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Al via la campagna nazionale di Confartigianato contro l’abusivismo

3,2 milioni di pericolosi “fantasmi” si aggirano per l’Italia: sono i lavoratori irregolari e gli operatori abusivi che popolano il sommerso, quel mondo parallelo che ‘vale’ 202,9 miliardi di euro e rappresenta l’11,3% del Pil e il 12,6% del valore aggiunto, in cui non esistono regole e che produce danni ingenti alle imprese, alla sicurezza dei consumatori, alle casse dello Stato.

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Per numero di “occupati”, 3,2 milioni di irregolari, il sommerso è il terzo settore più numeroso dell’economia italiana, preceduto dai servizi, che contano 16,3 milioni di Abusivismo e lavoro sommerso non risparmiano nessuna regione d’Italia, ma il Mezzogiorno ha il record negativo con il tasso di lavoro irregolare sull’occupazione totale pari al 17,5%, mentre il Centro Nord imprenditori. La classifica regionale vede infatti in testa la Lombardia dove l’economia sommersa ne ‘arruola’ 130.800. Seguono la Campania (121.200), il Lazio (111.500), Sicilia (95.600) e Puglia (78.100). A livello provinciale, Roma batte tutti con 84.000 abusivi, seguita da Napoli (59.500), Milano (47.400), Torino (30.600), Salerno (26.100).

Il Presidente di Confartigianato Marco Granelli chiede “tolleranza zero per un fenomeno che sottrae lavoro e reddito ai piccoli imprenditori e risorse finanziarie allo Stato, oltre a minacciare la sicurezza e la salute dei

addetti, e dal manifatturiero (4 milioni di addetti). A denunciare le cifre del fenomeno è uno studio di Confartigianato che lancia l’allarme sulla minaccia del sommerso per le attività dei piccoli imprenditori. Sono infatti 709.959 le aziende italiane maggiormente esposte alla concorrenza sleale ad opera di 1 milione di operatori abusivi che si spacciano per imprenditori, ma che di regolare non hanno nulla. È irregolare il 14% dei soggetti che svolgono attività indipendente e questa quota è aumentata d 0,6 punti percentuali rispetto al 2011. In particolare, i rischi maggiori di infiltrazione abusiva li corrono 587.523 imprese artigiane, soprattutto nei settori dell’edilizia, dell’acconciatura ed estetica, dell’autoriparazione, dell’impiantistica, della riparazione di beni personali e per la casa, del trasporto taxi, della cura del verde, della comunicazione, dei traslochi.

si attesta sul 10,7% e il Nord Est si ferma al 9,2%. Maglia nera per la Calabria, dove non è regolare un quinto (21,5%) degli occupati della regione, seguita da Campania (18,7%), Sicilia (18,5%), Puglia (15,9%), Molise (15,8%) e Sardegna (15,3%). Il tasso più basso di lavoro irregolare sul totale degli occupati (8,4%) si registra nella Provincia autonoma di Bolzano.

Ma – secondo le stime contenute nell’analisi di Confartigianato – è nel Nord che si annida il maggior numero di abusivi che si fingono consumatori”. Per questo, Confartigianato ha lanciato una campagna nazionale di informazione contro l’abusivismo dal titolo “Occhio ai furbi! Mettetevi solo in buone mani”. Tre gli obiettivi dell’iniziativa: mettere in guardia i consumatori dal rischio di cadere nelle mani di operatori improvvisati, valorizzare qualità, durata, rispetto delle norme, convenienza e sicurezza del lavoro dei veri artigiani, richiamare le Autorità ad un’azione di controllo e repressione e di contrasto all’evasione fiscale e contributiva.

Blesio (Gal): “Occorre dare a ‘rurale’ una giusta accezione socio-economica e geografica”

Aurelio Blesio, caragliese, classe 1955, con una lunga esperienza amministrativa, è stato recentemente confermato quale presidente del GAL Tradizione delle Terre Occitane (e al suo fianco, quale espressione del mondo artigiano, è stato anche ri-confermato come vicepresidente Giorgio Verutti, storico dirigente della nostra Associazione). Blesio è stato uno dei cinque relatori della tavola rotonda e su una rilettura delle finalità del PSR (Piano di Sviluppo Rurale). Presidente Blesio, nonostante la SNAI (Strategia Nazionale per le Aree Interne) sia stata elaborata nel 2014, i risultati ancora non si vedono. Ritardi o scarso impegno? In effetti si era partiti con buoni propositi e con prospettive di un rapido intervento, invece ci siamo trovati di fronte ad un periodo di stasi che comincia a pesare. Mi auguro vivamente che il progetto possa al più presto riprendere corpo e si instaurino sul territorio i necessari collegamenti per far sì che i vari canali di finanziamento siano complementari e non vengano a sovrapporsi in maniera sterile.

Quale potrebbe essere il ruolo del GAL in questa fase? Il GAL non ha compiti definiti in questo progetto però potrebbe mettere a disposizione il suo know how nella predisposizione di bandi per finanziamenti per dare una mano al concretizzarsi della progettualità. Naturalmente, sempre che gli attori principali, Comuni ed Enti montani siano d’accordo.

Uno strumento di finanziamenti al territorio è anche il PSR (Programma di Sviluppo Rurale). L’ultima lettera si riferisce al termine “rurale” finora inteso come “agricolo”. Un errore di accezione? Sicuramente. “Rurale” non ha un significato solo agricolo o zootecnico, ma ha una valenza socio-economia e geografica ben precisa che

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va compresa dagli operatori e dai decisori di questo territorio.

Occorre uscire dalla classificazione per categorie e metter in campo invece sinergie di rete e di filiera che possono risultare la carta vincente per le cosiddette “aree interne”. Lavorare insieme e fare sinergia, ma anche guardare all’innovazione e alla digitalizzazione può essere un aspetto su cui puntare per sostenere i territori “interni”? È ormai un imperativo a cui non ci si può sottrarre. Lo sviluppo dei territori passa innanzitutto dai buoni collegamenti con il “resto del mondo”. E oggi viene richiesta la massima efficienza anche in questo senso. Quindi, la digitalizzazione è una condizione essenziale per poter fare sinergia e per rappresentare una realtà sempre più coesa e in grado di essere competitiva a tutti i livelli.

COS’È LA SNAI

La Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI) rappresenta una politica nazionale innovativa di sviluppo e coesione territoriale che mira a contrastare la marginalizzazione ed i fenomeni di declino demografico propri delle aree interne del nostro Paese. Il progetto, nato nel 2014, ha sviluppato nuove modalità di governance locale multilivello volte ad affrontare, attraverso l’adozione di un approccio integrato orientato alla promozione e allo sviluppo locale, le sfide demografiche e dare risposta ai bisogni di territori caratterizzati da importanti svantaggi di natura geografica o demografica. Territori fragili, distanti dai centri principali di offerta dei servizi essenziali e troppo spesso abbandonati a loro stessi, che però coprono complessivamente il 60% dell’intera superficie del territorio nazionale, il 52% dei Comuni ed il 22% della popolazione. Su tali luoghi la Strategia nazionale dovrebbe intervenire, investendo sulla promozione e sulla tutela della ricchezza del territorio e delle comunità locali, valorizzandone le risorse naturali e culturali, creando nuovi circuiti occupazionali e nuove opportunità. Le aree selezionate dalla SNAI sono settantadue; ne fanno parte complessivamente 1077 comuni per circa 2.072.718 abitanti. In Piemonte ne sono state individuate quattro, Valli di Lanzo, Valle d’Ossola, Valle Bormida, Valli Grana e Maira.

IL GAL TRADIZIONE DELLE TERRE OCCITANE

Il Gruppo di Azione Locale (GAL) Tradizione delle Terre Occitane è una società consortile a responsabilità limitata, mista pubblico – privata, che riunisce 29 soci rappresentativi del proprio territorio con l’obiettivo di coordinare l’attuazione del Piano di Sviluppo Locale (PSL), finanziato dall’Unione Europea, oltre che dalla Regione Piemonte e dallo Stato italiano. La sua area geografica di riferimento occupa la parte sud occidentale della Regione Piemonte e corrisponde al territorio delle Valli Stura, Grana, Maira, Varaita, Po, Bronda e Infernotto, per una superficie complessiva di 2.434,60 kmq, sulla quale vive una popolazione residente di 107.000 unità.

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La Cassa Edile di Cuneo è tornata a premiare i lavoratori edili

Lo scorso 14 maggio, presso l’Ala polifunzionale “L. Morello” di Savigliano in Piazza del Popolo, si è svolto l’evento annuale della Cassa Edile di Cuneo, con il riconoscimento dei premi di fedeltà ai lavoratori con 25 e 30 anni nel settore. 92 i lavoratori invitati a salire sul palco per ricevere dalle proprie imprese il premio di fedeltà al settore edile.

Seppur contenuta rispetto alle edizioni prepandemia, la Cassa Edile di Cuneo ha voluto riprendere, dopo due anni di pausa forzata, la consueta cerimonia di consegna dei Premi di Fedeltà ai lavoratori che vantano 25 e 30 anni di attività alle dipendenze di imprese edili. Dopo le difficoltà riscontrate nel periodo di pandemia, la spinta registrata dal settore edile cuneese è stata determinata sicuramente dalle diverse agevolazioni fiscali messe in campo dal Ministero, al fine del rilancio e della messa in sicurezza del comparto, aggravato da una crisi più che decennale.

Oggi la Cassa Edile di Cuneo registra più di mille imprese, oltre 4 mila lavoratori iscritti e circa mille impiegati del comparto delle costruzioni, con un incremento della massa salari denunciata del 19% circa.

«L’incremento generale dei dati registrati nel settore delle costruzioni per l’anno corrente ha sta superando quelli del 2021, già in crescita rispetto agli anni ‘20 e ‘21- dichiara il presidente della Cassa Edile della provincia di Cuneo, Luca Barberis - La spinta registrata è stata determinata sicuramente dalle diverse agevolazioni fiscali messe in campo dal Governo, Superbonus fra tutti, al fine del rilancio del comparto, aggravato da una crisi più che decennale. Di importante efficacia per il sostegno del nostro sistema è stato il vincolo all’applicazione del CCNL, ottenuto grazie alla azione di ANCE sul nostro Governo. Anche le opere pubbliche hanno registrato una fase eccezionale di crescita, con sblocco delle risorse di anni passati che oggi stanno per essere investite nel mercato, in crescita grazie alle risorse del PNRR. Purtroppo, il 2022 è iniziato con uno scenario mondiale inaspettato, un conflitto bellico che pone nuovamente a dura prova tutti i comparti produttivi, non da meno il settore edile, dopo un primo spiraglio di effettiva ripresa. Tale particolare contesto ha creato le condizioni per un aumento generalizzato dei prezzi e una difficoltà nel reperimento dei materiali, con tempistiche incerte e della manodopera qualificata. Occorre essere prudenti nelle scelte amministrative e politiche che si porranno in questo anno, come parti sociali, perché si tratta di prevedere cosa accadrà quando tali incentivi saranno ridimensionati. Una reale sfida per il nuovo settore, per le aziende e gli addetti che lo costituiscono, per le associazioni e gli enti bilaterali che ne fanno parte a cui i Contratti Collettivi hanno affidato e affidano sempre nuovi ruoli e compiti, in materia di welfare, così come di sicurezza e formazione e di contrasto al dumping contrattuale, sostenuto anche con la sottoscrizione del Protocollo di intesa tra Cassa Edile e Ispettorato Territoriale del Lavoro». Anche per il Vice Presidente, Vincenzo Battaglia, occorre un’ottica di prudenza per le scelte amministrative da porre per il futuro «Lo scenario geopolitico di fatto è già cambiato. Seppur sperando ad una pace imminente non si pensi di rivedere il mondo come lo abbiamo conosciuto mesi fa. Il settore delle costruzioni arriva da una profonda crisi durata 12 lunghi anni, malgrado ciò il sistema bilaterale ha saputo dare risposte concrete anche a quelle che sono state le esigenze delle aziende e dei lavoratori comprese nei due anni di pandemia. Come sistema incorre l’obbligo di guardare avanti con prudenza, ma con il compito di non perdere di vista qual è la nostra responsabilità anche in momenti complicati come quelli che stiamo attraversando. » «In un momento storico difficile per l’economia del Paese e per il comparto edile, questa premiazione rappresenta un momento importante per mettere in risalto il prezioso lavoro di aziende che rappresentano delle eccellenze nel modo di fare impresa nel nostro settore. – afferma Trossarello Giuseppe, componente della presidenza della Cassa Edile dal mese di maggio in espressione del Sistema Confartigianato Cuneo, all’interno del quale riveste la caricare di Rappresentante territoriale della Categoria Edili – Un modello che mi auguro possa essere preso ad esempio, poiché la pandemia e l’attuale crisi economica e geopolitica ci impongo di cambiare il modo di fare impresa. Per stare al passo coi tempi dobbiamo “cambiare pelle” e, soprattutto, mentalità. In questo percorso, le Pmi dovranno essere sostenute dal territorio e dalle istituzioni. Da questo punto di vista, oggi più che mai il ruolo della Cassa Edile diventa fondamentale per supportare il cambiamento, e rappresenta un pilastro sociale e di supporto per i lavoratori e le loro famiglie. »

Giuseppe Trossarello

Patuelli (Abi): “L’Italia è un Paese di Imprese coraggiose e lungimiranti”

Il terzo appuntamento del progetto “Humanities Forum” svoltosi nell’elegante Villa Tornaforte con la supervisione del “padrone di casa”, l’editore Nino Aragno, e la collaborazione di Confartigianato Imprese Cuneo, ha visto la partecipazione di una delle figure di spicco del mondo bancario italiano, Antonio Patuelli presidente di ABI (Associazione Banche Italiane). Sollecitato dalle domande di Beppe Ghisolfi, autore dei famosi manuali di educazione finanziaria, Patuelli ha fornito ad una platea attenta e selezionata spunti ed approfondimenti utili a comprendere le articolazioni del presente e le prospettive di un futuro ancora scarsamente definito. Al termine della conferenza, lo abbiamo intervistato per il nostro periodico.

Presidente Patuelli per guardare al nostro futuro dobbiamo superare il presente? Per programmare il futuro bisogna innanzitutto avere una visione, un orizzonte ampio, una consapevolezza degli errori già compiuti in passato e non fermarsi troppo all’attualismo, inteso come tutto ciò che ci circonda in modo miope. Questo è stato il grosso errore degli anni passati, che non ha favorito la risoluzione dei problemi, soprattutto quelli che poi sono venuti a galla in questi ultimi mesi.

Il nostro mondo produttivo, pur tra mille difficoltà, sembra però affrontare i problemi con determinazione, continuando a dimostrare una certa vitalità… Le nostre imprese hanno subito compreso i problemi di questo periodo e stanno cercando approvvigionamenti e contatti in modo veloce in altre parti del mondo. Stanno anche rivedendo i loro cicli produttivi per migliorarne l’efficienza e ottenere dei risparmi. L’Italia si conferma quindi come un paese formato da una moltitudine diversificata di imprese guidate da imprenditori flessibili e dinamici con ottime caratteristiche di adattamento all’emergenza e una spinta alla ripresa fondamentali nella gestione economica. Presidente, il 98% delle imprese italiane è formato dalle PMI. Lo stesso possiamo dire delle banche. Il tessuto finanziario nazionale è composto da una miriade di piccoli istituti bancari che lavorano molto bene a fianco delle imprese. Ma allora nel nostro Paese vale il “Piccolo è bello”? Direi che oggi le banche sono più aggregate delle imprese. Il processo di accorpamento è andato più velocemente nel mondo bancario che in quello produttivo. L’eccellenza del piccolo si può garantire anche con dimensioni più ampie. E’importante però imparare a lavorare insieme, unendo le forze laddove i mercati richiedono maggiore competitività. Una lezione che il mondo bancario ha imparato in questi ultimi anni diventando in tal modo più forte e più utile a chi fa impresa.

Da eminente storico qual è, presidente Patuelli, possiamo prevedere un nuovo Rinascimento a chiusura di questo lungo periodo difficile e confuso? Nei decenni passati, quando non c’erano problemi così complessi come quelli attuali, abbiamo commesso gravi errori di strategia. Tutto era in evoluzione e tutto scorreva rapido verso lo sviluppo. Proprio allora si sarebbe dovuto pensare a come affrontare nell’emergenza problematiche più serie, quali una pandemia o una guerra. E purtroppo non è stato fatto. Tuttavia la durezza delle ultime difficoltà ha portato il nostro popolo a ricalibrarsi, mettendosi a ragionare non all’inseguimento della coda dei vecchi fenomeni, ma alla ricerca di nuovi metodi per far sopravvivere e proliferare lavoro e produttività. Oggi nel nostro Paese è in atto una profonda revisione di approccio e di metodo nell’identificare nuovi sistemi gestionali ed operativi sia da parte delle imprese che delle famiglie. Un’azione di grande lungimiranza che, sono certo, spalancherà le porte ad un nuovo corso storico.

Da sinistra Luca Crosetto, Antonio Patuelli, Beppe Ghisolfi

Assemblea Annuale della Banca d’Alba. Nel rinnovato Cda nominata Daniela Balestra

Bilancio eccellente per la Banca d’Alba quello approvato domenica 8 maggio durante la consueta assemblea annuale, svoltasi ad Alba nella piazza Sarti, di fronte ad una platea di oltre tredicimila associati. 170 mila i correntisti, 11 miliardi di euro la raccolta e un utile, esclusi gli accantonamenti prudenziali, che si attesta a 26,2 milioni di euro. Un modello per il territorio e non solo, vista la recente scelta della Banca di ampliare ulteriormente i suoi orizzonti aprendo nell’ultimo anno una nuova filiale a Nizza Monferrato e una sede distaccata a Genova. Durante l’incontro si è anche provveduto al rinnovo delle cariche sociali con l’ingresso di quattro nuove figure in rappresentanza del mondo produttivo e culturale. Tra queste, l’imprenditrice e vice presidente vicaria di Confartigianato Imprese Cuneo Daniela Balestra. «Sono onorata di far parte di questo Consiglio – ha dichiarato – che gestisce una realtà bancaria di alto livello e di grande importanza per il territorio e per le sue imprese. Una banca che è anche e soprattutto una comunità, come abbiamo potuto notare dalla massiccia partecipazione alla sua Assemblea. Sono certa che tutto il mondo produttivo, compreso quello che rappresento come dirigente di Confartigianato Cuneo, sempre di più potrà trovare nella Banca d’Alba un interlocutore attento e disponibile nel sostenere nuovi percorsi di sviluppo”. “Abbiamo accolto con grande soddisfazione la nomina di Daniela Balestra nel Cda della Banca d’Alba. –ha commentato Luca Crosetto presidente di Confartigianato Imprese Cuneo - Una imprenditrice di successo e una valida vicepresidente vicaria dell’Associazione, che sicuramente ha maturato una grande esperienza in ambito associativo e ha accresciuto le sue competenze in materia di credito grazie alla suo ruolo all’interno dell’allora Confidi Cuneo (dal 2015 al 2020, ndr). Sono sicuro che Daniela saprà portare un valore aggiunto nel rinnovato Consiglio in termini di conoscenza del mondo produttivo locale e delle dinamiche di crescita che si stanno delineando. Da parte di tutta la Confartigianato le porgiamo quindi le nostre più vive congratulazioni con l’augurio di un buon lavoro».

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