Linee guida Master Plan

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Linea guida 3 Salvaguardia degli habitat e uso sostenibile delle risorse connesse alla pesca e all’acquacoltura Attuare azioni di tutela urgenti sull’esistente per salvaguardare le fasi di riproduzione e nursery dell’ittiofauna e, nei limiti del possibili, ricostituire nuove aree umide utilizzando gli strumenti finanziari comunitari indirizzati al sostegno di tali azioni. Riconvertire in zone umide aree incolte o destinate ad altri usi di scarso interesse economico e sociale. In molti casi si tratta di aree bonificate in cui l’attività agricola è spesso caratterizzata da una limitata produttività o da particolari forme di coltivazioni intensive che stanno incontrando criticità di mercato (barbabietola, graminacee) Eliminare lo scarico di sostanze chimiche inquinanti (metalli pesanti, idrocarburi, organo alogenati, ecc.), ridurre l’utilizzo, e conseguentemente l’immissione, nelle acque percolanti di fitosanitari (erbicidi, insetticidi, anticrittogamici), ridurre l’immissione di scorie organiche e rifiuti plastici direttamente nella rete idrica; contenere lo scarico di sostanze eutrofizzanti (fosfati, nitrati). Tutelare e ripristinare la morfologia (rinaturalizzazione) dei corsi d’acqua; tutelare la vegetazione spontanea idrofitica e alofitica nei corsi d’acqua, almeno in alcuni tratti non interessati da prese di captazione. Mantenere la circolazione e il flusso idrico in zone più profonde in cui i pesci possano rifugiarsi e sopravvivere nei periodi di secca, sia causati da eventi naturali (siccità estiva), che da interventi umani (gestione dei canali, emungimenti, taglio dei canneti). Gestire in maniera responsabile la pesca, soprattutto quella sportiva. Vietare la pesca per alcune specie minacciate di estinzione (Storioni); restringere il periodo di pesca per alcune specie in declino (Cheppia); vietare l’ utilizzo come esca viva di alcune specie ittiche protette da direttive dell’Unione europea (Cobite, Ghiozzetti); intensificare la vigilanza; sensibilizzare i pescatori a rilasciare gli individui immaturi o di scarso interesse alimentare appartenenti alla ittiofauna autoctona (es. Nono e Spinarello) Bloccare l’introduzione di specie alloctone, di nuova importazione o già acclimatate; vietare l’allevamento, l’immissione in laghetti per la pesca sportiva di specie alloctone; avviare progetti per la eliminazione delle specie alloctone dannose mediante sensibilizzazione dei pescatori professionisti e sportivi sui possibili danni arrecati da queste specie al patrimonio ittico.

Linea guida 4 Razionalizzazione degli interventi di gestione idraulica Gestire la rete dei canali di drenaggio dai terreni agricoli come elementi ecologici e paesaggistici. Questi corsi d’acqua minori possono costituire un importante segmento della rete ecologica del Parco, infrastrutture già presente sul territorio e che necessita solamente di una gestione più mirata. Nel reticolo idrico superficiale minore attuare programmi di conservazione, riqualificazione e gestione ambientale evitando ulteriori tombinature dei fossi, ridisegnandone, per quanto possibile, il tracciato per limitatare al massimo i tratti rettilinei, gli angoli retti ed altri elementi artificiali. Promuovere la ricostituzione di siepi e fìlari ripariali per facilitare lo spostamento della fauna e diffusione della flora selvatica. Nel reticolo idrico minore migliorare la qualità delle acque di drenaggio provenienti dai terreni agricoli sviluppando la presenza di macrofite acquatiche e di vegetazione palustre attraverso interventi di manutenzione non distruttivi. Creando o ricreando, ove possibile, “morte” nei pressi degli angoli dei campi,

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