CNTN n21 anno XI

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a tu per tu

LETTERA APERTA A SILVIO BERLUSCONI di Giacomo Ribaudo

O

norevole Presidente,

prima e dopo Natale, se ha avuto tempo di ascoltare qualche pagina del Vangelo, magari attraverso qualche rete televisiva, dopo Gesù Cristo e Maria, e prima ancora del Patriarca S. Giuseppe, ha primeggiato la figura di un profeta, che lo stesso Cristo ha definito il più grande fra i nati di donna: si tratta di S. Giovanni Battista. Egli, come ci ricorda il prefazio della sua festa, solo tra tutti i profeti, ha indicato l’Agnello del nostro riscatto. È stato infatti colui che, vedendo la, sconosciuta ai più, figura di Gesù di Nazaret che, umilmente con tutti i figli d’Israele, aveva dalle sue mani riluttanti rice-

Caravaggio - Decollazione di Giovanni Battista

vuto il battesimo, lo ha individuato, grazie a una rivelazione divina, come l’Agnello di Dio di cui le Scritture avevano parlato che sarebbe venuto a salvare il mondo. E lo avrebbe salvato non con la crudeltà di Erode, non con la potenza delle legioni dell’imperatore Tiberio, non con l’apparato dei riti e dei paludamenti del Sommo Sacerdote, credente in Dio nelle opere esteriori e circonciso nella carne, assolutamente agnostico nel cuore e nelle scelte di vita, ma con la forza della Verità, con la potenza dell’amore all’uomo e la Forza dello Spirito del Padre suo. E con lo stesso indice con cui segnalò ai discepoli e all’umanità la presenza del Figlio di Dio nel mondo, segnalò a Erode Antipa, figlio dell’autore della strage degli Innocenti, e agli uomini della sua corte, come a tutto il popolo, la illiceità del suo comportamento, perché aveva trafugato la perfida Erodiade, moglie di suo fratello Filippo, che aveva preferito fuggire con lui, neppure per passione, ma perché possessore di un regno più fertile e più a contatto con il mondo civile: si era macchiato pubblicamente di adulterio. E Giovanni pagò con la vita l’essere servo della verità, piuttosto che del re di una piccola, per quanto opulenta, regione della sua terra. Oggi mi sono sentito chiamato, infimo fra i profeti di Cristo, e prete della Chiesa Cattolica, a interpretare i sentimenti di tanta della povera gente a cui non riesco a dare che poco cibo, qualche vestito per coprirsi, qualche carezza e una briciola di speranza, a chiederle la conversione del cuore. Per quanto mai mi sia sentito degno di tanta Missione, anch’io, come Giovanni Battista, e ogni giorno, ìndico alla mia povera gente il Cristo dell’Altare come l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. Ma il mio gesto profetico, come quello di tanti miei confratelli, è e sarà inefficace, fino a quando dall’alto delle sue emittenti e dalle pagine interminabili dei giornali che le gridano Osanna non ci saranno uomini e donne, ministri e senatori, docenti e scienziati, giornalisti e scrittori, medici ed editori, industriali e agenti di commercio e perfino uomini di legge ed ecclecontinua a pagina 4

ANNO XI - n. 21 • 30 Gennaio 2011

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