FN2009

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Anno 3, numero 2 Giugno 2009

Fondato da Anna Giardina

“I tempi passano, le cose buone restano!” L’entusiasmante esperienza editoriale, avviata nell’anno scolastico 2006 - ‘07, ha coinvolto sempre più gli alunni, i genitori, i nonni e i docenti della Scuola “Contardo Ferrini”, così che, in quest’anno scolastico, giungiamo alla pubblicazione del n. 2 del nostro giornalino: il “Ferrini News”. Sull’esempio di questo progetto, alcune classi hanno prodotto un proprio “giornale di classe” (5ª B), mentre altre (5ª D – E – F ) hanno attivato collaborazioni con scuole del territorio (S.M.S. Sinopoli) scrivendo articoli per il loro giornalino scolastico in un’ottica di “continuità didattica” fra ordini di scuole. I nostri alunni si stanno appassionando sempre di più a quest’attività editoriale che consente loro di mostrare il frutto del lavoro scolastico svolto, non solo ai genitori, ma anche a tutto il territorio del II municipio e, tramite internet, al mondo intero. È proprio vero il detto: “I tempi passano, le cose buone restano!”. La maestra Enrica Orestano (responsabile del progetto “Ferrini News”)

Ferrini News n. 0: “il prototipo”.


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Il Dirigente Scolastico Roma, Giugno 2009

Messaggio del Dirigente Scolastico

In tempi come i nostri in cui la cronaca ci offre giornalmente riscontri che possono ingenerare sfiducia e indurre a un crescente pessimismo riguardo al futuro, è bello poter offrire qualche ‘buona notizia’: il fatto stesso del giornalino scolastico e i suoi contenuti, che mostrano come la scuola riesca ancora a motivare positivamente i suoi ospiti, nel contempo protagonisti. In un’epoca caratterizzata dalla fretta (e dunque spesso dalla superficialità) e dall’ansia di ‘bruciare’ ogni esperienza in poco tempo, è consolante che dei bambini abbiano voluto fissare nella memoria momenti coinvolgenti del loro anno scolastico, trasponendoli poi su carta. Nel giornalino si ritroveranno resoconti e poesie, ricette e tanta allegria, oltre ai ricordi di alcuni nonni ‘illustri’. Un anno intenso, in cui ci piace evidenziare anche lo scambio culturale con un gruppo di docenti dell’ ‘Escola Da Vila’ di San Paolo del Brasile, realizzato presso la ‘Contardo Ferrini’ in attuazione di un progetto di formazione svoltosi in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Grazie a tutti per il loro impegno; un caro abbraccio al personale che ha concluso la sua esperienza presso di noi e, certo a malincuore, ci ha dovuto lasciare. Buona lettura!

Il dirigente Scolastico Paola Senesi


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Sommario “I tempi passano, le cose buone restano!”

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Saluto del Dirigente Scolastico

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Scambi culturali: “Escola da Vila”

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(San Paolo - Brasile) Persone speciali: i clown di corsia.

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La memoria dei nonni: la memoria della mia scuola elementare. (di Giuseppe De Rita)

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La memoria dei nonni: la classe. (di Alberto Asor Rosa)

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Iniziativa di solidarietà del Comitato dei Genitori.

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Studiare alla “Ferrini”.

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Amicizia a scuola.

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Etichetta Amica: cibo e salute.

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Do la parola a ...

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Progetto “VIVIDARIA”: un rifiuto.

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Novità a scuola ...

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“Poetando, filastroccando, componendo..."

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Emozioni … Tutti in scena!

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Riciclare … la carta.

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Amori segreti …

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(da”Intervallo” giornalino della 5ªB) Cipì (dal libro di Mario Lodi)

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“Il viaggio fra i colori: Van Gogh alla scuola dell’Infanzia”

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RIDERE A VOLTE È PROPRIO UNA COSA SERIA! Il giorno 13 Marzo 2009 le maestre ci hanno portato in palestra, ma noi non sapevamo il motivo. Quando siamo arrivati , abbiamo trovato altre classi e ci hanno fatto sedere. Improvvisamente sono comparsi 4 clown !! Avevano nasi rossi, scarpe enormi, erano vestiti in modo buffo e … indossavano anche un camice da dottore con scritto il loro nome. Hanno fatto uno spettacolo per noi bambini e ci siamo accorti che uno dei clown ci ricordava qualcuno … ma si: era la maestra Rosa - Pucci della classe 3ª F !!! Loro ci hanno spiegato che sono dei volontari: si travestono da clown e vanno negli ospedali per far sorridere i bambini malati. Questi “Nasi Rossi” ci hanno invitato il giorno 24 maggio a Piazza Farnese per la “Giornata del Naso Rosso” : qui ci saranno molti stand e si potranno raccogliere fondi per tutte le situazioni di bisogno. Cio’ che fanno queste persone è bello e importante e noi speriamo che ci siano sempre volontari che fanno del bene. La 3ª E e la 3ª F

Il medico, pediatra e clown Hunter “Patch” Adams

La “clown terapia” L’attività dei Clown di Corsia nasce circa quaranta anni fa in America dall’esempio del medico, pediatra e clown Hunter “Patch” Adams. Questo straordinario medico fu il primo ad accorgersi che in una persona malata (e soprattutto in una persona ospedalizzata) non esiste solo una sofferenza di tipo fisico, ma anche una sofferenza più profonda, psicologica, che si manifesta con tristezza, paura e solitudine. Questa non impedisce la guarigione ma la rende più lunga e difficoltosa e amplifica la percezione del dolore fisico. E’ così che “Patch” fonda il suo lavoro sull’eliminazione di questa sofferenza e sul miglioramento dello stato d’animo del paziente: porta avanti la teoria del sorriso come terapia dell’anima e dello spirito. Oggi, è dimostrato scientificamente che il sorriso, l’allegria e il buonumore hanno un effetto preciso e diretto sui centri preposti alla percezione del dolore. Ecco quindi entrare in gioco i Clown di Corsia.

FILIPPO LIGUORI alunno della classe 5ª A della Scuola “Contardo Ferrini” vincitore dell’edizione italiana 2008 del concorso "Kangourou della Matematica" (livello ECOLIER alunni di 4ª e 5ª elementare)

Un Clown di Corsia non è per nulla un clown d’animazione: egli applica la "Comicoterapia" , un vero e proprio metodo di guarigione, di supporto e integrazione alla medicina tradizionale. La Clownterapia deriva proprio dalla Comicoterapia e si basa sul principio che il ridere è positivo non solo da un punto di vista psicologico ma anche strettamente biologico e fisico.


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Foto di gruppo prima della missione. C’è anche la maestra Rosa (detta Pucci) la riconoscete ?

3ª E - 3ª F


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La memoria della mia scuola elementare, la Federico di Donato, in via Bìxio vicino Piazza Vittorio, è ormai resa sfocata dal tanto tempo passato da allora. Vi sono entrato nel 1938 e ne sono uscito nel 1942, anni di ingenua mobilitazione e di sfilate con la divisa di "Figlio della lupa" ed anni poi di paura e fame all'inizio della guerra; avrei quindi da ricordare un periodo non banale, quasi da piccola saga giovanile. E invece no. Non ho memorie vivide e forti, e non mi vergogno di confessare che della mia scuola elementare resta un ricordo confuso: il grande cortile, la classe di mia madre (maestra nella stessa scuola), l'immagine molto attraente di una bambina biondissima ma per noi di un altro mondo (era Elettra, la figlia di Guglielmo Marconi), l'immagine non simpatica del direttore didattico, fascista a forti tinte, i percorsi casa-scuola e ritorno a piedi, con lunghe soste al semaforo fra Viale Manzoni e Via Emanuele Filiberto. Poca roba, in fondo, a conferma di quanto la vita resti banale anche in momenti storici per altro verso drammatici. Forte resta invece, e riconoscente, il ricordo della mia maestra dei primi tre anni, la solida e sorridente signora Menghini, che spesso ci faceva andare a casa sua, con una bellissima vista sulla facciata di Santa Maria Maggiore: e il ricordo del mio maestro degli ultimi due anni; il prof. Cabras. anche lui propenso a stabilire rapporti familiari, tanto che sono stato amico del figlio anche in età adulta. La maestra, il maestro. Forse non e neppure un caso che la memoria si sia radicata in loro, nello stesso ricordo dei loro volti. Certo per i loro meriti didattici, ceno per la loro personalità umana, certo per il senso di familiarità che in loro trovavo; ma anche e forse

specialmente per una ragione apparentemente banale ma nel fondo importantissima: che erano sempre loro, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno. Ed è nella continuità della presenza che hanno fatto maturare in me alcune caratteristiche umane, "caratteriali", che ancora oggi mi contraddistinguono: ho avuto tanta gente che mi ha insegnato tante cose, ma la caratteriale tenacia e la caratteriale pazienza sono convinto, e neppure tanto misteriosamente, di doverle alla Signora Menghini. la mia unica maestra. GIUSEPPE DE RITA (nonno di Vittoria)

Giuseppe De Rita (Roma, 27 luglio 1932) è uno dei più noti sociologi italiani. Nel 1954 si laurea in Giurisprudenza e dal 1955 al 1963 è funzionario della Svimez (Associazione per lo sviluppo del Mezzogiorno), di cui è responsabile della sezione sociologica dal 1958 al 1963. Nel 1964 è tra i fondatori del Censis (Centro studi investimenti sociali), di cui è consigliere delegato per dieci anni e poi segretario generale dal 1974 ad oggi. Collaboratore del Corriere della Sera, è stato presidente del Cnel (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro) dal 1989 al 2000 e della casa editrice Le Monnier dal 1995. È membro della Fondazione Italia USA. Attualmente è il presidente del Censis.


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(da "L'alba di un mondo nuovo" di Alberto Asor Rosa, Einaudi - Torino 2002)

A scuola io però andavo volentieri soprattutto perché la scuola era la «classe»: non un'istituzione, ma una realtà fisica, corposa, vivente, in cui il sapere astratto veniva ri-versato e, circolando vorticosamente fra i banchi e fra i miei compagni, s'infilava quasi senza volerlo nelle mie orecchie e di lì entrava nel mio cervello. Alla classe correvo incontro ogni mattina come verso una liberazione, e sapevo che per altri miei compagni era la stessa cosa. … mi precipitavo senza riserve in quella voliera di parole e di sguardi. Stavamo tutti appollaiati sui nostri banchi scomodi, con i grembiuli blu e i cravattoni svolazzanti, attenti alla lezione del maestro, eppure continuamente impegnati in un torneo di occhiate, risatine, gomitate, calcetti sotto il banco, carte assorbenti appallottolate e lanciate da una fila all'altra con abilità professionistica. Siccome si scriveva con la cannuccia e il pennino, l'inchiostro, che stava in certi rozzi calamai vetrosi infilati nelle apposite fessure dei banchi, diventava uno strumento di aggressione e di avventura, buono a molteplici usi. Se normalmente serviva a fare segni neri, più o meno sensati, sui fogli dei quaderni che erano stati bianchi prima d'entrare nelle nostre cartelle, poteva anche diventare il liquido micidiale in cui affogare una povera mosca incolpevole o il proiettile schizzato dal pennino destramente piegato ad arco … Messi uno accanto all'altro, coltivavamo, senza saperlo ma con gioia, l'eterna illusione d'essere del tutto nuovi, che contraddistingue tutti i bambini di tutti i tempi e di tutte le generazioni. Se questa illusione non ci fosse, il mondo si sarebbe fermato da un pezzo. Non è pericoloso per quelli che verranno svelarne così l'arcano, anche se potrebbe sembrare, perché, per un verso, se uno andasse a spiegare ai bambini che ciò che fanno è già stato fatto mille volte, nessuno di loro capirebbe, e per un altro, anche se lo capissero, la loro forza elementare, primigenia, li spingerebbe avanti lo stesso, sollecitati dalle dinamiche semplici ma poderose della scoperta e della sorpresa. La cosa che mi colpiva di più nel pingue vassoio delle novità era che non esisteva un solo compagno identico a un altro: ognuno, evidentemente, era stato pensato per recitare su questa terra una parte diversa. C'era il compagno allegro, quello malinconico, quello gentile, quello sgarbato, lo scemo, il deficiente, l'astuto, il bonaccione, il leale, l'infido, il vigliacco, il violento, lo studioso, lo scansafatiche, il ricco, il poveraccio. Entrare in classe, mescolarsi agli altri era come andare incontro ogni mattina a un'avventura dagli esiti imprevedibili. … Li in mezzo scopersi, nella costrizione del vincolo scolastico, più che nella libera e caotica comunità dei bambini di Artena, che c'erano affetti che potevano sorgere e miracolosamente consolidarsi come conseguenza di una pura, disinteressata attrazione sentimentale. … Coltivarsi qualcuno fra i compagni di classe era frutto di una scelta più libera, sperimentata attraverso il filtro difficile dell'esperienza. L'amicizia vera nasce così: nasce nel mondo delle conoscenze infantili, e resta per tutta la vita un'esperienza di tipo infantile. Non ho mai conosciuto, neanche più tardi, amicizie compiutamente adulte. … Si è veramente amici, insomma, solo con gente con cui fondamentalmente si sarebbe voluto giocare o con cui, effettivamente, Asor Rosa, nato a Roma si gioca (anche quando si discute o si decide di cose che vorreb- Alberto nel 1933, è italianista, storico e bero essere mostruosamente serie) … critico letterario di grande prestigio. ALBERTO ASOR ROSA (nonno di Elena, Francesca, Giovanni)

Docente universitario dal 1972, è titolare della cattedra di Letteratura Italiana de "La Sapienza", dove dirige il Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari.


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Nel 38° C.D. di Roma - Scuola “Contardo Ferrini”, i genitori degli alunni si sono riuniti in un comitato che ha fra i suoi “compiti” quello di promuovere e curare alcune attività di solidarietà e raccolta fondi. Ecco le iniziative che si sono svolte durante questo anno scolastico.


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In cinque anni di scuola primaria si possono fare molti amici ma in prima non parlavo quasi con nessuno. Un giorno andai a casa di Claudio, un mio compagno di classe, per fare amicizia con lui e non pensavo che mi sarei divertito molto. Da quel giorno ci incontrammo sempre più spesso e imparammo a condividere i segreti. Mia madre sostiene che la nostra sarà un amicizia molto lunga. Ah, dimenticavo, non vi ho detto com'è Claudio: è alto 1 metro e 49 centimetri, è magro come me, ha i capelli castani e ha gli occhi marroni. Pensate che ci avevano scambiato per fratelli per quanto stiamo insieme! Claudio è un po' vanitoso o possessivo e per questo a volte litighiamo come quando si vantava di avere le carte più forti delle mie o quando, per sbaglio, gli rompevo i lego e lui mi insultava. Il giorno dopo però, ci riappacificavamo sempre. Claudio è sempre gentile e sensibile con me come quando ho preso un brutto voto e mi ha confortato. Io faccio lo stesso con lui per ricambiare i favori che gli devo. Claudio, come lui mi chiama Licantropo io lo chiamo Ciccio Pasticcio, perché a volte mi rompe dei giochi ma io non mi arrabbio perché non mi affeziono agli oggetti e poi perché mi fa sempre ridere. E' proprio vero che la nostra sarà una amicizia molto lunga!

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A scuola possono nascere diverse amicizie, è il luogo migliore per conoscere bambini diversi nel carattere, nelle passioni, bambini più gentili, più sgarbati … A scuola ho conosciuto in particolare una bambina dal carattere speciale, Lucy. Ho approfondito la mia amicizia con lei fin dalla prima elementare. Con Lucy abbiamo avuto litigi e confidenze. Lei ha un suo stile: coraggioso e introverso, fisicamente è alta e di corporatura magra. Il suo viso è ovale, il naso è abbastanza piccolo e grazioso, gli occhi sono profondi e di color caramello ed esprimono subito tanta felicità,le sue guance sono paffute e rosee. I capelli sono di un colore particolare che è tra il castano e il biondo. Si veste in un modo tutto suo, un look pieno di colori vivaci e personale. Con Lucy facciamo la bancarella e quando è giù di morale basta un sorriso e una domanda per capire cosa non va. Noi ci scambiamo i segreti, ci mandiamo bigliettini e ridiamo allegramente. Uno sguardo al passato e vedo: io e lei disegnare insieme, io vicino a lei, le faccio i complimenti e le dico che è un bel lavoro. Vedo ancora me e lei studiare insieme e scambiarci gli ultimi pettegolezzi. Quando andremo in prima media spero tanto di rimanere in classe con lei.


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PREMESSA Quest'anno, noi ragazzi delle classi V e lI D, in collaborazione con classi della S.M.S.Sinopoli, abbiamo realizzato un opuscolo sulle "Basi della sicurezza alimentare". Vogliamo offrirvi elementi chiari per nutrirci in modo sano e sicuro, tenuto conto dei numerosi problemi provocati da alimenti messi in commercio senza rispettare le direttive comunitarie. Abbiamo analizzato anche le etichette, molto importanti per avere la consapevolezza di ciò che mettiamo in tavola.

Star bene a tavola ‌ con i consigli della 5ª D

Allora che aspettate? Seguite i nostri consigli!

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La parola al … cuscino Uffa! Oggi non ho chiuso occhio, quella strana della mia padrona, stanotte, non riusciva a stare comoda, così si rigirava nel letto di continuo. Ha tentato di mettermi in mille posizioni: storto, dritto, in verticale, ai piedi del letto, schiacciato contro il muro! Insomma è stata una notte d’inferno, alla fine mi ha messo tutto storto e mi ha abbracciato. Non riuscivo a respirare da quanto forte mi stringeva. A volte la padrona si siede sopra di me, mi mette i piedi in faccia oppure mi butta a terra e poi mi salta sopra. Durante la notte non sta un attimo ferma. Come si sta bene quando parte: notti indimenticabili, tutto il letto per me e non devo portare il peso della sua faccia e soprattutto non ho i suoi capelli in faccia che mi fanno il solletico. Sono ogni mese di un colore diverso perché mi cambiano la fodera ... pardon la federa! In questo periodo sono ricoperto da un tessuto decorato con pecore che dormono su di un prato verde che si abbina con il lenzuolo! VF

Voglio dare la parola allo zaino... “Buongiorno, io sono lo zaino di Martina. Martina mi tratta da re! Quando lui prepara i quaderni da utilizzare il giorno, parla sempre il minimo indispensabile per non farmi scucire, e tiene sempre la merenda in un sacchetto per non riempirmi di briciole. Quando mi appende fuori dalla sua classe, vedo zaini sporchi, maltrattati, così tristi che a volte cadono apposta dall’attaccapanni per farsi notare dai loro padroni! Io, invece, anche se vecchio di cinque anni, sono lì felice, pulito come una pagina prima senza alcun difetto. Sono talmente bello e così capiente che Martina, al posto dei bagagli, quando viaggia mi porta con sé; ecco perché sono anche molto colto rispetto agli altri zaini. So che il Duomo sta a Milano e che il Colosseo sta a Roma. Un giorno, poi ho perfino incontrato il Papa che ha stretto la mano la mano a Martina!!! Il giorno più bello della mia vita, però, è stato un altro! Un giorno, a Pisa ho incontrato la borsa della mamma di Martina! Era Rossa, in pelle, così lucida! Ora sono uno zaino felice, perché Martina ha finito le elementari e per le medie sarò ancora io il suo zaino. Anche in questa scuola ho ricevuto mille complimenti! Un giorno pero, data la mia infinita bellezza, hanno tentato di rubarmi: mentre stavo dormendo sull’attaccapanni, un ragazzo maleducato, dato che sapeva quanto Martina teneva a me, mi ha nascosto nello sgabuzzino insieme a secchi e scope. Per mia fortuna, però, il bidello entrato nello sgabuzzino mi ha notato li triste, in un angolo, e così mi ha rimesso sull’attaccapanni prima che Martina potesse accorgersene.”


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Voglio dare la parola ad un libro “Buongiorno, sono un libro di 270 pagine: ospito la storia, o meglio, il romanzo “La tigre di fuoco”. Sono vittima di un ragazzino ignorante e mi vergogno di essere letto da lui! Anzi, secondo me, lui non legge e fa finta per ingannare la madre mettendomi aperto davanti a lui, giocando poi, invece, alla PSP (Play Station Portatile)! Quando smette di giocare, mi mette su uno scaffale disordinato e polveroso...quanto lo odio: io sono allergico alla polvere! Intorno a me, ci sono dei libri strappati, senza copertina o mancanti di pagine che mi fanno orrore e paura allo stesso tempo! Ora sono alla biblioteca che lui chiama blibriocheta...finalmente un po’ di pace! Lui è così ignorante che chiama paninoteca la pinacoteca. Ah ah ! Casa dolce casa. Qui mi trattano bene e mi rispettano anche perché sono un best seller! Purtroppo sono stato scritto da uno scrittore poco conosciuto: se mi avesse scritto F. C. Andersen, grandissimo autore danese che ha scritto “la Sirenetta”, sarei stato il più bel libro esistente al mondo! Nonostante ciò sono un bel libro e sono orgoglioso di me e del mio autore. Un libro del piano di sotto è invidioso di me e cerca di diffamarmi, ma per fortuna nessuno gli da ascolto. Ma che succede, un bambino si sta interessando a qualcuno di noi... che brutto bambino, spero che non prenderà me! Evviva! Scusatemi, ma devo andare a festeggiare, ha preso il libro del piano di sotto e lo ha acquistato! Ora non mi darà più fastidio! Sta entrando un signore, ma è ... Roberto Piumini! E’ un mio idolo, ho letto tutti i suoi libri! Si sta dirigendo verso il mio scaffale, ecco che tende la mano...ha scelto me!!! La mia felicità esplode, non riesco a trattenerla più! Il mio cuore batte a 2000! Non mi riesco a trattenere più, mi ha acquistato! Starò per sempre con lui! Chissà come mi tratteranno gli altri libri, spero bene! E’ passato molto tempo, questi libri sono educati, gentili e simpatici: ho molti amici. Roberto mi ha letto 17 volte e dice che sono un libro interessante. Ora sta scrivendo un libro e non bisogna distrarlo in alcun modo.” Voglio dare la parola al mio zaino. “Ciao, sono Speed e non ho una vita facile, infatti Edoardo mi carica di libri, quaderni...faccio una gran fatica nel portare tutta la sua roba. Io adoro i martedì perché Edoardo mi carica di meno, mentre odio i giovedì perché è il giorno in cui Edoardo ha tutte e tre le materie principali. Edoardo, quando siamo a casa, dice che siamo la squadra “Speed”, perché siamo sempre i più veloci nel preparare gli zaini. In questi momenti mi sento stimato da lui, anche se certi giorni è infuriato per qualche stupidaggine. Un giorno era arrabbiato perché la madre non gli aveva comprato le figurine: così lui mi ha buttato a terra; la madre gli ha detto di raccogliermi e lui lo ha fatto. Mi ha portato in camera sua e, per togliersi la rabbia mi ha incominciato a prendere a calci e mi ha buttato sotto il letto. Pensate che la madre non aveva ancora spolverato, per cui mi sono trovato in mezzo alla cameretta; dopo che la rabbia gli era passata Edoardo ha chiesto alla madre se mi poteva pulire. E’ in momenti come questi che mi sento trascurato. Mi sento felice quando per lui formiamo la squadra “Speed”. Un giorno, per un soffio, siamo arrivati primi nel preparare gli zaini e lui ha detto:-“La squadra Speed ha vinto ancora!”.


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VIVIDARIA

5ª E - F

LABORATORIO DI EDUCAZIONE AMBIENTALE UN RIFIUTO Un rifiuto è una risorsa che si trova nel posto sbagliato. Se le foglie che gli alberi lasciano cadere sull’asfalto cadessero, invece, sul terreno di un giardino o di un prato, quelle stesse foglie non diventerebbero una poltiglia viscida e insidiosa, ma al contrario sarebbero considerate materiale ideale per pacciamare (ovvero, per ricoprire e proteggere il suolo durante l’inverno). Inoltre, esse potrebbero diventare un’ottima risorsa da utilizzare insieme ad altri rifiuti organici affinché si possa fare il prezioso “compost”. Le bucce e i torsoli delle mele, gli scarti della verdura, i fondi del thè e del caffè, insieme a foglie e rametti derivanti dalle potature, dalla carta e dalla segatura, forniscono un nutrimento indispensabile per il suolo. La scelta di fare e di utilizzare il compost, rispecchia uno stile di vita: evitare gli sprechi, riciclare il più possibile, restituire al terreno ciò che gli è stato sottratto “copiando” il modello naturale, ossia permettendo ai microrganismi del suolo di svolgere sui materiali organici il loro lavoro di trasformazione e bioriduzione. Il premio, alla fine del processo, sarebbe il prezioso suolo fertile e ricco di vita, e denominato “humus”.

Rifiuti nel Lazio

Il 25-11-08 siamo scesi in teatro per la lezione di educazione ambientale del progetto “Vividaria”. Abbiamo imparato che i rifiuti che si mettono nella compostiera diventano, dopo 3 mesi, un compost: fertilizzante per la terra. Le foglie diventano terra e per diventarlo, esse seguono un processo di trasformazione. Prima arrivano i batteri, poi la muffa. Sotto strati di terra si possono trovare resti di foglie rovinate. Esse vengono spesso trovate dal cinghiale, che scava con il suo muso come il contadino fa con la zappa. Inoltre, abbiamo imparato anche nuovi insetti: la Chiocciola piatta, il Collemboli, gli Acari, i Porcellini di Sant’Antonio e molti altri.

Anche nel Lazio, la regione in cui viviamo, esiste un emergenza rifiuti. Infatti, si fa sempre più allarmante la condizione di degrado provocata da quelle che vengono chiamate le “discariche a cielo aperto” in cui quintali equivalenti di rifiuti ingombranti vengono abbandonati sul ciglio della strada. Alcuni esempi servono a dimostrare la gravità di questa situazione. Tra Tivoli e Villa Adriana c’è una discarica abusiva in mezzo agli oliveti. A Monterotondo sono custoditi, in un capannone, quintali di rifiuti provenienti dalla Lombardia e scaricati illegalmente nel Lazio. Attualmente le discariche esistenti nel Lazio che possono provvedere alla raccolta differenziata sono soltanto otto: in provincia di Roma a Cecchina, Civitavecchia, Colleferro, Guidonia e Malagrotta; in provincia di Latina a Borgo, Montebello e in provincia di Viterbo a Le Fornaci. Bisogna intensificare la raccolta differenziata, prendere provvedimenti molto severi nei confronti di chi opera in maniera illegale e insegnare ai cittadini di rispettare l’ambiente.

Relazione sulla lezione svolta nel laboratorio di Scienze Il giorno 25-11-08 siamo andati in teatro per parlare con la biologa Giulia, che lavora al Parco Nazionale del Circeo. La dottoressa Giulia ci ha spiegato come si forma il composto e con che cosa si fa. Il compost, dunque, viene fatto con la compostiera e si forma con foglie secche, terriccio fertile e con resti di cibo e di carta. Poi, sempre la biologa Giulia, ci ha fatto vedere disegni di insetti che vivono e “mangiano” nel compost, e ci ha mostrato le varie parti della compostiera e come essa è fatta al suo interno. Successivamente ci hanno fatto uscire fuori in cortile per fare un gioco; indovinare dove buttare la carta, i bastoni, le bucce di frutta, il cibo, e altri materiali: se nel secchione o nella compostiera. E’ stato molto divertente e, allo stesso tempo, educativo.


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I I clown di corsia fanno curare la malattia, divertire i bambini con scherzi e giochini. Il naso rosso mette allegria, ai bambini che sono in corsia. Il dottore è noioso, ma alcune volte è gioioso. Lui cura con le medicine tutti i bambini e le bambine. Il clown non cura, ma con il suo buon umore … supera pure il dottore!

3ª E - F

Ecco i clown di corsia che fan sempre allegria nell’ospedale in cui ci si sente male. Ogni volta che stanno insieme son più dolci del miele, hanno il naso tinto di rosso con lo scarpone grosso. Son dei pagliacci che a volte portano degli stracci e ogni volta che escono dagli ospedali lasciano dietro grossi sorrisi.


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Bambini malati, non dovete esser annoiati! I clown sorrider vi faranno! Gli ospedali portan tristezza, ma riposarsi è una bellezza! Ci sarà un dottore che ti curerà con amore! I clown di corsia, invece, portano allegria! Il denaro loro sono i vostri sorrisi, che li rendono felici!

3ª E - F

Ecco a voi il “NASO ROSSO” Sempre pronto a più non posso! I bambini dell’ospedale sono felici come a Natale. Tanti lecca lecca ai bimbi daranno per farli felici tutto l’anno; i dottori arriveranno mentre i bimbi giocheranno. Sono arrivati i clown di corsia che portan sempre l’allegria!


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Sono in quinta elementare e dovrò presto lasciare la mia scuola, gli insegnanti e gli amici, tanti tanti. La mia scuola è la Ferrini, centinaia di bambini che ogni giorno, per cinque ore han studiato con amore. Alle medie sarà bello Poi studiare questo e quello, ma nel cuore, ovunque andrò la Ferrini porterò.

Una scossa possente Che nessuno non sente Tutti tremano come il terremoto Che sembra il rombo di una moto Ci sono sfollati E molti morti e malati C’è sempre una commedia In mezzo a una tragedia.

Eleonora 5ª E

4ª B

ABRUZZO Nel cielo si intravede un monte Bianco si scorge di fronte Brilla la cima nel cielo Azzurro come nel mare un veliero. È il Gran Sasso immenso e imponente Che fa ombra sulla terra dolente Aiuta e da coraggio a tutta la gente E porta via con sé la tristezza invadente. 4ª B


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C’era una volta un bel folletto che indossava la giacca con un gran colletto, portava sul capo un buffo berretto; ogni mattina mangiava un cornetto, poi nel giardino s’inventava un balletto e ad ogni passo gli dava un morsetto. Il suo nome volete sapere? Sulla porta lo potete vedere Si chiama Gigi Mangialampone ed è sempre un gran furbacchione.


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Il giorno 4 giugno 2009 io e i miei compagni siamo andati a recitare “La rivolta dei segnali stradali”. Io ero emozionata ma poi mi sono sciolta e secondo me la recita è andata benissimo, tranne qualcuno che aveva dimenticato la sua parte. Io facevo il segnale stradale di rotatoria. Quando ho detto la mia parte ero emozionata con tutti i genitori che mi guardavano. Ma alla fine ce l’ho fatta e mi sono divertita. Francesca Romana Il giorno 4 giugno 2009 alle ore 9,30 abbiamo fatto una recita intitolata: “La rivolta dei segnali stradali” e l’abbiamo recitata nel teatro della scuola. Io all’inizio mi ero molto emozionata, e poi, quando ho recitato la mia parte del “limite di velocità” mi sono emozionata ancora di più perché sono stata al centro del palco con le luci. E insomma, mi sono divertita molto. Carlotta R. Il giorno 4 giugno 2009 abbiamo fatto la recita intitolata “La rivolta dei segnali stradali”. Io facevo la parte del segnale che indicava “lavori in corso” ed ero anche il bambino che non ha attraversato sulle strisce e non ha rispettato il segnale di attraversamento pedonale. Ero molto emozionato ma una volta che sono salito sul palco era passato tutto, ma la cosa più bella è stato che mi sono divertito con i miei compagni. Alessandro

Oggi 4 giugno 2009 ho fatto la recita con i miei compagni di classe, intitolata “La rivolta dei segnali stradali”. Mi sono divertita molto! Io ho pensato di essere un’attrice vera. Alla fine della recita abbiamo anche ballato: “Testa spalla”. La cosa che mi ha fatto divertire di più è stata quando Valerio e Gabriele hanno recitato la filastrocca “Il vigile urbano” di Gianni Rodari perché alla fine della poesia Valerio ha detto: “Chi è più paziente del vigile urbano?” e noi, tutti in coro abbiamo urlato: “Anna Maria!!”… la nostra maestra di Italiano. I genitori si sono messi tutti a ridere. Alla fine della recita siamo andati a salutare i nostri parenti, poi siamo ritornati sul palco a toglierci i cartelli della recita e siamo saliti in classe. Eleonora

Il giorno 4 giugno 2009 siamo andati in teatro e abbiamo rappresentato la recita intitolata “La rivolta dei segnali stradali”. Io mi sentivo preoccupato perché pensavo che sarei andato male, ma poi mi sono divertito, ho fatto un’esperienza molto bella. Io ero il segnale di senso unico. Giacomo

Il giorno 4 giugno 2009 siamo andati in teatro e abbiamo rappresentato la recita intitolata “La rivolta dei segnali stradali”. Dietro le quinte ero molto emozionato, cercavo di ricordare le mie parti, ma quando sono entrato in scena è filato tutto liscio come l’olio! Alessandro

2ª E


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SAI PERCHE' E' IMPORTANTE RICICLARE LA CARTA? Per la fabbricazione della carta vengono abbattuti moltissimi alberi, viene consumata tantissima acqua e occorre produrre una elevata quantità di energia elettrica. Infatti - per produrre 1000 Kg di carta occorrono ben 15 alberi, 440.000 litri d'acqua e 7.600 kwh di energia elettrica. mentre - per produrre 1000 Kg di carta riciclata non serve nessun albero e bastano 1.800 litri d'acqua e 2.700 kwh di energia elettrica. Pertanto riciclando la carta si ha la possibilità di conservare le risorse ambientali e di risparmiare energia.

3ª A


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Dal n.2 del giornalino di classe della 5ª B “INTERVALLO”

Ciao sono Flavia e mi occupo d’amori segreti. Non so se succede anche nella vostra classe ma nella 5ª B ci sono tantissimi amori segreti. In ogni festa tutti i bambini fanno regali, ma appena entra in gioco 2 bambini che gli

piace la stessa ragazza “sono guai”.

Ma perche lo tengono nascosto? Sona andata ad indagare un po’ in classe, parlando con alcuni bambini che hanno risposto così a questa domanda :

-

Per vergogna

-

Per paura di essere ferito

-

Per paura di non apparire bella davanti a lui.

Ma nella nostra classe ci sono anche molti cuori infranti: Ecco le loro risposte:

- perche forse non sono bello come lei mi desidera - perche non è la ragazza dei suoi sogni.

Flavia


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Cipì: “Cari compagni del tetto, da qualche tempo molti passeretti spariscono e non tornano più. Vengono ingannati dalle false parole del signore della notte che li invita nel paese della felicità e poi li uccide.” Beccodolce: “Come puoi dire questo?” Cipì: Perché io e Passerì l’abbiamo visto. Amici, la verità è questa: il signore della notte inganna i nostri passeretti con false parole e li uccide. Beccodolce: L’hai visto proprio con i tuoi occhi? Cipì: Si, la notte scorsa io e Passerì abbiamo visto ... Beccodolce: Canaglia! Uccellino: Silenzio. Si fa presto a dire canaglia, ma sarà vero? Io non credo che Cipì dica la verità. Beccodolce: Io ho sempre sentito parlare bene del signore della notte. Cipì ha inventato tutto!U Abbasso Cipì. E’ un bugiardo! Viva il signore della notte! Cipì deve darci la prova che il signore della notte ci inganna e rapisce i nostri piccoli! Cipì: Vi darò la prova. Chiederò al vento di aiutarmi.

Narratore - Una mattina d’inverno le farfalle bianche incominciarono a volteggiare nell’aria. In poco tempo tetti, campi, alberi, siepi e cortili furono coperti di farfalle bianche e i passeri smarriti e affamati, volavano dal tetto alla campagna in cerca di qualche chicco. Raspavano, raspavano, ma non trovavano niente. Uccellino - Ho fame! Ho fame! Cipì - Amici, bisogna fare qualcosa, se qualcuno trova cibo, deve avvisare tutti. D’accordo? Uccellino - D’accordo! Narratore - Cipì esplorò la campagna, tutto era sepolto sotto un manto soffice e intanto le farfallette bianche continuavano a volteggiare e a cadere sempre più fitte e i passeri avevano sempre più fame.

2ª B


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La maestra Antonella Cataldo

Scuola dell’Infanzia Statale Sezione F


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FERRINI NEWS Anno 3 Numero 2 - Giugno 2009 La redazione di “Ferrini News” Direttore: Paola SENESI (Dirigente Scolastico) Redattori. Gli alunni delle classi della Scuola Primaria e dell’Infanzia “Contardo Ferrini” Collaboratori. I team docenti delle classi: 2ª B - FENOTTI /PARBONI 2ª D - DE STASIO/FUCCIO 2ª E - FUSIELLO/ORESTANO 3ª A - SABATINI/SANTELLA 3ª C - DI SIMONE/PAOLUCCI 3ª E/F - AVERSA/BENTIVEGNA/MECO/DI LUCA 4ª B - FIORENZA/RATINI 5ª B - ISIDORI/RAVÀ/VALENTE 5ª D - CIPRIANO/PIERUCCI 5ª E/F - BASILE/CARAMADRE/CIARLONE Sez. F Scuola dell'’Infanzia - CATALDO Impaginazione, computer e grafica: Enrica ORESTANO (insegnante elementare)

Alla realizzazione di questo giornalino hanno lavorato, disegnando e scrivendo testi e poesie, gli alunni delle classi: • 2ª B - D - E • 3ª A - C - E - F • 4ª B • 5ª B - D - E - F • Sezione F della Scuola dell’Infanzia Statale Si ringrazia per il costante contributo di articoli gli illustri nonni della scuola “Contardo Ferrini”. Un grazie a colei che ha fondato il giornalino, Anna Giardina, che con grande disponibilità ha collaborato alla stesura di questo numero del “Ferrini News”.

38° Circolo Didattico di Roma - Scuola Primaria e dell’Infanzia Statale “Contardo Ferrini” Via di Villa Chigi n. 20/22 - 00199 ROMA Tel. 06.86212470 - Fax 06.86212838 E-mail: coferrini@tiscalinet.it, coferrini@libero.it, RMEE03800C@istruzione.it Sito web: http://cferrini.altervista.org (url breve: www.scuolaferrini.too.it)


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