Nel Segno di Manara

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NEL SEGNO DI MANARA

Mostra antologica Palazzo Pallavicini Bologna, 22 settembre 2017 - 21 gennaio 2018 Promossa da Pallavicini srl Chiara Campagnoli Deborah Petroni Rubens Fogacci A cura di Claudio Curcio Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio di Bologna Arch. Andrea Capelli In Collaborazione con Napoli COMICON Paola Damiano alino Alessandro Spinosa Antonella Cavaliere Carlo Cigliano Valentina Langella Ufficio Stampa Culturalia Norma Waltmann con Piera Pastore Serena Laterza Immagine coordinata Vito Basile Comunicazione e Promozione Pallavicini Srl Culturalia Visiona Noemi Barricelli Foto Filippo Guicciardi Cornici Corniciart Saul Salsedo Assicurazione Genis Broker Rino Buonomo

Catalogo COMICON Edizioni via Chiaia, 41 - 80121 Napoli tel/fax: 0814238127 e-mail: info@comicon.it www.comicon.it Collana: Cataloghi Manara (n.2) a cura di Claudio Curcio Emanuele Soffitto Raffaele De Fazio Impaginazione e grafica Doppiavù Studio Roberto Policastro Walter Dipino Bruno Scafuro Consulenza Editoriale Gisèle de Haan Archivio Bibliografico Simona Manara COMICON Edizioni © testi 2017: degli autori e degli aventi diritto © immagine di copertina: Milo Manara © immagini 2017: Milo Manara e degli aventi diritto pagg. 64, 65, 71 Immagini © 2017 MARVEL Si ringraziano i prestatori delle opere Luisa e Milo Manara Galerie Huberty & Breyne, Bruxelles-Parigi Galerie Daniel Maghen, Parigi Simona e Marco Semprebon Mario Manara e tutti i collezionisti privati che hanno preferito mantenere l’anonimato. Si ringraziano per il prezioso aiuto Elisabetta Landi, Stefano Manzotti, Francesca Bogliolo, Luana Baraccani, Philippe Cauvin, Hector Sanz Castaño, Marc Breyne, Alain Huberty, Daniel Maghen


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Sommario 5

Introduzione Palazzo Pallavicini

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Nota del Curatore Claudio Curcio

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Caravaggio

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Fumetti

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Illustrazioni

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Bardot

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Mozart

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Zodiaco

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Fellini

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Storie a Fumetti

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Biografia

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Bibliografia

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Elenco Mostre



Introduzione

Palazzo Pallavicini

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ell’incantevole cornice del centro storico di Bologna, in Via San Felice 24 a pochi passi dalle Due Torri, da Piazza Maggiore e dal Nettuno del Gianbologna, l’incantevole Palazzo Pallavicini, di-

mora settecentesca di proprietà privata, apre per la prima volta al pubblico con la grande mostra “Nel segno di Manara”, antologica tra le più importanti mai realizzate che renderà omaggio al maestro Milo Manara con un percorso espositivo di ben circa 130 opere, a cura di Claudio Curcio e promossa dal gruppo Pallavicini S.r.l., composta da Chiara Campagnoli, Deborah Petroni e Rubens Fogacci. Palazzo Pallavicini, un tempo sede di fasto e corte di importanti personaggi storici, è stato scelto dalla Pallavicini S.r.l. allo scopo di ospitare prestigiosi eventi culturali: un tesoro nascosto rimasto chiuso per lungo tempo e in via di restituzione alla città quale vero e proprio contenitore di arte e cultura. Le sale della residenza videro infatti passare alcuni tra i grandi protagonisti della politica e società settecentesca: dal fanciullo prodigio Wolfgang Amadeus Mozart, che nelle sale del Palazzo compose alcune antifone ed il minuetto in Mi Bemolle Maggiore K 94, alla giovane principessa Maria Carolina d’Asburgo, sorella della più famosa Maria Antonietta regina di Francia, che nel 1768 fu scortata a Napoli dal maresciallo Pallavicini per incontrare il suo futuro sposo Ferdinando di Borbone, al granduca di Toscana Pietro Leopoldo di Lorena con la moglie Maria Luisa di Borbone, e all’imperatore d’Austria Giuseppe II nel 1769. Il tutto sempre accompagnato da teatrali festeggiamenti, come la memorabile corsa dei “cavalli barbari” organizzata nel 1775 lungo via San Felice per l’arrivo dell’arciduca Massimiliano. Restano a testimonianza di questo affascinante passato le incantevoli decorazioni interne al palazzo. Si pensi all’affresco de “L’imperatrice Maria Teresa d’Asburgo come Cibele Madre di tutti i popoli”, dipinto tra il 1791 e il 1792 dal bolognese Pietro Fabbri sul soffitto di una sala al piano nobile: un’opera straordinaria e unico esempio al mondo, realizzato non a caso nell’anno in cui la figlia Maria Antonietta languiva nella prigione del Tempio a Parigi.

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Oppure alle decorazioni in stucco realizzate da Giacomo Rossi sulle pareti delle grandi sale del “Camerone” e dei “Conviti”, con un repertorio di candelabre à la greque impareggiabile per estensione. Lo stesso splendore si ravvisa nella decorazione pittorica realizzata dalla squadra di artisti composta da Giuseppe Antonio Valliani e i figuristi Emilio Manfredi e Francesco Sardelli, i cui lavori testimoniano il gusto per l’antico che si ripete nelle varie sale. Rilevante fu la collaborazione del pittore bolognese Filippo Pedrini, autore di due soffitti ambientati nei paesaggi di Vincenzo Martinelli, in omaggio alle origini mercantili dei Pallavicini, e quella di Serafino Barozzi, autore delle ghirlande fiorite dipinte lungo le pareti della sala dei “Conviti” (motivo ornamentale che egli eseguì allo stesso modo nella reggia estiva dell’Oranienbaum per Caterina di Russia). 6

Tanta maestosità e prestigio in un luogo le cui pareti traspirano le memorie di un tempo e dove, fra storia e stili epocali, rivivono ancora i personaggi del passato e dove le ammalianti tavole del Maestro Manara lasceranno il segno.



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Caravaggio

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laudio Strinati, professore ed ex soprintendente del Polo Museale romano, introduce perfettamente il rapporto tra il fumettista veronese e il grande pittore del cinquecento: “La Storia del Caravag-

gio è raccontata da Milo Manara con grande rispetto delle fonti e della verità sostanziale di quella vicenda. Non è, infatti, una storia romanzata. Eppure Manara vi ha impresso il segno della sua creatività in modo netto e personalissimo. Il suo Caravaggio, pur riflettendo perfettamente quello storico, è, per l’appunto, suo, uno dei più bei personaggi creati dalla sua fantasia. Corrisponde, va ribadito, al personaggio vero, ma assume in questa narrazione disegnata un senso profondo che va molto oltre la verosimiglianza storica, per entrare nei meandri di un’idea della Verità che per molti versi è proprio quella che fu del Caravaggio e che Manara rivive secondo propri criteri dentro i quali rifulgono l’ammirazione e il rispetto verso un collega lontano nel tempo, indubbiamente, ma vicinissimo nella sensibilità e negli intenti creativi.” E seppure non riuscirete mai a convincere Manara, nemmeno sotto tortura, ad ammettere di potersi considerare “collega” di Caravaggio, come invece, giustamente aggiungiamo noi, fa Strinati, è indubbio che per il maestro di Luson, il Merisi è un autore di riferimento assoluto e di primaria influenza in tutta la sua opera. Da vero appassionato di Storia dell’Arte, Manara ha sempre amato cercare riferimenti, nelle sue ricerche di documentazione, nell’opera dei più grandi artisti del passato, ed è riuscito a sublimare questa sua passione prima, grazie all’ambientazione della storia in quattro volumi dei Borgia, coronando infine il suo sogno nel cassetto, quello di lavorare a una storia sul Caravaggio, di cui sono esposte in assoluta anteprima le prime pagine del secondo volume. E se proprio non può vedersi come collega, siamo sicuri che avrebbe voluto essere almeno amico del pittore milanese, non a caso, infatti, Manara gli ha donato le fattezze del viso di un suo grande collega e amico, purtroppo scomparso troppo giovane, anche lui come il Caravaggio, Andrea Pazienza.


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Caravaggio Vol. 1 La Tavolozza e la spada ed. Panini Comics Schizzo preparatorio per copertina Matita su carta 2014

CARAVAGGIO Vol. 1 La Tavolozza e la spada ed. Panini Comics copertina 2014


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CARAVAGGIO Vol. 1 La Tavolozza e la spada (versione a colori) ed. Panini Comics pag. 1 2015


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CARAVAGGIO Vol. 1 La Tavolozza e la spada ed. Panini Comics pag. 1 2015


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Illustrazioni

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Guardando alla produzione non a fumetti di Manara, e cioè ad una pressoché sterminata mole di illustrazioni e disegni, ci si rende subito conto che l’autore veronese ha avuto una carriera di il-

lustratore almeno altrettanto ricca di successo che quella di fumettista: centinaia (ma più probabilmente migliaia…), infatti, sono i manifesti di festival, mostre, film, rassegne, seminari e convegni firmati in quasi cinquant’anni di lavoro al tavolo da disegno, così come altrettante sono le copertine realizzate, per i suoi fumetti certo, ma anche per riviste, libri, cataloghi, dischi e ancora le illustrazioni per etichette di vino, scatole di panettone, su piatti, su piastrelle (e perfino su scatole di centraline elettroniche!). Ed è impressionante la mole di rimandi e riferimenti che si trovano anche nella più semplice delle sue illustrazioni, Manara infatti riesce ad inserire nelle sue immagini, alle volte in maniera discreta, a volte in modo evidente, riferimenti continui e multipli e rimandi storici, artistici e anche filosofici e, insieme alla bella ragazza di turno (e per carità, di lei mai vorremmo privarci), sarebbe bello che tutti vedessero quello che c’è dietro, e intorno: la raffinatezza degli abiti indossati e lo splendore dei gioielli, il dettaglio degli oggetti presenti, compresa la loro accuratezza tecnica, la bellezza della natura e la plasticità degli animali raffigurati. Ecco personalmente mi piacerebbe molto che si vedessero tutti questi dettagli, prima, o anche insieme alla bella ragazza, per conoscere interamente e davvero un grande disegnatore dei nostri tempi.


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Bologna Illustrazione inedita Acquerelli su carta 2017


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Astronauta Copertina per la rivista Grindhouse Dark Horse Comics Acquerelli su carta 2015


300.000 Abbracci Affettuosi Illustrazione per pagina ufficiale Facebook Acquerelli su carta 2016

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X-Men: Ragazze in fuga Testi di Chris Claremont Copertina Acquerelli su carta 2009


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Storie a fumetti

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anara oltre disegnare ama soprattutto raccontare, e al pari delle sue storie e racconti lunghi e forse più conosciuti, ce ne sono una serie di più corti, catalogati in genere semplicemen-

te come “Storie Brevi”, raccolte in volumi autonomi, secondo accostamenti alle volte casuali, altre più sistematici. Queste storie sono state una costante importante nella produzione dell’autore veronese, che nonostante la difficoltà rappresentata dal dover condensare l’azione in poche pagine, si è sempre trovato a suo agio con questo formato di narrazione, dando vita a piccoli capolavori, che vanno dalle due pagine di omaggio a Corto Maltese, piuttosto che a John Lennon, fino alle 16 dell’ultima avventura di Miele nella serie Candid Camera. E sono tutte degli autentici gioielli. C’è stato un periodo, quando il mondo del fumetto in Italia ancora era legato alla pubblicazione delle riviste, che il primo numero di ogni nuova rivista dovesse contenere una storia breve di Manara, come portafortuna. È così che Acherontia Atropos, Fone, Réclame, e tante altre storie brevi sono arrivate a noi, a completamento della bibliografia straordinaria di un autore straordinario, che ha saputo riempire ogni casella della sua produzione artistica con passione e successo. E a riprova di questa prolifica produzione, il dubbio che qualcuna di queste storie possa essere sfuggita dal radar del bibliografo, è confermato in maniera periodica dal ritrovamento, di volta in volta grazie all’evoluzione delle informazioni in rete o a un collezionista premuroso, di nuove storie non repertoriate, il più delle volte perché realizzate negli anni 80-90 direttamente per il mercato francese e mai ripubblicate in Italia, come è il caso della storia Star e Starlette, realizzata nel 1997 in occasione del Festival di Cannes (per cui, nello stesso anno, Manara aveva realizzato il manifesto della sezione “Un Certain Regard”) e pubblicata sulle pagine di uno speciale cinema della rivista L’Echo des Savanes. Manara aveva pensato i testi in rima per l’edizione francese, ed è la prima volta, dopo ben 20 anni, che questa storia viene pubblicata in Italia, oltre essere esposta al pubblico, così come viene pubblicata per la prima volta “Ophelia 2000” storia muta, realizzata dal Manara nel 2015, per la rivista di moda, arte e design francese Numéro.

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