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›› L ettere a l di rettore Egregio direttore, ho letto la lunga intervista a Massimo Pelliccia, primo cittadino di Casalnuovo, pubblicata nel numero scorso e sento il bisogno di chiarire alcune cose. Il Sindaco mente, l'ambiente non è la priorità di questa Amministrazione, lo era in campagna elettorale. La narrazione del Sindaco è totalmente differente dalla realtà dei fatti. Il sindaco Pelliccia è quello che, attraverso i suoi Assessori, ha cercato più volte di delegittimare il lavoro dei comitati ambientalisti con attacchi personali e menzogne. Nessuna centralina è presente sul territorio comunale, il sito dell’Arpac parla chiaro. Una sola centralina fu installata nell'isola ecologica di via Boccafusca dopo il maxi rogo del campo rom, ma non sono mai stati pubblicati i dati rilevati. L'osservatorio ambientale, che poteva essere uno strumento utile, è morto, ammazzato proprio dal Sindaco che non convoca le sedute e questa cosa la dice lunga sull'interesse che ha questa Amministrazione per l'ambiente. Si vanta del parco verde che sarà realizzato, ma il corso Umberto, che è la strada principale della nostra città, non ha alberi come la maggior parte delle vie cittadine. Ottimo concentrarsi sul passaggio degli aerei, ma ci sono fattori inquinanti molto più importanti che il Sindaco non tratta come Ra.M.Oil. e altri impianti insalubri. Il Sindaco non ha mai dichiarato da che parte sta per quanto riguarda la Raffineria Ra.M.Oil., forse per mancanza di coraggio che però non è mancato alla città l’anno scorso, è bene ricordare che il Sindaco non ha mai risposto alle settemila persone scese in piazza per chiedere la delocalizzazione dell’impianto e questo è un fatto grave e inaccettabile.

Massimo Pelliccia forse non si è accorto che è il Sindaco di una città, non sta partecipando a una partita di Monopoli e, in qualità di Sindaco, è il primo responsabile della salute della popolazione del territorio, una popolazione malata che ha purtroppo record di mortalità per tumori infantili, che ha bisogno di soluzioni reali e non di narrazioni false che purtroppo non rispecchiano la realtà. Abbiamo invitato più volte il Sindaco e la sua Amministrazione a collaborare, ma come è noto a tutti, le nostre richieste non sono state prese in considerazione. Mentre lui continua le sue battaglie personali contro i leader dei movimenti ambientalisti c'è una popolazione che continua ad ammalarsi e a morire! Gabriele Aiello, C’ata accis’ ‘a salute

Il Sindaco non ha detto tutta la verità

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Gabriele, giovane casalnuovese di cui abbiamo raccontato più volte l’impegno per la difesa dell’ambiente a Casalnuovo, al di là delle critiche al lavoro di Pelliccia, pone una serie di questioni sulle quali è giusto aprire un dibattito. Mi auguro, quindi, che il sindaco, Massimo Pelliccia, voglia replicare direttamente o attraverso gli Assessori competenti.

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L ’ ED I T O R I AL E ‹‹

FAKE NEWS E DISINFORMAZIONE In questi giorni il dibattito politico e mediatico a livello nazionale ha avuto tra i temi principali quello delle fake news, le false notizie costruite ad arte da siti o testate giornalistiche che nulla hanno a che vedere con il giornalismo per portare vantaggi a qualche partito o denigrare altri. Un dibattito che ha avuto tra i protagonisti un imprenditore afragolese che è stato indicato come il referente di molti dei siti produttori di bufale, di fake news. Il dibattito ha portato anche a qualche proposta per evitare che i cittadini formino convinzioni e scelte politiche sulla base di notizie false e non è escluso un intervento normativo che cerchi di riportare l’informazione nei binari corretti in vista delle politiche della prossima primavera. Un intervento legislativo sarebbe necessario, ma è francamente impossibile, anche per garantire un’informazione corretta nei centri di provincia come quelli in cui viviamo. Una persona che vuole informarsi in maniera corretta su quel che succede a livello nazionale o in grandi città non ha problemi a cercare notizie verificate e fondate e, con un minimo di attenzione, può anche evitare di cadere nelle bufale, nelle fake news. Cosa ben diversa invece per chi vuole avere informazioni su quel che succede in città come quelle che copriamo noi con Cogito. I grandi media si interessano di quel che succede in queste zone solo per eventi eccezionali e, spesso, lo fanno anche senza un’adeguata conoscenza della realtà; discorso analogo per i media regionali che, stranamente, continuano a ignorare l’enorme “prateria” che avrebbero a disposizione se decidessero di dedicare un po’ di spazio in più ai comuni della provincia a Nord di Napoli. In questa prateria, purtroppo, soprattutto a ridosso delle elezioni, si fiondano giornali e siti che nascono e muoiono nel giro di pochi mesi o addirittura di poche settimane, e di certo non contribuiscono a migliorare l’informazione locale visto che, in molti casi, sono frutto dell’impegno economico del politico di turno o sono messi in piedi da chi propone, con metodi più o meno leciti, pubblicità elettorale spacciandola per informazione. Tutto questo rende ancor più difficile il compito di chi, tra mille e innegabili difficoltà, prova a fornire un’informazione quanto più possibile corretta. Noi abbiamo sempre cercato di stare dalla parte di questi ultimi, con tutti i limiti e i pregi che, da sempre, contraddistinguono Cogito. Limiti e pregi che chi vive a Nord di Napoli ha imparato a conoscere e ad apprezzare. E la spinta che ci danno i lettori è benzina per il motore della nostra passione e della nostra voglia di raccontare l’area a Nord di Napoli.

OPENDAY DI CESTONESTO Domenica 3 dicembre, a partire dalle 10, nella sede dell'associazione Sottoterra Movimento Antimafie, in via Trento 53 a Frattamaggiore, sarà possibile visionare il nuovo Cestonesto, dove Cest sta per Collaborazione Etico Sostenibile Territoriale, un punto di partenza attorno al quale avvicinare ogni forza positiva che voglia mettersi in gioco per diffondere il contagio delle buone pratiche. Quest’anno nel cesto sono stati inseriti Tubetti di pasta Farincanapa di Canapa Campana, birra artigianale di Che Birra, un cestino di Cesteria Meridionale, lavamani sfuso ecologico di Ecosoap, lupini di MiniBio SlowFood, panettoncino artigianale del Bar del Corso, noci de L’orto conviviale, portachiavi di Sottoterra, targhino per bici No Oil di Bici per la città, portacicche del Nucleo Ambientale volontario e un acquerello realizzato dagli studenti del Sereni di Cardito.

“Vogliamo che diventi per le aziende una porta sul volontariato, un modo per far aprire le aziende al mondo dell'associazionismo, consolidare reti associative, coinvolgere gli studenti, sancire una scelta consapevole da parte dei consumatori sono tra i principali obiettivi della nostra collaborazione. Spesso noi cittadini non ci rendiamo conto di quanto le nostre scelte siano fondamentali per le strategie d'impresa, andando a "premiare" con il nostro acquisto aziende che seguono percorsi etico-sostenibili da un punto di vista sociale e ambientale” ha detto la presidente di Sottoterra, Angelica Argentiere, presentando l’iniziativa.

L’abitudine rende sopportabili anche le cose spaventose (Esopo) EDITORE

L’abitudine rende sopportabili anche (Esopo) Editrice Cogito srl le cose spaventose Fotoreporter: di Mario e Carlo Cerbone Direttore Antonio Iazzetta

QUINDICINALE DI ATTUALITÀ, POLITICA, ECONOMIA E COSTUME Autoriz. del Tribunale di Napoli n. 4513 del 18 Marzo 1994

fondato da Natale Cerbone è realizzato da

Nando Porzio - Frattamaggiore

Redazione: Via S.Antonio da Padova, 9 Cardito (Na) - Tel. /Fax 081.8354357 e-mail: redazione.cogito@libero.it

Collaboratori Angelica Argentiere, Antonio Boccellino, Antonio Cerbone, Angela Finestra, Pasquale Porzio, Antonio Fioretto, Carmela Garofalo, Simona Granato, Cinzia Lanzano, Claudia Perrotta, Floriana Stile, Teresa Turino, Linda Scuotto, Giuseppe Eboli.

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Stampa: Editrice Cerbone srl e-mail: info@editricecerbone.it tel. 081.8354357 Cogito • 3


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›› P R I M O P I AN O

C’è ancora molto da fare per migliorare la gestione dei rifiuti

LUCI E OMBRE A NORD DI NAPOLI LegAmbiente riconosce i passi in avanti fatti in questi anni e la Campania diventa un modello. Ma restano problemi a Nord di Napoli dove la differenziata continua a non decollare del tutto di Angelica Argentiere n dieci anni la raccolta differenziata in Italia è raddoppiata. Secondo il “Rapporto Rifiuti urbani” redatto dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), presentato nelle scorse settimane a Roma, si è passati dal 28,5% del 2006 al 52,5% del 2016 anche se la percentuale nazionale risente degli ottimi risultati registrati al Nord dove si raggiunge il 64,2%; il Centro si ferma invece al 48,6%, mentre le regioni del Sud arrivano solo al 37,6%, anche se non mancano dati incoraggianti come quello della Campania che è riuscita a raggiungere e superare la media nazionale, attestandosi al 55%, sopravanzando anche regioni del Nord tra cui la Liguria. Un risultato importante sottolineato anche dal presidente nazionale di LegAmbiente, Stefano Ciafani, che, parlando a un convegno sui rifiuti in Sicilia, ha evidenziato gli enormi passi in avanti fatti dalla Campania grazie alla raccolta porta a porta avviata nei grandi e nei piccoli comuni. E ha parlato del sistema Campania come di un modello da seguire perché ha permesso alla nostra regione di fare enormi passi in avanti. Proprio sul sito di Legambiente si legge che “la raccolta differenziata è un sistema di raccolta dei rifiuti che consente di raggruppare quelli urbani in base alla loro tipologia materiale, compresa la frazione organica umida, e di destinarli al riciclaggio, e quindi al riutilizzo di materia prima. Raccolti dai cittadini in cassonetti o campane distinte per materia (la carta, la plastica, il vetro, l’alluminio, i metalli ferrosi) o divisi a monte nelle case e recuperati a domicilio dai comuni (è

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questo il metodo più efficiente, il cosiddetto “porta a porta”) vengono destinati a impianti di trattamento dei rifiuti. Qui vengono depurati dalla presenza di materiali estranei e non omogenei, e avviati agli impianti industriali di produzione che impiegano quelle che, a questo punto, sono divenute “materie prime seconde”. La raccolta differenziata, dunque, risponde a due problemi legati all’aumento esponenziale della produzione di rifiuti: il consumo di materia prima e la riduzione delle quantità destinate alle discariche e agli inceneritori. Inoltre, da una corretta gestione integrata dei rifiuti può venire anche un contributo importante alla lotta ai cambiamenti climatici e all’inquinamento dell’aria. Secondo stime di Legambiente, chi oggi ricicla la metà dei propri rifiuti riduce la CO2 e i gas climalteranti emessi in atmosfera di una quantità tra i 150 e i 200 chili all’anno. Ma com'è la situazione nei nostri comuni? Analizziamo in dettaglio i dati, considerando la ponderazione tra gli indici di numero abitanti, produzione procapite di rifiuti e tonnellate raccolte, prendendo come riferimento gli ultimi dati raggruppati, quelli relativi al 2016, disponibili, in forma integrale, sul sito della Regione Campania. A Casalnuovo di fronte a 49.855 abitanti, c’è una produzione pro capite annua di 483,305 kg, di cui 24.095 tonnellate raccolte con un indice di raccolta differenziata del 59,62%. Una percentuale sicuramente considerevole ma che può essere incrementata con un po’ di impegno se si analizza che materiali come vernici, inchiostri, adesivi e resine conte-

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P R I M O P I AN O ‹ nenti sostanze pericolose, medicinali citotossici e citostatici, scarti di olio sintetico per motori, ingranaggi e lubrificazione, olio per motori, ingranaggi e lubrificazione, batterie non sono state proprio differenziati, riscontrando dato 0 nei documenti dell'osservatorio della Regione Campania. A Cardito, dove ci sono 22.755 abitanti con una produzione pro capite annua di 535,293 kg, si raccolgono 12.181 tonnellate con una percentuale del 56,37% e una raccolta differenziata che arriva al 56,37%, una percentuale legata soprattutto alle ottime performance nella raccolta dei residui di cibo. Il risultato migliore comunque spetta a Crispano da anni il comune più riciclone tra quelli a Nord di Napoli e infatti raggiunge il 61,79% grazie all’impegno dei suoi 12.354 abitanti che producono 451,955 kg a testa che concorrono alle 5.583 tonnellate raccolte. Nella lettura dei dati vediamo che permane la mancata differenziazione di batterie, anche se per altri rifiuti, per quanto bassi, si riscontra una percentuale minima di differenziazione. A Frattamaggiore i 30.329 abitanti producono 495,894 kg a testa e si raccolgono 15.040 tonnellate con percentuali di differenziata che arrivano al 47,08%, una percentuale inferiore ad altri comuni della zona, anche se ci sono buoni risultati sulla differenziazione delle batterie e dei rifiuti più pericolosi in genere, anche grazie all’isola ecologica. A Frattaminore i 16.208 abitanti, con una produzione pro capite annua di 422,382 kg e la raccolta di 6.846 tonnellate di rifiuti, raggiungono una percentuale di differenziata al 55,02%. Nonostante abbia molti indicatori a zero, Frattaminore si distingue soprattutto per la differenziazione di apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso contenenti componenti pericolosi. A Caivano, con 37.879 abitanti e la produzione pro capite annua di 486,185 kg e la raccolta sul territorio comunale di 18.416 tonnellate si raggiunge un misero 32,94% di rifiuti differenziati con percentuali notevoli solo in rifiuti biodegradabili di cucine e mense. Il comune più grande, Afragola, con 65.057 abitanti e una produzione pro capite annua di 457,607 kg e un totale raccolto sul territorio comunale di 29.771 tonnellate si raggiunge il 37,90 %. Anche gli afragolesi, come i caivanesi, raggiungono buoni risultati nella differenziazione di rifiuti biodegradabili di cucine e mense con 21% e gli altri indici che non superano i due punti percentuali. E' paradossale come nei comuni il tasso più alto si registri per i rifiuti delle mense che spinge anche ad affrontare un'altra tematica rispetto alla raccolta dei dati di raccolta differenziata: lo spreco alimentare. Spesso cuciniamo e prepariamo più di quanto ne abbiamo la necessità e buttiamo cibo che

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potrebbe essere destinato a sfamare chi non riesce a comprarne. Spesso poi a gettare cibo nei cassonetti sono anche i ristoratori e, in quel caso, davvero sarebbe necessario pensare a qualche forma di solidarietà per evitare uno spreco francamente insostenibile viste le difficoltà economiche con cui devono fare i conti tante famiglie che vivono nell’area a Nord di Napoli dove la povertà sta assumento numeri sempre più ampi. Tornando ai dati sulla differenziata, volendo stilare una classifica, ancora una volta vince Crispano, mentre Caivano è il fanalino di coda, così come devono fare molto di più Afragola e Frattamaggiore che, nel corso del 2017, hanno cambiato la ditta che gestisce la raccolta dei rifiuti e sperano di averne delle conseguenze positive sulla percentuale di rifiuti che si riescono a differenziare. Per quanto i dati siano quasi sempre oltre la media provinciale, è chiaro che serve un impegno forte da parte delle Amministrazioni sia nella fornitura dei servizi di differenziazione, sia in una maggiore sensibilizzazione, soprattutto in zone particolari, come quelle delle aree mercatali. All'impegno dei cittadini nel ridurre la produzione dei rifiuti e nel differenziarli correttamente deve corrispondere anche l'impegno di gestione controllata da parte delle Amministrazioni, anche con sanzioni per chi non si adegua. Una politica di effettiva riduzione dei rifiuti implica una precisa indicazione istituzionale degli interventi prioritari e il più largo coinvolgimento dei cittadini, sia nel ruolo di consumatori che in quello di produttori, anche perché il miglior rifiuto è sempre quello che non si produce: la gestione sostenibile e virtuosa dei rifiuti si riassume in 4 R: Riduzione, Riutilizzo, Riciclo e Recupero. Sembra facile, ma visti i risultati, non lo è poi così tanto.

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Confermate le previsioni dei giorni scorsi

BENCIVENGA È ANCORA SINDACO Il primo cittadino di Frattaminore ha ritirato le dimissioni presentate e resta al suo posto. Da capire quanto è solido l’accordo raggiunto con i Consiglieri della sua maggioranza on era difficile, ma siamo stati profetici nel prevedere il ritiro delle dimissioni del sindaco di Frattaminore, Giuseppe Bencivenga. Per farlo, così come aveva fatto quando le aveva date, il primo cittadino frattaminorese, ha scritto direttamente ai cittadini, quasi come se volesse ribadire che si sente il Sindaco dei cittadini e non dei partiti che lo hanno sostenuto e che hanno permesso la sua elezione. Una posizione che, al momento, l’ha premiato, ma che di certo non lo aiuterà a portare avanti serenamente la sua Amministrazione. Nel ritirare le dimissioni, Bencivenga ha scritto: “Dal momento del mio annuncio delle mie dimissioni, sono passati giorni nei quali ho ritenuto opportuno restare in silenzio, in attesa che la politica desse un segnale forte. Questo segnale è arrivato con un documento che non esiterò a mostrarvi non appena sarà ufficiale e che credo ci restituisca il senso del percorso insieme. Quando mi sono dimesso sono stato estremamente chiaro, non potevo più tollerare le frizioni interne alla nostra maggioranza che riguardavano singole cariche e/o probleGiuseppe mi politici di natura personale, assolutamente leBencivenga gittimi ma lontani dal modo con cui ci siamo posti nei confronti dei cittadini. Problemi, incomprensioni, diffidenze che andavano superate come squadra e non più come singoli. Mi sono assunto in pieno la responsabilità dei problemi interni alla maggioranza assorbendo totalmente qualsiasi altro tipo di discussione. L’ho fatto perché i cittadini mi hanno riconosciuto un consenso storico e mi sono impegnato a gestirlo nel migliore dei

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modi possibili tenendo lontano le vecchie logiche del politichese dalle stanze del municipio. La mia coalizione è composta da uomini e donne intelligenti e tutti, nessuno escluso, mi hanno mostrato il desiderio chiaro di andare avanti e di continuare a spingere i progetti per la città evitando che le ambizioni divenissero ostacolo per gli interessi di Frattaminore. Può accadere che durante un percorso politico sia necessario fermarsi e riflettere, ritrovare lo spirito di unità e di intenti anche a costo di rischiare la fine anticipata della consiliatura. Noi l’abbiamo fatto, abbiamo mostrato il coraggio necessario a guardarci negli occhi e riconoscere le difficoltà. Da sempre i cittadini chiedono unità, non sopportano quando i loro rappresentanti litigano o discutono invece di operare. Siamo comunità quando riscopriamo, anche nelle divisioni ed anche nello scontro, il senso dello stare insieme e perché no, anche la competizione. Quella competizione che i vecchi amministratori di Frattaminore non hanno mai voluto intraprendere nella preoccupazione di non essere all’altezza delle sfide ed invece noi ci abbiamo messo voglia e tantissima passione anche quando gli obiettivi sembravano così complicati, quando la burocrazia ci ha messo i bastoni tra le ruote con percorsi ingarbugliati e pieni di insidie. Mi sono rivolto ai consiglieri comunali ricordando loro che noi siamo un mosaico, proprio come quello che compone il nostro stemma e solo quando veramente riusciamo a restare vicini ed uniti diamo una corretta immagine di noi. Ho ricevuto un segnale forte dai miei cittadini che mi hanno dato grande forza. Abbiamo affrontato e risolto un problema di natura politica senza il quale, purtroppo, le manifestazioni non avrebbero potuto incidere sulla mia decisione. Ringrazio davvero tutti, prima di tutto la mia squadra di governo ed i miei consiglieri e le forze politiche per il senso di responsabilità che hanno dimostrato. Da questo momento, di nuovo e senza sosta a lavorare per i miei concittadini”.

Caso torna in campo e “scalda i motori” guardare con interesse a quel che succede nella maggioranza che sostiene il sindaco Bencivenga c’è anche l’ex primo cittadino di Frattaminore, Vincenzo Caso, che, con l’apertura della sede di Campania libera in città, ha, nei fatti, ripreso pienamente l’impegno politico in prima persona. Quell’inaugurazione è la classica “bandierina” messa per segnare il territorio in vista delle trattative che Campania libera porterà avanti nel tentativo di ottenere qualche posticino nelle liste del Pd alle prossime elezioni politiche, ma è servita comunque a ribadire la presenza sul territorio dopo il buon risultato delle regionali e quello non proprio esaltante delle comunali dove il suo candidato non era riuscito neanche ad andare al ballottaggio. Dopo le regionali, Caso aveva deciso di stare dietro le quinte, poi è arrivata la nomina da parte del presidente della Regione, Vincenzo De Luca, nel comitato direttivo del Consorzio Asi di Napoli, a sancire il ritorno sulla scena politica che ora si concretizza anche con l’apertura della sede cittadina di Campania libera che anticipa un impegno alle prossime poli-

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tiche a sostegno delle candidature dell’ex sindaco di Cardito, Peppe Barra, e del vice presidente del Consiglio regionale, l’ex senatore Tommaso Casillo, anche se sulla candidatura di quest’ultimo ci sono ancora dubbi, a differenza di quella dell’ex primo cittadino carditese ormai già in Vincenzo Caso campagna elettorale. Entrambi erano presenti all’inaugurazione della sede che potrebbe diventare il quartier generale di Caso, qualora Bencivenga non riuscisse a mantenere in piedi l’accordo raggiunto con i Consiglieri della sua maggioranza. Anno XXIV - numero 411 - Sabato 2 Dicembre 2017


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Il Governo ha posto la prima pietra verso le elezioni

ECCO I COLLEGI ELETTORALI In grandi linee confermate le anticipazioni e il ridisegno dei confini usati con il Mattarellum. Ne sono venuti fuori raggruppamenti molto estesi che, al Senato, comprendono anche Napoli di Antonio Cerbone ono giornate di calcoli, di speranze, di delusioni nelle sedi dei partiti e nelle case di chi spera di entrare nel Parlamento candidandosi alle prossime elezioni politiche. Nei giorni scorsi, infatti, il ministro per i rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, ha presentato il riordino dei collegi. La bozza messa a punto dal Governo ora deve essere vagliata dalle Commissioni affari costituzionali di Camera e Senato prima dell’approvazione definitiva, ma sembra che ci sia comunque un accordo solido al punto da resistere a qualsiasi tentativo di modifica. Sostanzialmente s’è tentato di tener fede ai collegi esistenti quando si votava con il Mattarellum anche se sono stati rimodellati tenendo conto delle differenze dei sistemi elettorali. Come spiegato nei numeri scorsi, il Rosatellum bis è una sorta di Mattarellum rovesciato con la maggior parte dei collegi assegnati con il sistema proporzionale su base nazionale o regionale a seconda se si tratta della Camera o del Senato con candidature inserite in listini da 2 a 4 candidati, mentre il resto sarà attribuito con collegi uninominali dove il candidato che ha anche un voto in più prende il posto alla Camera o al Senato. Ma vediamo nei dettagli, quali sono i collegi cominciando con la Camera dei Deputati. Per quanto riguarda quello uninominale, quello in cui il più votato, anche senza la maggioranza assoluta, prende il seggio l’area a Nord di Napoli rappresentata da Cogito avrà due rappresentanti perché i sette comuni di riferimento del giornale sono stati inseriti in due collegi distinti: Caivano e Casalnuovo sono nel collegio 3 di Campania 1 insieme ad Acerra, Brusciano, Castello di Cisterna, Mariglianella, Marigliano, Pomigliano d’Arco, San Vitaliano, Scisciano e Volla; i residenti degli altri cinque comuni, Afragola, Cardito, Crispano, Frattamaggiore e Frattaminore, invece eleggeranno i loro rappresentanti insieme a quelli di Arzano, Casavatore, Casoria e Grumo Nevano nel collegio 4 di Campania 1. Per la quota proporzionale della Camera, invece, il collegio si allarga di tanto perché mette insieme i collegi 3 e 4 con il collegio 1 di Giugliano, che comprende anche Calvizzano, Casandrino, Giugliano, Melito, Mugnano, Qualiano, Sant’Antimo e Villaricca, e il collegio 9 di Pozzuoli che comprende anche Bacoli, Barano d’Ischia, Casamicciola Terme, Forio, Ischia, Lacco Ameno, Marano di Napoli, Monte di Procida, Pozzuoli, Procida, Quarto e Serrara Fontana. Un collegio vastissimo quindi. Al Senato, invece, i comuni dell’area di Cogito, Afragola, Cardito, Caivano, Casalnuovo, Crispano, Frattamaggiore e Frattaminore, rientrano tutti nello stesso collegio uninominale, il Campania 6, insieme ad Arzano, Brusciano, Casavatore, Casoria, Castello di Cisterna, Grumo Nevano, Marigliano, Mariglianella, Pomgliano d’arco, San Vitaliano, Scisciano e Volla. Immenso poi il collegio plurinominale perché ai comuni del collegio uninominale si vanno ad aggiungere quelli di altri tre collegi, quello di Giugliano, comprendente anche Bacoli, Barano d’Ischia, Calvizzano, Casamicciola terme, Casandrino, Forio, Giugliano, Ischia, Lacco Ameno, Marano di Napoli, Melito di Napoli, Monte di Procida, Mugnano, Pozzuoli, Procida, Qualiano, Quarto, Sant’Antimo, Serrara Fontana e Villaricca; e due di Napoli comprendenti le Municipalità di Arenella, Pon-

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ticelli, Fuorigrotta e San Carlo all’arena. Ora che ci sono i collegi si può cominciare a ragionare sulle candidature anche se sarà davvero difficile riuscire a trovare accordi sulle candidature e il voto sarà difficilmente controllabile vista l’ampiezza dei collegi che non permette conoscenza diretta dei candidati in tutti i comuni. Il rischio, come al solito, è che i candidati espressi dai comuni più grandi possano avere sempre la meglio o che possano essere calati dall’alto i candidati “nazionali”.

Con il rosatellum non ci sono premi di maggioranza e non c’è indicazione del candidato alla Presidenza del Consiglio, anche perché sarebbe incostituzionale visto che la Costituzione assegna al Presidente della Repubblica il potere di dare l’incarico di formare il Governo. Gli eletti emergeranno da un sistema maggioritario, con i collegi uninominali, e da un sistema proporzionale, con i collegi plurinominali, nei quali ci sarà una soglia di sbarramento del 3%, al di sotto della quale i partiti non concorrerano all’attribuzione dei seggi. Diversamente dal Mattarellum, in cui c'erano due schede (una per il collegio ed una per il listino proporzionale, con la possibilità di un voto disgiunto), con il 'Rosatellum 2.0' ci sarà una scheda unica. In essa il nome del candidato nel collegio sarà affiancato dai simboli dei partiti che lo sostengono. Barrando sul simbolo del partito il voto andrà al candidato del collegio e al partito per la parte proporzionale. I voti degli elettori che avranno barrato il nome del solo candidato del collegio uninominale saranno distribuiti proporzionalmente ai partiti che sostengono il candidato del collegi. Cogito • 7


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Da Masseria Magliulo a Masseria Esposito Ferrajoli

COME RINASCE UN BENE CONFISCATO A breve partirà la piantumazione di 400 alberi e un progetto rivolto alle donne maltrattate E, intanto, continua la progettazione partecipata con cittadini e associazioni per decidere insieme di Angelica Argentiere

ontinua il processo di rinascita della Masseria Antonio Esposito Ferrajoli, la struttura nata dalla Masseria Magliulo, uno dei più grandi tra i beni confiscati alla camorra. La confisca dei 150.000 metri quadrati di terreno e della masseria che si trovano ad Afragola, a ridosso dell’autostrada e di Ikea e Leroy Merlin, avvenne circa venti anni fa perché rientrava tra i beni in possesso del clan Magliulo che, negli anni ’80, era stato protagonista di una sanguinosa faida con il clan Moccia. Nel 2008 l’Amministrazione comunale di Afragola, guidata all’epoca da Nespoli, aveva affidato la gestione del pescheto a una cooperativa agricola, finita poi nel mirino della procura di Santa Maria Capua Vetere. Successivamente, nonostante la presentazione ufficiale di un progetto di recupero che prevedeva vari interventi, la masseria era caduta nel dimenticatoio con aziende abusive che ne hanno approfittato per la coltivazione e il raccolto di pesche. Nel 2014, però, in seguito a una denuncia di Libera, Associazioni, Nomi e Numeri contro le mafie, con un’operazione guidata dal comandante della polizia municipale afragolese, Luigi Maiello, ci fu un controllo straordinario che tolse i terreni dalle mani di chi li aveva presi in modo abusivo. In seguito, con l’evento Ripartiamo dal ‘bene’, le 5 tonnellate di frutta sequestrate sono state distribuite alla popolazione come segno di ripresa di uno spazio da restituire alla collettività. Dopo molti ritardi, finalmente, fu messo a punto il bando per l’assegnazione del bene e la Masseria con i terreni adiacenti sono stati affidati a un raggruppamento di associazioni e cooperative che vede Terzo Settore capofila che si occupa di molteplici attività sociali, tra cui l’assistenza familiare e materno infantile. Con loro ci sono tante altre associazioni, tra cui la Cooperativa “Giancarlo Siani”, di cui fa parte l’omonima radio, che gestisce la comunicazione; l’associazione di volontariato “Sott’e’ncoppa” che si occupa del commercio solidale; la Cooperativa “L’uomo e il legno”, nata nel quartiere di Scampia, che curerà i progetti che prevedono l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate e migranti, tramite il lavoro artigianale del legno. In ultimo, ma non di importanza, vi è il partenariato con la Cgil dell’area metropolitana di Napoli che ha sancito anche il nome della masseria nel suo ruolo di coordinamento e pianificazione delle attività, scegliendo di ricordare Antonio Esposito Ferraioli, un delegato sin-

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Non chiamatela più Masseria Magliulo ei giorni scorsi, i prota- per la memoria di Tonino, vitgonisti della rinascita tima innocente della camorra. del bene confiscato a ridosso Antonio Esposito Ferraioli, a di Ikea e Leroy Merlin, ri- cui la Masseria adesso è intitospondendo a una polemica lata, era un cuoco, scout e sinnata per un dacalista delarticolo sulla CGIL, che le discariche fu ucciso dalabusive, la camorra hanno lannel 1978 per ciato un apaver difeso i pello che ci diritti dei sentiamo di suoi colleghi condividere sul suo posto in toto: di lavoro. Fu “Contiucciso a soli nuare a 27 anni, sotchiamare il to gli occhi bene confidella sua fiscato con il danzata. Ferraioli suo vecchio Continuare nome, un a chiamare nome che deve scomparire dal- la Masseria col suo vecchio nola nuova storia che noi stiamo me è un terribile insulto, che sa scrivendo, è un’offesa e un in- di indifferenza se non, peggio, sulto per decine di attiviste e at- di connivenza. Speriamo di tivisti che ogni giorno si impe- non dover leggere mai più cose gnano per far rinascere un bene simili: la Masseria, il bene conche finalmente è tornato alla fiscato più grande dell’area mecollettività. Ma soprattutto, è tropolitana di Napoli, adesso si un insulto per la famiglia di chiama Masseria Antonio Antonio Esposito Ferraioli e Esposito Ferraioli”.

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CR O N ACA ‹‹ dacale, ucciso dalla camorra. Era uno chef e lavorava come cuoco nelle cucine della Fatme, un grande stabilimento gestito dalla multinazionale a Pagani, in provincia di Salerno, nel cuore dell’Agro nocerino sarnese. Molto attivo nel mondo sindacale, aveva denunciato la gestione delle subforniture per la mensa e organizzato l’attività politica in fabbrica. Fu freddato da un

commando di camorra a soli 27 anni, il 30 agosto 1978. Le associazioni e le cooperative, dopo le prime iniziative, tra cui la Pasquetta alla Masseria e gli spettacoli teatrali all’aperto, hanno poi deciso di coinvolgere gli afragolesi e chi vive nei comuni vicini per decidere insieme cosa fare in quel bene e sono stati avviati una serie di incontri. Inevitabile quindi chiedere al presidente dell’associazione Sott’e’ncopp, Giovanni Russo, che risposte stanno arrivando dagli incontri, soprattutto perché la rinascita di quel bene sarebbe il modo migliore per rispondere al clima di connivenza che è emerso qualche settimana fa quando è morta Anna Mazza, la vedova del boss Moccia. “La cittadinanza sta rispondendo bene, vedendo cittadini sempre più partecipi e attivi e registriamo una risposta molto positiva da tutti i commenti lusinghieri che arrivano da tutte le parti” ha detto Russo sottolineando di “avvertire tutto l'onere di mantenere la promessa del Museo vivente della biodiversità con la piantumazione, entro l'inizio del nuovo anno, di alberi di mele annurche, uno dei frutti simbolo del nostro territorio”. “Dopo il furto dei 400 alberi dei mesi scorsi è una risposta

importante che vogliamo dare e i cittadini, nella loro partecipazione, difendono il nostro bene e non è un caso che noi non vogliamo esprimerci su chi si vuole fermare a ricordare i tempi andati con nostalgia, noi andiamo avanti perseguendo nella legalità e nella partecipazione dei cittadini che diventano nel vivere lo spazio, i veri controllori della masseria stessa” ha aggiunto Russo, preannunciando “una bella novità per le scuole, le associazioni e tutti gli afragolesi”. Russo passa poi a ripassare il programma delle attività previste nei prossimi mesi: “A breve partiremo con un nuovo progetto con un bando aperto sia alle donne prese in carico dai centri antiviolenza che a quelle che vivono situazioni di difficoltà e che ci potranno essere segnalate dai servizi sociali. Selezioneremo venti donne che, dall’inizio del prossimo anno, parteciperanno

a un corso di formazione della durata di nove mesi sulla gestione di un’impresa sociale, acquisendo consapevolezza sugli strumenti finanziari a cui si può accedere, sugli aspetti legali dell’impresa, la redazione del business plan, la gestione di un sito di e-commerce e sull’organizzazione di una rete di promozione e distribuzione di prodotti provenienti dall’azienda agricola o da altri fornitori del territorio. Tra queste, dieci costituiranno, dal secondo anno, il Gruppo di Acquisto Solidale per dare l’avvio alla distribuzione della produzione orticola della masseria. L’idea è di renderle il braccio operativo del bene confiscato”.

A breve 100 orti urbani per associazioni, scuole e cittadini Nei prossimi giorni, i gestori della Masseria Ferraioli metteranno a disposizione di scuole, cittadini e associazioni 100 lotti della misura di 10 metri per 10 per un totale di 10.000 metri quadri da utilizzare come orti urbani. Un altro modo per restituire il bene confiscato alla collettività. Anno XXIV - numero 411 - Sabato 2 Dicembre 2017

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Tensione nella politica caivanese

ARRIVA LA COMMISSIONE D’ACCESSO? Sono cominciate le “grandi manovre” in vista delle comunali, ma potrebbe essere tutto inutile. Sempre probabili le candidature a Sindaco dei “veterani” Semplice, Russo, Monopoli e Papaccioli ono giorni molto intensi per la politica caivanese che, in queste ultime settimane prima della fine dell’anno, sta provando a riorganizzarsi in vista dei prossimi appuntamenti elettorali: le politiche prima e le amministrative dopo. A rendere il tutto più complicato e incerto ci sono le voci dell’arrivo della Commissione d’accesso per le tante vicende poco chiare emerse nel corso della consiliatura di Monopoli conclusasi con la sfiducia al Sindaco firmata anche da alcuni dei Consiglieri della sua maggioranza. In un clima teso, quindi, si sta cominciando a delinerare un primo scenario da cui emergeranno alleanze e candidature per conquistare la maggioranza dei seggi nel prossimo Consiglio comunale. E’ di questi giorni, per esempio, l’ufficializzazione del passaggio del candidato del centrosinistra del 2010, Francesco Casaburo, in Campania libera, la formazione politica vicina al presidente della Regione, Vincenzo De Luca, che sta aprendo sedi in tutta l’area a Nord di Napoli in vista delle candidature alle politiche dove spera di riuscire a ottenere qualche posizione utile all’elezione alla Camera e al Senato nelle liste del Partito democratico. “Francesco Casaburo è una persona da sempre impegnate per la rinascita dell’area Nord di Napoli e sono felice della sua disponibilità a coordinare la

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nascita sul proprio territorio di Campania Libera. La nostra associazione è aperta a tutti coloro che vogliono abbandonare le vecchie liturgie della politica inconcludente e hanno intenzione di impegnarsi per promuovere le proprie città su temi veri che stanno a cuore ai residenti” ha spiegato il coordinatore provinciale di Campania libera, Giovanni Russo, anticipando l’apertura di una sede del movimento nelle prossime settimane. Restando nel centro sinistra, nel Pd si fanno due nomi con insistenza per la candidatura a Sindaco. E sono due nomi del tutto diversi. Da una parte quello del segretario cittadino, Antonio Angelino, un giovane, anche se con già qualche anno di esperienza; dall’altra quello di Domenico Semplice, ex sindaco, che potrebbe essere tentato dall’idea di provare a riconquistare quella poltrona che ha occupato per qualche anno. E, parlando di ritorni, è insistente anche il nome dell’ex senatore Giacinto Russo e il nome della moglie, venuto fuori qualche settimana fa, sembra sempre più un modo per sondare il terreno in vista di una candidatura. A destra, invece, ben poche certezze. C’è chi pensa a una nuova candidatura di Papaccioli, mentre pare certa ormai quella di Simone Monopoli che, questa volta, potrebbe candidarsi alla testa di una coalizione di centrodestra composta però solo da liste civiche.

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Si riaccende il dibattito sulla stazione di Afragola

DRAMMA E POLEMICHE Una quarantaduenne, mamma di due figli, è morta per infarto nello scalo dell’alta velocità L’europarlamentare Nicola Caputo, presente sul posto, parla di ritardi, ma dal 118 smentiscono a stazione di Afragola è tornata nuovamente al centro delle polemiche e questa volta per una vicenda drammatica che ha portato alla morte di una donna di 42 anni. La vicenda è stata raccontata sui social, quasi in diretta, dall’europarlamentare del Pd, Nicola Caputo: “Alla stazione di #Afragola, mentre sono in attesa del treno per Firenze, una donna si sente male e si accascia a terra per un arresto cardiaco. Operai del cantiere e uomini della sicurezza si danno da fare per rianimarla. Arriva un medico che fa tutto il possibile, dal massaggio cardiaco all’aiuto alla respirazione. Siamo tutti agitati, proviamo tutti a chiamare il 118 e la polizia stradale. Nel frattempo si scopre che una stazione ferroviaria ultramoderna manca di defibrillatore, di attrezzature e personale di primo soccorso. L’ambulanza arriva con 30 minuti di ritardo anche per le oggettive difficoltà nel trovare la strada che porta alla stazione. Dopo oltre un’ora di tentativi operati dalla squadra del 118 si attesta la fine di una giovane signora di 42 anni. La tristezza e la commozione prendono tutti noi. Forse non si sarebbe potuta comunque salvare, ma perché nel 2017 si può morire senza poter ricevere tutti i possibili soccorsi nei tempi giusti? Che senso ha costruire una stazione prodigio di architettura se poi non si è in grado di essere un luogo sicuro per i suoi utenti? Nella nostra terra non servono nuove cattedrali nel deserto, ma luoghi e servizi sicuri per chi li vive! In nord Europa stanno testando modalità di primo soccorso con i droni...e noi?” Immediate sono scoppiate le polemiche, anche se, sui ritardi dell’ambulanza, è arrivata la smentita del 118, con i responsabili della centrale operativa che hanno sottolineato: “La telefonata che segnalava il grave malore della signora è giunta alle 15,37. Tempo quattro minuti, durante i quali tra chi ha chiamato e l’operatore c’è stato lo scambio di informazioni. Il mezzo è partito da Afragola alle 15,41 per giungere in stazione alle 15,47. Quindi dal momento della chiamata a quello dell’arrivo sono trascorsi 10 minuti”. A confermare la tesi dei responsabili della sala operativa del 118 anche un commento al post su facebook di Nicola Caputo. A scriverlo Stefano Genovese, operatore del 118, che alle polemiche per i ritardi ha replicato chiarendo: “Sono io che sono andato a soccorrere la signora di 42 anni. Siamo stati allertati dalla nostra postazione di 118 ad Afragola di via De Gasperi. Volevo far sapere che ci ho messo sei minuti da via De Gasperi alla stazione”. Parole che smentiscono i ritardi e che saranno valutate in caso di inchiesta, anche perché le telefonate al 118 sono registrate e non possono essere cancellate e quindi sarà facile verificare se ci sono stati o meno ritardi. A chiarire tutto sarà l’inchiesta avviata anche se, inizialmente, sembrava che non dovesse essere avviata tanto che sono in un secondo momento è stato disposto il sequestro della salma per procedere all’autopsia, primo passo per accertare la verità. La vicenda ha chiaramente riacceso le polemiche sulla stazione di Afragola, anche se la mancanza di defibrillatori e di persone capaci di usarli è un male comune a tanti luoghi pubblici e le polemiche che nascono dopo drammi come quello vissuto alla stazione dell’alta velocità purtroppo non portano a nulla di concreto. Se non fosse così, la grande emozione vissuta per la fine di Morosini, il calciatore morto in campo mentre giocava una partita di serie B, avrebbe dovuto portare i defibrillatori ovunque e, invece, non è così e basta controllare negli uffici pubblici o nei locali che frequentiamo per renderci conto che i defibrillatori non ci sono e dove ci sono sono, nei fatti, inutilizzabili per la mancanza di personale formato per usarli.

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La quarantaduenne morta nella stazione di Afragola dell’alta velocità per le conseguenze di un infarto si chiamava Enza Cerbone e viveva ad Acerra anche se era originaria di Afragola. Si divideva tra l’area napoletana, dove lavorava in un’impresa della zona, e Firenze dove faceva l’insegnante. Aveva due figli e la sua morte è stata accolta da diversi commenti di amici e parenti che hanno affidato a post sul suo profilo facebook i ricordi di esperienze vissute insieme e il dolore per una vita spezzata all’improvviso, appena tornata da Firenze.

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In questi giorni parte la refezione in quasi tutta l’area a Nord di Napoli

FINALMENTE SI MANGIA! Lunedì 4 dicembre dovrebbe partire la somministrazione dei pasti nelle scuole di Frattamaggiore. Restano senza cibo in classe gli alunni di Caivano. Ritardi ingiustificati anche in altri Comuni di Angela Finestra iamo ormai giunti a dicembre e si fanno i conti con l'inizio (in ritardassimo) della refezione scolastica nei vari Comuni di Napoli Nord anche perché, considerando la lunga pausa per le feste di Natale e Capodanno, il ponte dell’Immacolata e e i giorni dedicati a recite e mercatini, restano davvero pochi giorni e, nei fatti, il servizio partirà effettivamente a metà gennaio. Nel numero scorso abbiamo dato ampio risalto al Comune di Frattamaggiore che, nei giorni successivi all’uscita di Cogito, è stato anche oggetto, insieme a tanti altri comuni della Cam-

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da solo qualche mese, non è riuscita in tempi brevi a rimettere in piedi un settore che anche sotto la guida del sindaco Monopoli aveva avuto grande difficoltà. Infatti se nell’anno scolastico appena alle spalle il deposto sindaco Monopoli aveva dato la possibilità alle singole scuole di prendere accordi con ditte esterne che fossero in grado di fornire il servizio di mensa, all’inizio di questo nuovo anno scolastico è ancora tutto fermo al palo. Solo lo scorso 17 novembre è stata predisposta una determina, la numero 794, a firma della dirigente, Anna Damiano, alla quale è stata affidata la posizione organizzativa per la “pub-

pania, di un servizio da parte di “Striscia la Notizia” che ha evidenziato le difficoltà delle famiglie a far fronte alla mancanza della mensa, soprattutto per i genitori che hanno la fortuna di avere un lavoro. Frattamaggiore non è tuttavia l'unico comune del nostro comprensorio di riferimento ad avere problemi con l’inizio della refezione. Anche il Comune di Caivano è al momento senza mensa scolastica pur se bisogna tener conto delle enormi difficoltà economiche e di bilancio derivanti dal dissesto finanziario decretato dall’Amministrazione comunale nei mesi scorsi. Per Caivano anche la gestione commissariale, seppure a lavoro

blica istruzione”, che approva il capitolato speciale di gara trasmettendolo alla Stazione Unica Appaltante presso il provveditorato interregionale che espleterà la gara la cui partenza del servizio è prevista dal 1 febbraio 2018 al Maggio 2019. A riferirci tutto questo l’ex leader dell’opposizione in Consiglio comunale, Antonio Angelino, che attualmente veste anche i gradi di segretario cittadino del Pd in città e che sottolinea come “questo ulteriore disservizio per migliaia di cittadini caivanesi riporti ancora una volta la firma dell’ex sindaco Monopoli, il quale ancora il 18 settembre scorso giorno nel quale è terminata l’esperienza sindacale dello stesso Monopoli, non aveva ancora predi-

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CR O N ACA ‹‹ sposto alcun atto propedeutico alla pianificazione delle attività di mensa scolastica”. A Frattamaggiore invece nonostante sembrasse tutto procedere per il verso giusto ci sono stati rallentamenti anche se ora si registra la stipula del contratto con la ditta Sirio, anche se ancora non c’è una data certa per l’inizio della refezione stessa, a meno che non si vogliano prendere in considerazione le voci che riportano un inizio per lunedì 4 dicembre; lo stesso sindaco, Marco Antonio Del Prete, nel momento di andare in stampa, non ha parlato di date, anche se ha cercato di fare “il pompiere” tranquillizzando, almeno sulla parola, i cittadini in gran fermento, confermando che la settimana prossima, salvo imprevisti, il servizio partirà nelle scuole; tuttavia il primo cittadino tiene a precisare che il servizio, che è stato affidato formalmente alla Sirio, ha un contratto triennale, il che significherà non avere più questo problema negli anni a venire. Nei giorni passati aveva tenuto a lungo banco un ironico post del consigliere di Istituto del III circolo Genoino, Rosario Pugliese, che, parafrasando Edoardo De Crescenzo, ha scritto su Facebook: “Ma quant tiemp ce vo, Ma quant tiemp ce vo, Stanno crescendo e creatur, Ma quanto tiemp ce vo #MensaScolastica #Frattamaggiore”. Come gli si può dare torto, se nella migliore delle ipotesi, la mensa avrà inizio il prossimo 4 dicembre, fermandosi già dopo 15 giorni per le vacanze natalizie? A Cardito invece dopo l'espletamento del bando di gara avvenuto a cavallo dei mesi estivi, la mensa è partita lo scorso 23 ottobre, comunque a un mese di distanza dall’apertura delle scuole. A confermarci la notizia è stato direttamente il sindaco del Comune di Cardito, Giuseppe Cirillo. Anche altri Comuni si sono fatti trovare pronti con l’inizio del nuovo anno scolastico. A Casalnuovo il sindaco, Massimo Pelliccia, ci ha dato conferma che lo scorso 16 ottobre i suoi uffici hanno dato il via al servizio mensa. Il sindaco Pelliccia ha inoltre tenuto a precisare come l'Amministrazione comunale sia molto attenta a tale questione, infatti è per tale motivo che anche la Commissione mensa che rappresenta l'organo di indirizzo e di controllo si sia già riunita 2 volte dall'inizio del nuovo anno scolastico. Anche a Crispano, dallo scorso 20 novembre, la refezione

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scolastica è iniziata con il servizio che viene effettuato dalla ditta Quadrelle 2001. A riferircelo è l’ex consigliere comunale e presidente del Consiglio, Giovanni D’Errico, che sulla questione rimarca la necessità di dare seguito a quanto previsto e licenziato con un atto del Consiglio dell’ottobre 2016 che appunto prevedeva l’istituzione di una Commissione mensa, la quale al momento sembrerebbe ancora mancante dell’ indicazione del membro del Comune; un gruppo di genitori nelle settimane passate si sarebbe fatto portavoce coi Commissari prefettizi affinchè tale nomina arrivi in tempi piuttosto rapidi per cominciare poi le riunioni necessarie a valutare il servizio fornito ai bambini che frequentano le scuole crispanesi. Tra i comuni di riferimento di Cogito, è andata meglio a Frattaminore dove hanno dato inizio al servizio della mensa scolastica quasi in contemporanea con la partenza delle attività didattiche, nei primi giorni di ottobre, come ci ha confermato il sindaco di Frattaminore, Giuseppe Bencivenga. Ritardi anche ad Afragola che ha dato inizio al servizio di mensa scolastica lo scorso 20 di novembre optando per la soluzione della proroga alla ditta aggiudicataria dell’appalto relativo al precedente anno scolastico. Nel frattempo l’iter di gara per un affidamento ordinario procede spedito e ci si aspetta che per il prossimo mese di gennaio ci possa essere un affidamento ordinario. La “foto” dei comuni analizzati ci ha offerto un panorama variegato sul tema dell’affidamento del servizio mensa, che richiede senza dubbio grande impegno da parte delle Amministrazioni comunali prima, durante e dopo l’affidamento; solo una gestione condivisa con le scuole e con i genitori, oltre che accorta, può mettere i Comuni nelle condizioni di gestire al meglio la delicatissima questione sulla quale giocano le più diverse e variegate sensibilità. Quel che è certo è che tutti i comuni sono partiti con il servizio mensa a distanza di giorni o, addirittura, di mesi dall’apertura dei cancelli eppure l’apertura delle scuole non è un evento eccezionale, ma un appuntamento fisso, che si ripete ogni anno. Possibile che non si riesca a mettere in piedi un programma delle attività da pianificare e portare a termine per evitare di arrivare sempre alla fine?

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E’ polemica per la gestione del consorzio cimiteriale Cardito Crispano

“UNA SITUAZIONE DISASTROSA” Durissime accuse dall’ex sindaco di Crispano, Pasquale D’Errico, che si appella ai Commissari. “E’ ancora a rischio l’ampliamento del cimitero e si pagano i danni di errori e inefficienze di anni” di Angelica Argentiere n j’accuse durissimo per la gestione del consorzio che gestisce il cimitero di Cardito e Crispano arriva da Pasquale D’Errico, ex sindaco di Crispano e l’ultimo di area di centrodestra, che parte da una considerazione di fondo: “Parlare dei cattivi servizi che le pubbliche amministrazioni forniscono ai cittadini sui nostri territori non è cosa difficile, visto che oltre che a toccarli con mano, quotidianamente, ne subiamo anche carenze e inefficienze. Nonostante questo, resta, comunque, difficile coinvolgere concretamente la gente su tali problematiche, perché, oltre a essersi abituata alla “normalità” dei disservizi, mostra anche di essere poco disponibile a metterci la faccia pur trattandosi di difendere o rivendicare i propri diritti. Per altro, dei politici e amministratori, coinvolti o meno che siano nella cattiva gestione amministrativa dei nostri paesi, restano alla fine promesse e titoloni di periodici e giornali, guardandosi bene, però, dal perseguire fino in fondo la soluzione dei problemi” Successivamente, entra nel merito delle questioni legate al cimitero, aggiungendo: “Quando nel passato, il centrodestra crispanese ha, più volte, denunciato, pubblicamente, la disastrosa gestione del Consorzio cimiteriale Cardito-Crispano, ha dovuto registrare la totale mancanza di attenzione da parte degli Enti consorziati, nonostante un ex presidente del Consorzio, dopo aver rassegnato le sue dimissioni dalla carica, nel mese di Aprile scorso, ebbe a depositare un nutrito dossier, attinente le problematiche e l’anomala gestione del Consorzio, nelle mani di un membro della Commissione straordinaria che attualmente amministra il Comune di Crispano. Anomala gestione a cui sembra alludere anche l’attuale Presidente del Consiglio di amministrazione, quando il 9 Ottobre conclude una

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sua relazione, richiestagli dall’Assemblea del Consorzio per conoscere le dinamiche che avevano portato allo spegnimento delle lampade votive nel cimitero, con queste parole: “Si confida che le signorie vostre e gli utenti, conosciuti gli atti compiuti, concorderanno con gli sforzi profusi per gestire, in modo credibile e nell’interesse pubblico, le loro risorse economiche anche con riferimento ai servizi cimiteriali, purtroppo spesso oggetto di indagine e finora ritenuti, non si comprende il perché, di fatto impossibili da gestire nel pieno rispetto della normativa”. Eppure, ciò nonostante, nulla sembra muoversi”. D’Errico passa poi a un’analisi della situazione attuale e dei risultati ottenuti negli ultimi anni: “In ogni caso, al di là di ogni giudizio e personali valutazioni, restano i risultati fallimentari della gestione del Consorzio che, notoriamente, è stata caratterizzata da ammanchi di cassa, da carenza di servizi, dai scadenti risultati di gestione, dalla mancanza di controlli da parte degli organi preposti, dalla cattiva gestione del personale comunale comandato presso il Consorzio nonostante l’impegno finanziario profuso. D’altra parte la mancata costruzione dei loculi, non è altro che il frutto della “macelleria” gestionale sopra richiamata e delle incapacità progettuali degli uffici coinvolti. Mancano i loculi, pertanto, perché il Consorzio cimiteriale non è stato capace di costruirne neanche uno, nonostante i congrui acconti che i cittadini assegnatari ebbero a versare nelle casse del Consorzio. Si spengono le lampade nel cimitero perché non si riesce a portare a termine una gara per l’assegnazione del servizio di manutenzione dell’impianto elettrico. La struttura cimiteriale è tenuta male perché non ci sono soldi in cassa. Si nega a ogni cittadino il diritto di essere “seppellito” in un loculo anziché sottoterra; si co

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CR O N ACA ‹‹ stringono i famigliari dei defunti a “stipare” le salme esumate dei loro cari in loculi di parenti e amici trasformandoli in dei veri e propri condomini; s’induce la gente a scegliere di essere cremati e la cosa gravissima è che nessuno intende assumersi la responsabilità di capire perché accadono queste cose e quali iniziative e provvedimenti prendere per tutelare i cittadini e l'interesse pubblico”. Non manca la conclusione finale: “Adesso veniamo al dunque. Attualmente il nostro Comune, com’è noto, è amministrato da una Commissione prefettizia a seguito dello scioglimento del Consiglio comunale. Tra i compiti a essa assegnati, quello di riportare alla normalità l’attività amministrativa dell’Ente fortemente compromessa anche dall’inerzia di alcuni uffici comunali e di alcuni amministratori. La gente, quindi, si aspetta che i componenti della Commissione riescano a risolvere almeno alcuni di quei problemi che le Amministrazioni comunali precedenti non hanno voluto o saputo risolvere. Sul tavolo, appunto, la mancata costruzione dei loculi che non riesce a decolla-

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re dal 2005 e l’annosa questione delle gare per la manutenzione della rete elettrica con l’annessa scandalosa gestione delle lampade votive e occasionali. Compito certamente non facile visto l’andazzo. Ed ecco perché ai Commissari i cittadini chiedono impegno e determinazione per controllare le procedure in atto, in modo da sanare le criticità evidenziate. Per esempio, da alcune settimane, sono ripresi i lavori per la costruzione dei loculi e nel contempo il Consorzio ha invitato i cittadini aventi diritto alla concessione dei loculi al versamento degli acconti (€ 900,00) previsti nel bando. Or bene, poiché, nessuno è in grado di garantire la consegna dei loculi a coloro i quali versarono o stanno versando tali somme, perché la costruzione dei loculi dipenderà dagli acconti incassati, domanda: “E se gli assegnatari che non hanno ancora pagato, sfiduciati, rinunceranno a loculi e non ci saranno, oppure tarderanno eventuali subentri, vorrà la ditta costruttrice proseguire ugualmente i lavori? Oppure i lavori si bloccheranno come nel 2005 anche se con diverse motivazioni? Vorrà il Consorzio chiedere ai Comuni di pertinenza, quali Enti consorziati, il pagamento delle quote arretrate di partecipazione, che ammontano ad alcune centinaia di migliaia di euro, in modo che lo stesso possa “comprare” con tali somme i loculi interessati dalle rinunce per poi rivenderli direttamente ai cittadini richiedenti in futuro?” Dal j’accuse di D’Errico emergono diversi spunti di riflessione che Cogito propone ai lettori e ai rappresentanti istituzionali e politici di Cardito e Crispano, spunti di riflessione che saranno alla base di ulteriori approfondimenti nei prossimi numeri.

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Polemiche nel mondo della scuola frattese

UNA RIORGANIZZAZIONE DIFFICILE L’Amministrazione di Frattamaggiore vuole usare al meglio le strutture scolastiche esistenti. anche per trovare una sede al liceo Durante, ma il progetto non piace a genitori e docenti del Fermi di Angelica Argentiere ontinua il braccio di ferro tra Amministrazione comunale di Frattamaggiore e genitori, insegnanti e personale dell’Enrico Fermi, destinata a essere accorpata alla Massimo Stanzione nel piano di riorganizzazione messo a punto per ovviare all’anomalia di vedere i doppi turni al liceo Durante e aule semivuote all’Enrico Fermi, secondo una weberiana interpretazione, il termine, cardine in sociologia, razionalizzazione identifica quel processo storico che ha portato lo sviluppo di forme di organizzazione sociale fondate sulla burocrazia e sulla scissione tra pubblico e privato. Al centro di tali forme, si impongono determinati principi di funzionamento tipici della logica burocratica: il calcolo mezzi/scopi, la gestione pubblica delle risorse e la responsabilità gerarchica.

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E con questa consapevolezza, andiamo ad analizzare nel dettaglio quello che è previsto dal piano comunale: la sede dell'Enrico Fermi di via Vergara diventerà sede della Giulio Genoino, ponendo i due edifici nello stesso isolato quindi non più sede centrale e sede succursale, l'Enrico Fermi, invece, si unirà con l'istituto superiore di primo grado Massimo Stanzione in modo da poter essere istituto comprensivo come previsto dalla legge, e nella sede attualmente occupata dalla

DIOCESI DI AVERSA

PARROCCHIA MARIA MADRE DELLA CHIESA CAIVANO (NA)

Carissimi, Ve n e r d ì 8 D i ce m b r e, S o l e n n i t à dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, con la presenza del nostro Vescovo Mons. Angelo Spinillo, avremo la gioia di iniziare l’Anno Giubilare della nostra Comunità Parrocchiale in occasione del 50° Anniversario della Costruzione e Simultanea Erezione a Parrocchia. Cominceremo alle ore 19:00 con la Celebrazione Eucaristica presieduta dal nostro Vesvovo. IL PARROCO Sac. Enrico Del Prete 16 • C o g i t o

Genoino di via Senatore Pezzullo, non coinvolta nel piano di ridimensionamento scolastico della Città metropolitana di Napoli, andrà il liceo Durante da anni alla ricerca di una sede degna di questo nome, visto che si divide tra la sede storica di via Matteotti, la succursale di via Volta e altre aule reperite di volta in volta. A rendere il tutto più difficile anche il groviglio di competenze in quanto per i comprensivi la competenza è comunale, per gli istituti secondari di secondo grado la Città metropolitana anche se il Comune di Frattamaggiore ha tutto l’interesse a trovare una soluzione valida per il liceo Durante, un’istituzione per la citttà; la gestione pubblica delle risorse deve tendere ad un'equa distribuzione, il calcolo mezzi/scopi richiede un tavolo di concertazione sulle possibili conseguenze delle scelte intraprese. Volendo fare delle considerazione, l’istituto Giulio Genoino da un lato unirebbe le sedi, dall'altro potrebbe perdere utenza scolastica per cambio geografico, visto che la maggior parte degli iscritti di via Senatore Pezzullo sono di Cardito al punto che quasi non è vista come una scuola frattese; lo spostamento di un altro istituto superiore nei pressi del Filangieri, senza una preorganizzazione di orari scolastici creerebbe il caos nell'asse viario tra via senatore Pezzullo e via Vergara, considerando anche la presenza dell’istituto che ora ospita il Fermi, ma questo meriterebbe una discussione a parte. Considerando che qualsiasi decisione riguarderà almeno il prossimo anno scolastico, c’è tutto il tempo per fare le scelte migliori riducendo al massimo i motivi di contrasto anche perché le decisioni assunte saranno vincolanti poi per i prossimi decenni. Anno XXIV - numero 411 - Sabato 2 Dicembre 2017


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Il Consiglio regionale ha approvato un testo unificato

UNA LEGGE PER LE DONNE La lotta contro la violenza di genere ha un nuovo strumento da mettere in campo. Si punta sul rafforzamento dell’assistenza, ma anche sull’indipendenza economica delle vittime o scorso 24 novembre, il giorno prima della Giornata internazionale contro la violenza di genere, il Consiglio regionale della Campania ha approvato all’unanimità, con 36 voti favorevoli, il testo unificato “Interventi per favorire l’autonomia personale, sociale ed economica delle donne vittime di violenza di genere e dei loro figli ed azioni di recupero rivolte agli uomini autori di violenza” . “Sul tema della violenza sulle donne bisogna lavorare a un processo culturale, soprattutto sulle nuove generazioni” ha affermato la presidente del Consiglio regionale, Rosa D'Amelio, che ha aggiunto: “Con questa legge prevediamo risorse e prese in carico, da fare anche in sinergia con il Governo nazionale, che ha messo più risorse per i centri antiviolenza e le case rifugio, ma è ancora poco. La Campania è la terza regione per femminicidi. Quando c'è un segnale dobbiamo dare la possibilità alle donne di allontanarsi dai luoghi dove avvengono le violenze, e questo spesso non succede anche dopo le denunce”. Relatrici della legge regionale in aula sono state le consigliere Bruna Fiola per la maggioranza e la consigliera Flora Beneduce per la minoranza. “Questa legge concretizza le azioni volte alle donne e ai figli vittime di violenza, è una legge che interviene su questo dramma sociale a 360° partendo dalla problematica economica che spesso impedisce alle donne

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di denunciare e di porre fine all’incubo della violenza” ha detto la consigliera Fiola. “E’ una legge scritta con il cuore perché tocca la sensibilità di tutti, è una legge bipartisan che si rivolge alle donne vittime di violenza e ai loro figli, vittime spesso dimenticate, che vanno tutelate nel loro spazio educativo e affettivo” ha aggiunto la consigliera Beneduce. “Oggi siamo qui ad affrontare uno di quei temi che dovrebbe vedere concordi tutte le forze politiche per arrivare ad approvare una legge veramente completa ed efficace su questo dramma immenso che è la violenza sulle donne” ha sottolineato la capogruppo del M5S, Valeria Ciarambino. Sulla “necessità di mettere in campo proposte concrete per favorire l’indipendenza economica delle donne come la defiscalizzazione per le aziende che assumono donne vittime di violenza” ha centrato l’attenzione il presidente del gruppo consiliare Campania Libera, Psi, Davvero Verdi, Francesco Emilio Borrelli, che ha poi ricordato che “con l’apertura dei centri anti violenza la nostra Regione sta mettendo in campo ogni sforzo per far fronte alla violenza sulle donne ed è fondamentale fornire tutti gli strumenti possibili, questa legge va in questa direzione e avvia un percorso ed un futuro per le donne vittime di violenza”.

CONOSCERE I PROPRI DIRITTI PER COMBATTERE LA VIOLENZA ei giorni scorsi, a ridosso della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne che ricorre il 25 novembre di ogni anno, sono state organizzate diverse iniziative, tra cui quella promossa dal Moica, Movimento italiano casalinghe, nella sala consiliare del Comune di Frattamaggiore. Al dibattito sul tema “Donna, tutela, diritti e pari opportunità” sono intervenuti il sindaco di Frattamaggiore, Marco Antonio Del Prete, l’assessore alle pari opportunità, Pina Maisto, Fulvia Marchese, psicologa e operatrice del centro antiviolenza Libera-Mente Donna dell’Ambito N17, Rossella Ianniciello, sociologa dell’Ufficio di Piano dell’Ambito N17, l’avvocato matrimonialista Anna Rega e il dirigente generale della Polizia di Stato in pensione, Giuseppe Salomone. A moderare l’incontro Silvana Interino, presidente del Moica di Frattamaggiore, secondo la quale “tutti devono far sentire la loro voce su tematiche così importanti quale quella della lotta contro la violenza sulle donne ed è per questo che anche noi abbiamo voluto organizzare il convegno di questa sera”. Il sindaco, nel porgere i suoi saluti alla platea presente, ha detto: “Servono impegni concreti per sconfiggere la violenza sulle donne. Qui nella sede comunale ho messo a disposizione dei locali per aprire uno sportello antiviolenza anche nel nostro comune perché ritengo che questa presenza simboleggia la nostra attenzione nei confronti delle donne che subiscono maltrattamenti”. La sociologa Rossella Ianniciello ha esposto un’analisi dei dati sulle donne che si sono rivolte al centro antiviolenza “LiberaMente donna” e allo sportello di Frattamaggiore da marzo 2016 ad oggi. “Le donne che hanno chiesto aiuto sono oltre 70 e gran parte di

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loro sono coniugate con un’età compresa tra i 30 e i 49 anni” ha raccontato Ianniciello aggiungendo che “il dato più sconfortante emerso è che l’autore della violenza non è mai uno sconosciuto ma si tratta di mariti, fidanzati o ex”. “La violenza si annida nelle famiglie, nel luogo in cui una donna dovrebbe sentirsi maggiormente protetta” continua la sociologa “senza pensare al danno indiretto che viene fatto anche ai figli di queste donne, molte di loro hanno anche dei figli minorenni, a questi bambini viene negata un’infanzia felice provocando conseguenze psicologiche e morali molto gravi”. “Occorrono misure concrete, bisogna mettere queste donne in una condizione da poter denunciare la violenza e quindi devono avere la loro indipendenza economica” ha concluso la sociologa frattese.

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Agitazione dei dipendenti del colosso svedese

LA PROTESTA INVADE IKEA Arriva anche nel mega store di Afragola la mobilitazione promossa dalla Uil in tutta Italia. Lamentano la mancanza di dialogo da parte della dirigenza e andranno avanti per mesi obilitazioni, slogan, eventi trascinanti e video virali, testimonial inconsueti e iniziative inedite. E una petizione, volantinaggi, momenti di coinvolgimento della clientela e proteste creative con sorprese, una dietro l’altra, per cinque mesi filati, in ogni angolo d’Italia, compresa Afragola. Il tutto legato da un unico filo conduttore: #cambiaIkea. E’ questo l’hashtag, che rappresenta anche un invito rivolto direttamente ed in modo esplicito al colosso svedese che contraddistinguerà questa stagione sindacale della UILTuCS, Unione italiana dei lavoratori dei settori turismo, commercio e servizi. Il sindacato Uil sceglie il dialogo per sensibilizzare l’opinione pubblica e i clienti sulla situazione vissuta dalle lavoratrici e dai lavoratori. Proprio quel dialogo che da un po' di tempo manca

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a Ikea nei confronti dei lavoratori che sono impiegati nei 21 negozi sparsi sul territorio nazionale, e verso i sindacati che non vengono adeguatamente coinvolti. Un confronto “che chiedono di riattivare. O meglio, di riciclare, come quei molti valori fondanti che Ikea ostenta come baluardi e punti fermi dai quali dice di far partire ogni sua politica del lavoro. E che invece sembra aver accantonato”. A spiegare come stanno le cose è Ivana Veronese della segreteria nazionale UILTuCS, che tratta in prima persona con l’azienda per tutto quello che riguarda la presenza di Ikea in Italia e il lavoro nei negozi. “Ikea – spiega Ivana Veronese - si vantava di portare, anche in Italia, il suo modello produttivo e culturale: non solo quello commerciale e di prodotto, ma anche di scelte diverse da altri con una grande partecipazione ai processi aziendali di crescita ed evoluzio-

ne da parte delle lavoratrici e dei lavoratori. Queste erano considerate ricchezze e valori aggiunti”. “Oggi invece – specifica la dirigente sindacale – c’è un'azienda in cui le istanze dei dipendenti sono vissute come un peso da snobbare, dove il confronto sindacale, per Ikea, è un’inutile perdita di tempo: poche discussioni, nessun vero confronto, incontri solo informativi su decisioni calate dall’alto”. A questo, la UILTuCS dice di NO con fermezza, ma senza contrapposizioni e chiusure perché, “visto che il nostro intento e la nostra richiesta sono di dialogo – incalza il segretario generale UILTuCS Bruno Boco - non possiamo certo dare il via a un muro contro muro che potrebbe rivelarsi del tutto inutile. Ma restare fermi, passivi, non è da noi. Vogliamo spronare a riavviare un dialogo in cui la partecipazione sia reale, non una parola svuotata del suo senso”. L’iniziativa si alimenterà e crescerà, parallelamente ai territori, anche sui social network, sui canali Uiltucs Facebook, Twitter Instagram e Youtube (in coda al cs i link, ndr) per un’interazione di ogni strumento e piattaforma sui quali anche Ikea è presente, senza dimenticare ovviamente i negozi. “D'altra parte - commenta sarcastica la Veronese - non è proprio Ikea che punta sul multi channel?" Il tutto per restituire significato al cambiamento tanto sponsorizzato dall’azienda anche nell’ultimo catalogo, così come sul suo sito e nelle parole dell’amministratore delegato, Belen Frau. “Ed è proprio a lei che ci rivolgiamo con un invito: torniamo a dialogare, non basta scrivere “cambiamento” su un catalogo”. #cambiaIkea per cambiare davvero anche per i lavoratori; loro sì, costretti a cambiare costantemente orari e turni, mansioni e reparti con alternanze illogiche. Gli eventi e le iniziative in calendario, che saranno svelati ogni 15 giorni sul sito www.uiltucs.it, vengono scanditi da un countdown che segnerà anche il percorso della petizione. Infatti, UILTuCS punta a raccogliere anzitutto tra le lavoratrici e i lavoratori, ma anche tra la clientela e negli altri contesti del lavoro, condivisione e solidarietà: strumenti, questi, di vera pressione sulla dirigenza italiana del gruppo svedese. A caratterizzare tutte queste attività e mobilitazioni, ci penserà l’hashtag, che farà da trait d’union a tutte le iniziative messe in campo da lavoratori, clienti sostenitori e simpatizzanti che hanno a cuore la situazione.

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Ancora polemiche per la gestione delle risorse idriche a Casalnuovo

“L’ACQUA È MIGLIORE ALLA FONTE” Cerbone, consigliere comunale dei Cinque Stelle, ha reso noto i risultati delle analisi fatte: “E’ emerso che quella della fonte è migliore di quella che ci porta la Gori che paghiamo così tanto” a Gori torna al centro delle polemiche. Questa volta non c’entrano le tariffe, o almeno non direttamente. Al centro delle discussioni, avviate dal consigliere comunale dei Cinque stelle, Christian Cerbone, la qualità delle acque che esce dai rubinetti di Casalnuovo. “In questi giorni ho ricevuto i risultati delle acque del territorio casalnuovese che abbiamo fatto analizzare il 12 ottobre, risultati molto attesi dai cittadini che, da quel giorno, continuavano a chiedermi notizie” esordisce Cerbone sottolineando che “i quattro campioni consegnati al laboratorio di analisi contenevano acqua proveniente da rubinetto di abitazione, acque prelevate dalle fontane pubbliche di piazza Siani e piazza Municipio, acque provenienti dalla sorgente situata in via Fienile di Mezzo”. “Dall'esito dei campioni sottoposti ai controlli emerge con chiarezza che l'acqua che versiamo nei nostri bicchieri e nelle nostre bottiglie è ricca di calcare e, considerati i parametri indicati, la si può definire molto dura” ha spiegato il Consigliere comunale dei Cinque stelle, aggiungendo poi che “si parte infatti da una durezza di 33,4° francesi misurata nel campione dell'acqua

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prelevata dalla fontana di piazza Municipio, a una durezza di 38,4° riscontrata nel campione proveniente dal rubinetto di abitazione, fino a 45,1° di durezza rilevata nella fontana di piazza Siani”. “L'esame del campione contenente invece acque provenienti dal corso d'acqua a cielo aperto, da cui ha origine il fiume Sebeto in località Fienile, denota una durezza di gran lunga inferiore, pari a 22,5° francesi. Discorso medesimo vale per la conta batterica, paradossalmente molto più elevata nelle acque clorate che beviamo dai rubinetti pubblici o domestici rispetto all'acqua di sorgente, nonostante quest'ultima non sia clorata” ha continuato Cerbone riassumendo i risultati degli esami con una critica alla Gori:. “Ciò significa che l'acqua e il servizio che compriamo a caro prezzo dalla Gori è di scarsa qualità”. Gori che, nei giorni scorsi, è stata nuovamente al centro delle polemiche dei casalnuovesi per l’interruzione della fornitura idrica, anche se era dovuta a lavori necessari e non rinviabili. Ma il clima ostile nei confronti della società che si occupa dell’acqua a Casalnuovo è tale che ogni problema è preso a pretesto per riaccendere le polemiche

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Il consigliere Cerbone propone di regolamentare il gioco d’azzardo

“AFRAGOLA NON È LAS VEGAS” Il regolamento prevede che le sale scommesse e le slot machine siano lontane da “luoghi sensibili”. C’è un accordo trasversale ma è difficile riuscire a trovare i voti per approvarlo definitivamente ra i temi in discussione nell’ultima parte della consiliatura, uno di quelli destinati a far discutere maggiormente è quello relativo al regolamento delle sale gioco sul territorio comunale di Afragola. L’obiettivo è regolamentare il gioco legale ad Afragola sia limitando le aree e i locali dove possono esserci locali dedicati al gioco, sia avviando una serie di iniziative di informazione ed educazione per limitare il rischio di ludopatie purtroppo sempre più diffuse al punto che anche le Asl hanno cominciato a prevedere servizi di prevenzione e assistenza per i “malati di gioco”. Sono esclusi chiaramente tutti i giochi non legali, ma anche per quelli legali si punterà a tenerli lontani da “luoghi e persone sensibili”.

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dediti ad altre attività, a cominciare dai bar, che dovranno prevedere spazi adeguati e riservati. Il regolamento, infine, prevede una serie di controlli sulle autorizzazione richieste che vanno anche al di là di quelli previsti dalle leggi in materia. E’ chiaro che, soprattutto per la distanza dai “luoghi sensibili”, l’approvazione del regolamento comporterebbe notevoli problemi per le sale gioco che, nei fatti, dovrebbero essere spostate tutte in zone periferiche. A presentare la proposta di regolamento è stato il consigliere Giuseppe Cerbone, eletto con i Giovani Democratici e subentrato a Giovanni Tuberosa, dimessosi nei mesi scorsi. “Questo provvedimento si inserisce in una più ampia strategia di

In particolare, il regolamento prevede che le sale gioco, quelle in cui è possibile scommettere o giocare alle varie slot machine disponibili, devono essere distanti almeno 500 metri, misurati per la distanza pedonale più breve, da istituti scolastici di qualsiasi grado, sedi e strutture universitarie; luoghi di culto, intendendosi come tali anche i cimiteri; impianti sportivi e centri giovanili o altri istituti frequentati principalmente da giovani; strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socioassistenziale, strutture ricettive e strutture ricettive per categorie protette; giardini, parchi e spazi pubblici attrezzati e altri spazi verdi pubblici attrezzati; per evitare che la disponibilità immediata di denaro contante costituisca incentivo al gioco, inoltre, all’interno del locale non potranno essere presenti sportelli bancari, postali o bancomat e non potranno essere aperte sale nel raggio di 200 metri da sportelli bancari, postali o bancomat, né agenzie di prestiti di pegno o attività in cui si eserciti l’acquisto di oro, argento od oggetti preziosi. In nessun caso potranno essere adibiti a sala gioco locali di proprietà comunale e tutti i locali dovranno essere ubicati al piano terra degli edifici purché non all’interno o adiacenti a unità immobiliari residenziali; non è ammesso l’utilizzo di locali interrati o seminterrati e l’accesso ai locali deve avvenire direttamente dalla pubblica via. Limitazioni anche per installare apparecchi da gioco in locali

contrasto al fenomeno della disgregazione sociale. Le persone non hanno più luoghi in cui incontrarsi, discutere, coltivare le proprie passioni e trascorrere il tempo libero con i propri affetti e le sale scommesse erodono questi spazi, speculando sullo stato di bisogno in cui versano le fasce più deboli della popolazione” ha detto Cerbone aggiungendo che “il regolamento è uno strumento indispensabile per la programmazione economica, che va a intaccare grandi interessi finanziari e a mettere ordine nella giungla delle slot machine che spuntano come funghi su tutto il territorio comunale e hanno trasformato Afragola in una Las Vegas povera e decadente”. “Forse questa è la ragione per cui alcune forze politiche in seno al Consiglio comunale stanno tentando di chiuderlo in soffitta, ma noi dobbiamo affermare un principio: Afragola non è terra di nessuno, è la politica a dettare le regole e non a subire le degenerazioni del mercato” ha aggiunto sottolineando che “alcuni Consiglieri stanno a guardare e in questo chiaroscuro rischia di calare il silenzio, ma in mezzo c'è una intesa generazionale forte che attraversa gli schieramenti e che ha trovato una solida convergenza in questa battaglia: i consiglieri Caiazzo e Castaldo si sono spesi in prima persona, arricchendo il testo originale di proposte ed emendamenti. Si spera di poter presto arrivare alla discussione in Consiglio, per poter finalmente conoscere le posizioni delle forze politiche in campo, i cittadini hanno il diritto di sapere se la loro classe politica è più attenta alla salute pubblica o agli interessi di pochi speculatori”.

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Demolita una villa con piscina a Casalnuovo

TORNANO GLI ABBATTIMENTI L’Amministrazione comunale ha speso 60.000 euro nel decennale dello scandalo del rione abusivo “ Demolire la villa con piscina che si stava costruendo su un terreno agricolo negli stessi anni in cui, a poche centinaia di metri, si costruiva un intero rione abusivo, è un segnale importante perché si dimostra che la legalità continua a vincere contro chi pensa di poter distruggere impunemente il nostro territorio”. Lo ha detto il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, che ha partecipato all’avvio della demolizione della villa abusiva promossa dall’Amministrazione comunale di Casalnuovo, guidata dal sindaco, Massimo Pelliccia, che ha messo in bilancio circa 60.000 euro per abbattere il manufatto abusivo, scegliendo di farlo in una data simbolica, a dieci anni dall’avvio degli abbattimenti del rione abusivo che lo stesso Borrelli seguì personalmente in qualità di assessore provinciale, insieme all’allora dirigente del settore urbanistica della Regione Campania, Bartolomeo Sciannimanica, presente anche lui questa mattina. “Nell’avviare la demolizione, abbiamo visto che, nel giardino, c’era una bellissima pianta di limoni e abbiamo pensato di portarla proprio nel terreno dove fu costruito il rione abusivo che ora, una volta demoliti quei mostri di cemento, è tornato fertile e affidato a una cooperativa nata nel ricordo dei tre operai uccisi per errore fuori al pastificio Russo nel 1998” ha aggiunto Borrelli per il quale “quel limone è diventato il simbolo dell’illegalità trasformato in legalità”.

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“A occuparsi del trasporto della pianta è stato l’imprenditore Roberto Fogliame che aveva già organizzato la piantumazione di due lecci che aveva portato nel terreno” ha sottolineato Borrelli aggiungendo che “lo stesso Fogliame, continuando la sua opera di rimboschimento delle città e delle aree periferiche della Campania s’è offerto di piantumare decine di alberi, aiutando quindi la cooperativa che s’è assegnata il bene a renderlo vivo, coinvolgendo anche gli alunni e gli studenti delle scuole casalnuovesi che hanno partecipato alle iniziative di oggi insieme ai rappresentanti locali, provinciale e regionale di Libera, Angelica Romano, Antonio D’Amore e Fabio Giuliani”. “La lotta all’abusivismo e a ogni forma di illegalità resta una priorità dell’Amministrazione comunale” ha detto il sindaco Massimo Pelliccia sottolineando che “è ferma l’intenzione di ostacolare, con tutti i mezzi a nostra disposizione, ogni forma di speculazione”.

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Gare casalinghe per Afragolese e Frattese

TURNO FAVOREVOLE? Rossoblù e nerostellati potrebbero avvicinarsi alla capolista Savoia impegnata a Giugliano. Nel turno precedente vittoria per entrambi e continua il sogno promozione tra i Dilettanti di Luca Boccellino eek end pieno di sorprese in casa rossoblu. Nella mattinata di domenica scorsa, i giocatori dell’Afragolese si sono ritrovati ad affrontare fuori casa il Volla. La maggior parte della partita è stata disputata in inferiorità numerica da parte dei rossoblu che però sono riusciti ad imporsi egregiamente sui padroni di casa, vincendo 3 a 2 con il gol di Tarascio al 62’ e con la doppietta di Del Sorbo al 20’ e 48’. Quest’ultimo schizza in vetta alla classifica dei marcatori del girone “A” dell’Eccellenza campana, insieme a Simonetti del Casoria, Caso Naturale del Savoia e Grieco della Sessana, tutti a quota 9 gol. Vittoria importantissima che porta i ragazzi guidati da mister

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Borrelli al secondo posto con 25 punti, con la complicità di un pareggio del Casoria che va a 24 punti. Ma le novità non finiscono qui. Dopo il sorpasso nella corsa alla serie D e il leading da parte di Del Sorbo, Pianese lascia il team afragolese. Decisione presa di comune accordo tra il calciatore e la società, visto che a quest’ultima serve un esterno con differenti caratteristiche tecniche, e al giocatore stesso sono arrivate richieste da parte di altre squadre del territorio aversanogiuglianese. La Frattese, invece, deve accontentarsi solo di un pari: si è trattato, peraltro, di uno svantaggio recuperato nel match col Barano, disputato sabato 25 novembre nell’isola verde al “Don Luigi Di Iorio”. I padroni di casa, infatti, erano passati in vantaggio con Allegretta al 25’, ma, grazie a una rete di Rizzo, la

Frattese recupera lo svantaggio di una rete subita inizialmente dal Barano. Purtroppo i numeri non perdonano e con il punto acquistato da questa partita va al quinto posto in classifica con 20 punti. Nella prossima giornata di campionato, la tredicesima, programmata per domenica 2 dicembre, le due squadre dell’area a Nord di Napoli (secondo i pronostici) dovrebbero avere vita facile. L’Afragolese dovrà affrontare il Monte Di Procida (10° classificata) in casa; mentre, la Frattese dovrà scontrarsi con la Mariglianese (13°), anch’essa in casa, alle ore 14:30. Due scontri che potrebbero rilanciare ulteriormente le due squadre considerando che il Savoia sarà impegnato nella difficile trasferta di Giugliano.

Giuramento Nunziatella Il 18 novembre, in piazza Plebiscito a Napoli, ha giurato fedeltà alla patria l'allievo Michele Pollastro del 230° Corso della Scuola Militare Nunziatella. “Trova qualcosa da fare nella vita che ti interessi veramente, poniti degli obiettivi, perseguili e impegnati per raggiungere l'eccellenza, fai sempre il meglio che puoi”. Auguri da papà, mamma e Francesco.

Cogito torna Sabato 16 dicembre. Segnalateci le iniziative natalizie inviando una mail a redazione.cogito@libero.it Anno XXIV - numero 411 - Sabato 2 Dicembre 2017

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V Viale iale Sant’Antonio, Sant’Antonio, 24 - Afragola Afragola (NA) (NA) CONVENZIONATO CONVENZIONA ENZIONA ATO S.S.N. • DDialisi ialisi isonanza magnetica magnetica • RRisonanza alto campo campo ad alto • EEcografia cografia •M ammografia Mammografia

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