Fare n. 46

Page 77

gnesi ed emiliane con una potenza di calcolo che ci mette al centro della cosiddetta “Exascale Race”, una sorta di moderna corsa al nuovo oro rappresentato dai dati? Moltissimo, se teniamo conto che a questa capacità tecnologica si affianca un sistema che funziona e che consente di far leva non solo sulle proprie competenze ma anche sulla rete efficace con gli altri attori. I dati pubblicati la settimana scorsa sull’utilizzo da parte delle regioni italiane dei fondi Horizon 2020 per l’innovazione stanziati dall’Unione Europea la dicono lunga su una posizione di co-leadership con la Lombardia su cui forse non tutti avrebbero scommesso qualche anno fa. Sintomo, la quantità di progetti finanziati, di una grande maturità nell’affrontare la messa a terra delle tecnologie abilitanti della Trasformazione Digitale con un’ottica di autentica svolta nel modo di fare business. Queste tecnologie (Cloud, Cybersecurity, Intelligenza Artificiale, Internet Of Things, Big Data, ecc) hanno tutte la caratteristica di poter supportare modelli di business che applicano il paradigma “time zero, space zero”, ossia che connettono oggetti, persone e processi di business con una flessibilità e una velocità mai viste prima. Il tema non è saper estrarre molti dati, ma saper riconoscere le informazioni giuste e utilizzarle nel punto e nel momento giusto, automatizzando tutti i microprocessi transazionali e concentrando le energie, la fantasia, l’estro delle persone sulle decisioni chiave della propria organizzazione. Che si tratti di decidere dinamicamente un prezzo per massimizzare il valore di una transazione, di programmare gli acquisti minimizzando gli scarti e gli sprechi grazie a una straordinaria precisione nelle previsioni, di arricchire le esperienze dei clienti grazie a informazioni pertinenti, gradite, ben presentate e attivabili nel momento del bisogno, o di formare il personale in modo efficace, efficiente e collaborativo, il concetto di Data-Driven Business può essere universalmente applicato e declinato. Questi sono solo esempi di cosa si può fare con Big Data e AI. Credo che tutti gli imprenditori e i manager dovrebbero avere

nella loro agenda una riflessione su come innestare l’intelligenza artificiale nel loro modello di business e nei loro processi. Analogamente, opportuna e strategica, e non reattiva e tattica, è la consapevolezza del livello di sicurezza e di continuità con cui i sistemi informativi proteggono le idee e il business: non è più tempo di considerare questi temi “solo” questioni tecniche o tecnologiche, bensì argomenti di vitale importanza per le aziende. Oggi giorno è possibile affidare la gestione del proprio IT a veri e propri manager del Cloud, partner che assicurano livelli di servizio su misura dei diversi business, calcolati in base alle esigenze di chi la tecnologia la usa: per prendere decisioni, per gestire ordini, per muovere merci, per far lavorare assieme e meglio le persone. Non ci sono più scuse per gli imprenditori italiani e per quelli emiliani in particolare: il Cloud permette di liberare risorse e intelligenze da dedicare a progetti che rinnovino il business, con risultati e ritorni ben più tangibili e veloci di quanto non sia mai stato. Un fattore decisivo in termini di sicurezza e di competitività. Ne parliamo davanti a un piatto di tortellini (rigorosamente in brodo)? Paolo Angelini General Manager – Business Technology & Data Dedagroup ReteICT è una associazione di imprese del settore ICT promossa da Confindustria Emilia

fare 75


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.