CNTN 16/17 anno XI

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libri nostri giorni. La persistente oscurità del linguaggio giuridico odierno serve per “l’esercizio autoritario del potere” (pag.130). Carofiglio per rafforzare la sua argomentazione cita il cap. 5 (“Oscurità delle leggi”) del celebre trattato di Cesare Beccaria, “Dei delitti e delle pene”, che chiarisce il nesso stretto che esiste fra “oscurità linguistica” ed “esercizio del potere”. L’autore si avvale anche dell’aiuto di un grande giurista e scrittore contemporaneo, Salvatore Satta, che non è stato certo tenero nei confronti di quei colleghi che si trincerano nel gergo della “lingua iniziatica”, spesso frutto di “ridicole costruzioni”, dimenticando che “è infinitamente più facile inventare una irrealtà che intendere la realtà” (pag.131). In questo stesso capitolo vengono utilizzati due saggi del 1965 di Italo Calvino [“ogni giorno, soprattutto da cent’anni a questa parte per un processo ormai automatico, centinaia di migliaia di nostri concittadini traducono mentalmente con la velocità di macchine elettroniche la lingua italiana in un’antilingua inesistente. Avvocati e funzionari, gabinetti ministeriali e consigli di amministrazione, redazioni di giornali e di telegiornali scrivono, parlano, pensano nell’antilingua. Caratteristica principale dell’antilingua è quello che definirei il <terrore semantico>, cioè la fuga di fronte a ogni vocabolo che abbia di per sé stesso un significato, come se fiasco, stufa, carbone, fossero parole oscene, come se andare, trovare, sapere, indicassero azioni turpi. Italo Calvino, ora in una pietra sopra. Einaudi] che mettono alla berlina il linguaggio burocratico, tuttora dominante in diversi settori della vita del nostro Paese. Non ci sarebbe modo migliore di concludere questa recensione che riproporre per esteso le parole di Calvino con il commento pungente di Carofiglio (pp.133-143). Ma lo spazio a nostra disposizione non lo consente.

sicilia di nessuno di S. T.

Presentato il libro/dossier del medico-giornalista Vincenzo Borruso sulla storia travagliata di Villa delle Ginestre dopo 22 anni di lavori: centro d’eccellenza per i medullolesi della Sicilia sottoutilizzato rispetto alle sue potenzialità ento pagine che raccontano, con dovizia di particolari, la vera e propria ‘battaglia’ dell’ASMS (associazione siciliana medullolesi spinali) per la nascita del presidio ospedaliero di Villa delle Ginestre, i cui lavori, andati a rilento e a fasi alterne, sono stati completati solo adesso dopo 22 anni con un costo complessivo di 14 milioni e 669mila euro. Il centro d’eccellenza per i medullolesi della Sicilia, come si evince dal dossier, risulta purtroppo ancora sottoutilizzato rispetto alle sue reali potenzialità. Il libro/dossier, stampato con la collaborazione dell’associazione ASMS e con il patrocinio dell’assessorato della famiglia e delle Politiche Sociali, è stato curato dal medico-giornalista Vincenzo Borruso. La presentazione del volume è avvenuta nel corso del convegno regionale su “Lesioni midollari. Quale strategia?” presso l’Auditorium del Presidio Ospedaliero Villa delle Ginestre di Palermo. “Aspettiamo che la struttura venga presa in carico in maniera completa dall’azienda sanitaria provinciale 6 di Palermo – sottolinea Vincenzo Borruso -. Vogliamo che quest’ospedale funzioni bene perché crediamo che sia l’unica occasione importante in questo momento per la Sicilia soprattutto perché eviterà l’attuale ‘fuga’ dei medullolesi siciliani (da 100 a 150 ogni anno) verso i nosocomi del nord Italia e del nord Europa”. “Con questo lavoro riteniamo di avere tentato l’assolvimento di un compito doveroso sia per Villa delle Ginestre, per la quale siamo impegnati da decenni – scrive nell’introduzione del libro Vincenzo Borruso-, sia per gli attuali e i futuri cittadini che avranno la disgrazia di impattare in incidenti disastrosi, sia per la sanità siciliana che potrà crescere e migliorare solo con la partecipazione democratica dei suoi cittadini”. “Siamo certi che il nostro documento sarà considerato con attenzione e che le speranze di un’associazione di medullolesi – dice Salvatore Balistreri, presidente dell’ASMS - che da 35 anni conduce una battaglia per dotare la Sicilia di strutture adeguate, ancora oggi completamente mancanti, non saranno deluse”. “Oggi Villa delle Ginestre è un progetto per la cui realizzazione bisogna decidersi per una soluzione che punti su una assistenza multipolare e indichi – si legge nel libro/dossier-, altri nosocomi con i quali avviare un protocollo d’intesa sull’utilizzo del personale specialistico; trovare i fondi per le attrezzature necessarie al funzionamento di tutti i suoi settori; mettere a punto una équipe in grado di gestire, in prima battuta 30 posti letto in reparti di degenza, più sette in rianimazione, più una sala operatoria, più una serie di diagnostiche”.

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ANNO XI - nn. 16-17 • 26 Dicembre 2010

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