Segni e suoni di Vaia

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e realtà locali Segni e Suoni di Vaia La tempesta raccontata dai suoni, video e fotografie LA MOSTRA
Eventi climatici estremi
INCONTRI

Forlì 28 settembre - 3 dicembre 2023

Eventi climatici estremi e realtà locali

LA

Segni e Suoni di Vaia

La tempesta raccontata dai suoni, video e fotografie

MOSTRA INCONTRI

settembre - 3 dicembre 2023

Forlì, via Valverde 15

Eventi climatici estremi e realtà locali

Soggetto promotore e coordinatore del progetto: Associazione Nuova Civiltà delle Macchine APS

Le buone relazioni continuano a essere generative nel tempo

Questo progetto è nato grazie all’incontro tra persone che hanno fatto parte della rete di relazioni generata da Pietro Greco ed è a lui dedicato.

Pietro Greco, purtroppo scomparso prematuramente nel 2020, è stato chimico, giornalista scientifico e scrittore. Un grande catalizzatore di processi di comunicazione della conoscenza che è stato amico della comunità forlivese ricevendone la cittadinanza onoraria.

Presidente Roberto Camporesi

Vice Presidente Andrea Zanfini

Questa iniziativa non avrebbe visto la luce senza il fondamentale apporto di:

Mets - Museo Etnografico Trentino San Michele

Partner

CNR – Rete LTER-Italia (La Rete Italiana per la Ricerca Ecologica di Lungo Termine)

Agenzia Regionale Prevenzione Ambiente Energia Emilia-Romagna

Tavolo Associazioni Ambientaliste di Forlì

Unica Soc. Coop. A R.l.

ITIS G. Marconi – Forlì

Sponsor

Alberitalia - Romagna Acque-Società delle Fonti

Unicredit

Unipol – ASSICOOP ROMAGNA

Comitato scientifico

Co-Coordinatrice: Mariangela Ravaioli (già Dirigente di Ricerca, ora Associata CNR Istituto di Scienze Marine – ISMAR – Bologna)

Co-Coordinatrice: Margherita Venturi (Università di Bologna, Professoressa Alma Mater)

Luisa Ravanello (Agenzia Regionale Prevenzione Ambiente Energia Emilia-Romagna)

Roberto Besana (Divulgatore e fotografo, già dirigente d’impresa)

Giorgio Matteucci (Dirigente di Ricerca CNR, Direttore Istituto per la BioEconomia, Coordinatore Rete LTER Italia)

Andrea Zanfini (Energy Manager Romagna Acque – V.P. Associazione Nuova Civiltà delle Macchine)

Presidente Ezio Amistadi

Direttore Armando Tomasi

Comitato scientifico

Annibale Salsa, Nicola La Porta, Federico Troletti

Con il patrocinio di CNR Area Territoriale di Ricerca di Bologna

Ufficio Scolastico Regionale Emilia-Romagna

Regione Emilia-Romagna

Provincia di Forlì-Cesena

Comune di Forlì – Assessorato ai Servizi Educativi, Scuola e Formazione

Multicentro Area Urbana per la Sostenibilità e l’Educazione Ambientale del Comune di Forlì (MAUSE)

In collaborazione con Rotary Club Forlì

Fridays For Future di Forlì

Lega Ambiente di Forlì-Cesena

Associazione Minerva

Tavolo Associazioni Ambientaliste Forlì

WWF di Forlì-Cesena

Clan Destino

ISDE Forlì-Cesena – International Society Of Doctors For Environment

Oltre il Giardino

Pro Natura Forlì

FIAB Forlì – amici della bicicletta

Guardie Giurate Ecologiche Volontarie Forlì

Corpo della Guardia Zoofila Ambientale

Forlì-Cesena

Comitato organizzatore

Roberto Camporesi (Presidente dell’Associazione Nuova Civiltà delle Macchine)

Sergio Flamigni (Componente del Tavolo Associazioni Ambientaliste di Forlì)

Paolo Tamburini (Dirigente CTR Educazione alla sostenibilità – Agenzia Regionale Prevenzione Ambiente Energia EmiliaRomagna)

Con Con riferimento al Patrocinio concesso, si riporta la dichiarazione di Stefano Versari Direttore generale - Ufficio scolastico regionale per l’Emilia-Romagna - Ministero dell’istruzione e del merito.

“Uno dei compiti sostanziali della scuola è fornire agli studenti strumenti per la comprensione della realtà. In un tempo di ricorrenti eventi climatici estremi, questa iniziativa offre un contributo rilevante per l’educazione ambientale e per capire quanto le conoscenze scientifiche siano essenziali per la gestione delle complessità.

Auspico perciò che l’iniziativa della benemerita associazione Nuova Civiltà delle Macchine trovi ampia diffusione nel mondo scolastico del territorio.”

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Segni e Suoni di Vaia

Da un’idea di Claudio Lucchin

I SUONI DI VAIA

Sonorizzazione e musica di Elisa Pisetta e Cristian Postal

I SEGNI DI VAIA

Fotografie di Roberto Besana

Video

L’INDICIBILE LINGUAGGIO DELLA NATURA

Ideazione e sviluppo: Davide Grecchi e Roberto Besana

Testo: Mimmo Sorrentino

Fotografia: Roberto Besana

Voce: Alessandra Felletti

Sound design: Davide Grecchi

Video artist: Guido Tognoni

Post produzione: XLR8 – Milano

Ringraziamenti

Oltre a tutti i Relatori e a tutti i soggetti, istituzionali e non, che hanno creduto in questa iniziativa e hanno deciso di sostenerla, ringraziamo anche:

Claudio Casali, segretario dell’Associazione

Nuova Civiltà delle Macchine, per l’impegno a supporto delle attività organizzative e verso il mondo delle scuole;

Alessandra Prati e Alessandra Montanari Lughi, Ufficio Scolastico Provinciale, per la collaborazione e l’attività di promozione dell’iniziativa verso il mondo delle scuole;

Giovanni Ricci, artigiano, per il supporto dato all’allestimento della mostra

Riccardo Bevilacqua per l’attiva collaborazione.

Allestimenti

Progettazione scenica: Michele Capra (Studio CL&aa)

Progettazione grafica:

Studio CL&aa, Roberto Gionta

Allestimento: Roberto Pedot e Viktor Oleinik

Allestimento audio e video in Mostra: Audio Video News di Bonfante &c snc, Incensi Ivano &c snc

Carpenteria metallica

Christian Häusl, lavorazioni metalliche – Montagna

Stampa pannelli TT Solution – Bolzano

Comunicazione e ufficio stampa

Gabriella Maldini, responsabile comunicazione dell’Associazione Nuova Civiltà delle Macchine

Fausta Slanzi, Giornalista e responsabile Comunicazione

METS

Catalogo

Progettazione grafica: Studio CL&aa, Roberto Gionta

Realizzazione della seconda edizione: Studio27 S.r.l. – Novara

Stampa

Centro Stampa Regione Emilia-Romagna settembre 2023

Con il patrocinio

Partner

Sponsor

Con la collaborazione

Tavolo Associazioni Ambientaliste di Forlì Tavolo Associazioni Ambientaliste Forlì

Progetto

“Eventi climatici estremi e realtà locali. Segni e Suoni di Vaia”

Premessa

La tempesta denominata “Vaia”, che il 29 ottobre 2018 ha colpito il nostro Paese, ci ha costretto a misurarci con un evento meteorologico estremo di cui non avevamo, e forse non abbiamo ancora, piena consapevolezza.

Circa 41 mila ettari di boschi rasi al suolo, oltre 16 milioni di alberi sradicati e 8,6 milioni di metri cubi di legno abbattuti in pochi minuti da raffiche di vento fino a oltre 200 km/h tra Trentino e Alto Adige, Veneto, Lombardia e Friuli-Venezia Giulia.

Il Museo Etnografico Trentino San Michele ha voluto ripercorrere la dimensione, il senso e l’impatto emozionale dell’evento atmosferico estremo, che ha sconvolto una larga parte del paesaggio alpino nord-orientale, allestendo una mostra totalmente nuova. Per aiutare il percorso verso la “consapevolezza” di come la crisi climatica stia modificando il pianeta, si è provato a raccontare la distruzione che si è abbattuta sulle montagne attraverso i suoni, i rumori e le immagini: la vista e l’udito sono i sensi che raggiungono più in fretta la mente e il cuore, quelli che meglio della parola rimangono impressi nella memoria. Infatti, il senso del furioso urlo del vento e dello scompiglio della natura è profondo e, in parte, ignoto al genere umano. Porsi in ascolto può essere un buon punto di partenza per riuscire a capire meglio il cammino dell’uomo e lo stato di salute del nostro pianeta, la Terra.

Le zone interessate dal passaggio di Vaia sono studiate da molto tempo, in particolare dagli anni Novanta, e nell’area sono presenti due dei circa ottanta siti dell’Infrastruttura LTER italiana (Long Term Environment Research). La Rete LTER, che nel 2021 è stata inserita tra le infrastrutture ad alta priorità del Ministero della Ricerca Scientifica (Esfri MUR), è parte del patrimonio infrastrutturale scientifico che da oltre trent’anni raccoglie dati sulla biodiversità, gli ecosistemi e i cambiamenti climatici.

L’importanza dell’area, ma anche la predilezione dei romagnoli per le Dolomiti, hanno costituito la motivazione di partenza per allestire questa mostra a Forlì, proseguendo le azioni di divulgazione che l’Associazione Nuova Civiltà delle Macchine promuove da tempo e prendendo spunto dalla lezione e dalle relazioni umane e professionali nate dalla figura di Pietro Greco, giornalista scientifico, scrittore e dal 2017 cittadino onorario di Forlì. L’iniziativa “Eventi climatici estremi e realtà locali. Segni e Suoni di Vaia” ci sembra particolarmente attuale dopo l’alluvione che ha colpito la Romagna nel maggio 2023, quando siamo stati di nuovo messi brutalmente di fronte a eventi climatici estremi. Le forti piogge, concentrate nei due periodi 2-3 e 16-17 maggio, hanno portato una quantità record di acqua (oltre 500 mm in alcune stazioni) su una vasta zona compresa tra la costa romagnola e l’Appennino modenese.

L’alluvione ha creato un disastro ambientale in termini di impatto sulle vite umane e sul territorio. La concretezza del fango che ha sommerso ogni cosa si scontra con la lentezza della presa di coscienza del cambiamento climatico, della gestione del territorio e delle scelte necessarie alla transizione ecologica.

Esigenza

I recenti fenomeni meteorologici estremi dimostrano quanto sia urgente diffondere una nuova cultura del rapporto uomo-ambiente. È fondamentale che le conoscenze delle scienze ambientali siano condivise e che vengano approfondite le relazioni con la scuola, i cittadini, gli amministratori locali e le aziende. Per gli scienziati, la condivisione della conoscenza climatica e il come rapportarla all’uso del territorio in senso lato sono punti imprescindibili e i termini “mitigazione” e “adattamento” sono diventate due parole decisive per cercare di capire come si dovrebbe procedere per ridurre il rischio di danni da parte di eventuali nuovi eventi estremi.

Abbiamo il dovere, morale e contingente, di comprendere la complessità delle trasformazioni in atto in quello che chiamiamo “ambiente naturale” e in particolare l’interazione tra attività antropica e ambiente. Una conoscenza indispensabile per vivere in modo non distruttivo la relazione tra i grandi e i piccoli sistemi.

L’educazione alla sostenibilità, in tal senso, è:

• un paradigma (la lettura interdisciplinare dei sistemi naturali e antropici);

• una scienza con la consapevolezza che non tutto quello che si può si deve fare;

• una pedagogia attiva e trasformativa orientata all’azione e a nuovi stili di vita;

• una politica pubblica nella quale cercare coerenza tra gli obiettivi dichiarati e quelli concretamente praticati.

La sostenibilità è anche un processo di apprendimento che promuove le specifiche competenze che sono alla base di tutte le professioni più innovative, quelle che orientano i sistemi di gestione delle imprese e supportano il cambiamento degli stili di vita. La bussola costruita dagli umani per il XXI secolo deve essere una sostenibilità non solo ambientale ed economica, ma anche sociale, una sostenibilità fondata sulla solidarietà tra tutti gli esseri umani e sul loro rapporto empatico con la natura.

Idea

Gli scienziati che osservano i cambiamenti climatici ci dicono che, sebbene gli eventi estremi ci siano sempre stati, sta crescendo la frequenza con cui si verificano. Si tratta di fenomeni che riguardano tutti: alterazioni del clima, esondazioni, nubifragi, siccità, desertificazione, deforestazione, incendi, aumento del dissesto idrogeologico e delle frane, uragani, vento, ondate di calore, alluvioni, aumento del livello dei mari, inquinamento, pandemie.

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Il nostro progetto è articolato nel seguente modo:

• allestire a Forlì (in seconda visione nazionale) la mostra “Segni e Suoni di Vaia”. La mostra è composta da una sezione fotografica, da un audio-visivo sul rapporto uomo-natura e da un audio, molto suggestivo, che consentirà di fare un’esperienza sensoriale di grande effetto attraverso una “piena immersione” nell’uragano ascoltando per quasi 20 minuti, in un ambiente chiuso e buio, il rumore del vento che soffia a oltre 200 km/h. L’allestimento prevede una camera oscura e insonorizzata. L’esperienza sensoriale avviene sedendo su una panca che può ospitare un numero limitato di persone; saranno organizzate sessioni distanziate di 30 minuti. La mostra ospiterà anche una postazione di presentazione del volume prodotto da Rete LTER – CNR.

Allestita nei locali di via Valverde 15, la mostra sarà aperta dal 28 settembre al 3 dicembre 2023 e vi è invitata tutta la cittadinanza. Particolare cura verrà dedicata a rendere possibile le visite delle scuole, che saranno programmate in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale e Provinciale, puntando al coinvolgimento di ogni ordine di scuole: dalle elementari alle secondarie di secondo grado;

• accompagnare la mostra con un ciclo di incontri rivolti alla formazione degli insegnanti e aperto alla cittadinanza, dal titolo “Eventi climatici estremi e realtà locali. Conoscenza scientifica e studi prevalenti. Mitigazione e adattamento per una migliore sostenibilità”. L’obiettivo è quello di diffondere la conoscenza di questa complessa tematica e aumentare la consapevolezza di ciò che la scienza ci suggerisce di fare come comunità e come singoli. Si tratta di una proposta di incontri che, anche alla luce della recente alluvione avvenuta in Romagna, cerca di guardare al fenomeno degli “eventi climatici estremi” con un approccio “globale e locale” attraverso il coinvolgimento degli esperti. Dopo la conferenza di apertura, sono in programma sette incontri, che si svolgeranno con cadenza settimanale tra ottobre e novembre e saranno ospitati nell’aula magna dell’ITIS G. Marconi di Forlì in orario pomeridiano, dalle 15 alle 18. Tutti i materiali utilizzati dai relatori saranno messi a disposizione dei docenti che parteciperanno agli eventi. L’Associazione Nuova Civiltà delle Macchine si impegna a supportare i docenti che vorranno proporre delle attività di “Didattica Laboratoriale” alle loro classi sui temi degli incontri.

Ai Relatori del progetto e agli Ospiti dell’evento verrà donata la cartolina a tiratura limitata “Straripamenti” del Maestro Silvano D’Ambrosio, a cura di Davide Boschini.

Il Maestro Silvano D’Ambrosio ha eccezionalmente firmato e numerato la cartolina “Straripamenti” – a cura di Davide Boschini – siglandola con il proprio ideogramma in colore oro, recante una barca a vela in mare aperto. D’Ambrosio si interroga sul destino fugace dell’uomo, immerso in una natura complessa, fatta di scontri tra elementi primordiali e sconvolgimenti climatici, lasciando allo spettatore il privilegio e il rischio di comprendere la piccolezza dell’individuo sulla terra, rimasto solo a combattere contro aria, acqua o fuoco.

Il Maestro D’Ambrosio, nato ad Hayange nel 1951, da sempre si divide tra Francia e Italia con un riconoscimento unanime di pubblico e critica. Ha all’attivo numerosi cataloghi e la partecipazione a mostre collettive e personali di grande successo. La profondità della Sua arte si ritrova anche nei titoli che sceglie regolarmente per tutte le proprie opere, da quelle di piccolo formato alle più grandi, a conferma di una sensibilità che va oltre il linguaggio pittorico e tocca le corde dei sentimenti intimi dell’animo umano e delle sue infinite paure. (D.B.)

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Forlì

28 settembre - 22 novembre 2023

Programma delle attività e degli incontri

Questo progetto di Educazione ambientale, realizzato in collaborazione con l’ITIS G. Marconi di Forlì e con il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Regionale, avrà un riconoscimento formativo per i docenti.

Gli incontri sono aperti a tutta la cittadinanza. A ogni classe che visiterà la mostra verrà offerto il catalogo.

Ecco il programma:

28 settembre 2023, ore 18-19.30 – Sala refettorio del San Domenico

Iniziativa di presentazione del progetto, della mostra “Segni e Suoni di Vaia”, conferenza di apertura del ciclo di incontri

L’incontro è ospitato nell’ambito del Festival del Buon Vivere 2023, che in questa edizione ha scelto come tema “Ecologia delle Relazioni – La mí tëra”.

• saluto introduttivo

- Tonino Bernabè – Presidente di Romagna Acque Società delle Fonti S.p.A. e Vice Presidente della Fondazione Alberitalia

• presentazione del progetto

- Roberto Camporesi – Presidente Nuova Civiltà delle Macchine

- Mariangela Ravaioli – Ismar.CNR – co-coordinatrice del comitato scientifico del progetto

- Margherita Venturi – Uni.Bo – co-coordinatrice del comitato scientifico del progetto

• presentazione della mostra “Segni e Suoni di Vaia”

- Ezio Amistadi – Presidente METS – Museo Etnografico Trentino San Michele

- Roberto Besana – Autore delle foto della mostra

• “La relazione tra uomo e natura”

- Conferenza dell’architetto Claudio Lucchin – ideatore della mostra

28 settembre 2023, ore 19.30 – Via Valverde 15, Forlì

Inaugurazione e visita guidata della mostra “Segni e Suoni di Vaia”

A seguire, aperitivo a buffet. La mostra rimarrà aperta fino al 3 dicembre 2023.

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Gli incontri successivi del ciclo di educazione ambientale si terranno presso l’aula magna dell’ITIS G. Marconi di Forlì in orario 15-18 con il seguente calendario:

6 ottobre 2023

Cambiamenti climatici ed eventi estremi: aspetti globali e fenomeni locali. La tempesta di Vaia

• Eventi climatici estremi e climatologia alpina

- Antonello Provenzale – Dirigente di Ricerca CNR – Dirett. Istituto di geoscienze e georisorse IGG-CNR

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Eventi climatici estremi e realtà locali Conoscenza scientifica e studi prevalenti Mitigazione e adattamento per una migliore sostenibilità

• Ecosistemi, cambiamenti climatici ed eventi estremi: ruolo e risultati della Rete Italiana per la Ricerca Ecologica di Lungo Termine LTER-Italia

- Giorgio Matteucci – Dirigente di Ricerca CNR, Direttore Istituto per la BioEconomia – CNR, Coordinatore Rete LTER-Italia

• La tempesta Vaia: cosa è successo, cosa si sta facendo ora e prospettive future

- Mario Cerato – già dirigente del Servizio Bacini montani della Provincia Autonoma di Trento –scrittore

12 ottobre 2023

Cambiamenti climatici ed eventi estremi: aspetti globali e fenomeni locali. L’alluvione in Romagna

• Cambiamenti climatici e alluvione padana

- Marina Baldi – CNR – Ricercatrice Senior – Istituto di BioEconomia-CNR-IBE

• Geomorfologia del territorio

- Paride Antolini – Presidente ordine dei Geologi dell’Emilia-Romagna

• L’alluvione in Romagna: analisi dell’evento 16-18 maggio 2023

- Sandro Nanni – ARPAE, Responsabile di Struttura Idro-Meteo-Clima

• L’emergenza climatica dalla scala globale a quella locale e la gestione del rischio

- Carlo Cacciamani – Direttore dell’Agenzia Italia Meteo

18 ottobre 2023

Cambiamenti climatici ed eventi estremi: “mitigazione” e “adattamento”. Dal fiume al mare. Fiumi e assetti idro-geologici. Il mare e le coste

• Come si è formata la nostra pianura e le peculiarità degli assetti dei nostri fiumi

- Paolo Severi – Geologo – Area geologia, suoli e sismica. Settore difesa del suolo e della costa.

Regione Emilia-Romagna

• Mitigazione e adattamento e sistema idro-morfologico

- Andrea Nardini – libero pensatore, ingegnere idraulico, PhD Analisi dei Sistemi, PhD Geomorfologia fluviale

• Le dinamiche evolutive delle coste e le criticità attuali

- Luisa Perini – Geologa, Area geologia, suoli e sismica. Settore difesa del suolo e della costa.

Regione Emilia-Romagna

• Incontro fiume mare, zone costiere marine. I processi, le infrastrutture e le osservazioni nel tempo, Ruolo della Rete LTER

- Mariangela Ravaioli – già Dirigente di Ricerca, ora associato – CNR Istituto di Scienze Marine, ISMAR – Bologna

24 ottobre 2023

Cambiamenti climatici ed eventi estremi: “mitigazione” e “adattamento”. Foreste e agricoltura

• Foreste: cosa è avvenuto nel tempo. Cosa dovremmo fare nella logica della mitigazione e adattamento

- Renzo Motta – Università di Torino, Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari

• Suolo e cambiamenti climatici, proposte per una gestione sostenibile

- Giacomo Certini – Università di Firenze, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali

• Modelli per studiare la mitigazione delle green infrastructures in aree urbane e suburbane

- Rita Baraldi – Istituto di BioEconomia IBE-CNR. ADR-Bologna – Già Dirigente di Ricerca. CNR

• Cambiamenti climatici e agricoltura: quali cambiamenti per fare agricoltura in modo sostenibile?

- Gianluca Bagnara – Consulente

8 novembre 2023

Cambiamenti climatici ed eventi estremi: “mitigazione” e “adattamento”. Il consumo di suolo e la difesa dai rischi: il ruolo della pianificazione territoriale e urbanistica

• Consumo di suolo, servizi ecosistemici e cambiamenti climatici. Quadro nazionale e locale

- Michele Munafò – ISPRA – Responsabile Servizio per il sistema informativo nazionale ambientale

• Non si può costruire come prima. Una riflessione dopo l’alluvione

- Rudi Fallaci – Architetto urbanista

• La difesa del suolo prima e dopo l’alluvione in Emilia-Romagna

- Vinicio Ruggeri – già Dirigente ufficio Piani e Programmi della Regione Emilia-Romagna

• Tutelare il suolo, combattere i cambiamenti climatici: il ruolo della pianificazione territoriale

- Alessandro Delpiano – Direttore area pianificazione territoriale e mobilità. Città metropolitana di Bologna

• A scuola di adattamento urbano nature-based: un progetto educativo per le scuole superiori di secondo grado. Proiezione del video “SOS4cities”

- CTR Educazione alla Sostenibilità di Arpae Regione Emilia-Romagna

14 novembre 2023

Cambiamenti climatici ed eventi estremi: le emissioni di CO2

Laboratorio didattico

• Ciclo del carbonio / impronta ecologica e carbon foot print

- Margherita Venturi – Università di Bologna – Professoressa Alma Mater

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• Come misurare la nostra impronta ecologica e la carbon foot print?

La Rete LTER

- Andrea Zanfini –

Acque /

Presidente Associazione Nuova Civiltà delle Macchine

22 novembre 2023

Cambiamenti climatici ed eventi estremi Educazione ambientale: tra scienza, comunicazione della scienza e psicologia di massa

• L’IPCC. Le ricerche effettuate, i report prodotti e come sono stati comunicati e metabolizzati

- Susanna Corti – Dirigente di Ricerca CNR ISAC - Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima

• Le tematiche ambientali e la comunicazione della scienza

- Marco Fratoddi – Giornalista professionista e formatore, direttore responsabile di Sapereambiente, insegnante di Scrittura giornalistica al Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Cassino

• Comunicare la scienza: il ruolo dei ricercatori nell’educazione ambientale. Il recente appello dei ricercatori dell’area del CNR di Bologna

- Francesca Alvisi – Geologa, ricercatrice presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Scienze Marine CNR-ISMAR

• Cambiamenti climatici, educazione ambientale e psicologia di massa

- Bruno Mazzara – Dipartimento di Comunicazione Ricerca Sociale – Sapienza Università di Roma

Long Term Ecological Research – Ricerche ecologiche di lungo termine

L’ecologia è lo studio delle interazioni degli organismi fra loro e con l’ambiente che li ospita. Si tratta di indagini scientifiche complesse e interdisciplinari in quanto gli ecosistemi sono caratterizzati da numerose componenti biotiche e abiotiche che interagiscono in modo dinamico. Questo implica la necessità di analizzare le strutture e i processi prendendo in considerazione diverse scale spaziali e temporali per riuscire a cogliere l’intera gamma di variabilità e le tendenze evolutive dei sistemi. I dati forniti da queste indagini sono di grande utilità per comprendere molti tratti della biodiversità naturale sul nostro pianeta, le dinamiche degli ecosistemi e le loro risposte agli impatti climatici e antropici, consentendo valutazioni per la loro salvaguardia. Le ricerche ecologiche di lungo termine (LTER, Long Term Ecological Research) forniscono la base scientifica di riferimento per distinguere la dinamica naturale dei processi ecologici, che si manifesta su lunghi intervalli temporali, dagli effetti di tendenze globali, quali il cambiamento climatico, o di fattori d’influenza e disturbo locali. La disponibilità di lunghe serie di dati ecologici e di biodiversità consente inoltre di valutare l’efficacia delle azioni di salvaguardia e recupero di ambienti che abbiano subito alterazioni dovuti a pressioni antropiche quali, ad esempio, eutrofizzazione, contaminazione del suolo, impatto da eventi estremi, introduzione di specie alloctone, diventando strumento sia di pianificazione sia di verifica nella gestione delle risorse e del territorio.

• Tutti i materiali utilizzati dai relatori saranno messi a disposizione dei docenti che parteciperanno agli eventi.

• Per aiutare la ricaduta didattica, l’associazione Nuova Civiltà delle Macchine si impegna a supportare i docenti che vorranno proporre delle attività di “Didattica Laboratoriale” alle loro classi sui temi degli incontri.

• Gli incontri saranno accessibili direttamente oppure in streaming attraverso la piattaforma Youtube.

• Tutti i materiali utilizzati dai relatori e le videoregistrazione degli incontri saranno pubblicati sul sito dell’associazione e resi accessibili e ripercorribili per chi lo desidera.

• Ai relatori verrà data in omaggio la cartolina ‘Straripamenti’, pensata e realizzata espressamente per questo progetto dal Maestro Silvano D’Ambrosio, a cura di Davide Boschini.

La Rete Italiana per la Ricerca Ecologica di Lungo Termine (LTER-Italia, www.lteritalia.it) è attualmente costituita da 79 siti organizzati in 25 macrositi, distribuiti in ambienti terrestri, d’acqua dolce e di acque di transizione e marine. Essa include, inoltre, 7 siti extraterritoriali in Antartide e in Himalaya (si veda la carta geografica alla pagina seguente). Come si può vedere dalla mappa, sono diversi i siti che si trovano nell’area interessata da Vaia. Tra questi, il sito Passo Lavazè TRE1 (https://zenodo.org/record/5584731) è stato direttamente interessato dagli schianti. Dal punto di vista organizzativo, la Rete sta passando a un’organizzazione basata su una Joint Research Unit tra le istituzioni coinvolte, che prevede, oltre al Comitato di Coordinamento, l’Assemblea Generale e l’Assemblea dei Siti di Ricerca.

Lo sviluppo e consolidamento di LTER-Italia sono strettamente legati a quelli di LTER-Europe, cui la Rete appartiene dal 2006. Le ricerche vengono sostenute da numerose Istituzioni Scientifiche, Università e Amministrazioni statali e locali; inoltre, LTER-Italia ha importanti connessioni con altre infrastrutture di ricerca e con le Regioni.

Le attività spaziano su molteplici ambiti scientifici, con un approccio socio-ecologico sui temi della biodiversità, dei cambiamenti climatici, della formazione ed educazione ambientale e per le sfide ambientali che impegnano la nostra società. La Rete LTER-Italia è stata ideata e realizzata come una piattaforma comune di ricerca ecologica, che favorisca il confronto dei risultati e la conservazione dei dati generati, con il fine di co-

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La copertina del volume LTER, La Rete Italiana per la Ricerca Ecologica di Lungo Termine. Lo studio della biodiversità e dei cambiamenti (2021) a cura di Capotondi L., Ravaioli M., Acosta A., Chiarini F., Lami A., Stanisci A., Tarozzi L., Mazzocchi M.G., CNR-Edizioni.

Localizzazione dei siti della Rete LTER-Italia. I siti terrestri sono evidenziati in ocra, quelli di acqua dolce in azzurro, quelli marini in blu e quelli di acque di transizione in verde. Nella Rete LTER-Italia sono presenti anche sette siti extraterritoriali: due lacustri in Himalaya e cinque marini in Antartide.

stituire un patrimonio di informazioni e osservazioni accessibile e fruibile per le generazioni future. I membri di LTER-Italia studiano gli ecosistemi, le loro dinamiche e la loro evoluzione, le relazioni tra biodiversità e funzionalità ecologica e le risposte ambientali in seguito all’azione di stimoli esterni di tipo naturale e antropico. Nell’ambito della Rete vengono avviate e mantenute proficue collaborazioni scientifiche, incoraggiate le attività interdisciplinari e le ricerche trasversali agli ecosistemi nonché valorizzati i dati ecologici di interesse storico, la cui estensione temporale è, in alcuni siti e per alcune osservazioni, secolare.

Dal 2015 si sta lavorando all’integrazione di LTER-Italia nella nascente infrastruttura europea eLTER-RI (European Long-Term Ecosystem, critical zone and socio-ecological Research Infrastructure).

La Rete LTER-Italia nel 2021 ha raggiunto 15 anni della propria storia. In tutto questo tempo, la Rete è cresciuta: partita con 27 siti di ricerca e 10 macrositi, oggi ne conta rispettivamente 79 e 25. Lo stato attuale della Rete e i principali risultati ottenuti sono illustrati nel volume del 2021 La Rete Italiana per la Ricerca Ecologica di Lungo Termine (si veda la copertina alla pagina precedente) che si può trovare on-line (https://www.ismar.cnr.it/ pubblicazioni/libri/lter_book). Le centinaia di articoli scientifici, le decine di tesi di laurea e dottorato, nonché le numerose iniziative di comunicazione e coinvolgimento dei cittadini, testimoniano la realtà e i successi della Rete. Il Ministero dell’Università e Ricerca ha riconosciuto l’importanza della Rete inserendo eLTER nel Programma Nazionale delle Infrastrutture di Ricerca 2021-2027 tra le infrastrutture di ricerca ad alta priorità. La Rete europea (LTER-Europe) partecipa pienamente al percorso di realizzazione dell’Infrastruttura di Ricerca (RI) europea eLTER-RI, una RI di tipo distribuito che è stata inserita nella roadmap ESFRI del 2018 per il Settore Strategico Ambiente (Environment SWG). LTER-Italia è parte rilevante del processo. In questo momento, la Rete LTER-Italia rinnova e rafforza il suo impegno nel continuare e sviluppare le osservazioni e le ricerche ecologiche di lungo termine, nell’ottica del Green Deal europeo e in collegamento con le Strategie Europee per il 2030 sulla Biodiversità e sulle Foreste ed è inserita nel progetto PNRR ITINERIS, di potenziamento e messa in rete delle infrastrutture di ricerca del settore ambientale presenti in Italia con l’obiettivo anche di formare le nuove generazioni di ricercatrici e ricercatori cui passare il testimone.

Nel contesto storico attuale, proprio come si è preparata ad affrontare le grandi sfide del cambiamento ambientale globale (quali, tra le altre, il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità), LTER potrà e dovrà raccogliere e rendere disponibili informazioni e conoscenze utili per affrontare molte questioni di sostenibilità, facendo proprio il concetto, profondamente ecologico, di “One Health”, che sottolinea come salute umana e ambientale siano strettamente interdipendenti.

Attuale Comitato di Coordinamento e Segretariato in carica dal 2016

Giorgio Matteucci, Coordinatore (CNR-IBE, FI); Maria Grazia Mazzocchi, Vice Coordinatrice (SZN, NA);

Alessandro Campanaro (CRA-DC, FI); Lucilla Capotondi (CNR-ISMAR, BO); Bruno Cataletto (OGS, TS);

Andrea Lami (CNR-IRSA, VB); Renzo Motta (UNI TO, DISAFA). Segretariato: Caterina Bergami (CNRISMAR, BO); Alessandra Pugnetti (CNR-ISMAR, VE); Mariangela Ravaioli (CNR-ISMAR, BO).

Citazione: La Rete Italiana per la Ricerca Ecologica di Lungo Termine. Lo studio della biodiversità e dei cambiamenti (2021) a cura di Capotondi L., Ravaioli M., Acosta A., Chiarini F., Lami A., Stanisci A., Tarozzi L., Mazzocchi M.G. CNR-Edizioni, Roma. DOI: 10.5281/zenodo.5570272.

ISBN versione on-line: 978-88-8080-214-3, ISBN versione a stampa: 978-88-8080-208-2.

Giorgio Matteucci, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto per la BioEconomia

Mariangela Ravaioli, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto di Scienze Marine

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Forlì

28 settembre - 3 dicembre 2023

LA MOSTRA

Segni e Suoni di Vaia

La tempesta raccontata dai suoni, video e fotografie

Ezio Amistadi

Presidente del Museo

Etnografico Trentino San Michele

Il Museo Etnografico Trentino San Michele (Mets), che ho l’onore di presiedere, accogliendo un’idea dell’architetto Claudio Lucchin, ha proposto al pubblico “I Suoni di Vaia”, un’iniziativa di forte impatto emozionale. La tempesta denominata Vaia, che a fine ottobre 2018 ha colpito il Trentino, l’Alto Adige e la provincia di Belluno, ha costretto tutti noi a misurarci con un evento meteorologico estremo e che non conoscevamo, di cui non avevamo e forse non abbiamo ancora piena consapevolezza.

Il progetto si è strutturato in tre momenti:

• “I segni di Vaia”, una magnifica esposizione fotografica di Roberto Besana che rappresenta i luoghi che hanno subito la furia di Vaia. Di grande effetto sono, in particolare, due immagini della medesima foresta scattate a un anno di distanza. Prima e dopo Vaia.

• “L’indicibile linguaggio della natura”, un video ideato e realizzato da Roberto Besana e Davide Grecchi con testi di Mimmo Sorrentino. In esso, Madre Terra si rivolge a noi Uomini ricordandoci che lei esisteva prima di noi e continuerà a esistere dopo di noi; ormai si è abituata a sentirci camminare sulla sua pancia e, come ci insegnava Antoine de Saint-Exupéry, “…tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato”.

• “I suoni di Vaia”, di Elisa Pisetta e Cristian Postal, quindici minuti di tregenda che hanno cambiato la morfologia dei territori. Emozionate ed emozionanti le voci di chi ha vissuto quei momenti sulla propria pelle, ed emotivamente coinvolgenti i rumori della tempesta.

L’installazione, presso il Mets, ha concluso il periodo di esposizione a fine ottobre 2022 e il 2 maggio ha avuto inizio la terribile alluvione in Emilia-Romagna. Anche in questo caso, dopo la conta delle perdite umane e dei danni alle cose, è assolutamente indispensabile “capire” e attivare nuove forme di convivenza con l’ambiente, ed è per questo che abbiamo accolto con entusiasmo e partecipazione la proposta dell’Associazione Nuova Civiltà delle Macchine di portare la Mostra a Forlì nell’ambito del progetto “Eventi climatici estremi e realtà locali”.

Questa nuova esposizione, seppure a ferita ancora aperta, offre l’opportunità di interrogarci e decidere, finalmente, di vivere in armonia con l’ambiente e di prendercene cura. Per ora, tutti viviamo su questo pianeta.

Ezio Amistadi

Architetto

La “cura” dell’ambiente per abitare il mondo

La tempesta Vaia è una tragedia ambientale di grandissimo impatto emotivo, accompagnata dall’immenso urlo di dolore di una Terra sofferente. Ma una tempesta così violenta deve per forza volerci dire qualcosa. Un messaggio che spesso non sentiamo o non vogliamo più sentire, perché è difficile decodificare o rendere esplicito un significato che sappiamo essere drammatico e doloroso. Il dolore di una Terra malata e di una specie umana che, abbagliata dagli effetti speciali del progresso, sembra aver perso la strada della propria evoluzione, naturale o culturale che sia.

La storia della Terra racconta la capacità dell’uomo di usare la tecnologia per produrre strumenti, necessari per fare un lavoro, trasformare il mondo e, così, accedere alla conoscenza. Abbiamo ampliato le nostre capacità fisiche usando gli utensili e abbiamo trasferito al sapere collettivo i costi cognitivi per la risoluzione dei problemi complessi. Ci siamo comportati in questo modo per migliaia di anni ma ora sembra essersi rotto qualcosa nel rapporto tra noi e la Terra, o nell’umana capacità di comprenderne la complessità.

Per affrontare e metabolizzare un disastro così grande è necessario innanzitutto ricorrere alla parola, con la quale provare a esorcizzare la paura della morte; recuperare una certa capacità d’ascolto, per risintonizzare il nostro “stile di vita” con le più naturali necessità del pianeta e, infine, tornare a una più efficace cooperazione tra tutti gli uomini, perché da soli siamo impotenti e indifesi di fronte all’entropia dell’Universo. E siamo ancora qui a chiederci se sia il caso o la necessità a guidare la nostra vita.

Ma se vogliamo affrontare, o anche solo capire, i problemi complessi e difficili di questo nostro tempo è necessario connettere tra loro tutti i cervelli possibili. Come il cervello di un fotografo di grande sensibilità come Roberto Besana, che racconta gli alberi, i boschi, la natura e la stessa tempesta con un’educazione e un punto di vista così raffinati e delicati, da evitare di annichilire la nostra fragile umanità e, di conseguenza, la nostra personale curiosità. Perché le bellissime fotografie pubblicate hanno lo scopo di riattivarla, per tornare a curiosare in quei luoghi, senza paure o titubanze, per ritrovare “la perduta via”. E non serve più tecnologia o un navigatore satellitare migliore, ma più attenzione, curiosità, interesse, sapersi mettere in gioco e ascoltare la bellezza del mondo, per stimolare all’infinito le nostre migliori energie cognitive, in modo da comprendere, una volta per tutte, che “abitare” il mondo significa ontologicamente prendersi cura dell’ambiente che ci accoglie e di tutti i viventi presenti.

Claudio Lucchin

Fotografo e divulgatore

Silenziosa, consapevole tristezza

Le parole, a mio avviso, non hanno sempre la forza necessaria per dare evidenza agli accadimenti. In alcuni casi, infatti, sento con certezza che le immagini unite al suono siano più efficaci nel parlare alla nostra mente, nel documentare, nel tenere vivo il ricordo del passato. Ne è un esempio l’iniziativa, a cui con immenso piacere ho collaborato, nata per ricordare e riflettere su quanto è avvenuto nell’ottobre 2018 sulle Dolomiti e le Prealpi Venete a causa dell’uragano Vaia.

La vista e l’udito sono i sensi che più velocemente raggiungono la mente e il cuore, e che rimangono impressi nella memoria ancora meglio della parola. Momenti e sensazioni che ho cercato di fissare in modo indelebile con le immagini presentate in questa mostra, portate al vostro sguardo per non dimenticare.

In questo mio vedere, ho trovato sintonia di intenti in Mimmo Sorrentino e Davide Grecchi, che nel coinvolgente video L’indicibile linguaggio della natura hanno mostrato come il nostro stile di vita debba necessariamente svolgersi in armonia con quanto ci circonda e con l’ambiente naturale.

Meglio di tutto, quindi, il suono, le immagini e la fotografia possono raccontarci in modo vivo quanta distruzione si è abbattuta sulle montagne, quanti alberi si sono adagiati dopo essere stati estirpati con violenza. Ecco, la fotografia scuote il cuore, l’anima di chiunque non ha potuto vedere né vagare per i versanti e le valli, ammutolito come me, incredulo e tristemente consapevole che siamo di fronte alla necessità di comprendere e condividere quanto la scienza ci dice da tempo: l’equilibrio ambientale si sta rompendo e stanno aumentando i fenomeni estremi. La causa è la nostra incuria di una vita dispendiosa di energia, di suolo, di risorse.

Nulla di male per la natura. Nei milioni di anni già trascorsi, lei è riuscita a sopravvivere a catastrofi ben più grandi e continuerà a farlo in un eterno infinito che viene prima degli uomini e continuerà dopo di loro. Non sarà certo il mammifero Homo che ne causerà la distruzione, ma dovrebbe essere lui a preoccuparsi e correre ai ripari, considerando l’avvenimento come un presagio, un avvertimento per la sua esistenza futura. Rispettare la natura è portare rispetto a noi stessi, alla nostra qualità di vita sul Pianeta Terra, in cui siamo ospiti. Solo così l’uragano Vaia, con il suo nome di donna madre, ci servirà per rigenerarci come gli alberi che via via ricresceranno: noi migliori di prima, più consapevoli, più umani.

Roberto Besana

I danni di Vaia

Tra sabato 27 e martedì 30 ottobre 2018 l’Italia è stata interessata dagli effetti di una profonda depressione atmosferica denominata “Vaia”. Tra il mattino e il pomeriggio di lunedì 29 ottobre 2018, potenti raffiche di vento meridionale con velocità di punta superiori ai 200 km/h si sono abbattute sulle regioni alpine, in particolare nelle aree di Nord-Est.

A seguito di questo evento catastrofico è stato costituito un gruppo di lavoro con lo scopo di quantificare i danni subiti dalle nostre foreste. Con il coordinamento della Direzione Generale dell’Economia Montana e delle Foreste del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali hanno collaborato i servizi forestali di tutte le Regioni colpite: Veneto, Lombardia e Friuli-Venezia Giulia, assieme alle Province Autonome di Trento e Bolzano. Con la Direzione scientifica del Prof. Gherardo Chirici, direttore del geoLAB – Laboratorio di Geomatica Forestale dell’Università degli Studi di Firenze, è stata quindi avviata la mappatura che, grazie all’utilizzo di rilievi in bosco e alle osservazioni da aereo e da satellite, ha permesso di produrre una cartografia di dettaglio dei danni subiti.

Oggi sappiamo quindi che la tempesta Vaia ha danneggiato in modo grave circa 38.216 ettari di foreste portando allo schianto di oltre 16 milioni e mezzo di metri cubi di legname, in gran parte di abete rosso. Approssimativamente, circa 30 milioni di alberi distrutti.

I danni maggiori sono stati subiti dalla Provincia di Trento e dalla Regione Veneto. Entrambe hanno riportato oltre 11.000 ettari distrutti, con circa 5,3 milioni di metri cubi di legno a terra. Seguono la Regione Friuli-Venezia Giulia e la Provincia di Bolzano e infine la Regione Lombardia.

Le statistiche ufficiali dei danni sono disponibili sul sito del Ministero all’indirizzo https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/18158

mentre i dettagli sulle procedure di rilievo sono pubblicati nell’articolo: Chirici G. et al. (2019). Stima dei danni della tempesta “Vaia” alle foreste in Italia. https://doi.org/10.3832/efor3070-016

Università

Firenze

Professore ordinario, cattedra di inventari forestali e telerilevamento

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Il bosco di
passo Costalunga fotografato prima e dopo la tempesta.
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