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PASSIONE ITALIANA
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anche quest’anno siamo arrivati a Natale. Leggendo i giornali e guardando i TG, purtroppo, solo brutte notizie: le alluvioni protagoniste, lo scaricabarile delle amministrazioni e dei politici e gli Italiani che si arrangiano, come al solito, da 50 anni.
Una passione diversa, invece, ha animato Genesio Bevilacqua che da Civita Castellana ha creato un’azienda gioiello per qualità e tecnologia vincendo, grazie alla sua passione per i motori, un titolo Mondiale nella Superbike con Carlos Checa.
L’altra domenica mi è capitato di vedere un programma su RaiTre dove si parlava dell’Italia nel dopo guerra e dell’entusiasmo che spingeva il governo e il popolo. Mi ha colpito un dato: l’autostrada del Sole è stata costruita tra il 1956 e il 1964 ed era la più importante rete autostradale d’Europa. Se penso che nel 2006 doveva essere pronta l’autostrada Milano-Torino per le Olimpiadi Invernali... siamo nel 2014 con i cantieri ancora aperti!
La passione per i motori è la molla scatenante anche di Gianmaria Bruni che è riuscito a coronare una carriera brillante con due titoli Mondiali GT consecutivi su una Ferrari… il sogno di tutti i piloti.
Le parole d’ordine, in quegli anni, erano passione ed entusiasmo e oggi abbiamo il dovere di ritrovarle.
Dalla Ferrari alla Ducati per una passione vintage, la rinascita della mitica Scrambler. Una reinterpretazione unica e clamorosamente bella, anche se mai come la nostra Nina Senicar, un concentrato di forza e sex appeal mixato in modo irresistibile. Lei non è italiana ma la sua passione per il Bel Paese l’ha fatta diventare cittadina “ad honorem”.
Noi di Opinion Leader abbiamo preso come simbolo di passione, talento ed emozione “l’Atleta Italiano del Secolo” (nominato dal CONI): Alberto Tomba.
Queste sono le “nostre buone” notizie che ci devono appassionare e far capire che tutto è possibile, basta volerlo!
Nessuno è come lui nel suo sport per capacità, successi e immagine. Nel mondo è ancora più famoso che in Italia. Ha trascinato al successo un paese e un settore. Grazie Albertone!
Buona lettura e Auguri.
Una passione, condita con arte, l’ho ritrovata nel fotografo italiano Manfredi, che lavora nella Grande Mela. I suoi scatti sono il frutto di un grande amore per la fotografia.
L’editore Alberto Vergani
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CONTENUTI 8
Alberto Tomba. Il campione scelto dai campioni.
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Nina la ragazza con la pistola. Intervista esclusiva all’attrice serba Nina Senicar.
Le ceramiche con la A maiuscola. Passato, presente e futuro dell’azienda Althea.
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Ritorna il mito. Ducati Scrambler, universo di gioia, passione e libertà.
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La Spider da record. La Ferrari 458 Speciale A è il nuovo gioiello del Cavallino.
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Gianmaria Bruni, una “Rossa” nel sangue. Quando il talento si crea un destino.
Trenta metri sopra il mare. Un’imbarcazione da sogno per crociere extra lusso.
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Casual Friday. Addio cravatta, lo stile si fa sportivo.
Golf in città. A Milano il golf è un piacere a portata di metro.
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Tutto lo charme del Trentino. Resort mozzafiato per momenti indimenticabili.
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New in town: Plumes, l’atelier dello sguardo. Occhi puntati sull’ultima novità nel mondo del Beauty.
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La cucina popolare impegnata nel sociale. Un progetto due volte buono.
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Home sweet home. Arredi a regola d’arte.
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Nolangroup, un’Eicma in barba a tutti. N21, new look old style.
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Scatti di Luce. Alla scoperta della fotografia istintiva di Manfredi Gioacchini.
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DoubleX, due modelle senza volto. Il mistero dell’ultima Milano Fashion Week finalmente svelato.
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C’è chi… Blogger e Web Influencer si raccontano.
Street Style. Il giro del mondo in 40 “must have”.
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La ricetta che vi manderà fuori di zucca. In cucina con Francesca Romana Gaglione di Foodorialist.
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Detox, non chiamatela solo dieta. Più sani e più belli con i consigli della nostra esperta.
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I want to ride my bike. Lo stile salta in sella.
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Gym with style. L’eleganza è una questione di allenamento.
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Non è peccato. Nel cuore di Milano, la migliore cucina napoletana.
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Un po’ di buone notizie. Basta poco per ritornare a essere di buon umore.
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La regina delle nevi. Il freddo si combatte con lo stile.
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Alberto Tomba, l’Atleta italiano del
SECOLO
Per Alberto Tomba ci concediamo la licenza grammaticale di elevare in maiuscolo la “a” di “Atleta” nel titolo.
Un Alberto Tomba ancora reattivo e scattante sfoggia il suo inimitabile stile. (Photo credit Francesco Panunzio Milano) ▷
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Alberto sembra invitarci a sfidarlo. (Photo credit orlerimages.com) △
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vevo da poco compiuto 12 anni e il regalo più bello lo ricevetti da qualcuno che neanche sapeva della mia esistenza. Ricordo tutto di quel giorno, anche il pessimo voto a scuola, ma nulla avrebbe potuto impedirmi di incollarmi al televisore quella mattina del 18 febbraio del 1992. C’era un sole splendente sull’alta Tarentaise, la valle dello sci alpino dell’Olimpiade di Albertville, l’aria era elettrica oltre che gelida e tagliente dopo giorni di bufera. Un’atmosfera da grandi occasioni si faceva strada fra gli addetti ai lavori, fra il pubblico, ma più di tutti nella mente di quell’atleta che stava ripassando
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la pista a mente, porta dopo porta, muro e poi traiettoria da mantenere a tutti i costi. Non ero nella testa di Alberto Tomba, ma posso immaginare che quel giorno si sentisse fiducioso di avere i mezzi per fare una gran gara. Il resto è storia, la festa per quel secondo oro olimpico consecutivo ha proiettato Alberto nella leggenda e non stupisce che per il centenario del CONI sia stato nominato il miglior atleta italiano del secolo. È un grande onore avere la possibilità di fargli qualche domanda e scoprire che, dopo ogni risposta, il cuore torna a battere come quella meravigliosa mattina del 1992…
ALBERTO TOMBA, L’ATLETA ITALIANO DEL SECOLO “Tomba la bomba”… con il tuo stile, aggressivo in pista e caratterialmente estroverso fuori, hai stregato milioni di persone. Ancora oggi, nonostante la tua carriera sportiva sia terminata da un pezzo, non si può fare a meno di parlare di te. Come mai? A volte è una sorpresa anche per me che l’affetto del pubblico nei miei confronti non sia mutato. Forse perché quando m’incontrano riprovano sensazioni uniche, emozioni e momenti impressi nella loro memoria. È come ritrovarsi tra vecchi amici, è come se mi conoscessero da sempre, è una gran festa. Alberto, anche senza sci ai piedi, recentemente hai tagliato un altro prestigioso traguardo: sei stato nominato dal CONI “l’atleta italiano del secolo”! Ti ha sorpreso questa scelta? È stata un’emozione bellissima, quasi come salire sul podio un’altra volta. La cosa più bella è che a votarmi è stata una giuria mista, di pubblico e di atleti in gara, appartenenti alle diverse Federazioni. Essere un simbolo per loro mi riempie di orgoglio, credo di essere riuscito a trasmettere a tutti, con il mio modo di essere, l’amore e la passione per lo sport e per la vita. Cosa ne pensi dell’attuale movimento sciistico italiano? C’è qualche giovane che per aspetti tecnici ti somiglia? La squadra italiana maschile ha dimostrato di essere all’altezza degli anni d’oro. Il gruppo è forte, in questo periodo più sulla velocità che sulle discipline tecniche, ma cresce costantemente e ogni anno qualche nome nuovo e valido salta sempre fuori. Un po’ diverso il discorso sul versante femminile, dove qualche acciacco e la mancanza di exploit giovanili non ha ancora permesso alla squadra di emergere nel panorama internazionale. Questi sono cicli, basta aspettare, perseverare con il talent scouting e con i progetti dedicati ai giovani atleti, sicuramente anche lo sci femminile tornerà a darci grosse soddisfazioni. Molte celebrità oggi si preoccupano di avere una pagina Facebook e mantenerla costantemente aggiornata in modo da rafforzare il legame con i propri fan… cosa ne pensi di questa rivoluzione tecnologica? Utilizzi anche tu i social media? Sono su Facebook con un approccio sereno, mi piace questo nuovo modo di stare in contatto con le persone. Ho sempre amato condividere vittorie e sconfitte con il pubblico e mi piace confrontarmi con la gente, far conoscere l’Alberto oltre il Tomba, insomma, lo vedo come un mezzo, un utile canale. Certo non lo uso per pubblicità o per autocelebrarmi, per me è più come un luogo dove mantenere i contatti con le tante persone che ho conosciuto in tutti questi anni. Poco dopo il tuo ritiro dalle competizioni hai avuto un’ascesa nel mondo dello spettacolo culminata con il tuo ruolo da protagonista nel film Alex L’ariete, non proprio un successone… lo rifaresti? L’esperienza con il cinema è stata proprio questo: un’esperienza. Dopo il ritiro mi hanno proposto un progetto con Damiano Damiani, indimenticato regista di fama mondiale, reduce dal successo “La Piovra”… come dire di no? Sinceramente non ho mai pensato di diventare
un attore professionista, ma solo di fare una cosa diversa, di sperimentare un mondo lontano anni luce dal mio: vuoi mettere i tempi lunghi dei ciak e quelli invece di una discesa sulla Gran Risa? Se tornassi indietro lo rifarei sicuro, perché nella vita bisogna anche avere il coraggio di tentare strade nuove, di capire quali sono i propri limiti e i propri talenti, oppure, semplicemente, se una cosa ti piace oppure no. Ti sei distinto molto bene come commentatore alle scorse Olimpiadi, la tua preparazione unita alla simpatia generano sempre entusiasmo anche se non sei più tu a gareggiare… ti rivedremo ancora in questo ruolo? Beh in questo ruolo c’ero già stato, sempre per Sky, nel 2010 in occasione delle Olimpiadi Invernali di Vancouver. Devo dire che il gruppo di giornalisti che mi ha accompagnato in questa avventura è stato formidabile: disponibili, preparati, attenti, ma anche solidali. Mi sono divertito molto e penso sia passato il messaggio che essere esperti non significa essere noiosi, che un commento può essere tecnico ma anche appassionato, serio ma non greve. È un altro modo di fare televisione, molto vicina alla mia idea di interpretare lo sport prima di tutto come sano divertimento. Qual è oggi la giornata tipo di Alberto Tomba? Dipende dal periodo: da ottobre ad aprile ho ancora i ritmi di gara ma spostati su progetti legati alla promozione dello sci e dello sport in generale. Dopo il ritiro sono rimasto legato al mondo della neve, con progetti promozionali connessi a sponsor del settore sportivo, ma anche ai Comitati Olimpici e Mondiali, e così sono praticamente sempre in viaggio tra le montagne di tutto il mondo. In questo periodo le mie giornate sono scandite da un’agenda serrata. L’estate invece è un periodo di de-stress e posso dedicarmi ad alcune attività benefiche a cui ho aderito, come la Sport for Good Foundation (www.laureus. com), associazione benefica internazionale che ho fondato insieme ai migliori atleti del mondo con l’intento di aiutare i giovani in difficoltà proprio attraverso la pratica sportiva, intesa come scuola di vita e speranza per il futuro. Mi resta anche il tempo per qualche trasmissione TV e per presenziare a incontri culturali, ma soprattutto per fare un po’ di sport all’aria aperta, il mio preferito. La pista che hai amato di più? Non amo fare paragoni tra le piste e le località sciistiche, ognuna mi ricorda momenti incredibili. Però vincere in Italia, a casa tua, con il pubblico impazzito che ti aspetta a fondo pista, è il massimo del massimo! L’avversario che dava più grattacapi? Storia lunga. Ce n’erano almeno un paio e ogni anno ne saltava fuori uno nuovo. A fianco degli storici Zurbriggen e Girardelli, arrivavano Accola, Kjus, Aamodt, e poi l’utimo, Maier. E tutti non volevano solo vincere, ma il loro obiettivo era battermi innanzitutto, ogni anno si ricominciava da capo, una faticaccia insomma… però che gran divertimento.
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Look casual per Alberto quando è lontano dalle piste. (Photo credit Vittorio Jannuzzi Milano) △
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ALBERTO TOMBA, L’ATLETA ITALIANO DEL SECOLO
Alberto mentre riceve l’ambito premio di “Atleta del secolo” dal presidente del CONI Giovanni Malagò. (Photo credit Ferdinando Mezzelani) △
Molti atleti prima di una gara praticano qualche rito scaramantico o si premurano di avere un portafortuna con sé… tu ne hai mai avuto bisogno? No, niente riti scaramantici. In realtà avevo una grande fortuna, la capacità di sdrammatizzare il momento. Non che arrivassi sereno al cancelletto di partenza, sono un essere umano anch’io, ma facevo una battuta delle mie, salutavo tutti e poi via, mi buttavo in gara. Con le tue qualità avresti potuto eccellere in qualsiasi specialità dello sci, come mai non hai preso in considerazione anche la discesa libera? Le discipline tecniche come gigante e speciale richiedono una forma fisica perfetta, nessun acciacco. Le veloci invece espongono a infortuni e sollecitazioni particolari delle articolazioni. Io ho scelto di dedicarmi alle prime perché mi piacevano di più, mantenendo il mio fisico quanto più performante possibile. Il tempo mi ha dato ragione: nel 1989 una caduta in SuperG mi ha praticamente rovinato la stagione, mentre in seguito problemi del genere non ne ho mai più avuti. Ti sei ritirato ancora relativamente giovane, avresti potuto competere con i più forti ancora per qualche
anno. Ti sei mai pentito di questa scelta? Mi sono ritirato dopo 12 anni di vittorie consecutive ed agonismo ad altissimo livello, e so di aver fatto la cosa giusta. Ho seguito l’istinto come sempre nella mia vita e quindi non ho nessun rimpianto. Certo a volte mi viene un po’ di nostalgia dell’atmosfera di gara. L’adrenalina al cancelletto, la pista da sfidare, l’arrivo, il bagno di folla, però in tutti questi anni sono rimasto legato al mondo della neve a livello internazionale, seguendo progetti legati ai giovani talenti, con eventi sulle montagne di tutto il mondo. Questo mi ha permesso di continuare in una forma diversa quello che avevo scelto di fare tanti anni fa quand’ero ancora adolescente. La dieta per uno sportivo è sempre stata molto importante, oggi viene anche un po’ esasperata. Ti controllavi o smaltivi qualche eccesso fra un paletto e l’altro? La dieta per un’atleta è fondamentale. Però è altrettanto fondamentale coadiuvare le indicazioni dei preparatori atletici con le proprie sensazioni. Ho sempre detto che il mio carburante erano le tagliatelle della mamma, ed è vero soprattutto a livello psicologico. Il rapporto sano che OPINION LEADER 13
ho sempre avuto con il cibo mi ha permesso di seguire i miei ritmi, di non privarmi o esagerare, e a volte anche di godermi serenamente un buon piatto tradizionale. Dovrebbe essere così nella vita in generale, perché siamo in grado di sentire cosa ci fa male e cosa invece è adatto a noi, e questi segnali dell’istinto non vanno mai ignorati. Con il carving lo stile dello sciatore non viene più esaltato e lo spettacolo sembra così perdere uno degli ingredienti principali, di questo passo le gare degli atleti sembreranno tutte uguali… è un peccato non trovi? Con le attuali modifiche degli sci da gara, più corti e sciancrati, appunto carver, rispetto al periodo in cui gareggiavo, sicuramente si è andata perdendo una cifra stilistica che ha contraddistinto lo sci agonistico sino agli ultimi anni ‘90. Adesso è sì più facile sciare, a discapito della tecnica, ma il tipo di modifica aumenta la velocità e quindi la possibilità di uscire dal tracciato, cadere e soprattutto, di infortunarsi, perché adesso la forza frenante deve essere più del doppio rispetto a prima. Comunque ho sempre pensato che eventuali modifiche dovrebbero suggerirle gli atleti, perché sono quelli che meglio conoscono i limiti e le potenzialità dello sci. Hai fatto la fortuna delle riviste di gossip che ti attribuivano costantemente nuovi flirt …hai trovato la tua anima gemella? Mah... chi lo sa, i magazine che dicono? Qualche altro hobby oltre al “cinema”? Sono un collezionista di vini provenienti da tutto il mondo. Nella mia cantina ci sono più di 4000 bottiglie che arrivano da ogni mio viaggio e dai moltissimi amici produttori che si trovano in Italia, ma anche all’estero. E poi mi piace viaggiare, ancora oggi la mia attività professionale e la mia vita si svolgono nel mondo, e amo incontrare culture diverse, vedere e conoscere. Un errore che non rifaresti? Tutti gli errori vengono fatti perché ci devono portare da qualche parte. Quindi non rimpiango nessun errore, anzi li considero preziosi insegnamenti. Dall’alto della tua esperienza e dei tuoi successi, che consiglio ti sentiresti di dare ai giovani? Non prendersi troppo sul serio e tentare tutte le strade che sembrano interessanti. Rimanere legati alle radici e alla famiglia che sono le fondamenta di ciascuno, ma non avere mai paura di sperimentare.
di Fabio Operti
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Un po’ di relax prima di affrontare il duro workout in acqua. (Photo credits Vittorio Jannuzzi Milano e Claudio Villa) △ Alberto in posa all’interno di un rinomato vigneto. I vini pregiati sono una sua grande passione, ▷ possiede più di 4000 bottiglie. (Photo credit Vittorio Jannuzzi Milano)
ALBERTO TOMBA, L’ATLETA ITALIANO DEL SECOLO
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Nina Senicar, la ragazza con la
PISTOLA
La sua passione per il cinema l’ha portata a Los Angeles dove tra un film e l’altro cavalca, tira con l’arco e spara al poligono.
◁ Un intenso primo piano di Nina Senicar, l’ex modella serba che da qualche anno ha iniziato una brillante carriera da attrice.
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lla domanda cosa farai quando la tua carriera di modella sarà finita il 99% delle intervistate risponde: “il mio sogno è fare l’attrice”. Ma non tutte hanno la determinazione e il talento giusto per passare dall’obiettivo della macchina fotografica a quello della macchina da presa. Nina Senicar, invece, ce l’ha fatta, la raggiungiamo (solo via Skype purtroppo) nella sua casa di Los Angeles, dove ci parla serenamente della sua nuova vita “hollywoodiana”. Che ci fai a Los Angeles? Io ormai vivo qua! Dopo un po’ di spostamenti tra Milano, New York e Los Angeles, in maniera molto spontanea ho deciso di stabilirmi qui. Comunque sei mesi l’anno li passo in Europa, viaggio parecchio! Ho un sacco di punti MilleMiglia! Ottima scelta Los Angeles… complimenti! Sì, c’è sempre bel tempo… Ma ogni volta che torno a Milano sto benissimo, qui mi manca il calore della gente, la spontaneità… l’Italia è unica in questo. Tutti ci lamentiamo dell’Italia ma poi ci manca sempre... Sì, abbiamo una qualità della vita altissima nonostante la crisi degli ultimi anni. Qui è tutto molto superficiale, legato agli interessi, al business. Ma ho preso questa decisione seguendo una mia intuizione, come faccio sempre! Me lo posso ancora permettere perché ancora non ho una famiglia tutta mia o dei figli, magari tra 5 anni sarò mamma e tante cose non le potrò più fare. Per ora mi sento libera di fare quello che voglio, venendo da un paese dove ho vissuto la guerra (Serbia), so che la libertà è la cosa più importante e non la cambierei con nessuna cosa al mondo. Magari commetterò degli errori, non lo so, ma voglio essere libera di fare quello che voglio… forse poi dirò “ma che ho fatto tutti questi anni a Los Angeles?”. In quel caso non mi importa, l’ho voluto fare e l’ho fatto. Assolutamente d’accordo. Hai detto che fra 5 anni potresti avere dei figli. Hai qualche progetto in merito? Certo, lo desidero, ma non credo di essere pronta. Anche se ho 28 anni e tante mie amiche, soprattutto in Serbia, hanno già dei figli. Per il momento non ho progetti di maternità ma sicuramente un giorno deciderò di avere un figlio e lo farò senza pensarci troppo. Conoscendomi andrà certamente così. Invece hai tanti progetti professionali. L’ultimo anno è stato molto intenso per te. Sì ho fatto 3 film, in 3 lingue diverse, in 3 paesi diversi! A inizio anno ho recitato in un film serbo, in lingua serba, dal titolo “Rajska Prevara”, invece in Italia, a giugno, ho girato “Tutto molto bello” con la regia di Paolo Ruffini. Infine, ad agosto, ho preso parte ad un film, qui a Los Angeles, che si chiama “The downside of bliss”. I tre film sono di tre generi completamente diversi. Il film serbo è un Fantasy, una storia assurda… non realistica. Il film italiano è una bella commedia romantica. Quello fatto a Los Angeles, invece, è un dramma familiare, una storia molto triste. Interpreto l’amica di una ragazza che muore di cancro.
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▽ Nina Senicar nel 2006 si è laureata con il massimo dei voti in Economia presso la prestigiosa Università Bocconi di Milano.
NINA SENICAR, LA RAGAZZA CON LA PISTOLA
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â–˝ Nina Senicar ha iniziato a studiare recitazione a New York per poi trasferirsi a Los Angeles per seguire le sue ambizioni cinematografiche.
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NINA SENICAR, LA RAGAZZA CON LA PISTOLA
Nina nel 2014 è stata protagonista di tre film, in tre lingue diverse, in tre paesi diversi. △
In quale parte ti sei sentita maggiormente a tuo agio? Mah non lo so… Magari le persone mi ricordano ancora come una modella o un personaggio televisivo, anche se ormai sono 5 anni che non faccio più quel mestiere. Adesso sono un’attrice e mi piace interpretare ruoli sempre diversi. Questo mi permette di crescere, poi ci sono delle cose che mi riescono meglio. Ad esempio, a me personalmente piacciono i film d’azione, i ruoli dove c’è molta attività fisica. Infatti, ho girato circa un anno fa qui a Los Angeles un format televisivo dal titolo “The Society”, uscito negli Stati Uniti il 5 novembre 2014, dove vado in giro con l’arco e le frecce. Ecco, questo è stato un ruolo in cui mi sono divertita un sacco! Quello che mi viene più difficile, al contrario, è fare la commedia. Perché fare ridere è veramente difficile, ci vogliono i tempi comici… Hai un modello di riferimento come attrice? A me piacciono molto le donne forti che però non hanno paura di mostrare la loro femminilità ogni tanto. Tra le attrici italiane mi piace molto Anna Magnani. Ma è solo un’ispirazione, perché in questo lavoro non esistono strade sicure, non c’è una garanzia che le cose funzionino. Non è come far carriera in un’azienda o in una banca dove cominci da un ruolo basso, cresci e magari diventi direttore. Con il mio lavoro oggi ci sei e domani non lo sai, un giorno vinci l’Oscar e poi magari non lavori per un anno. È tutto imprevedibile. Seguire una strada o le orme di qualcuno secondo me è sbagliato, devi essere sempre pronto a cambiare in ogni momento, non puoi permetterti di avere un modello di riferimento troppo presente. Hai un sogno? Con chi ti piacerebbe lavorare? Ho tantissimi sogni, ma devo restare con i piedi per terra altrimenti mi perdo. Ci sono tante persone con cui mi
piacerebbe lavorare, ma in questo momento preferisco recitare con registi o attori molto giovani. Così, loro sono un’opportunità per me e io per loro. Diventa un lavoro di squadra, dove c’è molta motivazione, voglia di fare, tanto tempo per fare le prove. È un progetto che viene sviluppato insieme, che nasce in maniera molto più organica e spontanea. Fare un film costa tantissimo, ci sono tanti rischi, prende 4 o 6 mesi del tuo tempo, quindi non è una cosa così facile… Certo se domani mi dovesse chiamare Martin Scorsese, non direi di no… Anche in Italia hai lavorato con un regista giovane, come è andata con Paolo Ruffini? Paolo è diventato un grande amico, è una persona meravigliosa. Oltre a essere un bravissimo regista è stato anche uno splendido compagno di avventura. Sempre molto calmo su un set dove aveva mille cose da fare, infatti, oltre a essere regista è anche protagonista del film “Tutto molto bello”. Mi ha veramente sorpreso! Qual è l’elemento della tua personalità che farà la differenza e ti permetterà di diventare una grandissima attrice? Magari non lo diventerò mai! Mi sembra che tu abbia cominciato alla grande! La prima volta che sono andata alla mia scuola di recitazione a New York, la coach ha chiesto alla classe: “c’è qualsiasi altra cosa che vorreste fare oltre agli attori?”, noi ci siamo guardati in faccia perché non ci aspettavamo quella domanda, e lei ha continuato “vi prego, se c’è qualunque altra cosa che vorreste fare oltre a questo, per favore, fatelo: tornate a casa, siete ancora in tempo. Il mestiere dell’attore lo fai solo se non puoi fare assolutamente nient’altro!”. Come già ho detto questo lavoro non offre nessun tipo di garanzia e ti espone al giudizio di tante persone. Io lo faccio perché OPINION LEADER 21
mi piace farlo, mi piace andare alle audizioni, stare sul set… E per il momento va bene così, non mi sono posta degli obiettivi, fin quando vado avanti lo faccio con piacere. Poi se un giorno non dovesse andare più dirò: “Ma vaff…” (ride). Oltre ai film che sono già usciti, c’è qualcosa che bolle in pentola? Sì, c’è un film in Italia che spero di girare la prossima primavera. E poi c’è un film di produzione americano che dovrei girare in Messico a febbraio. Quindi ci sono un po’ di cose su cui sto lavorando. Adesso qui inizia la stagione dei “Pilot Season”, durante la quale fai un sacco di provini per le serie televisive... speriamo esca qualche bella audizione. Cambiamo argomento. Che tipo di uomo ti piace? Come sai, nella mia vita ho sempre cavalcato sia per passione sia a livello agonistico. Ho cominciato fin da piccolina, infatti, quando mi chiedevano del mio principe azzurro io rispondevo sempre: “Se dovesse arrivare il mio principe azzurro sul suo bel cavallo bianco mi terrei il cavallo e manderei via il principe!”. Sono sempre stata più interessata ai cavalli che agli uomini. Comunque mi piacciono le persone con cui puoi costruire qualcosa. Qualcuno da aiutare a realizzare i suoi sogni e viceversa. Quindi deve essere “vero” e ambizioso, perché mi piacciono le persone che quando si svegliano la mattina hanno chiaro qual è l’obiettivo.
Ecco, questo mi basta per cominciare, certo mi deve piacere anche a livello fisico, devo sentirmi attratta, però la cosa fondamentale è che veda in lui la voglia di fare qualcosa nella vita, non importa in che settore o quale sia il suo lavoro, ma la voglia di essere il migliore e dare il massimo. Ecco cosa mi piace molto negli uomini. Deve essere italiano, serbo o americano? Non ho preferenze, non mi interessa molto. Io mi sono innamorata sia di italiani sia di serbi, ormai sono anni che sono via, ma non generalizzo gli uomini per la nazionalità. Quali sono i tuoi hobby? Cavalchi ancora? Quella è la mia passione, l’unica cosa che mi piace più che recitare (non ditelo alla coach ndr) magari se un giorno dovessi smettere con il cinema mi rinchiuderò in una stalla per stare con i cavalli dalla mattina alla sera. Qui a Los Angeles puoi fare tante cose, con i miei amici vado a fare “hiking” qui nei dintorni e raggiungiamo delle colline bellissime da dove si vede il mare, la sera faccio yoga. Poi a me piace anche andare al poligono a sparare. Cavalchi, ti arrampichi, spari, tiri con l’arco… Sì, ma piango e amo come tutte le altre donne!
di Salvatore De Martino Photographer: Manfredi Gioacchini Nel 2011 Marracash le dedica la canzone “S.E.N.I.C.A.R.” nel suo album King del rap. ▽▷
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NINA SENICAR, LA RAGAZZA CON LA PISTOLA
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le ceramiche con la A
MAIUSCOLA Althea, azienda leader nelle ceramiche da bagno, dopo 20 anni di attività, sa ancora sorprendere con prodotti rivoluzionari, destinati a cambiare il mondo dell’arredo.
“È un bagno Althea se convivono in armonia design, avanguardia e praticità”
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n un momento difficile anche per il Made in Italy, siamo andati a Civita Castellana in provincia di Viterbo per conoscere da vicino la storia di un’azienda di successo. In un enorme edificio, in mezzo alle colline laziali, abbiamo incontrato Genesio Bevilacqua e la moglie Maya Cohen; un imprenditore determinato e una designer creativa che non hanno mai ceduto alla delocalizzazione produttiva, ma hanno sempre creduto nel “ben fatto italiano”, investendo sul nostro paese e sulla ricerca. Una scelta vincente che, da vent’anni a questa parte li ha consacrati leader indiscussi nel settore delle ceramiche arredo bagno.
△ L’imprenditore Genesio Bevilacqua. ◁ Un bagno arredato con le ceramiche Althea della collezione ELLE.
Era il 1994 quando nasceva Althea: come siete riusciti a crescere e a rinnovarvi nel tempo? La grande forza della nostra azienda è stata la voglia di darsi continuamente nuovi traguardi; un lavoro sfidante fatto di ricerca e studio. Accanto a me c’è da sempre un team di persone specializzate che ha dedicato molto tempo alla ricerca di nuovi prodotti e alla crescita costante dal punto di vista dell’innovazione. In tutti questi anni abbiamo investito molto nel futuro allestendo addirittura al nostro interno, laboratori chimici, tecnici e di design per sperimentare sempre nuovi sistemi di produzione. Insomma “vince” chi non si ferma mai... Ce lo insegna anche il mondo delle due ruote a cui siamo legati (Althea è presente nel campionato Superbike con uno dei migliori Team, Althea Racing n.d.r.); è importante essere veloci, scattanti e reattivi sempre. Ecco perché, forti delle nostre più grandi qualità, come avanguardia, tecnologia e praticità, non possiamo permetterci di essere lenti; dobbiamo essere sempre al passo e qualche volta riuscire a superare noi stessi per essere competitivi. In una cosa siete di certo insuperabili: accanto al nome Althea si legge infatti “la prima e unica azienda del settore arredo bagno che certifica tutti i prodotti con il marchio 100% Made in Italy”... E ne siamo molto fieri soprattutto perché è stata una scelta coraggiosa; produrre all’estero vuol dire, infatti, avere un prodotto più economico e quindi più competitivo sul mercato. Ammetto che non è stato facile non cadere nella tentazione di avvalersi di produttori esterni come Cina, Turchia e via dicendo e non nascondo che in passato abbiamo riflettuto molto su quest’opportunità soprattutto per dare una continuità di servizio ai clienti, anche in un momento di difficile crisi economica. Poi però c’è stato un giro di 360 gradi dei nostri programmi e abbiamo chiesto all’Ente certificatore in connessione con il Ministero delle Attività Industriali, che i nostri prodotti, tutto l’intero processo produttivo, nonché i nostri fornitori esterni venissero certificati con il marchio 100% Made in Italy. Oggi siamo realmente l’unica azienda che ha fatto questo passo in Italia nel nostro settore; una scelta che ci ha reso comunque competitivi sul mercato e ci ha fatto sicuramente guadagnare in termini di prestigio, qualità e riconoscibilità nel mondo. OPINION LEADER 25
Tradizione italiana manifatturiera e tecnologia. Come riuscite a coniugare l’arte della ceramica con gli aspetti più innovativi della produzione? Semplicemente rimanendo legati alla tradizione prima di tutto. Attraverso la passione, in qualche occasione, cerchiamo di manipolare ancora a mano la ceramica, il che significa rendere noi stessi partecipi del processo di produzione. Quella è una parte che non abbiamo delegato alle macchine e alla tecnologia; rimane molto del nostro saper fare come artigiani e artisti della ceramica, quindi questo mix tra alta tecnologia e la parte più artigianale rende i nostri prodotti veramente belli e unici, con un target di riconoscibilità molto alto. E dal vostro “saper fare” è nata l’ultima novità “di casa”; PLUS+TON un materiale rivoluzionario che state per lanciare proprio in questi giorni e con il quale avete ottenuto il brevetto di invenzione industriale... Esatto. Prestando molta attenzione alle richieste di mercato e sfidando noi stessi, abbiamo inventato un prodotto unico nel suo genere. Si tratta di un materiale ottenuto attraverso un processo chimico che ha reso la normale superficie della ceramica, già molto resistente di suo, totalmente antigraffio. In questo modo, non avendo nessun tipo di porosità è diventata anche 100% antibatterica. Ma non solo. Con PLUS+TON abbiamo potuto creare piatti doccia completamente antiscivolo, antimacchia e garantiti a vita da Althea; cosa che nessun altro materiale può assicurare.
Si chiama ITO, la gamma di piatti doccia extra piani, caratterizzati da un profilo di soli 5,5 cm. ▷ La designer Maya Cohen. ▽
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LE CERAMICHE CON LA A MAIUSCOLA
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LE CERAMICHE CON LA A MAIUSCOLA Un bell’esempio di come la tecnologia e gusto estetico possano sposare la praticità... Obiettivo principale di ogni nostra ricerca è rendere ogni prodotto magico, sia come design che come utilizzo. Il materiale PLUS+TON ci ha permesso di realizzare piatti doccia ovviamente belli ma, in primo luogo, pratici. Basti pensare che, spessi solo 3 centimetri, risultano estremamente maneggevoli e leggerissimi, facili da trasportare, installare e tagliare... così da essere adattati facilmente a tutti gli ambienti in cui vengono posati. Come si arriva ad inventare un prodotto del genere? Dopo due anni di ricerca e uno staff che non ha mai smesso di lavorare giorno e notte. Abbiamo fatto tanti test, creato diverse sinergie tra vari professionisti anche al di fuori della nostra sede e dal nostro contesto per poter ottenere certificazioni importanti come il Tüv (Associazione di Controllo Tecnico N.d.r). È chiaro che per poter avere un prodotto unico e poter arrivare ad assicurare una garanzia a vita, è stato necessario un lavoro attento e minuzioso, che ancora non è finito, compreso quello della comunicazione. Siamo in “work in progress” perché una scoperta del genere, deve essere diffusa su ampia scala. Insomma, dobbiamo aspettarci grandi cose ancora per molti anni? Certamente. Il nostro lavoro insieme alla ricerca va sempre avanti e il prossimo obiettivo è quello di accettare sfide in settori che vadano oltre il bagno e oltre la cucina, avendo ovviamente alle spalle un’invenzione come PLUS+TON.
di Simona Melli
“PLUS+TON è un materiale talmente rivoluzionario che deve essere diffuso su ampia scala”
◁ Il primo piatto doccia realizzato con il rivoluzionario PLUS+TON. ◁◁ La collezione Outline alla quale è stato conferito il prestigioso premio DESIGN PLUS 2007.
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ritorna il
MITO
Scrambler, tra passione, modernità e bellezza d’altri tempi. Atteso, cercato e sospirato come un bimbo attende il Natale. Finalmente il nuovo Ducati Scrambler è arrivato e ha già infiammato gli animi tra ondate di consensi. Prima di scoprirlo insieme, facciamo un passo indietro e andiamo all’origine di questo mito.
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Tra modernità e tradizione, riparte da qui il mito Scrambler. ▽
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I
l termine scrambler deriva dal verbo inglese “to scramble” ovvero mischiare. Nei territori di provincia statunitensi, infatti, alla fine degli anni Cinquanta, alle motociclette stradali venivano applicati manubri, pneumatici e rapporti da fuoristrada per renderli adatti ai tratti sterrati che collegavano i ranch alle strade principali. Lo scrambler è quindi una moto con caratteristiche stradali a cui sono state apportate lievi modifiche per renderlo adatto ai percorsi fuoristrada di bassa difficoltà. Negli anni Sessanta, molte case italiane e inglesi idearono un modello turistico trasformato in scrambler per arrivare sul mercato americano, ma Ducati fece di più. I fratelli Berliner (importatori Ducati negli States) richiesero a più riprese la commercializzazione di un due ruote in linea con i gusti a stelle e strisce, così, nel 1962, nacque il primo Scrambler. Vero punto d’incontro tra le scuole di motociclismo americana ed europea fu rinnovato in più versioni fino all’uscita di scena nel 1975. In Italia, il primo Ducati Scrambler fu commercializzato nel 1968 e divenne una vera e propria moda, una delle moto più amate del nostro Paese. Quello tra un motociclista e uno Scrambler era un amore che profumava di libertà, di lunghi viaggi su interminabili rettilinei che poi si concedevano agli sterrati per riaccendere passione e desiderio. E allora, un amore così, non poteva essere tradito. Il nuovo Scrambler ha un design “post heritage” che interpreta, in chiave contemporanea, l’iconica moto della Casa bolognese degli anni ’70. Non una moto vintage, ma esattamente come sarebbe oggi la celebre moto di Borgo Panigale, se Ducati non avesse mai smesso di produrla. Un mix tra design classico e modernità tecnica. E per dirla in salsa enogastronomica, per chi meno se ne ▽ Ducati Scrambler: spirito anticonformista.
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intende, il nuovo Scrambler è un po’ come il ragù della nonna con l’aggiunta di curry e paprika. Il Ducati Scrambler è disponibile in quattro versioni che rappresentano quattro anime differenti. Icon, la più classica, disponibile in giallo e rosso con telaio e sella neri; Classic, la nostalgica che più ricorda la moto degli anni Settanta, con serbatoio “orange sunshine”, sella marrone e telaio nero. Urban Enduro, caratterizzata dalla colorazione “Wild Green”, per chi ama l’enduro e preferisce cambiare spesso tipo di percorso e Full Throttle in colorazione “Deep Black”, con scarico Termignoni basso, che strizza l’occhio allo stile “flat track”. E se ogni versione accontenta un motociclista diverso, i quattro Scrambler hanno però in comune il design e molte caratteristiche tecniche. L’alluminio del forcellone e del carter motore, l’acciaio del serbatoio e del telaio vanno di pari passo con componenti di nuova generazione come le luci anteriore e posteriore a LED e la strumentazione LCD. La forcella a steli rovesciati, i cerchi in lega, il monoammortizzatore posteriore e la pinza freno anteriore con attacco radiale sono un altro chiaro segnale della volontà di realizzare una moto dal comfort attuale, ma dal sapore retrò. Il serbatoio richiama l’originale design “a goccia” degli anni ’70, ma con una conformazione più attuale. Sul tappo si ritrova la scritta “born in 1962”, proprio com’era presente sul primo Scrambler. Le guance applicate ai lati del serbatoio sono realizzate in alluminio spazzolato e sono intercambiabili al fine di favorirne la personalizzazione. La sella è stata ridisegnata all’insegna del comfort e della praticità. Il silenziatore corto e l’unghia del parafango posteriore mostrano invece una marcata compattezza. Il gruppo ottico anteriore presenta il trasparente in vetro, con un
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Ducati Scrambler, universo di libertà ed espressione di sé. △
guidaluce lungo la circonferenza esterna alimentato da una sorgente LED che serve da luce di posizione. L’effetto abbagliante e anabbagliante è affidato a un’unica lampada nascosta da uno schermo su cui è riportato il marchio Ducati. La strumentazione è un unico elemento circolare posto sopra il faro, è interamente digitale con la scala dell’indicatore dei giri motore che richiama il tachimetro delle moto anni ’70. Il motore è un propulsore bicilindrico Desmodue a L, 2 valvole per cilindro, raffreddato ad aria e olio da 803 cm3 ed eroga una potenza di 75 CV a 8.250 giri/min con una coppia di 68 Nm a 5.750 giri/min. Il cambio è a sei rapporti, mentre la frizione, APTC multi disco in bagno d’olio con comando a cavo, è dotata di sistema antisaltellamento che limita il bloccaggio della ruota posteriore nelle scalate. Il telaio dello Scrambler è a traliccio in tubolare d’acciaio a doppia trave superiore, con un interasse di 1.445 mm, sospensioni Kayaba (forcella a steli rovesciati da 41 mm e mono regolabile nel precarico molla). Lo Scrambler Ducati monta ruote in alluminio a dieci razze (Classic e Urban Enduro le hanno a raggi), di chiara ispirazione flat track. Il design riprende quello delle ruote a raggi, con razze sottili che si intersecano nel mozzo centrale. Il cerchio anteriore da 3,00’’ x 18’’ e quello posteriore da 5,50’’ x 17’’, progettati per essere leggeri OPINION LEADER 33
△ Dal rettilineo allo sterrato, lo Scrambler ama cambiare percorso. ▽ Viaggiare in Scrambler, sinonimo di libertà.
montano i nuovi pneumatici Pirelli MT60 RS da 110/80 ZR18 all’anteriore e da 180/55 ZR17 al posteriore. L’impianto frenante Brembo con sistema ABS a 2 canali è dotato di sistema ABS Bosch 9.1 MP con sensore di pressione interno. Il freno anteriore è composto da un disco singolo da 330 mm Ø, con uno spessore di ben 5 mm, accoppiato ad una pinza a quattro pistoncini monoblocco Brembo M 4.32B con attacco radiale. Al posteriore, invece, spicca un disco da 245 mm Ø su cui lavora una pinza ad un pistoncino di 32 mm Ø. La sella bassa (790 mm da terra), il peso contenuto (170 kg a secco), il manubrio alto e largo garantiscono una guida confortevole e rilassante. In piena sintonia con il verbo inglese “to scramble” lo Scrambler offre ad ogni acquirente la possibilità di raccontare il proprio stile e il proprio modo di essere. Le quattro versioni sono solo la base di partenza su cui realizzare modelli unici e personali. Un’ampia gamma di accessori permette infatti di realizzare uno Scramber a immagine e somiglianza del guidatore. In Ducati definiscono il nuovo Scrambler “molto più di una moto, un universo di gioia, libertà ed espressione di sé”, tanto da farlo diventare un brand a sé stante che ha meritato uno stand tutto suo ad Eicma 2014. Inoltre, a corollario, nasce anche una completa linea di abbigliamento sia motociclistico che per uso cittadino, per sentirsi Scrambler in ogni situazione. E allora sia che siate nostalgici o neofiti riders, siamo sicuri che lo spirito Scrambler saprà conquistarvi, prima con la sua bellezza e poi con tanto, tanto divertimento alla guida.
di Isabella Panzini
Primo rendering del nuovo Ducati Scrambler. △
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RITORNA IL MITO ▽ Sketch del serbatoio della versione Icon.
Sketch della strumentazione completamente digitale. ▽
Sella bassa e manubrio largo, lo Scrambler promette tanto divertimento. △ ▽ Particolare del motore bicilindrico Desmodue.
La passione si vede anche da uno sketch. ▽
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la Spider da
RECORD
Presentata a settembre al salone di Parigi, il nuovo modello di casa Ferrari, 458 Speciale A, è una spider in serie limitata “speciale” che celebra il successo della 458 nelle sue diverse declinazioni, confermato dai numerosi premi internazionali e dalle vittorie in pista.
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La 458 Speciale A in tutto il suo splendore. â–˝
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C
ome ogni Ferrari che si rispetti anche la 458 Speciale A ha lasciato il segno. Tra i fortunati che hanno avuto l’occasione di ammirarla a Parigi qualcuno si sarà probabilmente domandato perché un gioiello simile debba essere destinato solo a 499 persone. Già, perché se l’auto del Cavallino di per sé non è per tutti, in questo caso è un oggetto quasi impossibile, dal momento che è stata riservata solo a 499 clienti collezionisti. La 458 Speciale A, dove la “A” sta per aperta, è la spider più prestazionale nella storia della Ferrari. Coniuga performance estreme con il piacere della guida all’aria aperta. Il ricorso al tetto rigido ripiegabile in alluminio, che impiega soli 14 secondi per abbassarsi o alzarsi è un elemento distintivo che la rende di soli 50 Kg più pesante rispetto alla versione chiusa, mantenendo comunque il tempo dello 0-100 km/h in 3 secondi. Il V8 stradale aspirato più potente nella storia della Ferrari eroga 605 cv di potenza massima e 540 Nm Volante in carbonio multi-funzione. △ ▽ Aerodinamica da corsa per una vettura comunque da strada.
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LA SPIDER DA RECORD di coppia a 6000 giri. I tre titoli “Best Performance Engine” ottenuti da questo motore sono ricordati nella specifica targa dedica in abitacolo. Per gli amanti della guida open-air ad alta velocità non c’è dubbio: sarà un bel divertimento. Le forme della 458 Speciale A sono come per tutte le vetture di Maranello strettamente funzionali alle prestazioni. Una serie di soluzioni innovative e originali ha permesso di ottenere la migliore efficienza aerodinamica di sempre per una spider Ferrari. Questo irripetibile esemplare viene presentato in livrea giallo triplo strato con banda centrale blu Nart e bianco Avus, con cerchi forgiati a cinque razze in grigio corsa. Gli interni, fortemente ispirati alle corse, sono caratterizzati dall’impiego di materiali nobili e leggeri, trattati con l’artigianalità e la cura tipiche della Ferrari.
di Fabio Operti Dettaglio della plancia centrale. △
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â–˝ Abitacolo confortevole ed essenziale, pedane e pannelli porta in fibra di carbonio. I sedili e la plancia sono invece rivestiti in tessuto scamosciato, mentre le cuciture e il motivo su schienali e sedute richiamano la vernice esterna.
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LA SPIDER DA RECORD
Ancora alcune vedute in prospettiva della 458 Speciale A. Non ci stancheremmo mai di ammirarla. ▽△
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△ Gianmaria Bruni (per tutti “Gimmi”) fresco vincitore per il 2° anno consecutivo del titolo mondiale piloti GT nella FIA World Endurance Championship (WEC).
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Gianmaria Bruni, una “Rossa” nel
SANGUE... A tu per tu con uno dei protagonisti dei trionfi Ferrari nella serie GT degli ultimi anni, cercando di carpire qualche segreto e qualche buon consiglio.
Un pit-stop per il cambio pilota fra Gimmi Bruni e Toni Vilander. △
E
ntrare nell’Olimpo dei piloti vincenti della Scuderia Ferrari è qualcosa che va al di là dell’immaginazione. Se diventare un pilota professionista rappresenta già di per sé un traguardo quasi inarrivabile, per Gianmaria Bruni quel traguardo, tagliato così tante volte, sembra essersi trasformato in un nastro di partenza: alla caccia di una nuova vittoria, un nuovo record, un nuovo sogno. Gianmaria è un ragazzo normalissimo, umile ma sfacciatamente determinato. A 20 anni si era già conquistato la Formula 1 e siccome il team Minardi
da cui era stato ingaggiato non poteva garantirgli una macchina competitiva lui ha scelto di fare un passo indietro, tornando nella categoria inferiore, per ritrovare il brivido della sfida, la quintessenza della competizione. Ho scelto questo aneddoto della sua luminosa carriera per darvi l’idea della forza di carattere di un professionista di successo, capace di abbandonare momentaneamente il punto più alto della carriera per il suo sogno: vincere. Ora siamo qui con Gianmaria che ci racconta qualcosa in più su di sé… OPINION LEADER 43
Gianmaria, sei un affermato pilota di successo… era questo il tuo sogno da bambino? È sempre stato il mio sogno diventare un pilota professionista e poter vincere. La tua carriera è costellata di vittorie e anche, per certi aspetti, di scelte drastiche, come quella di lasciare la Formula 1 e tornare in GP2… Facendo un’analisi della mia carriera, fino ad ora il più grande rimpianto è stato non poter dimostrare il mio lavoro e la velocità in F1. Tuttavia quell’anno non c’erano proprio i presupposti, la situazione intorno a me era pesante e confusa. Mi sono rimesso in gioco in GP2 vincendo delle gare davanti a campioni come Hamilton e Rosberg pur correndo con team con meno esperienza. Per gran parte dell’opinione pubblica la Formula 1 è la classe regina delle competizioni automobilistiche… anche se esistono altre corse molto affascinanti, come quelle in cui sei protagonista. Come mai secondo te queste competizioni non riescono a ritagliarsi la fetta di visibilità che meriterebbero? È solo una questione di sponsor e immagine? È chiaro che la TV porta visibilità e quindi sponsor, e dove ci sono questi due elementi il pubblico aumenta, però sto vedendo che negli ultimi anni le corse di endurance e specialmente il WEC stanno crescendo sempre di più e c’è sempre più interesse soprattutto in certi Paesi.
Che emozioni provi quando ti siedi al volante della tua Ferrari da corsa? Sono emozioni bellissime e difficili da spiegare. Da Italiano correre per la Ferrari è bellissimo e vincere lo è ancora di più. Inoltre con il GT mi trovo benissimo. Hanno provato a fermarti con il Balance of Performance, ma ti hanno solo un po’ rallentato… cosa pensi di questi escamotage per mettere i bastoni fra le ruote a chi vince? I primi anni, quando venivo dalle “formule”, non riuscivo a capire il perché; è come se nel calcio togliessero giocatori in campo perché quella squadra è forte: sono cose assurde. Alla fine cerchi di conviverci e di fartene una ragione perchè se vuoi correre in GT purtroppo ci sono queste regole. Hai vinto due edizioni della 24h di Le Mans, una gara che accende l’immaginario un po’ di chiunque. Che sensazioni hai provato? Ne ho vinte 3, una con il team americano Risi Competizione, ma sicuramente vincere 2 volte con AF Corse è stato fantastico: macchina italiana, pilota italiano e team italiano, incredibile!
In posa prima della partenza, invitando a tifare per la Ferrari n.51. ▽
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GIANMARIA BRUNI, UNA “ROSSA” NEL SANGUE...
I tre piloti Ferrari Gimmi Bruni, Giancarlo Fisichella e Toni Vilander festeggiano la storica vittoria a Lemans del 15 giugno scorso. △
Quale ritieni essere fino a questo momento il punto più alto della tua vincente carriera? Sicuramente il titolo mondiale dello scorso anno, poi chiaramente ogni gara e ogni test cerco di migliorarmi e sono sempre alla scoperta e alla conquista di nuove vittorie e nuove sfide. Le vittorie a Le Mans poi hanno un sapore diverso, è veramente indescrivibile. Da profano ho sempre pensato che gareggiare con vetture a ruote coperte sia più semplice che farlo con quelle scoperte, è proprio così? Quali sono le differenze che hai riscontrato? Basti pensare che molti piloti di F1 che sono approdati in GT hanno faticato molto per trovare il giusto feeling con la macchina ed essere veloci. Sono 2 guide differenti, forse è molto più impegnativo a livello mentale il GT, dove parecchie volte sei al volante per tante ore di giorno e di notte, dove tutto può succedere e ogni turno di guida sono delle vere qualifiche. …e correre con una vettura in condivisione con un altro pilota? Fa parte delle gare endurance e anche questa è una grande sfida. Essere una cosa sola con il tuo compagno è molto importante, capire le esigenze di uno e dell’altro è importantissimo per ottenere i risultati migliori.
Ritornando alla Formula 1, come la trovi cambiata oggi? Ti piacerebbe avere un’altra opportunità o lo consideri un capitolo chiuso? Ultimamente la F1 non la seguo più di tanto, trovo tutti questi cambiamenti regolamentari stranissimi e inoltre trovo che il livello di guida sia calato tantissimo. Ormai per scegliere un pilota nei team più piccoli si sta attenti soprattutto al denaro che può portare e dare al team, non più al suo talento. Sinceramente mi sento appagato in GT, riesco a dimostrare il mio impegno in pista... e comunque è tardi per un’altra possibilità. Di questo passo per i giovani piloti che sognano ancora di calcare il palcoscenico più ambito della Formula 1 diventa un’impresa quasi impossibile… cosa consiglieresti loro in base alla tua esperienza? Chiaramente di continuare a sognare la F1, però cercare di capire che non c’è solo la F1 nelle corse, ma ci sono tantissime altre categorie dove un pilota può crescere, migliorarsi e ottenere grandi risultati. Cosa ti piace fare nel tuo tempo libero? Stare il più possibile con mia moglie e mia figlia e amo migliorarmi fisicamente. Amo correre a piedi e andare in bici.
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Ruud Wildschut, proprietario della Wilux ai tempi sponsor della Minardi, aveva dichiarato che tu vuoi solo vincere e se non puoi farlo ti arrendi facilmente… Sei così competitivo anche quando giochi con gli amici? Sì è vero! Ruud in parte aveva ragione... nella mia vita non faccio nulla per partecipare, purtroppo o per fortuna sono fatto così. Quando sono in modalità “race mode” (come dico io) voglio solo vincere! Il più grande sbaglio della mia carriera è stato correre per la Minardi, sapevo benissimo che non avrei mai potuto avere una possibilità di vittoria già dopo i primi test. In F1, nell’anno in cui ho corso, non avrei mai potuto lottare per vincere e non riuscivo a stare a guardare per poi sperare in un futuro chissà dove. Io volevo lottare in quel momento. Forse è un atteggiamento sbagliato per la F1, ma io sono così e oggi ho trovato la mia strada. Quale consideri la tua qualità migliore che ti ha permesso di emergere nel lavoro come nella vita? Essere meticoloso, vedere i dettagli e cercare di migliorarmi sempre come Uomo e come Pilota. …e la caratteristica che ti manca o che vorresti migliorare? Cercare di accontentarmi ogni tanto, di non cercare sempre il limite perché in quel momento ci sono sopra da un bel po’. E poi sdrammatizzare un pochino di più quando una corsa non è andata bene, ancora dopo tanti anni non mi va giù l’idea. Come ti vedi a 50 anni? Hai già pensato a cosa potresti dedicarti una volta “appeso il volante al chiodo”? Ancora no sinceramente, però ogni tanto escono fuori questi discorsi e io dico sempre che vorrei comprare una grande casa in campagna e stare lì tranquillo con i nostri figli e nipoti. Sarebbe una grande cosa e un grande obiettivo.
di Fabio Operti
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△ La Ferrari di Gimmi Bruni in azione nella 6 ore del Fuji. ▷ La felicità di Gimmi dopo la 5 prova del campionato del mondo Endurance. ▽ L’arrivo al traguardo della Ferrari n.51 nella gara del Fuji.
GIANMARIA BRUNI, UNA “ROSSA” NEL SANGUE...
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trenta metri sopra il
MARE
4 livelli per 30 metri di comfort: Navetta 30, il nuovo ed esclusivo yacht eco sostenibile progettato da Filippetti, si prepara a conquistare il mare.
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L’esclusiva Navetta 30: due motori CAT da 885 cavalli ciascuno per una velocità di crociera di 13 nodi. ▽
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△ La luminosissima e sofisticata cabina dell’armatore con ampie vetrate laterali.
A
lla vista di Navetta 30 anche il più grande armatore di sempre, il leggendario Onassis, probabilmente sarebbe rimasto a bocca aperta. Il secondo modello della “serie green” di Filippetti Yacht è, infatti, uno spettacolare ed esclusivo 30 metri frutto della collaborazione con il designer Pietro Mingarelli. Ciò che caratterizza Navetta 30, oltre all’indiscutibile ricercatezza estetica, sono i criteri di sostenibilità ambientale alla base della progettazione (carena dislocante, linee morbide e rotonde, emissioni e consumi limitati) uniti alla ricerca di un comfort di navigazione senza paragoni. I grandi spazi a bordo, i dettagli personalizzabili, l’attenzione alla privacy e la filosofia eco-chic di Navetta 30 faranno godere del piacere del mare, senza compromettere il benessere ambientale. A rendere davvero unica questa imbarcazione è lo sviluppo in 30 metri di lunghezza su quattro
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differenti livelli - ponte inferiore, ponte principale, ponte superiore e ponte sole - tutti con una precisa divisione degli spazi, per un utilizzo ancora più ottimale. Sul ponte principale si trovano l’area giorno “open space” con un comodo divano e un ampio tavolo da pranzo (è accessibile dal pozzetto, un vero e proprio salotto all’aperto), la cucina dotata di elettrodomestici firmati Miele (ha un accesso diretto riservato all’equipaggio), un bagno giorno (a disposizione degli ospiti) e, a prua, l’importante zona armatoriale dedicata al protagonista assoluto di Navetta 30: l’armatore, appunto. Posta su un gradino al di sopra del salone, in una posizione privilegiata a tutto baglio, la cabina dell’armatore è illuminata dalla luce naturale proveniente dalle grandi vetrate che corrono a 180 gradi lungo tutto il perimetro. Da lì la vista panoramica è eccezionale e il contatto diretto con il mare è pura
TRENTA METRI SOPRA IL MARE emozione. Nel secondo ambiente, accessibile da una scala interna, si trovano anche l’ufficio privato e uno spazioso guardaroba, oltre alla lussuosa sala da bagno (i servizi sono separati dalla zona Spa, dotata di doppi lavandini, vasca idromassaggio e una doccia di dimensioni straordinarie). Tutta la parte centrale del ponte inferiore è dedicata, invece, agli ospiti, a cui sono state riservate quattro sofisticate cabine - due con letti matrimoniali e due con letti gemelli - ognuna con bagno privato e grandi finestre per il massimo della luminosità. Verso poppa, completamente separati, si trovano gli ambienti per l’equipaggio e la “technical room” con tutti gli impianti di bordo. La magia di Navetta 30 continua sul ponte superiore grazie alle due imponenti aree esterne, quella a poppa con lettini prendisole, tavolo da pranzo, tavolino da caffè, zona barbecue e mobile bar, e la grande terrazza a prua con affaccio panoramico sul mare. Internamente si trova il salone allestito con divano a “L”, TV da 40 pollici, tavolo da caffè e mobile bar. Un ulteriore angolo di privacy e relax si può cercare salendo al sun deck, il ponte sole, dove è facile abbandonarsi su comodi prendisole lasciando a terra qualsiasi pensiero, anche se è ormeggiata. E quando arriva il momento di salpare verso l’orizzonte, con i suoi 27.000 litri di carburante e le 4.000 miglia di autonomia, Navetta 30 garantisce crociere lunghe più di 15 giorni, tutti ovviamente in perfetta armonia con il mare e in sintonia con il proprio benessere.
di Silvia Barlascini Un grande tavolo da pranzo dove consumare i migliori momenti di convivialità. ▽
Il lusso si ritrova anche nel curatissimo bagno dedicato agli ospiti. ▽
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â–ł Navetta 30 in tutto il suo fascino. La cabina degli ospiti offre il massimo del comfort grazie al letto doppio e alle ampie dimensioni. â–˝
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TRENTA METRI SOPRA IL MARE
Sul ponte principale il relax è assicurato dalla comoda zona open space. ▽
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arriva il golf in
CITTÀ
Subito una precisazione, non si tratta del simpatico circuito di buche del minigolf ma del primo campo pratica di golf d’Europa in centro città.
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Veduta dall’alto del Campo Pratica all’interno di City Life. ▽
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on un’area di circa 14mila metri quadrati, da oggi Milano potrà godere di uno spazio dedicato a tutti gli appassionati del golf, soprattutto ai neofiti e ai bambini che avranno il piacere di approcciare per la prima volta questo bellissimo sport. Il campo sorge all’interno di Citylife, il progetto di riqualificazione dello storico polo urbano della Fiera di Milano. 366.000 mq di superficie di intervento complessiva e un mix bilanciato di servizi privati e pubblici, tra cui appartamenti, uffici, un’area commerciale e il terzo parco pubblico più ampio del centro di Milano, CityLife è uno dei più imponenti progetti di riqualificazione urbana d’Europa. Le tre torri progettate dagli architetti di fama mondiale Arata Isozaki, Daniel Libeskind e Zaha Hadid rappresentano oggi il cuore pulsante del progetto e in un futuro ormai prossimo diverranno il nuovo business district della città, donando così a Milano una nuova veste in linea con le più acclamate metropoli europee. Per inaugurare il Campo Pratica è stato invitato l’atleta di eccezione Matteo Manassero che, per l’occasione, ha eseguito un vero e proprio “Tiro Mozzafiato” dall’alto dei 207 metri della Torre Isozaki, a circa 250 metri lineari di distanza dal Campo Pratica. Una T line di 20 postazioni di tiro, che comprende una zona alberata sul perimetro, che durante l’evento ha ospitato appassionati, sportivi, attori e chef stellati, accomunati dalla passione per il golf. Matteo Manassero, il più giovane golfista a vincere l’European Tour, si è espresso in maniera entusiasta verso questa iniziativa affermando che “eseguire il tiro da una postazione così esclusiva quale la Torre Isozaki, una tra le opere architettoniche più importanti d’Italia, è stata un’esperienza unica. Ciò che mi auguro è che, grazie a questo campo pratica in centro città, sempre più adulti, ma soprattutto bambini, possano appassionarsi al golf”. Anche noi ci auguriamo possa essere davvero così. La gestione del campo sarà affidata alla rinomata Golf School Zappa, composta da un team di 11 insegnanti professionisti di golf, che forniranno lezioni individuali personalizzate per principianti e anche per giocatori di livello medio e avanzato. Sarà aperto anche la sera, una bella notizia che farà senz’altro felici gli stacanovisti…
ARRIVA IL GOLF IN CITTÀ
Matteo Manassero con l’AD di CityLife Armando Borghi. △ ▽ Matteo Manassero osserva la traiettoria della pallina appena colpita.
di Fabio Operti
◁ Matteo Manassero si prepara a eseguire il tiro dalla Torre Isozaki.
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Matteo Manassero con l’AD di CityLife Armando Borghi sul Campo Pratica △
ARRIVA IL GOLF IN CITTÀ
Matteo Manassero si gode la visuale dalla Torre Isozaki. △ Skyline della nuova CityLife con apprezzabile vista sul Campo Pratica. ▽
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tutto lo “Charme” del
TRENTINO
Un consorzio di nove alberghi, resort e masi di eccellenza che condividono un territorio e una nuova filosofia dell’accoglienza. Strutture atipiche, molto eterogenee, dimore storiche, hotel di design e baite tradizionali tutte accomunate dalla suggestione dei paesaggi del Trentino e dall’estrema cura dei dettagli, che fanno la differenza. Questo è Trentino Charme.
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o chiamano “Easy Chic”. Un concetto innovativo di ospitalità: chi entra in uno degli alberghi di Trentino Charme, il consorzio turistico che unisce i proprietari di strutture di altissimo livello della provincia a stretta gestione familiare, viene lasciato libero di fare e di chiedere. Queste strutture hanno la capacità di anticipare i desideri dell’ospite e di declinarne il soggiorno “su misura”, fino a renderlo indimenticabile. Un vero valore aggiunto alla bellezza degli scenari del Trentino. Non è la solita frase a effetto buona per i cataloghi: in una qualsiasi struttura di Trentino Charme ci si accorge ben presto di poter provare emozioni fuori dal comune, anche nelle piccole cose, pur sentendosi perfettamente a proprio agio come a casa. Molto meglio di un ambiente formale e rigido come accade in molti cinque stelle. Qui il vero e proprio lusso non sta nell’ostentazione, ma nel cercare di regalare comfort ed emozioni. Non per nulla qui tutti
dicono “Questa casa non è un albergo”. In una struttura Trentino Charme l’ospite può scegliere di scomparire dai radar del mondo per qualche giorno senza mai venire a contatto con nessuno o, al contrario, può chiedere al proprietario dell’albergo di accompagnarlo a fare un giro sulle piste da sci del comprensorio, di condividere con lui due tiri a golf, una degustazione di grappe o un corso di yoga, anche se non previsti nel depliant. Tutti e nove gli alberghi, ognuno a proprio modo e in funzione delle caratteristiche della valle che li ospita, possono diventare un punto di riferimento per chi ama la natura, praticare sport outdoor, per chi apprezza la buona tavola piuttosto che il design, per chi ricerca il wellness e semplicemente per chi ha bisogno del posto giusto per visitare i Mercatini di Natale trentini, i luoghi della Grande Guerra, musei, castelli e tradizioni di questa terra. A bordo piscina, sotto la veranda del Vivere Suites & Rooms, c’è sempre una merenda pronta per gli ospiti. ▽
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L’atmosfera che si crea nelle camere dopo il tramonto rende tutto ancora più suggestivo. △
VIVERE SUITES AND ROOMS
L’AGRITURISMO PIÙ COOL D’ITALIA Una struttura più unica che rara, ideale per le coppie, a pochissimi chilometri dal Lago di Garda. Sembra un cinque stelle lusso, eppure è un agriturismo! Il Vivere Suites and Rooms miscela design, tecnologia e natura in questo progetto che conta quattro suite con angolo cottura e due junior suite, tutte elegantissime, ognuna con ingresso indipendente e giardino privato, immerse in un vigneto ad Arco di Trento. Tutto l’edificio si fa vanto di architetture molto ricercate - nonché di un impianto geotermico e fotovoltaico di ottimo livello - e, per rispondere agli standard di cubatura richiesti dalla categoria, è solo poco più alto delle vigne stesse, il che lo rende invisibile al mondo esterno. Tutto qui emana un fascino particolare e lo si nota perfino dal portone d’ingresso, forgiato con un metallo caratteristico, così come dalla cura con cui sono state scelte le particolarissime piante ornamentali del giardino. L’accesso alle aree comuni avviene da un piccolo ponte che conduce al patio dove vengono servite le colazioni, le merende e gli aperitivi, estremamente elegante e accogliente. L’attigua piscina confina peraltro con la living room dove poter sorseggiare davanti al camino un vino prodotto dalle vigne dell’agriturismo. Le varie suite sono arredate con gusto, replicando l’impronta dello stile sobrio e quasi
scandinavo di tutta la struttura. I colori caldi e le atmosfere morbide sono predominanti, ma sono soprattutto riservatezza, libertà e comfort a fare la differenza, principi fondamentali per una struttura che vuole essere esclusiva. Le suggestioni del Lago di Garda fanno il resto, così come le attenzioni di Eddy e Michela che sono sempre pronti ad accontentare i loro ospiti. Chi sceglie il Vivere Suites and Rooms, ad esempio, ha a disposizione gratuita non solo le biciclette ma anche una Vespa per visitare il lungo lago. Niente sauna - qui non fa mai abbastanza freddo per giustificarne una - ma un centro massaggi molto curato dove vengono miscelate essenze da tutto il mondo agli oli prodotti all’interno dell’agriturismo stesso. La posizione, infine, rende questa destinazione strategica per ogni genere di escursione, sulle Dolomiti del Brenta come sugli altri laghi trentini, ai musei di Trento e Rovereto come lungo il fiume Sarca e sulle colline verdissime attorno ad Arco. di Sofia Biasin
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TUTTO LO “CHARME” DEL TRENTINO
new in town: Plumes, l’atelier dello
SGUARDO Prende ispirazione dall’Asia, il nuovo negozio milanese dove ciglia e sopracciglia assumono nuove forme per sottolineare la bellezza.
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L’ingresso del negozio Plumes. △
△ Una fase dell’infoltimento ciglia.
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iceva Bruce Chatwin, scrittore e viaggiatore, “Il viaggio non soltanto allarga la mente: le dà forma”. Ed è proprio nel corso di un viaggio che l’imprenditrice Claudia Milia ha trovato l’ispirazione per il suo nuovo progetto: PLUMES, il primo salone italiano dedicato esclusivamente a trattamenti per ciglia e sopracciglia. Da sempre appassionata di bellezza ed estetica, in Asia, Claudia scopre l’attenzione e la cura che la cultura asiatica dedica allo sguardo. Rimane affascinata da come, attraverso il disegno, il volume e la forma, ciglia e sopracciglia possano trasformare completamente l’immagine e il volto di una persona. Attraverso i suoi servizi beauty, come allungamento e infoltimento ciglia e ricostruzione sopracciglia, Claudia dona carattere agli occhi e scolpisce i lineamenti delle sue clienti. In un ambiente pieno di stile, a metà tra un salotto di casa e uno studio sartoriale, la cliente riceve una consulenza ad hoc accolta da un team altamente qualificato. Poche cose sono importanti come gli occhi, ecco perché, per risaltarne la naturale bellezza è fondamentale che il disegno e la forma di ciglia e sopracciglia siano studiate su misura. “L’attenzione alla persona è totale. Gli appuntamenti possono durare anche due ore”, dice Claudia Milia, proprietaria di PLUMES. “Durante l’incontro chi viene da noi spiega il risultato che vuole ottenere e in base a forma del viso, tipologia di pelle
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Un’operatrice disegna la curva perfetta. △
NEW IN TOWN: PLUMES, L’ATELIER DELLO SGUARDO
◁◁△▽ L’interno del salone, pieno di stile, a metà tra un salotto di casa e uno studio sartoriale.
ed eventuali cicatrici da correggere, l’operatrice sceglie la tecnica più adatta”. I trattamenti sono pensati anche per chi è allergico al nickel; viene eseguito un patch test nelle 24 ore precedenti la prima applicazione, onde evitare possibili reazioni. L’infoltimento delle ciglia è uno dei servizi più amati dalle donne, una tecnica nuova che allunga e dà volume in modo semipermanente. “È come avere il mascara tutti i giorni, senza doverlo applicare ogni mattina. Basta poco per essere belle, anche al risveglio”, spiega Milia. PLUMES è in Via Clusone, 1. www.plumes.it
di Vera Vanetti
Il consiglio in più
a È possibile prenotare un UITA CONSULENZA GRAT al numero 02 45388335
Idea regalo
Sono disponibili le ES, GIFT CARD di PLUM per regalare uno sguardo nuovo. OPINION LEADER 69
1834. I fondatori di Antica Focacceria San Francesco. △ Il locale in una foto d’epoca, 1834 Palermo. ▽
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la cucina popolare impegnata nel
SOCIALE
Ricette originali, storia e spirito imprenditoriale, Antica Focacceria San Francesco è il ristorante che custodisce e diffonde la tradizione della cucina siciliana.
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el 1834, a Palermo, Salvatore Alaimo aprì la sua Focacceria. Oggi il ristorante celebra il suo 180esimo e conta locali a Roma e Milano. Antica Focacceria San Francesco è una vera e propria fucina di idee, ricette e piatti che affondano le radici in secoli di tradizioni gastronomiche siciliane, greche, arabe, spagnole e francesi. È a Palermo che lo street food italiano la fa da padrone, tantissime le specialità siciliane amate in tutta la penisola e all’estero. Il cibo di strada è anche il primo piatto realizzato nel ristorante che si presenta al pubblico con la focaccia “schietta” (che in siciliano significa nubile/vergine), inizialmente realizzata con ricotta e strutto, un nome curioso che deriva dal bianco degli ingredienti e che rievoca il velo nuziale delle giovani spose. Passano gli anni e nuove ricette si aggiungono al menù: arancine, panelle, cazzilli e sfincione in primis, fino ad arrivare alla proposta attuale che conta piatti della tradizione come pasta alla Norma, sarde a Beccafico e involtini di melanzane. Da sempre, Antica Focacceria San Francesco è un simbolo che rappresenta la storia della Sicilia e
dell’Italia, memorabile luogo di incontro fra personaggi della politica italiana (Garibaldi fu uno dei primi), della cultura (Luigi Pirandello fu un assiduo frequentatore) e della lotta alla mafia (i giudici Falcone e Borsellino). Ancora oggi, la Focacceria percorre il suo cammino con trasparenza e correttezza scegliendo attentamente i fornitori tra aziende socialmente responsabili. Il percorso dei cibi è controllato dall’origine sino al piatto del cliente, curando nel dettaglio la qualità di ciò che è servito. Per questo motivo sono anni ormai che - a sostegno del riutilizzo socialmente utile dei terreni confiscati alle mafie – la Focacceria ha scelto di acquistare una serie di prodotti dalle cooperative di “Libera Terra” che, attraverso il coinvolgimento degli agricoltori e di diversi altri settori produttivi del territorio, fanno dei beni espropriati in tutta Italia una risorsa per lo sviluppo dell’intero circuito socio-economico. Un esempio vale su tutti: l’olio di “Libera Terra” è su ogni tavolo di Antica Focacceria San Francesco.
di Vera Vanetti L’interno dello storico locale di Palermo. ▽
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Pasta alla Norma. △
△ Cazzilli.
△ Pasta alle sarde.
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Pani ca’ meusa. △
Torta pistacchiosa. △
Cannolo siciliano. △
LA CUCINA POPOLARE IMPEGNATA NEL SOCIALE
“A Palermo, l’Arancina è femmina”.
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ortare a ebollizione l’acqua, salare e aggiungere il riso, coprire e fare cuocere a fuoco moderato; a fine cottura il riso dovrà aver assorbito completamente l’acqua nella pentola. Mantecare il riso ancora caldo con il burro, lo zafferano, 3 uova e lasciare raffreddare. In una casseruola soffriggere il sedano, la carota e la cipolla tagliati molto finemente. Una volta che le verdure sono ben dorate, aggiungere la carne facendola rosolare leggermente; sfumare con mezzo bicchiere di vino rosso, infine aggiungere sale, pepe e 30 gr di farina facendo molta attenzione affinché non faccia grumi. Unire la passata di pomodoro e cuocere a fuoco lento per circa un’ora. A parte, scottare per qualche minuto i piselli in abbondante acqua salata, scolarli e passarli in padella con una noce di burro; una volta che il ragù sarà pronto, ultimare aggiungendo i piselli e far raffreddare. Per la preparazione delle Arancine formare con il riso tante palle di circa 5 cm di diametro; fare col pollice un buco in ciascuna e riempirlo con ragù e un dadino di caciocavallo o mozzarella, poi richiuderlo. Passare le Arancine nella farina, poi nelle uova sbattute e salate, quindi nel pan grattato, friggere in olio ben caldo. Suggerimenti: le Arancine possono essere condite con prosciutto cotto e formaggio fresco, ricotta e spinaci, salmone.
I RISTOR A
4 persone Ingredienti per borio - 250 gr di riso Ar ma - 250 gr di riso Ro a - 1 lt di acqu zafferano - 1 gr di pistilli di trita di vitello - 150 gr di carne freschi - 100 gr di piselli a di pomodoro - 100 ml di passat - 6 uova ativa mozzarella a dadini, in altern llo va ca cio ca di gr - 100 - 100 gr di burro - 1/2 cipolla - 1 carota - 1 costa di sedano - 300 gr di farina rattato - 300 gr di pang - Vino rosso inato fresco - Sale e pepe mac la frittura - Olio di semi per
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Palermo Via A lessan d ro Paterno st ro, 58 Roma Piazza della Torret ta, 38 Aeroporto L eonardo da Vinci - Ter m Milano inal 3 - Fiu m icino Via San Pao lo, 15 Via Piero d ella Francesc a , 56 Via Panfilo Castald i, 37 OPINION LEADER 73
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HOME SWEET HOME
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1 - Giada, agata e ametista ricreano in questo lampadario un frizzante oriente colorato SUSSIEBIRIBISSI. (€1.400) 2 - Per un sonno “romantico” arriva il letto a baldacchino di MINACCIOLO. (€2.037) 3 - Linee forti. Colori decisi. Idee diverse. È il vintage di CERAMICA ALTHEA che prende vita e trasforma il bagno. (a partire da €840) 4 - La sedia COCOON è possibile personalizzarla in ogni parte con materiali diversi. (a partire da €250)
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Nolangroup, un’Eicma in barba a
TUTTI
Durante la 72esima edizione di Eicma Nolangroup ha presentato l’intera gamma 2015, ma ha voluto puntare i riflettori sul nuovo N21. Nolan N21 strizza l’occhio a un nuovo target. Questo modello è infatti un demi-jet caratterizzato dalla qualità Nolan, ma con dettagli di stile provenienti dal mondo cafè racer, nuova tendenza del mercato motociclistico. All’interno dello stand Nolangroup, è stato ricreato un ambiente tipicamente cafè racer grazie a due importanti collaborazioni: TpR Italian Factory che ha esposto la sua celebre “Too Much” e Bullfrog Barber Shop, il noto barbiere di Milano che propone l’atmosfera della classica barberia di un tempo. Gli ospiti hanno così potuto concedersi un’insolita pausa sedendosi su una classica sedia da barbiere anni ’50 e approfittando del servizio completo barba e baffi in stile vintage. E tra gli ospiti c’è stato anche qualcuno di molto speciale. Puntualissimo, alle 16.30 di giovedì 6 novembre, Carlos Checa si è seduto sulla sedia di Bullfrog, ma sorpresa! A tenere forbice e pettine c’era Marco Melandri! Con aplomb da gentleman rider Carlos si è complimentato con Marco, per poi passare di buon grado tra le mani del barbiere professionista. Anche Niccolò Canepa ha voluto provare le sue abilità da parrucchiere, ma a farne le spese è stato un fan. Chaz Davies, passato allo stand il sabato pomeriggio, ha invece preferito sedersi nella postazione Bullfrog solo per concedersi un po’ di relax. E non solo barba e capelli! A movimentare lo stand Nolangroup ci ha pensato anche Franco Bobbiese. Lo stand si è trasformato in uno studio televisivo per la registrazione della puntata speciale di Griglia di Partenza con tutte le novità del Salone.
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di Isabella Panzini
1 - Le bellissime pin up dello stand Nolangroup. 2 - I fan si accalcano intorno a Marco Melandri. 3 - Le campagne ADV diventano parte dello stand. 4 - Melandri firma autografi per i fan. 5 - Vergani (presidente Nolangroup) e Merzario discutono durante Griglia di Partenza. 6 - Canepa si improvvisa barbiere per un fan. 7 - Relax per Chaz Davies. 8 - Checa si affida a Melandri per un taglio veloce. 9 - Silvia e Olivia in sella alla Too Much di TpR Italian Factory. OPINION LEADER 77
10 - N21 Lario Chrome il piĂš ammirato dello stand. 11 - Bullfrog Barber Shop e TpR Italian Factory per il corner cafĂŠ racer. 12 - Barba e baffi per un visitatore. 13 - Particolare del modello N21.
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scatti di
LUCE
Nell’epoca dell’estenuante rincorsa alla perfezione estetica, c’è ancora chi misura l’incidenza dell’immagine con l’inesauribile potenza della luce.
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Casey Neistat, New London 2013. Mb by Mercedes Benz. â–˝
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S
offermarsi sul quotidiano meno epico. Catturarlo per la storia che ci racconta, per quello che silenziosamente ci vuole insegnare. L’amore per l’immagine, immortalata con mano abile ma spensierata, l’amore per una fotografia densa di esperienze passate, in cui visi, sagome e metropoli vissute intimamente, vengono tratteggiati nei suoi bianchi e neri. Che il risultato sia a colori o monocromatico, l’obiettivo è sempre lo stesso: riuscire a ottenere dal gioco di luci l’essenza di un paesaggio, la suggestione di un movimento, l’immediatezza dei dettagli, in modo tale che il singolo scatto riesca a catturare l’attenzione dell’osservatore con potente e incisiva curiosità. Ci troviamo di fronte a fotografie che restituiscono un’immagine incredibilmente affascinante di mezzo globo terrestre: terre arse dell’Africa, calde luci californiane, viste aeree di fredde capitali europee e la magnificenza architettonica della Grande Mela. Nonostante l’immensa differenza che li contraddistingue, ogni scatto riesce a colpire
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per la grande immediatezza in grado di trasmettere. Il risultato è un’illustrazione malleabile ma fedele di ciò che ci circonda. È così che Manfredi Gioacchini, fotografo romano di 27 anni, vissuti tra Italia, Tokyo, Londra, New York, Tanzania e Los Angeles, interpreta la fotografia: è riflesso delle esperienze che lo hanno portato in giro per il mondo. Ciò che noi amiamo di più nei suoi scatti è, senza dubbio, la spontaneità con cui riesce a raccogliere e a raccontarci storie e attimi di creazione spensierata ma, allo stesso tempo, ricca di cenni autobiografici. Spontaneo come i suoi lavori, ha deciso di raccontarsi a noi.
Matthew Avedon, New York 2014. Style magazine. △ Daniel Arsham, New York 2013. ▷
SCATTI DI LUCE
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Los Angeles, New York, Londra... Ma le tue origini sono italiane. Cosa cercavi (o stai ancora cercando) all’estero? Innanzitutto, ci tengo a dire che sono felicissimo delle mie origini italiane, le porto con me ovunque vado; grazie a quelle sono riuscito a raggiungere dei risultati importanti nella mia carriera. All’estero cerco di mettermi in gioco e in “competizione” con il mondo. Credo che sia fondamentale viaggiare per il lavoro che faccio e grazie a questi viaggi ho sempre l’opportunità di crescere. So che hai vissuto per un certo periodo in Tanzania. Un posto dal fascino e dalla bellezza innegabile. Tu, da lì che cosa ti sei portato via? L’Africa è il continente che amo di più in assoluto. Uno dei miei fotografi preferiti, Peter Beard, fece una mostra e un libro dedicati a questo posto meraviglioso, intitolati “The End of the Game”. Tuttora vive tra il Kenya e New York, io vedo il suo lavoro e la sua vita come fonte di grande ispirazione. Per quanto riguarda la Tanzania, viverci mi ha dato moltissimo, soprattutto dal punto di vista umano. Credo che sia l’unico posto dove mi sono davvero messo in gioco, relazionandomi con chiunque: dal ‘vecchio’ Inglese colone all’Israeliano che lavora con le perle, al Masai che si è trasferito nella grande città per trovare lavoro.
C’è qualcosa nei tuoi lavori riconducibile a quel periodo? Senza dubbio i miei ritratti e le foto aeree. Ma, soprattutto, dopo quell’esperienza credo di essere diventato più istintivo con le mie fotografie. Molti dei tuoi ritratti sono in bianco e nero, c’è una motivazione dietro la tua scelta? È una controtendenza? Beh, il bianco e nero è poesia. Come la musica classica, non ha tempo né dimensione. Sicuramente grazie a William Eggleston, (uno fra i primi a sdoganare l’uso del colore nella fotografia d’arte. ndr) il mondo fotografico è cambiato radicalmente. Trovo quella tipologia di fotografia stupenda, mi piace e affascina fare dei progetti fotografici segnati da luci calde (soprattutto del West Side), ma il ritratto è una cosa a sé. Troppo personale per definirla una controtendenza. È il mio punto di vista. E qual è il tuo punto di vista sulla fotografia? Cosa rappresenta per te? La penna per lo scrittore o le note nel pentagramma, per me senz’altro la fotografia è riflesso della mia prospettiva e nei miei ritratti credo diventi anche strumento per conoscere persone e luoghi straordinari.
Chevron gas station, Nevada 2014. ▽
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SCATTI DI LUCE
A Shaman, Zanzibar, Tanzania 2011. △ Dar es Salaam, Tanzania 2011. ▽
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Modern Landscape, Nevada 2014. ▽
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SCATTI DI LUCE L’esperienza di vita che più ti ha segnato, cambiando la tua prospettiva? Vivere a stretto contatto con artisti che ammiro mi segna tutti i giorni, senz’altro il vivere a New York è un momento ininterrotto di osmosi, capace di cambiare la mia visione in modo impercettibile ogni giorno. Credo però, senza dubbio, che l’esperienza più significativa, sia stata vivere in Africa. In un paese come la Tanzania, la poesia sembra risiedere in ogni elemento, la bellezza e la perfezione dei meccanismi della natura possono essere apprezzati come in pochi altri posti al mondo. Bellezza che noi stiamo distruggendo con una pessima gestione della modernizzazione. È la decadenza dell’uomo di fronte alla natura? C’è un documentario stupendo e allo stesso tempo paralizzante, con protagonista Peter Beard - di cui già ho accennato la mia ammirazione - che parla proprio di questo problema. In questo mondo, noi umani, siamo semplicemente troppi. La cosa che aggrava la sovrappopolazione è la completa mancanza di educazione sugli effetti reali che il nostro stile di vita (anche il mio) ha sul sistema Terra. Come hanno affermato Obama e Rifkin, il presidente della Foundation on Economic Trends, sono convinto che serva una terza Rivoluzione Industriale. Partendo dalla Cina, primo Paese per quantità di emissioni nocive al mondo, agli stati africani dove lo sviluppo equivale al mero sfruttamento delle risorse. Abbiamo accesso a tecnologie che ci permetterebbero di essere meno invadenti sulla natura e quindi di vivere in sinergia con essa. Utilizziamole! Attraverso il tuo obiettivo, sei riuscito a scovare una via d’uscita? Grazie ai viaggi che ho fatto, ho senz’altro avuto modo di vedere i risultati del nostro stile di vita, nel bene e nel male. Grazie alla fotografia e alla lettura, ho scoperto che la compassione e la comprensione degli errori fatti sono, senza dubbio, una buona via di fuga.
Langley Fox Hemingway, Los Angeles 2014. △ Sam Hayes, Los Angeles 2014. Style Magazine. ▽
di Marta Lamanna Brady Corbet, New York 2010. Max magazine. ▽
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DoubleX: due modelle senza
VOLTO
“Arrivano dallo spazio” per compiere imprese legate alla moda e alla beneficienza, nessuno conosce il loro volto ma le loro imprese non passeranno inosservate.
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è il cromosoma del genoma femmile e loro, donne, lo sono al 100%. Lo si vede dalle gambe lunghe, dal corpo da top model fasciato in abiti audaci mentre girano per Milano durante la fashion week, davanti ai negozi più prestigiosi della città. XX perché la loro identità rimarrà per sempre un segreto, il loro nome un’incognita. “Le Double X” spiega Samuele Manzoni, fotografo e autore dell’idea insieme a Luca Boiocchi, “sono il concetto moda più nuovo che c’è nel blogger system. Vogliamo discostarci da chi si improvvisa esperto di moda, il progetto coinvolge solo addetti e professionisti del settore”.
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Non si ricorre ai “selfie”, nel progetto Double X i veri protagonisti saranno gli abiti che saranno indossati durante Episodi e Missioni Umanitarie, concept strutturati con una vera e propria trama studiata nel dettaglio. A ottobre le Double X sono state a visitare riserve naturali tra Ibiza e Formentera, gli sviluppi futuri prevedono dirette live su smartphone, fumetti e tutto quello che nasce dalla mente degli autori. Ne vedremo delle belle ma, sicuramente, non vedremo mai le loro facce.
di Vera Vanetti
△ Alcuni scatti delle Double X.
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BL OG FA CE B OOK INS TA GR A M T W I T T E R
C’È CHI... … C AT T UR A IS TA N T I NOME : Elena COGNOME : Braghieri A K A : catchinginstants.com
(ma soprattutto elena_grazia_it su Instagram) H A SH TA G:
IN 1 4 0 C A R AT T E R I(O ME NO) :
Contemporaneamente bionda e laureata in matematica. Nel poco tempo libero diventa anche IT girl di Grazia.it
# TheVertigoWay # RunBraghyRun # carboidratoviolento # ciaotiamo
CHE # S T Y L E SE I? A mo il t ot al w hit e, q uche acce s s or io con b or s e e s car p e color at e. Per qu ant o ab bia un a p as sione s f ren at a p er il t acco 12, mi t roveret e sp e s s o in ver sione f l at, che siano slip p er s, p enny lo a fer s o sne aker s.
C O S A R A P P R E SE N TA P E R T E IL BL OG? Il mio b log è u n ar r icchiment o dell a mia ver a at t i v it à qu ot idian a su Ins t a gr am, che ge s t is co in qu alit à di I T gir l di G r a z ia.it : è su Ins t a gr am che p as s a il vero s t or y t ellin g, p r incip alment e sull a mo d a, sull a cor s a e sul cib o. Q u an do non mi b as t a un a did as calia di Ins t a gr am, va d o a s fo g ar mi su l b lo g.
L A V I TA A DI A P O SI T I V E SE MBR A FA CIL E D A R A C C ON TA R E , S OP R AT T U T T O P E R UN A C OME T E C ON UN GR A NDE SE NS O E S T E T IC O M A C OME C A P I TA A T U T T I, L E GIOR N AT E “NO” CI S ONO. INS TA GR A M P E R T E È UN R IF L E S S O SE NZ A F ILT R O O UN A C OR NICE P E R E S A LTA R E CIÒ CHE A MI? L e gior n at e “no” ci s ono, e non s emp re r ie s co a n as con der le su Ins t a gr am. M a p re fer is co mos t r ar mi come un a p er s on a nor m ale, con i su oi alt i e b as si, con le sue m alinconie. Trovo f as t idios o chi sui s ocial è s emp re “y up pi ye ah”, non s o lo p erché è p o co cre dibile, m a anche p erché di vent a u n’o s t ent a zione, più che un a con di v isione. Ben veng a il l as ciar t r asp ar ire un moment o no, q uin di ( che si a u no ogni t ant o eh !).
IL T UO H A SH TA G ? Il primo, quello che è stato un vero fenomeno social, è sicuramente #TheVertigoWay, che carat terizza una foto dall’alto del proprio look, girata di 180°: per più di un anno avevo anche istituito “The Vertigo Day”, ogni 28 del mese, con un tema specifico (il rosso, il natale, le righe, le sneakers). Ce ne s ono alt r i di cui r i ven dico l a m at er nit à : c’è # RunBr a ghy Run che r accont a t u t t a l a mia s t or ia di a v v icin ament o e di amore p er l a cor s a, c’è # car b oidr at ov io lent o p er t u t t e le volt e che non s o t r at t ener mi con l a p as t a o le focacce ligur i, c’è # cia ot iamo p er t u t t i i b ei r a g a z zi che incont ro ment re cor ro o dur ant e le f ashion week .
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… PARLA DI SARTORIA ITALIANA AL MONDO NOME : Fabio COGNOME : Attanasio CI T TÀ : Napoli A K A : thebespokedudes.com HASHTAG:
… INTERPRETA STILI E VA A CACCIA DI FASHION TRENDS NOME : Lavinia COGNOME : Biancalani CI T TÀ : Prato A K A : thestylepusher.com
# bespoke
IN 1 4 0 C A R AT T E R I(O ME NO) :
La giovane voce italiana del bespoke tailoring. Blogger, menswear consultant e giornalista freelance. T R E C O SE CHE A MI: - L’It ali a - L a S ar t or i a - Raccont are “s t or ie” leg at e ai d ue p u nt i p rece dent i ( p re fer ibilment e di ar t igiani )
PA R L A CI DE L T UO S T IL E . NE I T UOI OU T F I T NON M A NC A NO M A I? Per de s cr i vere il mio s t ile s ceglierei il t er mine “neocl as sico”: un cl as sico r i v isit at o in chia ve f re s ca e mo der n a. Nei miei look cerco di non f ar m ancare m ai u n eq uilib r io t r a ciò che in dos s o, in t er mini di t e s su t i, co lor i e f ant asie.
L A T U A DE F INIZIONE P IÙ S C ON TATA È “GE N T L E M A N MODE R NO”, C O S A SIGNIF IC A P E R T E ? P E R CHÉ H A I S CE LT O DI PA R L A R E P R OP R IO DE L L A S A R T OR I A I TA L I A N A? (NON V OL E V I FA R E L’AV V OC AT O ?!) Credevo di voler fare l’av vocat o! Poi ho capit o che la mia pas sione er a u n’alt r a e che d ovevo s eg uir l a. Nei p r imi me si del b log ero s olit o p ens are a u n piano B, invece o g gi ho sme s s o di p ens arci, p erché non mi p ent o dell a mia s celt a. Cre do molt o in T BD p erché è il p r imo b lo g it aliano che p ar l a di s ar t or ia it ali an a e di ar t igian alit à a gli s t r anier i ; q ue s t o cre do f accia l a di f feren za.
QU A L È S TATA L’E SP E R IE N Z A P IÙ BE L L A CHE H A I FAT T O GR A ZIE A L BL OG ? D ue con ferenze che ho t enu t o. L a p r im a è s t at a in un liceo in A b r uz zo. Ho p ar l at o del mio b lo g a dei r a g a z zi dell’ult imo anno. Temevo di annoi ar li e invece mi h anno f at t o t ant e dom an de. L a s op re s a è ar r i vat a q u an d o u no di loro mi h a s cr it t o che dop o a ver as colt at o le mie p aro le h a decis o di f are il s ar t o. L’alt r a con feren za è s t at a ancor più emoz ion ant e p erché t enu t a all a Bocconi, u ni ver sit à d ove mi s ono l aure at o. Il t em a er a “Il New Be sp oke : come si s t a evol ven do il s et t ore dell a s ar t or ia nell’er a di int er net ”; l’aul a er a pien a, c’er ano p er s one in pie di e in mo lt i h anno f at t o dom an de. Benché l’u ni ver sit à a ve s s e inv it at o s o lo me, ho decis o di e s t en dere l’inv it o a degli ar t igiani/amici anche p er d are più concret ez za alle mie p aro le e a f f inché a ve s s ero l a p os sibilit à di e sp or re le loro e sp er ien ze.
IN 1 4 0 C A R AT T E R I(O ME NO) :
Blogger, music lover, style pusher. HASHTAG:
# thestylepusher # coffeplease
T R E C O SE CHE A MI: - L e is ole - L a conv i v ialit à - L e p er s one gent ili
IN B A SE A C O S A S CE GL I IL T UO GU A R D A R OB A? Non s ono m ai r ius cit a a cl as si f icare il mio s t ile, s celgo ciò che in dos s o in b as e al moment o che s t o v i ven d o. Sicur ament e l a “como dit à” e il s ent ir mi a mio a gio s ono d ue p rero g at i ve all a b as e di t u t t o. Na v igo online, f accio mo lt a r icerca p er imm a gini, ci s ono delle t en denze, dei color i, dei t e s su t i o dei t a gli p ar t icol ar i che mi colpis cono subit o e d è d a l ì che iniz io a cos t r uire i look p er T heSt y leP usher. Il mio b lo g in fon d o, è un gr an de cont enit ore delle cos e che mi piacciono.
P E R CHÉ IL T UO BL OG È DI V E R S O ? L a cur a dei cont enu t i e dell’e s t et ica s ono d ue p unt i fon d ament ali p er il mio l a voro, amo “int er p ret are” ciò che p rop ongo su T heSt y leP usher, re s t an d o s emp re me s t e s s a. S e mi cl as si f ico in un unico “s t ile” di vent o inco erent e, l’unico mo d o p er cont r a d dis t inguer mi è r accont are l a ver a me, at t r a ver s o T heSt y leP usher che all a f ine è un diar io, mo lt o cur at o in t u t t e le sue s f accet t at ure.
S T IL E A NDR OGINO, UNDE R GR OUND E SP E S S O T O TA L BL A CK . M A C O S A CE N T R I C ON T U T T E L E A LT R E FA SHION BL OGGE R ? C i s ono t ant is simi b log e alt ret t ant e b lo g ger. Tu t t e “ci ent r iamo” in qu alche mo do, p erché u t iliz z iamo il me de simo mez zo : un diar io v ir t u ale. L a di f ferenza l a f acciamo in di v id u alment e con quello che r accont iamo di noi. A mo l a femminilit à s emp lice, non os t ent at a, le t int e unit e p erché mi p er met t ono di d are sp az io a gli acce s s or i, m a anche le s t amp e ar t ico l at e, p erché p ren dono il s op r a v vent o e mi aiu t ano a com unicare. Di un der groun d or m ai re s t a p oco, t u t t o è acce s sibile a t u t t i, l a di f ferenza è che sp e s s o si è p oco int ere s s at i a ve dere co s a si cel a diet ro un a “t en denza” e a me piace r accont ar lo, q u an d o r ie s co. OPINION LEADER 91
… V I AGGI A , SCOP RE E CI PA RL A DI MODA NOME : Sonia COGNOME : Grispo A K A : trendandthecity.it CI T TÀ : Catania V I V E A : Roma H A SH TA G:
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Blogger, grafica, scrittrice. Ama scrivere di moda, bellezza, viaggi e lifestyle. Creativa, dinamica e impaziente, sempre.
# trendcityguide
T R E C O SE CHE A MI: - Sp er iment are - S cr i vere - Fot o gr a f are
NE I T UOI OU T F I T NON M A NC A NO M A I? Q u alcos a di nero, q u alco s a di nu ovo e q u alcos a d’oro ( o dor at o ). S ono le mie regole p er s on ali, alt roché q uelle d a sp o s a !
C O S A C ON T R A DDIS T INGUE IL T UO BL OG? S cr i vo. Un a cos a s emp re più r ar a nel mon d o dei b log, dove le imm a gini sp e s s o t rovano più sp az io delle p aro le. Un mix d’in for m a z ioni, new s e p u nt i di v is t a p er s on ali.
C O S A P UÒ FA R E L A DIF F E R E N Z A A L GIOR NO D’OG GI? L a cre at i v it à, l’in gegno, p ens are a ciò che m anca e f are in mo do di re aliz zar lo, p ens an do non s olo a ciò che t i piace, m a anche a ciò che p u ò e s s ere int ere s s ant e p er gli alt r i. L’au t ore ferenz ialit à p r im a o p oi annoia.
QU A L È S TATA L’E SP E R IE N Z A P IÙ BE L L A CHE H A I FAT T O GR A ZIE A L BL OG ? Non u n a sp e ci f ica m a in gener ale l’e sp er ien za di v ia g giare d a s ol a, mi h a p er me s s o non s olo di s cop r ire e t rovare co s e, lu o ghi e p er s one, m a p r im a di t u t t o di met t er mi in gioco e s cop r ire chi s ono e di cos a s ono cap ace.
IL T UO H A SH TA G ? # t ren dcit yguide, è q uello dent ro cui r acchiu d o i miei v ia g gi, i p os t i del cuore, i locali e i negoz i che s cop ro e mi piace f ar s cop r ire.
92 OPINION LEADER
C’È CHI...
… A M A DA RE PERL E AI P ORCH Y NOME : Silvia COGNOME : Macedonio A K A : perleaiporchy.blogspot.it CI T TÀ : Roma A M A : La cucina tradizionale H A SH TA G:
IN 1 4 0 C A R AT T E R I(O ME NO) :
Blogger romana, Admin, insieme a 7 amiche, delle Bloggalline. Parla inglese e cinese, ama il cibo, i viaggi e la vita!
# perleaiporchy
QU A NDO H A I DE CIS O DI A P R IR E IL T UO BL OG? Ho ap er t o il Blog nel 2010. M i ero d a p o co inn amor at a, e spint a d all a mia dolce met à ho decis o di ap r ire il b lo g. L ui a de s s o mi m ale dice p erché h a p re s o 10 kg e p erché p r im a di m angiare devo fot ogr a f are ! Io invece ho s cop er t o nel t emp o un mon d o f ant as t ico pieno di p ot en z i alit à.
C O S A T I P I A CE R A C C ON TA R E ? Il mio n a s ce come u n b lo g di cucin a. A mo l a cucin a t r a diz ion ale, dell a mia regione e delle or igini di mia m a dre che è n at a in M aremm a. Ult im ament e mi piace con di v idere le mie e sp er ienze, come i v ia g gi o le at t i v it à che s volgo con il gr up p o di fo o d b lo g ger, le Blog g alline.
NE L C A L DE R ONE V E DI UN F U T UR O DI V E R S O P E R IL T UO BL OG ? Il f u t u ro del b log? Vor rei che cont inu as s e su que s t a s cia. Non s ono leg at a a d az ien de in p ar t icol are, mi piace p ar l are di p ro d ot t i e p ro d u t t or i in cui cre d o, s en za ob b lighi. Vor rei che il b log cont inu as s e a e s s ere l a mia cas a e il mio r it rovo, p er il l a voro ci s ono alt r i sp a z i !
A TAV OL A , A C O S A NON P UOI R INUNCI A R E ? … all a p as t a ! Non p o s s o f ar ne a meno, sia e s s a f at t a in cas a, r ipien a, in b ro do, noo dle s o alt ro !
H A I A CE N A DE GL I A MICI E H A I P OC O T E MP O: C O S A P R E PA R I? Chow mein : i noo dle s s alt at i cine si con ver d ure e car ne. Zenzero, a glio, ver dure che si h anno in f r igo, car ne nel wok p er 5 minu t i e via!
IL P I AT T O CHE T I R IP OR TA A L L A T R A DIZIONE ? Il r a gù t os cano di mia nonn a. Cor p o s o, p ro f u m at o di noce mos cat a e cannell a, e di b asilico d’e s t at e. Un s ap ore che re s t a nel cu ore più che su l p al at o...
C O S A R A P P R E SE N TA P E R T E IL CIB O ? Il cib o p er me è con di v isione, il piacere di m angiare accant o a chi amiamo. Chiacchier are del più e del meno, d a vant i a un a b r us chet t a, o di gioire d a vant i a u n a b ell a l as a gn a dell a domenica. OPINION LEADER 93
… CI FA SCOP RIRE S A P ORI ... CREDE NEL L E EMOZIONI N A SCOS T E NEL L E PICCOL E COSE NOME : Luca NOME : Federica COGNOME : Orlandi A K A : lefreaks.com A NNI: 23 SE GNI PA R T IC O A R I:
Inguaribile romantica IN 1 4 0 C A R AT T E R I(O ME NO) :
Appassionata della vita, amante dei dettagli e della bellezza nelle piccole cose. Sogna di vivere facendo ciò che le piace, ossia scrivere, scrivere, scrivere. NE I T UOI OU T F I T NON M A NC A NO M A I? Nei miei ou t f it non m ancano m ai capi b asic unit i a det t a gli che f anno l a di f feren za : s emp re dis cret i m a fon d ament ali p er de f inire l a mia p er s on alit à. Il mio s t ile è in cont inu o m u t ament o, non mi piace in g ab biar mi dent ro de f iniz ioni r igide : sp a z i a d al b on t on al casu al, d allo sp or t i vo al rock , a s e con d a del mio u more. Il t u t t o s emp re con un imm ancabile t o cco di rom ant icismo.
P E R CHÉ IL T UO BL OG È DI V E R S O ? Di f f icile dir lo in mo d o a u t ore feren ziale, m a q u ant o meno ciò su cui p u nt o è l a q u alit à dei cont enu t i e in p ar t icol are dei t e s t i : amo s cr i vere, e vor rei che il mio p u b b lico mi ident i f icas s e p rop r io in b as e a q ue s t o. I t emi t r at t at i s ono molt o var i e comp ren d ono il mio li fe s t y le a 360°: mo d a, b ellez za, v ia g gi, cucin a, f it ne s s.
C O S A CE R C A NO L E P E R S ONE IN UN BL OG? D all a mi a e sp er ien za p er s on ale p o s s o dire che quello che le p er s one cercano o g gi, nei b lo g m a non s o lo, s ono dei p unt i di r i fer iment o : di f ront e all’enor me q u ant it à d’in for m az ioni a cui si amo e sp o s t i q u ot idian ament e, si cerca un p arere au t orevole a cui a f f id ar si nell a s celt a degli acquis t i, dei f ilm d a ve dere, delle met e d a v isit are e così v ia. L a di f ferenza s t a q uin di nel r ius cire a p rop or si come un a f igur a au t orevole m a in mo d o genuino e sp ont aneo.
L’E SP E R IE N Z A P IÙ BE L L A CHE H A I FAT T O GR A ZIE A L BL OG ? S e con e sp er ien za si p u ò int en dere anche l a conos cenza di p er s one, direi de cis ament e q ue s t a : ho t rovat o un a f amiglia ver a e p rop r i a e ho s t ret t o r ap p or t i che vanno b en al di l à dello s cher mo.
94 OPINION LEADER
COGNOME : Sessa A K A : perunpugnodicapperi.it CI T TÀ : Napoli V I V E A : Roma
IN 1 4 0 C A R AT T E R I(O ME NO) :
Razionale ma creativo, innamorato della cucina e dei dolci, convinto che “da grande” lavorerà nel mondo del food. HASHTAG:
# neprendounaltrafetta
QU A NDO H A I DE CIS O DI A P R IR E IL T UO BL OG E P E R CHÉ ? Ho decis o di ap r ire il b log 4 anni f a. Ho s emp re cucin at o, sin d a piccolo, e qu an do ho s cop er t o il mon d o dei b lo g ger ho p ens at o che a v rei p ot u t o comunicare con alt r i ap p as sion a t i at t r a ver s o que s t a vet r in a mult ime diale.
DI C O S A R A C C ON TA IL T UO BL OG ? Dei miei piat t i, dei miei e sp er iment i, dei miei succe s si m a anche degli insucce s si. C’è sp a z io anche p er il v ino, il re s ocont o degli event i ai qu ali p ar t e cip o, l a re censione dei r icet t ar i che acquis t o e d a qu an d o s ono di vent at o p ap à anche r icet t e p er i bimbi.
C OME V OR R E S T I CHE E V OLV E S SE IN F U T UR O ? M i piacereb b e t r as for m ar lo in un vero e p rop r io sit o, r i fer iment o p er gli am ant i dell a cucin a di q u alit à, f at t a d’in gre dient i genuini. M i piacereb b e anche a ver t emp o p er v ia g giare nel nos t ro p ae s e all a s cop er t a di re alt à ar t igian ali d a r accont are ai let t or i.
A TAV OL A , A C O S A NON P UOI R INUNCI A R E ? A l p ane, p ur t rop p o.
QU A L È S TATA L’E SP E R IE NZ A P IÙ BE L L A CHE H A I FAT T O GR A ZIE A L BL OG ? Par t ecip are al Mer ano W ine Fe s t i val, as sieme a d alt r i co lle ghi b log ger, p er p re s ent are i cook in g show de gli Che f s t ell at i nell a G our met A ren a.
IL P I AT T O CHE T I R IP OR TA A L L A T R A DIZIONE ? Il r a gù n ap olet ano.
C O S A R A P P R E SE N TA P E R T E IL CIB O ? Sp er iment az ione, r icerca, cur iosit à, p as sione e s op r at t u t t o p ens an do ai dolci, p os s o dire che p er me il cib o è cons o l a z ione.
C’È CHI...
... INC A N TA CON IMM AGINI, PA ROL E E S T ORY T EL L ING
… SALVA LE GIORNATE CON UN ROSSETTO NOME : Iris COGNOME : Tinunin A K A : stylosophique.com V I V E A : Forte dei Marmi
NOME : Nunzia COGNOME : Cillo A K A : entrophia.it V I V E A : Valencia (ancora
per qualche mese) IN 1 4 0 C A R AT T E R I(O ME NO) : IN 1 4 0 C A R AT T E R I(O ME NO) :
Curiosissima, innamorata della vita e della bellezza. Positiva, attenta osservatrice, viaggiatrice. HASHTAG:
# PositiveMinds # romanticherie
A C O S A NON P UOI R INUNCI A R E ? Uno zainet t o o u n a m a xi b or s a che cont en g a t u t t o ciò che p or t o s emp re con me : m acchin a fot o gr a f ica e obiet t i v i, cellul are, a gen din a, ros s et t o e cip r ia op aciz zant e. Non m ancano m ai capi e acce s s or i co lor at i, g onne a r u ot a, abit i anni ‘50 e, in e s t at e, s an d ali di o gni t ip o e co lore. In inver no è ir r inunciabile p er me u n cap p ot t o ro s a e u n m a glione ex t r al ar ge in mor bid a l an a bi anca. M ai s en za ro s s et t o, f ar d, fon d ot int a e m as car a. Il ros s et t o me glio s e ro s s o.
C O S A C ON T R A DDIS T INGUE IL T UO BL OG? Sicu r ament e il mio f are “s t or y t ellin g”: non ho s cr it t o ar t icoli as et t ici o p u b b licat o f re d di comu nicat i. Il mio è un b lo g p er s on ale e, come t ale, p ar l a di me e r accont a le mie emoz ioni e q uello che v i vo. Il mo d o migliore p er emoz ion are è emoz ion ar si, non c’è u n s o lo ar t ico lo in cui io non mi emoz ioni e non mi l as ci t r asp or t are d alle p aro le che b at t o sull a t as t ier a. È q ue s t o, cre d o, q uello che cont r a d dis t in g ue il mio b log olt re alle fot ogr a f ie che s cat t o e d e dit o in p r im a p er s on a e che r accont ano di me t ant o q u ant o le p aro le.
D A GIO VA NE A I GIO VA NI, C O S A P UÒ FA R E L A DIF F E R E NZ A A L GIOR NO D’OG GI? Cre dere nelle p rop r ie idee e inve s t ire nei p rop r i s ogni. È q ue s t o il mio m ant r a. E s s ere le a der, non p ecorelle che s e gu ono il gre g ge.
FAT T I IN V IDI A R E : L’E SP E R IE N Z A P IÙ BE L L A CHE H A I FAT T O GR A ZIE A L BL OG ? O d dio, non è f acile s cegliere. Facciamo co sì : ne s cr i vo un a gi à v is su t a e u n a che v i v rò a m ar zo 2015. Q uell a già v is su t a è u n v i a g gio di d ue s et t im ane a Chica g o p er r accont are l a cit t à at t r a ver s o u n fot orep or t a ge. Q uell a che s t o asp et t an do con ansi a è, inve ce, u n v ia g gio in Cali for nia, che v i v rò l’anno p ros simo, s cat t erò t ant o e s cr i verò mo lt o. Non ve do l’or a !
Appassionata di filosofia, rossetti e scarpe; usa i social network da sempre e ha deciso di farli diventare il suo lavoro! HASHTAG:
# TeamAddams # instagrammarecibo
NE L L A T U A B OR S A : - iP hone - Bur ro cacao - Sp e cchiet t o
I P UN T I DI F OR Z A DE L T UO BL OG ? Cre do che uno dei miei p r incip ali p unt i di for za sia in as s o lu t o l a sincer it à. M i s ono s emp re p os t a come un’amica e non come “gur u” nei con f ront i di chi mi s e gue e mi le g ge ; ho s emp re p ar l at o di me con t r an quillit à, mo s t r at o il mio s t ile e ciò che mi piace. L e r a g az ze che mi s e guono ve d ono in me un a di loro, s anno che p os s ono f id ar si delle mie opinioni e che p os s ono s ent ir si lib ere di dir mi l a loro. C’è con f ront o. Sul b log mi occup o in p ar t icol are di mo d a ( s t ile p er s on ale e nu ov i t ren d ) e di b e au t y ( m ake - up re aliz zat i su di me e re censioni p ro dot t o ).
T RUC C O: NE L L A R OU T INE QUO T IDI A N A DI UN A DONN A C O S A FA L A DIF F E R E NZ A? L a di f ferenza, s econ do me, l a f anno le picco le co s e. Non occor re s fog giare ogni gior no un t r ucco d a s er at a, m a f are quei piccoli ge s t i che ci f acciano s ent ire t r an q uille con noi s t e s s e : s t r uccar si ogni s er a, idr at are l a p elle p r im a del t r ucco, us are color i a d at t i al no s t ro ab bigliament o e all’occasione in cui dob biamo s fog giar lo.
D A I, L I V OGL IONO C ONO S CE R E T U T T E : S V E L A CI 3 SE GR E T I P E R UN T RUC C O B A SE CHE DUR I A L ME NO L A GIOR N ATA L AV OR AT I VA . Direi as s olu t ament e : p r imer non siliconico, b lush in crem a d a f is s are p oi con uno in p ol vere e m as car a a lun g a t enu t a !
L’E R R OR E C OMME S S O DI P IÙ F R E QUE N T E NE L T RUC C A R SI? S o p er cer t o che c’è chi met t e il b lush PR IM A dell a cip r ia ! Non s cher z iamo su que s t e cos e... di Marta Lamanna OPINION LEADER 95
Vai al cinema. Paga .
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OPINION LEADER 113
la ricetta che vi manderà fuori di
ZUCCA
Ingredienti sani e appetitosi per un piatto di stagione facile da preparare, buono da mangiare.
E
d eccolo qua, l’autunno. Arrivato a coprire di pioggia le nostre giornate, ma di grande abbondanza le nostre tavole. A farci indossare i primi maglioni pesanti, le galosce nella maggior parte della settimana - quando a Milano ci si mette la pioggia, c’è poco da fare - a far uscire dagli armadi le coperte per accoccolarci sul divano davanti ad un film, riscoprire il piacere di oziare nel weekend e preparare del cibo che sia intrinsecamente confortevole. Ora, non so voi, ma il mio comfort food preferito è la pasta al forno. È proprio una di quelle cose che mi rende felice e di cui godo incredibilmente, specie in autunno, quando posso prepararne una bella teglia con due dei miei ingredienti preferiti in assoluto: zucca e funghi porcini. La Curcubita Maxima – che è l’affascinante indicativo latino della protagonista di questa ricetta – come tutte le verdure arancioni è fonte in primis di betacarotene. Contiene molto potassio, calcio e fosforo, ed è anche una grande fonte di vitamina C. Il Boletus Edulis, invece - l’altro ingrediente base di questa ricetta, il porcino - rispetto ad altri tipi di funghi contiene un maggior quantitativo
114 OPINION LEADER
di minerali e vitamine del gruppo B. In più, apprendo dal web che una ricerca recentemente effettuata tra Italia e Argentina ne conclama le notevoli proprietà antitumorali, quindi credo proprio che raddoppierò il gran quantitativo che già consumo abitualmente. Per dare valore a questa accoppiata benefica, ho deciso di preparare una besciamella vegetale, sostituendo l’olio extravergine d’oliva al burro, il latte di mandorla a quello vaccino. Il risultato è stato sorprendente, ben oltre le mie aspettative. E credo sia dipeso soprattutto dalla tostatura delle mandorle in sottofondo: ha creato un connubio molto particolare con la polpa di zucca, regalando al piatto quel tocco in più che tanto fa bene al cuore e al palato. Per la zucca, come faccio ormai con tutte le verdure, ho optato per una cottura al vapore. Mi piace che il cibo sia la mia medicina, e quindi non disperderne i nutrienti; ma soprattutto adoro il modo in cui la cottura al vapore esalta e restituisce agli ortaggi il loro sapore più autentico. Insomma, il mio comfort food autunnale è un piatto unico, sano e gustoso. Vediamo insieme come prepararlo.
Pasta al forno con zucca e porcini.
F
ate rinvenire i porcini in acqua quasi bollente per una mezz’ora. Mettete su l’acqua per la pasta e nel frattempo procedete alla preparazione della besciamella: fate scaldare l’olio in un pentolino dai bordi alti e versateci la farina. Mescolate con un cucchiaio di legno fino ad ottenere una roux sabbiosa, irrorate con il latte di mandorla lavorando col cucchiaio per evitare la formazione di grumi. La besciamella si andrà addensando man mano che cresce la temperatura del latte. Non esagerate, tenetela piuttosto lenta, finirà di addensarsi nel forno assieme alla pasta. Spegnete il fuoco e tenete da parte. Frullate la zucca, aggiungetela alla besciamella e regolate di sale e noce moscata fino a che sarà molto gustosa all’assaggio. Scolate i porcini, risciacquateli, strizzateli bene. Buttate la pasta e cuocetela per metà del tempo di cottura indicato sulla confezione. Fate soffriggere uno spicchio d’aglio tagliato a metà in una padella, poi saltateci i porcini con una buona manciata di sale e pepe. In una ciotola capiente unite la salsa di zucca e besciamella, i porcini, la pasta ben scolata, quasi tutto il provolone e mescolate per bene, affinché tutti gli elementi siano ben amalgamati. Trasferite in una teglia e cospargete in superficie col parmigiano e la provola rimasta. Cuocete in forno già caldo a 180° per una mezz’ora, o comunque fino a completa doratura.
Ingredienti per 4 persone - 400 gr di pasta corta grossa, io ho usato dei conchiglioni, ma andrebbero benissimo anche dei paccheri rigati - 300 gr di polpa di zucca cotta al vapore - 30 gr di olio extra vergine d’oliva - 30 gr di farina bianca - 500 ml circa di latte di mandorle - 150 gr di funghi porcini secchi - 100 gr di provolone dolce, passato in una grattugia a fori larghi - sale, pepe, olio, noce moscata, uno spicchio d’aglio - tre cucchiai di parmigiano
Francesca Romana Gaglione Vive a Milano e cura una rubrica di gastronomia per la rivista Flash Art. Ha intervistato numerosi chef stellati, ha prodotto contenuti per alcuni celebri brand di prodotti dolciari e scritto di peccati di gola su Honestcooking.it. Ama il cibo in ogni sua forma. E ne racconta a questo link: www.thefoodorialist.com.
OPINION LEADER 115
detox: non chiamatela solo
DIETA
Oggi tutti parlano della dieta Detox. L’argomento impazza su blog, siti internet, telegiornali, riviste... ma cosa sappiamo veramente?
L’
opinione pubblica pensa che sia una è bere almeno un bicchiere di dieta in grado di eliminare le tossine acqua tiepida ogni mattina, in eccesso, limitando il consumo mezz’ora prima della colazione di alcuni gruppi di alimenti a favore per avviare l’intestino e per un di frutta e verdura per un breve periodo effetto disintossicante naturale. di tempo. Ma non è affatto così! Un rimedio semplicissimo che La dieta Detox non è un regime di rapido può regalarci una vita sana! dimagrimento ma una vera e propria educazione alimentare che si rivela CRUDO È ANCHE PIÙ BUONO. essere la chiave per una vita sana, in grado Le verdure e la frutta dovrebbero di prevenire lo sviluppo di malattie essere consumate più crude che degenerative (cancro, diabete di tipo II, cotte in quanto la cottura distrugge malattie cardiovascolari) causate la maggior parte delle vitamine e le da un’alimentazione inadeguata. sostanze curative alterandone In generale la dieta depurativa deve le proprietà nutrizionali. facilitare l’eliminazione delle tossine per via urinaria/fecale e con il sudore. SCELTA DEGLI ALIMENTI Esistono diversi principi alla base di un GIUSTI. Dottoressa spec Maria Papavasil ializzata in dieto logia e nutrizione eiou umana. Purtroppo oggi la nostra alimentazione efficace programma Detox che se seguiti con costanza portano ad un generale è diventata molto complessa e, spesso, miglioramento dello stato di salute. Ippocrate ha detto quando mangiamo frutta e verdura siamo convinti “Fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina di assumere tutte le vitamine di cui abbiamo bisogno ma sia il tuo cibo”. Seguite questo saggio consiglio e vedrete non è sempre così. Al banco del supermercato spesso che risultati! troviamo ortaggi che arrivano da paesi lontani che hanno perso la loro freschezza e una parte delle loro sostanze nutritive. LE CHIAVI DELLA DIETA DETOX Per questo è meglio scegliere frutta e verdure di stagione e, per quanto possibile, a chilometro zero. È ormai noto CONSUMO DI ANTIOSSIDANTI. che i prodotti di origine animale contengono una quantità Il modo giusto per disintossicarci è il consumo quotidiano di tossine superiore rispetto agli alimenti vegetali, ecco di alimenti antiossidanti (sostanze in grado di combattere perché sarebbe meglio introdurre nella nostra i radicali liberi che danneggiano il DNA, favorendo alimentazione più frutta, verdura, legumi, cereali l’invecchiamento e le malattie degenerative). riducendo l’assunzione di carne e derivati. Tra i principali alimenti antiossidanti possiamo citare frutti di bosco, avocado, olio extravergine di oliva, ATTIVITÀ FISICA. salmone, agrumi, fagioli, tè verde, cacao puro, frutta È molto importante fare movimento in quanto l’attività secca, tutte le verdure e le spezie. fisica stimola il sistema linfatico che svolge un’azione importante per l’eliminazione delle tossine dai tessuti. ACQUA. 30 minuti di sport al giorno migliorano la circolazione, L’elemento più importante in una vera dieta Detox tonificano i muscoli e facilitano l’espulsione delle tossine. è l’acqua. L’idratazione è lo scudo delle nostre cellule, in grado di proteggerci contro il processo di Maria Papavasileiou di invecchiamento. Più le nostre cellule saranno www.dieta-personalizzata.it disidratate più si creeranno rughe. L’acqua rimuove le tossine e per questo dobbiamo berne almeno 8/10 bicchieri al giorno. Un ottimo rimedio per purificarci
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TOP
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degli alimenti depurativi.
ACAI Le bacche Acai, ricchissime di antiossidanti si sono rivelate una sostanza preziosa anche per il controllo del peso e la purificazione del corpo: contengono infatti aminoacidi essenziali, che aiutano ad aumentare il metabolismo e quindi a bruciare più rapidamente i grassi in eccesso.
MELE Secondo recenti studi di origini europee, la pectina contenuta nella mela sarebbe in grado di svolgere un’azione depurativa delle sostanze tossiche nei confronti dell’organismo; per questo motivo la mela viene consigliata nella dieta di chi vive soprattutto in città particolarmente inquinate.
TÈ BIANCO Estratto dalla giovane pianta del tè quando le foglie hanno succhi più nutritivi, il tè bianco è ricco di polifenoli, una classe di antiossidanti utilizzati dal nostro corpo per combattere i radicali liberi, e di catechine, un altro gruppo di antiossidanti che hanno dimostrato di ridurre il colesterolo.
CURCUMA Impiegata nella medicina tradizionale indiana e cinese come disintossicante dell’organismo, in particolare del fegato, e come antinfiammatorio. Le sue numerose proprietà salutari vengono confermate dalla medicina ufficiale, anche alla luce dei numerosissimi studi e scoperte scientifiche.
CARCIOFI È stato dimostrato che i carciofi incrementano la produzione di bile e purificano il fegato proteggendolo. Hanno inoltre un effetto diuretico, anche se lieve, sui reni garantendo così un’adeguata rimozione delle tossine principalmente dal fegato.
VERDURE A FOGLIE VERDI Insalata, spinaci, sedano, cicoria e tutte le verdure a foglia verde sono ricche di clorofilla e disintossicano dai metalli pesanti, dagli inquinanti e in generale dalle tossine. Anche il dente di leone (tarassaco), una pianta di campo primaverile molto preziosa, ha componenti che favoriscono la pulizia del tratto gastrointestinale e stimolano la funzione del fegato.
ALGHE MARINE Ricche di minerali e antiossidanti, aiutano ad alcalinizzare e rinforzare il tratto digestivo. Contengono algina, una sostanza gelatinosa che assorbe le tossine del tratto intestinale e le veicola verso l’esterno. Le più conosciute sono: wakame, arame, hiziki da consumare cotte; kombu da aggiungere alla cottura di legumi e verdure per limitare la formazione di gas; dulse sbriciolate sull’insalata o sul risotto.
AGLIO Contiene allicina, un principio attivo che, se assunto in piccole quantità, aiuta la depurazione del fegato e contribuisce all’eliminazione delle tossine dal nostro corpo.
BARBABIETOLE ROSSE Sono un antiossidante naturale, molto indicate per eliminare elementi tossici dell’apparato digerente e per combattere la stitichezza, oltre che a rafforzare anche il sistema immunitario poiché ricche di vitamina C. Altamente consigliate per chi soffre di ritenzione idrica e di ipertensione.
LIMONE Ottimo antisettico e battericida, ma non solo. È anche un valido aiuto per chi ha poche difese immunitarie in quanto aumenta la produzione di globuli bianchi oltre ad essere rinfrescante e calmante. Ha proprietà depurative e l’assunzione regolare, preferibilmente al mattino a stomaco vuoto, aiuta a regolarizzare l’intestino e a combattere la cellulite riducendo le macchie cutanee.
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RED IS THE NEW BLACK. L’ECCELLENZA ITALIANA DELLE CALZE RED È SOLO NEI MIGLIORI NEGOZI.
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▽ Per assaggiare le specialità campane o si prenota un volo per Napoli o un tavolo da “Non è peccato”. In questa foto una panoramica della sala.
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PECCATO
Mangiare una parmigiana di melanzane o una tartare di gamberi rossi nel quartiere più Bohémien di Milano... e non sentirsi per niente in colpa.
C
ucina campana, atmosfere newyorkesi, location chic, in Via dell’Orso 4, nel cuore di Brera. Questi sono gli ingredienti apparentemente slegati tra loro che Fabiana Piantieri, napoletana doc, ha mixato sapientemente per dar vita a una trattoria contemporanea unica nel suo genere. Si chiama “Non è peccato”: un nome insolito per un ristorante, tant’è che i primi a chiederci, o meglio a chiederle, l’origine di questa scelta siamo stati noi. “Non è peccato rievoca le romantiche note della famosa canzone di Peppino di Capri, simbolo della napoletanità anni ‘60”, ci svela Fabiana. Alla patronne piaceva l’idea di accostare il concetto del peccato al cibo di alta qualità, perché
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il cibo, a suo parere, rappresenta un momento di convivialità e amore. Mangiare, per lei che ha un cuore napoletano, significa cultura, poesia. Ecco quindi che appagare i propri sensi… non è più un peccato. Le tentazioni però sono davvero tante: dalle parmigiane di melanzane e zucchine alle mozzarelle in carrozza, dagli scialatielli ai frutti di mare alla scarola capperi e olive, dagli spaghetti Nerano allo Scarpariello, dal babà alla pastiera, senza dimenticare gli ottimi e sempre freschi piatti di pesce, il tutto condito con la gentilezza di un team attento e professionale. Qui, insomma, si può trovare, e gustare, ogni eccellenza della tradizione culinaria campana.
L’unica grande assente nel menu di “Non è peccato” è la pizza, non certo per dimenticanza, ma per volontà di Fabiana che ha scelto di far conoscere l’altra, e forse più vera, anima della cucina partenopea. Banditi sono anche burro e panna (alla faccia di chi pensava che il menu fosse “pesante”), perché solo le materie prime più genuine e gli ingredienti più adatti a esaltare naturalmente i sapori sono alla base dei piatti proposti dal ristorante. La qualità, quindi, sopra ogni cosa! A dirlo non è solamente la titolare, ma sono in primis i clienti, anche quelli esigenti e pretenziosi - tanto temuti dai ristoratori - che oltre ad apprezzare le portate, qui si sentono magicamente coccolati dalla familiarità dell’ambiente.
△ Un particolare del soffitto: nessun dettaglio è lasciato al caso.
Il segreto di tanto successo, probabilmente, sta nel fatto che Fabiana ragiona da cliente, come ci racconta. Il suo punto di vista è esattamente uguale a quello dei suoi ospiti; stando sempre in prima linea cerca di anticipare i loro bisogni impegnandosi per farli stare davvero bene. Per riuscirci ci vuole passione. A Fabiana e al suo staff (cuochi e camerieri possiedono lo stesso sangue verace) questa dote certo non manca. Il vero peccato, allora, è per chi non ha ancora avuto il piacere di scoprire il calore di questo incredibile luogo.
di Silvia Barlascini
In questa foto le tipiche “delizie al limone”: uno dei gustosi dolci presenti nel menu. △ Il piccolo salotto con camino dell’intima sala lounge. ▽
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POWERED BY BuoneNotizie dà voce a ciò che funziona. Sul suo sito web e nell’app dedicata, BuoneNotizie raccoglie i fatti positivi che emergono dalla società, presenta le opportunità offerte dalla scienza, racconta i sogni e le speranze di personaggi visionari e positivi e le storie di persone comuni che, nonostante tutto, vanno avanti e alla fine ce la fanno (www.buonenotizie.it). RIFIUTI? PUOI COSTRUIRCI UN GRATTACIELO L’idea è stata lanciata dai progettisti di Chartier-Corbasson che hanno immaginato nei minimi particolari un grattacielo interamente costruito con i rifiuti. L’idea ha un nome – Organic London Skyscraper – e anche una città: Londra, dove il grattacielo potrebbe sorgere in meno di un anno. Avrà una struttura a impalcatura in bambù e pannelli rigidi composti di carta e plastica riciclate, ma soprattutto “crescerà” progressivamente di piano in piano grazie ai rifiuti prodotti dai suoi inquilini. Secondo i calcoli, infatti, basterebbero 80 bottiglie di plastica a produrre un pannello isolante, mentre con poco più di 30 chili di carta riciclata sarebbe possibile costruire due pannelli termoisolanti. Utopia? Pare di no.
ETHANKS, IL SOCIAL CHE PAGA CON UN “GRAZIE” Un social network dedicato ai ringraziamenti: è la nuova proposta di Enrico Adinolfi 34 anni, salernitano vissuto a lungo negli USA. Gli eThanks sono una sorta di moneta virtuale, scambiabile fra gli utenti e accumulabile. La piattaforma calcola infatti il valore di ogni utente in base agli eThanks, ma i più ricchi – questa è la novità – sono coloro che danno più di coloro che ricevono. eThanks ha solo qualche mese e per farsi conoscere ha scelto un furgoncino degli anni ’70 battezzato Charlotte, che ha guidato il team in un viaggio - il “Tour della Riconoscenza” finalizzato a raccogliere contatti e feedback. A eThanks hanno contribuito moltissimi giovani professionisti: il più eThanksiano ha infatti 35 anni.
TRENTENNI SCOMMETTONO SU CAFFÈ E CULTURA Libreria, fucina di sperimentazione gastronomica, laboratorio di idee. Gogol&Company, caffè letterario milanese pensato e gestito da un gruppo di trentenni, è giovane ma ben rodato. Sullo sfondo di un contesto in cui le librerie tendono più ad abbassare che ad alzare la serranda, il “salotto” di via Savona spicca come un’eccezione intelligentemente architettata. Un team di trentenni che ha sperimentato la fortunata ricetta cibo e cultura infarcendola di autori, piccoli produttori e nuove realtà editoriali con cui confrontarsi. Situato fra la movida glamour di Porta Genova e l’anima popolare del Giambellino, il caffè di Via Savona ha dato lavoro in pochi anni a diversi giovani, e ha accolto tanti studenti che, nel weekend, trovano fra le pareti affollate di libri uno spazio d’incontro.
PIÙ RISPARMIO, MENO SPRECO Dalla Germania arriva FoodLoop: la nuova app che permetterà di portare sulle nostre tavole il cibo migliore al prezzo più conveniente, contribuendo inoltre a ridurre gli sprechi alimentari. Ogni anno, in Europa, 90 milioni di tonnellate di cibo finiscono nella spazzatura e, nella maggior parte dei casi, si tratta di alimenti non ancora scaduti. Uno spreco e un danno economico monetizzabile in cifre colossali: circa 150 mila euro all’anno per negozio. FoodLoop, invece, mantiene informati gli utenti in tempo reale notificando dove e quando è possibile trovare alimenti a prezzo ridotto perché vicini alla scadenza. Il funzionamento dell’ app è personalizzabile: è possibile creare una propria lista della spesa e un elenco dei prodotti preferiti, ricevere notifiche ad hoc e allestire una cena in tempi record. Spendendo pochissimo.
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LA REGINA DELLE NEVI 2
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1 - Un vero inno al “Cool for cold” i guanti in maglia color ghiaccio di ACCESSORIZE (€18,90). 2 - Quando la temperatura scende, lo stile sale grazie al raffinato pull girocollo in alpaca a lavorazione jacquard. GANT (€209). 3 - Per dare un’impronta super fashion all’inverno, lo stivale in montone con pelliccia di capra. MOU (€475). 4 - Come una vera scultura di ghiaccio, l’anello in oro e cristalli di REMINESCENCE (€165). 5 - Sembra un ricamo di fiocchi di neve la borsa Cécile con lavorazione crochet, borchie e dettagli smerlettati rifiniti a laser. TWIN-SET (€176).
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SERVIZIO ABBONAMENTI
persone e cose che fanno la differenza da un’idea di Alberto Vergani Direttore Responsabile Fabio Operti Art Director Gianfranco del Vicario Direttore Moda Salvatore De Martino Hanno collaborato Francesca Andreoni, Silvia Barlascini, Anna Benzoni, Sofia Biasin, Leonardo Brambilla, Elisabetta Curtino, Lucia De Bernardis, Nadia di Mauro, Francesca Romana Gaglione, Marta Lamanna, Simona Melli, Isabella Panzini, Maria Papavasileiou, Ronny Pilla, Matteo Sormani, Veronica Sormani, Andrea Tenderini, Gianfranco Terruzzi, Vera Vanetti Segreteria Veronica Sormani Relazioni Pubbliche Francesca Andreoni, Marta Lamanna, Isabella Panzini, Vera Vanetti Ufficio Marketing Pia Manzi Responsabile Produzione Pia Manzi Concessionaria Pubblicità Mama Records s.r.l. via Tadino, 20 - 20124 - Milano tel. 02.29406108 Nadia di Mauro Opinion Leader è edito da Opinion Leader s.r.l. via Tadino, 24 - 20124 - Milano tel. 02.29517780 www.opinionleader.it redazione@opinionleader.it Prezzo: 5,00 euro Registrazione Tribunale di Milano n. 446 del 9 luglio 2007 Stampa Stampatori della Marca s.r.l. Via della Borsa, 9 - 31033 - Castelfranco Veneto (TV)
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Semestrale - € 10,00
Poste Italiane spa Sped. in A.P. - D.L. 353/03 conv. L. 46/04 art. 1, cl, DCB - Milano
N.2 - VIII Anno - A/I 2014-15 - Semestrale