Elogio 02

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L’[elògio] del prosciutto


Una testimonianza del valore del prosciutto di San Daniele Il baratto con le opere d’arte


Progetto Consorzio del prosciutto di San Daniele

La riproduzione di immagini e testi contenuti in questo volume è strettamente riservata ad uso esclusivo di Cesare Serafino, del Gruppo Giovani Pittori Spilimberghesi e del Consorzio del Prosciutto di San Daniele

© 2017 CONSORZIO DEL PROSCIUTTO DI SAN DANIELE Via Ippolito Nievo 19, 33038 San Daniele del Friuli Udine - Italia

Si rimane a disposizione con gli eventuali aventi diritto per le immagini di cui, nonostante le ricerche, non sia stato possibile risalire alla fonte

www.prosciuttosandaniele.it

L’[elògio] del prosciutto


5 A CURA DI GIUSeppe VILLAnI pReSIDente DeL ConSoRzIo DeL pRoSCIUtto DI SAn DAnIeLe

uno scambio di valore

Il prosciutto di San Daniele è certamente il frutto del sapiente lavoro delle persone, dell’esperienza antica e consolidata dei produttori, ma soprattutto è il “figlio” di un luogo. è, più sinteticamente, un prodotto che racchiude in sé elementi del fare, a cui viene riconosciuto un obiettivo valore (anche economico) che dà la cifra del lungo e minuzioso lavoro che dura per più di un anno per trasformare la carne in prosciutto buono e delicato.

Quasi un ambasciatore per il Friuli, è così che per oltre quarant’anni il “Gruppo Giovani Pittori Splimberghesi”, e in particolare l’istrionico Cesare Serafino, hanno giustamente interpretato il San Daniele. Una sorta di nuovo archetipo della “moneta”, un bene di grande valore adatto per ripagare l’opera d’Arte con il piacere del buono, del convivio e del gusto nello stare bene insieme.


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Nelle opere e nelle testimonianze dei tanti artisti ed autori che hanno interpretato ognuno secondo la propria unicità il San Daniele, traspare proprio questo: il piacere, la gratitudine, l’entusiasmo per lo scambio di valore che ha avuto luogo tra il sapere e il sapore. Infatti tantissimi degli autori, che hanno accolto positivamente la richiesta di Cesare Serafino hanno inviato testimonianze epistolari, che sono raccolte in questo volume, dove sottolineano di aver ricevuto il dono, di averlo squisitamente apprezzato e di esserne stati felici. Anche in questa seconda raccolta dedicata all’elogio del prosciutto, il San Daniele va ben oltre il prodotto perché è esso stesso mezzo di comunicazione, voce della straordinaria cultura di un territorio e testimone della qualità della vita. Il prosciutto di San Daniele è prodotto, ancora oggi, solo ed esclusivamente nei trentuno prosciuttifici ubicati all’interno del Comune di San Daniele del Friuli. Nel cuore del Friuli. E più precisamente sui colli dell’anfiteatro morenico, che è un particolare sistema di colline e terre alte, situato a metà strada tra le Alpi e il mare Adriatico, lambite dal Tagliamento, il fiume alpino per antonomasia, dove i venti contrastanti del nord e del sud si mescolano dando vita ad un microclima particolare. Questo è, in parte, il suo segreto.


InDICe

PREFAZIONE /P.11-19

INTRODUZIONE /P.21-25

Una testimonianza del valore del prosciutto di San Daniele. Il baratto con le opere d’arte. Una collezione da godere. La Quadreria di Spilimbergo.

ELOGIO 1 /P. 28-29

Francesco Altan

ELOGIO 2 /P. 30-31

Getulio Alviani

ELOGIO 3 /P. 32-33

Kengiro Azuma

ELOGIO 4 /P. 34-35

Sigfrido Bartolini

ELOGIO 5 /P. 36-37

Alberto Biasi

ELOGIO 6 /P. 38-39

enzo Brunori

ELOGIO 7 /P.40-41

Romano Conversano

ELOGIO 8 /P. 42-43

Guido Crepax

ELOGIO 9 /P. 44-45

Federico Fellini

ELOGIO 17 /P. 60-61

Gabriele Mucchi

ELOGIO 25 /P. 76-77

Sergio Staino

ELOGIO 10 /P. 46-47

Franco Fontana

ELOGIO 18 /P. 62-63

Bruno Munari

ELOGIO 26 /P. 78-79

tino Stefanoni

ELOGIO 11 /P. 48-49

Riccardo Guarneri

ELOGIO 19 /P. 64-65

Adriano parisot

ELOGIO 27 /P. 80-81

Guido Strazza

ELOGIO 12 /P. 50-51

Benito Jacovitti

ELOGIO 20 /P. 66-67

enrico paulucci

ELOGIO 28 /P. 82-83

Armando testa

ELOGIO 13 /P. 52-53

Gualtiero Marchesi

ELOGIO 21 /P. 68-69

Arnaldo pomodoro

ELOGIO 29 /P. 84-85

Vanni Viviani

ELOGIO 14 /P. 54-55

Alessandro Mendini

ELOGIO 22 /P. 70-71

Franco Rognoni

ELOGIO 15 /P. 56-57

plinio Mesciulam

ELOGIO 23 /P. 72-73

Antonio Saliola

ELOGIO 16 /P. 58-59

ottavio Missoni

ELOGIO 24 /P.74-75

ettore Sottsass


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pReFAzIone A CURA DI pAoLo pAtUI

una testimonianza del valore del prosciutto di san daniele. Il baratto con le opere d’arte.

Fellini, Missoni, Crepax, Jacovitti: artisti? creativi? illustratori? Anche, ma soprattutto degustatori sopraffini di prosciutto. E che prosciutto!

Può un cosciotto di suino essere fonte di ispirazione artistica? Certamente sì e a volte può esserlo più ancora di notti tempestose, di paesaggi suggestivi e di sinuose bellezze. E comunque se non fonte di ispirazione diretta, certamente pungolo e stimolo e occasione di creazione. Perché -si sappia una volta per tuttenon di sola arte vive l’artista, ma anche di stuzzicanti e golose proposte, di assaggi prelibati, di morsi che oscillano tra morbidezze saporite e dolci prurigini. E premesso che c’è prosciutto e prosciutto, va da sé che campione assoluto di ispirazione, artistica è senza dubbio il prosciutto di San Daniele, che fa di una naturale lavorazione e di una antica delicatezza il suo vanto storico.

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Insomma chi volesse continuare a illudersi che le categorie dell’arte e del palato distanti sono, inavvicinabili e inintrecciabili si convinca e si converta. E se non lo farà a seguito di queste povere parole, di certo lo farà sfogliando le ricche pagine che qui di seguito assurgono a ruolo di testimone assoluto e inconfutabile di tale connubio. Metti un gruppo di amici appassionati d’arte, metti un generoso vassoio di San Daniele abbinato con quel vino che ne esalta gli aromi, metti la gioiosa vitalità che si fa strada all’interno di questo simposio ed ecco che allora da lì nasce un’idea probabilmente unica, di certo originale, forse pazza. Ma che idea sarebbe mai quella priva del condimento di un pizzico di follia? E l’invenzione nasce proprio in mezzo a un convivio, a un essere e a uno stare tra amici che dissertano, attorno a un tavolo, di genuina cucina e di spontanea passione per i tratti di un dipinto come di una scultura. è lì che, in questo modo così spontaneo e naturale di stare assieme e di condividere le proprie passioni, che il “Gruppo Giovani Pittori Spilimberghesi” ha dato vita a un Comitato Promotore con lo scopo di acquisire un numero adeguato di opere artistiche con cui poter procedere all’istituzione di un Museo. siamo nel cuore degli anni ’70, quando questo manipolo di appassionati d’arte guidati da Cesare serafino, si mette alla ricerca di illustratori, pittori, creativi di ogni genere a cui proporre un’interessante e originale forma di “baratto”: ovvero ricompensare con la soave delicatezza di un prosciutto di san daniele la donazione di un’opera firmata dagli artisti stessi. In altre parole, un’opera d’arte per un prosciutto.


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Gillo dorfles, “oltre il giardino”, particolare.

Nel corso di ben 40 anni di richieste e di scambi, di un mutuo e reciproco dare e avere, l’elenco di chi, da un lato ha inviato un’opera originale e dall’altro ha potuto affinare la propria ispirazione all’eccellenza gustando il San Daniele, è davvero ponderoso, ricchissimo, lunghissimo, ma anche e soprattutto ricolmo di grandi firme, di nomi che hanno costruito l’idea di creatività artistica, in Italia e non solo, lungo tutto un secolo. E a questo proposito se non vi avesse di già convinto il poker di nomi citati all'esordio, scorrete pure le pagine successive e ne troverete a bizzeffe, tanto da stupirvi. Insomma un’idea nata per caso che nel corso degli anni si è dimostrata tanto alternativa quanto vincente. E di certo alla riuscita di questa iniziativa hanno contribuito vari fattori: la specialità deliziosa del prosciutto, l’originalità dell’idea del baratto, l’efficacia dell’intuizione che condividere qualcosa di bello e buono (un’opera d’arte con il suo significato o un prosciutto con il suo aroma) possiede la forza di un richiamo originale. Originale perché insolito e allo stesso tempo antico, capace cioè di rendere attuale e viva una modalità di scambio che ha attraversato per secoli infiniti l’umanità e la sua storia e che in parte in alcune aree del nostro pianeta ancora sussiste. Una modalità, altresì, che genera incontri, scambi di idee, di cultura e che ancora suggella un'intesa con l'antico e nobilissimo gesto della stretta di mano. Barattare è un verbo che a volte assume dei significati persino negativi e che invece con la sua arcaica etimologia celtica altro non fa che riproporre le modalità di un gesto umanissimo e pieno di spontaneità.


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pomponio amalteo, “profeta Baruch”, chiesa di san Giovanni in Brolo, Gemona.

Cesare Serafino e i suoi seguaci altro non hanno fatto che anticipare quella ripresa moderna del baratto, rinata negli ultimi anni come è testimoniato dall’esistenza on line di numerosi forum di interscambio di oggetti su base fiduciaria. Nel contempo hanno fatto rivivere una delle tradizioni più antiche della storia dell’uomo. Il baratto, come scambio di beni contro beni, senza l’uso della moneta, è universalmente riconosciuto come la primigenia forma di commercio. Anche le carte conservate nella Biblioteca Guarneriana Antica di San Daniele del Friuli a più riprese fanno riferimento all’utilizzo della donazione di prosciutti in cambio di favori cospicui da parte del Patriarca di Aquileia. A testimoniare l’importanza acquisita dal Prosciutto di San Daniele, anche a livello diplomatico, un lacunare dipinto nel 1533 da Pomponio Amalteo nella chiesa di San Giovanni in Brolo a Gemona che lo rappresenta come strumento abitualmente affidato a un ambasciatore. Persino le cronache del Concilio di Trento riferiscono che i prelati ivi riuniti consumarono “trenta paia di parsutti” di cui dodici portati dal Patriarca di Aquileia e trasferiti a Trento a dorso di mulo da San Daniele, come viene reso noto da un documento datato 1 luglio 1563. Di certo uno scambio di beni non misurabili in merito al proprio valore non è per nulla affine al modo di pensare freddo e spietato della moderna finanza, del marketing, del business, ma certamente è un modo sociale di rapportarsi, diretto e personale, che non pone filtri come quello del denaro fra sé e gli altri. Ed è proprio questo modo di porsi che l’Associazione Spilimberghese vuole testimoniare nei confronti degli artisti coinvolti nel progetto.


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Sull’onda di questa idea di scambio il Gruppo Giovani Pittori Spilimberghesi ha scelto proprio il San Daniele come merce di permuta per le opere d’arte, in quanto prodotto di valore rappresentativo del Friuli Venezia Giulia, ma anche in virtù del suo “valore sociale”, ovvero della sua capacità di creare una situazione di convivialità, così amichevole, spontanea e confidenziale da generare relazione, simbiosi, condivisione di gusti, ma anche di idee e progetti. Così per Kengiro azuma (che ha inviato addirittura una poesia di ringraziamento non solo per il prosciutto ricevuto bensì anche per la serata fra amici nata dall’invito a condividere un prodotto tanto rinomato), per Bruno Munari, Guido strazza e tino stefanoni (che promettono di invitare o raccontano di aver invitato molti amici per la degustazione), per armando testa (che afferma quanto sia più gradito un prosciutto rispetto a tanti altri omaggi) e molti altri. In questo volume si dà testimonianza di questa ardita e originale iniziativa non solo attraverso l'elenco dei numerosissimi e prestigiosi artisti coinvolti, ma anche attraverso la loro diretta testimonianza, ovvero riproducendo le opere inviate, i disegni creati appositamente, le lettere di commento e di accompagnamento. La rilevanza dell’iniziativa del Gruppo dei Pittori Spilimberghesi, e il fatto che abbiano scelto come testimonial proprio il Prosciutto di San Daniele ha fatto sì che LeggerMente e il Consorzio, ormai collaboratori collaudati, abbiano assieme deciso di pubblicare questo nuovo Elogio in una sinergia e unità d’intenti non comune. Anche questo per merito del buon prosciutto.


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IntRoDUzIone A CURA DI BoRIS BRoLLo

una collezione da godere. la Quadreria di spilimbergo.

Tutto inizia i primi anni Settanta. Mentre la politica invade il sociale, un’anima candida (Cesare Serafino) si dedica alla cultura come riscatto dal proprio quotidiano. E, assieme al parroco di Solimbergo don Luigi Cozzi, avvia un gruppo di ricerche sul territorio.

Ricerche di tipo storico archeologico. E così Serafino e vari amici fanno nascere un Comitato Promotore per l'Istituendo Museo Civico cui si darà l’acronimo di Cras (Centro Ricerche Archeologiche Spilimberghesi). Nel tempo il Cras si trasforma in Quadreria, in quanto lo stesso Serafino, trasformatosi in una “gioiosa macchina da guerra”, avvia e mantiene personalmente i contatti con i più interessanti ed importanti artisti italiani, grazie alla pratica del baratto tra un’opera d’arte e un prosciutto di San Daniele. E così, lentamente ma progressivamente, la sua rete si estende ai personaggi che più contano nella nostra cultura artistica italiana.

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nella pagina a fianco renzo piano, progetto California academy of sciences.

Così troviamo la presenza di pittori come Giuseppe santomaso, emilio Vedova, luigi Montanarini, achille perilli, piero dorazio, Gillo dorfles, Bruno Caruso, Giuseppe zigaina, Giosetta Fioroni, armando pizzinato, luigi Veronesi, Fabrizio plessi, Walter Valentini, omar Galliani, lucio del pezzo, riccardo licata e tanti altri. In sostanza tutto il gotha della pittura italiana del Novecento. Accanto ad architetti e designers del livello di renzo piano, Massimiliano Fuksas, ettore sottsass, alessandro Mendini, enzo Mari, Gaetano pesce, Bruno Munari, Matteo thun e ottavio Missoni, e ancora a scultori come antonio paradiso, simon Benetton, lorenzo Guerrini, e luigi Mainolfi ex appartenente al movimento poverista. Gruppo a parte della Quadreria lo formano i registi fra cui Michelangelo antonioni, Federico Fellini, Cesare zavattini, Mario Monicelli, e qui inseriamo anche il premio Nobel dario Fo, re e regista del teatro popolare; i quali, tutti, hanno lasciato una loro testimonianza pittorica. Mentre il vulcanico tinto Brass ha lasciato un epigramma di grande vivacità erotica. Infine, ragionando per gruppi, segnaliamo la presenza di un folto gruppo di vignettisti e fumettisti come sergio staino, Francesco tullio altan, Giorgio Forattini, Guido Crepax e Benito Jacovitti in un doveroso dialogo fra cultura “bassa”, il fumetto, e cultura “alta”, i progetti architettonici assieme alla pittura dei maestri del Novecento italiano. Un tentativo rivolto al coinvolgimento del milieu estero ha dato il risultato di un’opera di Christo e JeanneClaude, una di Yōko ono e alcune del grande daniel spoerri, inventore della Eat Art (arte del cibo) negli anni Sessanta. Quindi una collezione di livello alto visitabile alla Quadreria dedicata ad un maestro dell'arte italiana degli anni Cinquanta, tono zancanaro, di cui si possono ammirare una decina di opere di chiara impronta sociale in collegamento coi tempi e altre di erotismo rivolto al femminile. Questo non bastava al nostro Serafino: egli, accanto al prosciutto di San Daniele dato in cambio dell’opera, chiedeva una testimonianza scritta sul prosciutto o diversamente uno scritto sul museo, e qui scopriamo delle piccole chicche.


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In seguito tutto ciò darà vita ad un archivio composto da lettere, cartoline, piccoli disegni e stampe su carte speciali che danno l’idea di una condivisione da parte degli artisti alla nascita di questa Quadreria, vissuta assieme al promotore dandogli consigli e incoraggiamenti per la strada intrapresa. E per citare alcuni esempi del passato, ecco Bruno Munari scherzare sulla scritta dell’acronimo Cras, oppure l’ironico Francesco tullio altan che fa brindare il suo Cipputi alla nascita della nuova Quadreria spilimberghese nell’occasione anche della nascita del nuovo millennio. Mentre Guido Crepax fa giocare la sua Valentina con una fetta di prosciutto e il desiderio di essere divorata. O ancora Staino che annusa la pista del prosciutto che porta a Spilimbergo. Simpatico per i più anziani il nostro “vittorioso” Benito Jacovitti che col suo Cocco Bill passa sotto la torre orientale di Spilimbergo imbandita di prosciutto. remo Brindisi ne dà una versione idilliaca. Mentre ottavio Missoni e riccardo licata, con i loro segni magici, vanno zigzagando su musiche colorate che frullano nella loro testa. Leggeri i versi poetici dedicati alla Quadreria da Gillo dorfles e dal nostro andrea zanzotto. Le foto dei vari personaggi con la loro presenza sono testimoni della lenta ma pervicace creazione della Quadreria e qui troviamo Vittorio sgarbi e philip daverio assieme alle foto di Cesare serafino con andrea zanzotto, con Gillo dorfles, con Gabriele Mucchi che porta in spalla un prosciutto di San Daniele, con Fabrizio plessi che fra l’altro ha lasciato una sua gouache della Torre Orientale di Spilimbergo con al posto delle finestre due suoi video con immagini di acqua e fuoco. Tutti personaggi, questi e altri, che sono stati contattati da Cesare Serafino per la Quadreria Cras oggi rinata, come araba fenice, e che si può visitare in Spilimbergo. Lunga vita alla Quadreria!


L’eLoGIo In nUMeRI

45 150 0 AnnI DI BARAtto tRA IL pRoSCIUtto DI SAn DAnIeLe e opeRe D’ARte. AttIVItà InIzIAtA neL 1971 e AttUALMente In CoRSo

nUMeRo DeGLI ARtIStI DI FAMA nAzIonALe e InteRnAzIonALe ADeRentI AL BARAtto

GLI ARtIStI CHe SI Sono RIFIUtAtI DI InVIARe LA pRopRIA opeRA In CAMBIo DeL pRoSCIUtto DI SAn DAnIeLe

250 200 CoMUnICAzIonI epIStoLARI AVVenUte In QUeStI AnnI A SIGILLARe IL BARAtto

opeRe ConSeGnAte, oRA AttUALe pAtRIMonIo ARtIStICo DeLLA QUADReRIA D’ARte DI SpILIMBeRGo


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eLoGIo 1

«QUELLO DI CIPPUTI È IL MONDO COM’È; MENTRE QUELLO DELLA PIMPA È IL MONDO COME SAREBBE BELLO CHE FOSSE». - F. ALTAN -

Francesco Altan FranCesCo tullIo altan (treVIso, 1942) è uno dei disegnatori e vignettisti più conosciuti e apprezzati in Italia e non solo. Figlio dell’antropologo friulano Carlo Tullio Altan, Francesco si è dedicato in un primo tempo alla scenografia e alla sceneggiatura per cinema e televisione. Si è affermato come fumettista soprattutto dal 1975 creando la celebre Pimpa e molti altri personaggi. è decennale la sua collaborazione con L’Espresso e la Repubblica nella pubblicazione delle sue illustrazioni di satira politica.


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eLoGIo 2

Getulio Alviani “Caro Serafino, ho ricevuto il perfetto prosciutto in perfetto stato, è molto allettante questa vostra idea di donare cosa così preziosa e buona in cambio di quanto ricevete che mi auguro sia altrettanto prezioso e buono. Auguri per tutto e buone cose. Getulio Alviani”

GetulIo alVIanI (udIne, 1939) Indiscusso protagonista dell’arte Programmata e Ghestaltica italiana, è nato a Udine nel 1939 e si è formato presso il laboratorio dello scultore Max Piccini. Alla fine degli anni’50 modernizza profondamente il mondo dell’arte con le sue linee luce, che diverranno superfici a testura vibratile. Nel 1962 entra a far parte del movimento internazionale Nove Tendencije e viene universalmente riconosciuto come un maestro dell’innovazione nell’arte di ricerca visiva, ottica e cinetica.


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eLoGIo 3

Kengiro Azuma “ottimo San Daniele San Daniele è ottimo ottimo sapore del Spilimbergo San Daniele, San Daniele ottima serata con amici e San Daniele, con un bicchiere di vino rosso. Grande gioia fino a tarda notte del autunno la luna sorride, è felice Kengiro Azuma”

KenGIro azuMa (YaMaGata, 1926 - MIlano, 2016) Il suo bellicoso passato (a 17 anni si era arruolato nella marina giapponese come pilota–kamikaze) ha trovato approdo in un’armoniosa concezione dell’arte. Nel 1956 dopo aver ottenuto una borsa di studio dall’Università giapponese è diventato docente della Nuova Accademia di Belle Arti di Milano dove ha vissuto e lavorato tutta la vita. Nel 1995 è stato premiato dall'imperatore del Giappone con la prestigiosa decorazione Shijuhosho. La sua opera è una perfetta sintesi dell’arte Zen.


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eLoGIo 4

Sigfrido Bartolini “Spettabile Comitato Spilimberghese, collaboro volentieri alla costruzione del Museo Civico Spilimberghese e alla demolizione del prosciutto di San Daniele, dividendo così con voi fatiche e speranze. Vi invio due mie incisioni e, in attesa del Santo, vi saluto con i migliori auguri per la simpatica iniziativa, vostro Sigfrido Bartolini”

sIGFrIdo BartolInI (pIstoIa, 1932 – FIrenze, 2007)

Sigfrido Bartolini deve la sua sensibilità creativa a quelle sue modeste origini che lo costrinsero a dedicare al lavoro artistico soltanto le ore notturne, dipingendo secondo la tecnica del monotipo, con cui realizzerà nel 1983 la celebre edizione del Pinocchio di Collodi con oltre 300 xilografie poi esposte al MOMA di New York. Artista multiforme dall'animo bambino ha sempre osservato l’uomo e la realtà da un punto di vista spontaneo e innocente.


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eLoGIo 5

Alberto Biasi “egregio Vicepresidente leggo la Vs. lettera del 8.7.94. Non c’è due senza tre si dice. e appunto questa potrebbe essere la terza volta che cedo un’opera ad un museo senza essere compensato in denaro. nella mia trentennale attività artistica ho infatti sempre rifiutato di fare donazioni, anche quando la richiesta mi arrivava da musei molto importanti. […] e la vostra proposta di un grosso e profumato prosciutto mi ha fatto ricordare simpaticamente la fame di quei tempi. […] Alberto Biasi”

alBerto BIasI (padoVa, 1937) Cresciuto in una periferia rurale, ben presto cerca nell’innovazione artistica la sua modalità espressiva, partecipando alla fondazione del movimento dell’Arte Programmata. Definisce così l’interazione dello spettatore con l’opera come un fondamento della sua arte, come dimostrato nei suoi Rilievi– ottico–dinamici. è uno dei grandi maestri dell'arte cinetica grazie alle sue creazioni artistiche costruite sulla base di precise illusioni ottiche.


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enzo Brunori “[…] Appena ricevuto il vostro appello provvedo ad inviarvi un mio lavoro, una tempera che mi ero riservato di tenere per la mia raccolta e che, con piacere ve ne faccio dono per due buoni motivi: –il valore della vostra iniziativa –la qualità del San Daniele, la mia preferita.[…] […] Io sono nato e cresciuto in Umbria, come voi, sono di cultura contadina e perciò in grado di cogliere vita e civiltà laddove per altri sono solo cose d’uso e routine, perciò apprezzo con invidia che questa vostra tradizione sia così viva e sempre in grado di produrre frutti tanto prelibati. Riprova è che, pur essendo del paese della norcineria, ed il prosciutto Umbro è assai buono debbo riconoscere che il vostro lo è di più.[…] Enzo Brunori”

enzo BrunorI (peruGIa, 1924 – 1993) Da un’iniziale griglia cubista, Brunori passa a composizioni via via più libere. Nonostante tragga costante ispirazione dalla natura del reale non è mai interessato alla sua riproduzione, bensì alla restituzione con mezzi pittorici della struttura interna, del ritmo, delle vibrazioni racchiuse nel mondo oggettivo. Il suo rifiuto di partecipare alla Biennale Veneziana del 1960 causa la sua caduta nell’oblio da parte della critica ufficiale.


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eLoGIo 7

Romano Conversano “Caro Serafino, […] sto finendo una tavoletta per un mio collezionista che voleva un formato 18/24. Una fortuna perché sono impegnato severamente e sto per partire. Così dirotto a lei questa “passeri nel Gargano” dello stesso formato della telina e pregherò il mio caro collezionista di attendere il mio ritorno: lo posso fare senza problemi. Al prosciutto ci tengo! La prego di mandarlo a mia moglie Lidia occhipinti […] Anche gli angeli mangiano fagioli e gli psicanalisti prosciutto. Complimenti per l’iniziativa: il Conversano sempre pronto! Grazie una forte stretta di mano, suo R. Conversano”

roMano ConVersano (roVIGno d’IstrIa, 1920 – MIlano, 2010) Durante la guerra, pur impegnato nella Resistenza, già organizza a Belluno un cenacolo di giovani artisti. Dopo un periodo di numerosi viaggi di studio, si stabilisce a Milano, dove nel 1974 gli viene conferito l’Ambrogino d’oro. La sua pittura è connotata da un verismo poetico molto personale, reso particolare da una vena surreale e dal silenzio, che accompagnato da una intensa sensibilità per la luce, cosparge le sue tele di un fascino speciale.


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eLoGIo 8

Guido Crepax “Gentilissimo signor Cesare Serafino, Al mio ritorno dal mare ho trovato una bellissima sorpresa: un fantastico prosciutto che sarà sicuramente molto buono (e che non ho ancora avuto il tempo di assaggiare). Sono contento che Valentina sia piaciuta (anche se non vorrebbe essere assaggiata e neanche divorata…!). Ancora molto cordialmente, Guido Crepax”

GuIdo Crepax (MIlano, 1933– MIlano, 2003) Ancora studente di architettura, Guido Crepax inizia a lavorare come artista grafico e illustratore. Solo nel ’63 entra nel mondo dei fumetti, dando vita al personaggio Valentina apparsa inizialmente sulla rivista Linus e divenuta ben presto un’icona dall’ineguagliabile successo. Crepax ha dato vita anche a un nutrito gruppo di altri personaggi, ma ha sopratutto profondamente rinnovato il mondo fumettistico arricchendolo con un’inedita venatura erotica.


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Telefonata a sorpresa da Federico Fellini a Cesare Serafino. SE SUONA IL TELEFONO, A MOLTE COSE PUOI PENSARE: CHE SI TRATTI DEL SOLITO PARENTE INOPPORTUNO, CHE SIA IL TUO CAPO CHE TI CERCA PER L’ENNESIMO PROBLEMA SUL LAVORO, CHE ANCORA UNA VOLTA VOGLIANO PROPORTI DI COMPRARE UN PRODOTTO CHE NON COMPRERESTI MAI. SE PERÒ ALZI LA CORNETTA E TI SENTI DIRE: “SONO FEDERICO FELLINI", LA PRIMA COSA CHE FAI È RISPONDERE "SÌ, GRAZIE E IO SONO STANLEY KUBRIK!". LA SECONDA È CHIUDERE IL TELEFONO IN FACCIA ALL’IMPORTUNATORE. SE PERÒ IL TELEFONO RISUONA E AL DI LÀ DELLA CORNETTA CONTINUANO A DIRTI SONO FEDERICO FELLINI TI VERREBBE DA URLARE UN FEROCE INSULTO! QUELLO CHE STAVA PER FARE DALLA SUA CASA DI SPILIMBERGO CESARE SERAFINO. PER FORTUNA SI È TRATTENUTO! AVESSE CHIUSO ANCORA UNA VOLTA LA TELEFONATA DI CERTO NON CI SAREBBE STATO UN TERZO SQUILLO, SEGUITO DALLE PAROLE: “SALVE SONO FEDERICO FELLINI, NON È AFFATTO UNO SCHERZO, E LA CHIAMO DA ROMA PER RINGRAZIARLA DEL FAVOLOSO PROSCIUTTO CHE HO APPENA FINITO DI AFFETTARE ED ASSAGGIARE CON LA MIA FAMIGLIA. VOLEVO RINGRAZIARLA DI CUORE.”

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Federico Fellini “[…] Sono costretto a scrivervi su carta qualunque e a mano perché la mia segretaria è andata a caccia di leoni in Kenia. peggio per lei perché quando tornerà lo straordinario fastoso prosciutto non ci sarà più tanto fastosamente e golosamente è stato accolto in casa Fellini. Grazie caro dottore e, augurandomi d’incontrarla un giorno o l’altro, faccio voti di buon lavoro e buona fortuna, amichevolmente, Federico Fellini”

FederICo FellInI (rIMInI, 1920 – roMa, 1993) Federico Fellini è considerato uno dei maggiori registi della storia mondiale del cinema. Già vincitore di quattro premi Oscar per il miglior film straniero, per la sua attività da cineasta gli è stato conferito nel 1993 l’Oscar alla carriera. Ha firmato la regia di memorabili film dando vita a uno stile cinematografico immaginifico, sospeso tra realtà, memoria e onirismo con un equilibrio unico e inimitabile.


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eLoGIo 10

Franco Fontana “egregio signor Cesare Serafino, vada per il prosciutto, le sue fettine stimolano la creatività e anche qualcos’altro. Quando sarò a Spilimbergo porterò qualche originale da donare al museo. Cordiali saluti Franco Fontana”

FranCo Fontana (Modena, 1933) Straordinario interprete dell’arte fotografica, Fontana è considerato un “maestro del colore”, che nel corso della sua carriera ha dimostrato di essere un fotografo eclettico. Si è infatti cimentato con il paesaggio, con il nudo, con il reportage, con la fotografia fine art e con le polaroid, senza disdegnare la pubblicità, la moda o altri lavori commerciali. Fin dagli inizi Fontana si è però dedicato soprattutto al paesaggio esaltandone cromatismi e figure geometriche. Per questa ragione il suo lavoro è stato spesso associato alla pittura.


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eLoGIo 11

Riccardo Guarneri “Caro Cesare Serafino, ho ricevuto la sua lettera, non ho nulla in contrario a mandarle un mio lavoro, ma non ho capito la storia del prosciutto di San Daniele. Sembrerebbe che verrei omaggiato di un prosciutto… se così fosse sarei assai più generoso e quindi il lavoro da dedicarvi e destinarvi potrebbe essere più consistente di una piccola opera mia. Mi faccia sapere… Cordiali saluti Riccardo Guarneri”

rICCardo GuarnerI (FIrenze, 1933) Affascinato in un primo tempo dal mondo musicale, Guarneri sposta poi i suoi interessi verso la pittura. Particolarmente attratto dal colore in quanto luce, dopo il particolare successo di una sua mostra tenutasi all’Aia nel 1960, inizia a interessarsi alla grafia come pittura ed ai problemi inerenti alla percezione visuale. Produce così dipinti dalla luce chiarissima, divenendo ben presto uno dei maestri dell’astrattismo geometrico e informale.


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Confronti tra i responsabili dell’iniziativa per il coinvolgimento degli artisti – FUMETTISTI? – SÌ LEANDRO… FUMETTISTI… ILLUSTRATORI, CHIAMALI COME VUOI… QUEST’ANNO ALL’ASSOCIAZIONE INTERESSANO I FUMETTISTI. SIAMO GIÀ IN CONTATTO CON ALTAN E STAINO. SPERIAMO CHE CI INVIINO QUALCOSA DI BELLO. SERAFINO SORRIDE A BROLLO STRIZZANDOGLI L’OCCHIO. – BEH SÌ, SE VI ACCONTENTATE DI LORO. LEANDRO FA SPALLUCCE E DANDO UNA PASSATA DI STRACCIO AL BANCONE DELL’OSTERIA SI VOLTA A PREPARARE LORO IL CAFFÈ. – COME SAREBBE “SE VI ACCONTENTATE DI LORO”? DICO, ALTAN E STAINO, HAI PRESENTE? TIPO LA PIMPA E BOBO CAPISCI? – E SE IO TI DICO COCCO BILL? MA LO SAI CHE IO E JACOVITTI SIAMO STATI BALILLA INSIEME?

Benito Jacovitti “Spilimbergo tu sei la mia patria! grazie a te Jacovitti risplende. Cocco Bill a te mira ed attende il promesso kolossal prosciutt! Benito Jacovitti”

BenIto JaCoVIttI (teMolI, 1923 – roMa, 1997) Il suo personaggio più famoso Cocco Bill nasce nel 1957 durante la sua collaborazione con Il Giorno dei Ragazzi, a cui seguiranno numerosi successi come Zorry Kid e Jack Mandolino, senza dimenticare il Diario Vitt compagno dell’infanzia della maggior parte dei bambini di quei tempi. Jacovitti è entrato a pieno titolo negli annali storici del fumetto italiano, soprattutto grazie alla forma caricaturale dei suoi personaggi.


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Gualtiero Marchesi “Serata speciale. ospiti specialissimi. Serve un antipasto sensazionale! Quale? proposte: 1. Capesante, insalata riccia, pepe rosa…? Bocciato! 2. piramide di riso, gamberi e calamaretti in salsa al nero di seppia…? Bocciato; 3. Spiedini di tortellini fritti con salsa alla panna, essenza di ibisco e parmigiano…? Bocciato 4. prosciutto di San Daniele e grissini. Approvato. Gualtiero Marchesi salvo.”

GualtIero MarChesI (MIlano, 1930) Figlio di ristoratori lombardi, Marchesi viene unanimemente considerato il fondatore della nuova cucina italiana, ed è a parere di molti lo chef italiano più noto nel mondo, e che sicuramente ha contribuito allo sviluppo della cucina italiana. La continua evoluzione della sua idea di cucina lo ha portato a polemizzare con profonde motivazione nei confronti della recente moda dei cuochi in TV.


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Alessandro Mendini “Caro Cesare Serafino, ho ricevuto il prezioso e buonissimo dono! Sono contento che un mio disegno sia presso di voi. Ringrazio voi e tutti per quest’iniziativa. Cordiali saluti da Alessandro Mendini” mi 18 2 05

alessandro MendInI (MIlano, 1931) Dalla fine degli anni settanta è tra i rinnovatori del design italiano. Ha lavorato per numerose aziende quali Alessi, Venini, Cartier; Swatch, Swarovski e molte altre. Molto conosciuti sono anche i suoi mobili tra i quali è la poltrona di Proust esposta in diverse collezioni permanenti. Ha diretto molte riviste di primaria importanza di architettura tra le quali Domus e Casabella, influenzando in maniera determinante lo stile e il gusto di un’intera epoca.


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plinio Mesciulam “Caro Serafino, eccoti il lavoro per il tuo giovane anniversario. Già da anni ho passato le nozze d’oro. Un auspicio che ci sorpassiate a lungo. Se me lo sono meritato, grazie per il prosciutto. […] Plinio Mesciulam”

plInIo MesCIulaM (GenoVa, 1926) Attratto fin dagli inizi da un’arte a carattere astratto – informale, entra ben presto a far parte del comitato promotore del Movimento Arte Concreta, distinguendosi per una produzione capace di alternare segni di insuperabile purezza a contaminazioni a volte estreme. Successivamente le sue tele si colorano di nero e magma materico. Nel 1976 progetta il Centro di Comunicazione Ristretta Mohammed, inventando un vero e proprio circuito di comunicazione mondiale.


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ottavio Missoni “Cari amici il prosciutto è arrivato e sarà certamente buono. Grazie. Buona fortuna, cordialmente, Missoni”

ottaVIo MIssonI (raGusa dI dalMazIa, 1921 – suMIraGo, 2013) Nella propria carriera sportiva ha collezionato sette titoli nazionali assoluti di atletica leggera e una partecipazione ai Giochi olimpici nel 1948, ottenendo il sesto posto nella finale dei 400 metri ad ostacoli. Fondatore, con la moglie Rosita, della casa di moda Missoni, con la sua creatività ha dato vita ad intuizioni che hanno segnato i tempi, dalla prima sfilata happening del 1968, alla piscina Solari di Milano, al patchwork, fino al recente concetto di zigzagging.


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Gabriele Mucchi “Gentile Cesare Serafino e tutti gli altri del comitato l’arrivo del vostro prosciutto l’ho saputo al momento della cena, quando sul tavolo ben distese su un piatto c’erano delle fette, non tagliate così sottili come quelle che si comprano dal salumaio. Le fette le aveva tagliate la mia cara moglie. eccellente il vostro prosciutto. Un monumento. Come vedete ha ricevuto anche un piedistallo. troppo bello un peccato mangiarlo. Ma maggior peccato sarebbe non mangiarlo! Vostro Mucchi”

GaBrIele MuCChI (torIno, 1899 – MIlano, 2002) Tenente d’artiglieria nella prima guerra mondiale, si trasferisce poi a Milano dove ottiene i primi riconoscimenti come artista e collabora come illustratore con Achille Campanile e Cesare Zavattini. Partecipa alla Resistenza nelle file della Brigata Garibaldi, per poi progettare nel ’47 gli alloggi del quartiere QT8 a Milano. Nel 1956 è chiamato a insegnare all'Accademia di Berlino Est, città in cui risiede per molti anni, confermandosi artista di fama mondiale.


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Bruno Munari “tornati dalle vacanze abbiamo trovato il vostro prosciutto che ci aspettava. Grazie molte e tanti auguri per il museo. Munari”

Bruno MunarI (MIlano, 1907 – MIlano, 1998) è stato uno dei massimi protagonisti dell’arte, del design e della grafica del XX secolo, dando contributi fondamentali in diversi campi dell’espressione visiva e non visiva con una ricerca poliedrica sul tema del movimento, della luce e dello sviluppo della creatività e della fantasia. Nel 1948 è tra i fondatori del MAC, movimento che funge da catalizzatore delle istanze astrattiste italiane. Nel 1947 realizza Concavo–convesso, una delle prime installazioni nella storia dell’arte coeva.


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Adriano parisot “[…] Il vostro prosciutto ha una faccia genuina e buona, credo in questo momento sia il miglior attributo! […] Adriano Parisot”

adrIano parIsot (torIno, 1912 – 2004) L’attività di Adriano Parisot si è sviluppata all’insegna del conoscere, dell’esplorare e del diffondere lo spirito d’avanguardia. Formatosi come pittore a Torino, fu amico di Mario Soldati e uno dei firmatari del Manifesto MAC torinese. Nel 1954 ha fondato e diretto la rivista d’arte I 4 Soli. Proprio attraverso la direzione di questa rivista Parisot riuscirà a mettere a confronto e far dialogare la cultura artistica internazionale.


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enrico paulucci “extrasuperissimo il prosciutto di San Daniele! Ho comperato apposta l’affettatrice nella prospettiva del 1994, ’95, ’96 e vedremo! Grazie, e un cordiale saluto. Enrico Paulucci”

enrICo pauluCCI (GenoVa, 1901 – torIno, 1999) Paulucci è un’artista poliedrico che si è dedicato all’attività di pittore, di incisore, di grafico pubblicitario, e di scenografo teatrale e cinematografico. Nel 1929 fu tra i fondatori del Gruppo dei Sei di Torino influenzato dalla pittura francese postimpressionista e interessato alle tematiche della libertà e dell’Europa in un clima internazionale minacciato dai nazionalismi. Ricoprì ruoli importanti in diverse e famose accademie antiche italiane.


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Arnaldo pomodoro “Ho appena ricevuto il magnifico pRoSCIUtto che ho anche assaggiato e gustato! BUonISSIMo. non so come ringraziarvi per il gentile pensiero. Se avrà occasione, lei o altri collaboratori del museo, di venire a Milano sarò lieto di ricevervi in studio, cordiali saluti, Arnaldo Pomodoro”

arnaldo poModoro (MorCIano dI roMaGna, 1926) I suoi inizi come disegnatore, decoratore ed artigiano del metallo lasciano subito il campo alla sua attività di scultore. Nelle sue opere ogni forma è ridotta all’essenzialità volumetrica della sfera o di altri solidi euclidei nettamente tagliati e iterati in schiere rettilinee o circolari, quasi fossero ingranaggi di misteriosi macchinari nascosti all'interno di contenitori e resi visibili dagli squarci che rompono le loro lisce superfici.


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Franco Rognoni “Gentilissimi Signori di Spilimbergo Ringrazio per il bellissimo prosciutto che vorrei conservare a vostro imperituro ricordo: ma non so se ce la farò. Ancora grazie e tante cordialità dal Rognoni”

FranCo roGnonI (MIlano, 1913 – 1999) Di formazione artistica, quasi interamente autodidatta, dopo aver trascorso un breve periodo nel movimento della Rotonda, Rognoni attraversa anni di ripensamenti durante i quali alterna e sviluppa modalità pittoriche di diverse culture. La tragedia atomica di Hiroshima e Nagasaki gli fa ritenere esaurita la funzione dell’arte. Decide quindi di dedicarsi all’illustrazione, al disegno di impegno politico e all’attività di scenografo.


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Antonio Saliola “Caro comitato a nome mio e dei sodalizi culinari che mi sostentano un vivo supergrazie per l’opera “prosciutto” donata per la realizzazione di cenette culturali l’opera è stata catalogata e verrà inserita nel mio frigo di prosciutti contemporanei essa è risultata di alto gradimento con vera simpatia Antonio Saliola”

antonIo salIola (BoloGna, 1939) Durante la guerra trascorre l’infanzia in campagna e quel mondo gli rimarrà nel cuore. Dal 1972 inizia una serie di mostre personali che raccontano la famiglia, i cortili, i giardini. Nella sua casa in Romagna si è creato un vero luogo dell’anima, un orto-giardino reale chiamato Il Quasi Orto, dove usando fiori, piante, scale e muretti invece di pennelli e colori ha dato vita ad un’opera pittorica speciale che però muta continuamente e non ha mai termine. Il sogno di ogni artista.


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ettore Sottsass “Caro Signor Serafino, ecco qua. Se va bene c’è un acquerello originale!!!!! Di un lavoro che naturalmente non si è eseguito per via di permessi non dati dalla soprintendenza delle Belle Arti di Francia… Va così. Vi faccio molti auguri per il vostro progetto, fatemi sapere ma mi raccomando: non dimenticate il profumato, grosso, delizioso prosciutto. (Qualche mese fa ho vinto un premio che era di 90 bottiglie di Amarone). L’antica cultura dello scambio mi sembra oggi la più interessante. Cari saluti, Sottsass”

ettore sottsass (InnsBruCK, 1917 – MIlano 2007) Figura eclettica e poliedrica, è stato designer, architetto, urbanista, pittore, viaggiatore, fotografo. La sua ricerca artistica, etica ed esistenziale, l’ha portato a contatto col Razionalismo, il MAC, la cultura Pop. In anticipo sugli anni della contestazione, aveva indicato il design come strumento di critica sociale, aprendo la via alla stagione del Radical Design e all’affermazione della necessità di una nuova estetica: più etica, sociale, politica.


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Sergio Staino serGIo staIno (pIanCastaGnaIo – sIena, 1940) Le prime tavole scritte e disegnate da Staino appaiono su Linus, nel 1979. Nel 1986 dirige il settimanale satirico Tango, sulle cui pagine sfileranno le migliori firme della satira italiana. Dopo aver trasportato Bobo in alcuni sketch televisivi, nel 1993 firma il varietà Cielito Lindo, condotto da Claudio Bisio. Affermatosi definitivamente come uno dei più importanti disegnatori umoristici è considerato un vero maestro della satira contemporanea.


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tino Stefanoni “Gentili del museo, non appena il vostro superprosciutto è giunto a destinazione io vi ho scritto ringraziando sentitamente… Ma così…così, naturalmente la cosa è più ufficiale… Dunque grazie. Tino Stefanoni ora che il superprosciutto (speciale) non esiste più… svanito lasciando tanto piacere ai nostri palati, che son tanti in estate nelle case in montagna, nuovamente vi ringrazio, cari saluti e buon lavoro.”

tIno steFanonI (leCCo, 1937) Da più di quarant’anni è presente nel mondo internazionale dell’arte. Il suo lavoro, pur non appartenendo in senso stretto al concettuale, di fatto si è sempre sviluppato in un’area di ricerca affine. Attento osservatore degli oggetti del quotidiano, li ha riproposti nella loro più disarmante ovvietà. É evidente, nella sua ricerca, l’interesse a presentare la realtà più che a volerla rappresentare, rivestendola con una ironia magica e sottile.


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Guido Strazza “Caro signor Serafino, ma lei ha proprio ragione. Il prosciutto, ottimo, è presto finito con i numerosi amici che ho invitato a partecipare al piacere di mangiarlo. Così ho dimenticato di dirle quanto è stato gradito e mi scusi per il ritardo. Grazie per l’articolo su di me e ancora un saluto cordiale Guido Strazza”

GuIdo strazza (santa FIora, 1922) Nel 1942 entra nel circolo dei Futuristi italiani e espone lo stesso anno in diverse mostre di aeropittura con Filippo Tommaso Marinetti. Dopo aver lavorato a lungo in Sud America, nel 1954 decide di tornare in Italia e approfondire l’arte dell’incisione. É il segno il nucleo fondante della sua ricerca, che si sviluppa attraverso una rigorosa attività pittorica e calcografica, su grandi superfici in cui si compenetrano segni e colori.


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Armando testa “Il prosciutto è arrivato felice e sorridente e l’addentai quasi subito. penso quanto sia gradito un prosciutto rispetto a quei libroni artistici che mandano le banche a fine anno per darsi un tono culturale. Cari saluti Armando Testa”

arMando testa (torIno, 1917 – 1992) Armando Testa è stato un noto disegnatore, cartoonist e autore grafico e di testi per il settore della pubblicità. L’agenzia pubblicitaria da lui creata è ancor oggi fra le più importanti e famose in campo internazionale. Indimenticabili restano alcune sue creazioni rese celebri da Carosello. Degni di particolare menzione sono il Caballero misterioso, pistolero messicano, e Carmencita, sua innamorata, e gli abitanti del Pianeta Papalla.


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Vanni Viviani “[…] pS: Mi raccomando per il prosciutto sono un goloso: che sia stagionato a dovere! Scusi l’ardire ma la gola è anche degli immortali! Cordialità suo Viviani”

VannI VIVIanI (san GIaCoMo delle seGnate, 1937 – MantoVa 2002) Si fa notare nel 1963 realizzando opere con spighe di grano applicate, rappresentanti l’affollata umanità. Negli anni ‘70 avverte il bisogno di passare dalla collettività delle spighe all’individualità della Mela, simbolo allusivo ed erotico, frutto delle religioni. Nel 1983 realizza il Convito di Pietra citando in dieci grandi opere l’Ultima Cena di Leonardo. Nel 1998 con Pisaneide interpreta una rovinosa caduta della Torre di Pisa.


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Un SentIto RInGRAzIAMento AGLI ARtIStI CHe HAnno BARAttAto UnA LoRo opeRA Con Un pRoSCIUtto DI SAn DAnIeLe

Attilio Alfieri Francesco Tullio Altan Getulio Alviani Pietro Annigoni Michelangelo Antonioni Kengiro Azuma Sigfrido Bartolini Enzo Benedetto Simon Benetton Alberto Biasi Remo Brindisi Enzo Brunori Bruno Caruso Giancarlo Cazzaniga Christo e Jeanne Claude Romano Conversano Tullio Crali Guido Crepax Lino Dinetto Giorgio Di Venere Grillo Dorfles Federico Fellini Dario Fo

Franco Fontana Giorgio Forattini Massimiliano Fuksas Riccardo Guarnieri Lorenzo Guerrini Benito Jacovitti Riccardo Licata Trento Longaretti Luigi Mainolfi Gualtiero Marchesi Enzo Mari Alessandro Mendini Plinio Mesciulam Ottavio Missoni Mario Monicelli Gabriele Mucchi Bruno Munari Mario Nanni Ugo Nespolo Yoko Ono Antonio Paradiso Eugenio Pardini Adriano Parisot

Enrico Paulucci Renzo Piano Gaetano Pesce Fabrizio Plessi Arnaldo Pomodoro Paolo Portoghesi Franco Rognoni Omar Ronda Antonio Saliola Ettore Sottsass Daniel Spoerri Sergio Staino Tino Stefanoni Guido Strazza Armando Testa Matteo Thun Emilio Vedova Vanni Viviani Arturo Zavattini ...


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ConSoRzIo DeL pRoSCIUtto DI SAn DAnIeLe

www.prosciuttosandaniele.it

Al Consorzio aderiscono oggi tutti i 31 produttori riconosciuti, ed in forma delegata i macellatori e gli allevatori italiani che appartengono alla filiera, proprio come avevano auspicato i fondatori nell’ormai lontano 1961. Il Consorzio continua a svolgere attività di tutela, promozione, valorizzazione e cura degli interessi generali del “prosciutto di San Daniele”. Mantiene inoltre gli incarichi di “pubblica fede”, legata alla difesa del marchio, così come attribuitogli per legge dallo Stato italiano e detiene il Disciplinare di produzione. Il prosciutto di San Daniele è riconosciuto dal 1996 come prodotto a Denominazione di Origine Protetta DOP, questo ne tutela la limitata zona d’origine e l’unicità delle tecniche di lavorazione. Tutti i soggetti della filiera devono rispettare le norme prescritte dal Disciplinare e che riguardano gli elementi essenziali della produzione del San Daniele: dalla provenienza dei maiali, che sono esclusivamente italiani, al solo utilizzo del sale come unico conservante naturale; dal luogo della stagionatura alle fasi della lavorazione fino alle caratteristiche organolettiche.

Il prosciutto di San Daniele si produce, ancora oggi, solo ed esclusivamente a San Daniele del Friuli. Sui colli dell’anfiteatro morenico, che è un particolare sistema di colline e terre alte, situate a metà strada tra le Alpi e il mare Adriatico, lambite dal Tagliamento, il fiume alpino per antonomasia. Proprio qui i venti contrastanti del Nord e del Sud si incontrano dando vita ad un microclima particolare. La natura si unisce così all’esperienza delle genti di questa terra, che tramandano di generazione in generazione la passione e il saper fare il prosciutto, consentendo così il ripetersi di una tradizione secolare e il mantenimento della qualità e genuinità del San Daniele.


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ASSoCIAzIone CULtURALe LeGGeRMente

www.leggermente.it

A San Daniele del Friuli, una sera al mese tra ottobre e maggio, un ospite più o meno conosciuto legge i suoi libri del cuore per raccontare se stesso, attraverso pagine, parole, frasi e versi. Attorno a lui un pubblico che ascolta. Leggere e ascoltare: azioni solo in apparenza banali, infiniti verbali relegati nell’angolo delle cose troppo ovvie e troppo semplici. Per questo così straordinariamente e finalmente diverse e alternative. Devastati da un farneticare televisivo dove l’effimero viene spacciato per duraturo, dove il futile è divenuto indispensabile, dove il vuoto si confonde con il pieno, leggerMente –appuntamenti periodici di resistenza letteraria, nasce e vive per dimostrare che nell’enorme bagaglio di pagine scritte e pensate e lette dall’umanità vi sono idee e pensieri, emozioni e riflessioni che stanno alla base del nostro quotidiano agire, pensare, vivere. Si legge per sconfiggere la solitudine, per scoprire in una pagina, in una frase, in una parola, brandelli di sé, sentimenti e umori che ci appartengono, per trovare parole che riaprono ferite, ridisegnano speranze, ridipingono con i colori della memoria immagini altrimenti sbiadite. Da più di dieci anni ormai a San Daniele del Friuli un ospite si racconta attraverso i propri libri del cuore, dimostrando così che basta proprio un libro per creare

una rete per nulla virtuale: quella che mette in relazione fra loro, in tempi e in luoghi diversi, chi legge con chi scrive e con i tanti personaggi che animano quelle pagine solo in apparenza foglio morto e silenzioso, in realtà mondo vivo e brulicante di voci, passioni, tenerezze, cattiverie. Negli anni da noi hanno letto e si sono raccontati Pierluigi Cappello, Luigi Lo Cascio, Gianni Mura, Pierluigi Di Piazza, Gian Maria Testa, Gianfranco Pasquino, Giuseppe Battiston, Piero Sidoti, Stefano Bollani, Massimo Cirri, Gegè Telesforo, Antonio Lubrano, Gioele Dix, Maurizio Crosetti, Rita Marcotulli, Stefano Benni, Stefano Bartezzaghi, Sara Simeoni, Glauco Venier, Vito Mancuso, Matteo Oleotto, Gino e Michele, Flavio Oreglio, Piero Dorfles, Luca Telese, Nada Malanima, Davide Toffolo, Federico Buffa, Mauro Ferrari, Natalino Balasso, Lella Costa. Altri li seguiranno nei prossimi mesi. Da ormai quattro anni, ogni martedì i lettori resistenti di LeggerMente dedicano un’ora del proprio tempo per leggere storie e libri di qualsiasi tipo ai pazienti del Centro di Salute mentale dell’ospedale di San Daniele; questi appuntamenti con libri e autori non si pongono come obiettivo nulla di più di una semplice condivisione con il pubblico dei pazienti. è uno stare con loro e accanto a loro per trovare nel libro un comune compagno di sogni, riflessioni e avventure.


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GRUppo GIoVAnI pIttoRI SpILIMBeRGHeSI

Il CRAS – Centro ricerche archeologiche spilimberghese - nasce nel 1973 dalla passione per la storia, l’arte e l’archeologia di Cesare Serafino e alcuni altri colleghi e amici. Attraverso diverse azioni culturali e sociali nel corso degli anni il Cras formerà un Comitato promotore per l'istituzione di un museo civico a Spilimbergo, sostenuto dal Gruppo Giovani Pittori Spilimberghesi. Il museo da poco fondato ospita oggi una straordinaria collezione di opere d’arte acquisite negli anni, grazie al “baratto”: un quadro per un prosciutto dal Gruppo Giovani Pittori Spilimberghesi che guiderà l'evoluzione e trasformazione da museo Cras in Quadreria “Tono Zancanaro”. Da sempre Il Gruppo si occupa di diverse azioni culturali in regione ed oltre. Nel 2016, in collaborazione con l'Aiap,

ha inaugurato un Evento Collaterale alla Biennale Architettura di Venezia a cui hanno collaborato molti dei grandi artisti conosciuti in tanti anni di attività. I Giovani Pittori hanno interessi volti anche nel campo del sociale e spesso partecipano ad azioni di volontariato affiancando Croce Rossa ed Emergency in molte campagne. La Quadreria “Tono Zancanaro” di Spilimbergo grazie ad una convenzione col Comune è ospitata nel Palazzo La Loggia in piazza Duomo ed è aperta tutti i pomeriggi dalle 16.00 alle 19.00 e il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 19.00. La direzione artistica è gestita dal maestro Cesare Serafino, mentre la curatela è affidata al critico d'arte Boris Brollo.

Per maggiori informazioni Cell. 339 4877261 e-mail giovanipittori@libero.it


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L’[elògio] del prosciutto


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