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Questione di basoli
Elementi distintivi del centro storico bolognese, i basoli sono stati riutilizzati in situ

La sostenibilità di un’impresa si misura anche nella capacità di ridurre e recuperare la maggior parte dei rifiuti prodotti. In un cantiere infrastrutturale di grande portata come quello della società del Gruppo CMB Panigale Scarl, impegnata nella realizzazione delle linee Rossa e Verde del Tram di Bologna, le attività di cantiere portano inevitabilmente alla produzione di ingenti quantitativi di rifiuti inerti
Per ridurre l’impatto ambientale e assicurare costi sostenibili alla commessa, fin dalla fase progettuale sono state pianificate delle campagne mobili per il recupero di rifiuti non pericolosi inerti direttamente in sito. Obiettivo: ottenere materiale idoneo al riutilizzo che potesse anche sostituire l’approvvigionamento esterno, con la realizzazione di materie prime secondarie (MPS). A questo scopo è stato individuato un sito idoneo
Il progetto esecutivo per la realizzazione della tranvia di Bologna ha previsto la rimozione dei basoli tradizionali presenti nelle aree del centro storico, come via Ugo Bassi, e il successivo riutilizzo nello stesso sito, così da garantire il rispetto del valore dell’urbanistica bolognese. In questo caso si è promosso un approccio sostenibile alla gestione dei materiali, valorizzandone il riuso in situ previa verifica tecnica. Dal punto di vista operativo, i basoli sono stati rimossi dal sito di origine, etichettati e trasportati in un’area dedicata nel comparto di via di Mezzo, per essere poi selezionati e verificati ai fini del loro effettivo riutilizzo in conformità ai capitolati di commessa. Eventuali scarti, dovuti a prodotti non più idonei al riutilizzo a causa di rotture o crepe evidenti, sono stati gestiti come rifiuto recuperabile tramite campagne mobili o in siti di recupero esterni.

DA FEBBRAIO
A MAGGIO 2024
Le prime due campagne hanno permesso il recupero di circa 57mila ton complessive di rifiuto allo svolgimento delle attività di recupero, che inevitabilmente comportano impatti non compatibili con un contesto urbanizzato a causa della produzione di rumore, polveri e vibrazioni.
— PRIMA FASE —
La prima fase operativa prevede che il rifiuto, da demolizione o scavo, venga privato di tutte quelle frazioni estranee non idonee al recupero per i fini di produzione (come plastica, ferro e residui legnosi). A tal fine, ogni lotto di recupero viene campionato e analizzato per verificarne la composizione chimica e l’assenza di contaminanti. Il processo implementato consiste poi nella frantumazione e riduzione meccanica degli scarti di produzione mediante l’utilizzo combinato di un frantoio mobile e di un vaglio, installati nei siti dedicati del cantiere, per produrre aggregato recuperato riutilizzabile in successive lavorazioni

