Quadrimestrale dell'associazione "Contrada La Torre" - Anno 15, numero 50, settembre 2019 - Distrib.gratuita
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A l l a S a g r a v i a s p e t t i a m o a l l a Ta v e r n a d e l l a To r r e
Unica anche in questo, il giorno del Palio la Torre si sdoppia e offre ai Mortaresi e ai numerosi turisti un servizio di ristorazione all'insegna della genuinità. Nel menu non può mancare naturalmente sua maestà l'oca. Ecco cosa troverete alla Taverna della Torre, a partire dalle 12 in piazza Carlo Alberto. IL MENU Gnocchi artigianali con ragù d'oca Gnocco fritto con salame d'oca e salamin d'la duja Frittelle dolci alle spezie. BIRRA ARTIGIANALE Oltre ad acqua, vino e bevande, troverete le ottime birre artigianali del birrificio "Beerimba" di Vigevano, che si appresta ad aprire un punto vendita proprio nel nostro rione. IL PROLOGO Come sempre, la Taverna avrà un prologo che è diventato l'appuntamento più amato dai contradaioli: la cena propiziatoria. Foto di copertina di Andrea Perfumo, del Gruppo fotoamatori del Circolo culturale lomellino "G. Costa" Questo giornale è stato realizzato grazie anche al contributo della ditta ZINCO COFANI
Foto-eventi da non perdere È nata quest'anno, per iniziativa del Magistrato delle contrade e del gruppo fotoamatori cittadino, una promettente collaborazione, che ha permesso di realizzare un bellissimo calendario del Palio e una mostra che vi invitiamo calorosamente a visitare. Il Magistrato ha indetto anche un concorso fotografico aperto a tutti, con premi molto interessanti: buoni Amazon da 150, 100 e 50 euro. Gli scatti (massimo cinque) vanno inviati all'indirizzo email foto@paliodimortara.it entro il 31 ottobre.
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I n u ov i a b i t i d e l co r te o 2 0 1 9 Tra le novità del corteo 2019 firmato Contrada la Torre, sarà possibile ammirare tre nuovi abiti: direttamente dalla «Pala Bentivoglio» (1488) di Lorenzo Costa, sfileranno con noi personaggi nei panni di Isotta, Anton Galeazzo e Annibale Bentivoglio, tre dei dieci fratelli di Bianca Bentivoglio, personaggio già presente nel nostro corteo. L’abito di Bianca Bentivoglio è una riproduzione fedele dall’opera del Costa: un vestito di velluto viola arricchito da fiocchetti gialli e aperture da cui sbuffa la camicia sottostante e una leggera giornea dorata con doppia apertura delle maniche. Il tutto guarnito da una delicata cintura verde di tessuto intrecciato. L’abito non appartiene al parco abiti della Contrada ma è un gentile prestito della proprietaria (nonché creatrice) Sara Cardarelli. Gli abiti dei fratelli Annibale e Anton Galeazzo Bentivoglio sono stati realizzati in velluto e lino e sono composti da calzabraghe, camicia, farsetto, robone e giornea. L’outfit è completato da copricapo e cintura. La piccola Isotta Bentivoglio veste un leggero abito bicolore di panno di lana e lino; la fattura è fedele a quella raffigurata, ma non potevamo certo portare in corteo un abito giallo e rosso, motivo per cui è stato confezionato in blu e azzurro. L’ideazione e la realizzazione delle riproduzioni degli abiti
Le a c qu e c h et e
Il cast della cena con delitto con i nostri abiti
sono state messe a punto dalle abilissime sarte della Contrada, prima fra tutte la già citata Sara Cardarelli. Dalla ricerca dei tessuti, alla realizzazione dei minimi particolari, la sartoria della Torre è sempre in fermento per regalare al pubblico del corteo emozioni «storiche». Anteprima dell'abito di Isotta Bentivoglio quasi terminato. Per vederlo completato, insieme alle altre opere della nostra sartoria, dovrete attendere il giorno della festa
Il 13 luglio, nel pittoresco parco della biblioteca di Cornate d’Adda, alcuni degli abiti storici della Contrada sono andati in scena. Il riuscitissimo evento (un aperitivo con delitto) organizzato dall’Associazione genitori Inoltre in collaborazione con Youmani Onlus, ha visto un perspicace Leonardo da Vinci indagare, con l’aiuto del pubblico sempre più affiatato e coinvolto, su un orribile delitto: l’omicidio del giovane Attanasio… Dietro alle quinte: Cristina Caridi (regista) e Giuseppina Pedata (costumista). In scena: Chiara Bertazzoni, Michele Celentano, Barbara Maderna, Roberto Magliano, Marco Marzella, Lorella Sala. Vi aspettiamo per indagare ancora insieme... Prossimamente a Mortara!
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Indice Il numero 50 cade nel momento più importante del cinquantesimo anno di attività! Iniziamo dunque, dopo un doveroso sguardo all'attualità, questo viaggio nella storia dell'associazione. Non è stato facile assemblare questo numero speciale. Ci auguriamo di aver reso giustizia a tutti coloro che hanno contribuito con il loro impegno alla storia della Torre. Tuttavia, questo giornale non va certo considerato un saggio definitivo, ma una raccolta di testimonianze e di immagini, che per forza di cose potrebbe risultare incompleta. Anche per questo motivo, ci auguriamo che faccia da stimolo a chi è depositario di altri ricordi, documenti o immagini, in modo da diventare magari un punto di partenza per un lavoro più esteso ed esaustivo.
Annuario dei capitani e degli arcieri...........................7 Le origini (1969 ‐ 1982)...............................................8 Intervista a Battista Corsico...............................9 Intervista a Marco Facchinotti...........................10 Intervista ad Antonio Casagrande.....................12 Intervista a Giancarlo Bacchella........................14 La consapevolezza (1983 ‐ 1989)...............................19 Il Gruppo Sbandieratori.....................................20 La solidarietà......................................................24 Socio onorario....................................................25 Visita alla Contrada della Torre di Siena...........26 Manifestazioni e battesimo contradaiolo.........27 La ricostruzione (1990 ‐ 2001)..................................28 Intervista a Roberto Frigerio..............................29 Nell'era della comunicazione.............................32 Fino ai giorni nostri..................................................34 Intervista ad Andrea Pelli..................................35 La Festa della Torre.............................................39 L'evoluzione del corteo storico..........................40 La rievocazione storica.......................................42 Cocktail di Contrada..........................................44 Intervista a Valerio Pelli.....................................46
Un'evoluzione dell'araldica: un adesivo distribuito in città negli anni '70; lo stemma del gruppo sbandieratori; lo stemma della Contrada in uso dagli anni '80 al 2009 e infine quello attuale, disegnato da Paola Cervio
Annuario Capitani e dame Non esistendo una cronologia ufficiale e non essendo citati sui giornali i Capitani di tutti gli anni, questa cronologia si basa sulle foto d'archivio e sulle testimonianze, quindi potrebbe non essere accurata al cento per cento. Tra parentesi è indicato il nome della Dama del Capitano (fino al 2006 chiamata “Castellana”). 1970 1973 1974 1978 1979 1981 1982 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1999 2000 2007 2008 2014 2014 2017 2018
In senso orario: Piera Cassineri, Giancarlo Bacchella e Ileana Modetti, Marco Fleba e Giada Rondina, Fabio Rubini e Valentina Gilardone
Angelo Camurri (Paola Gallina) Giancarlo Bacchella (Ileana Modetti) Antonio Casagrande (Nadia Boniolo) Giancarlo Bacchella (Ileana Modetti fino al 1985; Elena Nizzero nel 1986; poi Piera Cassineri) Piero Ferrari (Piera Cassineri) Corteo e Palio non si sono svolti Luigi Pisani (Piera Cassineri) Mauro Sala (Laura Robecchi) Marco Braghenti (Laura Robecchi) Marco Fleba (Giada Rondina) Sandro Maffei (Giada Rondina) Marco Fleba (Giada Rondina fino al 1997; Annalisa Panizzi dal 1998) Fabio Rubini (Valentina Gilardone) Andrea Pelli (Valentina Gilardone nel 2008; Desirée Scanarotti nel 2009; Michela Zabeo dal 2010) Andrea Pizzolato (Alice Trevisanutto) Daniel Fleba (Alice Trevisanutto)
Andrea Pizzolato con Alice Trevisanutto
Renato Diforti (a sinistra) e Daniel Fleba (a destra) 2018
Arcieri vincitori Ricostruire l'intera storia degli arcieri è pressoché impossibile, pertanto abbiamo optato per citare gli arcieri vittoriosi, pur ricordando che all'epoca delle vittorie degli anni '80 era fondamentale anche l'apporto dei giocatori. 1980 Antonio Anselmi 1983 Giovanni Mamazza 1985 Giovanni Mamazza 1986 Gian Battista Berardi 2018 Renato Diforti
Antonio Anselmi
Giovanni Mamazza
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Gian Battista Berardi
C'era una volta un re... anzi Tre Re Era il tempo dei club, di una vita dove oggi sono la pasticceria sociale che girava intorno al bar. Adriano, l'oreficeria Ongarini e Come la strada e i cortili erano i Scacciapensieri. I frequentatori luoghi in cui i bambini giocavano e accettarono la proposta di crescevano, così al caffè si rappresentare la Contrada della diventava grandi, anche come parte Torre: fra di essi c'erano molti attiva della comunità. I club non personaggi a cui abbiamo dato erano solo ritrovi, ma fucine di voce in queste pagine e dai loro iniziative ed eventi. In questo racconti emerge come già dal vivace contesto nacquero sodalizi principio la Torre abbia ereditato culturali e sportivi destinati a dal club di origine un carattere durare ben oltre l'orizzonte di un molto attivo e, se vogliamo, un po' mondo che si sarebbe spento negli elitario. Ben presto il Tre Re chiuse anni '90. Quando gli ideatori del e la Contrada si trovò non solo a Palio dovettero cercare appoggi su doversi trasferire al bar Sport, ma cui fondare le contrade, fu per loro soprattutto ad assumere quasi naturale rivolgersi ai circoli che si subito la forma di un'associazione radunavano nei bar di Mortara. In a sé stante. Questo contribuì corso Garibaldi c'era il club Tre ulteriormente a darle una sua Re, presso l'albergo che si trovava identità piuttosto spiccata.
Per la fotografia, risalente al primo dopoguerra, ringraziamo il gruppo Facebook "Foto e immagini di Mortara com'era" e il suo amministratore Amedeo Pero
L a n a s c i t a d e l l a To r r e n e i r i co rd i d i B a tt i s t a C o r s i co La storia della Torre comincia, in un certo senso, da piazza Silvabella. A rivelarci questo «prequel» della storia giallonera è Battista Corsico, storico presidente del comitato Sagra, ma soprattutto fondatore del circolo Tre Re. "Il nostro ritrovo era al caffè Magnani, dove adesso sorge il «grattacielo». Fummo costretti a spostarci proprio per l'inizio dei lavori, ma eravamo circa 350, un bel numero. Io allora ero uno dei giovani". Questo nutrito gruppo di Mortaresi si era preso la briga di ristrutturare e rimettere in funzione nientemeno che il teatro: "Lavoravamo tutti giorni dopo il lavoro, fino a mezzanotte: abbiamo sistemato il tetto, i camerini, i palchi e rifatto tutte le tappezzerie e gli arredi. L'abbiamo inaugurato per il Capodanno del 1965 e siamo andati avanti a organizzare altri eventi per una decina d'anni". Nel mezzo di questo periodo nascono la Sagra e il Palio. Corsico ricorda così gli inizi: "Il circolo era numeroso, sarebbe stato pesante gestire tutto, per cui un gruppo che faceva capo a Giancarlo Bacchella si è preso l'incarico di organizzare la Contrada. All'inizio ricorda ancora Corsico gli abiti erano affittati e Lesca si occupava di fare qualche ritocco, poi con il tempo cominciò a cucirli da zero nel suo laboratorio. Era lui stesso a sovrintendere all'inquadramento di tutte le contrade, ma ben presto la Torre si rese più indipendente e intraprendente".
Battista Corsico è stato presidente del Comitato organizzatore della Sagra del salame d'oca fino al 2016.
Q u a n d o i l S i n d a co e r a u n « c a v a l i e r e » d e l l a To r r e Forse non tutti sanno che l'attuale sindaco di Mortara gravitava nell'ambito di quella che sarebbe diventata la Torre già dagli albori del Palio. "Ero entrato a far parte del nucleo originario che si riuniva al circolo Tre Re, dagli anni 1972/73, sotto lo sguardo del capitano Camurri e della dama Paola Gallina ci svela Marco Facchinotti nonostante ciò non facevo parte del gruppo direttivo interno, ma ero soprattutto un figurante che partecipava al «mini corteo» durante le uscite degli sbandieratori. Il mio primo ruolo attivo è stato quello di «Cavaliere del Palio»". Si tratta di una figura oggi scomparsa, ma che allora partecipava al Gioco dell'oca con il compito di «salvare» le pedine finite sulle caselle con penalità, rispondendo a dei quiz in modo da evitare alla propria Contrada di perdere caselle o turni. “Il
Palio di allora ricordava in un certo senso spettacoli come Giochi senza Frontiere – racconta il sindaco – e allora c'era molta più animosità tra le squadre durante i numerosi giochi, come il tiro alla fune, la ricerca delle zampe d'oca, la corsa sui ceppi, la corsa sulle botti e via dicendo”. Facchinotti è un'autorità sull'argomento, in quanto per anni ha seguito il gioco prima per Radio Mortara, poi come presentatore, e grazie a ciò ha avuto modo di seguire l'evoluzione di tutta la manifestazione, da semplice idea di circoli locali a vetrina di rievocazione storica con abiti e acconciature riprodotti nei minimi dettagli. Negli anni però questo cambiamento non è stato sempre positivo e di questo il sindaco Facchinotti se ne è accorto e non gli piace: “I tempi sono cambiati, certo, però prima erano i figuranti stessi a pagare per poter
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partecipare e finanziare i propri abiti... oggi quasi vanno pagati per farli partecipare! Bisognerebbe che il Palio tornasse a essere più sentito, anche solo ricominciando a riempire le strade di bandiere e non nascondendo la propria appartenenza all'una o all'altra contrada”. A questo proposito sarebbe bello che i vari quartieri della città tornassero a vestirsi con le bandiere e i colori delle proprie contrade e che la gente vivesse con più partecipazione il periodo della Sagra e del Palio. Il sindaco, se pure volto alla neutralità per via della sua posizione istituzionale, non nasconde il suo personale interesse per due contrade in particolare: per la Torre, in quanto contrada presso cui ha esordito, e per le Braide. Questa scelta perché, assieme ai gialloneri, sono la Contrada che più si mostra attiva al di fuori dei confini cittadini con numerose iniziative che tengono alto il nome di Mortara.
Marco Facchinotti in corteo. Davanti a lui, con lo stendardo, Stefano Costa, figlio prematuramente scomparso di Giancarlo, fondatore del Circolo culturale lomellino.
A lato, un momento della corsa sui ceppi negli anni '80: il gioco viene disputato tuttora
Un esempio delle scenografie allestite nei primi anni del Palio
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L e m e m o r i e d e l p r i m o c a p i t a n o v i tto r i o s o Capitano dal 1979 all'81, ma membro della contrada già dal 1975, Antonio Casagrande ricorda quegli anni. In cui già il bar Tre Re non esisteva più e il circolo dovette spostarsi presso il Bar Sport. Da semplice figurante a parte sempre più attiva del gruppo, ha contribuito nelle sue vesti di capitano alla prima vittoria del palio per la Torre nel 1980. “Al ritorno dal servizio militare, sono entrato a far parte del gruppo che si riuniva presso la saletta dedicata ai giovani del Bar Sport, fra cui vi erano Paolo Maffei e Giancarlo Bacchella. Ci trovavamo per discutere del circolo e cercare un modo per coinvolgere la clientela del bar a partecipare al Palio come figuranti o giocatori. L'atmosfera era decisamente diversa rispetto ad oggi. C'era più entusiasmo nell'imbarcarsi in un'avventura di questo genere; oggi invece vedo i ragazzi più restii a partecipare”. Un tempo la sfilata del Palio era differente rispetto ad oggi, poichè a ogni anno era dedicato un tema, ispirato ai grandi uomini italiani del periodo piuttosto che alle corporazioni in sé. “Un anno, per esempio, abbiamo rappresentato Cristoforo Colombo con tanto di modellini di caravelle; un altro anno Ludovico Ariosto e i suoi contemporanei. Ci occupavamo in prima persona degli abiti, appoggiandoci a una sartoria di Milano, e per finanziarci pagavamo di tasca nostra con i contributi Antonio Casagrande con Nadia Boniolo nel 1981 volontari dei partecipanti e con il ricavato della vendita
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delle bandiere. Ermanno Lesca non partecipava attivamente ma ha comunque sempre fatto da supervisore al risultato finale”. Dopo l'esperienza triennale da capitano, Casagrande nel 1983 decide di passare nelle file della Contrada Sant'Albino, per motivazioni personali, e nel 1986 fonderà il Dosso. Nel 1980, oltre alla già citata vittoria del palio, vince la «Coppa del capitano», un riconoscimento che ai tempi veniva dato ai capitani che più si distinguevano per l'accuratezza e la bellezza del loro costume: quasi un segno premonitore dei premi che vincerà la Torre nel corso degli anni per la precisione nella fattura dei suoi abiti. Una curiosità riguarda il fatto che in quel periodo non erano le Braide i rivali dei gialloneri. Infatti ricorda: “Ai tempi c'era una grande rivalità con San Cassiano, dal momento che vincevano quasi sempre. In occasione delle poche sconfitte biancoverdi abbiamo organizzato un funerale goliardico, passando con una finta bara di fronte a quello che era il Bar Roma, dove oggi c'è uno studio fotografico, che era la loro sede”. Ricorda anche una delle prime manifestazioni di piazza organizzate dalla Torre: una gimkana alla quale non solo hanno partecipato solo auto d'epoca, ma che è stata tutta svolta in retromarcia!
Tre foto che testimoniano la prima vittoria del Palio della contrada capitanata da Casagrande
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G i a n c a rl o B a cc h e l l a , i l s i m b o l o Giancarlo Bacchella è stato il presidente della Torre sostanzialmente per il primo ventennio, oltre che essere stato un apprezzato capitano durante i giorni del Palio. È sempre stato dietro alle numerose iniziative che hanno dato lustro e importanza ai colori gialloneri nel corso degli anni: dalla formazione del gruppo di sbandieratori alle raccolte di beneficenza. Dice Bacchella dei suoi esordi e della sua vita giallonera: “Già a partire dagli anni '70, prima che ci fosse il sistema delle contrade, avevo iniziato a partecipare a sfilate in costume. Ricordo ad esempio di aver sfilato per un'esibizione presso le scuole elementari quando esisteva ancora la Fiera Campionaria, poi un'altra volta avevo sfilato nei panni di Leonardo da Vinci: queste prime esperienze mi sono tornate utili una volta che sono entrato a far parte della Contrada come capitano, in quanto esigevo dai figuranti il massimo impegno e l'attenzione al dettaglio. Non volevo vedere accessori o indumenti come orologi o scarpe da tennis, altrimenti mi sarei arrabbiato! E anche riguardo alla famosa «curva» cercavo sempre che fosse affrontata come si deve, ovvero seguendo il centro della strada e non andando incontro agli spettatori”. Torniamo un attimo indietro: Bacchella era entrato a far parte di quello che sarebbe stato il nucleo originario della Contrada, il gruppo che si
l o d e i p r i m i ve n t ' a n n i
Foto di gruppo dopo la vittoria del Palio nel 1983, una delle tre ottenute da Bacchella come capitano: le altre nel 1985 e 1986 riuniva nei locali del circolo Tre Re, già a fine anni Sessante. Infatti è in quel periodo che nacque lo schema delle contrade cittadine, sempre all'interno di altri circoli di bar mortaresi, con i relativi nomi e corporazioni ad esse associate. Ecco come si giunse alla creazione della Contrada della Torre: “Ermanno Lesca si occupava, insieme all'associazione commercianti, di attribuire i nomi alle contrade e di avviarne l'attività". L'origine del nome della Contrada non è del tutto certa, ma sull'abbinamento con gli orafi Bacchella non ha dubbi: "Ammetto che questa è stata una mia idea: mi ero impuntato perché alla contrada fosse assegnata una corporazione di alto livello, d'élite per così dire, e dato che in quel periodo lavoravo a Valenza, famosa per le oreficerie, mi era sembrato ovvio assegnarle quella corporazione”.
In seguito alla chiusura del Tre Re il gruppo si trasferisce presso il Bar Sport (che si trovava dove oggi è il negozio Eurotessil) per alcuni anni, dopodiché a fine decennio ottiene dal Comune una nuova sede presso le ex carceri di via Belluschi. Bacchella e il gruppo si mettono di buona lena per predisporla: “Con tutti i contradaioli dell'epoca abbiamo dovuto fare un enorme lavoro di pulizia e disinfestazione, ma finalmente la prima sede ufficiale era pronta". Non dopo aver superato un piccolo ostacolo: la proprietaria del Bar Sport, presa da un amore mai manifestato per la Contrada, decise di rivendicare presso l'Associazione commercianti la «proprietà» dell'associazione, ma quelli risposero con un secco no: la contrada era di Bacchella e soci. "Mi occupavo direttamente anche degli abiti per le sfilate: devo
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ammettere che, al di fuori degli abiti del capitano e di alcuni nobili, i costumi che avevamo a disposizione non erano dei migliori, così ho deciso di contattare delle sartorie teatrali, per ottenere abiti più prestigiosi, a noleggio o anche facendoli realizzare appositamente. A Valenza, dove lavoravo, avevo trovato chi si occupava di realizzare scarpe e stivali. Naturalmente la qualità si paga, per cui dovevamo trovare modi di finanziarci. Ricordo infinite contrattazioni con il Comitato sagra, per riuscire a spuntare un contributo maggiore. Riuscivamo poi ad avere un budget superiore alle altre contrade anche grazie agli ingaggi ottenuti andando in giro per l'Italia prima con i figuranti, poi con il nostro gruppo di sbandieratori”. Gli anni Ottanta sono quelli che Bacchella ricorda con maggiore soddisfazione, essendo caratterizzati dalla straordinaria esperienza degli sbandieratori: "Sono stati anni stupendi, abbiamo girato letteralmente tutta l'Italia. Un piccolo rammarico è quello di non essere riusciti a fare una bella uscita all'estero, ma gli impegni lavorativi rendevano impossibile portare l'intero gruppo in trasferta per molti giorni". Questa «avventura» sarebbe durata fino al 1989, anno in cui Bacchella ha partecipato alla sfilata per l'ultima volta, dopodiché avrebbe dovuto interpretare Ludovico il Moro. Si tagliò anche la caratteristica barba per prepararsi al ruolo, ma per motivi personali dovette declinare e il ruolo passò a Luigi Pisani, che rimase «in carica» fino al 2000. Per la verità ci fu un'altra apparizione in costume: dieci anni fa, in occasione del quarantennale, invitammo molti
A lato: la premiazione del Palio 1985. Sotto: il gruppo dei figuranti degli anni '80 in occasione del corteo dei 40 anni, nel 2009
figuranti storici a partecipare al corteo e fra essi c'era Bacchella, che ricorda: "È stata una grande emozione rimettere il costume dopo vent'anni: la Contrada mi è rimasta sempre nel cuore, perché occupava tutto il nostro tempo libero. Ogni sera eravamo in sede, anche d'inverno, perché c'era sempre qualcosa da preparare". Molti gli aneddoti di quegli anni, dal celebre schiaffo al capitano del Moro durante il Palio, tra cui un paio sono particolarmente rappresentativi del temperamento di Bacchella: “Ai miei tempi, i capitani potevano ancora portare la spada: c'era Vasone (un commerciante membro del Comitato sagra, ndr) che continuava a fare lo slalom tra i figuranti con il suo motorino. Per
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riportarlo all'ordine, gli infilai la spada fra i raggi della ruota. Penso che se lo sia ricordato per molto tempo! Un'altra volta le majorette francesi avevano parcheggiato il loro pullman sul nostro passaggio: siccome non lo volevano spostare non ci pensai due volte e con la mia spada gli bucai il radiatore”. Concludiamo la chiacchierata con una domanda posta con un po' di timore reverenziale: cosa pensa Bacchella della Contrada di oggi? "Sì, sono soddisfatto di quello che fate adesso, anche se purtroppo non ci sono più le occasioni per esibirsi fuori Mortara. D'altra parte, una volta sciolto il gruppo sbandieratori non era facile riformarlo, anche perché i tempi sono cambiati".
L ' e p o c a d e l l a co n s a p e vo l e z z a Negli anni Ottanta possiamo dire che la Torre prende piena coscienza di sé come associazione, assumendo definitivamente alcune delle caratterisiche che la contraddistinguono ancora oggi. L'eccellenza nel contesto del Palio e l'impegno verso la città sono le cifre che si vanno a definire in questo decennio ricco di soddisfazioni. Dopo essere stata ospite al Tre Re e al bar Sport e, occasionalmente, anche al ristorante Pic Nic, la contrada trova finalmente una sede definitiva alle ex carceri, in via Belluschi, dove resterà fino al 1996. Tra il 1980 e il 1986 arrivano anche quelle che fino all'anno scorso erano le uniche quattro vittorie nel Palio, ma soprattutto la Torre si afferma definitivamente come la contrada più attiva. Vengono organizzate le prime grandi manifestazioni di piazza e si realizzano importanti progetti di solidarietà. Il capitolo forse più prestigioso di questo periodo è occupato dall'epopea del gruppo sbandieratori che, seppur di breve durata, è stata di grandissimo livello. Tra il 1984 e il 1989 i nostri portacolori si sono distinti in tutta Italia, arrivando addirittura a organizzazione un raduno nazionale.
A b i l i t à e p a s s i o n e : i l G r u p p o S
I l p al i o d i C erano 1 9 83
Il 1983 è un altro momento da ricordare per la Contrada. In quell'anno infatti si trasferiscono presso la sede capitanata da Bacchella quelli che diventeranno personalità di spicco per la Torre: Marco Masseroni e Luigi Beccaria. I due hanno deciso di uscire dal gruppo degli sbandieratori «Città di Mortara» e, nemmeno un anno dopo, hanno portato la loro abilità al servizio dei colori gialloneri: nasce così il corpo degli sbandieratori «Contrada La Torre», affiliato alla Lis (Lega Italiana Sbandieratori). A partecipare alla prima uscita in assoluto sarà solo Masseroni, assieme a
Nel 1983 nasce il Palio di Cerano, grazie all'interessamento e alla consulenza delle Contrade mortaresi, la Torre in primis, e grazie all'apporto di Antonio Giarda, che di Cerano è appunto originario.
Marco Masseroni con una bandiera "di fortuna" nel corteo del 1983
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S b a n d i e ra to r i d e l l a Co n t ra d a
Nella pagina a lato, il corpo sbandieratori a Mortara. A destra: la compagnia a Montecatini Terme nel 1988 tre tamburini, con uno stendardo rimediato per l'occasione, ma presto si costituisce il gruppo vero e proprio. Cominciano con alcune esperienze nelle manifestazioni locali durante il 1984, la prima delle quali alla Sagra della cipolla rossa di Breme, nell'anno seguente la compagnia compie già un notevole salto di qualità, caratterizzandosi quindi ben presto nel porsi obiettivi ambiziosi. Partecipa nel mese di giugno alla quarta edizione dei campionati nazionali, o «Parata nazionale della Bandiera», organizzati dalla Lis in Umbria e, nello specifico, a Perugia, Città della Pieve e Castiglione
del Lago. Ben più importante ricordare come nel 1986 furono proprio i nostri sbandieratori ad occuparsi dell'organizzazione del campionato, trasferitosi sul nostro territorio. L'evento è stato articolato su tre giornate: la prima a Vigevano, la seconda a Mortara con una prestigiosa conclusione addirittura in Piazza del Duomo a Milano. Nello stesso anno, gli sbandieratori gialloneri sfoggiano la loro arte anche in altre manifestazioni tra cui spiccano il raduno nazionale «Giochi della bandiera» di Fossano e il Carnevale asburgico di Arco di Trento. Nel 1987
Bergamo 89
Motta S. Anastasia 87
Partendo dall'immagine in alto a destra, in senso orario: gli sbandieratori a Motta Sant'Anastasia, in Sicilia (1987); in corteo lungo la Lea Longa; esibizione e foto di gruppo presso il VII Festival internazionale del Folklore di Bergamo (1989). Al centro, una foto di gruppo della compagine.
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partecipano alla Festa della vendemmia di Lugano, la prima volta che oltrepassano i confini nazionali, quindi «sbarcano» in Sicilia, a Motta Sant'Anastasia, per la successiva edizione della parata nazionale, che nel 1988 si svolge invece a Montecatini Terme, dove ottengono il settimo posto su quindici partecipanti. Sempre nell'88, il gruppo tocca anche le coste della Sardegna, a Buddusò. L'avventura della compagnia si esaurisce nel 1989; una delle ultime uscite di spicco è quella del Festival internazionale del folklore, che si è svolto a Bergamo nel mese di agosto.
Un momento conviviale del gruppo Sbandieratori
L'esperienza continua con i tamburini In occasione del suo quarantennale, nel 2009, la Contrada chiamò a far parte del corteo storico un nutrito gruppo di figuranti degli anni Ottanta. Tra di essi c'erano molti sbandieratori, che ebbero così l'occasione di mostrare la loro abilità a vent'anni dallo scioglimento del gruppo. L'esperienza non fu fine a se stessa, perché Luigi Beccaria, il primo tamburino entrato a far parte del gruppo sbandieratori fin dal 1983, fu coinvolto ben presto in Contrada per tramandare la sua arte ad alcuni ragazzi che frequentavano il doposcuola. «Gigio», come viene chiamato da tutti, fu subito entusiasta di questa idea e si mise immediatamente a formare le nuove leve. Dopo qualche anno di rodaggio, il gruppo è gradualmente aumentato, fino a raggiungere gli attuali conque elementi. Accanto a Beccaria ci sono Lorenzo Solito, Lorenzo Naguib, Lorenzo Orlandini e Raffaello Mugnano. Alcuni anni fa il gruppo ha anche realizzato una delle opere che ci rende più orgogliosi: la decorazione, interamente manuale, dei tamburi. Si tratta di un altro primato che si va ad aggiungere ai tanti collezionati dalla Torre in questi cinquant'anni.
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Quando la Torre donò alla Città dialisi e telesoccorso Contrada vuol dire anche solidarietà. Alcuni tra gli esempi più importanti sono state le raccolte fondi organizzate durante gli anni Ottanta, legate a diverse iniziative organizzate tra gli anni 1986 e 1989, come ad esempio la sfilata di moda «Sorrisi fra le stelle». Nel corso degli anni vennero raccolti ben tredici milioni delle «vecchie lire», una cifra considerevole, finalizzata a importanti progetti di solidarietà. La Torre infatti fu capofila del Comitato emodialisi, presieduto da Giancarlo Bacchella. Grazie anche alla collaborazione dei componenti della Contrada e al fondamentale supporto della moglie, la dottoressa Cinzia Vaccaroli, allora dirigente dell’ospedale civile di Vigevano, la cifra raccolta è stata destinata all'acquisto e alla concessione in comodato d'uso gratuito alla Ussl 78 (attuale Ats) di due apparecchi, all'avanguardia per i tempi, per eseguire la dialisi peritoneale domiciliare a pazienti selezionati dal reparto di nefrologia di Vigevano, diretto dal dottor Roberto Bellazzi. Tali attrezzature sono state installate nel luglio 1989 e avevano come priorità di assegnazione i pazienti residenti nel Comune di Mortara. Ma non è tutto: Mortara e Vigevano in quegli anni erano all'avanguardia anche per un altro motivo, l'istituzione del servizio del telesoccorso. Anche in questo caso, il Comitato emodialisi, unitamente alla Croce azzurra di Vigevano, alla Croce rossa di Mortara e al Comune di Mortara si è fatto promotore dell'iniziativa. Ai fondi così raccolti, frutto della generosità dei Mortaresi, si unì un contributo del
Comune di Mortara che consentì l’acquisto di 10 apparecchi per il telesoccorso, da installare presso il domicilio di persone anziane o affette da patologie invalidanti. La spinta benefica non si è esaurita con gli anni Ottanta. Anche numerose iniziative organizzate nei primissimi anni Novanta hanno avuto delle finalità di beneficenza. Nel 1991 il Comitato emodialisi ha acquistato due apparecchiature fisioterapiche indicate dal primario Angelo De Falco e destinate all’ambulatorio di terapia del dolore dell’ospedale Sant’Ambrogio di Mortara, a beneficio dei pazienti mortaresi e dei paesi limitrofi. Nel settembre 1992, la «Tombolada» ha permesso la raccolta di ulteriori risorse a favore del servizio di telesoccorso e della locale sede Anffas. Nello stesso anno, inoltre, il Comitato emodialisi si è fatto carico dei costi del trasporto degli emodializzati, servizio che era stato temporaneamente sospeso dalla Regione.
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B a cc h e l l a s a rà s o c i o o n o ra r i o La cena propiziatoria di quest'anno avrà un momento veramente speciale. Durante la serata conviviale della sera precedente il Palio, sarà conferito a Giancarlo Bacchella il titolo di «socio onorario» per i meriti acquisiti nella costituzione e nella guida dell'associazione nei primi vent'anni di vita. Ogni direttivo ha la facoltà di nominare un solo socio onorario nell'arco del proprio mandato, quindi non si tratta di un riconoscimento attribuito frequentemente. L'iniziativa simboleggia l'unione tra l'epoca di fondazione della Torre e la nostra: cinquant'anni durante i quali è cambiato molto, ma in cui l'eccellenza nel panorama cittadino è stata una costante. È un riconoscimento che vuole anche porre fine alle dicerie, che si trascinano da troppo tempo, riguardanti presunti «malocchi» lanciati all'epoca del cambio di dirigenza di fine anni Ottanta. Dicerie senza fondamento su cui abbiamo scherzato anche recentemente con troppa leggerezza, ma che ora è tempo di mettere definitivamente a tacere.
Addi o a Paol o Maffei Paolo Maffei nel 2009, quando tornò a indossare l'abito storico in occasione del quarantennale della Contrada
Nel numero speciale per la vittoria abbiamo ricordato i contradaioli che, negli anni, sono scomparsi. Purtroppo al triste elenco si è recentemente aggiunto il nome di uno dei grandi protagonisti dei primi anni: Paolo Maffei. È stato fra i contradaioli più attivi, facendo anche parte del gruppo sbandieratori.
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L a c u r i o s a v i ce n d a d e l l a v i s i t a a S i e n a Dieci anni fa, durante il lavoro di ricerca effettuato per allestire la mostra del quarantennale, trovammo una targa che reca l'incisione “GEMELLAGGIO / Contrada La Torre Mortara / Contrada La Torre [sic] Siena / 25 – 7 – 81”. Incuriositi da questo reperto, apparentemente testimone di un evento di cui non avevamo mai sentito parlare, intervistammo subito alcuni contradaioli della prima ora, ma non riuscimmo ad avere subito un quadro chiaro di cosa fosse accaduto. Nei dieci anni trascorsi da allora, abbiamo cercato di raccogliere qualche altra testimonianza e, soprattutto, abbiamo provato a rivolgerci alla nostra contrada omonima di Siena per sapere se restasse qualche traccia di questo incontro nei suoi archivi. Non senza sorpresa, dopo alcuni mesi l'archivista ci disse di aver rinvenuto una lettera di ringraziamento proveniente da Mortara. Ottenuta la prova documentale dell'avvenuto incontro, grazie ai racconti di Paolo Maffei, Giancarlo Bacchella e Antonio Giarda, siamo riusciti a ricostruire quanto avvenuto. Fu in effetti inviata una richiesta di gemellaggio, declinata dai senesi con la motivazione dell'enorme differenza di storia (soli dodici anni contro almeno cinque secoli). Tuttavia una delegazione di una dozzina dei
nostri fu accolta con grande cortesia durante la festa titolare, avendo l'opportunità di visitare il museo e ricevendo in omaggio i caratteristici fazzoletti in uso a Siena. Vale la pena menzionare che all'epoca il capitano della Torre era nientemeno che Artemio Franchi, presidente della Uefa: proprio colui a cui sono intitolati gli stadi di Firenze e Siena. La targa realizzata dalla nostra Contrada come ricordo della visita a Siena del 1981
Anno 15 - numero 50 Reg. trib. di Vigevano n° 2 del 2005 Direttore Responsabile: Maurizio Ferrari Redazione: Andrea Pelli,Vittorio Orsina, Federico Tiraboschi Collaboratori: Valerio Pelli, Clelia Sarta Editore: Associazione “Contrada la Torre” info@contradalatorre.org Direzione, redazione e editore: via Troncone, 1 - 27036 Mortara Pubblicità: Associazione “Contrada la Torre” Stampa: PIxartprinting srl, Quarto d’A. (Ve) Quest’opera è stata rilasciata sotto la licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale Condividi allo stesso modo. Per leggere una copia della licenza visita il sito web http://creativecommons.org/licenses/publicdomain/
o spedisci una lettera a Creative Commons, 559 Nathan Abbott Way, Stanford, California 943505 USA.
Protagonista come Beatrice d'Este, ma anche in passerella era Desirée Scanarotti, qui in una sfilata del 1988 e come volto di un volantino del 1989
G l i a n n i d e l l e s fi l a te d i m o d a "Gli anni" cantati dagli 883 erano quelli in cui la Torre eccelleva anche per le seguitissime manifestazioni della sera precedente il Palio. Dal 1985 al 1989 si sono succedute cinque edizioni denominate «Musica e Moda» e poi «Sorrisi tra le stelle», con cui si raccoglievano anche fondi per il progetto emodialisi. I giovani più popolari di Mortara si alternavano sulle passerelle allestite in corso Garibaldi, sfilando con gli abiti dei negozi in voga ai tempi. Una tradizione che poi proseguì con successo nei primi anni Novanta.
I l bat t esi mo c ont radai ol o Forse ispirato dalla recente visita a Siena, in cui assistette ai battesimi contradaioli, Antonio Giarda, allora segretario della Contrada, decise di proporre un'iniziativa analoga anche a Mortara. Nel 1983, cogliendo l'occasione della nascita di suo figlio Alessandro, l'idea fu messa in pratica, tentando di coinvolgere tutti i nati nel rione in quell'anno. Purtroppo non ci fu una grande adesione, ma di quella giornata e di quel rito,
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officiato dallo storico parroco don Adriano Bernuzzi, resta comunque qualche foto e un bel ricordo nei cuori dei genitori.
G l i a n n i d e l l a r i co s t r u z i o n e , ra c Indicativamente dal 1990 al 1997, la Contrada affronta un periodo di ricostruzione. Lo scioglimento del gruppo sbandieratori ha portato con sé l'abbandono di molti personaggi chiave dei primi vent'anni di vita associativa. A guidare il sodalizio, che nel 1991 si dota di un nuovo statuto, resta Roberto Frigerio, che oggi è conosciuto principalmente come interprete di Ludovico il Moro, e pochi altri. Attorno alla nuova dirigenza si aggrega un gruppo di giovani destinati entro qualche anno a diventare i protagonisti principali. La necessità di ricostruire non significa che la
Torre abbia rinunciato al suo ruolo di contrada leader: continua a organizzare manifestazioni in città e a risultare sempre la più apprezzata nella sfilata storica che precede il Palio. Comincia in questo periodo a nascere la sensazione che serva un salto di qualità e cominciano a circolare parole come "storicità" e "filologia", aprendo la strada a un definitivo rinnovamento che avviene tra il 1998 e i primi anni di questo secolo. Non manca un altro cambio di sede: nel 1996 si trasloca a palazzo del Moro, fuori dal territorio della Contrada, ma in un contesto decisamente migliore.
Nello sfondo, il capitanosimbolo di quegli anni: Marco Fleba, qui accompagnato da Giada Rondina
a cco n t a t i d a Ro b e r to Fr i ge r i o
Roberto Frigerio in una foto del 1994
Roberto Frigerio: un nome, una garanzia. Tutti lo ricordiamo nel ruolo di Ludovico il Moro che ricopre da numerosi anni, ma in realtà ha collezionato nella sua carriera una serie di esperienze che in pochi possono vantare, e che coprono tutta la vita della Sagra. Già dalla prima edizione del Palio vestiva i panni di un paggetto per i colori di San Cassiano, poi con l'adolescenza è venuto il periodo formativo di Radio Mortara e con essa la conoscenza di Elio Pecchenino, allora già una figura importante per la corporazione degli orafi, che ha avuto il merito di introdurlo ai colori gialloneri. “Elio è solo la prima delle persone che mi hanno accompagnato in questa avventura – racconta Frigerio – poi posso citare Lidia Cassineri insieme a Claudio, Antonio Giarda, Patrizia Bonfanti, Marco Legnazzi, poi ancora un personaggio eclettico quale Danilo Incontri, che spesso mi è stato vicino, e naturalmente Piera che poi sarebbe diventata mia moglie”.
La parola chiave di Frigerio e dei ruoli che ha ricoperto all'interno della Torre è una: socialità. L'idea di base era quella di trasformare la contrada in un polo di aggregazione dove stare bene insieme, e da quando alla fine degli anni Ottanta Frigerio ha assunto il ruolo di presidente, ha sempre spinto per creare manifestazioni e lavorare sul territorio in modo che la Torre potesse stare sempre più a contatto con la cittadinanza. La scomparsa dei circoli e dei club come il Tre Re che fino ad allora erano stati i poli della comunità giallonera, avvenuta più o meno nello stesso periodo, non ha però fatto perdere d'animo il presidente che ha anzi raddoppiato i propri sforzi. “Come Torre eravamo già bene organizzati. La Contrada era vista come un momento di sfogo, le uscite come spazi per divertirsi, ma sempre pensando anche agli altri. In quegli anni stavo lavorando anche per la Pro Loco, che di lì a poco si sarebbe sciolta: c'era il Palio da organizzare, la Contrada da gestire, tante cose da fare ma che comunque vivevamo sempre con molto entusiasmo e partecipazione”. La presenza sul territorio era il concetto fondamentale della presidenza Frigerio, ma il gruppo dei coordinatori delle manifestazioni era soltanto un terzo del totale, a cui si affiancavano il gruppo degli sbandieratori, che ha concluso la propria esperienza nei primi anni del rapporto di Frigerio con la Contrada, e naturalmente il gruppo, formato in buona parte da donne, che si occupava dei costumi e della rievocazione storica. Ma il coinvolgimento
Due immagini dei contradaioli ai tempi delle ex carceri di via Belluschi
della gente è sempre rimasto il punto cardine. “Ai tempi Torre e Braide si erano unite per creare la festa della Madonna del Campo, un evento di successo a cui Mortara ha risposto bene fin da subito. Queste due realtà hanno spiccato da sempre nel panorama delle Contrade, ognuna a suo modo, proprio perché hanno sempre mantenuto la loro identità e, al tempo stesso, hanno spinto per stimolare la gente anche e soprattutto al di fuori degli spazi canonici del Palio”. L'avventura di Frigerio a capo della Torre è durata un decennio, ma il passaggio di consegne è avvenuto in modo rapido e indolore; anche se con il nuovo direttivo di allora si è deciso di dare la priorità alla parte rievocativa, un'impostazione
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seguita tuttora, il nostro si è sempre detto molto soddisfatto dell'impronta che è stata data alla vita giallonera. “Sono contento di essere stato sostituito in quegli anni da persone volonterose e preparate come Andrea Pelli, Andrea Girella, Maurizio Ferrari e Corrado Mannato, ma potrei fare molti altri nomi. In fondo la tradizione va continuata anche nel cambiamento, e finché rimangono l'entusiasmo e la voglia di fare i risultati non possono che essere positivi”. Entusiasmo che Frigerio ha senz'altro messo nel suo ruolo successivo, quello di Ludovico il Moro nel corso della sfilata storica e del Palio, e che ha portato molti mortaresi a identificare il nostro con il condottiero. Anche se lui non
ritiene di esserne diventato l'incarnazione definitiva. “L'unico e vero Ludovico rimarrà sempre il compianto Luigi Pisani. Lui si era davvero identificato nel personaggio, a partire dal fisico fino al modo di porgersi”. A tale proposito, Frigerio ci lascia un bel ricordo legato al suo predecessore, una consuetudine che ha portato avanti per anni in compagnia di un altro nome celebre quale Fabrizio Giannelli: “Per diversi anni io e Fabrizio siamo andati a trovare Luigi la sera prima del Palio, per scambiarci impressioni davanti a un buon bicchiere di vino, e immancabilmente si finiva per tirare l'alba discutendo di tutto e di più, spesso senza neanche rendercene conto. Alla fine era proprio questa l'impostazione che ho sempre cercato di dare con la mia presenza in Contrada: un luogo dove stare bene insieme e passare le ore in allegria uniti da interessi comuni”.
Negli anni Novanta continua e si chiude la parabola delle sfilate organizzate dalla Torre. Nelle foto, due manifestazioni del 1993: Belle d'estate (in alto) e Miss Piscina
Una fortunata invenzione: il Minipalio Nel 1997 la Torre creò una manifestazione che aveva l'obiettivo di far conoscere ai bambini la realtà del Palio e delle contrade: il Minipalio. Si svolse fino al 2001, poi fu interrotto per la scarsa adesione da parte delle altre contrade. Ma l'idea non morì. Creato il Magistrato delle contrade, presieduto inizialmente dal nostro Andrea Pelli, il Minipalio fu uno dei primi progetti a cui si mise mano ed è oggi una bellissima realtà portata avanti da un gruppo di giovani di tutte le contrade e coinvolge le scuole dell'infanzia e la scuola primaria.
Un momento dell'edizione 2000, disputata in piazza del Teatro
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S u l p e zzo d a l 1 9 9 9 : co m e n a s c
La redazione al completo. A lato: la prima pagina del primo volantino del 1999. Il direttore dell'InformaTorre, Maurizio Ferrari, ci racconta come è nata l'idea del volantino che si è sviluppato fino a diventare una pubblicazione a tutti gli effetti. “Abbiamo deciso di creare una rivista per poterci esprimere liberamente dato che allora le Contrade avevano poca voce in capitolo, ed eravamo interessati a promuovere le nostre iniziative, Internet non era diffuso e non c'erano i social network”. In origine però l'impostazione generale sarebbe dovuta essere un po' diversa rispetto al giornalino che conosciamo oggi: “L'idea di base in quel lontano 1998 era di dargli un'impostazione da rivista storicoculturale, una finestra non solo sulle attività della Torre ma anche su quel mondo medievale a cui si ispira, un contenitore di argomenti storici che potesse avere anche uno scopo educativo e non solo di semplici curiosità”. Alla fine, in quanto rivista realizzata su base volontaria e senza una redazione vera e propria, con ristrettezza di soldi e tempo, le cose non sono andate come previsto, ma questo non vuol dire che l'esperienza non sia servita e non serva tuttora.
“Intanto siamo comunque riusciti a trovare numerosi contatti nell'ambito della rievocazione storica, grazie anche alla formazione quasi contemporanea della Cumpagnia e del gruppo di danze medievali – prosegue il direttore – e l'idea generale di un foglio culturale è tornata utile per l'organizzazione di attività che abbiamo portato avanti in seguito”. Un esempio è il Banchetto di San Giovanni: Ferrari ha fatto un'escursione ai Musei Vaticani per vedere cosa si mangiava, come erano presentate le portate, qual era l'etichetta del periodo e via dicendo, per creare un'esperienza quanto più simile possibile alla realtà storica. Ma le esigenze che hanno dato vita al giornale non sono state solo di tipo culturale. Nel 1998 è avvenuto l'episodio increscioso del «palio rubato», che fece capire come fosse ormai indispensabile dotarsi di propri canali di comunicazione. Nelle parole di Andrea Pelli: "Organizzammo un incontro pubblico alla presenza del sindaco e del comitato, per spiegare la nostra versione dei fatti, gli illeciti commessi dalle Braide e la superficialità con cui il Comitato sagra gestiva la competizione del Palio.
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s c e l ' I n f o r m a To r r e Fu anche l'occasione per coinvolgere le altre contrade nel richiedere maggiore autonomia e maggiore considerazione. All'inizio non andò benissimo, ma mi piace pensare che sia stata messa in movimento un'onda lunga che ha portato, quindici anni dopo, alla nascita del Magistrato delle contrade. La stampa locale era troppo legata al Comitato sagra, non ci sentivamo presi in sufficiente considerazione, così decidemmo di pubblicare un nostro giornalino, ma anche di approdare a un palcoscenico allora innovativo come quello del web”. E fu così che nacquero sia l'InformaTorre, l'organo ufficiale di stampa della Contrada (allora solo un volantino, evolutosi poi in ciò che state tenendo in mano), sia il sito internet, di cui potete leggere nel box sottostante. Nel 2005 è stato compiuto un salto importante: la testata è stata registrata al tribunale di Vigevano e da allora l'InformaTorre è ufficialmente un periodico come quelli che potete trovare in edicola. Con la differenza che la sua realizzazione porta con sé un notevole impegno volontario, dalla graffettatura delle pagina alla distribuzione porta a porta. Nel 2014 la «storia» del giornale giallonero ha avuto un primo riconoscimento istituzionale: le prime quindici annate sono state fatte rilegare e donate alla biblioteca civica, raggruppate in tre volumi. La presentazione ufficiale avvenne in un incontro pubblico presso il Civico 17 alla presenza delle autorità.
Ven t 'a n n i di s i t o web
Il nostro Andrea Pelli è anche uno sviluppatore informatico, e uno dei suoi primi lavori è stato mettere in rete e gestire, ormai due decenni fa, il sito personale della Contrada (nell'immagine, come si presentava nel 1998, ndr). Se oggi un profilo di questo tipo, in tempi di social, può sembrare obsoleto, allora si trattava di un mezzo all'avanguardia per rendere partecipi delle novità giallonere gli amici della Torre in tutta Italia e gli appassionati di rievocazioni e legarsi ad altre associazioni dagli obiettivi simili. In 20 anni molto è cambiato sul web, ma la costante presenza online della Torre è un punto di forza da non sottovalutare.
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Il «rinascimento» d el n u ovo m i l l en n i o In un certo senso, il nuovo millennio della Contrada inizia con un po' di anticipo. Questo perché già dalla fine degli anni Novanta si può dire che la Torre esca dal periodo di consolidamento e imbocchi, gradualmente ma con decisione, le nuove strade che la porteranno al suo essere attuale. L'esperienza di Frigerio a capo dell'associazione volge al termine: il testimone passa definitivamente a un nuovo gruppo i cui esponenti principali sono Andrea Pelli e Andrea Girella. La ricerca storica diventa il faro per l'allestimento del corteo (non a caso in questo periodo questo termine sostituisce “sfilata”), ma anche per altre iniziative. Nascono il gruppo di danza, quello di scherma e si comincia a produrre abiti in proprio. Si partecipa a rievocazioni storiche e si organizza un banchetto medievale. La Torre si trova quindi in una posizione di guida nel sollecitare un cambio di mentalità in tutto il Palio, sia nella storicità di abiti e accessori, sia nella richiesta di una maggiore autonomia dall'organizzazione della Sagra. Queste idee ci hanno relegati per anni nel ruolo dei “bastian contrari”, ma oggi possiamo dire di essere stati visionari: la creazione e il successo del Magistrato delle contrade e la definitiva accettazione dei criteri filologici da parte delle altre contrade ci rendono molto orgogliosi. In tutto questo, non ci siamo certo risparmiati nel continuare a organizzare iniziative di ogni tipo per la città e non ci siamo fatti mancare un altro trasloco: infatti dal 2004 la Torre finalmente è tornata ad avere una sede nel proprio territorio, a Palazzo Lateranense.
Nella foto di sfondo, Fabio Rubini, capitano dal 2000 al 2007, con la «sua» dama Valentina Gilardone
A n d re a Pe l l i ra cco n t a l a s u a pres i d en z a
Andrea Pelli, qui con la moglie Michela Zabeo e il palio 2018, è stato presidente dal 2001 al 2013 e capitano dal 2008 al 2014
Andrea Pelli, ex presidente della Torre, inizia la sua carriera in Contrada come figurante «occasionale» nel 1988 e assume un ruolo più attivo tra il 1992 e il 1993, partecipando all'organizzazione di alcune manifestazioni. “Mi ha convinto la compagnia di amici che frequentavo, perché volevano li aiutassi a organizzare la festa di Capodanno del 1993 – ricorda l'ex presidente – poi siamo andati avanti a mettere in piedi altri eventi aperti a tutta la città, come Miss Piscina, che ebbe un gran successo quello stesso anno”. In quel periodo Pelli era raramente in sede per motivi di studio e lavoro, così
solo dal 1998 ha assunto un ruolo di spicco al suo interno, entrando a far parte del consiglio direttivo che comprendeva i suddetti amici e frequentatori assidui della Contrada, come Roberto Frigerio, Andrea Girella, Corrado Mannato e Maurizio Ferrari. "In quegli anni c'era uno spirito diverso e meno istituzionalizzato di vivere la contrada. Si sovrapponevano la compagnia degli amici e il gruppo dei contradaioli più attivi, quindi ci si dedicava all'associazione in modo più continuo e naturale, anche perché eravamo ancora studenti e quindi c'era più tempo disponibile. Inoltre gli associati erano forse una ventina, per cui >>
L'inaugurazione della mostra del quarantennale della contrada alla presenza della autorità, tra cui si riconoscono Marco Facchinotti, all'epoca vice presidente della Provincia e Battista Corsico, presidente del Comitato sagra
Cena di gala a Palazzo del Moro per raccogliere i fondi a favore del doposcuola della Torre (2009)
siamo in pratica partiti da uno «zoccolo duro» di amici per darci da fare, sapendo poco dei fasti vissuti in precedenza dalla contrada. Cose che avremmo in buona parte scoperto solo facendo ricerche per la celebrazione del quarantennale nel 2009”. Nonostante questo passaggio generazionale, l'esperienza pregressa nell'organizzazione di eventi è stata messa a frutto grazie alla presenza di Roberto Frigerio che le ha dato continuità. "Siamo riusciti a mantenere, oltre a un ruolo di eccellenza nel corteo, la tradizione delle manifestazioni di piazza. Oltre alla sfilata, era usanza che la Torre organizzasse qualcosa per il sabato della settimana prima del Palio. A questi due appuntamenti fissi abbiamo man mano aggiunto altre iniziative e nello stessoperiodo cresceva anche il gruppo dei contradaioli".
Nello stesso periodo, inoltre, cresce in modo decisivo l'interesse per la rievocazione storica, al di là del solo contesto del Palio. "Già da un paio d'anni si era formato riprende Pelli un gruppo di danza storica, poi nel 1998 avviai con Luigi Balocchi quello che sarebbe diventata la Cumpagnia d'la Crus, partendo dall'attività di scherma. Il desiderio di far fare al nostro corteo un salto di qualità in senso filologico era già vivo e questa nuova esperienza ci mise in contatto con gruppi e manifestazioni che erano già avanti in questo ambito. Così, la ricostruzione storica diventò presto uno dei fiori all'occhiello della Torre e lo è ancora". E siccome non tutto il male vien per nuocere, anche eventi all'apparenza negativi hanno invece rafforzato la Contrada e ciò che la contraddistingue. “In
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quel periodo eravamo arrivati ai ferri corti con il Comitato Sagra perché il Palio era ancora considerato uno spettacolo fatto tanto per intrattenere, con i costumi teatrali presi in prestito e le Contrade viste come emanazioni del comitato stesso. Noi invece volevamo spingere sull'accuratezza storica e su un senso di identificazione con chi viveva in quel dato periodo storico, oltre a desiderare una maggiore credibilità alla competizione del Palio”. È stato anche l'episodio del «palio rubato», nel 1998, a dare la spinta definitiva verso questa nuova impostazione. Durante questo periodo è maturata, gradualmente e consensualmente, la fine dell'esperienza di Frigerio alla guida della Torre: nel 2001 si rinnovano le cariche e Pelli diventa presidente. "Ho vissuto la nomina come un passaggio
abbastanza naturale, perché svolgevo già le mansioni di segretario e molte cose erano mio compito, dato che Roberto (Frigerio, ndr) stava riducendo il suo impegno ed era già destinato a passare all'organizzazione del Palio. Il fatto che Andrea Girella restasse vice presidente mostra che il passaggio è stato una normale transizione generazionale, per cui c'è stata una continuità, anche se negli anni è stato inevitabile che pian piano dessimo un'impronta diversa. Se devo scegliere le iniziative più caratterizzanti, direi la festa della Torre, che continua dal 2002, le celebrazioni del quarantennale, in particolare la mostra di Palazzo Cambieri, e il doposcuola che nacque l'anno dopo e, tra alti e bassi, è arrivato al 2019. Una piccola cosa che mi dà molta soddisfazione è la cena propiziatoria della sera prima del Palio, che l'anno scorso è arrivata a contare più di 130 presenze". Ma c'è anche qualche piccola delusione: "Anche se non ci è sempre riuscito bene conclude Pelli abbiamo cercato di dare più continuità alle iniziative di aggregazione, di rendere la Contrada un ritrovo anche al di là delle necessità legate alla preparazione delle varie iniziative. Credo che una delle caratteristiche della Torre rispetto ad altre contrade e associazioni sia che non siamo un gruppo, ma più gruppi con interessi e obiettivi diversi, ma spesso sovrapposti. A unire tutti c'è l'identità giallonera, che si
esprime nei momenti di festa, soprattutto legati al Palio. Nel tempo, alcuni di questi gruppi non si sono integrati del tutto in questa identità e si sono persi, ma quasi sempre hanno lasciato, per così dire, in eredità qualche persona che poi si è appassionata anche al resto delle attività. Penso per esempio a Sara Cardarelli, che è entrata in Contrada per giocare con gli amici ed è diventata la nostra sarta, grazie all'incontro con mia mamma Ginetta. Se Sara fosse andata a giocare a casa di amici, oppure al bar, non avrebbe mai scoperto questo suo talento. Sono tanti anche i casi di coppie che si sono formate in Contrada e che sono sfociate in matrimoni fecondi, come nel caso del nostro capitano Daniel".
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Sopra: alla cena propiziatoria del 2013 A. Pelli riceve una targa di ringraziamento per i 12 anni di presidenza. In basso, uno dei molti momenti conviviali della Contrada
A g i u g n o l a To r r e è i n f e s t a
Gli acrobati «Gregor e Katjuscia» si esibiscono alla FdT 2018
Una delle prove di Pompieropoli
Il 2002 è stato l'anno in cui è stata organizzata per la prima volta la Festa della Torre, iniziativa che si svolge tuttora. La Contrada aveva messo da parte le manifestazioni di piazza per dedicarsi a tempo pieno alla rievocazione storica, ma con il cambio di sede e l'aumento dei soci ha deciso di far rinascere la tradizione degli eventi, la prima domenica di giugno. Le prime due edizioni si sono tenute di fronte all'albergo San Michele, mentre tutte le successive in Piazza del Teatro e corso Garibaldi. Durante la Festa della Torre si sono succeduti eventi come «Pompieropoli» per i più piccoli, i pomeriggi dei «Giochi della Torre» per chi volesse provare i giochi da tavolo e di ruolo, mostre di collezionismo, spettacoli cabarettistici, concerti di cover band quali i Miwa e i Cavalieri dell'Orzo Bimbo, e naturalmente i tavoli all'aperto per la cena conclusiva. I Cavalieri dell'Orzo Bimbo in concerto
Il duo comico Fiona e Laura da «Colorado Café»
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L a l u n g a t ra n s i z i o n e d e l co r t e o s L'aspetto in cui l'evoluzione delle contrade è sotto gli occhi di tutti è quello del corteo storico. Per quasi vent'anni l'organizzazione è stata guidata da Andrea Girella, che però è approdato all'associazione per altri motivi: "Sono arrivato in Contrada nel 1992 racconta in un periodo di ricambio generazionale. Quando ho cominciato a collaborare con Roberto Frigerio, partecipando a manifestazioni di piazza, già non c’erano più i protagonisti del decennio precedente. Abbiamo perso qualcuno per strada anche durante questo periodo, in quanto il ricambio era ancora in atto. Io e altri ragazzi, attraverso queste manifestazioni, abbiamo trovato un ambiente dove abbiamo potuto esprimerci, perché Roberto è sempre stato una persona che ha permesso a chi aveva idee di portarle avanti e realizzarle". Il «debutto» di Girella in un ruolo di responsabilità è quasi casuale: "Alla prima manifestazione, dopo un pomeriggio passato ad allestire tavoli e sedie, sono stato mandato alla cassa, perché mancavano delle persone. Questa immediata fiducia mi ha colpito in modo positivo e ha pesato nella mia scelta di rimanere. I nuovi arrivati, piano piano, hanno iniziato a portare delle idee per altri eventi che sono serviti per aggregare altri giovani alla Contrada". Il nome di Girella, dicevamo, è legato anche al ruolo di guida avuto nell'organizzazione e nello sviluppo del corteo storico: "Quando sono entrato, la «sfilata» era curata da Piera Cassineri. Nei primi anni, io e gli altri giovani abbiamo affiancato lei e il suo gruppo, vedendo cosa facevano e di cosa si trattava. Abbiamo portato
Andrea Girella è stato vice presidente fino al 2013. Ora si occupa, per conto del Magistrato delle contrade, della supervisione generale del corteo e dell'allestimento della Corte e della delegazione comunale.
Sopra: Girella alla partenza del corteo 2011; a lato nel 1994 con Piera Cassineri, Corrado Mannato, Andrea Pelli, Sara Magnani e Beppe Bonati qualche figurante e poco di più. Un po' per volta, abbiamo cercato di capire perché le cose venivano fatte in un certo modo e ad appassionarci sempre più. Ci siamo lasciati coinvolgere dalla parte agonistica, che è il Palio, ma soprattutto dal Corteo, cioè quella storica e di rievocazione. Il passaggio dall’organizzazione di manifestazioni a quella del corteo è stato naturale per me. In quel periodo si era un numero limitato di persone e tutti si occupavano un po’ di tutto. La responsabilità dell’organizzazione del corteo è passata da da Piera a me da un anno con l’altro. La scelta fu dettata principalmente a un passaggio generazionale dei figuranti stessi. Piera si è trovata a organizzare un corteo dove più di metà dei protagonisti aveva lasciato in poco tempo. La sostituzione di un così
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alto numero di persone è stata più semplice per noi più giovani. Così, nel giro di un paio di anni, in Contrada la maggior parte dei figuranti erano nostri coetanei. Per un po’ di tempo abbiamo mantenuto le consuetudini positive ereditate, che ci hanno consentito di avere degli standard elevati. Ma qualche anno dopo abbiamo fatto un salto in avanti, mettendo al centro la rievocazione storica". Non è l'unico aspetto profondamente cambiato negli anni: "All’inizio, come forma di autofinanziamento, gli abiti migliori venivano messi all’asta, ma già durante la gestione di Piera questa pratica era stata abrogata. Noi siamo passati a un sistema meritocratico, premiando l’esperienza e le capacità dei
s t o r i co e d e l l a s a r t o r i a
Confronto tra un passaggio del corteo del 1995 (sopra) e uno del 2018, che più di mille parole illustra il cambiamento avvenuto
figuranti: si partiva con ruoli semplici per arrivare nel tempo a quelli più prestigiosi. Oggi il nostro corteo riesce a rappresentare in modo piuttosto fedele uno spaccato della società del tardo Quattrocento". Il processo è stato lento, ma costante, sin dai tempi del grande Ermanno Lesca: iniziando con l'abolizione di oggetti anacronistici, quali scarpe da tennis e orologi, si è arrivati alle modifiche agli abiti ereditati dalle generazioni precedenti. Abbiamo rimosso bottoni automatici, velcro e cerniere lampo, poi abbiamo sostituito le chiusure moderne con asole ricamate e lacci realizzati in modo artigianale e le passamanerie con i ricami a mano, arrivando in
Sopra: lo staff del corteo 2018. In alto da sinistra: Paola Minutillo, Clelia Sarta, Giulia Carniglia, Eleonora Travaglino, Mariana Toderash, Sara Cardarelli. In basso: Fabio Ruzza ed Eleonora Cioni
definitiva alla creazione manuale dell'intero abito. Diciamo volutamente «abito» e non costume, per sottolineare come si tratti della riproduzione di ciò che veramente veniva indossato nell'epoca rappresentata e non più di un indumento di stampo teatrale che doveva soltanto richiamare l'abito originario. Un lavoro impegnativo, in quanto ogni singolo componente del vestito va realizzato, comprese le calzature, la cui produzione è affidata ad artigiani specializzati. I risultati ottenuti sono di livello filologico, in quanto basati su quadri e descrizioni d'epoca con l'utilizzo di tessuti e materiali in gran parte esistenti nel dato periodo storico.
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Oltre alla sartoria, il merito di tutto questo va attribuito al Magistrato delle Contrade, tra i cui scopi c'è quello di incentivare l'accuratezza di abiti e accessori. Ad esempio, ora i membri della corte sforzesca precedono i popolani anziché seguirli e sono state introdotte figure quali il Podestà e il Cancelliere, riferiti a personaggi realmente esistiti nella Mortara di fine XV secolo. La Torre ormai ha raggiunto da anni l'autonomia per quanto riguarda gli abiti, ma la sartoria continua a occuparsi dell'arricchimento del parco costumi. Soprattutto, fra i nostri motivi di orgoglio c'è quello di aver dato il via a questo importante cambio di mentalità.
L a To r r e e l a r i c o s t r u z i o n e d i u s L'approccio con il mondo della rievocazione non è stato dei più fortunati. Nel 1997 alcune ragazze, ispirate da un film in costume, iniziarono a preparare delle coreografie di danza, per esibirsi in piazza del municipio il sabato della Sagra. Purtroppo si scoprì all'ultimo momento che non c'era un allaccio elettrico e che lo spazio era occupato da un'esposizione di automobili. Questo non scoraggiò il gruppo, che l'anno dopo potè finalmente mostrare la propria abilità in piazza Silvabella, dopo il Palio; fu la prima di numerose esibizioni in diverse località. Nel tempo, le danze «copiate» furono rimpiazzate da vere coreografie tratte dai testi dell'epoca, grazie anche alla volontà di migliorarsi frequentando corsi e stage. Proprio nel 1998, cominciarono i primi armeggi, guidati da Luigi Balocchi, di quella che sarebbe diventata la «Cumpagnia d'la Crus», che fece la sua prima esibizione di scherma storica nel 1999. Visitando una manifestazione a Pavia animata da gruppi di ottimo livello, i primi «uomini d'arme» furono affascinati dall'idea di non ricreare soltanto danze e combattimenti, ma anche degli spaccati di vita, ambientati in un accampamento militare. In pochi mesi le prime tende furono pronte e iniziò un'avventura che continua tuttora, sotto il nome della Merito et tempore, associazione fondata nel 2007 per seguire in modo esclusivo queste attività, che erano diventate troppo impegnative per la sola Contrada. L'esperienza acquisita portò benefici anche al corteo di settembre e permise di organizzare, fra il 2004 e il 2011, il banchetto medievale, iniziativa fra le più fortunate della storia giallonera.
Un combattimento del 2007 (a lato) e una delle prime esibizioni di danza del 1999.
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u s i e co s t u m i d e l Q u a tt ro ce n to A sinistra, una bella immagine di oggi della Cumpagnia d'la Crus, che nel tempo si è dotata anche di armi da fuoco
Il servizio e l'allestimento della tavola al banchetto di San Giovanni seguivano le indicazioni tratte da testi e dipinti storici
U n g r a nd e che f a l b a nche t to me d ie va l e Il Banchetto di San Giovanni, una cena medioevale dove venivano riproposti l’atmosfera, la tavola e, soprattutto, le ricette. Avevamo bisogno di un cuoco che ci aiutasse nel trasformarle le nostre ricerche in piatti da servire. Dal rapporto con l’Istituto alberghiero Ciro Pollini è nata la collaborazione con l’insegnante (all’epoca) e chef Riccardo Carnevali che oggi svolge una intensa attività di consulenza ed è tra i partecipanti alla Prova del Cuoco alla Rai. Come hai preso la «sfida» di una cena medievale? "Non avevo mai preparato un piatto storico per così tante persone, pur essendo da sempre appassionato di storia della cucina è stata da subito una sfida. In Contrada ho trovato persone capaci e già rodate che mi hanno spianato la strada. Abbiamo sin da subito capito che la vera sfida era «addomesticare» il gusto medievale: i palati dei nostri antenati erano meno delicati dei nostri. Va bene la fedeltà alla riproduzione storica, ma le persone al banchetto in palazzo Lateranense dovevano mangiare". Cosa ricordi in particolare dei banchetti, sia in generale che come aneddoto? "Ricordo la grande organizzazione, la buona volontà dei miei aiutanti, dei volontari. Non mi
Riccardo Carnevali (a destra) impegnato in cucina con alcuni studenti del «Pollini» sono mai trovato in difficoltà. Fare questi banchetti è stato un privilegio e di aneddoti ce ne sarebbero tanti. Una volta, per esempio, ci siamo «divertiti» a inserire le quaglie ripiene nei biovini (panini) per poi farle arrostire". C'è stato qualche «insegnamento» utile che ti sei portato dietro nella tua carriera? "Ogni edizione mi ha dato spunti e arricchito il mio bagaglio personale di professionista. Preparare i piatti per questi eventi mi ha aiutato a capire cosa significava cucinare prima della scoperta dell’America (e dei suoi prodotti: pomodori, patate, peperoni, mais…)".
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Co c k t a i l d i Co n t ra d a Una carrellata delle iniziative e degli eventi che la Contrada ha ideato nel corso degli anni 2000, tra impegni di rappresentanza, cultura, storia, divertimento e momenti conviviali.
Spettacolo «Alla corte di Ludovico il Moro» con burattini realizzati dagli alunni del liceo artistico
La Ludoteca Giallonera per gli appassionati di giochi da tavolo e non solo
La prima celebrazione dell'alleanza tra Sant'Albino e Torre, nel 2014, alla presenza dei capitani La squadra di calcetto che ha partecipato al torneo fra contrade nel 2009
«La luna, il sole e l'altre stelle», ciclo di conferenze del professor Roberto Maccagnola su argomenti di astronomia, che continua dal 2015 Una panoramica della cena propiziatoria del 2018, alla quale ha partecipato il numero record di oltre 130 persone
Sopra: la premiazione degli alunni meritevoli del doposcuola, e la raccolta fondi per il suddetto tramite la cena di San Valentino a Palazzo del Moro (2011). Sotto: la partecipazione alla fiera di Piacenza «Armi e Bagagli» nel 2013 e uno scorcio della mostra allestita per i 40 anni della Contrada, nel 2009.
An c h e i l Na t a l e di ven t a gi a l l oner o
A partire dal 2010 la Torre ha un suo personale coro natalizio, ufficiosamente chiamato «Gialloneri per Caso». Diretto dal maestro Maurizio Corradini, è composto da soci che si dilettano a portare allegria con le più note carole natalizie presso le case di riposo cittadine e la sede della mensa Caritas il giorno dell'antivigilia. La sera della vigilia invece è ormai tradizione allestire un banchetto di fronte alle chiese di Santa Croce e di Madonna del Campo per distribuire, una volta finita la messa, cioccolata calda, vin brulé, pandoro e panettone in cambio di una piccola offerta.
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L a C o n t ra d a d i o g g i e d i d o m a n i Valerio Pelli è il presidente della Torre, essendo subentrato al fratello Andrea nel 2013. Concludiamo con lui questo viaggio nei primi dieci lustri dell'associazione, gettando inevitabilmente uno sguardo verso il futuro. Cos'è per te la Contrada e quali sono i suoi principi? I principi della Contrada sono dettati dal suo statuto, che sancisce i limiti entro cui si può lavorare. A dir così sembra che lo statuto non permetta di agire liberamente, ma in realtà, oltre ai principi fondamentali, da cui non ci si può sottrarre, gli altri limiti risiedono nelle idee e nell'impegno e nella voglia di fare, che tendono a non mancare. Che prospettive intravedi per il futuro? Vorremmo che fossero sempre molto «alte», sia nelle attività che si fanno, sia nei progetti, anche se poi i desideri si scontrano con gli impegni giornalieri. Alla fine siamo pur sempre volontari. Credo che il miglior modo di guardare al futuro sia di trovare sempre nuove persone. Perché più gente si è, più cose si possono realizzare. La Contrada oggi predilige il Palio o l'attività socio culturale? Perché? La Contrada non predilige nettamente nessuno dei due. Il primo è la nostra anima; il Palio e il corteo storico sono le fondamenta della nostra associazione, senza le quali non ci saremmo o perlomeno non ci chiameremmo «Contrada La Torre». Il corteo è sempre uno dei nostri maggiori motivi di orgoglio, dal momento che siamo
stati i precursori della sua attuale concezione. L'altro aspetto invece è il nostro essere. L'attività sociale e culturale è tutto quello che riguarda la vita associativa durante l'anno. Le nostre iniziative sono sempre finalizzate a far conoscere chi siamo, cosa facciamo, la nostra identità, e fare il possibile per tenere vivo lo spirito di appartenenza alla nostra bella Mortara. fascia che va dal periodo post La contrada e il volontariato: adolescenziale fino al periodo qual è la situazione? degli studi universitari, ma tutto È ormai da qualche anno che il sommato qualche risultato lo volontariato sta subendo un riusciamo a ottenere. parabola discendente e, Un bilancio degli associati: purtroppo, la Contrada ne accusa quanti giovani, e quanti adulti il colpo. Rispetto a pochi decenni ci sono attualmente? fa, ci sono molte più associazioni Suddivido in questo modo le due e il bacino di utenza, inteso come fasce di età: i giovani dai 10 ai 30 numero di abitanti, non è anni, gli adulti dai 31 a salire. cambiato molto. Questo fa già Credo ci sia una leggera capire come può essere difficile già in partenza accogliere tra le proprie file nuove persone. Un approccio ben consolidato, che dà sempre discreti risultati, ma a lungo termine, è quello di lavorare con le famiglie riuscendo a coinvolgere sia i genitori sia i figli. La difficoltà maggiore sta Sopra: lo staff della Contrada nel coinvolgere all'ultima edizione della Festa della Torre i giovani nella
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nii s e c o n d o i l p r e s i d e n t e prevalenza di giovani tra le nostre fila. E questo è un bene, anche perché, come dicevo, coinvolgere i ragazzi non è sempre facile. Quali sono oggi le potenzialità e i problemi nell'organizzare eventi? Organizziamo la Festa della Torre in piazza del teatro all'inizio di giugno, un punto gastronomico durante la sagra del salame d'oca, siamo capofila del gruppo di associazioni che organizzano il carnevale. Da qualche anno abbiamo in calendario conferenze di astronomia in primavera e offriamo un servizio di doposcuola durante il periodo scolastico. A queste si aggiungono sempre altre attività più occasionali, in città e fuori, oltre a quelle rivolte strettamente agli associati. La Contrada ritengo che teoricamente possa organizzare qualsiasi cosa, purché non esuli dagli scopi statutari. I limiti più rilevanti sono però altri: la disponibilità di volontari e i vincoli burocratici sempre più stretti. Oltre naturalmente alla disponibilità di denaro. Nello specifico ambito dell'organizzazione di eventi, in questo momento le incombenze relative a sicurezza e permessi sono sempre più complesse.
Ricordiamo che quello che si crea non lo si fa per mestiere, ma per la soddisfazione di un evento ben riuscito e per il piacere di passare una bella giornata con gli amici. Se una festa va bene può rimanere nelle casse un piccolo avanzo che aiuti a finanziare le attività successive e ritengo che siamo stati sufficientemente oculati per costruire negli anni un discreto patrimonio di attrezzature. Quali i punti dolenti della contrada? Come poter migliorare? Credo che il punto più dolente sia la mancanza di un gruppo che abbia davvero voglia di mettersi in gioco per provare a creare qualcosa di nuovo e magari, nel prossimo futuro, dare il cambio alla «vecchia leva» della dirigenza. Poi ovviamente c'è sempre il problema della sede: abbiamo spazi ampi, prestigiosi e in pieno centro, ma che presentano chiarissimi problemi strutturali, che potrebbero aggravarsi da un momento all'altro. Quando abbiamo provato ad abbozzare dei progetti di recupero ci avrebbe fatto piacere un maggiore supporto da parte dell'amministrazione comunale. La contrada può essere ancora un luogo di aggregazione? Assolutamente sì. Ultimamente è meno sfruttata rispetto a qualche anno fa. A mio parere sono i giovani a fare la differenza e vorremmo che frequentassero la sede in maniera più assidua. È uno degli obiettivi primari che abbiamo in agenda.
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