Consigli di lettura | “Calendario - Le feste, i miti le leggende e i riti dell’anno” di Alfredo Cattabiani profane. Seguendo il ciclo del sole, dalla rinascita simbolica nel solstizio d’inverno fino al declinare nell’autunno, si attraversano tutte le grandi ricorrenze che segnano i diversi periodi dell’anno e le memorie di santi che hanno un’importante funzione calendariale, da san Nicola a santa Lucia e sant’Antonio abate, da sant’Anna a san Michele e san Martino. Quello proposto in queste pagine non è però solo un percorso storico-simbolico e folkloristico, ma anche un “viaggio celeste”, perché alle radici del calendario vi è una visione astrologica basata sull’osservazione delle stelle e dei pianeti che segna anche le principali feste cristiane legate ai solstizi e agli equinozi.
L’autore Il libro
Torino 1937 - Santa Marinella, Roma, 2003. Studioso di storia delle religioni, di simbolismo e di tradizioni popolari, traduttore, è stato direttore editoriale di tre case editrici e ha collaborato a vari quotidiani e periodici italiani e stranieri.
Ogni calendario riflette la storia, le tradizioni, la religione di un popolo: sul filo dei giorni si snodano infatti miti e leggende, riti e usanze, spesso frutto di memorie antiche. In questo libro Alfredo Cattabiani ripercorre il nostro calendario per ricostruire l’origine, il significato e la funzione delle sue feste religiose e Ed. Mondadori
Comitato 14 Maggio Bollettino nr. 8 | Febbraio 2021 Il Carnevale e la Quaresima: significati tradizionali e retaggi [..] Periodo di “gioia sfrenata”, il Carnevale si oppone alla Quaresima, periodo di “penitenza disciplinata”. E il confronto può continuare con la Pasqua, mettendo in antitesi la settimana grassa (dal giovedì grasso fino al martedì grasso) con la settimana santa (dalla Domenica delle Palme sino al Sabato Santo, seguita poi dalla Domenica pasquale di resurrezione e dal Lunedì dell’Angelo), e sottolineando anche l’aspetto della “contraffazione” della passione di Cristo (incoronato di spine e deriso come re dei Giudei) mediante la passione di un “re per burla”, che in molte tradizioni locali viene ucciso in effigie alla fine del Carnevale: infatti un folto gruppo di celebrazioni folcloristiche di questo periodo è imperniato sull’idea centrale della morte e sepoltura del Carnevale e sulla morte in sé stessa, ed il concetto del trapasso dal tripudio della vita alla
fredda solitudine della morte diventa particolarmente icastica. [..] I riti carnevaleschi propongono dunque un modo di comportamento incentrato sulla parodia, per contestare apparentemente i valori che informano una certa cultura, allo scopo di rilevare come il comportamento regolare sia all’opposto proprio quello fondato su quegli stessi valori. Ciò spiega come il Carnevale sia una rottura dell’ufficialità, con l’uso delle maschere, con le sue “contraffazioni”, che sono contestazioni buffonesche, e quindi vuote di senso, di quei valori che invece danno un senso alla cristianità. Come detto, tanto il Carnevale quanto la Quaresima, come d’altronde tutti gli altri periodi particolari o le festività cristiane dell’anno (si pensi tra tutti al Natale) trovano interessanti riscontri in tradizioni pre-cristiane europee, le cui usanze ancora oggi persistono (sebbene, come si accennava, più che altro a livello di meri retaggi
comitato14maggio.blogspot.com