3 minute read

Acqua alpina sostenibile

Investimenti, sostenibilità e identità: questi i tre ingredienti principali che compongo la ricetta di Idropejo per la crescita aziendale e di tutto il territorio.

"REGISTRIAMO un’importante ripresa dopo la pandemia. La crescita, rispetto ai periodi di lockdown, è a doppia cifra”. Si respira ottimismo in casa Idropejo, a Cogolo, dove Samuele Pontisso esprime parole di soddisfazione. “Riteniamo di avvicinarci alla soglia dei 100 milioni di bottiglie vendute all’anno – spiega – con un business in costante aumento”. Pontisso è amministratore delegato di Idropejo Srl. Contemporaneamente, con lo stesso incarico, è ai vertici di Goccia di Carnia Srl, azienda friulana che, come Idropeio, imbottiglia e commercializza acque di sorgenti alpine oligominerali. Lo stabilimento trentino di Idropejo, con sede a Cogolo, continua a essere una risorsa per il territorio. Vi sono impiegate decine di lavoratori, prevalentemente della Valle di Peio e delle vicine valli del Noce, ai quali si aggiungono molti operatori nell’indotto: soprattutto nel settore dei trasporti ma anche per quanto riguarda altre forniture. Lo stabilimento è diviso in due linee produttive, una dedicata al vetro e una al Pet (polietilentereftalato). “La nostra produzione si divide in due parti uguali”, spiega Pontisso: “Il 50% delle bottiglie viene confezionato in vetro, il restante 50% in plastica.” Un ciclo produttivo in continuo miglioramento, se è vero, come sottolinea Pontisso, che “abbiamo investito nel biennio 2021/2022 quasi 2 milioni di euro per implementare e innovare i nostri macchinari”. Da quando Pontisso è stato nominato amministratore dell’azienda, Idropejo ha continuato a crescere. Ha consolidato i mercati di riferimento, guadagnando punti percentuali su nuove piazze, e ha ridefinito totalmente la brand identity, rinno-

vando le etichette di tutte le bottiglie. Grande attenzione è stata posta anche sull’ambiente. “Confezioniamo l’acqua in materiali al 100% riciclabili, sia per quanto riguarda il vetro sia per quanto riguarda la plastica. In particolare, per la plastica, tengo a ribadire che il materiale che usiamo noi, il polietilentereftalato, è un composto nobile che può essere riciclato all’infinito. Occorre essere precisi sul punto e non confondere questo tipo plastica con altre, meno pregiate, che non posseggono le stesse caratteristiche. La disciplina europea è molto chiara: il polietilentereftalato è riciclabile al 100% ed entro il 2025 è previsto l’utilizzo del 25% di Rpet (pet riciclato) per favorire un sistema di consumi più sostenibile e un’economia circolare”. Anche nell’uso della risorsa naturale, Idropejo si muove nel pieno rispetto dell’ambiente. Vale la pena sottolinearlo, in un momento dove c’è grande attenzione mediatica sul consumo di acqua. “L’acqua che preleviamo dalla sorgente – prosegue Pontisso – viene impiegata per il riempimento delle bottiglie e per i processi industriali (ad esempio il lavaggio delle bottiglie stesse). L’acqua utilizzata per i processi industriali viene depurata e reimmessa in alveo. Non sottraiamo nulla all’ambiente che non sia finalizzato strettamente all’uso in bottiglia”. Nonostante il quadro complessivamente positivo, Pontisso non nasconde però alcune perplessità del momento, dovute all’aumento dei costi delle materie prime e alla difficoltà di trovare manodopera. “Siamo determinati – sottolinea l’amministratore delegato – a contenere i listini dei nostri prodotti a vantaggio del consumatore ma, francamente, risulta sempre più difficile. L’aumento dei costi energetici impatta enormemente sul nostro business e mette a dura prova le aziende. Da un lato, i nostri fornitori ci impongono, senza appello, gli aumenti (energia, trasporti, materie prime e semilavorati), dall’altro lato, i nostri distributori fanno fatica ad accettarli. Si aggiunga, inoltre, la reale difficoltà nel reperimento della materia prima. Mi riferisco soprattutto al vetro, ma anche alla plastica, per il confezionamento dell’acqua nelle bottiglie. Come dicevo, facciamo il possibile per tenere i prezzi fermi, ma, se la situazione non cambia, dovremo presto rivederli. Accanto a questi problemi fronteggiamo una difficoltà sempre maggiore nel reperire manodopera specializzata: presso lo stabilimento di Peio abbiamo ancora buoni margini, ma in altri contesti la situazione è più complicata”. (adb)

This article is from: