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Mario Più Interview
from Clubbers Mag #4
by Clubbers-Mag
Partiamo da lontano, i tuoi inizi... cosa ti ha spinto a scegliere la carriera da dj e come ci sei arrivato a realizzare questo tuo sogno?
Ho sempre avuto la passinone per la musica, fina da giovane, negli anni 70, già compravo molti mix 45” che arrivavano dall’america e dall’inghilterra, proprio musica già da discoteca, ho sempre avuto questa grande passione. A quell’epoca, io abitavo vicino ad un dj, parecchio famoso negli anni ‘80, Riccardo Cioni, da buon livornese io lo seguivo in tutte le sue serate, passavo tutta le notti in cui lavorava a guardare i suoi mixaggi, credimi era veramente un mago. Ad un certo punto mollai un poco il colpo, perchè mi fidanzai e rimasi fuori dal giro per 4 o 5 anni, poi verso la fine degli anni ‘80 iniziai a vedere tutti i miei amici andare a ballare in questi posti nuovi, iniziava ad arrivare questa nuova musica da Ibiza, fino a che un giorno andai anche io a Capodanno in questa festa a Pistoia, era il 1987 circa, in questa serata, mi ricordo, suonavano questi primi dj che arrivavano proprio da Ibiza, rimasi letteralmente sconvolta dalla musica che suonavano, infatti da quel momento ri iniziai a frequentare i locali e mi dissi, adesso voglio provare a fare qualcosa! Era difficilissimo perchè c’erano già i primi dj importanti in giro, nonostante tutto comprai consolle e tutto il necessario per poter suonare in casa, mi misi di impegno, ricordo che ci misi quasi sei mesi per riuscire a mettere a tempo il mio primoo disco, ci provavo tutti i giorni. Di seguito, trovai spazio in un locale in provincia di Livorno, dove per iniziare un po’ facevo il lucista e un po’ le aperture, poi iniziai a fare il pre serata il martedi al Ralf, dove facendo tutti i martedi da resident, riuscii a costruirmi pian piano un bel seguito di pubblico della zona, da lì andai anche in un locale estivo a Castiglioncello, dove una sera venne il proprietario dell’allora Club Imperiale, che già era famoso per essere il primo locale a fare serate mezzanotte/ mezzogiorno ne lontano 1989, tutti i sabato. Questo proprietario, mi chiese di andare all’Imperiale a Gennaio, perchè purtroppo gli avevano dato la chiusura di sei mesi :) ....... ovviamente gli risposi subito di si, da lì proprio lui iniziò a chiamarmi Mario Più, da quel momento si può dire che partì la mia ascesa verso la notorietà a livello Italiano, successivamente passai all’Insomnia di Ponsacco, parallelamente in quel periodo, le grandi case discografiche, sceglievano i dj più importanti delle varie regioni, a me fu proposto di andare a fare i dischi alla Media Records a Brescia, dove proprio grazie alle produzioni, riuscii a diventare molto importante anche a livello internazionale, motivo per cui poi ho girato un pò tutto il mondo, più o meno fino ai giorni nostri, considerando che i primi anni duemila furono l’apice della mia carriera, si può dire, che tutto quello che ho seminato in quei periodi lo sto raccogliendo ancora.
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Come mai, a parer tuo, nel resto d’Italia prendeva piede più l’house music/underground, mentre in Toscana spopolava quella che allora era chiamata progressive?
Negli anni ‘90, all’inizio la musica non era ancora molto etichettata, tutti suonavamo più o meno le stesse cose, wchi più house garage, chi più house elettronica, poi ad un certo punto iniziarono appunto, ad etichettare la musica dividendola in fazioni, ci fu chi scelse di suonare cose più elettroniche e sostenute e chi continuò con l’house grage più americana, mentre altri si buttarono sul settore più inglese, progressive, e poi c’eravamo noi, che inventammo quella che poi fu definita Mediterranea Progressive, quell’elettronica con contaminazioni melodiche classiche dell’italiano. A quei tempi tra i più grandi promotori di questo genere, c’erano Gigi D’Agostino, Robert Miles, io e Mauro Picotto, all’inizio, all’estero, la nostra musica non era molto capita, poi quando la Trance olandese e tedesca, iniziò ad affacciarsi sulla nostra musica, riuscimmo a sfondare anche all’estero. Dal 2004/2005 circa, è iniziata a farsi sentire, sempre più pesantemente, la crisi delle discoteche, fino ad arrivare alle chiusure causa emergenza Covid dei giorni nostri... Guarda, io ti dico una cosa, lavoro nei locali fin dal lontano 1989/90, ho sempre visto alti e bassi nelle discoteche, anche nel 1997 mi ricordo ci fù un calo del settore pauroso, è da sempre una cosa ciclica, ma la voglia di divertirsi riparte sempre, a parte il fatto che ultimamente il discorso discoteca, si è spostto forse più sul discorso festival, questo ha influito molto sull’andamento dei locali. I locali turistici, estivi come questo per esempio, funzioneranno sempre, io mi riferisco ai locali invernali magari in determinati posti, etc...molti di questi, hanno già dovuto chiudere, forse perchè il concetto di divertimento in discoteca era un pò passato e si è spostato piu’ in location più alternative, tipo appunto festival o capannoni... un pò un ritorno alla Warhouse dei fine anni ‘80 in Inghilterra dove appunto si facevano continuamente feste abusive in magazzini e location simili.

Quanto può aver inciso anche l’evoluzione di internet in tutto ciò?
Internet è stato un pò un progresso/regresso, un po’ per tutti, a partire dalla musica arrivando per esempio al cinema. Tantissimi produttori che prima guadagnavano soldi con la musica ora non ci guadagnano più niente, chiaramente, il chè purtroppo ti fà passare la voglia anche di produrre, se lo fai, è per tenere il tuo nome in pista, per continuare ad avere visibilità e poter continuare a vivere con le serate, a parte i gruppi organizzati tipo Armada gli olandesi che hanno costruito tutto un discorso di marketing dietro e sono ripartiti alla grande, però il piccolo produttore singolo che prima viveva facendo produzioni, ora non guadagna più niente. Bisogna adeguarsi, purtroppo con internet è cambiato tutto, siamo passati da prima dove la gente si muoveva, andava a sentire il dj in discoteca, ad ora dove quelli da casa, sono saccenti e sanno tutto, perchè guardano su internet, ma magari non sono neanche mai stati in un locale e cosi purtroppo anche per i “grandi” conoscitori di musica. Adesso ci sono i Clubber da salotto!
Nuove tecnologie e cultura musicale...un tuo pensiero....
Il problema della maggior parte dei giovani di oggi, senza offesa, hanno un background musicale che al massimo arriva al 2000, aldilà del 2000 non sanno chi era Mozart, Bach e altri per esempio. Mi ricordo che quando iniziai io a far musica, andavo a informarmi come nasceva la musica elettronica, i primi sintetizzatori e i vari strumenti che si usavano, oggi i giovani aprono ableton, prendono un loop e via... faccio un disco, magari ho anche culo e funziona! Col progresso e la tecnologia è stato tutto molto semplificato, ora dopo un bel pò di anni con questi sviluppi tecnologici la cosa è tornata ad essere ancora piu’ difficile proprio perchè essendo cosi facile, ce ne sono stati talmente tanti che si sono buttati nella mischia, che ora per venire fuori è tornato tutto più complicato. Comunque ben vengano le nuove generazioni, però un consiglio che mi sento di dare, è informatevi su come è nato e si e’ sviluppato tutto, sopratutto da dove arriva la musica, almeno poi quando vi trovate a parlarne con qualcuno che ne sa qualcosina, non vi trovate a far figure ridicole.
Per concludere un tuo pensiero inerente ai locali e la situazione attuale del Covid, pensi che questo stop forzato possa aiutare a ripartire come su una pagina bianca da zero, oppure alle ipotetiche riaperture, si ripartirà esattamente da dove avevamo lasciato? e secondo te bisognerà aspettare un vaccino?
Quando riapriranno i locali, speriamo il prima possibile, anche senza vaccino, magari in una situazione simile ad oggi, abbastanza stabile, perchè secondo me, tutto quello che ci vogliono far credere è tutta una barzelletta, e lo dico anche a Conte!!! :) alle riaperture, come al solito la gente avrà predicato bene, ma razzolerà male come sempre,ritroneremo subito a gli ospiti da 30.000 euro, al reggaeton etc..tutto uguale a prima. Questo Covid non ci ha insegnato niente, ma proprio nulla, il buonismo dell’andrà tutto bene è tutto una presa in giro, in tutti i campi, andrà tutto bene un cazzo! hai visto, ci hanno fatto ripartire, per poi subito dopo prenderci come caprio espiatorio, e adesso dopo varie settimane coi locali chiusi, nonostante tutto la situazione è praticamente identica, eppure ci sono state manifestazioni ovunque, in tutto il mondo, milioni di persone etc...a questo punto se fosse davvero cosi aspettiamoci di conseguenza tra poco milioni di morti. Tornando al discorso ospiti, la discoteca non la fai con il guest, lo puoi fare una volta, ma se vuoi dare continuità al tuo lavoro, devi avere basi solide in tutti i campi, partendo dalle pubbliche relazioni, organizzazione, programmazione,etc....chiaramente se tu fai un ospite da 40.000 euro devi fare un biglietto d’ingresso molto alto, altrimenti avendo un break eventi cosi alto, andrai per forza di rimessa. Io personalmente se avessi un mio locale, un ospite da 40.000 per guadagnarne se va bene 1000 non lo farei, invece purtroppo in Italia, da qualche anno è scattata la gara a chi ha il cazzo più grosso, scusate il termine, il più delle volte ci rimettono ma possono dire “io ho fatto quello”, mentre ci sono locali che hanno dei bravissimi resident, che fanno bella musica e che funzionano lo stesso, ma non gli viene data quella visibilità che meritano, perchè non hanno fatto quell’ospite internazionale,pero’ alla fine il risultato che conta è anche il cassetto. Poi in alcuni casi arrivano ospiti mondiali, svuotano la pista, ma senti dire “si la pista era vuota ma è stato bravo..” Questo è il problema di cui parlavamo prima di chi crede di portare il festival nella discoteca, ma non può essere cosi, a differenza del singolo evento, la discoteca deve costruire una base da portare avanti tutta la stagione. Anche perchè con questo modo di ragionare, se abitui la tua clientela ad avere l’ospite tutte le sere, quando non fai l’ospite ti ritrovi con il locale vuoto.
