newsletter n.44 - 29 novembre 2025

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Supplemento

I N S I E M E l’impresa

Newsletter settimanale

Montopoli di Sabina: concluso il percorso triennale del

Bando Aree

Interne, erogati i contributi alle imprese

Il Comune di Montopoli di Sabina ha completato con successo il percorso previsto dal Bando per le Aree Interne, disciplinato dal DPCM 24 settembre 2020, erogando un totale di 42.379 euro a sostegno di 26 imprese locali, per l’annualità 2025.

Il bando, sviluppato in tre annualità, prevedeva contributi per le aziende che aprivano nuove attività sul territorio o investivano in macchinari, energia e costi del personale, con particolare attenzione a commercianti ed artigiani. Ogni annualità era propedeutica alla successiva e questo percorso è stato portato a termine con successo.

Confartigianato Imprese Rieti ha affiancato il Comune durante l’intero iter, supportando le aziende nella presentazione delle domande e assistendo l’amministrazione nella gestione del bando. L’Associazione ha inoltre stipulato un protocollo di intesa per lo sviluppo dell’economia del territorio e per il sostegno e la creazione di nuove imprese, rafforzando il proprio ruolo strategico nel favorire crescita e opportunità per le attività locali.

In merito, l’assessore con delega alle attività produttive Marco Colafigli ha dichiarato: "Comunico che il Comune di Montopoli di Sabina ha liquidato l’ultima annualità dei contributi destinati alle imprese locali, finanziati dal Diparti-

mento per la Coesione. È un passaggio importante che chiude un lavoro portato avanti con determinazione e che ha permesso di dare un sostegno concreto alle nostre attività produttive.

Voglio rivolgere un ringraziamento sincero a Confartigianato per la collaborazione, la vicinanza alle imprese e il supporto costante offerto anche all’Amministrazione. La loro presenza al fianco del territorio ha facilitato molte fasi operative e ha contribuito alla buona riuscita dell’intero percorso. Per me è fondamentale ribadire che Montopoli in Sabina crede nel proprio tessuto economico: artigiani, commercianti e piccole imprese sono parte essenziale della nostra comunità, una forza viva che merita attenzione e strumenti adeguati per crescere. Invito infine chi non lo avesse ancora fatto a procedere con l’iscrizione alla Rete d’Impresa, una scelta strategica che permette alle aziende di collaborare, innovare e affrontare insieme le opportunità che arriveranno. Continuerò a lavorare per sostenere chi crea valore e lavoro sul nostro territorio. Montopoli di Sabina cresce solo se crescono le sue imprese."

Il risultato rappresenta una concreta boccata di ossigeno per le attività economiche locali e un passo importante nel sostegno alla crescita delle aree interne della provincia di Rieti.

Nasce Confartigianato Unione dei Comuni della Sabina: Francesco

Toni è il Presidente

Nella giornata del 27 novembre scorso si è svolta l’assemblea dei soci di Confartigianato dei comuni della Sabina, nello specifico Magliano in Sabina, Stimigliano, Forano, Montebuono e Collevecchio. I convenuti si sono ritrovati presso gli uffici della sede zonale di Magliano Sabina in Vocabolo Madonna Grande. Alla riunione è intervenuto anche il Sindaco di Magliano, Giulio Falcetta Tanti gli intervenuti, così come gli argomenti trattati, dal credito al fisco, dalle reti d’impresa alla difficoltà nel reperire manodopera, dalla digitalizzazione alle infrastrutture materiali e immateriali. Alla Presidenza di questo nuovo gruppo è stato eletto con voto unanime Francesco Toni, imprenditore di successo del settore metalmeccanico e assessore del Comune di Magliano Sabina con delega alle attività produttive. Alla Vice Presidenza un amico storico di Confartigianato, Matteo Marcellini. Completano il Direttivo Mirko Galluzzi, Daniele Urbanetti, Adelaide Sansoni, Alberto Bernabucci e Samuele Cianfa Per Confartigianato Imprese Rieti erano presenti il Vice Presidente Andrea Lucio Giulivi, il Direttore Maurizio Aluffi e il coordinatore delle reti d’impresa Giammaria D’Angeli. Gran merito di questa bella iniziativa va a Chiara Morresi, coordinatrice-segretaria dell’ufficio di Confartigianato Unione dei Comuni della Sabina.

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Artigianato cuore dell’economia. All’Assemblea nazionale di Confartigianato anche una delegazione da Rieti

L’Assemblea 2025 di Confartigianato, organizzata a Roma lo scorso 25 novembre, si è svolta nel segno della partecipazione e della consapevolezza del ruolo strategico degli artigiani e delle micro e piccole imprese in una fase storica segnata da instabilità economica, tensioni internazionali e trasformazioni profonde del lavoro.

Davanti a una platea gremita di artigiani, delegati territoriali e rappresentanti istituzionali, compresa la folta delegazione di Confartigianato Imprese Rieti, il Presidente Marco Granelli ha svolto una relazione densa di analisi e proposte, arricchita dai messaggi di Papa Leone XIV, del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, del Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e del Vicepresidente esecutivo della Commissione Ue Raffaele Fitto. Per il Governo, è intervenuto dal palco il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida

Granelli ha ricordato la vicinanza del Presidente della Repubblica e di Papa Leone XIV, sottolineando come proprio dalle parole del Capo dello Stato all’Assemblea dello scorso anno precedente abbia preso forza il percorso per l’ammodernamento della legge-quadro sull’artigianato. Una riforma, afferma, che “racconta chi siamo oggi e chi vogliamo essere”, capace di unire tradizione e innovazione e di valorizzare la figura dell’imprenditore artigiano come soggetto creativo, tecnico, progettuale e non solo manuale. Il presidente ha richiamato con forza l’articolo 45 della Costituzione e la necessità di trasformare il riconoscimento culturale dell’artigianato in un riconoscimento pienamente giuridico, in grado di accompagnare le imprese nelle nuove sfide della transizione digitale, green e organizzativa

Il Presidente di Confartigianato ha analizzato la complessità del contesto globale, segnato da crisi energetica, rincaro delle materie prime, riorganizzazione delle catene di approvvigionamento e nuove barriere commerciali. In Italia, osserva Granelli, persistono “ostacoli strutturali che frenano la competitività”, come burocrazia, difficoltà di accesso al credito e ritardi nella digitalizzazione. Emerge, tuttavia, una forte resilienza del tessuto produttivo: l’export cresce nei mercati più dinamici, le filiere locali restano vitali, il settore artigiano registra 20.000 imprese in più tra 2019 e 2024 nei

comparti della doppia transizione. Granelli ha rivendicato anche il valore sociale delle piccole imprese, presidio contro la desertificazione dei territori e leva di legalità, ricordando la recente firma del Protocollo con il ministro dell’Interno Piantedosi. Sul fronte europeo, ha posto l’accento sulla necessità di attuare il “Think small first” come principio guida del nuovo bilancio dell’UE e di rafforzare il ruolo dell’artigianato italiano in SMEUnited.

Un passaggio cruciale è dedicato alla riforma del credito: i prestiti alle piccole imprese sono diminuiti del 5% in un anno e il divario nei costi energetici rispetto alla media UE pesa per 5,4 miliardi sulle aziende non energivore. Da qui l’importanza del progetto della “nuova Artigiancassa”, che – ha ricordato Granelli – “riporterà in un ambito di interesse pubblico l’accesso al credito delle piccole imprese”, insieme alla richiesta di rafforzamento del Fondo di Garanzia e dei Confidi. Il presidente Granelli ha legato questo disegno anche alla lotta alla fuga dei giovani: oltre 93.000 nel solo 2024, “un’emorragia di competenze che il Paese non può permettersi”. L’artigianato, sottolinea, è invece luogo di formazione, creatività e realizzazione, a condizione che venga rafforzato l’apprendistato, la formazione tecnica e una contrattazione collettiva di qualità.

Ampio lo spazio dedicato a fisco e burocrazia. Granelli ha osservato che il carico fiscale al 43,1% del PIL resta 1,9 punti sopra la media Eurozona, con un cuneo fiscale al 47,1%, e chiede un ulteriore sforzo nell’attuazione della riforma fiscale, puntando a una no tax area uniforme e al superamento dell’IRAP. La richiesta è netta: “Un fisco equo non è una richiesta di categoria, ma una richiesta di civiltà”.

L’intervento del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha dato una marcata impronta politica alla giornata. Ha riconosciuto agli artigiani di “aver tenuto in piedi l’Italia” negli anni più difficili e afferma che “lo Stato deve tornare ad essere alleato dell’impresa”. Ha difeso il valore delle piccole dimensioni come fattore di elasticità e competitività, mettendo in guardia da un approccio ideologico rispetto alla sostenibilità che rischia di penalizzare il sistema produttivo e ha sottolineato l’importanza del ruolo delle scuole tecniche e professionali come “eccellenze che garantiscono lavoro ben retribuito”. Ha annunciato inoltre il prossimo verdetto del 10 dicembre sulla candidatura della cucina italiana a Patrimonio Unesco, definendola sintesi delle migliori qualità del Paese.

Incentivi alle imprese: approvato il nuovo Codice unico

L’obiettivo del nuovo Codice degli incentivi approvato dal Governo nei giorni scorsi è la creazione di una disciplina uniforme, che coordini le agevolazioni statali con quelle regionali, ampliandone l’accesso e semplificando le procedure. La norma prevede anche un riordino degli strumenti, come i portali pubblici che servono per gestire gli incentivi; crea inoltre uno schema standard che disciplina l’intero ciclo di vita delle agevolazioni, dalla programmazione all’analisi di impatto e dei risultati.

Il d.lgs. approvato dal Consiglio dei Ministri il 20 novembre 2025 è attuativo della delega contenuta nell’articolo 3, commi 1 e 2, lettera b), della Legge 160/2023. Fra i punti qualificanti, la norma che stabilisce il principio di parità tra lavoratori autonomi e imprese nelle richieste di incentivi, e l’introduzione del “bando tipo”.

In omaggio ai criteri di digitalizzazione, semplicità e uniformità delle procedure, il Registro nazionale degli aiuti Stato (RNA) e la piattaforma Incentivi.gov.it renderanno disponibili specifici servizi funzionali allo svolgimento di attività previste lungo l’intero ciclo di vita dell’incentivo. In pratica, questi strumenti dovranno essere utili alle imprese nella fase attuativa, con servizi che potranno anche utilizzare intelligenza artificiale.

Le amministrazioni sono chiamate ad effettuare una precisa programmazione degli incentivi, che parta dalla definizione di obiettivi strategici e si declini attraverso un preciso cronoprogramma. Questo, sulla base di uno schema che verrà messo a punto dal ministero delle Imprese e del Made in Italy. Un Tavolo permanente degli incentivi presso il MIMIT, avrà l’obiettivo di coordinare le politiche di incentivazione statali e regionali.

La partecipazione dei lavoratori autonomi viene regolamentata in base al principio che le condizioni di accesso devono essere analoghe a quelle previste per le piccole e medie imprese, con l’eccezione di eventuali requisiti non richiesti per l’esercizio della professione o che possano limitarne la parte-

cipazione. Il bando deve specificare gli specifici requisiti richiesti ai soli lavoratori autonomi.

Gli incentivi pubblici vanno attivati attraverso specifici bandi, con l’eccezione di quelli contributivi e fiscali ad erogazione automatica. Il bando-tipo (predisposto tramite decreto MIMIT) deve contenere elementi fissi: obiettivi e base giuridica, risorse disponibili, soggetti responsabili dell’attuazione dell’incentivo, condizioni di ammissibilità soggettiva e oggettiva (operazioni e spese ammissibili), modalità di determinazione del beneficio, procedure di fruizione, tempistiche, modalità di erogazione, disciplina delle variazioni, regolale su controlli e ipotesi di revoca.

L’accesso alle agevolazioni può prevedere elementi premianti: rating di legalità, parità di genere, inclusività nei confronti di persone disabili, valorizzazione di lavoro femminile, giovanile, lavoro di cura, natalità.

Le amministrazioni possono gestire gli incentivi avvalendosi di società in house e altri soggetti selezionati tramite gara. C’è una regola generale contro la delocalizzazione in base alla quale l’impresa che sposta l’attività al di fuori dello spazio economico europeo entro cinque anni dal completamento dell’investimento agevolato deve restituire l’incentivo e pagare una sanzione. Per le grandi imprese, il termine è allungato a dieci anni.

Il dlgs contiene infine indicazioni sul monitoraggio degli incentivi, basato sull’uso del Codice Unico di Progetto (CUP). Questo codice è obbligatorio e identifica in modo univoco ogni agevolazione al fine di garantire trasparenza, efficienza e semplificazione amministrativa. Le modalità attuative sono stabilite da decreti del MIMIT.

Va inoltre sempre prevista una fase di valutazione con analisi ex ante, in itinere ed ex post per garantire decisioni basate sulle evidenze.

La trasparenza è garantita dal sistema Incentivi Italia e dalla piattaforma digitale Incentivi.gov.it, oltre che da altre iniziative attivabili dalle diverse amministrazioni.

Stop agli incentivi per le caldaie, Italia sotto la lente dell’UE

Italia sotto osservazione della Commissione Europea per la mancata applicazione delle regole previste dalla Direttiva EPBD il pilastro della strategia Case Green. Bruxelles ha inviato una lettera formale al Governo Meloni contestando l’assenza di un divieto esplicito e completo agli incentivi per le caldaie a metano stand alone, che l’Unione richiedeva di eliminare dal 1° gennaio 2025. Il nodo non riguarda la normativa fiscale (dove l’Italia si è mossa con puntualità) ma la mancanza di una norma unificata che si contrapponga ai contributi ancora attivi. È un passaggio che, secondo la Commissione UE, impedisce di capire con chiarezza se lo stop agli incentivi sia effettivo o solo parziale.

A partire dal 1° gennaio 2025, l’Italia ha eliminato dal campo di applicazione di Ecobonus e Bonus Ristrutturazioni, le caldaie a condensazione non integrate in sistemi ibridi: le agevolazioni sono rimaste valide solo per gli impianti collegati a una pompa di calore che non utilizzi gas inquinanti. Su questo punto il Governo ha già trasmesso una comunicazione ufficiale a Bruxelles. Il problema, secondo la Commissione, è tuttavia la vigenza di altri incentivi, in particolare:

• il Conto Termico 2.0, ancora attivo in attesa del nuovo Conto Termico 3.0;

• i contributi alla PA per l’installazione di caldaie a condensazione;

• l’assenza di una disciplina unitaria che elimini ogni forma residua di incentivo, non solo quelli fiscali.

È su questi elementi che si fonda la contestazione di Bruxelles: l’Italia, in sostanza, avrebbe fornito una risposta parziale, concentrata sulle detrazioni fiscali ma non su tutti gli strumenti disponibili per il rinnovo degli impianti.

Il richiamo arriva mentre il calendario europeo sulle Case Green entra nel vivo. Entro fine 2025 l’Italia dovrà inviare a Bruxelles la bozza del Piano nazionale di ristrutturazione, il documento che spiega come il Paese intende raggiungere i target di efficienza energetica del patrimonio edilizio. Al momento, tale schema non risulta ancora trasmesso.

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