Pagine aperte
Ciao, carissima suor Gabriella
di Clara Birello
È
Camminando con fede 2/2020
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la prima volta che ti scrivo, nonostante siano oltre 44 anni che ci conosciamo di cui 38 dal 1976 al 2014 trascorsi insieme a lavorare in quella magica realtà fraterna e comunitaria che era il Conservatorio di Santa Maria degli Angeli di Firenze: tu all’infanzia, io alle medie. Era l’ottobre 1976 quando all’asilo (allora si chiamava così) ti presentasti in qualità di direttrice al posto di Suor Ernesta. Subito l’ambiente, grazie al tuo sorriso, intraprendenza e carisma, cambiò volto ed assunse quello di una realtà dove non solo i bambini trovavano rispondenza ai loro bisogni primari ma e soprattutto i genitori videro in quelle aule un ambiente rassicurante e foriero di tutte quelle aspettative e realizzazioni che ciascun genitore vuole per i propri figli. Ricordo come, prima e dopo le attività ludiche, formative, ti trattenessi fino a tardo pomeriggio colloquiando con i genitori; rassicurando, tranquillizzando coloro che erano disorientati, confusi, ansiosi e, con il sorriso che illuminava il tuo volto, e con parole pacate e rassicuranti li tranquillizzavi, invitandoli non solo a credere alla professionalità delle figure educative (le maestre Gianna e Rosetta, anche lei andata alla casa del Padre da pochi mesi) ma e soprattutto ad abbandonarsi alla Parola che è Lampada alla nostra strada e Lume ai nostri passi. Ricordo, come fosse ieri, come con umiltà ma fermezza chiedevi a coloro che disponevano, per poterlo offrire a coloro che stavano viven-
do momenti di difficoltà con l’eleganza e lo stile propri dei torinesi (noblesse oblige) e ciò senza autoreferenzialità! Quante volte e ne sono testimone, alle famiglie indigenti mandavi all’interno del panierino della bambina/o quello che rimaneva della mensa con quella semplicità e spontaneità francescana che ancor oggi Papa Francesco raccomanda al mondo per poter superare l’egoismo che attanaglia l’uomo contemporaneo. Era il lontano 1979 e, tu con l’attenzione e l’affetto propri di una madre, accompagnavi alle lezioni di italiano la futura Suor Maria Pia Mucciaccio, affinchè potesse senza timore affrontare gli Esami di Maturità e con preghiere la affidavi alla Madonna, e non solo con lei ma anche con tutte le alunne dell’istituto magistrale che si affidavano alla tua profonda formazione cristiana. Quante volte, a ripensarci, ti vedo suonare il pianoforte, attorniata dai tuoi “grembiulini bianchi e rossi” che con vocine angeliche intonano, canti religiosi, filastrocche, canzoncine propedeutiche o alle varie funzioni liturgiche presso la chiesa della Santa Maddalena dei Pazzi oppure all’interno dell’auditorium per i saggi di Natale, Pasqua oppure fine anno scolastico; addirittura, durante gli applausi dei numerosi presenti (nonni, genitori, amici, parenti) ti alzavi dal pianoforte e con la timidezza e la ritrosia, che in quel momento prendevano posto nel tuo cuore, ti allontanavi, soddisfatta, esclusivamente di quello che i “tuoi bambini” erano stati capaci di dare: