero punto di riferimento per gli appassionati del Giro. Ci racconti di “Foodieteller” e del viaggio in Giro per l’Italia che è andato in onda su La3. Grazie a La3, la nostra tv multipiattaforma (in onda sul canale 163 di Sky, sul 134 del digitale terrestre, su www.la3tv.it, smartphone, tablet e Smart TV) con

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H3G, UN TOP SPONSOR VINCENTE

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△ La bellissima – e bravissima – Valentina Recanati in uno degli stand “3” a Cassano d’Adda (Milano). ▽ I ringraziamenti di H3G a tutti i clienti che hanno eletto il grande Nibali “Ciclista del Cuore 3”.

“Foodieteller - in Giro per l’Italia” abbiamo raccontato il Giro d’Italia 2016 da un punto di vista differente: quello delle tradizioni e – soprattutto – della cucina dei luoghi attraversati dalla Corsa Rosa. Il food-writer Carlo Spinelli e l’ex-campionessa italiana di ciclismo Valentina Recanati, conduttori dello speciale “Foodieteller - in Giro per l’Italia”, hanno accompagnato gli spettatori lungo le tappe, alla ricerca di chef stellati, ristoranti gourmet e piatti prelibati, per svelare le proposte culinarie migliori della penisola. Persino Ligabue si è recato in uno dei ristoranti gourmet “raccomandati” da Foodeiteller. ‪Com’è stata la risposta del pubblico nei confronti delle attività previste? C’è stato un buon seguito anche sui canali Social?‬‬ Come dicevamo, il pubblico ha risposto molto ‬ positivamente: sia in termini di engagement, con circa 200.000 partecipanti ai concorsi organizzati da “3” e decine di migliaia di visitatori nell’Open Village, sia in termini di attivazioni dell’offerta “Casa3” con il record storico stabilito a maggio. Anche sui social il seguito è stato considerevole, in particolare sulle nostre pagine Facebook e Instagram, soprattutto con l’iniziativa legata al “Ciclista del Cuore”. Ha riscosso grande interesse anche la versione remixata dello spot tv di “Casa3”, uno spot del tutto particolare, realizzato per gioco da un giovane dipendente di 3 Italia, che l’azienda

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I conduttori di “Foodieteller - in Giro per l’Italia”: Valentina Recanati e il food-writer Stefano Spinelli. △ Il logo dell’offerta Internet “Casa3” che è stato protagonista dell’operazione di sponsorizzazione di H3G. ▽

ha deciso di premiare mandandolo in tv in alternanza con lo spot originale. Qual è stata l’iniziativa che ha riscosso maggior successo? Il format “Ciclista del Cuore” è stato sicuramente il più apprezzato dal pubblico che ha potuto votare attraverso la nostra App “Giro Casa 3” il ciclista più coraggioso e combattivo di ogni tappa. C’è stata un grande coinvolgimento da parte degli appassionati al Giro che hanno partecipato all’estrazione di fantastici smartphone Huawei P9. Per la cronaca, tanto per cambiare, la classifica finale del “Ciclista del Cuore” ha visto trionfare Vincenzo Nibali. Secondo lei come mai Vincenzo Nibali è stato il più votato dal pubblico? Vincenzo Nibali è un vero fuoriclasse. È coraggioso, determinato ma allo stesso tempo è una persona umile. Un brand di telefonia associato alla più importante competizione ciclistica nazionale: quali sono i valori che accomunano i due mondi? I valori del Giro, e più in generale del ciclismo, sono il sacrificio, la passione, il gioco di squadra, e la vicinanza alle persone e al territorio. Gli stessi valori in cui si riconosce 3 Italia.


H3G, UN TOP SPONSOR VINCENTE

La 99esima edizione del Giro si è conclusa: qual è stata, a suo avviso, la tappa più emozionante della Corsa Rosa? Per me le tappe più emozionanti sono state due: la Pinerolo-Risoul dove Nibali ha staccato in discesa tutti i concorrenti recuperando 4 minuti di ritardo in classifica. E poi la tappa successiva, la Guillestre-Sant’Anna di Vinadio, dove Nibali ha conquistato la maglia rosa vincendo di fatto il Giro d’Italia. Due tappe da antologia! Dopo questa prestigiosa sponsorizzazione, avete in programma qualche altra attività analoga? Al momento no, è difficile replicare il successo e la visibilità che può dare il Giro d’Italia. Però rimaniamo vigili e ci guardiamo attorno. Qual è la realtà di 3 Italia oggi? Quali sono i valori e quale filosofia ispirano la vostra azienda? Innanzitutto l’innovazione, che ci ha contraddistinto sin dall’inizio della nostra storia, il coraggio e la passione per quel che facciamo, così come la trasparenza. La filosofia che perseguiamo e che ci contraddistingue è quella che definiamo del “value for money”, ossia offrire ai clienti il massimo valore in termini di prezzo, servizi e tecnologia. Abbiamo anche qualche curiosità su di lei… È un appassionato di sport? Sì, pratico abitualmente ciclismo, sci e calcio.

Il suo sportivo preferito. Valentino Rossi, il “Vale” nazionale, un personaggio sempre in grado di stupire fino all’ultima curva! Usa la bicicletta o il ciclismo preferisce seguirlo da spettatore? Mi piace seguire il ciclismo in tv anche se preferisco praticarlo: scalare una vetta riempie sempre di gioia e regala una soddisfazione immensa. Se si può dire… per chi ha fatto il tifo durante il Giro? All’inizio del Giro ho tifato per il giovane Berlato, mi aveva conquistato. Poi la classe e la potenza di Nibali hanno avuto il sopravvento! La “tappa” più importante della sua carriera? Sono molto soddisfatto del mio percorso professionale ed ogni tappa raggiunta è stata importante per arrivare dove sono adesso. Ma se devo pensare ad un moneto che non scorderò mai, questo è sicuramente la nascita di mia figlia Silvia. Se fosse un ciclista sarebbe… e perché? Penso a Felice Gimondi, un uomo ecclettico in grado di tenere il passo in salita e nelle volate, capace di competere con il fortissimo Eddy Merckx. Che rapporto ha con il suo smartphone? Qual è il numero di telefono che chiama più spesso? Lo smartphone è uno strumento che ha rivoluzionato il modo di vivere il nostro quotidiano e il nostro modo di comunicare. E noi di “3” siamo stati fra i primi artefici di questa rivoluzione. Chiamate ed sms? Roba vecchia, WhatsApp ha avuto il sopravvento… e poi, tutte le attività, i momenti principali della nostra vita privata e lavorativa, ormai li gestiamo dallo smartphone. Senza non potremmo più stare… ma va bene così, almeno per quanto mi riguarda… la tecnologia mi piace, non potrebbe essere altrimenti vista l’azienda per la quale lavoro. Tecnologico da 1 a 10… Direi 8, non si può sapere tutto… Chi è Stefano Piastrelli in 3 parole? Una persona positiva, aperta e curiosa. di Silvia Barlascini

△ Stefano Piastrelli durante una tappa del Giro.

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e noi scommettiamo su

BARBARA PEDROTTI

Abbiamo incontrato il volto dello sport a 360° e del calcio targato Sky, recentemente impegnata come inviata della tv francese “beIN Sports” al Giro d’Italia.

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i sono le bambine delle pubblicità, quelle vestite di rosa, che sognano di diventare ballerine e poi ci sono quelle come lei che sin da piccola di rosa ha avuto solo “La Gazzetta dello Sport” in mano. Sì, perché quella che Barbara ci racconta quando la incontriamo, è la storia di una passione, quella per lo sport, nata sin da piccola che, grazie alla determinazione e alla costanza, qualità che appunto solo lo sport può insegnare, ha saputo trasformare in un lavoro. Bellissima, classe 1982, trentina doc, ha un curriculum che spiega subito come sia diventata una dei volti più noti tra gli addetti ai lavori del ciclismo e del calcio. Sul tuo cv si legge “conduttrice tv, giornalista, speaker”... ma come sei arrivata a fare tutto questo? Direi con tanta passione, dedizione e studio. C’è una frase di Ayrton Senna che sposo a pieno e che credo in un certo modo descriva bene la mia carriera ed è: “Ammiro il duro lavoro, la dedizione, la competenza”. Non è infatti facile ricoprire un ruolo da sempre ad appannaggio di colleghi uomini solitamente molto più grandi di me. Ho cominciato da giovanissima con lo speakeraggio di piccoli eventi, poi sono arrivati i Giri d’Italia, le classiche del ciclismo, i campionati del mondo di arrampicata/MTB/ciclismo, le MMA e ovviamente il calcio. Una lunghissima gavetta, piccoli passi quindi che sono stati vissuti sempre con grande gioia, eventi visti come dei mattoncini che piano piano hanno contribuito a costruire quella che sono oggi. Da bambina sognavi di fare quello che fai oggi? Sì! Effettivamente ero una bambina un po’ “atipica”, mentre le altre bimbe facevano ginnastica artistica io giravo con le mini moto, quando a 13 anni il giornale che andava per la maggiore tra le mie coetanee era “Cioè” io leggevo “Motosprint”. Le moto quindi, una passione che mi ha trasmesso mio padre con il quale le domeniche (ma non solo) venivano trascorse a

seguire le gare di moto appunto, ma anche di ciclismo, e poi da tipica famiglia italiana tanto calcio... E io? Io sfogliavo i giornali di settore e prendevo appunti e poi nei momenti dei live levavo la voce dalla tv e facevo la telecronaca... lo so detta così fa un po’ ridere ma anche grazie a questi momenti di “ordinaria follia” (sorride n.d.r) sono riuscita a cullare e a crescere con il mio sogno che è poi diventato realtà. Una donna che parla di sport. Quanto può essere difficile, in un ambiente tutto al maschile acquisire credibilità? Difficile? Difficilissimo direi! Mi ricordo ancora il mio primo Giro d’Italia da speaker quando sono stata scambiata per una Miss; vedere il viso attonito ed incredulo di quelle persone quando ho fatto presente che ero la voce tecnica... ora mi fa sorridere, in quel momento un po’ meno. Diciamo quindi che è stato tutto un po’ in salita, anzi a dire la verità è stato come scalare lo Zoncolan in una giornata torrida, ma si sa che più dura è la battaglia più dolce è poi il sapore della vittoria, quindi se tornassi indietro rifarei tutto. Un aneddoto che ricordi con emozione di questi anni di lavoro... Sai che è difficile?! Nulla è arrivato per caso, anzi tutto è stato frutto di grande lavoro e pazienza quindi anche i primi anni di gavetta sono ricchi di eventi che mi hanno fatto emozionare e non poco. Ci sono poi le soddisfazioni obiettivamente più grandi come il mio primo lavoro negli Stati Uniti, o ancora la presentazione per la UEFA della finale di Europa League, i campionati del mondo... 19 meravigliosi anni di cronaca sportiva costellati di delusioni, ma fortunatamente anche di bellissime gioie. Sportiva per lavoro ma anche per passione... Decisamente! Diciamo che nasco con la passione per lo sport praticato e seguito, e poi il tutto è fortunatamente diventato anche il mio lavoro... così è come se non dovessi effettivamente lavorare mai (sorride n.d.r.). Lo sport quindi è una costante nella mia vita e se dal La splendida Barbara Pedrotti, volto dello sport di SKY. ▷

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punto di vista professionale mi divido principalmente tra calcio e ciclismo (anche se non ho mai abbandonato lo sci, l’atletica, l’arrampicata e così via) per quanto riguarda i miei allenamenti amo correre, nuotare ed andare in bicicletta. Queste solo le discipline che pratico costantemente, quando invece riesco a ritagliarmi del tempo per tornare in Trentino, là mi dedico anche al windsurf ed allo sci nautico. Dopo Sky e Mediaset per il Giro d’Italia hai lavorato a livello internazionale per beIN sports. Come è andata? È stato meraviglioso! Ho lavorato spesso all’estero ma questa per me è stata la prima esperienza con una realtà francese e devo dire che mi sono trovata a dir poco bene. All’inizio ero un po’ titubante perché lavorare tutto il giorno in una lingua che non è la mia lingua madre mi spaventava un po’, ma passato il timore iniziale è filato tutto liscio. Mi sono trovata effettivamente all’interno di un team meraviglioso dove si faceva veramente squadra e dove ci si aiutava per qualsiasi cosa, ingredienti credo fondamentali per la buona riuscita di un progetto. Ammetto che quando è arrivata la chiamata di beIn mi ha fatto un grandissimo piacere, è bello quando oltralpe si accorgono di te e della tua professionalità. Non era la tua prima volta con il Giro... Assolutamente no, è stato il mio sesto Giro. Per tre anni, dal 2008 al 2010, sono stata lo speaker tecnico, la voce ufficiale per dirla in maniera diversa, poi nel 2012 e 2013 ho prodotto un formato televisivo per una tv del Kazakistan incentrato sul backstage della formazione Astana che, appunto, nel 2013 ha poi trovato la vittoria con Vincenzo Nibali. Nel 2014 e 2015 non sono invece riuscita a seguire la corsa rosa per impegni legati al campionato di calcio di Serie A ma quest’anno, visto che il campionato finiva prima a causa dell’europeo, beh non ho resistito alla tentazione di tornare alle due ruote. Scegli un unico amore: calcio o ciclismo? Eh no, questa domanda è troppo difficile (sorride n.d.r.). Si dice sempre che il primo amore non si scorda mai e quindi il ciclismo è e sempre sarà nel mio cuore anche se il calcio fa ormai parte della mia vita, del mio quotidiano, ed effettivamente se guardo al futuro mi vedo più “nelle braccia” di questo nuovo amore. E infatti, finito il Giro sei tornata a parlare di calcio per gli Europei 2016. Da esperta non possiamo esimerci dal chiederti un pronostico... Credo che tra i favoriti principali per questo europeo ci sia sicuramente la Francia che oltre ad essere la padrona di casa è anche una squadra di assoluta qualità. Allo stesso livello metterei la Germania, formazione da sempre molto solida che in competizioni importanti difficilmente non arriva in fondo. Per quanto riguarda l’Italia non è la favorita ma ha grandi motivazioni e questo può fare la differenza. Che dire poi della Spagna?! Una formazione che anche se convince meno rispetto alle passate stagioni è sempre un team dai nomi

Ex modella, Barbara è diventata una giornalista apprezzata grazie alla tenacia e alla determinazione messe in campo. ▷

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E NOI SCOMMETTIAMO SU BARBARA PEDROTTI

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▽△ A livello social, non c’è partita: Barbara vanta 124mila follower su Instagram, 120mila su Facebook e ha un sito ufficiale cliccatissimo.

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E NOI SCOMMETTIAMO SU BARBARA PEDROTTI importanti. Tra le outsider una squadra che vedo bene, nonostante il ko subito ad opera degli azzurri, è il Belgio, squadra giovane e con troppa poca esperienza per poter puntare alla vittoria in questo europeo ma formazione comunque di grande talento, sicuramente possibili protagonisti nelle prossime competizioni internazionali. Oltre al pubblico di Sky, sei molto conosciuta e seguita anche sui social. Come ti relazioni con i tuoi follower? Sì, e devo dire che è bellissimo vedere l’affetto di così tante persone! In passato mi occupavo di più di eventi live quindi era più facile avere un contatto diretto con il pubblico, ora invece essendo in studio le occasioni sono minori e quindi i social sono uno strumento fantastico per rimanere in contatto. Come mi relaziono? Beh, cerco sempre di mostrarmi per quella che sono, di condividere il mio quotidiano con chi mi segue e che a me dedica molte attenzioni. Tanti sono i messaggi e i commenti che arrivano quotidianamente e io li leggo sempre tutti, anche se spesso questo significa dover rimanere sveglia la sera fino a tardi. Mi spiace

solamente che raramente riesco a rispondere a tutti ma, a dire il vero, preferisco occuparmene in prima persona e rispondere un po’ meno piuttosto che fare in modo che dei miei profili se ne occupi un’altra persona... mi sembrerebbe di mancare di rispetto a chi mi dedica tempo ed attenzioni. Dove ti troveremo in futuro? Di progetti ne ho un sacco ma sono una persona estremamente concreta e quindi fino a quando non vedo il nero su bianco non do nulla per certo. Sicuramente continuerò a parlare di calcio e di ciclismo in Italia ma credo che la mia settimana si dividerà tra Milano e Parigi, una realtà infatti quella di beIN che, dopo il ciclismo, sembra volermi aprire le porte anche al calcio internazionale. di Simona Melli Photo: Alessandro Levati

a r ba r a Nome: B t ti : Pe d r o Cognome (TV) ov e r e t o R : a Nata

le a le c h e po i st a r d a, , e t a d , r a t a t a s rmin re te irti: d e t e o d ’ e sse t n t fi a e f d l i r e gere: ivi p 3 aggett a correg i c s ie r na i a f or t u che non m o tt la e if e d h Un anc io t a pe r ò a t s o... v i a g g è on o! n f o a s le g e t e n v l lu o i o d za... a ll a mi chied casa sen r e i t d n e i m a a t a n t e pe er i m s c c i s n i e e s h n : o lc o a N i qu mattin sog n o d i b siero del n e o p h o e v ol t Il prim o che a r o v la e m o n on t a r t t è e e p m p i s o h t a i ti? A c osì t a n e c osa m il e andres o v v o o d r t , o i p vivrò e tem e m lo v l o e o d r d u e t a r u i il f cap cchin v i ssu t o, e la ma n à i io g iz h e e poc a s o o lc h ’ p a l is u d q o t a a n ” i pa ss Hai u n sa l t o a n t o. Il t e r se lo i a d “f i ù i d e i p n on so r e a r e s e n s n i f e u p a la ot r e i e a ll de se n t e c h è q u i. P e r e t p n r e (sor r i e o s i a e n m r r p o l t i o i m iù a tanto r i e sc o p m o c osì n a o n a e m ppa lon t a n a so s ’ i n c e a c r e p na poi se l ta di u e c s la farei e d s”, ta r r ow r oa e la v i s a v o n d y b là ! s ? al to pla c e n.d.r) or t a i n o high p “T ò r . .. e è p o ott che Il tuo m r c i a t oi e, o c s a z n e oc h i t r e t t a, s o, c on p d n st r a d a s a c r e to c o, c h e s s s e r u o r li i g i d è m br o i o: u n li in d o m c or i c a r m o c e a r l a u i e s d o u o s t or r i Libr di s c on i l s om e n t o, i m m l r i a r lz e p ad a r i su l t a t i tinuare n o c : o tt el casse t ta Sogno n sod d i sf a a m a c st a n la se r a

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ritratto di

PILOTA

“Proud to be a Nolan Rider”, una frase ripetuta con sempre maggiore convinzione

dai piloti Nolangroup, fino a diventare un vero e proprio mantra, una professione di fede che si allarga a tutti i motociclisti che scelgono la qualità dei caschi del gruppo di Brembate di Sopra. E se i piloti possono dare il massimo in pista grazie a Nolan e X-Lite, questi ultimi sono a loro volta in grado di assicurare ai propri clienti prodotti di eccellente qualità proprio grazie ai piloti. Infatti, molte delle soluzioni tecnologiche che rendono i caschi Nolangroup esclusivi si sono generate, e continuano a generarsi, grazie ai consigli dei grandi nomi del motociclismo. Una su tutte, l’innovativa imbottitura interna CARBON FITTING. Non solo testimonial d’eccezione ma veri e propri sviluppatori di prodotti sempre più sofisticati e sicuri. E se i piloti sono orgogliosi del proprio casco, Nolangroup è orgogliosa dei propri piloti. Photo: Andrea Schiavina, Marco Zamponi

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Denny Kent con il suo X-lite X-802RR Replica. â–½

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Casey Stoner con il suo Nolan N104 Absolute. â–³


RITRATTO DI PILOTA

â–³ Danilo Petrucci con X-lite X-201.

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Carlos Checa con il suo Nolan N53 Replica. â–³


RITRATTO DI PILOTA

â–³ Casey Stoner con X-lite X-802RR Ultra Carbon Replica MotoGP.

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D due ruote a motore

DANILO PETRUCCI P ETRUCCI IIntervista ntervista al pilota marchigiano che affronta la MotoGp con grinta e tenacia.

â— Danilo Petrucci in un momento di concentrazione nei box.

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anilo Petrucci, classe 1990, è uno dei piloti più promettenti della MotoGp pur non avendo una moto ufficiale. Dopo due anni nel team Iodaracing, nel 2015 è entrato nel Team Pramac Ducati con cui ha conquistato uno splendido secondo posto a Silverstone che gli è valso il titolo di Rain Man. La stagione 2016 invece non è iniziata nel migliore dei modi, ma il pilota umbro non si è perso d’animo e sta recuperando terreno. L’abbiamo raggiunto al telefono tra una gara e l’altra e ci ha parlato della MotoGp, dei suoi rapporti con gli altri piloti e anche della sua passione per le due ruote e il Giro d’Italia.

La stagione 2016 è partita in salita a causa del tuo infortunio nei test. Ora come stai? Com’è il tuo giudizio sulla stagione? Nei test invernali la stagione era partita molto bene, eravamo le migliori Ducati e nella seconda giornata di test a Sepang sono stato anche il più veloce. Poi a Phillip Island sono caduto, e ho riportato la frattura del secondo, terzo e quarto metacarpo della mano destra. Questo infortunio ci ha tarpato un po’ le ali, perché ho voluto comunque essere in pista per la prima gara in Qatar, ma non ero pronto. Il polso non era ancora guarito del tutto e così, senza cadere, mi sono causato di nuovo lo stesso infortunio. Ho dovuto saltare quattro gare, ma da quando sono rientrato abbiamo fatto un buonissimo lavoro. Ho lavorato molto per essere in forma e i risultati nelle ultime gare sono stati più che soddisfacenti. L’anno scorso hai avuto ottimi risultati e comunque anche quest’anno sei sempre tra i migliori team satellite. Ti aspettavi che Ducati ti facesse una proposta per diventare pilota ufficiale? Nella stagione 2015, rispetto ai mezzi a nostra disposizione, siamo stati sopra le aspettative e abbiamo stupito tutti. Ci eravamo fissati degli obiettivi e li abbiamo anche superati. Quest’anno non ci eravamo dati nessun traguardo, ma lottiamo sempre per essere la miglior moto satellite. Purtroppo non è facile, perché ci mancano i chilometri che hanno fatto gli altri nel periodo in cui sono stato fermo, ma in classifica siamo comunque sempre vicini alle moto ufficiali e questo per me è l’importante. Ducati ha già annunciato il team ufficiale per il prossimo anno e sono consapevole che, per me, lì un posto non c’è ancora, però io voglio comunque fare bene nelle prossime gare per meritarmi una moto ufficiale da Pramac. Come sono i tuoi rapporti con Iannone e Dovizioso (piloti ufficiali del Team Ducati n.d.r.)? Con Iannone non ho un gran rapporto, ma perché non ho mai avuto l’occasione di conoscerlo fuori dalla pista, mentre con Dovi ho un ottimo rapporto, è un amico, un ragazzo che oltre ad essere un grandissimo pilota è anche una persona che mi vuole bene e a cui ne voglio anch’io, ho massima stima e rispetto per lui.

Danilo Petrucci durante un allenamento in mountain bike. ▷

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DUE RUOTE A MOTORE

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DUE RUOTE A MOTORE Tra le piste rimaste in calendario quali pensi che siano le migliori per te? Assen mi piace molto, poi correremo per la prima volta sul Red Bull Ring a Spielberg in Austria e lì secondo me saremo molto competitivi, è una pista molto veloce, mi piace. Poi ci sono Misano e Phillip Island, altre due piste in cui mi trovo molto bene e dove voglio ottenere altri risultati. Qual è il tuo obiettivo per questa stagione? Voglio fare meglio possibile, chiaramente non penso alla classifica finale, perché comunque nelle prime gare ho totalizzato quattro zeri, ma voglio pensare ad ogni gara come se fosse una finale. Al termine della stagione la classifica potrebbe riservarmi comunque delle sorprese, ma ora voglio pensare a far bene, gara dopo gara, e i conti li farò dopo. Quest’anno secondo te chi diventerà Campione del Mondo? È molto difficile fare un pronostico, perché ci sono tre piloti che si possono giocare il Mondiale, l’anno scorso erano solo due. Nel 2015, dopo 4/5 gare, Marquez era fuori dalla lotta per il titolo, invece ora sembra che sia favorito, è il pilota che ha totalizzato meno zeri. Secondo me si giocheranno il titolo all’ultima gara, perché, come hai visto, ogni domenica vince uno diverso. Valentino e Marquez sembrano aver deposto le ostilità, mentre resta ancora molta tensione tra Valentino e Lorenzo, così come sono tesi i rapporti tra Lorenzo e Iannone. Tu sei un tipo molto tranquillo ed equilibrato, non ti turbano tutte queste tensioni fra piloti? Dopo quello che è successo a Barcellona (si riferisce alla morte del giovane pilota Luis Salom ndr) Valentino ha detto una cosa giustissima: “in moto serve tranquillità, non serve aggiungere ulteriore pressione”. Quello che penso io è che la moto è un grandissimo spettacolo, uno show, dove però purtroppo il copione non è scritto, non è come andare a teatro. In moto si rischia anche di perdere la vita, quindi i piloti non dovrebbero avere altre tensioni. A me sinceramente le questioni tra i piloti che hai nominato non turbano, perché non mi toccano personalmente, però diventano un problema quando subentrano i tifosi. Loro devono essere una marcia in più, devono applaudire, fare casino quando passiamo noi sotto le tribune, ma non devono fischiare gli spagnoli perché non è quello che serve. Quando i piloti finiscono una gara si meritano tutti l’applauso, perché comunque per tre quarti d’ora hanno rischiato la vita in moto per offrire un bello show. Serve il tifo che c’era a Barcellona, una marcia in più per noi piloti. Questo numero della nostra rivista è molto focalizzato sulle bici, a te piace andare in bicicletta? La usi per tenerti in forma? Sì sì la bici fa parte del mio allenamento da tanti anni, non ne faccio un uso spasmodico, perché sinceramente soffro un po’ di schiena e non mi fa tanto bene stare in sella per molte ore, però quando ho bisogno di staccare e stare un po’ da solo, prendo la bici, metto la musica e vado a fare un giro.

Hai mai visto una tappa de Il Giro d’Italia? Sì, perché in famiglia sono molto appassionati di ciclismo. La prima volta che ho visto il Giro D’Italia avevo quattro o cinque anni. Mio papà era tifoso di Cipollini e mi portò a vedere la tappa del Terminillo. Cipollini, però, era un velocista e in montagna faceva molta fatica, quel giorno era indietrissimo, ma nonostante questo quando uscì dalla curva, mi vide che applaudivo seduto sul tetto dell’auto e mi salutò. Un grande, era in difficoltà eppure mi sorrise. Qual è il tuo primo ricordo legato alle moto e alle bici? Alla bici sono particolarmente legato perché è stato il primo mezzo a due ruote che ho guidato, mi ricordo bene il momento in cui mi hanno levato le rotelle, così come la prima volta in cui sono salito su una minimoto. Sono tra i primi ricordi della mia vita, il primissimo è legato alle moto. Ero ancora nella culla e mio papà mi ha passato un modellino di moto della Playmobil, me l’ha mostrato, e io l’ho toccato. Prima dell’inizio del Giro d’Italia c’è stata molta polemica per lo spot RAI che dipingeva i ciclisti come veri eroi screditando un po’ i piloti. Tu cosa ne pensi? Sono rimasto molto male per quello spot, perché comunque come dicevo, sono anche appassionato di ciclismo. Era uno spot molto opinabile in tutte le sue battute. Ad esempio, parlava del fatto che i piloti hanno le ombrelline e i ciclisti no e poi ho visto che invece al Giro D’Italia ci sono prima della partenza e anche all’arrivo. Diceva che loro non hanno tute di pelle per proteggersi, è vero, ma loro comunque vanno al massimo a 60/70 all’ora, noi andiamo a 350/370. Diciamo che quello spot era fatto male e basta, non aveva una giustificazione, secondo me l’hanno ideato e approvato persone che non capiscono nulla né di ciclismo né di moto. Un vero appassionato non lo avrebbe mai realizzato. Per finire, come pilota qual è il tuo sogno? E come uomo? Come pilota è quello di fare sempre il massimo e correre per più tempo possibile, e non solo in moto, mi piacerebbe correre per tutta la mia vita. Come uomo, il mio sogno è quello di avere un giorno la maturità per godermi la vita e di poter far inseguire un sogno a una persona a cui voglio bene: una compagna, un figlio, voglio far star bene le persone per me importanti. E alla fine, in bici o in moto, ci dice Danilo, quello che conta è sempre la passione. di Isabella Panzini Photo: Photozac, Michelangelo Bonifazi Photography

◁ Il pilota mostra un fisico tonico modellato dall’esercizio fisico.

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â–˝ Uno dei tornanti che si affrontano durante la salita allo Stelvio, sul versante lombardo della montagna.

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il Giro d’Italia su una bicicletta pieghevole?

SI PUÒ!

La Brompton, la bicicletta pieghevole inglese, sta diventando un fenomeno di costume anche nel nostro Paese. È nata per un uso esclusivamente urbano ma i “Bromptonians” pedalano ovunque. Anzi ci corrono anche le gare...

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robabilmente prima o poi qualcuno farà su una bici pieghevole - se non esattamente il Giro - almeno una vera e propria traversata d’Italia. Un raid di 1000 km, più o meno 100 km al giorno per dieci giorni. Perché no? Forse l’importatore italiano di Brompton ci sta già pensando, di certo c’è già un nostro connazionale entusiasta che ci ha attraversato la Grecia, ci ha coperto la Via Francigena ed è appena partito per un’avventura trenobici che in un anno da Milano lo porterà ad attraversare tutta l’Asia fino a Seul, in Corea del Sud. Quello che è certo è che, soprattutto nelle grandi città, si vede un numero sempre maggiore di bici pieghevoli in circolazione e, tra i tanti marchi e i tanti modelli, proprio Brompton è di gran lunga il più prestigioso, oggi addirittura fashion - elegante, unico e londinese quanto la Regina d’Inghilterra. Eleganti e uniche sono anche le gare a cui la tribù dei Bromptonians partecipa ogni anno. Bisognerebbe, formalmente, chiamarle solo “eventi promozionali”, dato che nessuna federazione al mondo riconosce una competizione ciclistica con mezzi dalle ruote così piccole: gare sui generis perché, per sottolineare il carattere urban del brand, richiedono agli atleti un dress code che obbliga i “gentlemen” ad indossare dalla vita in su giacca e cravatta (e casco) e allo stesso modo è richiesto alle “ladies” uno stile di abbigliamento equivalente. Domenica 22 maggio, proprio nel giorno della cronoscalata dell’Alpe di Siusi del Giro d’Italia, Venezia ha invece ospitato il Brompton World Championship nazionale, l’evento che ha portato 200 concorrenti da tutta Europa a gareggiare sul percorso all’interno del suggestivo Parco San Giuliano di Mestre, proprio davanti alla laguna con gli storici palazzi della città vecchia sullo sfondo. I partecipanti hanno preso il via in ‘stile Le Mans’ correndo a piedi verso la propria bici chiusa sulla linea di partenza per poi aprirla e scattare, coprendo cinque giri di 3 km ciascuno. I vincitori della classifica maschile e femminile (il primo assoluto ha tenuto una media di oltre 30 km/h su un percorso molto tortuoso e con curve strette ad angolo retto!) oltre ai premi si sono guadagnati anche la partecipazione alla classica gara che si terrà a Londra il prossimo 30 luglio, su un circuito intorno al centralissimo St.James Park, a pochi metri da Buckingham Palace. La festa Brompton si è ripetuta il 24 giugno al Passo dello Stelvio dove anche quest’anno diverse decine di appassionati hanno raggiunto la più nota ‘Cima Coppi’ a 2750 metri di quota per raccogliere fondi da devolvere al Soccorso Clown, la Onlus che porta il sorriso ai bambini negli ospedali. “Davvero sono arrivati fino allo Stelvio?” La domanda è legittima e la risposta è indubitabile: anche una piccola bici pieghevole nata per salire e scendere velocemente da treni e bus, per essere infilata al volo nei bagagliai delle automobili, in barca e perfino nelle cappelliere degli aerei, sotto la scrivania dell’ufficio o nell’angolino di un ristorante può salire fino allo Stelvio, scalando i 1500 metri di dislivello che la separano da Bormio. Non è necessario essere dei campioni né tantomeno dei supereroi e non serve nemmeno avere dei rapporti speciali montati sulla bici: basta essere in forma e avere voglia di divertirsi in compagnia. Un momento del Brompton World Championship che si è tenuto lo scorso anno a Londra. ▷

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IL GIRO D’ITALIA SU UNA BICICLETTA PIEGHEVOLE? SI PUÒ!

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△ Quanto è piccola la Brompton piegata! ▽ Un’immagine del Brompton World Championship che si è tenuto a fine maggio a Venezia.

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IL GIRO D’ITALIA SU UNA BICICLETTA PIEGHEVOLE? SI PUÒ!

Tight da cerimonia e cappello: il London Style comprende la Brompton. △

Certo, c’è bici (pieghevole) e bici. Sono molte le ragioni per cui la Brompton è considerata in tutto il mondo la preferibile tra le folding bikes: innanzitutto è la bici tecnologicamente più avanzata, l’unica che, grazie ad uno speciale brevetto, possa piegarsi su sé stessa tanto da arrivare al volume di una grossa sporta della spesa. Un vero oggetto di design che pesa 11 kg. L’intera procedura per aprirla o chiuderla richiede pochi semplici gesti e una ventina di secondi di tempo. Brompton produce da sempre un solo modello (customizzabile in mille modi fin dal momento dell’acquisto) che viene costruito ancora oggi a mano a Londra con un telaio in acciaio: l’artigiano che l’assembla deve frequentare un corso di 18 mesi solo per apprendere la tecnica per le speciali saldature. La facilità di guida e di pedalata la rendono preferibile ad ogni altro genere di bicicletta convenzionale. Le ruote piccole agevolano le ripartenze veloci ai semafori e la rendono molto più agile e manovrabile negli spazi angusti del traffico. Una vera ‘London Icon’ venduta in 44 paesi del mondo (oltre l’80% della produzione è riservata al mercato estero) in 1500 negozi selezionatissimi che si è perfettamente integrata nel mercato italiano tanto che nelle principali città del nostro paese - Milano, Roma e Torino su tutte - sono già attive delle vere e proprie community di appassionati che si riconoscono e si ritrovano per celebrarne lo spirito che predica libertà di movimento per tutti ed ecosostenibilità: al di là del fatto che l’uso quotidiano ci evita di contribuire all’inquinamento globale, va considerato che la sola produzione della bici richiede 6.2 tonnellate di anidride carbonica meno di quanta ne serva per costruire un’auto e che nello spazio dove sosta una sola autovettura di medie dimensioni si possono parcheggiare ben 42 bici Brompton. di Sofia Biasin

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un evento con i baffi,

“SHAVE THE DATE” L’affinità elettiva del buon gusto tricolore:

a Firenze tre eccellenze italiane fanno squadra per celebrare IL gentleman moderno.

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ome di rito allo scoccare della seconda settimana di giugno a Firenze, in occasione di Pitti Immagine Uomo, tornano protagoniste tutte le icone della moda e degli accessori con un sapore che sa di tradizione e stile inconfondibile. Così Proraso, Red-Sox Appeal e Nolan, tre brand simbolo dell’eccellenza italiana nel mondo, hanno sancito una nuova alleanza per celebrare il gentleman moderno, icona dell’ esposizione modaiola fiorentina, con un evento che ha festeggiato l’eleganza maschile e il buon gusto tricolore. Il 14 giugno questi tre “punti esclamativi” del Made in Italy hanno fatto squadra per dare vita ad un evento volto a celebrare lo stile del nuovo gentleman italiano e le sue passioni: moda, bellezza e motori. A fare da cornice a questo rendez-vous tutto italiano, un indirizzo esclusivo dove il tempo sembra essersi fermato: l’inimitabile barberia fiorentina Blues Barber Shop, animata per l’occasione con la musica dal vivo della “Simone di Maggio Rockabilly Trio”. Ad arricchire il quadro, i centauri d’epoca della “Distinguished Gentleman’s Ride – Firenze”, ospiti speciali che hanno movimentato la serata con motori rombanti, barbe scultoree e abbigliamento da veri gentiluomini. L’alleanza fra i tre brand ha ricreato un’atmosfera d’altri tempi che ha saputo coccolare e divertire i propri ospiti con attività speciali: in un luogo dove i numerosi invitati hanno potuto rifugiarsi per concedersi un’autentica esperienza di relax, affidandosi alla maestria dei professionisti della rasatura a regola d’arte, ascoltare buona musica dal vivo e ballare senza sosta. Un’affinità elettiva naturale quella creatasi fra Proraso, Red-Sox Appeal e Nolan, che si è tradotta in un evento esclusivo, simbolo di un savoir-vivre condiviso, luogo di scambi spontanei ed espressione dei piaceri della dolce vita, con incontri inediti e spirito festoso.

di Marta Lamanna

◁ Alcuni dettagli di stile firmati Nolan e Red-Sox Appeal.

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△ Angelo Castiglione, store manager di Blues Barber, mentre improvvisa un live . ▽ Red-Sox Appeal e Proraso ispirano il Gentleman Moderno.

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△ Un dettaglio dell’allestimento. ▽ Giovanni Marazzini, Sales Manager di Red-Sox Appeal, dopo una rasatura a regola d’arte.

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Uno degli invitati mostra il suo “sox appeal”. △


Il fotografo di Street Style, Federico Avanzini si concede un attimo di relax. â–ł Alcuni degli invitati brindano ai piacedi della Dolce Vita. â–˝

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△ Nasario Giubergia sfoggia un outfit da vero Gentleman Moderno. ▽ Un momento rubato della festa.

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Nuovi “complementi d’arredo” testati da Nolan. △



il lusso di una vacanza a 5 stelle dal sapore selvaggio:

HOTEL MARINEDDA THALASSO & SP SPA L’unico hotel a 5 stelle lungo il tratto di costa tra Alghero e Santa Teresa di Gallura.

Isola Rossa, un luogo incantevole per una vacanza al mare di qualità, dove il vero privilegio è poter godere di una natura autentica.

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Un’incantevole veduta della piscina inferiore dell’Hotel Marinaredda, con il mare sullo sfondo. ▽

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i siamo. È finalmente arrivato il momento di staccare la spina e meritarsi l’agognato riposo estivo. Che sia mare o montagna, l’Italia o qualche sperduta isola tropicale, la parola d’ordine è relax! Un piacevole fremito ci accompagna quando, magari dopo estenuanti ricerche, stiamo finalmente per confermare la nostra prenotazione, pregustando attimi di profonda felicità. La Sardegna per tradizione è una delle isole più amate del Pianeta, una perla del Mar Mediterraneo. Il patrimonio di bellezze che custodisce, lasciandole scoprire senza fatica ai suoi visitatori, sembra non avere limiti, così come le esperienze che si potranno raccontare al proprio ritorno. Nel Golfo dell’Asinara, tra Santa Teresa di Gallura e Castelsardo, c’è un tratto di mare, a nord ovest della Sardegna, chiamato Costa Rossa. Una costa verdissima, in cui le essenze della macchia mediterranea profumano l’aria e le rocce di granito rosso assumono le forme più strane. Perfette per lasciar scorrere libera la fantasia. Quando la terra lascia lo spazio al mare è un susseguirsi di spiagge e calette dai fondali sabbiosi tra acque limpide e cristalline. Qui ha origine la spiaggia del resort “La Marinedda”, recentemente eletta, dalla rivista Bell’Italia, uno dei dieci “paradisi di sabbia e acqua della Sardegna in cui vale la pena tuffarsi almeno una volta nella vita”. A poche decine di metri si innalza il borgo di Isola Rossa dove sorge lo splendido e nuovo resort a 5 stelle. Un delizioso paesino di pescatori con piccole botteghe artigianali e il porto turistico, punto di partenza ideale per scoprire un nuovo paradiso ogni giorno.

L’Hotel Marinedda Thalasso & SPA con il suo affaccio sul mare, gode di una posizione privilegiata che regala uno dei paesaggi più spettacolari del Golfo dell’Asinara. Un elegante hotel che richiama, nel suo stile, la tradizione e le peculiarità della Sardegna. Garantita dalla rinomata collezione Delphina hotels & resorts, il resort eccelle negli standard e nell’alta qualità richiesti agli hotel 5 stelle, offrendo la possibilità di vivere una vacanza completa, con attenzioni specifiche per i suoi ospiti, che siano single, coppie oppure famiglie. Complessivamente la struttura, circondata dal verde, ospita 195 camere, 5 ristoranti e il rinomato Centro Thalasso & SPA “L’Elicriso”. Durante la recente riapertura sono state create nuove prestigiose Junior Suite ed eleganti camere singole arredate da artigiani locali con i materiali più raffinati, mentre per le famiglie con bambini sono presenti confortevoli Family Suite comunicanti. Gli spazi esterni, dinamici e accoglienti, comprendono due piscine con rispettivi solarium e servizio bar, panoramiche terrazze e spettacolari viste sul mare. Inoltre, per i più esigenti, tanti servizi e attività sportive gratuite: palestra con attrezzature Technogym, tiro con l’arco, tennis, calcetto, minibasket, yoga, percorsi trekking e snorkeling. L’ottima cucina e l’alta qualità dei servizi fanno il resto: quattro ristoranti con stupenda vista sulla baia dove gustare cibi genuini e ricchi di gusto, della migliore tradizione mediterranea e isolana. Marinedda è il luogo ideale per le coppie in luna di miele in Sardegna e offre il suo lato più romantico anche a chi desidera festeggiare il proprio matrimonio in Gallura: eleganti camere tra cui l’esclusiva Executive Elicriso con In cucina ogni dettaglio è un ingrediente prezioso. ▷ Uno scorcio mozzafiato della President suite room. ▽

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HOTEL MARINEDDA THALASSO & SPA

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△ La piscina superiore dell’hotel Marinedda qui sembra fondersi nel mare alle sue spalle. ▽ Una delle 4 piscine di acqua di mare specializzate nella talassoterapia.

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HOTEL MARINEDDA THALASSO & SPA

Suggestiva panoramica del Golfo dell’Asinara. ▽

piscina thalasso privata. Inoltre, la cura per il benessere psico-fisico ha portato alla creazione di un prestigioso Centro Thalasso & SPA “L’Elicriso”. Un’oasi di benessere di circa 2500 mq specializzato nella talassoterapia: 4 piscine di acqua di mare riscaldata a diverse temperature, due saune, un hammam con grande vetrata affacciata sulla baia di Marinedda, una ricca varietà di programmi thalasso, massaggi, trattamenti di bellezza e una sala cardiofitness per le discipline aerobiche e olistiche. Per i più avventurosi è disponibile una flotta di barche, di proprietà dell’hotel, che salpa tutti i giorni dal porto di Isola Rossa per scoprire l’Arcipelago de La Maddalena, il sud della Corsica e la costa nord della Gallura. Mentre agli appassionati di pesca sportiva sono dedicate avvincenti battute con esperti skipper. Il Tour della Gallura proposto dall’Hotel Marinedda è l’occasione ideale per conoscere graziosi paesini dell’interno come Aggius, Tempio Pausania, il nuraghe Majori e la famosa Valle della Luna con imponenti rocce granitiche immerse nella vegetazione e levigate nel corso dei secoli dal vento di maestrale. Siete pronti per una vacanza alternativa alla ricerca dell’essenza più autentica della Sardegna? di Fabio Operti OPINION LEADER 95


il nuovo bolide di classe del Cavallino

FERRARI GTC4LUSSO

Presentata all’ultimo salone Internazionale dell’Auto di Ginevra, la nuova supercar di casa Ferrari ha messo d’accordo tutti: 4 posti, ruote posteriori sterzanti integrate con le quattro ruote motrici (per la prima volta) e prestazioni come da tradizione, fuori dall’ordinario.

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La Ferrari GTC4LUSSO in tutto il suo splendore. â–½

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É stata battezzata l’erede della FF, aspettative altissime, occhi puntati e indiscrezioni che non si sono fatte attendere. Per capire la nuova Ferrari bisogna iniziare a prestare attenzione a partire dal nome: quel GTC richiama i più iconici e storici modelli cari al fondatore Enzo, come la 330 GTC degli anni ‘60, mentre il 4 sottolinea il numero dei posti e le ruote motrici. Lusso, infine, come omaggio alla 250 GT Berlinetta Lusso e a quell’heritage di stile, eleganza ed esclusività tipiche delle vetture di Maranello. Una vettura potente che ambisce con scrupolosità a regalare ancora più confort di bordo, all’eleganza sportiva e al pregio dei dettagli, pensata per chi vuole vivere le emozioni di guida Ferrari nei brevi così come lunghi viaggi, su strade di montagna o in città, da solo o in compagnia. Un mix che ha consentito al Cavallino di attirarsi le simpatie di nuovi clienti con un’età media generalmente più bassa, che potranno trovare in questo coupè una grande versatilità, grazie ai confortevoli quattro posti,

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senza trascurare una potenza estrema. La GTC4Lusso è un bolide da strada fra i più potenti costruiti a Maranello: 690 cv erogati dal motore V12 di 6.2 litri, con la novità che i 12 cilindri permettono di raggiungere la bellezza di 690 cavalli di potenza massima a 8000 giri, con una coppia massima di 697 Nm a 5.750 giri/min, con l’80% della coppia già disponibile a 1.750 giri/min per garantire una grande prontezza anche a regimi più bassi. Tutto questo si traduce in prestazioni da urlo, se la velocità massima di 335 Km/h è pari a quella della FF, la ripresa da 0-100 km/h in poco più di 3,4 secondi migliora il risultato di 3 decimi ottenuto sulla precedente quattro posti, rendendola uno dei modelli più veloci attualmente in produzione. Disegnata da Ferrari Design, la GTC4Lusso esalta il tema del coupé shooting brake reinterpretandolo con un volume estremamente slanciato e rastremato che lo avvicina di più a una silhouette di tipo fastback. La sua anima sportiva è esaltata nelle forme e la definizione del posteriore abbassa


IL NUOVO BOLIDE DI CLASSE DEL CAVALLINO

Dettaglio di stile del vano che separa i sedili lato guidatore e passeggero. △ La veduta posteriore della Ferrari GTC4Lusso trasmette bene il concetto di auto sportiva di classe. ▽

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△ L’abitacolo della Ferrari GTC4LUSSO si fa in quattro, regalando un grande comfort a tutti i passeggeri. ▽ La plancia è sportiva come da tradizione Ferrari. In questo modello è presente la novità di un tecnologico display touch-screen da 10,25 pollici.

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IL NUOVO BOLIDE DI CLASSE DEL CAVALLINO

I quattro scarichi sono da sempre uno degli elementi più incisivi che accompagnano le vetture di Maranello. △

la curva del tetto mantenendo la massima abitabilità per i quattro passeggeri offrendo al contempo un’ampia capacità di carico nel bagagliaio. Inoltre le linee dinamiche e scolpite della fiancata a “diapason” ne spezzano la massa complessiva accentuando il muscolo sul passaruota e restituendo la sensazione di un volume atletico e definito. Le quattro ruote motrici, per di più sterzanti, non sono appannaggio di una sport utility, ma rappresentano una delle novità più all’avanguardia di questa supercar. Il sistema 4RM, quattro ruote motrici, evoluto nel nuovo 4RM EVO è stato integrato con le ruote posteriori sterzanti equipaggiando la GTC4Lusso, per la prima volta, del sistema 4RM-S (quattro ruote motrici e sterzanti), un nuovissimo brevetto Ferrari che ora include anche il controllo del differenziale elettronico (E-Diff) e dello smorzamento delle sospensioni (SCM-E). Così anche un non pilota potrà gestire i 690 cavalli erogati dal V12 in ogni condizione di scarsa aderenza, neve e pioggia compresi. Una rivoluzione. “La perfezione si rivela nei dettagli” usava ripetere spesso il regista Stanley Kubrick. Il lavoro che si cela dietro la fase di progettazione e design degli interni rappresenta uno dei punti più alti di questa vettura. Il lusso sportivo è stato declinato per offrire un’esperienza di guida, tra conducente e passeggero, ineguagliabile grazie alla nuova architettura della plancia Dual Cockpit, due aree funzionali contrapposte e bilanciate dedicate al conducente (Driver Cockpit) e al passeggero (Passenger Cockpit), divise dalla parte centrale che racchiude le funzioni di comfort comuni a entrambi gli occupanti. Oltre all’architettura innovativa, l’attenzione si pone sul carattere artigianale dei materiali, impiegati e abbinati con cura per rendere unica l’atmosfera a bordo. Le sedute ampie e comode sono avvolgenti per garantire massimo comfort e fruibilità ai quattro occupanti, creando l’atmosfera di un lussuoso ambiente living. Debutta, inoltre, il nuovissimo sistema di navigazione e entertainment, con schermo da 10,25” ad alta definizione e tecnologia touch capacitiva, mentre l’ergonomia dei comandi al volante è più compatta grazie al nuovo air-bag per una guida ancora più sportiva. Pianeta Ferrari: un altro mondo. di Fabio Operti

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alla conquista dell’

AMERICA

Piero Salussolia, noto avvocato di Miami, ci spiega come entrare negli USA e far diventare il “sogno Americano” realtà.

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Miami, la città che più di tutte negli ultimi anni ha attirato nuovi investitori italiani. ▽

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M

oltissimi italiani si recano ormai sempre più frequentemente negli Stati Uniti per aprire una pizzeria, una gelateria, un ristorante o altra attività di svariata natura, o anche “semplicemente” per comprare un fantastico attico al Continuum Hotel in Miami Beach. Qualsiasi sia il motivo, arriva sempre il momento in cui il cittadino italiano di turno si pone la fatidica domanda: “Che visto ci vuole per trasferirsi negli USA?”. Per capirlo ci siamo rivolti allo studio di Piero Salussolia, uno dei più noti avvocati di Miami in ambito immobiliare e non solo. “Innanzitutto”, ci tiene a precisare Salussolia, “il termine “visto” è spesso usato, nel linguaggio corrente indiscriminatamente per autorizzazioni e permessi tra loro assai diversi. Se il soggetto intende recarsi negli USA per un breve periodo e per motivi di turismo, può usufruire del c.d. Electronic System for Travel Authorization (“ESTA”), spesso confuso con un visto. Se invece, l’intenzione è di rimanere per un periodo più lungo, o di trasferirsi e lavorare negli USA, allora occorrerà richiedere un visto nel senso proprio del termine, che, a seconda dell’intenzione finale del richiedente, può avere natura immigrante o non immigrante. “Prima di avviare qualsiasi pratica - continua l’avvocato - è fondamentale però rivolgersi ad un esperto del settore al fine di individuare il tipo di visto che meglio si addice alle vostre esigenze e alle vostre possibilità di ottenimento, soprattutto in considerazione del fatto che il sistema legislativo americano in materia d’immigrazione è molto complesso e soggetto a continue modifiche da parte del Governo”. VWPP - Visa Waiver Pilot Program. Introdotto nel 1986, consente ai cittadini di alcuni Paesi (fra cui l’Italia) che sono in possesso di tutti i requisiti previsti per partecipare al programma, di recarsi negli USA per turismo o affari per un periodo non superiore ai novanta giorni, senza dover ottenere un visto. È importante dire che l’ESTA è un’autorizzazione (e non un visto) che permette al soggetto di intraprendere un viaggio per recarsi negli USA, ma non autorizza l’ingresso al Paese. Rimane, infatti, nella libera discrezionalità delle competenti autorità doganali e di frontiera, la concessione dell’autorizzazione a fare ingresso nel Paese, per un massimo di tre mesi dalla data d’ingresso (a volte anche meno) e senza alcuna possibilità di prolungare la permanenza oltre i novanta giorni. Vale la pena ricordare che questo permesso non si può, in genere, rinnovare con visite in Paesi limitrofi (Canada o Messico) o nei Paesi caraibici.

Pietro Salussolia circondato da tutto il suo team. ▷

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ALLA CONQUISTA DELL’AMERICA

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Visti B-1/B-2. Le soluzioni per chi si reca in America per motivi di turismo o affari - fermo restando che durante il soggiorno lo straniero non può svolgere alcuna attività che comporti una qualsiasi forma di remunerazione da fonte americana - per un periodo maggiore di novanta giorni. Della durata massima di sei mesi è un visto non immigrante, che si rivolge a persone che desiderino entrare temporaneamente per affari (B-1), inclusa la partecipazione a meeting o conferenze professionali; per piacere, incluse vacanze, visite ai parenti o terapie mediche (B2); o una combinazione di entrambi (B-1/B-2). In genere, questo visto può essere esteso per ulteriori sei mesi senza dover uscire dagli USA. Tra i requisiti per l’ottenimento, la prova che la permanenza in USA è temporanea, che il richiedente è residente al di fuori degli USA e non intende rinunciare alla propria residenza, e che nell’ambito della sua permanenza negli USA, sarà in grado di sostenersi economicamente. Occorre, in altre parole, dimostrare che al termine del periodo di durata del visto, il soggetto farà rientro al paese di origine, caratteristica, questa, piuttosto comune in tutti i visti con intento non immigrante.

▽ “Beach House 8” di Miami, progettato dall’italiano Valerio Morabito.

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Visti E-1/E-2. Detti anche visti “di trattato” in quanto usufruibili solo da cittadini di Paesi che hanno sottoscritto un “Trattato di Amicizia, Commercio e Navigazione” con gli Stati Uniti (l’Italia è uno di questi), è il visto per il soggetto che voglia effettuare un investimento. In virtù del Trattato, i cittadini italiani possono, tramite lo svolgimento di attività di esportazione e/o importazione di beni (E-1), o attraverso un investimento di capitale in un’impresa statunitense (già esistente o di nuova costituzione) (E-2), richiedere un visto che consenta loro di vivere e lavorare legalmente negli USA. Uno dei requisiti fondamentali per ottenere un visto E-1 (“Commercio”) è che il richiedente abbia un’attività “sostanziale” di commercio tra il paese di appartenenza e gli Stati Uniti, dove la definizione di commercio include non solo la commercializzazione di prodotti, ma anche la prestazione di determinati servizi. Occorre, in altre parole, un flusso continuo di esportazioni commerciali internazionali, con numerose transazioni nel corso del tempo. Nello stabilire se un’attività è “sostanziale”, non è considerato solo il valore monetario, ma anche il volume del commercio, il numero delle transazioni e la continuità delle stesse. Condizione fondamentale è che, oltre il 50%


ALLA CONQUISTA DELL’AMERICA del commercio internazionale avvenga tra gli Stati Uniti e il Paese di appartenenza (l’Italia, nel nostro caso). Per ottenere un visto di tipo E-2 (“Investimento”) è necessario fare un investimento “sostanziale”, ovvero sufficiente ad assicurare il successo dell’operazione, e “non marginale”, ovvero tale da dimostrare la capacità presente o futura dell’impresa di generare un reddito superiore a quello sufficiente a garantire il mantenimento dell’investitore ed, eventualmente, della sua famiglia. A tal proposito, occorre precisare che, sebbene non esista una cifra minima determinata dalla legge, in linea di principio, più grande è l’investimento, maggiore è la possibilità di ottenere il visto (per consuetudine, si parla di un investimento di circa $150,000.00). Il capitale investito, inoltre, deve essere commercialmente “rischio” e l’investitore deve ricoprire una posizione tale da consentirgli il controllo e la gestione dell’impresa (a tale fine è richiesto che sia proprietario di almeno il 50% della società statunitense). Tale visto può essere richiesto sia da un investitore individuale, che da una società per i suoi dipendenti (in questo caso, almeno il 50% delle quote azionarie della società, deve appartenere a cittadini e/o entità italiane). I visti E-1/E-2 sono generalmente concessi per un periodo compreso tra i due e i cinque anni e sono rinnovabili indefinitamente

fintanto che i presupposti iniziali per il rilascio continuino a sussistere. Visto EB-5. Altra tipologia di visto per investimenti, detto anche “dual intent” in quanto consente di ottenere la Green Card (Permanent Resident Card) e divenire così, un “LPR”, “Legal Permanent Resident” (l’intento, dunque, è duplice, sia non immigrante che immigrante). È scelta del richiedente se avviare una nuova attività imprenditoriale negli USA o ricapitalizzare un’impresa locale in perdita (“Troubled Business”). Ciò che è importante e che l’investimento sia pari a $1,000,000.00 e che crei (e mantenga per i successivi due anni di attività) almeno 10 posti di lavoro a tempo pieno per cittadini americani, LPR (residenti permanenti) o immigrati autorizzati a risiedere negli USA (Programma Base). L’entità dell’investimento scende a $500,000.00, se effettuato in un’area depressa o rurale, c.d. Targeted Employment Area, “TEA” (Programma Pilota). In questo caso, inoltre, l’investimento può essere fatto non soltanto in modo diretto o privato, bensì anche in partnership con un’unità economica chiamata “Regional Center” (“RC”). Le zone depresse sono ricomprese in un elenco predisposto

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△ Un’altra veduta della “Beach House 8”.

“dall’United States Citizenship and Immigration Services” (“USCIS”). Non ci sono limiti alla tipologia d’investimento realizzabile né è previsto che l’investitore debba disporre di una particolare qualifica; occorre, però, dimostrare la legittima provenienza dei capitali che si intendono investire. Una volta concesso, il visto EB-5 riconosce, per i primi due anni, lo status di “Conditional Permanent Resident” (“CPR”). Trascorso questo periodo iniziale, l’investitore dovrà presentare richiesta per la rimozione delle condizioni, dimostrando che l’investimento è stato effettuato nel suo intero ammontare e che sono stati creati (e mantenuti) i posti di lavoro previsti. Se tale richiesta viene approvata, la condizione verrà rimossa e l’investitore otterrà la residenza permanente per dieci anni. Inoltre, decorsi cinque anni dal rilascio della Green Card originaria, potrà essere avviata la procedura per il riconoscimento della cittadinanza americana. Visto H1-B. (Impiego temporaneo per “Personale Altamente Specializzato”). Viene concesso a chi sia in possesso di qualifiche accademiche negli Stati Uniti o all’estero, che abbia avuto un’offerta

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di lavoro da parte di un’azienda americana per essere impiegato in una “specialty occupation” (così, come definite dall’“Immigration and Nationality Act”). Esempi di “special occupations” sono architettura, legge, ingegneria, medicina, fisica, matematica... Il richiedente deve possedere una laurea americana quadriennale (“Bachelor Degree”), o una laurea equivalente conferita da un’istituzione estera riconosciuta; oppure deve essere persona di “distinto merito e abilità”, in possesso di un’esperienza professionale rilevante ai fini della posizione ricercata. Ogni anno fiscale (che negli Stati Uniti ha inizio il primo ottobre di ciascun anno) vengono rilasciati fino a un massimo di 65.000 visti H1-B; la richiesta può essere presentata fino a sei mesi prima, ossia, dal primo aprile di ciascun anno. Detto visto è normalmente rilasciato per la durata di tre anni ed è rinnovabile fino a un periodo complessivo di sei anni. A quel punto, è possibile fare domanda per la Green Card (il che qualifica questo visto come “dual intent”) solo dopo l’approvazione di una certificazione permanente da parte del Dipartimento del Lavoro (Permanent Labor Certification, “PLC”), che è fatta dal datore di lavoro.


ALLA CONQUISTA DELL’AMERICA Visto O-1. (Persone dalle capacità straordinarie). Riservato, per l’appunto, a soggetti dotati di straordinaria abilità nel campo scientifico, artistico, dell’educazione/ istruzione, del commercio, atletico, cinematografico o televisivo, che abbiano ricevuto un’offerta di lavoro negli Stati Uniti. Il candidato deve dimostrare un’acclamata fama nazionale o internazionale per le sue capacità straordinarie, e di recarsi temporaneamente negli USA per perseguire dette straordinarie capacità. È richiesta un’offerta di lavoro che sia inerente alla propria area di capacità straordinaria, viene concesso per un periodo iniziale massimo di tre anni, dopodiché può essere rinnovato per periodi di un anno alla volta. Il visto O-1A si riferisce a persone con straordinaria abilità nel settore scientifico, dell’istruzione, imprenditoriale o atletico; il visto O-1B, invece, si riferisce a persone con abilità eccezionali in campo artistico, cinematografico e televisivo. Per certi versi il visto O-1 è più appetibile del visto H-1B, in quanto può essere richiesto per un qualsiasi tipo d’impiego, non prevede il possesso di una laurea, non ci sono limiti al numero annuale di visti O-1 rilasciabili; inoltre, non è richiesta la c.d. “Prevailing Wage Determination” ossia la determinazione dello stipendio minimo a cura del Dipartimento del Lavoro. Certo è che occorre dare prova di aver ottenuto uno straordinario successo nell’ambito di riferimento, certificato da riconoscimenti e/o premi di livello nazionale ed internazionale. Da ultimo, anche il visto O-1 permette il c.d. doppio intento, dato che il possessore dello stesso può legalmente cercare di ottenere la Green Card durante il periodo di validità del visto. Visto L-1. (Personale trasferito all’interno di una stessa azienda). Tale visto riguarda il trasferimento “intra-company” di manager e dipendenti specializzati e si rivolge ad aziende che operano negli USA e all’estero e che hanno la necessità di trasferire manager (L-1 A) o personale specializzato (L-1 B) da una sede all’altra. Il datore di lavoro statunitense deve avere un rapporto con una società estera (società controllante, filiale, società controllata o affiliata, indicate collettivamente come “organizzazioni qualificanti”) e deve condurre affari negli Stati Uniti e in almeno un altro Paese, direttamente o attraverso una “organizzazione qualificante” per tutta la durata del soggiorno del beneficiario negli Stati uniti. È necessario, inoltre, che il futuro dipendente abbia lavorato per una “organizzazione qualificante” all’estero in maniera continuativa per almeno un anno nell’arco dei tre anni immediatamente precedenti la richiesta del visto, e che entri negli USA per fornire servizi alla società succursale, affiliata o consociata negli USA con mansioni manageriali, direttive o altamente specializzate. Questo visto viene concesso per un periodo massimo di tre anni, con possibilità di rinnovi biennali sino ad un massimo totale di permanenza negli USA di sette anni. È, forse, la tipologia di visto più diretta per l’ottenimento della residenza permanente (Green Card).

Green Card. Nel caso, in cui si intenda immigrare stabilmente negli Stati Uniti, è necessario ottenere la residenza permanente (Green Card) e divenire, così, un LPR. Sono diverse le modalità per ottenere tale status. La maggior parte dei soggetti ottiene la Green Card tramite domande di ricongiungimento familiare o attraverso un’offerta di lavoro a tempo indeterminato. L’“Immigration and Nationality Act” classifica i suddetti legami familiari secondo i diversi gradi di parentela, e i tempi necessari per l’ottenimento della Green Card variano in dipendenza di tale grado di parentela. I requisiti necessari per la seconda opzione, invece, variano notevolmente da caso a caso e la procedura da seguire può essere suddivisa in due fasi: la prima da effettuarsi con il Dipartimento del Lavoro, “Department of Labor” (l’equivalente dell’Ispettorato del Lavoro italiano), e la seconda con l’ufficio immigrazione. I tempi necessari in questo caso sono relativamente lunghi e di media richiedono dai diciotto ai ventiquattro mesi. Da ultimo, per chi si sente fortunato, vi è la “Lotteria per la Green Card”, ufficialmente “Diversity Visa Lottery Program”. Tale programma (riservato a chi è nato in Paesi con una bassa quota d’immigrazione negli USA) non è altro che un’estrazione annuale, organizzata dal Dipartimento di Stato degli USA, con cui vengono messe “in palio” 55.000 Green Card. Ai fortunati vincitori della lotteria è concessa la possibilità, previa dimostrazione della sussistenza dei requisiti necessari per partecipare al programma (essere in possesso di un diploma di scuola media superiore o di un suo equivalente, che certifichi, quindi, un percorso di studi di almeno 12 anni; ovvero, avere svolto, per almeno due anni nel corso degli ultimi cinque, una professione specifica) di divenire residenti permanenti e conseguentemente vivere e lavorare legalmente negli Stati Uniti, con l’ulteriore beneficio di poter portare nel paese il proprio coniuge e i figli che non abbiano superato i ventuno anni di età. Il periodo di applicazione annuale alla lotteria è in ottobre e dura circa un mese, e non è possibile correggere eventuali errori di compilazione; inoltre, la domanda ricevuta prima o dopo le date indicate non sarà presa in considerazione.

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un gioco lungo una

ESTATE Torna come ogni estate su Nickelodeon,

il brand di Viacom International Media Networks per ragazzi e famiglie, presente in esclusiva su Sky (canale 605-606), l’atteso evento della “Slime Cup”.

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Un ritratto di Cecilia Padula, Senior Director di Nickelodeon Italia. â–½

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team di 4 colori diversi, blu, rosso, giallo e viola, composti dalle 16 star più amate del mondo Nickelodeon: Jack Griffo e Kira Kosarin dei telefilm i “Thunderman”, Brec Bassinger di “Bella e i Bulldogs”, e tutto il cast artistico di “Nicky Ricky Dicky and Dawn” e “Henry Danger”, si danno appuntamento per la sfida sportiva più “calda” dell’estate! Online, sul sito www-nicktv.it, i fan potranno sostenere il proprio team preferito partecipando ai vari giochi proposti e accumulando così tanto slime verde, che equivale a punti, per la squadra preferita ma anche per se stessi. A vincere l’ambito trofeo, digitale, sarà uno dei 4 team di gioco ma anche il singolo utente che in Italia totalizzerà più punti sul sito www.nicktv.it. I ragazzi amano fare sport, quali contenuti produce Nickelodeon per motivare i ragazzi all’attività fisica? Risponde il Senior Director di Nickelodeon Cecilia Padula: Nickelodeon è un canale molto attento, da sempre seguiamo la filosofia di mettere i “kids first”, con le loro passioni e necessità. Fare sport è sicuramente una di queste ed infatti Nickelodeon ha organizzato, qualche settimana fa a livello internazionale, il “Nickelodeon – Day of Play” dove insieme allo sponsor Chiquita abbiamo ideato una serie di grandi eventi sul territorio pensati per far divertire i ragazzi all’aria aperta. Quali altre novità sono attese sul canale Nickelodeon in onda su Sky, 605-606? Per settembre di novità ce ne saranno tante con i nuovi episodi delle serie più amate di Nickelodeon. La SLIME CUP andrà in onda in contemporanea su Nickelodeon, Sky 605-606 e TeenNick, Sky 620, dal 18 al 21 luglio e dal 1 al 5 agosto alle 17:30.

di Francesca Andreoni

Gli eroi del telefilm Henry Danger. ▷ I protagonisti di Thunderman, Jack Griffo e Kira Kosarin. ▷▷

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UN GIOCO LUNGO UN’ESTATE

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â–½ Un ritratto del preparatore Luca Guercilena.

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Pedalare oltre i propri

LIMITI

Abbiamo fatto due chiacchiere con il super qualificato preparatore atletico Luca Guercilena, che ci ha illustrato come ci si dovrebbe correttamente preparare per un appuntamento estremamente impegnativo come il Giro d’Italia.

Un momento di simpatico confronto fra Luca Guercilena e il suo atleta. △

Sono tre settimane durissime. Nonostante le indiscutibili qualità fisiche che bisogna saper possedere in partenza, pochi possono sostenere un carico di lavoro e lo stress di una competizione come il Giro d’Italia, una delle più importanti gare ciclistiche a tappe al mondo. Abbiamo raccontato le storie di due protagonisti di questo Giro, Vincenzo Nibali ed Esteban Chaves, capaci di infiammare fino all’ultimo questa entusiasmante edizione, ora vorremmo comprendere un po’ meglio quali siano gli allenamenti e la preparazione, che stanno dietro alle performance di questi campioni. Passiamo la parola al nostro autorevole speaker Luca Guercilena, che con la sua pluriennale esperienza potrà fare luce su molti aspetti del training da gara.

Come avviene la preparazione per una corsa a tappe come il Giro d’Italia? La programmazione dell’allenamento per una gara a tappe prevede un periodo di intensificazione del volume di lavoro, vale a dire l’aumento del numero dei chilometri per sessione di allenamento e totali nel corso delle settimane, col fine di costruire la base. Questo periodo si effettua circa 2 mesi prima del Giro, successivamente si inseriscono periodi di gara per affinare la condizione e periodi di lavori specifici anaerobici con lo scopo di migliorare le capacità di lavoro intenso. Spesso si alternano questi periodi con il soggiorno in altura oltre i duemila metri così da lavorare in ipossia (mancanza di ossigeno) e migliorare poi, una volta scesi al livello del mare, tutte le capacità di recupero.

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… e per una gara singola come l’ambito Mondiale? La gara singola ha una preparazione simile al grande Giro ma la fase iniziale di volume è più breve e ci si dedica molto di più allo sviluppo della forza e dell’alta intensità. Molta attenzione viene data anche alla tattica di gara e nel caso si preveda arrivo in volata o la necessità di eseguire molti attacchi, l’allenamento deve virare in quella direzione Come si possono recuperare al meglio le energie tra una tappa e quella successiva? Tra le tappe sono fondamentale il riposo e l’alimentazione. Al termine di una tappa il consiglio è quello di rilassarsi il più possibile, farsi massaggiare e restare a letto sdraiati in modo che il fisico recuperi energie. L’alimentazione ricopre un ruolo importante, zuccheri e liquidi devono essere recuperati e integrati nella prima mezz’ora dopo lo sforzo per avere la maggiore efficacia; in commercio esistono integratori specifici che in un’unica bevanda consentono di reintegrare quasi il 50% delle energie spese. Il resto si recupera con una sana alimentazione a tavola. ▽ Insieme per discutere e pianificare le migliori strategie di allenamento.

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Quanto conta la componente psicologica per affrontare una competizione così lunga e sfiancante? Gli aspetti psicologici sono sempre fondamentali, la capacità del campione infatti è più mentale che fisica nella maggior parte dei casi. Saper gestire lo stress e sopportare la pressione del risultato fanno la differenza. Ad oggi ci sono diverse ricerche che consigliano anche in allenamento l’applicazione di tecniche di stress mentale così da preparare corpo e mente all’esercizio fisico Qual è l’alimentazione ideale per affrontare una corsa di 3 settimane? L’integrazione di carboidrati e proteine è fondamentale, mentre i grassi saturi devono essere lasciati da parte per evitare di appesantire il fegato. Si controlla che non ci siano intolleranze a determinati prodotti alimentari perché portano infiammazione non necessaria ad un organismo già stressato. Inevitabilmente nel professionismo una dieta personalizzata è l’unica vera soluzione.


PEDALARE OLTRE I PROPRI LIMITI

La determinazione di Fabian Cancellara. △

La questione del doping ha condizionato tanto il ciclismo, secondo te c’è stata una strumentalizzazione da parte dei media oppure era tutto vero? In passato la medicina dello sport aveva perso la sua funzione di base ed era sconfinata troppo nel miglioramento della performance occupandosi sempre meno dello stato di salute degli atleti. Fortunatamente nel ciclismo questa tendenza è stata interrotta ormai da anni e si volge verso periodi più lucenti, basti vedere le statistiche assolute degli organi di controllo che evidenziano come a livello professionistico il ciclismo ha un trend in discesa e i casi in percentuale sul numero di controlli fatti sono bassissimi. I media hanno avuto la loro importanza forse nel demonizzare il ciclismo più di altri sport invece di comprendere che il problema era generalizzato; attualmente la tendenza dei media è di bilanciare molto il giudizio e valutare gli sforzi fatti per combattere il fenomeno più che gli errori di per sé. Questa è sicuramente la strada giusta da percorrere per cambiare la cultura del risultato ad ogni costo.

Al momento, qual è l’atleta che più rispecchia la figura dell’autentico ciclista? In generale non esiste l’atleta tipo ma ne esistono molti, ognuno con caratteristiche diverse esattamente come succede nel ciclismo, dal velocista allo scalatore c’è un abisso in termini di qualità fisiologiche, ma entrambi combattono sulle stesse strade e sempre con una bicicletta. Questo è il bello di questo sport: non avere un modello unico ma molti a cui rifarsi. Il ciclismo è sicuramente uno degli sport più duri, perché ti sentiresti di consigliarlo? Il ciclismo come altri sport di endurance insegna la fatica ma in più degli altri ha diverse componenti con cui lottare, l’avversario, la salita, il meteo, le tattiche e non ultimo se stessi. È molto simile alla vita, più o meno sai cosa aspettarti ma devi essere pronto a mille cambiamenti e a lottare fino alla fine di Simone Salet OPINION LEADER 117


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È arrivato il momento più atteso dell’anno, la partenza per le vacanze estive. L’unica cosa che resta da fare è preparare i bagagli. Cosa mi porto? E’ qui che casca l’asino, e a volte anche l’unicorno, perché niente è più rappresentativo di ciò che riteniamo di non potere fare a meno neanche per un giorno. Preparatevi ad un viaggio introspettivo nel trolley di un 5 viaggiatori tipo.

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La “buongiorno principessa”.

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na donna un colore: il rosa. Lei il complesso di Edipo proprio non l’ha superato… in perenne attesa di qualcuno che la faccia sentire come la trottolina di papà. Chiusa nella sua torre, la nostra bambina cura i capelli con maniacale dedizione sperando che a crescere siano solo loro…

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1 Borsa BIRIBAG (€59). 2 Set da borsa TEK, spazzola e pettine con clust in cotone (€28). 3 Quadratini LOACKER (€2,75). 4 Rossetto RIMMEL LONDON Moisture Renew Sheer & Shine (€9,99). 5 RICA Opuntia Oil treatment (€24). OPINION LEADER 121


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Lo “sportomane”.

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inalmente arrivano le vacanze per potersi... stancare. Corsa, bici, nuoto, ogni attività fisica (a parte il sesso) è gradita e ricercata. Una vera e propria dipendenza, perché mentre i colleghi d’estate vanno ad Ibiza a fare gli hippie lontani da occhi indiscreti, lui produce adrenalina e serotonina con tanto, ma tanto, esercizio fisico. Oh… ma tutto a posto?

1 Casco SALICE GHIBLI (€110). 2 COLUMBIA T-SHIRT ZERO RULES, la maglietta che "rinfresca" (€35). 3 Sella NET a impatto zero (€39,90). 4 CYRUS KLEPCYS cronografo svizzero (prezzo su richiesta). 5 MULTIPOWER Iso Drink (€1,80).

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L'“in vacanza da una vita”.

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robabilmente, quando voi arriverete nella località scelta per le vacanze, lui l’avrà appena lasciata per evitare la folla d’agosto. Certo, le sue ferie durano da gennaio a dicembre… Non fa le valige perché le sue cose sono sparse tra la casa al mare, in montagna, al lago, la barca… Indispensabile è solo un tablet per vedere i film, leggere libri, cercare nuovi itinerari di viaggio… ma sicuramente non un lavoro!

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L'“esagerata”.

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eglio non essere il suo compagno di viaggio. A meno che non si abbiano aspirazioni di facchinaggio estremo. Lei inizia a fare la valigia il giorno dopo il Lunedì di Pasqua. Una viaggiatrice di altri tempi che indossa abiti da crociera e si riposa appena arrivata a destinazione. Per disfare completamente ogni bagaglio sarà necessario prenotare anche la stanza di fianco. Un’accumulatrice seriale di glamour.

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Prior to the advanced development of Graphene, there was always the requirement of compromising between speed, grip, durability and puncture protection. Effectively, the introduction of Graphene allows for the natural material barriers of rubber to be removed, which means that there is no longer the need for such compromises. All these features are now reaching their maximum possibilities. vittoria.com #NO COMPROMISE


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La “allunata”.

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i solito è diretta nello stesso luogo ogni estate: i grandi macelli di carne abbronzata. Negli ultimi preferisce la Grecia, una garanzia per il mare cristallino (che di giorno non vedrà mai) e per le mandrie di manzi di provenienza internazionale. A dieta fin da gennaio per sfoggiare bikini sul filo dell’oltraggio al pudore, anche se non lasceranno nessuno segno… lei in spiaggia va solo di notte. Perché perdere tempo a prendere il sole se puoi prendere molto di meglio?

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Si sa, le notizie negative fanno da sempre più rumore. I mezzi di informazione giocano su questo normale meccanismo mediatico creando allarmismi e sfiducia, alterando spesso la realtà. BuoneNotizie.it si propone dal 2001 come mezzo di informazione complementare, per raccontare il rovescio della medaglia. Da questa esperienza è nato recentemente un e-book intitolato “Buone Notizie: quello che i mass media non vi hanno mai raccontato” di cui vi proponiamo alcuni estratti. A lato la copertina del libro digitale, per saperne di più www.buonenotizie.it/ebook IL PRIMO VACCINO ANTI-MALARIA AL MONDO, E SENZA PROFITTI

È tempo di ottimismo per la lotta contro la malaria. Negli ultimi 15 anni, la contrazione della malattia è diminuita globalmente del 37% e la mortalità del 60%. Un risultato reso possibile anche dallo sviluppo di un vaccino da parte di una nota azienda farmaceutica che, grazie al finanziamento del Path Malaria Vaccine Initiative e della fondazione Bill & Melinda Gates, ha promesso di non trarre alcun profitto dal vaccino…

QUANDO SONO I DIPENDENTI A SALVARE L’AZIENDA IN CRISI

“Siamo nati dalle ceneri di un’azienda che ha chiuso. Potevamo scegliere di andare ognuno per conto suo o provare a fare qualcosa insieme. Alla fine abbiamo scelto questa seconda strada”. Sono le parole di Roberto, ex dipendente di una piccola azienda che stava per chiudere i battenti. È iniziato tutto così: insieme, i dodici dipendenti che avevano perso il lavoro si sono giocati tutto e hanno scelto di unirsi per rilevare l’azienda in crisi. Una delle tante storie positive che raccontano la crisi e il cambiamento del nostro Paese… E SE FOSSE IL CROWDFUNDING A SALVARE I BENI CULTURALI?

È un archeologo inglese di fama planetaria, innamoratosi del Bel Paese, il fondatore di un’iniziativa non-profit che fino ad oggi è riuscita a finanziare il restauro di pezzi del patrimonio artistico e culturale italiano grazie al crowdfunding, la raccolta fondi tramite internet. Con lo slogan “Siamo tutti mecenati!” l’organizzazione di cui è fondatore si è posta l’obiettivo di raccogliere fondi per finanziare il restauro di beni artistici malridotti come la Domus del Centauro di Pompei e il Tiaso Marino (Roma, Palazzo Corsini). E se fosse proprio la crowd economy a salvare le bellezze del nostro Paese? 128 OPINION LEADER



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persone e cose che fanno la differenza da un’idea di Alberto Vergani

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Direttore Responsabile Fabio Operti Art Director Gianfranco del Vicario Direttore Moda Salvatore De Martino Hanno collaborato Francesca Andreoni, Silvia Barlascini, Anna Benzoni, Sofia Biasin, Leonardo Brambilla, Paolo Colombo, Enrico Corno, Elisabetta Curtino, Nadia di Mauro, Marta Lamanna, Simona Melli, Isabella Panzini, Ronny Pilla, Simone Salet, Matteo Sormani, Veronica Sormani, Andrea Tenderini Segreteria Veronica Sormani Relazioni Pubbliche Francesca Andreoni, Marta Lamanna, Isabella Panzini Ufficio Marketing Pia Manzi Responsabile Produzione Pia Manzi Concessionaria Pubblicità Mama Records s.r.l. via Tadino, 20 - 20124 - Milano tel. 02.29406108 Nadia di Mauro Opinion Leader è edito da Opinion Leader s.r.l. via Tadino, 24 - 20124 - Milano tel. 02.29517780 www.opinionleader.it redazione@opinionleader.it Prezzo: 5,00 euro Registrazione Tribunale di Milano n. 446 del 9 luglio 2007 Stampa Stampatori della Marca s.r.l. Via della Borsa, 9 - 31033 - Castelfranco Veneto (TV)

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