UN SUPPLEMENTO DI CITYWIRE ITALIA DICEMBRE 2019 . citywire.it
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UN SUPPLEMENTO DI CITYWIRE ITALIA DICEMBRE 2019 . citywire.it
RITRATTO DI RICCARDO BARBARINI (UBI TOP PRIVATE)
p. 4
IL PAESE REALE: PAOLO AGNELLI (ALLUMINIO AGNELLI)
p. 6
RITRATTO DI ELENA GOITINI (BNP PARIBAS PB)
p. 8
PLANISFERO
p. 14
VISIONI: IL PRIVATE BANKING NEL 2020
p. 18
CAMBI DI CASACCA
p. 23
LE ESPERIENZE DEGLI ALTRI: HONG KONG
p. 24
RITRATTO DI GIORGIO VIO (CREDIT SUISSE)
p. 26
elena goitini pag. 8
IL PAESE REALE: VINCENZO FERRIERI (CIOCCOLATITALIANI) p. 28
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RITRATTO DI FEDERICO TADDEI (ERSEL)
p. 30
GESTORI E FONDI: MULTIASSET BIL. E AZIONARIO GLOBALE
p. 32
HANNIBAL LECTOR
p. 34
GRANDI PORTAFOGLI: CARLO VEDANI (OREFICI)
p. 36
LA STORIA DEL PRIVATE BANKING: MEDIOBANCA
p. 38
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SENZA PIETRE NON CâĂ ARCO Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra. âMa qual è la pietra che sostiene il ponte?â chiede Kublai Kan. âIl ponte non è sostenuto da questa o da quella pietraâ risponde Marco âma dalla linea dellâarco che esse formanoâ. Kublai Khan rimane silenzioso, riflettendo. Poi soggiunge: âPerchĂŠ mi parli delle pietre? Ă solo dellâarco che mâimportaâ. E Polo risponde: âSenza pietre non câè arcoâ. Sulla stessa filosofia â espressa ne âLe cittĂ invisibiliâ di Italo Calvino â si basa da sempre la linea editoriale di Citywire, volta a mettere al centro le donne e gli uomini dellâindustria del risparmio gestito, con le loro
storie personali, i percorsi di carriera, i timori e i sogni con cui affrontano il proprio lavoro. Fedele a questo spirito, la squadra di Citywire Italia ha deciso di rinnovare e migliorare la pubblicazione che avete davanti, concentrandosi sulla visione strategica dei responsabili dellâindustria della tutela e dello sviluppo dei grandi patrimoni. La risposta dellâindustria è stata entusiasmante, con la partecipazione di molte delle figure piĂš rappresentative. Nelle prossime pagine troverete infatti analisi e spunti inediti di professionisti del calibro di Saverio Perissinotto (Intesa Sanpaolo Pb), Salvatore Pisconti (UniCredit Pb), Gian Maria
Mossa (Banca Generali Private), Riccardo Barbarini (Ubi Top Private), Elena Goitini (Bnl-Bnp Paribas Pb), Paolo Federici (Ubs Global Wm), Eugenio Periti (Deutsche Bank Pb), Alessandro Varaldo (Banca Aletti), Giorgio Vio (Credit Suisse), Angelo Viganò (Mediobanca Pb), Gianluca Rondini (Credem Pb) e Federico Taddei (Ersel). PerchĂŠ, per raggiungere lâeccellenza, bisogna saper fare, fare e far sapere.
DANIELE BARZAGHI REPORTER
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RITRATTO
di
FRANCESCO COLAMARTINO
âLa mia avventura nel mondo della finanza inizia nellâultimo anno delle grida a Piazza Affari, prima dellâavvento della Borsa telematica. Io lavoravo lĂŹâ. Se le grida dei trader sono ormai un ricordo, quelle dei tifosi della Juventus riecheggiano tuttâoggi nelle domeniche di Riccardo Barbarini, responsabile di Ubi Top Private (gruppo UBI Banca) e fervente sostenitore dei bianconeri. E se, oltre al tifo calcistico, aggiungiamo tra le sue passioni i viaggi in luoghi esotici e i racconti di viaggio di Bruce Chatwin, le vacanze in barca a vela, le moto e tre figli piccoli, è chiaro che lâamore per le sfide scorra nelle sue vene. âLa vera casa dellâuomo non è una casa, ma la stradaâ, scriveva Chatwin. âLâarena nel settore del wealth management è e sarĂ sempre piĂš competitivaâ pronostica Riccardo âe lo sarĂ soprattutto per quelle banche che non riusciranno a raggiungere la giusta dimensione, in tempi in cui gli aspetti regolamentari hanno inciso in maniera importante sui costi. Certo è un settore che assorbe poco capitale, in un momento in cui il capitale è un valore di gran lunga piĂš imporante rispetto a primaâ. Ma anche su questo tema una battuta se la lascia scappare. âSe oggi sommassimo tutti gli obiettivi sul wealth management che le banche hanno nei loro piani industriali, dovremmo raddoppiare il numero di ricchi in Italia!â. Pesarese, classe 1966, Riccardo si laurea in Scienze economiche e bancarie e, nel 1991, entra in Andersen Consulting (oggi Accenture) nella divisione Strategic services. Dopo 7 anni assume in Comit il ruolo di responsabile dei nuovi canali âe non nel migliore dei periodi, visto che Banca Commerciale era al centro di un braccio di ferro tra la Mediobanca di Enrico Cuccia e Banca Intesa di Giovanni Bazoliâ. Nel 2000 viene nominato nel gruppo Banca Lombarda, oggi Ubi Banca, prima come responsabile del marketing strategico e dopo 3 anni come responsabile dellâarea commerciale, per poi fondare nel 2004 Banca Lombarda Private Investment, oggi IW Bank, di cui diventa amministratore delegato.
âQuando sono andato via da quella che oggi si chiama IW Bank câerano circa 800 promotori finanziari e 50 banker. Nel 2009 sono stato nominato direttore generale della Banca Regionale Europea, la banca del gruppo Ubi per il Nord Ovest, un incarico che ho ricoperto fino al 2016. Erano i tempi delle crisi bancarie, tempi duri ma avvincenti. Certo posso dire che le due esperienze, quella nel wealth management e quella in una banca universale, hanno reso piĂš completo il mio percorso professionaleâ. A seguito dellâoperazione di tre anni fa che ha visto la fusione per incorporazione delle 7 banche rete in Ubi e lâacquisizione di Nuova Banca delle Marche, Nuova Banca dellâEtruria e del Lazio e Nuova Cassa di Risparmio di Chieti, Barbarini torna, nelle sue parole, âal vecchio amore del private banking con la responsabilitĂ di Ubi Top Privateâ. Quando ha messo prima un piede e poi tutti e due nel mondo della finanza, erano tempi in cui nel mondo degli investimenti riuscivano un poâ tutti a guadagnare senza rischiare. âOggi, con il 30% del debito pubblico mondiale a tassi negativi, è diventato tutto piĂš complicatoâ. Ma per affrontare le nuove sfide, Ubi Top Private ha giĂ due assi nella manica: investimenti tecnologici e assunzioni. âNei prossimi tre anni prevediamo di fare circa 50 assunzioni di giovani neolaureati attraverso i nostri percorsi formativi. E intendiamo la tecnologia come un supporto per semplificare la vita di tutti: il 60% delle operazioni con i clienti giĂ oggi avviene senza la necessitĂ di una firma fisicaâ. Di recente, con la creazione di una struttura dedicata ai grandi patrimoni, Ubi Top Private ha anche potenziato le attivitĂ nellâambito della clientela di fascia piĂš alta, spesso costituita da imprenditori, ânei confronti dei quali offriamo servizi e soluzioni a 360 gradi, per soddisfare tutti i bisogni che esprimono e che riguardano sia lâazienda sia la famiglia, sia anche aspetti relativi al patrimonio finanziario e immobiliare. Un risultato raggiungibile grazie alle nostre strutture specialistiche, di Consulenza Evoluta e di Family Business Advisory, oltre alle sinergie cui possiamo attingere, in ambito corporate e investment banking, appartenendo a una banca universale quale è Ubi Bancaâ.
âIn tre anni prevediamo di fare circa 50 assunzioni di neolaureati â
âSe sommassimo i target wealth delle banche italiane dovremmo raddoppiare il numero dei ricchi â CITYWIRE.IT 5
IL PAESE REALE
RESPIRARE
A D N E I LâAZ di CAMILLA CONTI
âIL PASSAGGIO GENERAZIONALE è UNA QUESTIONE DI EDUCAZIONEâ PER PAOLO AGNELLI, AGNELLI PRESIDENTE DI ALLUMINIO AGNELLI E DI CONFIMI INDUSTRIA 6
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Lo chiamano il âre dellâalluminioâ ma anche âil signore delle pentoleâ, perchĂŠ fa un milione di pentole allâanno. Di certo Paolo Agnelli (in foto), 67 anni, imprenditore bergamasco di quarta generazione â se si mette nel conto anche il bisnonno, che aveva due ristoranti â è presidente di Alluminio Agnelli, gruppo fondato nel 1907 dal nonno Baldassare (con una erre), orafo e cesellatore. âQuando aveva ventâanni lo mandarono a far pratica in Montenegro per imparare i disegni che arrivavano dallâIslam. LĂ scopre questo particolare metallo, mai visto prima, e comincia a lavorarlo. Nel 1905 torna a casa e lo propone alla Pirelli, che ne resta incantata, e gli commissiona subito la costruzione di tubi in alluminio. Arriva la prima guerra mondiale e con essa il sequestro delle pentole in rame, in
aiuto alla Patria. âLĂŹ mio nonno ha lâintuizione di farle in alluminio, che è un ottimo conduttore e che, a differenza del rame, non necessita di alcuna manutenzione. Si fa su le maniche e dĂ il via alla storia del nostro gruppo. Il vero re dellâalluminio è stato luiâ, racconta Agnelli. Oggi il regno della Alluminio Agnelli si estende tra Lallio, Brescia e la Val Chiavenna, comprendendo 13 aziende, 350 dipendenti e 150 milioni di fatturato aggregato. Copre il 75% del mercato italiano delle pentole professionali, quelle usate dai piĂš grandi cuochi ai fornelli, e il 30% di quello mondiale. Eppure, pentole e padelle rappresentano solo il 12% del fatturato complessivo. Negli anni, infatti, gli Agnelli hanno diversificato la loro produzione con i serramenti, le intelaiature per auto,
IL PAESE REALE
i materiali per il settore ferroviario e diversi componenti industriali: sono oltre 25.000 le tonnellate di profili estrusi. Non solo, il gruppo industriale ha anche unâanima green: sono infatti 30.000 le tonnellate da economia circolare. Da sette anni è anche presidente di Confimi Industria, lâassociazione che rappresenta la manifattura privata italiana (con 40.000 imprese, 495.000 dipendenti e 80 miliardi di fatturato). In passato è stato anche consigliere di amministrazione di Ubi, eppure il suo rapporto con banche e finanza è complicato: âLe banche sono come ospedali che non ti curano perchĂŠ hai le analisi sballate. Il problema è che ti valutano solo in base a fatturato e debito: non se sei una persona perbene, se fai un bel prodotto, se fai delle belle pentole. Intendo dire che la finanza e le autoritĂ di Vigilanza hanno imposto metodologie alle banche o alle assicurazioni che non sono quelle dellâindustria; regole che non possono funzionare nel nostro mondo, dove per vendere prodotti, fare business, non può reggere un bilancio costruito
sulla base di un algoritmo. Ci sono variabili che dobbiamo considerare che sono diverseâ. Fare industria, sottolinea Agnelli, è complicato. E ciascun imprenditore, ciascuna impresa ha il suo metodo per superare gli ostacoli creati dal mercato che dipende dal settore in cui opera, dal livello di tecnologia utilizzata, dal fatto che la produzione sia tutta Made in Italy oppure no. âPer valutare lo stato di salute di unâazienda, non ci si può solo basare sulla differenza tra posizione finanziaria e MOL. Nellâindustria, in caso di âmalattiaâ, non esiste un antibiotico a largo spettroâ. Il rischio, se non viene raggiunto un compromesso, è quello di fermare lâeconomia. âDevi essere sano per essere aiutato, ma se sei sano allora non hai bisogno di un prestito o di una consulenza e non vai in banca. Molti imprenditori hanno messo i loro i soldi in azienda piuttosto che fare investimenti finanziari e alcuni hanno cominciato a portare i capitali, legalmente, fuori dai circuiti europei. CosĂŹ anche le banche ci perdonoâ. Ma cosa è cambiato nelle relazioni tra banca e industria rispetto a quando Agnelli ha iniziato a lavorare? âIo mi ricordo quando ero ragazzo e vedevo entrare in azienda un signore ben vestito parlare con mio padre Angelo e guardare i campioni dei prodotti. Sembrava un nostro cliente e invece era il direttore della banca, che insieme a mio padre decideva se prestare i soldi per lanciare un nuovo prodotto oppure no. Una volta il direttore di banca conosceva lâimprenditore, la sua famiglia, le sue abitudini. âRespiravaâ lâazienda, che non era solo un numero. Quel tipo di
âLA FINANZA E LE BANCHE DEVONO DECIDERSI AD ALLARGARE LA LORO VISIONEâ
direttore di banca sapeva se un momento di difficoltĂ per lâimpresa sarebbe stato passeggero o meno, se il rating assegnato dallâistituto corrispondeva alla reale capacitĂ dellâazienda di riprendersi e di ripartireâ. Anche lâassist della nuova normativa europea non è stato sfruttato, secondo Agnelli: âFinora non viene usata Basilea per fare le analisi del rating. Le Pmi, in base alle regole, devono essere valutate allâ80% dal punto di vista qualitativo e al 20% da quello quantitativo. Ma queste percentuali non vengono di fatto applicate. Il risultato è che negli ultimi anni lâItalia ha perso 80 marchi storici. La finanza e le banche devono decidersi ad allargare la loro visione per assimilare come funziona davvero lâindustria, capendo che le nicchie che caratterizzano il nostro tessuto produttivo vanno amministrate con la pinza, e non con la falceâ. Paolo Agnelli ha due figli, il fratello ne ha uno, e tutti e tre sono giĂ inseriti in azienda con ruoli diversi. âIl passaggio generazionale è una questione di educazione, ovvero di come sono stati educati i propri figli, che devono âvivere lâimpresaâ, ma anche avere come esempio un imprenditore che ci crede, che porta avanti lâazienda con passione e non solo per fare soldi. Sono cresciuto con un esempio cosĂŹ e lâho trasferito ai miei figli. Ricordo che una volta volli comprare un macchinario usato: mio papĂ era contrario, ma me lo lasciò fare. Installò in azienda quella macchina che non ha mai funzionato. âLa macchina del Paoloâ, la chiamava, come un monumento al mio errore. Ma la lezione è stata davvero importanteâ.
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DANIELE BARZAGHI
âFinalmente il viaggio conduce alla cittĂ di Tamara. Ci si addentra per vie fitte dâinsegne che sporgono dai muri. Lâocchio non vede cose ma figure di cose che significano altre cose: la tenaglia indica la casa del cavadenti, il boccale la taverna, le alabarde il corpo di guardia, la stadera lâerbivendolaâ. Rileggere âLe cittĂ invisibiliâ di Italo Calvino aiuta a comprendere come Elena Goitini, di recente nominata responsabile della neo divisione Bnl-Bnp Paribas Private Banking e Wealth Management in Italia, intenda declinare il proprio mandato. Lei che è lâunica donna a dirigere nel nostro Paese unâimportante struttura di wealth management: per la precisione, la quinta per masse gestite. Appassionata lettrice del padre della letteratura postmoderna italiana, nellâottica delle âcose che significano
BNL-BNP PARIBAS PRIVATE BANKING E WEALTH MANAGEMENT IN ITALIA:
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100 335 33MLD
PIAZZE ECONOMICO-FINANZIARIE RUOLI COMMERCIALI
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tra centri e presidi private banking organizzati in 10 regioni commerciali
DI ASSET IN GESTIONE
PUNTI FISICI SUL TERRITORIO
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2 sedi âgrandi patrimoniâ con 25 relationship manager
hub wealth management su roma e milano
2 sedi âkey clientâ con 7 professionisti senior
altre coseâ, Goitini racconta la propria investitura âal femminileâ come valorizzazione delle differenze da parte di Bnp Paribas, ovvero della diversity (da non intendersi soltanto come doveroso equilibrio uomo-donna nelle societĂ , ma anche come elemento inclusivo di storie e percorsi differenti); perchĂŠ, come lei stessa ha evidenziato durante la sua prima presentazione nel nuovo ruolo, âsenza inclusione sociale, non ci può essere crescita sostenibileâ. Al 27° piano della Diamond Tower, quartier generale milanese del primo gruppo bancario di Francia, Goitini racconta come âentrata per caso nellâindustria bancaria, ci sia rimasta per sceltaâ. âIl mondo delle banche era in effetti lâultimo posto dove avrei pensato di lavorareâ, inizia a raccontare, guardando oltre le vetrate la Milano in cui è nata e cresciuta. âStudio Economia e Commercio in Bocconi, con specializzazione in analisi di bilancio, convinta di occuparmi di analisi creditizia, di revisione e consulenza. E cosĂŹ faccio. Mi avvicino al mondo del lavoro nel contesto dei primi anni 90, quando uscire bene dallâuniversitĂ significava poter scegliere. Eravamo profili molto attraentiâ. âEntro in PriceWaterHouse [la fusione con Coopers avverrĂ del 1998, ndr] giĂ da laureanda, con una tesi applicata sulla IV e V direttiva Cee, convinta di rimanerci ma, come spesso accade, le scelte sono dettate anche dal caso. E, mentre mi trovavo in Germania a seguire una start-up, un problema di salute in famiglia mi impone di decidere di riavvicinarmi a casaâ. âAllâepoca il Credito Italiano cercava profili di neolaureati da inserire in un percorso per professionisti con alto potenziale. Si era appena trasformata da banca di interesse nazionale per divenire una spa con testimonial una signora in doppiopetto grigio molto anticipatoria di una logica di femminilizzazione del bankingâ, sorride la responsabile Private, nel suo tailleur pantalone. âMi presento alle selezioni e vengo scelta e inserita a Milano, dove mi assicuravano una permanenza di almeno
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rdi o i f sui a r ie croc
viaggio in tre anni prima di valutare spostamenti. Per me era perfetto: mi dissi che vi sarei rimasta il tempo necessario a gestire le prioritĂ personaliâ. âIl caso diventa passione per un settore con cui, poi, ci siamo scelti per i successivi 25 anni. Lâindustria bancaria mi ha catturata in un momento in cui stava mutando i propri connotati, sia sul fronte delle banche commerciali, sia per i primi esempi di istituti specializzatiâ. âTale trasformazione mi ha permesso di fare tre macro-esperienze, che tuttora mi contraddistinguono come professionista e, parzialmente, come persona: la prima è costituita da sette anni di banca commerciale, spaziando dal puro retail al corporate banking e passando per i primi accenni private di una banca universale; la seconda è quella della direzione generale, agli inizi degli anni 2000, che mi consentĂŹ di capire cosa vi fosse dietro la frontline e di approcciare realmente il mondo del private banking attraverso la gestione del nascente brownfield [i vecchi insediamenti industriali, ndr] giĂ di UniCredit; la terza, prima di arrivare alle posizioni esecutive, è stata proprio lâesperienza internazionale, che forse piĂš delle altre mi ha plasmata come personaâ. âNel 2005, infatti, con lâacquisizione di Bank Austria da parte di UniCredit, mi viene offerta lâopportunitĂ di seguire Alessandro Profumo [lâallora a.d., ndr] giĂ come business integration manager su Monaco e, da lĂŹ, la possibilitĂ di partecipare a selezioni come capo Retail e Private banking del franchising
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patago nia
del gruppo in Europa centro-orientaleâ racconta. âCome si nota sono una persona curiosa. Ma la mia è una curiositĂ legata ai fatti, non frivolaâ. Nelle âLezioni americaneâ del 1998, dâaltronde, proprio Calvino distingueva tra leggerezza e frivolezza, cesellando la prima come âil planare sulle cose dallâalto, senza macigni sul cuoreâ. Una leggerezza associata niente affatto a vaghezza, ma a determinazione e precisione. âLeggeri come un uccello che vola, non come una piumaâ, diceva Paul ValĂŠry. âQuella internazionale è stata unâesperienza qualificante, durata un poâ
meno di 10 anni, che mi ha consentito di conoscere lâindustria a tuttotondo e di sfatare alcuni luoghi comuniâ, riflette Goitini. âPenso ad esempio alla Polonia, dove sono stata dal 2008 al 2011, scoprendo come quella che nella nostra percezione appare la tristezza di fondo
ADVISORY TEAM
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financial advisor
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credit specialist
Un team di Asset manager per le gestioni patrimoniali e un coverage specifico di structured finance
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Advisory Desk
con esperti per Mercati finanziari, Asset Class, Temi di Investimento
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wealth planner
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specialisti di consulenza finanziaria evoluta
RIPETI SEMPRE LE STESSE VECCHIE STRATEGIE DâINVESTIMENTO? RIPETI SEMPRE LE STESSE VECCHIE STRATEGIE DâINVESTIMENTO? RIPETI SEMPRE LE STESSE VECCHIE STRATEGIE DâINVESTIMENTO? RIPETI SEMPRE LE STESSE VECCHIE STRATEGIE DâINVESTIMENTO? RIPETI SEMPRE LE STESSE VECCHIE STRATEGIE DâINVESTIMENTO? RIPETI SEMPRE LE STESSE VECCHIE STRATEGIE DâINVESTIMENTO? RIPETI SEMPRE LE STESSE VECCHIE STRATEGIE DâINVESTIMENTO? RIPETI SEMPRE LE STESSE VECCHIE STRATEGIE DâINVESTIMENTO? RIPETI SEMPRE LE STESSE VECCHIE STRATEGIE DâINVESTIMENTO? RIPETI SEMPRE LE STESSE VECCHIE STRATEGIE DâINVESTIMENTO? RIPETI SEMPRE LE STESSE VECCHIE STRATEGIE DâINVESTIMENTO? RIPETI SEMPRE LE STESSE VECCHIE STRATEGIE DâINVESTIMENTO? RIPETI SEMPRE LE STESSE VECCHIE STRATEGIE DâINVESTIMENTO? RIPETI SEMPRE LE STESSE VECCHIE STRATEGIE DâINVESTIMENTO? RIPETI SEMPRE LE STESSE VECCHIE STRATEGIE DâINVESTIMENTO? RIPETI SEMPRE LE STESSE VECCHIE STRATEGIE DâINVESTIMENTO? RIPETI SEMPRE LE STESSE VECCHIE STRATEGIE DâINVESTIMENTO? RIPETI SEMPRE LE STESSE VECCHIE STRATEGIE DâINVESTIMENTO? RIPETI SEMPRE LE STESSE VECCHIE STRATEGIE DâINVESTIMENTO? RIPETI SEMPRE LE STESSE VECCHIE STRATEGIE DâINVESTIMENTO?
Una gestione attiva dei portafogli comincia dallâindicizzazione. In BlackRock crediamo che ETF e fondi indicizzati debbano avere un peso maggiore nei portafogli di investimento moderni.
Investi in qualcosa di piĂš grande. Capitale a rischio. Il valore e il reddito degli investimenti possono aumentare o diminuire e non sono garantiti. Lâinvestitore potrebbe non recuperare il capitale iniziale. Questo documento è stato elaborato da BlackRock Investment Management (UK) Limited, succursale italiana, Milano, Piazza San Fedele n. 2 (âBlackRock Milanoâ). BlackRock è la denominazione commerciale di BlackRock Investment Management (UK) Limited. Capitale a rischio: Tutti gli investimenti comportano dei rischi e non vi è garanzia di restituzione del capitale investito. Š 2019 BlackRock, Inc. Tutti i diritti riservati. MKTGH0919E-949757-1/1
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del Paese sia in realtĂ consapevolezza e disciplina messa al servizio di un fare, spesso accompagnata da scelte estremamente creative. La Polonia è un Paese dalla grande dignitĂ , composta nel ricordare e nellâutilizzare il passato come risorse per far meglio in futuroâ. âPiĂš che resilienza ho visto lĂŹ applicata lâantifragilitĂ teorizzata dal filosofo e matematico Nassim Nicholas Taleb, ovvero una resilienza che ti consente però di evolvere. Una dinamica che ho sperimentato sulla mia stessa pelle, in Argentina, durante unâesperienza di volontariato che ho svolto in un momento di aspettativa di qualche mese, per gestire una fase personale complessa. Quel vissuto mi ha regalato prospettiva e mi ha aiutato a togliermi di dosso lâautoreferenzialitĂ delle visioni negative e a dare spazio allâapproccio positivoâ. âLa scelta del cambiamento e lâingresso in Bnp Paribas è stata dettata da tre
RETE PRIVATE BANKING lombardia
triveneto
4 CENTRI 43 BANKER
4 CENTRI 30 BANKER emilia romagna e marche
piemonte, liguria e valle dâaosta
4 CENTRI 35 BANKER
4 CENTRI 27 BANKER
toscana e umbria
sardegna e lazio
3
CENTRI
16
14 BANKER + 1 responsabile
grandi patrimoni roma oltre i 5 milioni di euro
9 BANKER + 1 responsabile
key client group
oltre i 25 milioni di euro
7 BANKER
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4 CENTRI 35 BANKER
campania e basilicata CENTRI
RETE WEALTH MANAGEMENT oltre i 5 milioni di euro
roma
BANKER
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grandi patrimoni milano
4 CENTRI 25 BANKER
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BANKER
puglia, abruzzo e molise
3 CENTRI 21 BANKER
sicilia e calabria
3 CENTRI 17 BANKER elementi: lâinteresse per il mondo del private banking e del wealth management, uno dei settori bancari con piĂš margini di crescita; la consapevolezza che si trattava di un ruolo coerente con il mio percorso; e il valore del brand sul mercato private internazionale â 1° a livello europeo e 8° nel mondo â con un potenziale in Italia soltanto parzialmente catturatoâ. âIl gruppo Bnp Paribas ha unâambizione forte sullâItalia e ciò che vorrei instillare durante il mio mandato è il concetto di positive banking, ovvero la capacitĂ di intensificare allâinterno di un contesto complesso ciò che funziona facendolo crescere, senza trascurare ciò che non funziona e che crea disagio nel cliente. Nel definire il mondo come âinferno dei viventiâ, Calvino indicava due modi per non soffrirne: accettarlo e diventarne parte, oppure â ma è piĂš rischioso ed
esige attenzione e apprendimento continui â cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo allâinferno, non è inferno e farlo durare, dandogli spazioâ. âIl private banker deve tradursi pertanto in inclusione: un incredibile motore di crescita soprattutto in un Paese come il nostro, caratterizzato da importanti differenze sociodemograficheâ. âIn queste settimane in cui stiamo portando avanti la definizione della struttura, sto attribuendo grande valore alla diversitĂ nel guardare, nel sognare e nel sentire. Sono molto incuriosita dalle carriere crossborder o dai background poco convenzionali. La diversitĂ , che comprende la âdiversa abilitĂ â, aggiunge valore. Porsi domande differenti porta a formulare risposte differenti e, in un contesto volatile, rappresenta un vantaggioâ.
COSA STANNO FACENDO I VOSTRI FONDI PER IL PIANETA? Il Liontrust Sustainable Investment team ricerca aziende che contribuiscono a creare un mondo piĂš sicuro, piĂš sano e piĂš sostenibile, generando contemporaneamente rendimenti interessanti per gli investitori. Le performance passate non sono garanzia di quelle future. Non è da considerarsi un consiglio allâinvestimento. Non dimenticare che il valore dellâinvestimento e i possibili ritorni potrebbero aumentare o diminuire anche al di sotto del capitale investito.
Per maggiori informazioni, visitare il sito
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Fiero Partner Durham Cricket
Emesso da Liontrust Fund Partners LLP (2 Savoy Court, London WC2R 0EZ), autorizzato e regolamentato nel Regno Unito dalla Financial Conduct Authority (FRN 518165) per intraprendere attivitĂ di investimento regolamentate.
PLANISFERO
NOTIZIE
DAGLI
ESTERI
CITI PRIVATE BANK NOMINA DAVID BAILIN COME NUOVO CIO
Citi Private Bank ha un nuovo direttore degli investimenti e capo economista. David Bailin, attualmente responsabile globale degli investimenti, è stato nominato chief investment officer, mentre Steven Wieting, chief strategist di investimento, assumerĂ il ruolo di chief economist. âIn qualitĂ di CIO, David fungerĂ da unico punto di riferimento per la gestione degli investimenti, la ricerca e le pratiche di investimento dei clientiâ, ha affermato la portavoce di Citi. âGarantirĂ la migliore integrazione dei team di asset allocation, ricerca e gestione del portafoglio di Citi Private Bank e continuerĂ a offrire le sue prospettive sui mercatiâ.
STATI UNITI
BANCA LEONARDO Ă ASSORBITA DA CA INDOSUEZ WEALTH (ITALY) SPA
Il gruppo Credit Agricole ha creato la societĂ CA Indosuez Wealth (Italy) Spa, ultimando il percorso di acquisizione di Banca Leonardo iniziato nel 2018. La nuova controllata, guidata dal chief executive officer Marco Migliore (in foto) e dal presidente Ariberto Fassati, opererĂ sotto il brand internazionale âIndosuez Wealth Managementâ, che conta 3.150 dipendenti in 14 Paesi e 130 miliardi di euro di masse in gestione (al 30 giugno 2019). La struttura conta in Italia circa 200 banker.
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SEB PRIVATE BANKING: IL CIO ĂBERG SI DIMETTE
SVEZIA
Fredrik Ăberg si è dimesso dal ruolo di chief investment officer di SEB Private Banking dopo quasi cinque anni allâinterno del gruppo svedese, ha appreso Citywire Selector. Ăberg è entrato in Dnb nel 2014, dove era stato responsabile dellâasset allocation. In SEB, aveva supervisionato un team di 25 persone che gestivano circa 70 miliardi di euro di attivitĂ gestite. Un portavoce di SEB ha fatto sapere che al momento non ci sarĂ alcuna sostituzione formale, ma che sono in corso sforzi per reclutare un successore nel lungo periodo.
CINA DIMINUISCONO I MILIARDARI IN ASIA
I miliardari asiatici sono scesi lâanno scorso a 754, con un significativo calo del 7,4% secondo il Billionaires Insight Report di Ubs e Pwc. In particolare si sono ridotti i numeri in alcune delle piĂš importanti economie della regione: Cina, Giappone, India, Corea del Sud e Malesia. âLe ragioni piĂš comuni di questa riduzione sono le crescenti controversie familiari che stanno generando frequenti separazioni di societĂ e della ricchezza, oltre a piĂš tradizionali divorzi o, semplicemente, a performance negative delle societĂ posseduteâ dichiara Marcel Tschanz, responsabile di Pwc Svizzera per la consulenza alle societĂ di gestione patrimoniale.
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PUBBLIREDAZIONALE
FASE DI DEBOLEZZA Negli ultimi mesi gli investitori sono stati impegnati ad affrontare cambiamenti dirompenti come lâescalation della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, oltre agli avvicendamenti di governo nel Regno Unito e in Italia, le critiche mosse dal presidente statunitense alla Federal Reserve e il crollo dei rendimenti obbligazionari ad agosto. Come abbiamo illustrato nelle nostre ultime Prospettive Cicliche, lâeconomia globale sta per entrare in una fase di debolezza, caratterizzata da bassa crescita, che a nostro avviso si protrarrĂ al 2020 e il cui esito, ripresa o recessione, è difficile da prevedere.
RECESSIONE O RIPRESA? Il nostro scenario di base prevede che il periodo di vulnerabilitĂ a bassa crescita dei prossimi trimestri sfoci in una moderata ripresa della crescita statunitense e mondiale nel corso del 2020 a seguito di politiche fiscali generalmente favorevoli e ulteriore allentamento monetario sia nei mercati sviluppati sia in quelli emergenti. Tuttavia, considerato il contesto di elevata incertezza politica e di possibili svolte estreme (sia positive che negative), lo scenario di base ci convince meno del solito. A nostro parere sono due i principali catalizzatori in grado di smentirlo, in meglio o in peggio.
FATTORI IN GRADO DI SEGNARE UNA SVOLTA IN UN SENSO O NELLâALTRO Il primo fattore in grado di produrre una
svolta in un senso o nellâaltro è rappresentato dalla politica commerciale. Da un lato, unâulteriore escalation della guerra commerciale rischia di trascinare facilmente in recessione unâeconomia globale giĂ rallentata. Dallâaltro, un accordo commerciale esaustivo tra Stati Uniti e Cina che rimuova una parte considerevole degli aumenti dei dazi giĂ imposti e di quelli prospettati potrebbe tradursi in una riaccelerazione sincronizzata della crescita globale nel 2020. Pur contemplando la possibilitĂ di un accordo commerciale circoscritto, il nostro scenario di base prevede verosimilmente il persistere delle tensioni tra Washington e Pechino in uno stato di lenta ebollizione anzichĂŠ una distensione duratura. Le politiche monetarie e fiscali sono il secondo fattore capace di spingere lâeconomia e i mercati verso scenari estremi positivi e negativi. In linea di massima, crediamo che la Fed, dopo i due tagli dei tassi di giugno e settembre, opererĂ ulteriori allentamenti nei trimestri a venire, rinvertendo cosĂŹ la curva dei rendimenti dei titoli di Stato americani e riducendo i rischi di recessione. Sussiste tuttavia il rischio che la Fed disattenda le aspettative dei mercati e ciò possa provocare una significativa correzione degli attivi rischiosi e un inasprimento delle condizioni finanziarie. Al contrario, il principale elemento che potrebbe imprimere slancio alla crescita economica, oltre a un accordo commerciale completo ed esaustivo, è una politica fiscale piĂš espansiva nelle economie principali.
JOACHIM FELS MD, Consulente economico globale PIMCO
IMPLICAZIONI PER GLI INVESTIMENTI Durante questa fase di debolezza, ci sembra prudente concentrarci sulla conservazione del capitale, evitare unâeccessiva esposizione ai rischi macro top-down, adottare cautela sui mercati del credito societario e azionari e attendere maggiore chiarezza, cogliendo le opportunitĂ che di volta in volta si presenteranno.
PUBBLIREDAZIONALE
I rendimenti passati non sono una garanzia nĂŠ un indicatore attendibile dei risultati futuri. Tutti gli investimenti comportano rischi e possono subire perdite di valore. Lâinvestimento nel mercato obbligazionario è soggetto a taluni rischi, tra cui il rischio di mercato, di tasso dâinteresse, di emittente, di credito, di inflazione e di liquiditĂ . Il valore della maggior parte delle obbligazioni e delle strategie obbligazionarie varia in funzione delle fluttuazioni dei tassi dâinteresse. Le obbligazioni e le strategie obbligazionarie con duration piĂš lunga tendono a evidenziare una maggiore sensibilitĂ e volatilitĂ rispetto a quelle con duration piĂš breve. Di norma, i prezzi delle obbligazioni diminuiscono in caso di aumento dei tassi dâinteresse e i contesti di bassi tassi dâinteresse fanno aumentare tale rischio. Le attuali riduzioni di capacitĂ delle controparti obbligazionarie possono contribuire al calo della liquiditĂ del mercato e allâaumento della volatilitĂ dei prezzi. Al momento del rimborso gli investimenti obbligazionari possono avere un valore superiore o inferiore al costo iniziale. I titoli di Stato sono di norma garantiti dal governo emittente. Gli obblighi delle agenzie federali e delle autoritĂ statunitensi sono sostenuti in varia misura, ma in genere non beneficiano della piena garanzia del governo degli Stati Uniti. I portafogli che investono in tali titoli non sono garantiti e possono subire fluttuazioni di valore. Gli MBS e gli ABS possono essere sensibili alle fluttuazioni dei tassi dâinteresse o esposti al rischio di rimborso anticipato. Sebbene di norma beneficino di garanzie private, pubbliche o emesse da agenzie federali, non è possibile assicurare che i garanti facciano fronte ai loro obblighi. Le obbligazioni indicizzate allâinflazione di emittenti governativi sono titoli a reddito fisso la cui quota capitale viene modificata periodicamente in funzione del tasso di inflazione; il valore di tali titoli diminuisce in caso di aumento dei tassi dâinteresse reali. I TIPS sono obbligazioni indicizzate allâinflazione emesse dal governo statunitense. Lâinvestimento in titoli domiciliati allâestero e/o denominati in valute estere può comportare elevati rischi dovuti alle fluttuazioni valutarie, nonchĂŠ rischi economici e politici che possono risultare piĂš accentuati nei mercati emergenti. I tassi di cambio possono registrare fluttuazioni significative nel breve periodo e possono ridurre i rendimenti di un portafoglio. Le materie prime sono caratterizzate da un rischio maggiore, in termini di rischio di mercato, politico, regolamentare e connesso ad eventi naturali e possono non essere idonee per tutti gli investitori. Il valore delle azioni può diminuire a causa delle condizioni di mercato, economiche e industriali sia reali che percepite. Lâinvestimento socialmente responsabile ha carattere qualitativo e soggettivo e non vi è alcuna garanzia che i criteri utilizzati o i giudizi espressi da PIMCO rifletteranno le convinzioni o i valori di un particolare investitore. Le informazioni sulle pratiche responsabili vengono ottenute mediante dati forniti su base volontaria o da parte di terzi che potrebbero non essere accurati o completi; PIMCO fa affidamento su tali informazioni per valutare lâimpegno di unâazienda sul fronte delle pratiche responsabili o lâimplementazione delle stesse. Le norme in materia di pratiche responsabili variano da paese a paese. Non è possibile assicurare che le tecniche e le strategie dâinvestimento socialmente responsabile consentano di conseguire risultati positivi. Non sussiste alcuna garanzia che le suddette strategie di investimento si rivelino efficaci in tutte le condizioni di mercato o che siano idonee a tutti gli investitori. Ciascun investitore è tenuto a valutare la propria capacitĂ di investimento a lungo termine, in particolare nei periodi di flessione del mercato. Si consiglia agli investitori di rivolgersi al proprio professionista degli investimenti prima di prendere qualsiasi decisione di investimento. PIMCO Europe Ltd (SocietĂ n. 2604517) e PIMCO Europe Ltd - Italy (SocietĂ n. 07533910969) sono autorizzate e regolamentate dalla Financial Conduct Authority (12 Endeavour Square, Londra E20 1JN) nel Regno Unito. La filiale italiana è inoltre regolamentata dalla Commissione Nazionale per le SocietĂ e la Borsa (CONSOB) ai sensi dellâArticolo 27 del Testo Unico Finanziario italiano. I prodotti e i servizi offerti da PIMCO Europe Ltd sono destinati unicamente a clienti professionali come da definizione contenuta nel manuale della Financial Conduct Authority, e non agli investitori individuali, i quali non devono fare assegnamento sulla presente comunicazione. | PIMCO Deutschland GmbH ( (SocietĂ n. 192083, Seidlstr. 24-24a, 80335 Monaco di Baviera, Germania), PIMCO Deutschland GmbH Italian Branch (SocietĂ n. 10005170963), PIMCO Deutschland GmbH Spanish Branch (N.I.F. W2765338E) e PIMCO Deutschland GmbH Swedish Branch (SCRO Reg. No. 516410-9190) sono autorizzate e disciplinate in Germania dallâAutoritĂ di vigilanza finanziaria federale tedesca (BaFin) (Marie-Curie-Str. 24-28, 60439 Francoforte sul Meno) ai sensi della Sezione 32 della Legge sul sistema creditizio tedesco (KWG). La filiale italiana, spagnola e quella svedese sono inoltre rispettivamente vigilate dalla Commissione Nazionale per le SocietĂ e la Borsa (CONSOB) ai sensi dellâArticolo 27 del Testo Unico Finanziario italiano, la ComisiĂłn Nacional del Mercado de Valores (CNMV) in conformitĂ gli obblighi previsti dagli articoli 168 e da 203 a 224, nonchĂŠ gli obblighi contenuti nella piastrella V, sezione I della legge sul mercato dei valori mobiliari (LSM) e negli articoli 111, 114 e 117 del regio decreto 217/2008 e dallâautoritĂ di vigilanza finanziaria svedese (Finansinspektionen) ai sensi del Capitolo 25 Sezioni 12-14 della legge svedese sui mercati mobiliari. I servizi offerti da PIMCO Deutschland GmbH sono destinati unicamente a clienti professionali come da definizione contenuta alla Sezione 67, Comma 2, della Legge sulla negoziazione di titoli tedesca (WpHG) e non agli investitori individuali, i quali non devono fare assegnamento sulla presente comunicazione. Il presente documento riporta le opinioni del gestore, che possono essere soggette a variazioni senza preavviso. Questo materiale viene distribuito unicamente a scopo informativo. Le previsioni, le stime e talune informazioni contenute nel presente documento sono basate su ricerche proprietarie e non devono essere considerate alla stregua di una consulenza di investimento o di una raccomandazione in favore di particolari titoli, strategie o prodotti di investimento. Le informazioni contenute nel presente documento sono state ottenute da fonti ritenute attendibili, ma non si rilascia alcuna garanzia in merito. Nessuna parte della presente pubblicazione può essere riprodotta in alcuna forma o citata in altre pubblicazioni senza espressa autorizzazione scritta. PIMCO è un marchio depositato di Allianz Asset Management of America L.P. negli Stati Uniti e nel resto del mondo. Š2019, PIMCO.
VISIONI
UN EFFICACE SCAMBIO INFORMATIVO, CONSAPEVOLEZZA DEL PIANO E DIVERSIFICAZIONE CUSTOM-MADE SONO ALCUNI DEGLI ELEMENTI CHIAVE NELLA CORRETTA GESTIONE DEGLI INVESTITORI di
CAMILLA CONTI
Il private banking italiano vale 844 miliardi di euro di masse gestite, piĂš dei 750 delle compagnie assicurative e dei 250 dei fondi pensione e delle casse private. Numeri che AIPB, lâassociazione di settore, stima possano salire a circa 920 miliardi nel 2021. Lâindustria italiana del private banking si colloca al quinto posto nel mondo, precedendo concorrenti come la Germania e la Francia. E per crescere ancora, si prepara alle sfide del 2020. Quale scenario si aspettano per il prossimo anno i protagonisti del mercato? E come cambierĂ la figura del private banker per fare da bussola alla pianificazione? âCi lasciamo alle spalle un 2019 positivo per i mercati ma non senza complessitĂ per lâindustria del risparmioâ, risponde Gian Maria Mossa, amministratore delegato di Banca Generali. âIl rally dei listini e il recupero del credito innescato dalle politiche accomodanti delle banche centrali hanno riportato, in parte, il sereno nel mondo delle gestioni, che tuttavia non sono immuni dallo spettro dei tassi negativi e dalle distorsioni nella percezione del rischio. Abbiamo davanti a noi un lungo anno elettorale negli Stati Uniti con la Borse sui massimi, ma ancora molte incognite su crescita e geopolitica. La sfida del private banking è di accompagnare i risparmiatori nelle scelte di pianificazione di lungo periodo, privilegiando la protezione del patrimonioâ. Mossa vede ancora spazi di sviluppo per il settore: âLâanalisi dei
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AFFRONTARE CON L
GIUSTA V
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âFinalmente il viaggio conduce alla cittĂ di Tamara. Ci si addentra per vie fitte dâinsegne che sporgono dai muri. Lâocchio non vede cose ma figure di cose che significano altre cose: la tenaglia indica la casa del cavadenti, il boccale la taverna, le alabarde il corpo di guardia, la stadera lâerbivendolaâ. Rileggere âLe cittĂ invisibiliâ di Italo Calvino aiuta a comprendere come Elena Goitini, di recente nominata responsabile della neo divisione BNL-BNP Paribas Private Banking e Wealth Management in Italia, intenda declinare il proprio mandato. Lei che è lâunica donna a dirigere nel nostro Paese unâimportante struttura di wealth management: per la precisione, la quinta per masse gestite. Appassionata lettrice del padre della letteratura postmoderna italiana, nellâottica delle âcose che significano Il
ARE IL 2020 ON LA
VISIONE
paradigmi rischio-rendimento invita allâindividuazione di nuovi ambiti di investimento, riscoprendo ad esempio le opportunitĂ di strumenti alternative anche nella sfera delle soluzioni meno liquide, che, se ben indirizzate, per una piccola parte del portafoglio possono rappresentare unâopportunitĂ interessanteâ. In uno scenario di tassi bassi, altri operatori del settore invocano cautela. âIl contesto è complicato, anche se non crediamo che ci sarĂ una recessione. Diventa strategico cercare motori di performance diversi, aprirsi a nuove asset class, in primis nellâequity e nellâhigh yieldâ, commenta Saverio Perissinotto, direttore generale di Intesa Sanpaolo Private Banking. Oggi, anche a causa di un livello basso dei tassi di interesse, mantenere un elevato livello di liquiditĂ in giacenza non è fare una asset allocation strategica. Un patrimonio liquido deve restare investito nel medio periodo, tenendo conto del fatto che si può anche convivere con un minimo di volatilitĂ . âPer quanto ci riguarda, proponiamo ai clienti alternative di investire la liquiditĂ in modo coerente con i loro obiettivi, ragionando su un arco temporale di ampio respiro, e offrendo disciplina nelle scelte di investimento. La vera sfidaâ aggiunge Perissinotto ânon è fare benchmark, ma permettere agli investitori di beneficiare delle performance che registrano degli indici. Anche per il 2020 suggerisco tre elementi: controllo del rischio, buon senso e diversificazione del portafoglioâ. Angelo Viganò responsabile della divisione Private Banking di Mediobanca sottolinea che âancora di piĂš il prossimo anno lâindustria del private dovrĂ cambiare approccio passando dallâasset allocation alla gestione del rischio. In scenari sempre piĂš complessi è necessario diversificare il portafoglio ampliando la gamma di prodotti anche con soluzioni illiquide che investano nellâeconomia reale. Ma per farlo tutto passa da quanto rischio si vuol allocare. Siamo in un mercato sempre piĂš legato allâintegrazione tra le funzioni di banche dâaffari, investment banking e private.
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DISTRIBUZIONE GLOBALE DELLA RICCHEZZA PRIVATE $ TRN, 2018-2022 (STIMA)
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Il private banker, come consulente, deve supportare lâimprenditore anche nelle tematiche finanziarie legate allâazienda. Ciò significa essere motore di un circolo virtuoso tra grande ricchezza privata e capitale necessario ad accelerare lo sviluppo. Per questo â conclude Viganò i club deal sono il nostro punto di forzaâ. Secondo Gianluca Rondini, responsabile Private Banking di Credem, âil 2020 si prospetta moderatamente favorevole alle classi di attivo rischiose, ipotizzando che lâespansione monetaria del 2019 impatti positivamente lâeconomia reale e che si riducano i rischi geopolitici. Il focus sarĂ sul recupero della crescita globale: questo dovrebbe favorire i mercati azionari non-Usa e promuovere un indebolimento del dollaro. I rendimenti governativi dovrebbero risalire dai livelli compressi del 2019, seppure in modo contenuto. Si prospettano rendimenti contenuti per tutte le asset class. Le elezioni presidenziali Usa assumeranno progressiva rilevanzaâ. Con questo scenario a fare da sfondo, âi principali player continueranno a rafforzarsi mediante il reclutamento di private banker di esperienza, o acquisendo
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piccole reti distributive. La ricerca di rendimenti e una nuova sensibilitĂ verso i temi della sostenibilitĂ spingeranno lâindustria ad aumentare lâofferta di strumenti illiquidi o ESG compliantâ. Sui servizi offerti punta lâattenzione anche Eugenio Periti, responsabile del Private Banking di Deutsche Bank Italia: âLa figura del banker deve trasformarsi sempre di piĂš in quella di un manager di competenze multidisciplinari, per poter rispondere alle richieste di un segmento di clientela che, per definizione, ha bisogni diversificati e complessi non solo di natura finanziaria, ma che spaziano dai temi del passaggio generazionale nelle aziende familiari ai servizi di consulenza nelle piĂš ampie aree del bisogno delle famiglieâ. Secondo Periti, il vero fattore critico di successo sarĂ un approccio con il cliente sempre piĂš di tipo âhigh touchâ, basato su valori primari come fiducia e partnership a 360 gradi. Per Salvatore Pisconti, capo del Private Banking Italy di UniCredit, ci troveremo in un contesto di mercato del tutto nuovo, nel quale âsarĂ necessario perseguire scelte di investimento differenti e innovative, tenendo in conto la possibilitĂ di accettare una quota di
ANGELO VIGANĂ
ALESSANDRO VARALDO
GIANLUCA RONDINI SALVATORE PISCONTI
VISIONI
rischio maggiore. âAllo stesso tempo, queste condizioni offrono unâopportunitĂ allâindustria del private banking, poichĂŠ sarĂ necessario disporre di un servizio di consulenza e difesa dal rischio di assoluta eccellenzaâ. La figura del private banker â aggiunge Pisconti â resterĂ centrale e si rafforzerĂ perchĂŠ ha ormai assunto un ruolo sociale, contribuendo da un lato alla gestione della ricchezza e dallâaltro a guidare le scelte dâinvestimento verso soluzioni sostenibili. âLe organizzazioni che si occupano del segmento Private in questi ultimi anni sono molto cambiate. Le reti di promotori finanziari sono cresciute, sia in termini di asset che di competenze. Le sinergie con le divisioni corporate, tipicamente presenti
PAOLO FEDERICI
GIAN MARIA MOSSA
SAVERIO PERISSINOTTO EUGENIO PERITI
nelle banche tradizionali, faranno la vera differenza anche per il futuroâ. Anche Alessandro Varaldo, a.d. di Banca Aletti, pone lâattenzione sul nuovo scenario dei tassi e sulla sempre maggiore preparazione dei clienti che, inoltre, sono piĂš esigenti grazie alle esperienze di acquisto e di caring in altri settori. âSono un convinto sostenitore della MiFID 2 e credo fermamente che la trasparenza porti a un miglior dialogo tra chi consiglia gli investimenti e lâinvestitore, che deve essere consapevole e ben informato. Ă un lavoro che va fatto con qualitĂ e con costi coerenti con i tassi di interessi attualiâ. Il private banker di oggi dunque, secondo Varaldo, deve essere formato costantemente in unâottica di consulenza patrimoniale, avere capacitĂ di relazionarsi con team di specialisti e con gli strumenti tecnologici, ed essere in grado di costruire e seguire il cliente nel suo piano â evitando i tipici errori comportamentali di tassi e volatilitĂ , ancor piĂš negativi in questo contestoâ. Nuove sfide si giocheranno, dunque,
durante il prossimo anno ma anche nel prossimo decennio, che, sottolinea Paolo Federici, Ubs Gwm market head Italy âoffrirĂ opportunitĂ senza precedenti che gli investitori potranno cogliere costruendo un solido piano finanziario che rifletta attentamente il mix da dedicare alle esigenze a breve termine e quelle piĂš di lungo periodo. Ubs ha evoluto il focus della conversazione con i suoi assistiti dal parlare del singolo prodotto al progetto di vita, unico per ciascuno di noiâ â progetto che include un mix di esigenze di liquiditĂ (1-3 anni), longevitĂ (oltre i 3 anni) e investimenti da lasciare alle generazioni future. âAttraverso una piena consapevolezza del piano e un adeguato livello di delega si possono cosĂŹ aiutare gli investitori a raggiungere gli obiettivi, riducendo eventuali ansie per le fluttuazioni di breve termine e consentendo loro di trarre vantaggio dalle opportunitĂ di lungo periodoâ, prosegue Federici, ricordando infine che âper la maggior parte degli investitori la migliore scelta da fare nel 2020 è non lasciarsi troppo influenzare dal clamore proveniente dalla politicaâ.
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UFFICIO DEL PERSONALE
A C C A S i A d C CAMBI MARTINI DIRETTORE WEALTH MANAGEMENT DI MEDIOLANUM Alberto Martini (in foto a sinistra) è stato nominato direttore wealth management di Banca Mediolanum, mentre il precedente responsabile, Vittorio Gaudio, si focalizzerĂ sulle attivitĂ di asset management. âLâarrivo di Alberto Martini ci permetterĂ di imprimere unâaccelerazione a un settore, quello della cura dei grandi patrimoni, su cui stiamo investendo molto impegno e risorseâ, afferma Massimo Doris, amministratore delegato di Banca Mediolanum. Nellâambito del private banking internazionale da oltre trentâanni, Martini ha maturato in Ubs gli ultimi ventâanni di esperienza professionale. Lâultimo ruolo ricoperto da Alberto Martini nel gruppo elvetico è stato quello di head of growth, in particolare con responsabilitĂ dello sviluppo del business in Italia.
DEUTSCHE BANK WM SCEGLIE HIRT Deutsche Bank Wealth Management ha reclutato un veterano dei fondi multiasset come nuovo global head of wealth discretionary. Gregor Hirt (in foto sopra), in arrivo da Vontobel Asset Management, dove era responsabile della strategia e delle soluzioni multiasset, sarĂ ora responsabile dellâattivitĂ di gestione dei portafogli a livello globale. Basato a Francoforte, Hirt riporterĂ a Christian Nolting (in foto a destra), responsabile investimenti di Deutsche Bank Wealth Management.
DONATONI Ă RESPONSABILE ADVISORY FINANZIARIO PER BANCA GENERALI Fa il suo ingresso tra i manager di Banca Generali il 57enne veronese Massimo Donatoni, molto noto in area milanese per i suoi otto anni impegnato come responsabile della divisione UHNWI di Ubs (e per i sei come head of advisory e investimenti di Azimut). Donatoni, a diretto riporto del vice direttore generale Marco Bernardi (in foto), sarĂ resposabile dellâadvisory finanziario della rete e si occuperĂ in particolare dello sviluppo del servizio di consulenza a pagamento, arrivato a pesare oltre 2,2 dei 4,5 miliardi di euro di nuove masse da inizio anno.
BANCA EUROMOBILIARE INGAGGIA NUOVI WEALTH MANAGER
Banca Euromobiliare punta sullo sviluppo delle reti di wealth management. In particolare, sono 17 i professionisti inseriti nel primo semestre dellâanno dallâistituto guidato dal direttore generale Matteo Benetti (in foto). Nel dettaglio sono stati inseriti sia private banker, sia consulenti finanziari di comprovata esperienza: Alessandro Barreca da Banca del Fucino a Roma, Camillo Bianchi da Banca Intermobiliare a Varese, Adriana Casanova De Marco da Banca del Fucino a Roma, Loris Fantinato da Ubi Banca a Gallarate, Franco Garrone da Fideuram a Vicenza, Emanuele Giubasso da Banca Intermobiliare a Torino, Sabrina Lentini da Azimut a Milano, Francesco Lucatello da Allianz ad Ivrea (To), Riccardo Mazzoni da Banca del Fucino a Roma, Massimo Michelotti da Monte dei Paschi di Siena a Napoli, Claudia Narducci da Banca del Fucino a Roma, Monica Nessim da Banca Generali a Milano, Ester Alessandra Nicolardi da Bnl a Taranto, Alessandro Palaggi da Banca del Fucino a Roma, Sabina Petrignani da Ubi Banca a Roma, Simone Pierotti da Banca del Fucino a Roma e Leonardo Seri da Ubi Banca a Roma.
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LE ESPERIENZE DEGLI ALTRI
HONG KONG: UNA CRESCITA ESPONENZIALE a cura di GIANLUCA BALDINI
La presenza di molte importanti societĂ finanziarie di livello mondiale continua ad attirare nella cittĂ -Stato abitanti particolarmente affluenti, come indicano i dati Hong Kong è da sempre un ponte tra due mondi. Si tratta di fatto del mercato che, piĂš di tutti, unisce Oriente e Occidente: una peculiaritĂ che ha reso la cittĂ -Stato piĂš famosa al mondo una piazza invidiabile per il mondo del private banking. Nellâultimo anno, spiega lâHong Kong Private Wealth Management Report 2018, il numero di miliardari (in dollari statunitensi) è aumentato molto, passando da 72 a 93; appena dietro New York. E il numero di High net worth individual (Hnwi) a Hong Kong â ovvero le persone con un patrimonio netto superiore ai cinque milioni di dollari â è aumentato del 15%, passando da 148.000 a 170.000. Chiaramente, i clienti offshore costituiscono una parte importante del settore e il numero di Hnwi nelle localitĂ vicine dellâAsia del Pacifico (escluso il Giappone) è aumentato del 13% nellâultimo anno, passando da 1,8 a 2 milioni. I private banker che operano su Hong Kong, secondo i dati della Securities and
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Futures Commission, gestiscono masse per 7.800 miliardi di dollari di Hong Kong, pari a circa 900 miliardi di euro (dati 2018). Un valore in aumento del 26% rispetto agli 800 miliardi del 2017. Il merito è in gran parte dovuto alla presenza di molte delle principali societĂ private di portata mondiale, di importanti istituzioni regionali e della Cina continentale, oltre a una serie di attori locali. Oltre il 26% di questi ha oltre 100 private banker a Hong Kong, con il numero di professionisti del settore in aumento del 12% â da 2.500 nel 2016 a 2.800 nel 2017. Il numero totale di addetti del private banking, tra cui consulenti per gli investimenti, specialisti di prodotto e altri clienti, è di circa 3.800 individui. Il bello è che il private banking di Hong Kong è destinato a crescere in futuro. Secondo un sondaggio di Kpmg, il 58% degli intervistati prevede una crescita annuale delle masse nellâordine del 10-20% nei prossimi cinque anni, il 24% prevede una
crescita annuale tra il 5 e il 10%, mentre lâ11% prevede una crescita del 20-30%. Come spiega Kpmg, un tasso di crescita del 10-20% allâanno equivale a un raddoppio approssimativo delle masse del settore nei prossimi cinque anni. Ma con tutte queste masse in crescita, è molto probabile che anche il numero di private banker nella regione aumenterĂ considerevolmente. Secondo Kpmg il numero di gestori patrimoniali aumenterĂ dellâ1-5% per arrivare a una crescita del 10-20% entro il 2023. Hong Kong sta diventando anche un hub per un certo numero di aziende wealthtech che stanno servendo o collaborando con player esistenti o che stanno andando direttamente sul mercato. Molte realtĂ fanno uso di robo-advisor e tecnologie legate allâintelligenza artificiale per offrire a prezzi competitivi servizi a Hnwi o a clienti piĂš o meno ricchi. Complessivamente, si prevede che gli attori del mondo wealthtech si prenderanno il 15-30% delle masse entro il 2023.
PUBBLIREDAZIONALE
ESG MATTERS QUANTO SONO IMPORTANTI I FATTORI ESG PER LA PERFORMANCE? Considerare le implicazioni che derivano da problemi ESG non è una tendenza nuova. A nostro avviso, lâimpatto ambientale di unâazienda, gli standard con cui viene amministrata ed il modo in cui le sue attivitĂ influenzano la societĂ , sono sempre stati fattori importanti nella decisione di investire in quellâazienda. I cambiamenti strutturali a lungo termine, tra cui globalizzazione, disuguaglianza e cambiamenti climatici, hanno aumentato la complessitĂ delle problematiche ESG a livello di azienda, settore e industria, rendendo piĂš difficile per alcuni investitori lâidentificazione dei rischi finanziari (e delle opportunitĂ di mercato). In quanto investitori fondamentali bottom-up, i nostri oltre 275 professionisti sono responsabili dellâidentificazione dei rischi e delle opportunitĂ ESG e della loro integrazione nel processo di investimento. Nellâultimo anno, abbiamo implementato un sistema trasversale che integri sistematicamente la valutazione delle questioni ESG piĂš pertinenti in ciascun settore.
IN CHE MODO LAZARD INTEGRA I FATTORI ESG NEL PROCESSO DI INVESTIMENTO? Lâanalisi ESG è condotta dai nostri professionisti ed è integrata nel processo di investimento. Pertanto, la responsabilitĂ di identificare i rischi e le opportunitĂ ESG spetta ai nostri specialisti di settore, piuttosto che essere delegata ad un team ESG separato. Infatti, i nostri analisti conoscono a fondo il proprio ambito e sono in grado di identificare meglio quali fattori ESG influenzano maggiormente le aziende operanti in quel determinato settore e la loro possibile evoluzione nel tempo. Le questioni relative allâESG sono diventate sempre piĂš complesse, interconnesse ed in alcuni casi sfumate.
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M A N A G E R S
Analisti e gestori di portafoglio collaborano attraverso la nostra piattaforma di ricerca globale condividendo le loro ricerche ed approfondimenti. Ciò garantisce che le questioni ESG siano considerate in modo olistico, portando ad una valutazione piĂš accurata del loro impatto sul fair value di un titolo. La nostra ricerca proprietaria a lungo termine ci differenzia dai gestori che si affidano esclusivamente a valutazioni e ricerche esterne perchĂŠ siamo convinti che senza una conoscenza granulare ed approfondita di unâazienda e del contesto in cui opera, sia difficile cogliere appieno le implicazioni dei grandi cambiamenti in corso.
COME FUNZIONA LA MAPPATURA DELLA MATERIALITĂ E COME SI EVOLVE NEL TEMPO? La mappatura della materialità è parte integrante del nostro processo di investimento. Abbiamo ulteriormente sviluppato il framework settoriale del Sustainability Accounting Standards Board (SASB), includendo le nostre ricerche proprietarie per mappare il modo in cui i problemi di sostenibilitĂ influenzano diversi settori. Conduciamo seminari specifici per ciascun settore durante i quali i nostri team azionari e obbligazionari discutono gli aspetti piĂš rilevanti per i loro settori. Sfruttando tutte le nostre capacitĂ di ricerca interne, inclusa, ad esempio, la nostra piattaforma dedicata ai mercati emergenti, siamo in grado di avere uno scambio di idee veramente globale ed integrato a beneficio della nostra piattaforma quantitativa azionaria attiva. La mappatura della materialità è un processo dinamico e cambierĂ nel tempo. Aiuta i nostri analisti a ideare schemi che identificano sistematicamente e tengono traccia dellâimpatto delle problematiche ESG che colpiscono le aziende di un determinato settore in modo coerente e ripetibile e, infine, consente loro di
JENNY ANDERSON Co-Head of Sustainable Investment and ESG Lazard Asset Management incorporare questi risultati nella loro ricerca e di adeguare le valutazioni delle societĂ per rispecchiarle.
QUANTA ATTIVITĂ DI ENGAGEMENT FATE? Incontriamo regolarmente i quadri direttivi per comprendere meglio la strategia, lâutilizzo del capitale degli azionisti e le pratiche ESG di unâazienda. Facciamo attivitĂ di engagement per conoscere a fondo lâoperativitĂ di unâazienda, sia da sola che rispetto ai suoi peers, e per capire se è strategicamente ben posizionata per gestire eventuali cambiamenti strutturali, come quelli a seguito dellâintroduzione di una nuova regolamentazione o tecnologia. Nel 2018 abbiamo partecipato a quasi 4.000 incontri con aziende di tutto il mondo. In oltre i due terzi dei nostri incontri, abbiamo discusso dellâimpatto di un problema ambientale, sociale e/o di governance.
Disclaimer: Lazard Asset Management (Deutschland) GmbH, Neue Mainzer StraĂe 75, 60311 Francoforte sul Meno, Germania. Tutti i diritti riservati. Lâarticolo non costituisce nĂŠ unâofferta, nĂŠ una sollecitazione, nĂŠ una raccomandazione per lâacquisto o la vendita di titoli, derivati, ecc. Serve esclusivamente come informazione non vincolante. Nel caso di citazioni, si prega di citare la fonte. Le informazioni contenute in questa pubblicazione si basano su fonti accessibili al pubblico che riteniamo affidabili. Non possiamo garantire lâaccuratezza o la completezza delle informazioni e nessuna dichiarazione in questwo documento deve essere interpretata come garanzia. Le opinioni espresse in questa pubblicazione sono soggette a modifiche senza preavviso. NĂŠ Lazard nĂŠ le sue consociate si assumono alcuna responsabilitĂ per lâuso fatto di questa pubblicazione o dei suoi contenuti. NĂŠ questa pubblicazione nĂŠ i suoi contenuti nĂŠ alcuna copia di questa pubblicazione possono essere modificati, distribuiti o trasmessi in alcun modo senza la previa autorizzazione esplicita di Lazard. Lâaccettazione della presente pubblicazione costituisce consenso al rispetto delle disposizioni di cui sopra.
RITRATTO
I L L E D O M UOVI
S S E N I S U B I D N
RECENTE I D O T A T S oè giorgio vi RATORE T S I N I M M A ITALY e NOMINATO s s i u s t i d I cre DELEGATO D
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S
RITRATTO
di
GIANLUCA BALDINI
Giorgio Vio è un uomo nato e cresciuto nel mondo del private banking. Subito dopo la laurea in Economia e commercio allâUniversitĂ di Genova non ha avuto dubbi e ha subito iniziato a lavorare nel settore della consulenza per grandi patrimoni. Gran parte della sua vita professionale Vio lâha passata in Svizzera. Entrato nel 2015 in Credit Suisse, dal 2017 è membro del cda di Credit Suisse Italy e dallo scorso 31 luglio è diventato amministratore delegato di Credit Suisse Italy, dove guida il private banking del gruppo in Italia. Vio è sposato con Paola e ha tre figli: Nicolò, Carola e Luca (due gemelli). Ă un grande appassionato di sport, segue da sempre il Genoa e ripete, spesso sorridendo, che la sua scuola di vita è fatta di perseveranza e resilienza, allâinsegna del ânon mollare maiâ. Vio è entrato in Credit Suisse perchĂŠ la ritiene una banca diversa dal solito, dove è possibile portare avanti servizi realmente private. âIl servizio è quello che piĂš ci differenziaâ, spiega. âIl nostro advisor porta tutta Credit Suisse al cliente. Operiamo in modo sinergico tra divisioni e siamo globali. Siamo impegnati ad affinare progressivamente e continuamente il metodo di investimento con una cultura che permea sempre di piĂš tutte le attivitĂ del gruppo e quindi coinvolge il wealth management, lâasset management, lâinvestment banking e la ricercaâ, dice. Prima di entrare in Credit Suisse, Giorgio Vio ha lavorato per parecchi anni in Ubs, prima della fusione del gruppo con Swiss Bank Corporation, ed in precedenza ha collaborato con il Banco di Lugano e con il Banco di Roma. âCompetenze e sinergie permettono progressi accelerati in questo ambitoâ, ricorda Vio. âSono convinto che i fattori esg aiutino ad individuare sia le opportunitĂ per creare alfa, sia pure i segnali di rischio difficilmente
rilevabili. I millennial mettono pressione alle aziende con approcci sociali ed ambientali inopportuni, e questo porta alla nascita di nuovi modelli di businessâ. Investire in modo responsabile, dice Vio, non risponde alla domanda: âCome posso investire il mio denaro?â, ma a un quesito molto piĂš strutturale: âChe significato ha il patrimonio per me e per la mia famiglia, e quale responsabilitĂ riveste verso il contesto con cui mi relaziono?â. âQuesto approccioâ, continua, âha ricevuto una straordinaria attenzione a tutti i livelli: è quindi naturale che ciascuno li rifletta nella propria situazione finanziaria personale. Un approccio di questo tipo permette di affrontare questi temi anche con una responsabilitĂ per le generazioni futureâ. La vera domanda è se gli investimenti responsabili siano piĂš una richiesta da parte del cliente o se rappresentino piĂš una nuova offerta da parte delle banche. âĂ una spinta che arriva da entrambi ed è anche frutto del contesto. La popolaritĂ del settore degli investimenti esg sta aumentando cosĂŹ come lâofferta. Una ricerca recente di Credit Suisse mostra come gli investimenti sostenibili siano piĂš che duplicati negli ultimi cinque anni, grazie al traino di investitori istituzionali. I privati oggi sono il 14%, ma raddoppiano ogni anno grazie al contributo della nuova generazione, che inizia ad occuparsi del patrimonio di famiglia e che sente con maggiore urgenza la necessitĂ di rispondere alla domanda iniziale, quella riguardante il fine della propria ricchezzaâ, dice. Vio su questo non ha dubbi: âCredit Suisse oggi vuole proporre servizi e consulenza a professionisti, imprenditori e famiglie con un patrimonio disponibile significativo (superiore al milione di euro). Negli anni ci siamo allontanati dalla clientela affluent e vogliamo sempre di piĂš proporre servizi che vadano oltre la semplice gestione del patrimonioâ, conclude.
STA I V R E A INT MINA
NO IM LA PRIRLASCIATA DALLA
âI millennial mettono pressione alle aziende che hanno approcci inopportuniâ C I T Y W I R E . I T 27
IL PAESE REALE
CREAZIONE DI VALORE
PER VINCENZO FERRIERI DI CIOCCOLATITALIANI IL SUCCESSO DERIVA DA UNA CHIARA IDENTITĂ DEL BRAND, MA ANCHE DAL CORAGGIO DâINVESTIRE SENZA ECONOMIZZARE
di DANIELE BARZAGHI âLa storia di CioccolatItaliani inizia 10 anni fa, in un periodo in cui la moda del cibo gourmet iniziava a diffondersi in Italia. Grom faceva i primi passi, Eataly iniziava a essere una grande realtĂ , e la nostra idea originaria era lavorare sullâimmaginario del gelato, mantenendo una certa artigianalitĂ , ma aggiungendo processi piĂš moderni e ingegnerizzati. Fin da subito vedemmo però un rischio: non riuscire a ricavarne corrette marginalitĂ . Un viaggio in Australia e alcuni esempi americani ci diedero però lo spunto giusto: un format basato sul cioccolato, da declinare nei percorsi di gelateria, pasticceria, caffetteria e cucinaâ. Vincenzo Ferrieri (in foto), oggi trentacinquenne, aveva appena 25 anni quando lanciò CioccolatItaliani. Figlio di pasticceri, lascia Napoli per frequentare lâUniversitĂ Bocconi di Milano e, una volta laureato, sceglie inizialmente una via profondamente diversa: âCon una specializzazione in finanza, lâobiettivo mio e dei miei compagni era entrare in una banca dâaffari o in una grande societĂ di consulenza. Altrimenti eri un disadattato!â spiega, ridendo, Ferrieri, oggi al timone di unâimpresa da 550 lavoratori tra punti vendita diretti e franchising (25 dipendenti
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Vincenzo Ferrieri e suo padre Giovanni
in azienda), 40 milioni di fatturato (di catena) previsti per il 2019 e una quarantina di punti vendita. âE cosĂŹ a 22 anni entrai prima in Credit Suisse, occupandomi di M&A, e poi in Cape Natixis, dedicandomi al private equity. Due esperienze che mi hanno formato tantissimoâ prosegue, sorseggiando un caffè. âAllâinizio della carriera lavorare sotto altri, in una societĂ dove non sei nessuno, è fondamentale. Impari come dire sĂŹ e no, a confrontarti con colleghi e superiori, a farti valere, notare e, perfino, a subire ingiustizieâ. âIo sono figlio di commercianti, non di imprenditori, ma la mentalitĂ che respiravo in casa era la stessa. Ogni sera a cena si mangiava âpane e problemi della pasticceriaâ.
E quando ti trasmettono quella mentalità è difficile sopprimerla. CosĂŹ, quando a Milano mi accorsi delle opportunitĂ di un settore sul punto di esplodere, coinvolsi mio padre nellâimpresa. E lui ne fu entusiasta. Accettò di vendere la pasticceria e, con i nostri risparmi e un finanziamento, aprimmo il primo punto vendita a Milano nel febbraio 2009â. âLâidea, finora perseguita, era innestare in questo progetto tutte le competenze di famiglia, con un posizionamento e una identitĂ del brand molto curati: un concetto ora diffuso ma non allora; e questo ci diede uno sprint da first mover di cui godiamo ancora oggiâ. âPer finanziarci, inizialmente, utilizzammo un canale ordinario: la Banca Popolare di
IL PAESE REALE
âè LA TUA ATTIVITĂ A FARTI RICCO. ma è la diversificazione proposta dal banker che ti mantiene taleâ
Bari, che ci consentĂŹ di stipulare contratti di leasing per lâacquisto delle attrezzature, e di inaugurare a Milano i primi due punti venditaâ. âLâazienda iniziò a crescere e la nostra banca di riferimento divenne il Creval, dove ogni giorno andavamo a versare gli incassi. Era nato anche un rapporto con i dirigenti, che erano anche nostri clienti, e vennero aperte nuove linee di creditoâ. âDalle linee di finanziamento tradizionali passammo alle operazioni di finanza strutturata e, quando cominciammo ad avere un brand riconosciuto, ci rivolgemmo a Banca Ifis. E mi fa piacere sottolineare che una banca importante come la loro accettò di montare unâoperazione complessa per una piccola azienda, con un finanziamento di cinque milioni di euro, per unâazienda che aveva un ebitda di forse di un milione. Facemmo quindi un contratto impegnativo, con covenant importanti legati agli indici di bilancio, con obblighi sulle singole semestraliâ. âDi poche settimane fa è invece la prima apertura di capitale, con Mir Capital. Ed è stato un passaggio molto impegnativo da punto di vista tecnico ma anche psicologico: per unâazienda familiare rappresenta unâoperazione invasiva, ma è unâesperienza che ci sta facendo crescere molto, figlia di ben sei mesi di negoziazioni. Si tratta di un partner importante, con due sottoscrittori unici come Intesa Sanpaolo e Gazprombank.
Due nomi pesanti, in Italia e in Russiaâ. âIl passaggio era necessario: era il momento di accelerare. Lâazienda non è piĂš piccola, ma non è ancora grande. Quindi ha la struttura da grande azienda, ma non ne ha ancora i numeriâ puntualizza. âMa va bene cosĂŹ: io credo molto nella managerializzazione aziendale e non ho lesinato, assumendo fin da subito un direttore generale, un responsabile delle operazioni e un direttore finanziario. La visione aziendale dellâimprenditore costituisce il 3% del successo; il 97% deriva dalla messa a terra, grazie al lavoro di collaboratori competentiâ.
âE i frutti si vedono. Nel momento dellâapertura del capitale, infatti, mi ha dato particolare soddisfazione la forte volontĂ del fondo nel confermare nei propri ruoli tutti i manager e i componenti della famiglia: mio padre (in foto) alla produzione, mia sorella alla gestione degli acquisti e mia madre alla componente visual dei punti vendita. Dal fondo hanno commentato che raramente entrano nel capitale di unâazienda senza metter mano alla prima linea, mentre da noi hanno voluto soltanto mettere una persona in consiglio di amministrazioneâ. âSignifica che abbiamo sempre guardato lâazienda in unâottica di creazione di valore, non di massimizzazione, anche a scapito delle performance sul conto economico e sul bilancio. Ma noi vogliamo diventare grandi e, per farlo, devi essere strutturato. E la struttura costaâ. âAvevamo valutato anche una Ipo sullâAim ma è faticosa: il mercato è volatile e, vivendo di percepito sullo stato di salute delle aziende, premia invece la massimizzazione del valore e non la sua creazioneâ. âCome gestione del patrimonio personale diciamo che sono molto concentrato sullâeconomia reale, nel senso che sto investendo tutto nellâespansione della nostra societĂ â ironizza il fondatore di CioccolatItaliani, âma certamente non credo nel fai-da-te e ritengo che anche in quel campo sia necessario affidarsi ai professionisti. E, potendoselo permettere, ai migliori. La tua attivitĂ ti fa ricco, e nessun gestore potrĂ mai eguagliare i risultati della tua impresa, ma è la diversificazione proposta da un consulente che ti mantiene taleâ.
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RITRATTO
e r a f o at c i l n p o c m o g c in è k i n oâ a r gg b u e âO e t i a d v i i r d r p a vero i 10 mili d o n e m
E R A R E P SU INI F N O IC âcon gli scudi fi scali del 2001-20 02 , era arrivata im provvisamente unâondata di clie nti e di masse: lâindustria avev a i banker ma non le direzion i strut turateâ ricorda federico tADDEI
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RITRATTO
di
DANIELE BARZAGHI
Il ponte non è sostetuto da questa o da quella pietra, ma dalla linea dellâarco che esse formano. âNelle aziende si lavora in gruppo e non amo personalizzare. Credo molto nel lavoro di squadra e mi dispiacerebbe che dalla nostra conversazione uscisse unâimmagine diversa, da one-man showâ spiega, cortese, Federico Taddei che, in qualitĂ di direttore commerciale e marketing, guida i circa 80 private banker e wealth manager del gruppo Ersel. Il suo pensiero è in linea con quello di Ryszard Kapuscinski, da lui apprezzato, che in âEbanoâ elogiava lâAfrica dove, a differenza di Stati Uniti ed Europa, lâindividualismo è sinonimo di disgrazia e di maledizione. Milanese, sposato, con due figli adolescenti di 11 e 14 anni, laureato in Economia Aziendale in Bocconi, con specializzazione in International Management allâUniversitĂŠ Catholique de Louvain, in Belgio, racconta: âHo cominciato a lavorare in consulenza, tra la metĂ degli anni 90 e quella degli anni 2000â accenna Taddei (dal 1997 al 2003, prima in Andersen Consulting e poi in McKinsey, per lâesattezza). âHo seguito progetti di corporate finance, marketing e sviluppo per societĂ finanziarie, assicurazioni e, negli ultimi anni, istituti di private bankingâ. âSi veniva dal decennio delle privatizzazioni e delle fusioni degli anni 90 e ovunque câera un grande ricambio generazionale del management. CosĂŹ, mi sembrò una sfida interessante fare il passaggio e andare a lavorare direttamente nellâindustria della tutela dei grandi patrimoniâ. âSono entrato in Banca Euromobiliare, lâistituto specializzato del Credito Emiliano, nel 2004, come responsabile del marketing e del business development. La banca, come tutte in quellâepoca, stava strutturando la propria struttura manageriale perchĂŠ, con gli scudi fiscali del 2001-2002, era arrivata improvvisamente unâondata di clienti e di masse da gestire: câerano i banker ma mancavano le direzioni strutturate, gli specialisti di investimenti, marketing, tecnologia. E, quindi, li si prendeva sul mercato; in grande misura proprio dalle societĂ di consulenzaâ.
âVi rimasi fino alla fine del 2009. Col nuovo anno entrai in Ersel, giĂ allora nome storico del private banking italiano, che in quel momento aveva la necessitĂ di dotarsi di un marketing e di un business development strutturati. Mi ci dedicai immediatamente cosĂŹ come, quasi subito, mi dedicai a Online Sim, la societĂ fintech del gruppo, di cui sono amministratore delegato dal 2011. Per tre anni mi occupai poi del polo delle fiduciarie acquisite sul mercato e del loro rilancio attraverso il concentramento nel polo di servizi di wealth planning, consulenza fiscale e family office. E dal 2017, infine, assumendo la direzione commerciale del gruppo, divenni soprattutto responsabile del private banking di Ersel e [dal 2018, ndr] di Banca Albertiniâ. âErsel e Banca Albertini godevano da sempre del comune dna delle âboutiqueâ di estrazione familiare, figlie dellâex mondo degli agenti di cambio e, grazie anche a una complementarietĂ geografica molto forte, imperniata su Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna, sono realtĂ ormai giĂ profondamente integrate. Con reciproci rafforzamenti: il mondo delle fiduciarie e dei servizi digitali portato da Ersel contro
alle cascate vit toria lungo Il fiume z am
besi
la possibilitĂ di attivare credito lombard e una piĂš ampia gestione della tesoreria da parte di Banca Albertini. E consentendo, insieme, il raggiungimento di una dimensione adeguata [pari a 18,4 miliardi di masse a fine 2018, ndr]: oggi con meno di 10 miliardi di euro fare vero private banking è complicatoâ. âIl nostro lavoro ci consente una grande esposizione a tematiche diverse, a un contesto internazionale fatto di mercati finanziari ma anche di molto altro, in una logica di competizione mondiale, e questo mi rispecchia: il senso dellâinternazionalitĂ , dei 24 fusi, fa parte del mio spirito, cosĂŹ come lo sport. Da viaggiatore seriale ho toccato finora 70 Paesi dei circa 200 nel mondo. Mi piacciono le nazioni un poâ particolari, dal Botswana alla Micronesia, dalle Svalbard alla Bolivia, dove ahimè abbiamo visto compiersi una sorta di colpo di Stato. Mi piace insomma cercare posti lontani, vivendo il senso dellâaltroveâ. Girare il mondo, scriveva in fondo Kapuscinski, significa passare da una provincia allâaltra, ognuna delle quali è una solitaria stella che brilla di luce propria.
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GESTORI E FONDI
AAA FILIPPO GARBARINO (LEMANIK):
âNELLA GESTIONE NON TRADIRE MAI IL TUO STILEâ Non rincorrere strategie differenti, rimanere fedeli al proprio stile, riconoscere i propri pregiudizi e rispettare con umiltĂ il verdetto del mercato: sono queste le quattro regole dâoro per riuscire a gestire con successo un fondo comune di investimento. Parola di Filippo Garbarino, che con il fondo multi-asset bilanciato Lemanik Sicav â Global Equity opportunities Cap R ha fatto il suo ingresso tra gli AAA Citywire di novembre, registrando a tre anni una performance del 61%, primo in classifica in un settore che ha segnato il +7,3%. âLâuniverso investibile del fondo sono i listini azionari globali, anche se di recente la concentrazione del fondo è stata negli Usa, dove si sono riscontrate le opportunitĂ piĂš interessantiâ, racconta il gestore a Citywire Italia. Le aziende in cui il fondo investe sono
quelle piĂš promettenti in termini di generazione di cassa, crescita di ricavi/margini e soliditĂ del business model, senza fare trading tattico e senza adottare strategie di market timing. Il range abituale è di circa 25-30 posizioni in portafoglio e allo stato attuale sono 28. Il fondo tende a non avere posizioni che superano lâ8% di peso e non si supera mai il 10% per limiti UCITS. Oggi le prime tre sono rappresentate da Sherwin Williams (vernici), SS&C Technologies (servizio di contabilitĂ finanziaria) e Hca Holdings (operatore di ospedali). âIl nostro fondo è uno strumento di diversificazione ideale per un investitore italiano, tipicamente esposto ai titoli presenti nellâindice delle blue chip nazionali. Gli investitori devono tenere presente che sono giĂ investiti in Italia attraverso le loro proprietĂ immobiliariâ, conclude Garbarino.
I MIGLIORI 10 GESTORI PER RENDIMENTO A 3 ANNI NEL MULTI-ASSET BILANCIATO IN EURO IN ITALIA GESTORE
RATING
FONDI GESTITI
RENDIMENTO A 3 ANNI
FILIPPO GARBARINO
Lemanik Sicav - Global Equity opportunities Cap R
61%
GABRIELE MONTALBETTI E MASSIMO VERZANI
IGM FdF Bilanciato Azionario B
34%
NON INDICATO
GP & G Fund - Dinamico R
21,10%
NICOLAS BUDRY E RENATO IVERSSON
JPM Access Balanced EUR A Acc
21,10%
Capital Group Global Allocation (LUX) B USD
20,70%
Raiffeisenfonds-Wachstum R VTA
20,10%
Kames Global Diversified Income B Acc EUR
19,60%
ADAM PETRYK, THOMAS PICCIOCHI E ELLEN TESLER
Legg Mason QSI MA Euro Perf Fd A Acc EUR
18%
SELIM BOUGHALEM
Groupama Bilanciato N C
17,30%
KLAUS HIRN
Raiffeisen-Portfolio-Balanced R VTA
17,30%
ROBERT NEITHART, MARK BRETT PAUL FLYNN E HILDA APPLBAUM
(tranne Applbaum)
EVA POLLY VINCENT MCENTEGART E JACOB VIJVERBERG
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(solo McEntegart)
GESTORI E FONDI
AAA IN ITALIA CITYWIRE ANALIZZA LE PERFORMANCE DI OLTRE 3.000 FUND MANAGER CHE GESTISCONO PIĂ DI 3.600 PRODOTTI REGISTRATI PER LA VENDITA NEL NOSTRO PAESE a cura di FRANCESCO COLAMARTINO
JOHAN SWAHN (NORDEA):
âIL NOSTRO APPROCCIO ESG PIACE AI FONDI PENSIONEâ Lo scorso 25 ottobre il fondo Nordea 1 â Global Ideas Equity Fund è stato incorporato nel Nordea 1 â Global Stars Equity Fund, pur mantenendo lo stesso gestore. Si tratta di Johan Swahn, nuovo AAA Citywire da ottobre (confermato a novembre), che con il fondo ora incorporato ha messo a segno una performance del 51,6% a tre anni, contro una media del 28,7%. âSiamo impegnati negli investimenti responsabili e per questo motivo abbiamo un responsible investment team dedicato composto da 12 analisti, creato un decennio fa e tra i piĂš grandi dâEuropa. Lâengagement su questi temi è una componente chiave del modello Starsâ, racconta Swahn a Citywire Italia. âLa ricerca bottom-up, inoltre, ci permette di identificare le
inefficienze fondamentali del mercato su un intero ciclo di investimento, in particolare la differenza tra la nostra valutazione del valore dellâazienda e il prezzo di mercatoâ. Lâuniverso di investimento del fondo è costituito da circa 2.800 societĂ quotate a livello mondiale e con sufficiente liquiditĂ . Attualmente il portafoglio ha 71 titoli rispetto a una media di 70 posizioni negli ultimi 12 mesi, e le prime tre posizioni sono rappresentate da Alphabet, Rotork e Medtronic. Aggiunge Swahn: âStiamo ricevendo una maggiore attenzione da parte dei gestori dei fondi pensione che stanno integrando i fattori esg nelle loro allocazioni patrimoniali, per adempiere al loro dovere fiduciario senza rinunciare ai rendimentiâ.
I MIGLIORI 10 GESTORI PER RENDIMENTO A 3 ANNI NELLâAZIONARIO GLOBALE IN ITALIA GESTORE
RATING
FONDI GESTITI
RENDIMENTO A 3 ANNI
MARK URQUHART
Baillie Gifford Wldwd Lg Trm Glo Gro B EUR Acc
69,50%
MICHAEL FAHERTY
Seilern World Growth USD U I
66,30%
MICHAEL BOYD E GILES WARREN
GuardCap Global Equity I USD Acc
62,90%
KRISTIAN HEUGH
MS INVF Global Opportunity A USD
62,50%
BERTIE THOMSON E MICK DILLON
Brown Advisory Global Leaders C USD Acc
61,60%
ALEX GUNZ
Heptagon Future Trends Equity C USD Acc
60,70%
KEITH CREVELING E BRENT PUFF
American Century ConcRtd Glbl Gro Eq A USD Acc
MARK PHELPS E DEV CHAKRABARTI
AB SICAV I-Concentrated Global Equity Pf I USD
57,70%
Echiquier World Equity Growth I
57,4%
DAVID ROSS E ROLANDO GRANDI MARK FERGUSON E MIGUEL NOGALES
(solo Ross)
LO Funds - Generation Global (EUR) N A
60%
56,60%
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LETTURE
ANTIFRAGILE.
PROSPERARE NEL DISORDINE Autore: Nassim Nicholas Taleb Editore: Il Saggiatore Prezzo: 24 euro La nostra incapacitĂ di comprendere a fondo i fenomeni umani e naturali ci espone al rischio di eventi inaspettati. Ma lâincertezza non è solo una fonte di pericolo da cui difendersi: possiamo trarre vantaggio dalla volatilitĂ e dal disordine, persino dagli errori, ed essere quindi anti-fragili. Medicina, alimentazione, architettura, tecnologia, informazione, politica, economia, gestione dei risparmi: sono solo alcuni dei campi di applicazione pratica in cui Nassim Nicholas Taleb ci accompagna, con lâironia e la verve polemica che lo hanno reso celebre ai tempi della pubblicazione del suo testo piĂš noto: âIl cigno neroâ.
PARTIRE DAL PERCHĂ.
COME TUTTI I GRANDI LEADER SANNO ISPIRARE COLLABORATORI E CLIENTI Autore: Simon Sinek Editore: Franco Angeli Prezzo: 25 euro PerchĂŠ alcune persone e alcune organizzazioni sono piĂš innovative, piĂš influenti e piĂš profittevoli di altre? PerchĂŠ alcune riescono a portare alla fedeltĂ i propri clienti e altre no? Studiando il comportamento dei leader e delle aziende vincenti di oggi (e non solo di oggi), lâautore ha scoperto che tutti pensano, agiscono e comunicano esattamente nello stesso modo. Steve Jobs, Martin Luther King e i fratelli Wright, pur in campi tanto diversi, condividevano lo stesso segreto: erano tutti âpartiti dai perchĂŠâ. Saper partire dai perchĂŠ non richiede particolari doti innate, ma richiede metodo e disciplina: elementi irrinunciabili per saper guidare e ispirare le persone.
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H a n n i b a l
IL NUTRIMENTO NECESSARIO PER CHI SI OCCUPA DELLA CURA DEI GRANDI PATRIMONI
LE CITTĂ INVISIBILI Autore: Italo Calvino Editore: Mondadori Prezzo: 12 euro A distanza di quasi mezzo secolo dalla sua pubblicazione, âLe cittĂ invisibiliâ ha collezionato traduzioni in una trentina di lingue, conquistando il pubblico dei cinque continenti, e contribuendo alla fortuna mondiale di Italo Calvino. Portabandiera della letteratura postmoderna italiana, il romanzo fa parte del periodo combinatorio dellâautore, quello in cui il lettore gioca con il narratore nella ricerca delle combinazioni nascoste nellâopera e nel linguaggio. Il punto di partenza e la conclusione di ogni capitolo è il dialogo tra Marco Polo e lâimperatore dei Tartari Kublai Khan (nella realtĂ discendente di Gengis Khan, imperatore dei Mongoli), che interroga lâesploratore sulle cittĂ del suo immenso impero.
MARIO DRAGHI
Autore: Jana Randow, Alessandro Speciale Editore: Rizzoli Prezzo: 20 euro âMario Draghi avrĂ un successore, non verrĂ sostituitoâ.Pierre Moscovici, commissario europeo per gli affari economici e monetari, sintetizza cosĂŹ quanto importanti e decisivi siano stati gli anni trascorsi al timone della Bce dal governatore italiano e quale portata abbiano avuto le iniziative da lui promosse a difesa dellâeuro. Il racconto di Jana Randow e Alessandro Speciale prende avvio da quel âwhatever it takesâ con cui il governatore annunciò che la Bce avrebbe fatto âtutto il necessarioâ per proteggere la moneta unica. Ă quello che è accaduto, di fatto: Mario Draghi è stato âlâarteficeâ di un salvataggio a detta di molti impossibile.
LETTURE
FACTFULNESS.
DIECI RAGIONI PER CUI NON CAPIAMO IL MONDO. E PERCHĂ LE COSE VANNO MEGLIO DI COME PENSIAMO Autore: Hans Rosling, Ola Rosling, Anna Rosling RĂśnnlung Editore: Rizzoli, Prezzo: 20 euro Come possiamo far fronte alla valanga quotidiana di notizie deprimenti che ci arriva dai media, dai social e dalla politica? Attraverso un attento studio dei dati, Hans Rosling dimostra che le cose non stanno andando cosĂŹ male e che, anzi, siamo di fronte a un radicale miglioramento. Per capirlo dobbiamo però imparare a guardare ai fatti con curiositĂ , a metterli in prospettiva e a saperci stupire. Abbiamo tutti la possibilitĂ di usare la forza dei fatti a nostro vantaggio, per capire e non lasciarci accecare dalla rabbia, dallâignoranza, dalle semplificazioni.
SCARCITY.
PERCHĂ AVERE POCO SIGNIFICA TANTO Autore: Sendhil Mullainathan, Eldar Shafir Editore: Il Saggiatore Prezzo: 22 euro Per combattere la povertĂ , la scarsitĂ cronica di denaro, occorre cogliere il filo che la lega a tanti altri esempi di scarsitĂ : dalla mancanza di tempo di chi è oberato dagli impegni lavorativi alla solitudine di chi si trasferisce in una nuova cittĂ . Sendhil Mullainathan e Eldar Shafir dimostrano che tutte le forme di scarsitĂ creano uno stato mentale simile: la scarsitĂ influenza, a un livello subconscio, incontrollabile, le capacitĂ cognitive e i comportamenti individuali e collettivi. Diventiamo meno intuitivi, meno lungimiranti, meno controllati. In questâottica non solo la povertĂ globale, ma anche i problemi della nostra vita quotidiana acquistano nuova luce.
EBAnO
l e c t o r a cura di DANIELE BARZAGHI
Autore: Ryszard Kapuscinski Editore: Feltrinelli Prezzo: 9,50 euro Ryszard Kapuscinski si cala nel continente africano e se ne lascia sommergere, rifuggendo tappe obbligate, stereotipi e luoghi comuni. Va ad abitare nelle case dei sobborghi piĂš poveri, brulicanti di scarafaggi e oppresse dal caldo; si ammala di malaria cerebrale; rischia la morte per mano di un guerriero. Kapuscinski non perde mai lo sguardo lucido e penetrante del reporter e non rinuncia allâaffabulazione del grande narratore. Lâautore ha viaggiato per quasi trentâanni in vari Paesi africani, tra i quali Kenya, Ruanda, Nigeria, Etiopia, raccogliendo una vasta messe di esperienze in qualitĂ di corrispondente.
LâECONOMIA ITALIANA DAL 1945 A OGGI Autore: Patrizia Battilani, Francesca Fauri Editore: Il Mulino Prezzo: 16 euro La ricostruzione postbellica, il miracolo economico, la deindustrializzazione e lâinvenzione del made in Italy, il rallentamento negli anni della terza globalizzazione, la grande crisi del 2008 mai conclusasi: questo libro â presentato in una nuova edizione aggiornata e ampliata â ripercorre la storia dellâeconomia italiana collegandola al contesto economico internazionale e al processo di integrazione europea. Viene seguita lâevoluzione dei consumi, delle specializzazioni settoriali, delle politiche economiche, del sistema di welfare.
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GRANDI PORTAFOGLI
LA FITTA RETE DEI
FAMILY OFFICE VEDANI (OREFICI SPA): âLA MIA FAMIGLIA AVEVA LâESIGENZA DI BYPASSARE LA FORTE INEFFICIENZA DEL SISTEMA BANCARIO NEL GESTIRE GLI ASSET FAMILIARI E VEDEVA UN FAR WEST NEL MONDO DEGLI AGENTI DI CAMBIOâ
di LAURA MAGNA
CARLO VEDANI 36
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Il family office? Ă come correre una maratona. Alla base ci sono allenamento e disciplina, che danno forma a competenze tecniche e fisiche, ma anche soft skill. CosĂŹ la pensa Carlo Vedani (in foto), imprenditore di terza generazione e amministratore delegato di Orefici Spa, fiduciaria della famiglia nata per curarne il patrimonio e poi allargatasi alla gestione del risparmio. E le maratone, Vedani, le conosce bene. Ne corre almeno una allâanno: âDurano intorno alle quattro ore. Ma sono gli ultimi 7-8 chilometri che fanno la differenza. Quando le gambe non vanno piĂš, se non ci metti la testa sei finito, non arrivi al traguardoâ. Carlo Vedani, classe 1966, ha lo stesso nome della prima azienda fondata da suo nonno nel 1902. Oggi la Intals Spa, con sede a Parona (nella provincia pavese),
continua a fare il lavoro di sempre, ovvero la produzione di leghe secondarie in alluminio. La fiduciaria invece ha cambiato pelle piĂš volte dopo essere stata fondata nel 1986 da Edoardo e Vincenzo Vedani, rispettivamente padre e zio di Carlo. âLâidea originaria era pioneristica: ai tempi non esisteva neppure la locuzione family office. La mia famiglia aveva lâesigenza di bypassare la forte inefficienza del sistema bancario nel gestire gli asset familiari e vedeva un âfar westâ nel mondo degli agenti di cambio. Molti fallivano causando danni ingenti ai risparmiatori. Questo era lâassunto di base da cui tutto è natoâ, spiega Vedani. A lui, che allâepoca era uno studente ventenne della Bocconi con in mente lâidea di entrare in azienda, fu offerta la possibilitĂ di occuparsi invece di questa componente finanziaria.
GRANDI PORTAFOGLI
MASSE GESTITE
2,4 MILIARDI DI EURO
3 FAMILY ADVISOR SOGLIA MINIMA DâINGRESSO
30 MILIONI DI EURO âIl primo approccio è stato molto soft, in punta di piedi, mentre facevo lâuniversitĂ . Prima di riceve le deleghe operative, nel 1997, ho fatto due anni di esperienza tra Londra e New York, con Banca Sarasin, Deutsche Bank e Emcor Securities, e altrettanti di gavetta internaâ. Poi la società è cresciuta e oggi è una holding al cui interno coesistono la fiduciaria statica Fidor e Alicanto Capital Sgr. I capitali amministrati ammontano a 2,4 miliardi di euro e quelli in capo alle sgr sono 290 milioni. Ma quello che distingue questo family office è proprio la capacitĂ di gestire il patrimonio di famiglia con unâottica di asset allocation. âA inizio anni Duemila mi sono avvicinato anche agli hedge fund, partecipando a una sgr speculativa, la Private wealth management, di cui Orefici possedeva il 20% e di cui sono stato presidente e amministratore delegato.
Ne uscii nel 2007, al picco del cicloâ, ricorda lâimprenditore. La strategia di costruzione di portafoglio adottata per il patrimonio della propria famiglia da almeno 20 anni è sempre stata improntata alla prudenza. Nelle sue parole: âAbbiamo sempre scelto di privilegiare il controllo della volatilitĂ e del rischio piuttosto che andare a inseguire i mercati. A differenza di molti altri abbiamo sempre considerato la nostra azienda come il nostro private equity e quindi abbiamo limitato moltissimo lâesposizione al settore. Anche perchĂŠ tutti gli investimenti del private equity nei materiali non ferrosi, la storia lo insegna, sono stati disastrosi, in termini di industrie comprate e prezzi pagatiâ. Replicare per i patrimoni terzi quello che la fiduciaria faceva per i Vedani è stato quasi automatico. âAccade spesso che alla fiduciaria statica siano altri family office ad appoggiarsi per individuare strumenti che proteggano i patrimoni di altre famiglieâ. I clienti del gruppo sono circa 600, molto diversificati: âDalla srl che intesta 10.000 euro di capitale a chi ci affida lâintero patrimonioâ â e circa 35 di essi ha una soglia di portafoglio superiore ai 30 milioni di euro. Un valore aggiunto che Vedani offre è la fitta rete di contatti maturata negli anni con altri family office e con gestori di alto standing: âFund manager di nicchia e contrarian che riescono a creare valore perchĂŠ non seguono mode e grandi trend, spesso inefficienti dal punto di vista del rendimentoâ. Separare il buono dal cattivo nel mondo variegato e colmo di prodotti in cui ci muoviamo è molti difficile, non bastano i numeri e la preparazione. âĂ impossibile che un solo familiy office abbia accesso ai migliori investimenti e a due diligence fatte in maniera perfetta su milioni di titoli analizzabili. La rete aiuta a costruire un asset allocation piĂš efficiente. E sono convinto che in portafoglio debba sempre esserci un 40-50% di strategie decorrelate che tengano al riparo dagli errori di psicologia comportamentale; come vendere quando il mercato perdeâ. BasterĂ tutto questo per affrontare il passaggio della ricchezza alla prossima
Replicare per terzi ciò che la fiduciaria faceva fu quasi automatico
generazione di millenial, i nati tra il 1980 e il 2000 che, secondo le stime di Pwc, nel 2030 erediteranno 30mila miliardi di dollari dalla generazione precedente? âIo non vedo lâora che arrivino i millenial: hanno una cultura finanziaria superiore, rispetto ai cinquanta, sessantenni di oggi che, anche gli Hnwi, sono legati ancora alla mera logica dei Bot e solo ora iniziano a realizzare che il mondo obbligazionario gli darĂ ritorni negativi per almeno cinque anniâ, dice Vedani. âLa vecchia guardia considera lâacquisto di azioni come un atto speculativo e non come quello che è: una strategia con dietro studio e matematica, che si applica per attualizzate gli utili futuri. Io faccio ancora fatica a far capire che è piĂš importante, per esempio, che un asset allocation protegga dallâinflazione che guardare allo zero. Nel lungo termine di dieci anni, lâinflazione si muoverĂ intorno al 2% (che è lâobiettivo della Bce): per conservare il potere di acquisto attuale è necessario con questi numeri avere rendimento pre-tax del 3-4% annuo, il che non è banale. Ma è un lavoro che richiede molto tempo. Ed è difficile che questi interlocutori riconoscano a pieno la professionalitĂ del consulente finanziario. La finanza è come il calcio: tutti sono allenatori e tutti fanno tredici al lunedĂŹ. Ma, per fortuna, il mister sta sul campo e la partita si gioca di domenicaâ.
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LA STORIA
a cura di FRANCESCO COLAMARTINO
Piazzetta Enrico Cuccia
â˘Il blitz del fondatore di Luxottica Leonardo Del Vecchio in Via dei Filodrammatici (e lâuscita di scena di UniCredit da uno dei crocevia del potere finanziario in Italia e non solo) segna lâavvio di una nuova fase per Mediobanca, istituto storicamente associato al nome di Enrico Cuccia. Discreto tessitore e nume tutelare dei piĂš segreti e scottanti accordi delle grandi famiglie del capitalismo italiano allâombra del âsalotto buonoâ, Cuccia è sempre stato celebre per la sua ritrosia a parlare davanti
Nasce Compass, dal 1960 societĂ pioniera sul mercato italiano del credito al consumo
Mediobanca nasce su iniziativa di Raffaele Mattioli (allora Presidente della Banca Commerciale Italiana) e di Enrico Cuccia
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ai microfoni o in pubblico. âIl peccato veniale di un banchiere è fuggire con la cassa, quello mortale è parlareâ è uno dei suoi piĂš celebri aforismi. Cuccia, di origine siciliana, nasce a Roma il 24 novembre del 1907. Dopo gli studi in legge e unâesperienza come giornalista per il Messaggero, nel 1931 viene assunto nella sede londinese della Banca dâItalia e, nel 1934, dallâIstituto per la Ricostruzione Industriale. LâIri sarĂ in un certo senso il suo primo grande amore, visto che nel 1939 sposa Idea Nuova Socialista, una delle tre figlie di Alberto Beneduce, creatore proprio dellâIri. Dal loro matrimonio nascono tre figli: Benianimo, Auretta Noemi e Silvia Lucia. Negli anni della Seconda Guerra Mondiale, la copertura di alto funzionario di banca consente a Cuccia di fare la staffetta tra Italia e Svizzera con un obiettivo: sostenere la Resistenza. Poco dopo, in
Ă costituita Reconta, la prima societĂ italiana di revisione (poi ceduta nel 1981)
Mediobanca è ammessa alla quotazione in Borsa
Nasce Selma, tra le pioniere del leasing in Italia
Mediobanca dirige lâintervento in Olivetti per ridefinirne gli ambiti strategici e la struttura finanziaria
LA STORIA
un Paese profondamente segnato dalle ferite del conflitto bellico, riesce a cogliere lâurgenza di creare un ente specializzato nei finanziamenti a medio termine. CosĂŹ, nel 1944, intavola le prime discussioni con Raffaele Mattioli (allora presidente della Banca Commerciale Italiana, di cui Cuccia è condirettore centrale) sullâidea di fondare una nuova realtĂ bancaria, con lâintervento di tre banche controllate dallâIri: Banca Commerciale Italiana, Credito Italiano e Banco di Roma. Di lĂŹ a due anni Enrico Cuccia terrĂ a battesimo Mediobanca, attraverso cui tesserĂ le sorti del Paese per molto tempo a venire. Da quel momento in poi la prima e a lungo unica vera banca dâaffari italiana è al centro delle piĂš importanti operazioni industriali e finanziarie che si ricordino nella storia del Paese. Mediobanca inizia ad accumulare importanti pacchetti azionari, tra cui Montecatini, Sade, Bastogi, Assicurazioni Generali, Fondiaria, Finsider e Finelettrica, Pirelli, Fiat, Snia e Sip, diventando cosĂŹ il perno di un sistema di alleanze che, attraverso partecipazioni incrociate, garantisce la stabilitĂ degli assetti proprietari dei maggiori gruppi industriali italiani. Nella stessa logica rientra anche la partecipazione dei maggiori gruppi industriali nella compagine proprietaria di Mediobanca, sancita dallâingresso in consiglio di Leopoldo Pirelli nel 1958 e di Giovanni Agnelli nel 1962. Nel 1956 Cuccia imprime una svolta alla struttura dellâistituto, con lâammissione alla quotazione a Piazza Affari delle azioni di Mediobanca e con lâallargamento della proprietĂ a soci stranieri e privati come Lazard Frères, Lehman Brothers, Berliner Handels-Gesellschaft, Sofina e la Lazard Brothers di Londra.
Negli anni Settanta lâingresso in Fiat di Lafico â la finanziaria del governo libico di Muammar Gheddafi â porta la firma di Cuccia, cosĂŹ come negli anni Ottanta lâimpegno a sostegno di Olivetti (superata lâiniziale diffidenza del banchiere nei confronti di Carlo De Benedetti) oltre che di Pirelli. Ma la storia e la vita insegnano che anche i piĂš bei sogni possono, talvolta, tramutarsi in incubi. E uno degli incubi di Cuccia è Montedison, che lui stesso definirĂ âil mio Vietnamâ. Nel 1966 è proprio Cuccia a orchestrare la fusione tra Montecatini, azienda chimica in difficoltĂ finanziaria, ed Edison, ricca di disponibilitĂ derivanti dalla nazionalizzazione dellâenergia elettrica; ma tra il 1986 e il 1987 non riesce a impedire a Raul Gardini di prendere il controllo di Montedison, che nel 1993 verrĂ travolta da una valanga di debiti per 30.000 miliardi.
Mediobanca diventa uno tra i principali operatori del processo di privatizzazione delle grandi imprese pubbliche italiane
Avviene la privatizzazione del gruppo
Carlo De Benedetti e Romano Prodi
Enrico Cuccia insieme a Gianni Agnelli
à operativa Banca Esperia in joint venture con Mediolanum. La società è attiva nel private banking
A giugno muore Enrico Cuccia, il fondatore della banca le cui sorti aveva guidato fino a quel momento. Gli succede Vincenzo Maranghi
Inizia lâespansione allâestero del gruppo. La prima sede ad aprire è stata quella di Parigi nel 2004
Alberto Nagel e Renato Pagliaro succedono a Vincenzo Maranghi alla direzione del gruppo
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LA STORIA
anche un attentato a scopi intimidatori sulla porta del proprio appartamento in via Maggiolini a Milano, ma ugualmente nel processo sullâomicidio di Giorgio Ambrosoli testimonierĂ contro Sindona. Nel 1982, mentre viene svelata lâesistenza dei fondi neri dellâIri depositati in Mediobanca, Cuccia lascia la carica di direttore generale, rimanendo però consigliere Enrico Cuccia insieme a Salvatore Ligresti dâamministrazione, prima come rappresentante delle banche di interesse Lâaver lavorato gomito a gomito con nazionale e poi su designazione di Lazard, poche grandi famiglie imprenditoriali dopo il veto opposto alla sua riconferma da ha attirato su Cuccia varie accuse dei Romano Prodi in qualitĂ di presidente dellâIri. detrattori, soprattutto quella di aver fatto solo Cuccia mantiene ben salde nelle sue mani le lâinteresse delle prime e di aver ostacolato lo redini di Via Filodrammatici e, tra il 1984 e il sviluppo di un moderno mercato finanziario, 1985, si trova a respingere diversi tentativi di prediligendo strumenti di controllo come i insidiare lâautonomia della banca da parte di patti di sindacato. E oggi, ironia della sorte, esponenti politici della Democrazia Cristiana. è proprio il patto di sindacato che reggeva le sorti di Mediobanca a essersi sciolto. Ma con Del Vecchio ormai primo azionista di Mediobanca, davanti a Vincent Bollorè, BlackRock e Mediolanum, anche la nuova versione del patto in versione âlightâ â senza BollorĂŠ e i Pesenti â sembra essere in bilico. La storia di Cuccia è fatta anche di pagine rimaste avvolte nellâombra, come quella dei rapporti con il faccendiere Michele Sindona. Dopo uno scontro tra i due sulla fallita scalata alla Bastogi Finanziaria, il banchiere viene difatti accusato dal faccendiere di essere il mandante di un complotto nei suoi confronti e di controllare segretamente il tribunale di Milano. Cuccia arriva a subire
A giugno è presentato il piano strategico 2014-2016 che prevede lâuscita da tutti i patti di sindacato partecipati dalla banca
Nasce CheBanca!, la prima banca nativa digitale che opera su un modello di distribuzione multicanale
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Mediobanca, attraverso la controllata Che Banca!, acquisisce le attivitĂ retail di Barclays in Italia
Mediobanca acquisisce il controllo della londinese Cairn Capital
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Lâindipendenza di Mediobanca è garantita, alla fine, dalla sua privatizzazione nel 1988, che comporta la riduzione delle quote detenute dalle banche di interesse nazionale e lâingresso nel patto di sindacato di nuovi soci privati: De Benedetti, le Assicurazioni Generali e La Fondiaria, i Ferrero, i Ferruzzi, i Pesenti, i Ligresti, Pecci, i Marzotto, Stefanel. Ma intorno alla metĂ degli anni Novanta la visione del mondo con cui Cuccia aveva plasmato unâepoca inizia a tramontare. Nel 1997 Cuccia incassa il ânoâ dellâazionista Pietro Marzotto al progetto di fusione tra la sua societĂ e Hdp, la ex Gemina, episodio seguito dallâinsuccesso delle Generali nella scalata allâAgf e dalla rottura con Gerardo Braggiotti, segretario generale di Mediobanca. Dopo aver investito il presidente della Rcs, Cesare Romiti, del ruolo di suo successore, Cuccia affronta lâultima sua battaglia, quella per il controllo della Banca Commerciale Italiana, uscendone sconfitto da Giovanni Bazoli di Banca Intesa. Dopo tutto era stato proprio Cuccia a dire che âil potere va maneggiato con cura, se non vuoi rimanerne vittima.â
Raul Gardini insieme a Bettino Craxi
In agosto Compass annuncia lâacquisizione del 19,9% dellâindonesiana BFI Finance
In dicembre Mediobanca inaugura Mediobanca Private Banking, il nuovo brand a servizio della clientela High Net Worth Individual (HNWI)
Ad aprile il Gruppo Mediobanca stringe una partnership di lungo termine con la boutique francese Messier Maris & AssociĂŠs
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DICEMBRE 2019
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