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ATTUALITÀ

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Nel cuore della vendemmia 2013: quantità, qualità e sostenibilità

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iamo nel cuore della raccolta dell’uva, o meglio della vendemmia, perché è questo il termine preciso e specifico per le uve da vino, composto dalle due parole latine “vinum” (vino) e “demere” (prendere). Il significato stretto era ed è quindi “prendere il vino”. E nel vecchio calendario gregoriano il periodo dell’anno compreso tra settembre ed ottobre era chiamato mese di “vendemmiaio”. In questi giorni, per passare dalla storia all’attualità, basta fare un giro nelle colline di Langa e Roero per assistere allo spettacolo della vendemmia, che ogni anno si ripete con attori vecchi e nuovi e una scenografia sempre coinvolgente. L’anticipo sull’epoca di vendemmia delle ultime campagne è solo un ricordo e il 2013 riporta ai tempi più tradizionali. L’inizio è avvenuto a metà settembre con le uve pinot da Alta langa spumante mentre la “finale” se la giocheranno a ottobre inoltrato i nebbioli di Barbaresco Barolo e Roero con la Barbera d’Alba. Quantità e qualità sono aggettivi che regolarmente si usano in vendemmia, ma non accade sovente insieme. Questa campagna assomma invece quantità (in aumento evidente rispetto l’anno scorso anche del 20-30 %) a qualità, anche se saranno gli ultimi giorni di ma-

turazione a dire l’ultima parola. I tecnici Coldiretti seguono costantemente l’evoluzione della maturazione delle diverse tipologie di uve, attraverso prelievi in differenti esposizioni per indicare l’epoca ideale per la vendemmia. Oggi la qualità del vino, non è legata solo all’elevato grado alcolico (oggi in controtendenza) ma ad una ricchezza di componenti, tra loro in equilibrio che va perseguita con attenzione – richiamandoci al suddetto significato etimologico di vendemmia “prendere il vino” – già nel vigneto. La raccolta ideale può anche effettuarsi quando la vite è ancora capace di sintetizzare zucchero. Per i bianchi (Pinot, Chardonnay, Moscato, Arneis) occorre preservare l’acidità e gli aromi e per i rossi, specie se da invecchiamento (Barbera, Dogliani, Nebbiolo da Barolo, Barbaresco e Roero) si controlla anche l’accumulo delle sostanze polifenoliche responsabili del colore, della struttura e della longevità del vino. La medicina associa a queste molecole effetti benefici (antiaggreganti, antinvecchiamento cellulare, ecc.) sull’organismo umano. I grappoli, salvo rare eccezioni hanno raggiunto l’ultima fase in attesa del distacco in condizioni di ottima integrità, soprattutto grazie alla mano attenta

del viticoltore e alle indicazioni tecniche fornite durante la fase estiva. I risultati migliori si vedono dove non si sono risparmiate le cure alla chioma (sfogliature, cimature) , le operazioni di diradamento dei grappoli e la loro spuntatura, e il controllo delle malattie fungine e dei parassiti come le tignole che forano gli acini aprendo la strada alla muffa grigia. L’integrità degli acini consentirà di affrontare anche qualche pioggia che potrebbe ancora scendere prima della conclusione della vendemmia. Come si diceva non siamo in presenza di un’annata anticipata e pertanto la serbevolezza è un aspetto è molto importante. Ai più tradizionali interventi chimici i tecnici Coldiretti hanno affiancato (quando non sostituito) con successo la difesa del vigneto con mezzi a ridotto impatto ambientale, applicando la ricerca scientifica moderna, ma anche prendendo dal passato le esperienze e attualizzandole. Ci riferiamo, per esempio, al controllo della proliferazione della tignola e tignoletta dell’uva, lepidottero le cui larve si nutrono negli acini, mediante la semplice apposizione nei vigneti (in prova oltre 200 ettari) di “fialette” che liberano feromoni, sostanze odorose che impediscono ai maschi di ritro-


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