Coltivatore Cuneese n.05/2012

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R I T R AT T I D I I E R I E D I O G G I

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n una delle immagini più simpatiche del documentario di Fredo Valla girato a Pra ’d Mill, è ripreso mentre toglie le pinzette del bucato. Ma il monaco scherza su questo: “Non mi occupo solo del bucato!”. Padre Cesare Falletti, monaco cistercense, ha gli occhi azzurri, lo sguardo sorridente e la figura del saggio. È lui l’“anima” del nuovo “Monastero Dominus Tecum”, nato in una comba esposta a mezzogiorno, sotto la mole di Punta Ostanetta, tra i castagneti, a 900 metri di quota, sopra Bagnolo.

I PRIMI ANNI DA PRETE Prima di essere monaco, lei ha fatto il prete? “Sono nato a Torino il 22 ottobre 1939: mio nonno era di Villafalletto. Sono entrato in seminario a 23 anni, dopo aver studiato un po’ di Giurisprudenza a Roma. A 28 anni sono stato ordinato prete, che ho fatto per quattro anni e sono stato anche il responsabile delle vocazioni adulte del Seminario di Torino. Poi sono entrato nel Monastero cistercense dell’sola di Lerins”. Come è finito a Pra ’d Mill? “Sono arrivato qui spinto da Leletta d’Isola, una donna estremamente saggia con cui avevo molto feeling e con cui mi confrontavo sovente. Nel 1968 quando l’ho conosciuta era insegnante di Filosofia, ma quando andavo a trovarla si era ritirata nel Priorato di Saint Pierre, per ragioni di salute. Era una laica, molto conosciuta in Val d’Aosta, dove ha fatto del bene”. Prima di entrare in seminario ha avuto la fidanzata? “Fidanzata no, a 22 anni in quei tempi era presto! Amiche sì, le donne mi piacevano. E forse ancora adesso!” E oggi con quale occhi guarda le donne? Padre Cesare ride: “Con i miei, dotati di lenti a contatto!”. L’ACCOGLIENZA Quando è arrivato per la prima volta a Pra ’d Mill? “Il 23 settembre 1984, era buio, c’era la nebbia e pioveva, ed ero con quattro amici. Abbiamo visto

N° 5 – 16-31 marzo 2012

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Storie di vita a cura di Barba Bertu (info@barbabertu.com)

niente, ma Pra ‘d Mill ci è piaciuto molto! Leletta ci aveva spinti a salire fino a qui”. Oggi quanti monaci cistercensi siete? “Sul registro, siamo 13. Ma un fratello lo abbiamo “imprestato” ad un altro Monastero per tre anni, e con noi è arrivato un altro monaco”. Come vi guadagnate il pane? “Lavorando: siamo impegnati nell’accoglienza delle persone, che ci prende molto tempo. È bello accogliere e condividere la nostra vita con la gente che arriva qui da noi. La nostra vita non è in funzione degli ospiti, ma è offerta agli ospiti. Produciamo miele e marmellate e oggetti di artigianato”.

Di cosa si occupa lei in particolare? “Oltre che delle pinzette del bucato del film di Fredo Valla, io sono il responsabile di questa comunità e devo farla andare avanti, seguendo i miei fratelli! A livello mentale, è certamente faticoso”. Chi sale a Pra ’d Mill? “Viene molta gente: vengono in tanti in questa Valle a cercare Dio, anche se non sanno nominarlo. Persone di tutte le età: preti, laici, uomini e donne, impegnati e non. Cosa vengono a cercare? Non lo so o, meglio, so che dietro a quella che neppure loro sanno, sono alla ricerca di Dio, della bellezza del suo volto sorridente e accogliente, misericordioso e stimolante verso la pienezza della vita”. Chi sono? “C’è di tutto. Gente disperata, o in crisi, o che vuole pregare, o è solo, o vuole “staccare” dai ritmi frenetici della vita, o alla ricerca di amicizie vere e del senso della vita. E noi li accogliamo”. Cosa pensa della Chiesa cattolica? “È la mia madre. Fatta di donne e di uomini che sbagliano, io per primo!”. E del mondo in cui viviamo? “È un mondo che sta cambiando, mi piacerebbe vedere come finirà questa storia. Ma il finale non lo vedrò”.

NON SOLO IL BUCATO Come si svolge la sua giornatatipo? “Sveglia alle 4 del mattino, con diversi momenti di preghiera comunitaria alternati a momenti di lettura e alle diverse occupazioni. A letto si va alle 21, il più delle volte stanchi”.

SENZA TELEVISIONE La televisione? “Non la guardiamo! Leggiamo quotidiani e riviste, e poi con Internet se si vuole si è documentati ormai su tutto”. Essere monaco oggi cosa significa? “Siamo una parte dell’umanità

che sta davanti a Dio e risponde a Dio”. C’è chi fa fatica a capire una scelta come la vostra, non crede? “Anche noi a volte facciamo fatica”. ATTORE MANCATO Contento della scelta che ha fatto? “Molto, non ho dubbi su questo. Se avessi continuato a fare il prete, sarei sicuramente più solo e avrei meno amici”. Pra ’d Mill ha un futuro? “Visto che di questi tempi ci ampliamo, spero che il Monastero duri qualche tempo!”. E i soldi dove li avete presi? “Dalla tasca della Madonna! Il primo finanziamento per fare la Foresteria è arrivato dalla Comunità europea, poi più niente da loro. I soldi il più delle volte arrivano dalle persone normali e non dai ricchi”. Lei non è più giovanissimo: la vecchiaia le pesa? “A volte sì, ma si diventa saggi invecchiando”. Il film di Fredo Valla le è piaciuto? “Sì, perchè è una bella parabola”. Il pensiero della morte la sfiora? “Sempre! Io ho vissuto una vita molto interessante e bella, e mi basta così”. Non le è mai pesato di non avere una famiglia e dei figli suoi? “No. Anzi, ne ho troppi! Basti pensare ai 34 novizi di Lerins, e ai 13 fratelli di qui”. Se non faceva il monaco, cosa le sarebbe piaciuto fare? “Magari l’attore in teatro. Ma non ho memoria”. m


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