In missione
Momento di commozi le universitarie di Pisa A
Camminando con fede 2/2020
52
nche quest’anno, qui nel nostro Pensionato, ci prepariamo a vivere insieme un tempo importante e prezioso, quello che ci conduce al Natale e al nuovo anno. Insieme a Gesù noi possiamo rinnovare la nostra nascita, la nostra vita. Questa è la bellezza del Natale, una festa che non è una data, ma un’occasione per rinascere e crescere insieme al Bambino Gesù. È consuetudine che le ragazze, ai primi di dicembre di ogni anno, prima di lasciare il Pensionato, preparino il presepe, l’albero e i vari ornamenti all’entrata. Quest’anno, in dicembre, le ragazze erano solo cinque, perché una decina via via era rientrata in famiglia, essendo l’Università chiusa. In questo tempo di pandemia noi suore viviamo questa solitudine che ci fa soffrire. Le ragazze hanno lavorato bene e con creatività, dando origine ad un presepe che non è semplicemente un decoro natalizio, ma è realmente espressione della loro fede e cultura. Perciò hanno costruito il presepe come espressione dell’amore di Cristo, della sua umiltà e povertà. È anche scuola di vita, dove possiamo imparare il segreto della vera gioia e questa non consiste nell’avere tante cose, ma nel sentirsi amati dal Signore, nel farsi dono per gli altri e nel volersi bene. Quando guardiamo il presepe, pensiamo che quel Bambino avvolto in fasce è il segno della nostra salvezza. Il clima che avvolgeva tutti, in quella serata di collaborazione, era il silenzio e la contemplazione. Una delle ragazze, a
prova di questo, ha letto un breve commento davanti al Presepe: “Prova a tendere l’orecchio. Nel tuo presepe c’è solo silenzio, non c’è bisogno di parole: c’è Maria, il Bambino e Giuseppe. Nessuno parla. È successo qualcosa che non ha bisogno di parole. Tutti parlano tanto, in casa, tra amici, in Televisione, nel presepe nessuno parla. Tutto si svolge nel silenzio. Anche i pastori che vengono a trovare il Bambino, vengono e tacciono. Si sono invitati tra loro così: “Andiamo a vedere la Parola”. Nel presepe l’unica Parola è Gesù Bambino”. Questo Natale, a causa di una pandemia che non smette di colpirci, è diverso da tutti gli altri. Ma sarà un Natale meno consumistico, più attento ai valori e alla ricerca di contatti umani. Vogliamo prepararci perché Gesù venga nelle nostre case, nei nostri cuori. La preparazione del presepe è stata la prima fase del nostro vivere in comunione, a questa è seguito, nella sera successiva, un momento di convivialità gioiosa, durante la cena indiana, preparata da suor Rosily. Prima di andare in refettorio ci siamo fermati davanti al presepe per un momento di preghiera e di riflessione su tre parole: perdono, salvezza, dono del tempo. Ogni ragazza, con le suore, ha interpretato il significato di queste parole e l’ha comunicato a tutte. Signore, perdonaci per tutte le volte che sei venuto a noi con la mano tesa per raccogliere le nostre briciole di amore e non ti abbiamo riconosciuto. O Signore, Tu passi ogni giorno nel nostro quotidiano, nei nostri progetti, nelle nostre