CityLife MAG • N. 7 • SEP 2019

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ARCHI T E T T U R A

N AT U R A

DESIGN

I N T E R I OR

A RT E

Memorie di CityLife

VIA GGI

T EC NOLOGIA

CityLife Shopping District

Il terzo capitolo della storia: il Parco e CityLife Shopping District prendono forma.

I migliori store in cui trovare le proposte di home decor.

Indiscrezioni del Dir. Commerciale Un focus esclusivo sulle residenze Libeskind di prossima costruzione.

Interviste polifoniche Il maestro Gatti ci racconta la LaFil e il suo debutto in CityLife.

Profilo d'artista

Gruppo Generali

Intervista a Mario Airò: come nasce la sua opera per il Parco di Arte Contemporanea.

News, eventi e curiosità L'inserto che ci accompagna nel mondo lifestyle di CityLife.

NUMERO 7 • SETTEMBRE 2019 • TRIMESTRALE

Palazzo Bonaparte torna a risplendere e si prepara a ospitare importanti mostre.


Foto di Simone Sirgiovanni

CITYLIFE IN TEXTURE

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EDITORIALE

CityLife, memoria e corsa verso il futuro Gentili lettori,

quest’autunno inizia con grandi novità per CityLife, legate soprattutto alla commercializzazione del nuovo lotto residenziale firmato da Daniel Libeskind. A questo nuovo progetto abbiamo dedicato la copertina e un articolo all’interno del nostro Magazine di settembre, dove vi anticipiamo alcune delle caratteristiche degli appartamenti e vi mostriamo alcuni esempi dei tagli che spazieranno dal monolocale agli attici. Vi parleremo del restauro di Palazzo Bonaparte, una delle più belle dimore barocco rinascimentali romane, nonché patrimonio di Generali dal 1972, il cui restauro è stato appena terminato e che diventerà la prima sede di Valore Cultura, il programma pluriennale di Generali Italia, con il quale la Compagnia sostiene alcune tra le migliori iniziative artistiche italiane, al fine di proteggere e valorizzare l’arte e la cultura. Continueremo poi il nostro racconto sulla storia di CityLife con un approfondimento sul Parco, dal concorso internazionale sino al suo sviluppo, e sulla realizzazione dello Shopping District che, solo nel suo primo anno d’attività, ha totalizzato un numero di visitatori pari a 10 milioni e ha creato più di 1.000 nuovi posti di lavoro. Parleremo inoltre di arte, con un’intervista a Mario Airò, la cui opera verrà inserita all’interno del Parco di Arte Contemporanea; di musica, con una bella chiacchierata con il direttore d’orchestra Daniele Gatti, che ci parla del progetto della filarmonica di Milano LaFil; di lifestyle, con un approfondimento su Garage Italia, realtà che unisce creatività, motori e buon cibo; di design, con la storia del celebre divano Bocca che spegne quest’anno 50 candeline e infine di interior, con le immagini di un altro bellissimo appartamento delle nostre residenze. Immancabile poi l’appuntamento con il tabloid, dove parleremo degli eventi più belli che hanno animato il nostro Parco come la prima edizione della Night Run organizzata da CityLife Shopping District; del Summer Village, dell’evento firmato Dodo Pomellato e dei prossimi appuntamenti in arrivo, come la fiera Golosaria, di cui CityLife sarà ospite e di tanto altro ancora. Buona lettura.

Armando Borghi CEO CityLife

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SOMMARIO

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NUMERO 7 settembre 2019

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Storia di CityLife - Capitolo III ARCHITETTURA

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Residenze Libeskind ARCHITETTURA

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Quattro passi nel quartiere ARCHITETTURA

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Generali Valore Cultura a Roma GENERALI ITALIA

La restituzione di uno storico palazzo romano alla collettività grazie al restauro opera di Generali Italia.

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ARTE

Sofà Bocca, la rivoluzione del Pop DESIGN

Sono 50 le candeline spente nel 2019 dal divano Bocca: storia di un’icona di design sexy e irriverente.

Un viaggio alla scoperta delle opere di importanti architetti intorno a CityLife. Questa volta tocca al duo Asnago e Vender.

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Due gallerie milanesi Incontro con due galleristi che hanno scelto di installarsi a Milano, nuova capitale dell’arte contemporanea in Italia.

Un focus sulle nuove residenze di prossima costruzione in CityLife: piantine, informazioni e indiscrezioni.

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ARTE

Mario Airò ci racconta dell’opera che sarà prossimamente installata nel Parco di Arte Contemporanea.

La storia della nascita del terzo parco più grande di Milano e di CityLife Shopping District.

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Antiche radici e raccordi col presente

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Geometrie orientali DESIGN

Un modo diverso di intendere l’interior design e di mettere in relazione architettura e arredamento.


SOMMARIO

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#HomeDecor

SHOPPING BRAND FOCUS

Approfondiamo insieme la proposta di CityLife Shopping District per l’arredamento e non solo.

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Flânerie, tra antico e moderno LIFESTYLE FUORI MURA

Un’altra puntata del nostro tour cittadino, alla ricerca di negozi e luoghi da scoprire intorno a CityLife.

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Garage Italia Custom LIFESTYLE

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Motori, design e food: gli ingredienti del progetto firmato Lapo Elkann con base a Milano, zona Portello.

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Umanoidi in famiglia (parte II) TECNOLOGIA

La seconda parte dell'approfondimento sui robot da compagnia: modelli, costi, differenze e particolarità.

Musica a Milano, tra passato e futuro INTERVISTA

Parla il maestro Gatti, tra gli ideatori de LaFil, l’orchestra che ha debuttato al Palazzo delle Scintille lo scorso maggio.

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Galline ovaiole ILLUSTRAZIONE

Il racconto di chi sono i nuovi ospiti degli Orti Fioriti CityLife...

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ARCHITETTURA

Storia di CityLife Capitolo III testi Patrizia Giordano

Alberto Fanelli

David Bombelli

Alberto Fanelli

CityLife, il progetto di riqualificazione dello spazio fieristico che ha rivoluzionato lo skyline milanese, comprende un immenso parco a disposizione degli abitanti delle residenze, dei milanesi, e di tutti coloro che, di passaggio nella capitale lombarda, avessero voglia di passeggiare, ritrovarsi, respirare. Natura, arte e shopping sono ormai riuniti in un palmo di mano.

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ARCHITETTURA

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o sviluppo verticale che spesso caratterizza i nuovi progetti immobiliari urbani ha il merito di riservare un grande spazio al verde. Centosettantatremila metri quadrati è la superficie destinata a parco che la cordata vincente della riqualificazione della zona Fiera di Milano ha inserito come parte integrante del progetto. Un terzo grande parco per la città, alla confluenza delle principali reti di trasporto, luogo di incrocio delle traiettorie dei cittadini e un nuovo spazio aperto al pubblico dove ritrovarsi e interagire. L’immensa zona verde accoglie uno degli otto Raggi Verdi che sono al cuore della politica ambientale del Comune di Milano, quello che collega il Parco Sempione con l’area di Expo, le zone boschive del nord della città con la ricca pianura a sud. Un ‘parco sostenibile’, un ‘parco simbolico’ e un ‘parco di connessione’ erano le linee guida del concorso internazionale indetto nel 2008, che ha visto coinvolti numerosi studi paesaggistici. Il concetto di sostenibilità di una zona verde si basa su diversi principi. Se infatti è semplice farsi indurre nell’errore di pensare che ogni zona verde è sostenibile, l’esperienza di CityLife è un esempio virtuoso di progettazione nel rispetto della biodiversità. Un parco è sostenibile soltanto se genera più energia di quella che consuma e se ha a disposizione le risorse idriche e le dotazioni nutrienti di cui necessita per il proprio sostentamento. La costruzione di un parco in zona urbana è sottomessa anche agli inconvenienti dati dalla fruizione del pubblico e dalla concentrazione di smog. Nel caso di CityLife la sostenibilità delle zone verdi si basa su un sistema di irrigazione pensato ad hoc (vedi box) e su una strategia di salvaguardia di alcune specie che trovano in questo nuovo spazio una sorta di riserva genetica. Piante autoctone scelte per garantire la biodiversità in termine di specie, di colore, di dimensione e di comportamento stagionale, che offrono all’occhio una varietà di atmosfere diverse a seconda del momento dell’anno e dell’ora del giorno. La composizione degli habitat naturali contribuisce invece al migliore inserimento dell’attività dell’uomo all’interno della zona verde, attraverso la costituzione di “zone filtro” che circondano quelle più frequentate. �

Esempi di progettazione paesaggistica dell'area: sezione e varietà vegetali presenti

IRRIGAZIONE

Alberto Fanelli

L’impianto di irrigazione del parco è alimentato da acque di falda provenienti dalle vasche di accumulo ed è composto da un sistema di aspersione per le aree a prato, ad ala gocciolante per le aree con arbusti ed erbacee perenni, e anelli gocciolanti per le alberature di nuovo impianto.

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ARCHITETTURA

SHOPPING DISTRICT

Alberto Fanelli

David Bombelli

CityLife Shopping District, il più grande distretto commerciale urbano d’Italia, ha accolto nel primo anno d’attività quasi 10 milioni di visitatori. Non solo! L'area commerciale ha creato circa mille nuovi posti di lavoro, un bell'esempio di sostenibilità sociale per la città di Milano. Il distretto offre cento negozi, servizi, ristoranti e cinema dislocati su tre aree di shopping, collegate da un percorso pedonale, ognuna con un carattere architettonico ben distinto, come i tre studi di architettura che lo hanno progettato. Studio One Works si è occupato dell'area di negozi e servizi attorno a piazza Tre Torri, la grande piazza centrale. Particolare attenzione a integrare la piazza con il parco circostante di 170.000 mq, in cui il district è immerso, è stata posta da One Works, che ha collaborato anche alla progettazione del parco stesso. La vista sulle tre torri iconiche è un altro elemento che ha molto influenzato One Works nella definizione degli spazi. Seconda area è il podio commerciale su due livelli firmato da Zaha Hadid, il celeberrimo architetto pluripremiato che ha disegnato anche la torre sovrastante, headquarter di Generali. Torre e shopping mall fanno parte di un unico gesto creativo. Il movimento dello Storto infatti continua all’interno dello spazio commerciale, caratterizzato da un insieme di linee morbide e di materiali caldi che rendono l’esperienza della visita unica. La luce naturale proveniente dal soffitto trasparente contribuisce alla piacevolezza della passeggiata in entrambi i piani, dedicati rispettivamente al fashion e alla ristorazione. L’acustica è stata oggetto di particolare attenzione sia per contenere i rumori indotti dall’attività commerciale e dalla frequentazione del pubblico, sia per garantire l’isolamento dall’esterno e quello delle sale del cinema. La terza area che compone il distretto commerciale di CityLife è la galleria Castelli Ferreri, una promenade open-air progettata da Studio Mauro Galantino che ha l’importante funzione di mettere in relazione piazza Tre Torri con il resto della città. Una passeggiata che ricorda una via dello shopping milanese rivista in chiave moderna e che raccoglie i brand del design, della tecnologia e dell'home decor. L’elemento comune alle tre zone e ai rispettivi tre team creativi che le hanno definite è la sostenibilità. Se infatti l’intero quartiere di CityLife è alimentato dall’impianto A2A di Figino che produce teleriscaldamento bruciando rifiuti urbani e agricoli, il podio commerciale è riscaldato e raffrescato da un impianto di climatizzazione alimentato da acqua derivata da un anello idronico. Il tetto del mall accoglie infine due impianti fotovoltaici, un terzo invece si trova sulla parte superiore della passeggiata di Mauro Galantino. Per finire, il cemento utilizzato per la promenade ha una capacità autopulente che permette di catturare polveri sottili, ossido di azoto e altre particelle inquinanti. Un grande plus per tutto il quartiere circostante.

La scelta delle piante risponde anche all’esigenza di simbolicità del bando di concorso. Il progetto vincente dal titolo "Un parco tra le montagne e la pianura", firmato dallo studio inglese Gustafson Porter e portato avanti dall'architetto Margherita Brianza, fondatrice dello studio di paesaggistica P'arcnouveau, si basa sull'idea di mettere in comunicazione la vasta e ricca pianura padana con le boschive montagne che delimitano la zona prealpina. La connettività infine è al centro della definizione della topografia del parco del progetto vincente. Gli otto assi principali che convergono su CityLife e le Tre Torri, e che mettono in comunicazione la nuova zona con la vecchia città, sono stati studiati per accogliere un gran numero di persone. Percorsi secondari e addizionali sono stati aperti per permettere di usufruire del parco anche per rilassarsi, respirare e praticare sport. Topografia del parco La topografia del progetto doveva prendere in considerazione alcune variabili che avrebbero influenzato scelte primordiali. Prima di tutte quella della restrizione dell’intera zona al traffico di veicoli in superficie, la separazione dei flussi autostradali e pedonali, e la sistemazione delle zone di parcheggio sottosuolo per aumentare gli spazi destinati al verde. La superficie sapientemente modellata prende forma attorno alle tre torri, che formano il cuore del masterplan. Verso nord, il parco si distende e lascia spazio a radure e a boschi. A sud una lama d’acqua ricorda i fontanili, tipici del paesaggio della bassa padana e centra l’asse prospettico che arriva da centro città. I flussi e le funzioni hanno disegnato il parco affinché tutti possano vivere la natura urbana, aree fitness e gioco, spazi eventi, asilo e il nuovo CityLife Shopping District.

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AMBITO DEL CONCORSO CityLife nasce dalla convergenza di 8 assi principali, il progetto include anche la ristrutturazione di alcune aree limitrofe, piazze e viali, per mettere in comunicazione il progetto di riqualifica con la vecchia città.


ARCHITETTURA

La parte destinata al parco è stata suddivisa in due zone, la Bassa verso la pianura padana, e la Alta verso le montagne. All’interno delle due zone sono state definite delle sezioni rispondenti a funzionalità diverse. La pianificazione naturale ha contribuito a metterne in risalto i ruoli e le dinamiche che ne derivano.

la Alta

I

H G

F

J E D

A

C B

la Bassa

Nella zona “bassa” si concentrano gli ingressi alla zona: A - Il giardino di ingresso a est B - L’ingresso a sud e la piazza dei Fontanili C - Parchi da gioco D - Il bosco Sud E – Il giardino Belvedere F - L’ingresso Ovest e l’area per gli eventi G - Il bosco Ovest Nella zona Alta invece si distinguono: H - La valle della Fiera e l’Anfiteatro I - Il bosco prealpino e l’ingresso Nord J - Piazza Tre Torri L’illuminazione, i materiali per la fruizione del parco (i percorsi che devono poter sopportare affluenze importanti) e gli arredi sono stati scelti nel rispetto della linea guida del “parco simbolico”. Panchine, pattumiere, lampadari e materiali per i suoli provengono dalle aziende leader nel mondo del design, dell’architettura e della creatività. L’alta innovazione che contraddistingue la produzione lombarda è infatti sinonimo di durabilità e risponde bene alle necessità di longevità a bassa manutenzione. �

Il Diagramma del microcosmo della sezione di Valle Lombarda rappresentata nel progetto del Parco.

Alberto Fanelli

David Bombelli

ARTLINE, IL MUSEO DEL NUOVO PARCO Progetto di arte pubblica del Comune di Milano, Artline Milano è una collezione di una ventina di opere d’arte a cielo aperto, usufruibile da chiunque abbia voglia di passeggiare nel parco di CityLife. L’iniziativa è stata ideata da Sara Agostini e da Roberto Pinto (vedi intervista CityLife mag #5), che hanno selezionato 30 artisti internazionali under 40 che nel 2015 parteciparono a un concorso per la selezione di otto opere, le restanti sono state affidate ad artisti già affermati del calibro di Jeremy Deller, Judith Hopf, Mario Airò (intervista in questo numero) e altri. La curatela ha lasciato grande libertà agli artisti che hanno potuto realizzare delle opere site specific secondo gli stimoli, i dialoghi architettonici e le interazioni che ciascuno di loro ha avuto voglia di suggerire e di condividere. In ogni numero di CityLife abbiamo parlato delle new entry e continueremo nei prossimi numeri con interviste e approfondimenti... stay tuned!

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ARCHITETTURA

Residenze Libeskind Al via la commercializzazione testi Mariana De Marco

Tutto quello che avreste voluto sapere sulle residenze Libeskind di nuova costruzione: il Direttore Commerciale e, questa volta, non solo lui, toglie il suo consueto riserbo e ci racconta i dettagli di questo nuovo progetto firmato CityLife.

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ARCHITETTURA

E

state stagione di vacanza, ma non per tutti. Pensavamo di dover rincorrere il nostro Direttore Commerciale su qualche spiaggia assolata, ma era in ufficio sommerso da bozzetti e capitolati delle nuove residenze firmate Libeskind. Direttore, pensavamo fosse già in vacanza! Come mai è ancora al lavoro? Stiamo preparando tutto il materiale per la commercializzazione del nuovo lotto delle residenze Libeskind, che si chiameranno Residenze Libeskind 2. Tra fine ottobre e inizio novembre partirà la commercializzazione che coinvolgerà per primi i family&friends e successivamente allargheremo le vendite a tutti. Abbiamo già un numero di richieste pari al doppio degli appartamenti, quindi probabilmente le mie vacanze salteranno... Direttore ne approfittiamo per farle un po’ di domande. Ci sveli qualche dettaglio in più delle residenze Libeskind 2. Gli appartamenti che realizzeremo saranno 103, suddivisi in diverse tipologie che spazieranno dal monolocale all’attico, in modo da offrire molteplici soluzioni abitative che potranno essere personalizzate nelle finiture, in maniera tale da dare un’ampia scelta di materiali selezionati tra il meglio della produzione esistente sul mercato. Saranno inoltre dotati di un sistema di domotica che permetterà al proprietario di gestire alcuni aspetti della casa comodamente dal proprio smartphone o tablet in maniera personalizzata. Stiamo lavorando molto sulla cura dei dettagli. Interessante. Gli appartamenti saranno già dotati di arredi? In realtà l’arredo non è nella nostra filosofia di vendita, in quanto vorremmo lasciare ampio spazio di scelta alla nostra clientela che sappiamo essere molto esigente. Pensiamo di fare un’eccezione per i mono e bilocali dove studieremo soluzioni di arredo fisso al fine di esaltare e utilizzare ogni spazio al meglio. Cosa può dirci sulle parti comuni? Come nei precedenti lotti residenziali realizzati abbiamo voluto dare molta importanza agli spazi comuni inserendo da progetto il deposito bici, le palestre e – udite, udite – una piscina coperta di ben 25 metri. Grande novità: uno spazio dedicato al co-working, per essere sempre connessi.

Direttore non si starà sbilanciando troppo con tutte queste notizie? In effetti sì, ma credo talmente tanto in questa nuova realizzazione che non posso fare a meno di sbilanciarmi e di condividere con voi il nostro entusiasmo. Vi ho persino portato le piantine di alcune tipologie di appartamenti, che potrete scoprire nelle pagine seguenti, e ho chiesto di commentarle al nostro responsabile di interior design, l’architetto Mariagrazia Pozzi, che con lo studio Libeskind, si è occupata e si occuperà della progettazione del layout degli appartamenti. Architetto Pozzi, anche lei quindi al lavoro d’estate. Che particolarità avranno gli appartamenti? Effettivamente stiamo lavorando tanto perché crediamo molto in questo nuovo lotto residenziale, che poi sarà l’ultimo all’interno del quartiere CityLife. Di seguito vi svelo in anteprima le bozze di alcune tipologie di appartamenti in fase di progettazione definitiva. Tra le caratteristiche principali abbiamo la grande luminosità degli ambienti, terrazzi vivibili, pensati come prolungamento dell’interno, cucine abitabili e bagni cortesia là dove le metrature lo consentono, lavanderie e cabine armadio. Nella progettazione abbiamo inoltre tenuto conto della “flessibilità” degli appartamenti in modo tale che ogni singola unità abitativa possa essere annessa a un’altra o divisa in tipologie più piccole: se acquisto un plurilocale posso poi decidere di dividerlo e creare due bilocali o viceversa, a seconda delle esigenze che, come spesso accade, cambiano nel corso della vita. Particolare attenzione è stata data alla scelta dei materiali di pavimenti e rivestimenti: gres a grandi lastre e parquet di ultima generazione prodotti da aziende leader del mercato. Infine, una nota di orgoglio per le nostre otto penthouse che si svilupperanno su due piani con terrazzi impreziositi al piano superiore dalla presenza di vasche relax personalizzate. Stiamo lavorando per offrire ai nostri clienti il massimo del confort. Siamo piacevolmente sorpresi da tutte queste nuove informazioni. Direttore, architetto Pozzi, vi auguriamo buone vacanze… anzi no, buon lavoro! Grazie.

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ARCHITETTURA

MONOLOCALE Il monolocale rappresenta una nuova tipologia tra quelle sinora commercializzate da CityLife. Pensato come un’estensione al servizio di appartamenti più grandi o come pied a terre per chi lavora a Milano ma vive altrove, si presenta come un grande ambiente, disimpegnato dall’ingresso, corredato da una zona cucina separata dal soggiorno, e affacciato su un ampio terrazzo. L’unità verrà proposta completamente arredata con soluzioni innovative e di design, per un ottimale utilizzo degli spazi. Superficie commerciale: circa Mq 50 Euro 430.000 circa Il prezzo si riferisce all’appartamento illustrato ed è indicativo in quanto il listino non è ancora definitivo. Le planimetrie sono illustrative e non costituiscono elemento di misura o di contratto.

BILOCALE Il bilocale presenta dimensioni tali da offrire un confort e una vivibilità singolare per due persone. La zona living, filtrata da uno spazio guardaroba d’ingresso, si affaccia su un ampio spazio esterno che diventa un effettivo prolungamento del soggiorno. Anche in questa tipologia la zona cucina risulta separata dal soggiorno e l’ampia camera da letto matrimoniale è corredata da cabina armadio. Elemento distintivo è il bagno suddiviso in due aree distinte: closed e zona doccia. Superficie commerciale: circa Mq 90 Euro 775.000 circa Il prezzo si riferisce all’appartamento illustrato ed è indicativo in quanto il listino non è ancora definitivo. Le planimetrie sono illustrative e non costituiscono elemento di misura o di contratto.

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ARCHITETTURA

TRILOCALE

Punti di forza di questa tipologia di trilocale sono il triplo affaccio, che garantisce una grande luminosità a tutti gli spazi, e i terrazzi che si estendono lungo tutto il perimetro. L’appartamento si compone di un’ampia zona living disimpegnata dall’ingresso, bagno cortesia e cucina abitabile. Un secondo disimpegno filtra la zona notte composta da camera master con cabina armadio e bagno privato e una seconda camera sempre con bagno dedicato. Superficie commerciale: circa Mq 180 Euro 1.500.000 circa Il prezzo si riferisce all’appartamento illustrato ed è indicativo in quanto il listino non è ancora definitivo. Le planimetrie sono illustrative e non costituiscono elemento di misura o di contratto.

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ARCHITETTURA

QUADRILOCALE

Ampi spazi e luminosità sono le caratteristiche di questo quadrilocale. Dall’ingresso, che prevede uno spazio vestiaire, si accede al vasto soggiorno che prevede una zona pranzo e un living: spazi ben identificabili affacciati su due ampi terrazzi. La spaziosa cucina è corredata da un locale lavanderia e la zona notte consta di due camere da letto con bagno dedicato, wc cortesia, e una camera master con spazio armadi, bagno privato e accesso diretto al terrazzo di uso esclusivo. Superficie commerciale: circa Mq 250 Euro 2.050.000 circa Il prezzo si riferisce all’appartamento illustrato ed è indicativo in quanto il listino non è ancora definitivo. Le planimetrie sono illustrative e non costituiscono elemento di misura o di contratto.

PLURILOCALE

Il plurilocale è progettato per offrire il massimo confort a chi predilige i grandi spazi. Dall’ingresso si accede alla zona living, filtrata da una quinta che funge da vestiaire, che si espande all’esterno grazie all’ampio terrazzo. L’appartamento si compone, inoltre, di cucina abitabile con accesso diretto alla zona lavanderia, di bagno cortesia e di due zone notte separate, dotate entrambe di due camere da letto con bagno dedicato. La camera master oltre al bagno e guardaroba, gode dell’accesso diretto a un terrazzino a uso privato. Superficie commerciale: circa Mq 270 Euro 2.800.000 circa Il prezzo si riferisce all’appartamento illustrato ed è indicativo in quanto il listino non è ancora definitivo. Le planimetrie sono illustrative e non costituiscono elemento di misura o di contratto.

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ARCHITETTURA

PENTHOUSE

La Penthouse è certamente una tra le tipologie più amate e ambite dai nostri clienti che ne apprezzano lo sviluppo su due livelli, la luminosità e i grandi terrazzi dotati di ogni confort. L’attico si compone di un ingresso, che conduce a un grande soggiorno a doppia altezza, che si affaccia su due ampi terrazzi. Dalla zona living si accede alla grande cucina, alla camera di servizio con lavanderia e a una camera ospiti con bagno dedicato. Sempre dall’ingresso si passa a un’ulteriore zona notte composta da due camere da letto ognuna servita da bagno e cabina armadio. Completano quest’ala dell’attico un bagno cortesia con annesso guardaroba. Dalla scala a vista, posizionata in soggiorno, si accede al piano superiore dove troviamo un altro spazioso living, con affaccio sul soggiorno del piano sottostante, e una zona notte con camera master dotata di cabina armadio e bagno. Il living al piano superiore, può essere corredato da cucina a servizio del terrazzo dotato di zona relax e mini piscina. Superficie commerciale: circa Mq 420 Euro 4.270.000 circa Il prezzo si riferisce all’appartamento illustrato ed è indicativo in quanto il listino non è ancora definitivo. Le planimetrie sono illustrative e non costituiscono elemento di misura o di contratto.

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ARCHITETTURA

Edificio in via Faruffini 6

Dettaglio loggia edificio in via Faruffini 6

Quattro passi nel quartiere Asnago e Vender testi

foto

Michela Moro

Simone Sirgiovanni

Lasciando CityLife ci immergiamo in un tour alla ricerca delle architetture del duo Asnago e Vender, tra studiate asimmetrie e linguaggi meritevoli di aver contribuito a creare il nostro presente architettonico.

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ARCHITETTURA

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e nuove architetture milanesi sono in un certo senso anche pedagogiche: dopo aver sentito nominare così tanti architetti e archistar non si può non guardare agli edifici cittadini con occhi più consapevoli e curiosi. Tenendo al centro la massima contemporaneità di Hadid, Isozaki e Libeskind, bighellonare nel quartiere porta a scoprire estetiche diverse e imparare nuovi nomi, e basta attraversare la strada dal lato delle residenze Hadid per immergerci nella storia dell’architettura italiana. Nell’atmosfera tranquilla e borghese del quartiere un tempo definito “zona Fiera”, in via Euripide 1 una casa d’angolo spicca per le linee essenziali e alcuni dettagli interessanti: è l’edificio Santa Rita, un progetto di Mario Asnago e Claudio Vender, binomio di architetti molto attivi a Milano dal 1925 al 1971, anche se meno popolari di Gio Ponti o Caccia Dominioni. Sono le decorazioni geometriche tra le finestre che ci dicono di essere negli anni Trenta, esattamente nel 1937-1938. Curiosa, mi avvicino all’ingresso: chiaramente il portinaio è abituato a questo genere di incursioni e pazientemente mi permette di osservare tutto con calma. L’ingresso ha grandi vetrate che lo separano dall’accesso al cortile. Già, Asnago e Vender partecipano alla costruzione della nuova città che rispetto all’Ottocento ha altre esigenze e decidono di evidenziare il fronte strada, utilizzando i cortili come spazi “tecnici”. Sulla facciata ad angolo verso viale Cassiodoro mi colpiscono la ritmicità delle finestre e dei balconi diversi a ogni piano con gli scuri scorrevoli, solidi e certamente originali, il giardino e l’attico all’ultimo piano. È l’armonia dell’insieme nella modernità delle forme semplici a emergere, e si capisce perché Asnago e Vender siano altamente considerati tra i miei amici architetti. L’edificio Santa Rita è il punto di partenza di un percorso alla ricerca dei vari progetti del duo, con sorpresa finale. Quasi all’angolo, in via Plutarco, altri due edifici simili raccontano le vite borghesi che si snodavano un tempo.

Cerco di immaginare come sia vivere oggi in un palazzo “firmato” in via Faruffini 6, all’angolo con via Colonna. Chiedo alla signora del negozio di arredamento di fronte al palazzo se conosce il nome dei due architetti che l’hanno progettato: no, ma mi ringrazia dell’informazione che le fornisco, adesso lo terrà in maggior considerazione. Qui siamo nel 1953, sette piani su un lato e quattro sull’altro, le finestre hanno dimensioni e forme diverse, pare tutto simmetrico e non lo è. «Qualche volta sentiamo il bisogno di spostare lievemente più in su o più in giù una di queste finestre; per noi infatti qualche lieve asimmetria è un mezzo spontaneamente sentito per animare l’architettura, che altrimenti resterebbe arida e inespressiva» avevano infatti dichiarato Asnago e Vender davanti alle critiche di un prospetto così asimmetrico. Ecco! È l’asimmetria latente sotto il rigore, nel rispetto apparente delle regole, i dettagli curatissimi e quasi impercettibili che rendono Asnago e Vender così solidamente innovativi. Guardando su Google Earth scopro una piscina sul terrazzo dell’ultimo piano, beati gli abitanti, architettura d’epoca e confort contemporaneo! Nel 1957 Asnago e Vender affrontano parte di nuova lottizzazione di viale Caterina da Forlì. Lo spazio pubblico a piano terra include oggi un asilo, gli otto piani sono “spaccati” da un raffinato arretramento che ristabilisce l’asimmetria di fronte al viale alberato. Il disegno attento di Asnago e Vender affronta l’edilizia popolare introducendo la qualità dell’abitare nei nuovi quartieri. Ma è in via Verga 4 che nel 1962-1964 che i due architetti si esprimono al meglio: nel dialogo tra l’edificio e il giardino intorno, tra le dimensioni e le forme, con grande varietà di materiali. La borghesia è al suo meglio, con elementi innovativi ben inseriti nel tessuto urbano. Di fronte al palazzo la tintoria è probabilmente coeva, anche nella qualità. Lo stesso si può dire del Condominio XXI Aprile, ricostruito nel 1950-1953 in via Lanzone 4 dopo i bombardamenti della guerra, che propone una “villa urbana” con tanto di vasca in giardino e soluzioni tecniche innovative per la climatizzazione e il riciclo dell’acqua di scarico del condizionamento. Le logge-serre integrano il verde nella facciata, e molto si può osservare anche dalla strada. Un cenno a via Cappuccio, dove Asnago e Vender hanno lavorato sempre in buona armonia fino al 1971, per arrivare alla tappa conclusiva. Gran finale tra via Albricci, piazza Velasca e via Paolo da Cannobio. Osservando quell’architettura quotidianamente sotto i nostri occhi, ormai esperti ci si accorge che molto, moltissimo, è frutto della progettazione di Asnago e Vender che, tra il 1947 e il 1956, autonomi e metodici crearono il linguaggio milanese moderno e funzionale che abbiamo ereditato e che ci appartiene. �

Edificio Santa Rita, via Euripide 1

Edificio via Verga 4

Edificio angolo tra via Albricci, piazza Velasca e via Paolo da Cannobio

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GENERALI ITALIA

Nel cuore di Roma il primo spazio Generali Valore Cultura! testi Patrizia Giordano

La vista spettacolare delle finestre dell’altana e uno scorcio della città dall’alto del Palazzo.

Uno scrigno prezioso che accoglierà mostre raffinate, Palazzo Bonaparte risplende nuovamente di tutti i lustri, stucchi e dipinti che da trecento anni ne fanno un tesoro barocco rinascimentale. A ottobre una mostra evento darà l’occasione di scoprire questo gioiello ristrutturato.

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GENERALI ITALIA

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enerali Italia dedica da anni importanti risorse alla valorizzazione del patrimonio culturale e artistico italiano, rendendolo accessibile a un pubblico sempre più ampio e, in particolare, a giovani e famiglie. Valore Cultura è il programma pluriennale di Generali Italia con il quale la Compagnia ha sviluppato e consolidato relazioni con i grandi teatri lirici, con operatori culturali specializzati nelle grandi mostre e sviluppato progetti con artisti di rilievo. Sono queste partnership importanti che in tre anni hanno permesso di coinvolgere 3,5 milioni di persone in 80 iniziative artistiche e culturali, 20.000 ragazzi e studenti in laboratori e progetti culturali, offrendo oltre 80.000 accessi gratuiti. Migliaia di persone che hanno potuto vivere e condividere emozioni, creando nuove connessioni e quindi nuove solidarietà. In tal modo la cultura diventa un vettore di coinvolgimento capace di far crescere la conoscenza, valorizzare il territorio e creare nuovi posti di lavoro. D’altronde la sostenibilità è uno dei valori faro della compagnia assicurativa che si propone come “Partner di Vita” delle persone. A partire dal 6 ottobre Generali Italia aprirà le porte del primo spazio Generali Valore Cultura, un polo museale che, in partnership con Arthemisia, accoglierà in tal data la prima mostra intitolata “Impressionisti segreti” con oltre 50 opere di Monet, Renoir, Cezanne e numerosi altri artisti dell’epoca, provenienti da collezioni private e mai concesse prima. Un’esclusività che ben si sposa con la raffinatezza del palazzo che è un museo di per sé. Tutto ciò si svolgerà infatti a Palazzo Bonaparte, una delle più belle dimore barocco rinascimentali romane, il cui restauro è stato appena terminato. Patrimonio di Generali dal 1972, la storia dell’edificio rimonta al 1677 quando fu eretto per conto dei Marchesi d’Aste. Passato di mano tra diverse famiglie nobili, il palazzo fu acquistato nel 1818 da Maria Letizia Ramolino Bonaparte, la madre di Napoleone, che ci visse fino alla sua morte nel 1836. Un importante restauro della durata di dodici mesi ha coinvolto tutto il palazzo, dalle parti esterne di cui si può godere fin d’ora da tutta la piazza Venezia, agli elementi architettonici e decorativi degli spazi interni che sono stati resi più funzionali per permettere l’accoglienza del pubblico. All’inaugurazione, avvenuta lo scorso giugno con una giornata di porte aperte per i romani, Marco Sesana, Country Manager & CEO di Generali Italia e Global Business Lines, ha dichiarato: «Fare azienda in modo moderno vuol dire affiancare l’impegno verso i nostri 10 milioni di clienti con un impegno concreto verso le comunità. Questo per noi è essere Partner di Vita delle persone e in questa nostra ambizione si colloca l’apertura e la valorizzazione dei nostri asset come Palazzo Bonaparte: un bene che, grazie anche alla collaborazione di un operatore importante come Arthemisia, diventa un polo di sviluppo per la comunità». Quel balconcino verde e discreto, un dettaglio di fronte al Vittoriano, torna a rivaleggiare con quello del palazzo accanto, che ha catturato l’attenzione per tanti anni. � IN ALTO: Il balconcino, diventato simbolo del palazzo, accoglieva Madame Mère (così firmava Letizia Bonaparte la sua corrispondenza con i Sovrani dell’epoca) che ci trascorreva le sue giornate osservando il passaggio delle carrozze nella Roma di inizio Ottocento quando, ormai ottuagenaria, era impossibilitata a uscire di casa. AL CENTRO: Copia del Marte Pacificatore dalle sembianze napoleoniane (una delle cinque esistenti) che Canova realizzò ai primissimi dell’Ottocento per conto del Primo Console francese. L’originale è stato offerto dalla Corona Inglese che lo acquisì nel 1911 ad Arthur Wellesley, Duca di Wellington, il vincitore della Battaglia di Waterloo, che lo collocò nella sua residenza londinese dove può essere ammirato. IN BASSO: Al piano nobile del Palazzo si apre un mondo di raffinati decori. L’appartamento di Letizia Bonaparte si snoda attraverso nove saloni ricchi di dettagli.

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ARTE

Antiche radici e raccordi col presente testi

Vistamare/Vistamarestudio Pescara/Milano e Tucci Russo Studio per l’Arte Contemporanea

Michela Moro

En Plein Air, 2012 - Ed. 3 + 2 PdA

Il mondo dei fanciulli ridenti, Milano, 2019

…plink!, 2001 - Installazione a La Marrana Arte Ambientale, Montemarcello

Courtesy l’artista e Vistamare/Vistamarestudio Pescara/Milano - Foto di Filippo Armellin

Cosmometrie, 2002 - Installazione per Luci d’Artista, Città di Torino

Intervista a Mario Airò, la cui opera andrà presto ad aggiungersi alle installazione site specific del Parco di Arte Contemporanea di ArtLine Milano. Ispirazioni, connessioni e riflessioni che hanno dato origine al suo progetto.

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ARTE

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agli etruschi al futuro, guardare il cielo come aruspici contemporanei ispirandoci al nostro passato remoto. Così Mario Airò ci stimola attraverso l’arte a riannodare legami universali con la parte più profonda della nostra partecipazione al mondo. Airò è uno degli artisti che andrà ad aggiungersi alla polifonia di voci presenti nel parco di CityLife grazie ad ArtLine Milano, il progetto di arte pubblica del Comune che punteggia i 170.000 metri quadri di verde ideato dallo studio anglosassone Gustafson Porter. I lavori di Airò, nato a Pavia nel 1961, sono spesso leggeri e leggiadri, realizzati utilizzando i materiali più disparati, dagli oggetti d’uso quotidiano ai laser agli elementi naturali e il suo “vagabondare” intellettuale produce nell’osservatore inattesi corto circuiti mentali.

Sopra: il Fegato di Piacenza (o Fegato Etrusco) fonte di ispirazione per l'opera di Airò in CityLife. Sotto: rilievi grafici con l'ordinamento del cielo inciso dagli Etruschi.

Un’opera pubblica è sempre un progetto di grande responsabilità. Qual è stato il tuo percorso? Per noi artisti italiani è strano poter progettare un’opera permanente, succede così raramente misurarsi col tempo lungo, ti spinge a riflettere in maniera diversa sul linguaggio che adoperi, al di fuori dalla cronaca quotidiana. Il punto di partenza da cui è nata la mia riflessione è la novità dei luoghi: questo è un posto che a Milano, in città, non esisteva. L’architettura è molto presente, i grattacieli sono imponenti e avveniristici, le case di Zaha Hadid strepitose, qui si sente veramente la spinta verso l’alto e il futuro. Quindi invece di partire dall’alto sono partito dalle radici. Mi sono ispirato a una piccola scultura etrusca che si chiama Fegato di Piacenza o Fegato Etrusco, datato tra la fine del II secolo e l’inizio del I secolo a.C. e conservato ai Musei Civici di Palazzo Farnese a Piacenza. È un piccolo modello di bronzo con inciso l’ordinamento del cielo secondo gli Etruschi che questi utilizzavano come mappa per leggere il futuro, confrontandola col fegato dell’animale sacrificato. Ma il Fegato di Piacenza è di appena dodici centimetri, come hai trasposto questa suggestione in una, chiamiamola così, scultura dai volumi tanto importanti? Ho capovolto e ingrandito la piccola scultura, creando un ambiente dove poter entrare, è stato come tornare all’interno delle tombe etrusche o in quella di Agamennone. I corpi aggettanti della mappa aruspica, gli altri volumi della scultura, scendono dal soffitto e le linee d’incisione diventano tagli nel controsoffitto da cui entra la luce, creando un contrasto tra noi e la cultura arcaica e ipogea. Che riflessioni vuoi stimolare? È un luogo che racconta il rapporto tra terra e cielo, tra presente e futuro. Senza essere

didattici, credo che le nostre esigenze profonde siano rimanere in contatto con il nostro mondo simbolico e spirituale e tenere viva la nostra sensibilità primaria; il sentire, il percepire sono valori che devono emergere. C’è anche un legame con l’arte moderna di Milano… Sì, questa stanza si lega alla tradizione e alla ricerca molto milanese sullo spazio e l’ambiente radicata nella città e prodotta da Fontana e Fabro. Penso al Museo del Novecento e a quanto Fontana era cosmologico.

MARIO AIRÒ Mario Airò (1961) proviene da studi con Luciano Fabro e da un intenso rapporto con artisti del gruppo "Lazzaro Palazzi", dal nome della via in cui misero in piedi uno spazio non-profit. Airò incarna un modo di concepire il linguaggio artistico privo di ogni dogma e libero di agire in modo flessibile, senza privilegiare alcuna tecnica e senza tralasciare la ricerca culturale che sta dietro l'opera, un background molto profondo e legato alla classicità della tradizione soprattutto italiana. L'opera di Airò ha in sé un lato fortemente spirituale, venato anche di attenzione per fenomeni quali l'alchimia o la scienza. I suoi lavori sono presenti nelle collezioni del MAXXI, Castello di Rivoli, GNAM di Roma, MaMbo, Museion di Bolzano e altri. Ha realizzato inoltre numerosi progetti pubblici e interdisciplinari, come The ever-blossoming garden per la città di Diest, o Re-Place, a cura di Pierluigi Sacco, intervento nel centro dell’Aquila a un anno dal sisma.

Il progetto non ha ancora un nome, ma la struttura è ben definita: sarà un ambiente di circa tre metri per cinque, con una cupola di bronzo, posizionato nella zona adiacente al Centro Congressi MiCo. Come si relaziona con lo spazio circostante? Di questa grande stanza\scultura ne emergerà solo una parte. Metà è interrata, inserita nelle curve di livello e nei volumi della collina, perché bisogna tessere la connettività del parco e seguire le linee dei progettisti che ne hanno fatto una filosofia dell’habitat padano. C’è una parte più vicina alle montagne, con alberi ad alto fusto e a mano a mano si scende verso gli arbusti e le piante di fiume, alle spalle della scultura sarà presente una quinta di alberi integrata con lo spazio del parco e di fronte un piccolo anfiteatro che invita all’ingresso. Come si coniuga il tuo animo diciamo romantico con CityLife, che è così proiettato nel domani? Ogni cultura, ogni epoca lascia dei segni forti. Del resto qui ci sono tre grattacieli di tre importanti società. L’architettura contemporanea è una ricerca virtuosa in maniera eclettica, ma quello che manca è una radice linguistica e antropologica e l’arte serve proprio a sollecitare questa nostra seconda natura. �

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ARTE

Due gallerie milanesi Lia Rumma e Gió Marconi testi

Alex Da Corte: “Devil Town”, Giò Marconi, Milan, 23.04. – 30.05.2015 – photo: Filippo Armellin – Courtesy: the artist; Giò Marconi, Milan

Anselm Kiefer - Der fruchtbare Halbmond - La Mezzaluna Fertile – Galleria Lia Rumma, Milano – Photo Antonio Maniscalco – Settembre/Dicembre 2012 – Courtesy Lia Rumma

Michela Moro

Una napoletana stabilitasi a Milano e un figlio d’arte che prosegue la tradizione paterna: Lia Rumma e Giò Marconi ci raccontano le loro gallerie, le loro idee sull’arte contemporanea e su CityLife, con un particolare riferimento sul progetto del parco di ArtLine Milano.

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LIA RUMMA

GIÓ MARCONI

Difficile immaginare la scena dell’arte italiana senza Lia Rumma. L’energia della signora è travolgente; instancabile e appassionata, è quasi impossibile dirle di no. Il suo “catalogo” include molti tra gli artisti più rappresentativi di oggi: da Anselm Kiefer a William Kentridge, da Ettore Spalletti a Gilberto Zorio, da Marina Abramovic a Vanessa Beecroft. Senza dimenticare l’accoglienza quasi domestica dei suoi opening, dove non mancano mai le mozzarelle appena arrivate da Napoli.

Gió Marconi è un vero figlio d’arte: il padre Giorgio è stato uno dei protagonisti dell’arte milanese per decenni, dai tempi d’oro in cui le gallerie erano fulcro pulsante di istanze artistiche. Gió ha proseguito sulla scia paterna con le generazioni di artisti suoi coetanei, da Francesco Vezzoli a Tobias Rehberger, e ha seguito la loro crescita nel tempo, col risultato di proporre oggi artisti consolidati nel proprio lavoro e spesso amici di lunga data; la sua galleria è un punto fermo del collezionismo internazionale più cool.

Perché in primis aveva scelto Milano da Napoli, pur mantenendo la base napoletana? In realtà ho più origini lombarde che del Sud. Sono nata a Voghera e sono cresciuta con la mia grande famiglia sul lago di Como. Solo successivamente, seguendo mio padre, che era Provveditore agli studi, latinista e dantista, ci siamo trasferiti a Salerno, poi io ho aperto la prima galleria a Napoli nel 1971. Milano, anche prima del recente sviluppo economico e urbanistico, è sempre stata una città aperta e accogliente, geograficamente più vicina all’Europa, più dinamica. Milano è l’unica alternativa concreta e interessante in Italia per uno sviluppo della propria ricerca.

Ci racconta una breve storia della Galleria, menzionando qualche artista che ha esposto da lei? Ho fondato la Galleria Gió Marconi con la precisa volontà di prestare attenzione alle proposte delle nuove generazioni, obiettivo che cerco di portare avanti ancora oggi a livello internazionale nella nuova sede di via Tadino 20, sempre nella storica cornice di Porta Venezia a Milano. Collaboro con artisti presenti nel recente panorama internazionale come Franz Ackermann, Trisha Baga, John Bock, Matthew Brannon, André Butzer, Alex Da Corte, Nathalie Djurberg & Hans Berg, Wade Guyton, Allison Katz, Anette Kelm, Sharon Lockhart, Oliver Osborne, Jorge Pardo, Tobias Rehberger, Markus Schinwald, Dasha Shishkin, Fredrik Vaerslev, Atelier Van Lieshout, Francesco Vezzoli, Amelie von Wulffen.

Il suo spazio milanese, nato nel 2010, è stato immaginato “contemporaneo” in tempi non sospetti; come si relaziona con la nuova Milano? Lo spazio era un’ex fabbrica di valvole e quando l’ho acquistato c’erano in zona ancora degli edifici e capannoni industriali dismessi. Per la nuova galleria, così come per tante scelte e decisioni prese nella mia vita, più che pianificare, sono andata avanti per intuizione. Volevo uno spazio dedicato all’arte, in cui il visitatore potesse, dall’esterno, entrare direttamente a contatto con le opere, senza la mediazione del personale o di elementi di arredo, come spesso accade in altre gallerie. Immaginavo poi uno spazio che progredisse in alto, a differenza di tanti che si estendono in orizzontale, con un luogo di ritrovo per le cene e gli incontri. Alla luce di quello che è accaduto dopo tra CityLife, Expo, la nuova metropolitana vicina e i progetti in cantiere, penso sia stato un piccolo esempio-pilota. Siete in linea d’aria la galleria più importante più vicina a CityLife; cosa pensa della nuova vita di quartiere? La sovrapposizione tra la Milano storica, discreta, e quella nuova, così in vista, ha riacceso una curiosità verso la città e verso il “contemporaneo” che si avverte anche nel mondo dell’arte. C’è un nuovo pubblico nazionale e internazionale che arriva in galleria. Ben vengano opere d’arte pubbliche che s’integrano con le nuove architetture e i nuovi spazi verdi, soprattutto in mancanza di un Museo di arte contemporanea in città. Anche un artista della mia galleria, Alfredo Jaar, è stato chiamato a creare un’installazione permanente dal forte valore politico e sociale.

Filippo Armellin

Kerstin Brätsch: “Full-Fall presents Kerstin Brätsch – (Poli’ahu’s Cure) – Giò Marconi Gallery, Milan, 01.06. - 29.07.2016 – photo: Andrea Rossetti – Courtesy: the artist; Giò Marconi, Milan

ARTE

L’ultimo trasloco è stato in via Tadino 20 in un edificio firmato da un rinomato e “intellettuale” studio italoberlinese contemporaneo. Come mai una scelta di nicchia in un momento in cui Milano si espande con le firme degli archistar mondiali? La mia idea è stata quella di cambiare la fruizione della galleria d’arte, trasformando lo spazio espositivo anche in qualcosa che sapesse dialogare con il pubblico e la città. Con gli architetti Kuehn Malvezzi avevamo già collaborato in passato per la ristrutturazione della precedente sede di via Tadino 15 e ho voluto continuare questo dialogo con loro anche per la progettazione del nuovo spazio. L’aspetto che mi piace della loro architettura è quello di non essere protagonisti nella realizzazione degli spazi. CityLife è una realtà che sta mutando la città insieme con tutta la nuova area progettata dagli “archistar”. Cosa pensa della nuova vita di Milano? E del museo a cielo aperto con opere site specific di artisti giovani e meno giovani? Penso che abbia dato un impulso nuovo alla città insieme alla Fondazione Prada e all’Hangar Bicocca. È bello poi avere public art nella propria città.

Per rimanere aggiornati sulle mostre e i programmi di queste due gallerie, potete visitare il loro sito internet. Galleria Lia Rumma www.liarumma.it Galleria Gió Marconi www.giomarconi.com

Questa nuova architettura e tutta l’arte contemporanea, specialmente l’arte pubblica, sono una novità per il grande pubblico, come viene assorbita? È sicuramente una novità per il pubblico milanese ma ho riscontrato un grande interesse. Finalmente Milano torna a essere, dopo alcune esperienze in tal senso negli anni Settanta, di nuovo all’avanguardia.

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DESIGN

Sofà Bocca, la rivoluzione del Pop testi Katia D'Addona

Uno dei pezzi di design più amati e rivoluzionari spegne cinquanta candeline. La storia del divano Bocca, nato dalla ricerca di un pezzo di arredamento dallo spirito Pop e ludico, tra materiali e forme innovativi.

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DESIGN

U

n bacio lungo (quasi) cinquant’anni. È quello ammiccato dal sofà Bocca di Gufram: il divano rosso progettato dallo Studio65 che negli ultimi decenni ha fatto il giro del mondo, portando la sensualità irriverente della Pop art nei salotti di collezionisti, sui set fotografici di alta moda e nei cataloghi di musei internazionali. Era la primavera del 1970 quando il disegno di due labbra rosse entrò per la prima volta nei fogli di progettazione di un interior: quelli del giovane architetto torinese Franco Audrito. Cofondatore dello Studio65 (scritto letteralmente «Studio sess-anta5», per segnalare fin dal nome l’egida rivoluzionaria sotto cui nasceva) nel 1969 inizia a lavorare alla progettazione di un nuovo centro benessere a Milano, il Contorurella. Al tavolo della progettazione siedono anche la moglie Nanà, gli architetti Ferruccio Tartaglia e Adriano Garizio e la forza di un nuovo immaginario estetico, pronto a rompere gli schemi del design europeo e globale. Quando i lavori stanno per volgere alla fine, i giovani progettisti vanno alla ricerca di un oggetto da inserire nella hall, che in qualche modo fosse la sintesi di tutta la struttura. Sarà l’arte surrealista, che insieme al ludismo dadaista e all’emergente Pop art costituisce uno dei modelli di riferimento dello Studio65 e del loro Radical Design, a fungere da archivio da cui attingere la soluzione finale. L’ispirazione arrivò dal Volto di Mae West (1934 - 35) di Salvador Dalì dove la bocca dell’attrice americana era disegnata come un divanetto. Su modello del quadro surrealista, i quattro architetti disegnarono uno dei primi oggetti Pop di design che chiamarono Marylin, perché rappresentava la bocca di Marylin Monroe e come omaggio alla proprietaria del centro benessere, Marylin Garosci, anche lei bionda e con le labbra sempre laccate di rosso. E proprio come l’attrice americana nel mondo hollywoodiano, l’ingresso del divano nel mondo del design degli anni Sessanta ebbe un effetto dirompente, volutamente provocatorio, capace di liberare immediatamente il disegno progettuale dai pregiudizi estetici, ormai anacronistici, a cui era incatenato.

La forma, priva delle componenti classiche di una seduta - come piedini e braccioli - capovolgeva la priorità tradizionale della funzione sulla libertà creativa, dando la possibilità a quest’ultima di esprimersi senza freni e in un oggetto dal forte impatto scenografico. Con seduta e schienale in poliuretano espanso schiumato a freddo, la Bocca ha sdoganato l’utilizzo nel design di un materiale fino ad allora impiegato esclusivamente come isolante nell’industria dei trasporti. Un oggetto rivoluzionario in ogni dettaglio che piacque subito all’azienda Gufram (acronimo di Fratelli Guglielmetti Mobile) che lo quotò e inserì nella collezione Multipli, che includeva altri prodotti radicali come i Sassi di Piero Gilardi del 1968 e lo spiritoso Pratone del Gruppo Sturm datato 1971. Dal 2008 Bocca viene declinata in due nuove versioni: Dark Lady (tessuto nero e piercing di metallo cromato) e Pink Lady (tessuto rosa). In occasione di due cinquantenari sono nate altre due varianti: Boccadoro (2016), in edizione limitata di cinquanta esemplari, per celebrare i primi 50 anni di attività dell’azienda Gufram e quest’anno 25 nuove colorazioni, e con un rivestimento più materico e strutturato, per l’anniversario della progettazione. Intanto, il rosso del modello originale continua a catturare la scena in istituzioni come il MoMA di New York, il Louvre di Parigi, la Triennale di Milano e al Museo di Arte Moderna di Denver. E nella hall dell’hotel Sanderson di Londra, disegnato da Philippe Starck. �

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DESIGN

Geometrie orientali Filosofie di interni testi

foto

Emanuela Brumana

Lorenzo Carone Guido Montani

Uno studio di design torinese ha saputo interpretare il gusto orientale dei proprietari e armonizzarlo con il contesto architettonico che caratterizza le residenze di Zaha Hadid in CityLife. Il risultato è un appartamento dalle tinte intense, dove l’arredamento si innesta in maniera quasi mimetica nell’architettura.

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DESIGN

A

l bianco abbagliante dell’esterno delle residenze Hadid si contrappone un appartamento dalle tinte scure, forti, intense. Un appartamento che ha saputo riprendere e sfruttare le linee curve del complesso, integrandole in un progetto dove dentro e fuori comunicano continuamente, in un interessante gioco di rimandi. La suggestione da cui tutto ha preso il via viene dai padroni di casa che, per la propria abitazione, desideravano atmosfere orientali, caratterizzate da geometrie, tinte forti e contrasti. A questo input si è unita la filosofia dello studio torinese Dinterni dell’Interior Designer Andrea Boeris: «Il nome del mio studio racchiude la mia filosofia: Dinterni, senza apostrofo, come a sottolineare il collegamento che c’è tra architettura e, appunto, interno. Perché, alla fine, che cosa rende una casa diversa da un’altra? La percezione che una persona ha dello spazio, che sta tutta nel modo in cui si arreda. È diverso comprare un mobile, anche su misura, dal far entrare il mobile in casa. Io seguo la seconda strada. Qui, i mobili sono diventati parte integrante dell’architettura». Effettivamente, muovendosi nell’appartamento, sembra che dietro ogni pannello ci sia una sorpresa; ci sono scomparti segreti ovunque, le boiserie nascondono armadi, i muri contengono nicchie, le pareti nascondono porte. Il modo in cui l’architetto Boeris ha giocato con l’architettura di Hadid si percepisce appena entrati in casa: la parete nel progetto originale doveva essere curva, ma è stata “domata” da un rivestimento in legno che la nasconde, creando una superficie piana: «Qui doveva esserci una curva, ma la parete sarebbe stata inutilizzabile. È stato forzato uno spigolo, che ha creato una nicchia. Questo genere di interventi esprime il mio concetto di “integrare un mobile nell’architettura domestica”». E per una curva nascosta, ne è stata subito creata un’altra. Entrando nella zona living, infatti, si nota una parete concava, in cui è nascosta la porta che dà accesso alla zona notte: «Qui, la curva non c’era. L’ho inserita io, per richiamare la fluidità delle forme esterne». �

A illuminare il tavolo da pranzo c’è un sistema di illuminazione che cattura lo sguardo per la sua particolarità, pur rimanendo leggero. Creato dal tedesco Ben Wirth, si tratta di un reticolo con cerchi su cui sono stati innestati profili elettrici, creando infinite combinazioni.

E ALL’ESTERNO… Dalla zona living si può vedere il terrazzo che, grazie alle ampie finestre, irrompe nella casa. Questa sensazione è rafforzata dalla parete ricoperta di piante e dal gioco di tinte usate per i mobili da esterno: un tavolo in vetro quasi impercettibile con alle spalle un divano bianco, su cui spiccano teli e cuscini di diverse tonalità di verde. Un dialogo di tinte che crea una piccola oasi metropolitana da cui godere della vista sulle torri e sul parco.

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DESIGN

A incorniciare cucina e sala da pranzo c’è un portale creato con listelli di legno: un disegno geometrico che rimanda subito a luoghi lontani, come Bali o il Giappone.

LINEE GRAFICHE E MATERIALI PREGIATI Le atmosfere orientali passano anche attraverso il sapiente uso di materiali diversi. Guardando la zona giorno si notano alcune pareti rivestite da un parato di Élitis grigio antracite, con motivi geometrici argento, richiamo alla carta di riso. Anche i tappeti Illulian, leader nella produzione handmade, il cui disegno geometrico ricorda il portale in legno che separa la cucina dalla sala da pranzo, sono stati scelti per inserirsi armoniosamente nel mix di materiali e influenze. Nella camera padronale, invece, le pareti sono ricoperte di tessuto teso, una lavorazione già presente in alcune dimore nobiliari del Settecento. In questa stanza si è scelto di usare due tessuti diversi a contrasto: uno con un motivo geometrico a spighe di Hermes, dal sapore spiccatamente etnico, e uno con un motivo geometrico dorato di Dedar. Un mix che rimanda all’Oriente, certo, ma anche a quelle atmosfere tipiche della Secessione Viennese dei quadri di Klimt.

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Altro esempio di come i mobili sono stati assorbiti dall’architettura è la cucina: non sono le tinte scure delle pareti a mimetizzarla, ma l’assenza di maniglie, la pulizia delle linee, la compattezza della struttura. Sembra che tutto, compresi elementi spesso a sé stanti come la colonna frigo, sia assorbito dai muri. Un’integrazione che si rivela ancora più spinta in due ambienti in particolare: la zona pranzo adiacente la cucina, dove un pannello in noce americano nasconde i quadri elettrici, e il disimpegno antistante le camere, dove quelle che sembrano pareti di legno sono in realtà armadi. Particolare pregio è dato dalla lavorazione del legno a macchia aperta: in questo modo le venature ritornano nel disegno rincorrendosi lungo le ante e creando un motivo ornamentale, un pattern sofisticato. Da questo disimpegno si accede alla camera padronale: avendo spostato le armadiature fuori dalla stanza e avendone integrate altre, sembra una piccola suite, impreziosita dalla coccola del caminetto a bioetanolo. Un’apertura in vetro sulla parete mette in comunicazione la camera con la stanza da bagno, dove il nascondino architettonico persiste con le armadiature che si celano dietro pannelli rivestiti da quadrati di tessuti dorati. Una soluzione sensuale e dinamica, che dà carattere alla stanza, complice anche il marmo portoro, anch’esso lavorato a macchia aperta. Ulteriore chicca è l’illuminazione che si attiva grazie a un sensore: due punti di luce soffusa sono posti sotto al mobile e dentro il lavandino scavato nell’onice, per un chiarore diffuso, ideale la sera.


DESIGN

Tutto l'arredo è progettato per essere estetico e funzionale. Il letto della camera del figlio è studiato come un'area giochi utilizzabile anche come divano.

Anche nella camera da letto del figlio della coppia, se a colpo d’occhio lo spazio differisce dal resto della casa per le tonalità, uno sguardo più attento rivela interessanti sinergie, come la testata del letto che richiama il portale che separa cucina e sala da pranzo, mentre il blu pavone è ripreso nei cuscini del divano. «Da un lato è forse la stanza più difficile da progettare, perché a un figlio interessa avere un luogo dove esprimere se stesso, mentre i genitori hanno un’idea di arredamento diversa. Dall’altro lato, sapendo che la stanza dei figli non è mai “eterna”, ma cambierà con la crescita, si può approcciare come un gioco», spiega l’architetto, che continua: «In questo caso, i genitori pensavano a un letto che potesse anche essere vissuto come divano o zona gioco. Nella stanza, poi, si ripete il tema dell’integrazione dei mobili: quella che sembra la struttura del letto, sono in realtà cassettoni». Anche il bagno di pertinenza di questa camera è meno sofisticato, un gusto che mixa la filosofia dell’hotellerie con quella residenziale, come ci spiega l’architetto Boeris. Tornare sui propri passi in questa abitazione, dopo aver scoperto i trucchi e gli scomparti nascosti, lascia un senso di meraviglia per il modo in cui la quotidianità della vita domestica è stata assorbita dalla ricchezza della decorazione. I mobili non sono solo funzionali, sono parte di un progetto pensato per dare risalto alla location di Hadid e, allo stesso tempo, grazie alle tinte scelte e ai materiali usati, trasportano altrove, in un Oriente che oggi, nella Milano del futuro, può essere sempre più vicino. � FOCUS SULL’ARTE Inserire dei pezzi d’arte in un progetto così caratterizzato può non essere facile, ma le opere scelte dai padroni di casa e condivise dall’architetto Boeris riescono ad armonizzarsi in maniera ottimale nell’ambiente. Appena entrati, si è colpiti dal gioco di volumi dell’opera in acciaio di Helidon Xhixha, artista contemporaneo che ha esposto le sue sculture a Malpensa, Firenze, Lugano e la lista potrebbe continuare a lungo. Sua anche la scultura gialla che si ammira sempre in soggiorno. Sulle pareti della zona giorno ci sono poi tre tele monocromatiche: due estroflessioni di Giuseppe Amadio e un quadro blu con in rilievo i bozzi dei proiettili di Angelo Brescianini. Sopra al camino, in quella che sembra una parete ma nasconde un mobile, si trova una tela di Giuseppe Capogrossi, riconoscibile per i suoi segni ormai diventati iconici della sua ricerca formale.

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SHOPPING BRAND FOCUS

#HOMEDECOR testi

foto

Emanuela Brumana

Simone Sirgiovanni

Nel nuovo tempio dell’architettura e del design non poteva mancare uno spazio dedicato all’home decor. CityLife Shopping District offre una vasta proposta di mobili, casalinghi ed elettrodomestici così ergonomici da essere stati elevati al rango di icone di design. Un viaggio fra complementi d’arredo, tessili e oggettistica utile.

eqLIFEequilibri

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Democracy Design

Habitat


SHOPPING BRAND FOCUS

L

uogo che catalizza le tendenze del design, CityLife Shopping District offre al pubblico una vasta scelta di negozi dove trovare il meglio dell’home decor. Oggetti decorativi e utili, elettrodomestici così amati da essere stati elevati al rango di icone di design, consulenze d’arredo e chicche selezionate per accontentare tutte le esigenze in materia.

eqLIFEequilibri “EQ”, nell’inglese internazionale, significa Emotional Quotient, ossia quoziente emozionale, il nuovo ingrediente della proposta di Equilibri, storico showroom di Corso Sempione, che da più di trentacinque anni consiglia e assiste i suoi clienti proponendo i migliori brand sul mercato. Nello store eqLIFEequilibri, inaugurato recentemente in CityLife Shopping District, il team propone un pizzico di emozione in più per «Un nuovo modo di fare casa».

DEMOCRACY DESIGN CityLife Shopping District accoglie il primo punto vendita di Democracy Design, il nuovo concept store che propone oggetti di design alla portata di tutti per aggiungere un pizzico di originalità al proprio home interior. Vi troverete oggetti firmati dalle menti più creative del pianeta e brand internazionali iconici e irriverenti come Goodnight Light, Monkey Business e Rocket, Luckies, Joseph Joseph, Oxo, Suck UK, Ototo, Peleg Design e tanti altri.

eqLifeequilibri

HABITAT Brand di riferimento del mondo dell’interior decor, Habitat è presente in CityLife Shopping District con un negozio su tre piani (CityLife Mag #1). La proposta del marchio che coniuga qualità e accessibilità è coordinata da una direzione artistica che si avvale di importanti firme del design internazionale e include mobili di carattere, tessili colorati, luminarie e oggettistica accattivante. E per chi volesse concedersi una pausa, all’interno del negozio si trova Le Café Habitat, uno spazio accogliente con vista sulle architetture di CityLife.

MILANO HOME DESIGN Educare al bello è la filosofia di Milano Home Design, nato dall’esperienza plurigenerazionale della famiglia Galimberti. Un obiettivo ambizioso portato avanti da professionisti del settore, convinti dell’importanza di offrire un prodotto semplice, bello, robusto e sicuro. Con la filosofia di creare spazi in cui i bambini possano crescere in armonia, Milano Home Design ha aperto in CityLife Shopping District uno showroom dove toccare con mano la qualità dei prodotti e dove interfacciarsi con un personale in grado di combinare i pezzi in vendita, creando soluzioni uniche e personali.

Democracy Design

COIN CASA IN COIN EXCELSIOR Coin Excelsior approda a CityLife circa un anno fa (CityLife Mag #2) affermando fin dall’inizio la propria anima di selezionatore di brand di qualità e di servizi innovativi. Lo spazio dedicato all’home decor raccoglie le proposte di Coincasa e del brand EDG, dedicato all’outdoor e al mondo delle profumazioni. E per rispondere alla crescente passione per ciò che avviene tra i fornelli, è stato inserito uno spazio con le proposte di Cargo, famose per l’approccio spensierato e divertente al mondo del cibo. Coincasa

Habitat CITYLIFE MAG › 31


SHOPPING BRAND FOCUS

Tognana

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SHOPPING BRAND FOCUS

TOGNANA La convivialità è tipica della cultura italiana: sedersi intorno a una bella tavola apparecchiata dà immediatamente l’idea di famiglia. Lo sa bene Tognana che con la sua proposta di porcellane, bicchieri e posate apporta eleganza e tradizione dal gusto contemporaneo. Il brand si è poi affermato nella produzione di pentole, inserendosi subito tra i marchi di riferimento nel mondo della cottura: prodotti durevoli, dal design esclusivo e pensati in ottica di risparmio energetico, dettaglio che la dice lunga sull’attenzione del marchio per i temi ambientali.

EXCELSA Colore, colore e ancora colore. Nella freschezza e nel dinamismo delle tinte sta tutta la personalità di Excelsa, azienda che quest’anno spegne le sue prime cento candeline. La convivialità domestica attraverso piccoli piaceri quotidiani è la filosofia di questo brand che dichiara di voler portare «L’accento sulla casa». In CityLife Shopping District Excelsa presenta anche un corner dedicato a Viceversa, brand di oggettistica e complementi da cucina nato nel 1983 che propone un cambio di prospettiva per trasformare il quotidiano in straordinario.

Dyson

FLYING TIGER COPENHAGEN Amatissimo dai giovani (e non solo!) Flying Tiger Copenhagen arriva a CityLife Shopping District con il suo animo pop e la ricca proposta di oggetti low cost divertenti e colorati. La vetrina varia in base alle stagioni: ecco allora che in estate appaiono secchielli colorati e teli mare spiritosi, sotto Natale il negozio si trasforma in una bottega dove potrebbero vivere gli elfi di Babbo Natale e a Pasqua pulcini gialli e uova invadono le corsie. A fare da colonna sonora c’è una musica allegra e ritmata, che trasporta chiunque varchi la soglia del negozio in un mondo parallelo, fatto di colore e divertimento. �

L'offerta per la casa di CityLife Shopping District è molto ampia e spazia da ricercati oggetti di design a utensili pratici colorati.

Excelsa

Flying Tiger Copenhagen

ELETTRODOMESTICI DI DESIGN PER CITYLIFE SHOPPING DISTRICT DYSON

VORWERK FOLLETTO

NESPRESSO

Dyson, re della tecnologia domestica (CityLife Mag #3) propone nella boutique di CityLife Shopping District una selezione di apparecchi cult. Purificatori d’aria talmente eleganti e belli da non avere timore di esporli, lampade che adeguano la luminosità al variare della luce circostante in modo da non affaticare la vista, o ancora l’innovativo asciugacapelli “con il buco” e i famosi aspirapolvere senza filo. Puliti nelle linee, colorati, compatti, i prodotti Dyson sono sì utili, ma anche belli: non è questo lo spirito del design?

Da oltre cento anni, Vorwerk Folletto migliora la vita di milioni di famiglie grazie a prodotti all’avanguardia e di lunga durata. Non c’è madre di famiglia che, a un certo punto della sua vita, non desideri un Bimby per dare una svolta alla preparazione della cena. Non c’è persona che non sogni, prima o poi, di passare per casa un Folletto per pulire e igienizzare. Ecco perché Vorwerk Folletto non poteva mancare tra le proposte di CityLife Shopping District. Oltre alla vendita, lo shop offre servizi di riparazioni e di assistenza.

È italianissimo il piacere di un buon caffè e Nespresso è da anni sinonimo di macchine da caffè che uniscono un design pulito adatto a qualsiasi cucina a una vasta scelta di tostature e aromi. Tra i servizi offerti dalla boutique aperta in CityLife Shopping District ci sono anche esperienze di degustazione per scoprire qual è il caffè più adatto a voi, oltre alla possibilità di acquistare macchine da caffè, cialde anche in limited edition e accessori, per rendere unico e intenso il proprio momento di degustazione a casa.

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LIFESTYLE FUORI MURA

Flânerie, tra antico e moderno testi Emanuela Brumana

Nelle strade intorno a CityLife si possono trovare negozi e attività pieni di storie ed energia. In questo numero vi presentiamo un hotel immerso in un parco, una scuola di danza per tutti i gusti, un ristorante dove l’ingrediente principale è la passione per la materia prima e un antiquario che vi condurrà in un affascinante viaggio nel tempo.

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LIFESTYLE FUORI MURA

HOTEL | il rilassante

Hotel Tiziano Milano, via Tiziano 6, 20145 Milano www.hoteltizianomilano.it

Milano è dinamica, vivace, effervescente: tutte caratteristiche che la rendono una città amata e una meta apprezzata. Quando famigliari e amici che vi vengono a trovare cercano una sistemazione alberghiera vicina a voi, l’hotel Tiziano Milano, a pochi passi da CityLife, è la perla che state cercando. L’edificio risale agli anni Trenta ed è immerso in un parco privato di oltre quattromila metri quadri. E questo non è il solo fiore all’occhiello della struttura: qui, infatti, si trovano una zona fitness all’aperto, un’area dedicata al divertimento dei bambini e splendide terrazze da cui godere di una vista privilegiata sulla città. Le camere, disponibili in diverse metrature per soddisfare le esigenze più diverse, sono state recentemente ristrutturate dallo studio MQA Metroquadro Architetti che ha introdotto linee contemporanee e dettagli decorativi diversi in ciascuna camera.

SCUOLA | la familiare

Bendy Dance, via Telemaco Signorini 9, 20149 Milano www.bendydance.com

Danze orientali, burlesque, tango, danza classica, tip tap: sono solo alcuni dei corsi che Bendy Dance offre ad alunni dai tre fino ai settant’anni. La scuola di danza è stata fondata nel 1987 da Wendy Lynton, originaria dello Zimbabwe, formatasi tra Londra, Parigi e New York, con alle spalle esibizioni nei teatri e nelle televisioni di tutto il mondo; e da Ben Jonhson, nativo di Trinidad, diventato primo ballerino di compagnie newyorkesi, londinesi e parigine. Lo spazio è composto da tre sale ristrutturate lo scorso anno e da un piccolo bar, che permette ad alunni e insegnanti di ritrovarsi dopo le lezioni per scambiare qualche chiacchiera e cementare il clima familiare che contraddistingue la scuola. Bendy Dance offre personale formato in grado di insegnare tecnica e stili in un luogo «alla portata di tutti, che offre la possibilità di avvicinarsi allo studio della danza divertendosi», così come dichiarato dallo staff.

RISTORANTE | l'eclettico

Rainbow Milano, viale Cassiodoro 5, 20145 Milano www.rainbowmilano.com

Il giusto mix fra un ambiente caldo e accogliente e un servizio professionale e discreto: Rainbow Milano è un ristorante famoso per l’atmosfera spontanea, intima ed elegante. Attenzioni che si riflettono nei piatti preparati esclusivamente con ingredienti freschi: il menu cambia ogni mese proprio per seguire la stagionalità. Grande cura è riservata anche alla selezione delle etichette che compongono la carta dei vini: continua è la ricerca di aziende italiane ed estere che prediligono l’approccio biologico e biodinamico. Infine, a rendere completa la proposta di Rainbow Milano è la possibilità di ospitare eventi aziendali e di pensare un menu ad hoc, mentre all’occorrenza i manicaretti dello chef vi raggiungono sul luogo dell’evento, grazie al servizio catering.

ANTIQUARIO | il collezionista

Ercole Gloria, via Tommaso Agudio 2, 20154 Milano www.ercolegloria.com

Varcare l’uscio del negozio di Ercole Gloria significa fare un salto nel passato, un’immersione in storie di altre epoche, attraverso oggetti che raccontano i tempi andati. Ercole Gloria vanta, per esempio, uno degli stock di francobolli più vari per paese di provenienza e anno di stampa. Stesso discorso per la numismatica e le cartoline postali: nel suo negozio potete sfogliare album con cartoline d’epoca, per fare un tuffo in tempi lontani, tra immagini in bianco e nero e fotografie sgranate. Infine, l’antiquariato, settore dell’attività nato come hobby, è oggi una parte importante e l’assortimento è in continua crescita. Qualsiasi sia il vostro interesse, da Ercole Gloria troverete oggetti di pregio, ben conservati e spesso introvabili.

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LIFESTYLE

Garage Italia Custom testi Katia D'Addona

In una Milano sempre di corsa verso il futuro, Garage Italia propone una pausa nell'eleganza Fifties, in un locale dove tre eccellenze del Made in Italy - food, design e automotive - accolgono interessi e sogni di businessman di ogni etĂ , all'insegna del tailor-made.

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LIFESTYLE

U

n’astronave planata in piazzale Accursio, nel cuore dell’area milanese di Portello, è diventata dal 2017 uno dei ritrovi del bien vivre meneghino. Garage Italia Custom è un’antologia di eleganza e gusto estetico, uno spazio di 1700 metri quadrati dove confluiscono tre eccellenze italiane: motori, design e cibo. Situato all’incrocio tra due strade che portano all’autostrada dei laghi, il progetto voluto da Lapo Elkann ha ridato vita a un edificio simbolo della ricostruzione dell’Italia postbellica: la stazione di servizio Agip commissionata da Enrico Mattei nel 1952 all’architetto Mario Bacciocchi. Una struttura dalla forma aereodinamica, disposta su due livelli, che dopo un abbandono pluridecennale ha riscoperto un nuovo splendore nel restauro site specific firmato dal celebre architetto e designer Michele De Lucchi. All’ingresso il cocktail bar proietta immediatamente i visitatori nell’atmosfera di lusso “giocoso” che avvolge tutta la struttura. Il rigore delle linee essenziali del bancone laccato in rosso Garage Italia, colore appositamente creato e brevettato, presiede un ambiente sormontato da un soffitto di oltre 1000 modellini di auto e attraversato dallo staff che indossa tute da gara Sparco. Dietro al bancone l’eterogeneità del concept e la contaminazione di stili si riversa anche nei bicchieri da cocktail. L’ultima versione della drink list è un omaggio agli speakeasy del Proibizionismo: come Mrs Marella, rivisitazione del French-75 preparato per la prima volta nel 1927 o il Red Spotlight del Bloody Mary che ha debuttato al St. Regis Hotel di New York nel 1934. Al piano superiore il locale si trasforma in una terrazza dalla forma che ricorda la prua di una nave, “recintata” da vegetazione tropicale che sembra continuare nelle fronde degli alberi di viale Certosa, e allestita come il ponte del famoso motoscafo firmato Riva, con pavimentazione in legno e divanetti rivestiti da materiali nautici nei colori iconici del celebre brand nautico italiano.

Per scoprire il cuore di tutto l’hub creativo bisogna scendere nuovamente al piano terra, nell’ala opposta a quella del cocktail bar dove si trova la materioteca: un’autentica sartoria dell’automotive dove sono presentate tavolozze di colori infiniti per carrozzeria, interni, modelli di auto, ma anche per altri mezzi di trasporto come privati velivoli. Un atelier del motore dove la customizzazione aperta a ogni dettaglio ha trovato da poco una nuova declinazione nel progetto Icon-E, che punta a restaurare modelli del passato rendendoli elettrici. La primogenita di questo connubio del passato con il presente è la Fiat 500 Jolly, una spiaggina costruita a partire dalla fine degli anni Cinquanta dalla carrozzeria Ghia. Look vintage e motore elettrico sono i principali connotati di questo restomod finemente realizzato dagli artisti-carrozzieri di Garage Italia, con attenzione bilaterale alle potenziali funzionalità moderne del bicilindrico e alla sua identità storica. E così i sedili realizzati interamente a mano intrecciando una corda naturale specifica per l’impiego all’aria aperta fronteggiano un display digitale che riporta lo stato di carica della batteria e i fari, gli stessi del modello originale, impiegano un sistema di illuminazione a Led. Nostalgia di un’eleganza intramontabile e fascinazione per la tecnologia futurista si fondono in questo modello come in tutto l’hub creativo. «In Garage Italia» sottolinea Lapo Elkann, «rendiamo realtà i sogni dei nostri clienti dall’elettrico all’estetica e ai motori e agli aerei. Garage Italia è cielo, terra e mare, a casa mia non si dorme mai». �

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TECNOLOGIA

Umanoidi in famiglia Parte II testi Simone Sirgiovanni

Fantascienza? No, grazie. I companion robot o robot da compagnia sono già presenti sul mercato in moltissimi modelli che differiscono principalmente per estetica e skills ovvero capacità di svolgere determinati compiti. Non parliamo (ancora) di cloni umani in grado di svolgere le faccende domestiche al posto nostro, ma alcuni interessanti modelli (suona quasi strano definirli tali) sono già in vendita e promettono di prendersi cura della nostra casa, di noi e persino delle corsie degli ospedali!

Pepper analizza milioni di dati nelle e-mail o nei social per interpretare i gusti dei clienti

Lynx ha lo stesso cervello artificiale di Echo, l'assistente virtuale di Amazon

Double 2 consente di partecipare a riunioni o seguire lezioni ovunque ci si trovi

Kirobo Mini può sostenere una conversazione basica, come fosse un bambino

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TECNOLOGIA

A

TTENZIONE. Per la realizzazione del seguente articolo non sono stati schiavizzati in alcun modo i robot. Tutto il contenuto è opera dell'autore (umano) in quanto teniamo molto al benessere degli androidi e siamo fermamente contrari a qualsivoglia forma di sfruttamento del loro lavoro.

C

i siamo lasciati con un sogno (CityLife Mag #6), ci ritroviamo con una realtà. Già perché lo scenario robotico nel mondo è decisamente più vasto di quanto possiamo immaginarci e i modelli pronti a varcare la soglia delle nostre case sono lì, sugli scaffali. Che ci aspettano. Ecco 5 tra i più interessanti companion robot, family robot, social robot o personal robot, insomma scegliete voi come chiamarli, presenti sul mercato.

PEPPER - l'inguaribile emotivo

Probabilmente il più empatico tra i robot, è in grado di riconoscere le persone, chiamarle per nome e, scusate se è poco, interpretarne le emozioni del volto. Queste sue peculiarità gli hanno fruttato un'assunzione in una compagnia assicurativa giapponese che lo manda in strada a vendere polizze. In realtà fa molto altro. Interagisce con tutti i dispositivi connessi alla casa e, nel 2018, è sbarcato in Italia, nell'aeroporto di Bologna, per dare informazioni sui voli ai turisti, chiedere un selfie ai bambini o improvvisare un simpatico balletto. È stato inoltre alla Casa Sollievo della Sofferenza di Giovanni Rotondo (Foggia) per monitorare le stanze dei pazienti con il compito di segnalare situazioni di emergenza o bisogno di assistenza. Costa circa 1.500 euro.

R1 - il più evoluto

Orgoglio tutto italiano per questo concentrato di tecnologia che ha un nome molto piccolo ma nasconde un "cuore" molto grande. Figlio dell'Istituto Italiano di Tecnologia, R� è un umanoide alto 1 metro e 25 centimetri che con un po' di stretching può guadagnare altri 20 centimetri. Dotato di pelle artificiale su mani e avambracci è uno dei pochissimi a poter vantare la percezione del tocco (incredibile, vero?) accompagnata da precisi movimenti. Per metà in plastica e per metà in fibra di carbonio, si muove su ruote ed è equipaggiato con una telecamera 3D che gli garantisce un'evoluta interazione con il contesto. Sarà utilizzato per l'assistenza agli anziani sia nelle abitazioni che nelle case di cura e costerà circa 3.000 euro. Robot infermiere, robot badante o semplicemente R�.

Secondo il report Capgemini 4 aziende su 5 hanno creato nuovi posti di lavoro grazie all'uso dell'intelligenza artificiale e il 25% ha incrementato il proprio fatturato. I robot non ci ruberanno il lavoro, ma ci consentiranno di occuparci di mansioni più creative.

LYNX - l'evoluzione di Alexa

Aspetto simpatico e dimensioni contenute, a tutti gli effetti un assistente domestico, è venduto solo in USA e pochi altri Paesi. Lynx appartiene alla serie alpha di UBTech Robotics, azienda di robotica cinese tra le più attive nel settore dei social robot. Oltre a riconoscere la voce del padrone, consentirci di videochiamare i nostri cari grazie alla telecamera HD da 1080 pixel e fare acquisti vocali su Amazon, può controllare tutti i dispositivi smart collegati alla rete wi-fi e per gli amanti del benessere... fare delle ottime lezioni di yoga. La chicca? Grazie all'app potrete stringere la mano, battere un cinque o abbracciare chi è in casa. Per averlo bastano circa 800 dollari. Decisamente simpatico!

DOUBLE 2 - l'onnipresente

Chi l'ha detto che tutti i robot devono essere antropomorfi? Double 2 soffre un po' del complesso di non piacere, in effetti sembra un iPad montato su un piccolo segway. Ma in compenso vi offre il dono dell'ubiquità... per soli 3.000 euro! Grazie all'ampio display e alla telecamera potrete spostarvi virtualmente da un posto all'altro conversando con le persone che incontrate come se foste lì con loro. Comodo partecipare a una riunione a Londra mentre siete a Milano, no? E potrete anche raggiungere i colleghi per la pausa caffè alla macchinetta. Peccato che per questa volta il caffè non potrete offrirlo voi.

KIROBO MINI - il fratellino minore

Sarà come tenere per mano, anzi nel palmo di una mano, un bimbo di 5 anni; Kirobo Mini è il fratello più piccolo di Kirobo, il robot rimasto 6 mesi sulla Stazione spaziale internazionale. Venduto solo in Giappone dove il tasso di natalità è uno dei più bassi e la popolazione la più vecchia del mondo, questo piccolo bambino artificiale prodotto da Toyota è dotato di un buon vocabolario ed è in grado di imparare nuove parole e riconoscere il volto della persona con cui sta parlando. La sua oscillazione ricorda la tipica vulnerabilità di un bambino che fatica a rimanere in equilibrio, trucchetto che aumenterebbe il coinvolgimento emotivo nella persona che ci interagisce. Il bimboide lo portate a casa per circa 400 euro.�

SUPERPROF BEPPER

R1 può cambiare espressione in base alla situazione

Un professore un po' speciale ha chiuso lo scorso anno accademico dei corsi di alta specializzazione della Bologna Business School. Il suo nome è Bepper ed è la variante accademica del fratello Pepper. Il robot diventerà un collaboratore dei docenti degli executive master e aiuterà gli studenti rispondendo a domande a dominio aperto ovvero senza alcuna limitazione di argomento. La sua evoluta capacità di apprendimento lo renderà sempre più colto e ci aspettiamo che un giorno, non troppo lontano, sarà in grado di tenere un corso in piena autonomia!

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INTERVISTA

Musica a Milano, tra passato e futuro testi

foto

Emanuela Brumana

Gianfranco Rota

Milano è una destinazione cult per i melomani del mondo intero. Un nuovo progetto musicale ha debuttato a fine maggio al Padiglione 3 di CityLife (anche noto come Palazzo delle Scintille): LaFil, un’orchestra che unisce musicisti giovani e altri già affermati, che ha saputo trasmettere emozioni forti a un pubblico esigente. Intervista al direttore d’orchestra e ideatore, Daniele Gatti. 40 ‹ CITYLIFE MAG


INTERVISTA

D

opo aver diretto alcune tra le più grandi orchestre del mondo, Daniele Gatti torna alla sua Milano con un progetto interessante, che ha già avuto modo di riscuotere apprezzamenti da parte del pubblico.

LaFil è un progetto che unisce, nella stessa orchestra, musicisti affermati e giovani talenti in ascesa. Com’è nata l’idea di questo mix?

Tutto è iniziato una sera, a casa mia. Parlavo con il professor Tarenzi di quanto sarebbe stato bello formare un’orchestra composta da elementi presi dalle migliori orchestre italiane: una sorta di nazionale della musica, se mi passa il paragone calcistico, che si esibisse due volte l’anno. Mi sembrava una cosa nuova e particolare. L’idea si è evoluta e abbiamo pensato di comporre il gruppo con una maggioranza di musicisti giovani, tra i 20 e i 28 anni, già diplomati e con alle spalle esibizioni in orchestra. A far da supporto e cornice, avremmo affiancato loro dei musicisti seniores presi dalle migliori orchestre italiane, come quella del Teatro alla Scala o quella dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. A quel punto, mancava solo un format artistico. Abbiamo quindi deciso di proporre un weekend musicale, tre giorni di viaggio nell’opera di un autore: siamo partiti con Schumann, eclettico compositore romantico, di cui abbiamo proposto sinfonie e musica da camera. Una full immersion varia e dinamica, che riproporremo a fine ottobre con Brahms. Com’è stato dirigere un’orchestra di questo tipo? E il pubblico, come ha reagito al mix?

Per me, dirigere questa orchestra è stata una grandissima soddisfazione: la qualità dei musicisti che avevo di fronte mi ha sorpreso e appagato. Anche il pubblico ha risposto oltre le aspettative: abbiamo avuto 3800 spettatori in due giorni. E la domenica non pensavamo di replicare i numeri, visto che era il 2 giugno e abitualmente i milanesi amano passarlo fuori porta. Invece, è stato forse il giorno di maggior successo di questa tre giorni in CityLife. Io, il professor Tarenzi e il professor Parazzoli siamo figli di Milano: abbiamo studiato qui negli stessi anni, e sempre qui abbiamo fatto le prime esperienze musicali. Abbiamo condiviso gioie, speranze e lotte negli anni ruggenti della Milano musicale. LaFil, per noi, voleva essere un regalo alla città ed è stato bello sentire tanto calore, come se la gente si fosse ritrovata nella nostra proposta. Parliamo della location: com’è stato portare un’arte così antica in un luogo così rivolto al futuro come CityLife? Quali sono state le differenze rispetto ai concerti fatti nei teatri?

Penso che la musica vada verso il pubblico, se il pubblico è pronto ad aprirle il cuore e ascoltarla. Noi siamo musicisti classici, usiamo strumenti con una grande storia alle spalle e normalmente suoniamo senza amplificazione. Già questa è una grande differenza, per chi invece di solito va a concerti di musica rock o leggera, dove il suono è avvolgente. In CityLife, proprio per sottolineare questa particolarità, abbiamo suonato senza amplificazione e anche i più giovani sono rimasti colpiti. Stavano ascoltando qualcosa che succedeva in quel momento, senza basi campionate. Il direttore alzava la bacchetta, il musicista suonava e il pubblico viveva quel momento unico e irripetibile in diretta. Pur sapendo che la musica classica richiede più pazienza nell’ascolto rispetto ad altri generi, il mio auspicio è di aver incuriosito gli ascoltatori digiuni del genere, di aver fatto loro scoprire questo mondo. Per me, la musica classica dà grande sfogo alla fantasia: non c’è un testo da ascoltare, ma ognuno può seguire la musica e i suoi colori creando la propria storia. DANIELE GATTI Diplomato in composizione e direzione d’orchestra al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, Daniele Gatti ha ricoperto ruoli di prestigio presso diversi enti sinfonici e operistici, dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma all’Orchestre National de France, passando per la Royal Opera House Covent Garden e la Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam. E l’elenco potrebbe continuare a lungo. Il maestro Gatti ha ricevuto nel 2015 il premio Franco Abbiati dalla critica musicale italiana come miglior direttore d’orchestra, e nel 2016 è stato insignito del Cavaliere della Legione d’Onore della Repubblica Francese per il suo lavoro come direttore musicale presso l’Orchestre National de France.

Alcuni scatti del concerto tenutosi al Palazzo delle Scintille a CityLife, dove LaFil tonerà a esibirsi nei prossimi mesi.

Come è stato per lei suonare al Palazzo delle Scintille che, se da un lato è nato come un luogo pensato per lo sport e non per la musica, ha nel passato ospitato l’esibizione della filarmonica della Scala nel 1946?

Per me è stata un’esperienza esplosiva e bellissima, anche per il già citato mix tra passato e futuro. Anche il pubblico più attento non ha criticato l’acustica. In fondo, la cosa importante era il messaggio, che è decisamente arrivato. E chissà, magari in un futuro si potrà decidere di sviluppare tutto questo, facendo sì che il Palazzo delle Scintille non sia usato di volta in volta per un evento diverso, ma trasformandolo in un luogo dedicato alla musica e alla cultura. In fondo, lo sviluppo di CityLife è sotto gli occhi di tutti e il Palazzo si colloca in una posizione strategica, comoda da raggiungere. Come sta cambiando Milano dal punto di vista della percezione del pubblico della musica? Pur non frequentando quotidianamente la città, la ricordo e ancora la avverto come viva e attenta a dare una proposta musicale ampia. Noi ci siamo aggiunti con LaFil, dando una scelta in più al pubblico. E il successo ci dice che Milano ha fame di musica: quindi ben venga questa sua vivacità, di cui vogliamo continuare a far parte. Chiudiamo l’intervista chiedendole un suo parere personale su CityLife.

In verità, pur abitando vicino, non ho mai frequentato molto CityLife. È stata quindi una bella scoperta! Anche i musicisti hanno apprezzato, oltre che la possibilità di esibirsi al Palazzo delle Scintille, anche di rilassarsi nel distretto. Mi ha colpito molto lo Shopping District: i centri commerciali che vedo girando in Europa sono freddi, inospitali. Sono funzionali, certo: uno entra, trova quello che cerca e va via. In CityLife, invece, ho trovato un certo calore, non ci sono solo modernità ed essenzialità: la struttura, l’architettura, la stessa zona food sono molto accoglienti. Ora che l’ho conosciuto, mi capiterà di tornarci con molto piacere. �

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NUMERO 7 - SETTEMBRE 2019

NATU R A

D ES IGN

INTER IO R

A RTE

Un focus esclusivo sulle residenze Libeskind di prossima costruzione.

Interviste polifoniche Il maestro Gatti ci racconta la LaFil e il suo debutto in CityLife.

Profilo d'artista

Correttrice di bozze

Direttore creativo

LORENZO CARONE GUIDO MONTANI GIANFRANCO ROTA SIMONE SIRGIOVANNI

KATIA D’ADDONA

LODOVICA DAL POZZO SIMONE SIRGIOVANNI

Redattori e copywriter

EMANUELA BRUMANA KATIA D'ADDONA MARIANA DE MARCO PATRIZIA GIORDANO MICHELA MORO SIMONE SIRGIOVANNI

Inserto CityLife News a cura di EMANUELA BRUMANA

Gruppo Generali

Intervista a Mario Airò: come nasce la sua opera per il Parco di Arte Contemporanea.

Palazzo Bonaparte torna a risplendere e si prepara a ospitare importanti mostre.

News, eventi e curiosità L'inserto che ci accompagna nel mondo lifestyle di CityLife.

Fotografi

CEO CityLife

ARMANDO BORGHI

Direttore commerciale CityLife GIORGIO LAZZARO

Coordinamento CityLife MARIANA DE MARCO

Stampa

GRAFICHE FILACORDA srl

Un ringraziamento speciale a...

PAOLO e LARA per averci aperto le porte del loro splendido appartamento ANDREA BOERIS per l’appassionato racconto dell’appartamento nella rubrica Interior CLAUDIA PASINI per le puntuali e preziose informazioni sugli eventi SARA REALE per averci raccontato gli eventi del GUD CityLife SILVIA TORTI per le indiscrezioni su Golosaria ELENA COBEZ per averci presentato il suo progetto “Fiabe profumate” ALBERTA GARUSI per il prezioso aiuto nel comunicare tutte le novità di Shopping District Il maestro GATTI per averci raccontato la nascita della filarmonica di Milano LaFil MARIAGRAZIA POZZI e lo STUDIO LIBESKIND per le indiscrezioni sulle nuove residenze SIMONA ARENSI per il racconto sulla nascita di CityLife Shopping District MARIO AIRÒ per averci parlato dell’ispirazione che ha dato vita al suo progetto artistico EMMA URSICH per la condivisione di azioni e strategie ELENA SCOVAZZI per la preziosa collaborazione MARINA REISSNER per averci supportato nel ricostruire la storia del Parco CARLA DI LEVA per le informazioni sul restauro di Palazzo Bonaparte PIERLUIGI ROSSI e GIUSEPPE RANDAZZO per il continuo e paziente supporto

...e a tutti coloro che hanno contribuito a realizzare questo nuovo numero.

I numeri arretrati di CityLife Mag sono disponibili sul sito www.city-life.it CityLife Mag è pubblicato da ELLEDIPI srl, 34 passage du ponceau - 75002 Parigi - Capitale sociale 20.000 € - P. IVA FR 56 450 149 208

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TEC NO LO GIA

I migliori store in cui trovare le proposte di home decor.

Indiscrezioni del Dir. Commerciale

Direttore editoriale

V IA GGI

CityLife Shopping District

Il terzo capitolo della storia: il Parco e CityLife Shopping District prendono forma.

NUMERO 7 • SETTEMBRE 2019 • TRIMESTRALE

NON PERDERTI IL PROSSIMO CITYLIFE MAG NUMERO 8 • DICEMBRE 2019

Schizzo di copertina: D. Libeskind

A R C HITETTU R A

Memorie di CityLife


GALLINE OVAIOLE Da qualche mese gli Orti Fioriti CityLife accolgono tre galline ovaiole che scorrazzano liberamente tra le coltivazioni di verdura, le piante da frutto e i magnifici parterre di fiori, per poi riposarsi nel pollaio con vista sulle torri! La filosofia green che anima il progetto di CityLife apre cosĂŹ un nuovo capitolo, ospitando piccoli animali domestici che ricordano il cortile delle fattorie, un ennesimo esempio di sostenibilitĂ in piena cittĂ .


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Quando mi chiedono in

che cosa credo, rispondo che io credo nell’architettura. L’architettura è la madre delle arti. Mi piace credere che l’architettura collega il presente con il passato e il tangibile con l’intangibile. Richard Meier

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PROTAGONISTA, IL CIBO Pagina 3

CORSA DI UNA NOTTE DI MEZZ'ESTATE

IN OMAGGIO A LEONARDO

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PROFUMO DI FIABA Pagina 8

CITYLIFE NEWS NOVITÁ - EVENTI - CURIOSITÁ

Settembre 2019

www.city-life.it

UNA REALTÀ PER TUTTI TRE MESI DI EVENTI Un travolgente susseguirsi di novità nella zona più frizzante di Milano.

Nonostante d’estate la città rallenti, a CityLife non sono mancate iniziative ed eventi pensati per intrattenere chi è rimasto a Milano. Sono state organizzate manifestazioni per tutti i gusti: gli amanti delle auto d’epoca hanno ammirato la sfilata delle 500 PAGINA 2 , gli sportivi in cerca di una competizione diversa dal solito si sono misurati con la prima Night Run organizzata da CityLife Shopping District PAGINA 4 , i più piccoli hanno provato il fresco brivido di un giro in canoa su un fiume metropolitano nel village in piazza Tre Torri PAGINA 4 e gli animi più romantici hanno fatto il pieno di magia con l’evento organizzato da Dodo, che ha portato in Alberto Fanelli CityLife una mongolfiera PAGINA 5 . E non solo: a giugno, presso gli Orti Fioriti si è tenuta la premiazione di Fuori Orticola PAGINA 6 . È invece ancora presente, per chi volesse ammirarla, la rivisitazione del cavallo di Leonardo pensata da Marcelo Burlon PAGINA 7 . CityLife, inoltre, ha in programma per le prossime settimane altri eventi pensati davvero per tutti, sportivi, bambini e appassionati di cibo: a settembre ci saranno Wanderlust 108 PAGINA 2 e la Salomon Running Milano PAGINA 5 , le letture delle “Fiabe profumate” PAGINA 8 e a ottobre la fiera Golosaria PAGINA 3 .

SAVE THE DATE! Deejay100, la Gran Fondo organizzata da Radio Deejay, di cui CityLife Shopping District è sponsor, si terrà domenica 22 settembre (vedi l’intervista a Linus in CityLife Mag #6). Chi volesse, può iscriversi direttamente sul sito della manifestazione fino alle 24:00 di domenica 15 settembre. Quindi, ciclisti all’ascolto, segnatevi queste date e preparatevi a macinare sulle due ruote questi 100 chilometri tra Milano e i comuni che circondano il capoluogo lombardo.

IL MARE NELL’ORTO Proseguiranno fino alla chiusura di GUD gli aperitivi organizzati negli Orti Fioriti CityLife, chiamati “Il mare nell’orto”. Tutti i mercoledì sera, nella location degli orti urbani di CityLife, verrà proposto un aperitivo di pesce (in menù ostriche, cevice di capesante e gamberi) accompagnato da una pregiata selezione di vini e cocktail. La formula, già proposta durante gli scorsi mesi, è stata molto apprezzata dai milanesi rimasti in città e promette di continuare a raccogliere consensi anche durante le belle serate di fine estate che ancora ci aspettano.

Agenzia Yes!

Night Run, la prima corsa by night di CityLife Shopping District

Inserto

CITYLIFE NEWS è l’inserto di CITYLIFE MAG che racconta gli eventi, le nuove aperture e gli appuntamenti imperdibili che si svolgono nel distretto o che hanno come sponsor CityLife. Il progetto immobiliare nato nel 2007 è arrivato a maturità offrendo un nuovo lifestyle a coloro che hanno scelto di viverci e, più in generale, alla città di Milano. -1-


Settembre 2019

www.city-life.it

Inserto

PICCOLE AUTO, GRANDE STORIA

C

ityLife, il distretto che ha portato Milano nel futuro, e le Fiat 500, un modello di automobile che ha fatto la storia, si sono incontrati domenica 9 giugno grazie all’evento Cincent a Milan – Il mito nel futuro,

Meditare, ricentrarsi, riconettersi ma anche mettersi alla prova, superando i propri limiti: questo lo spirito che anima i partecipanti a Wanderlust 108, la manifestazione sportiva che si terrà il 16 settembre nel parco di CityLife.

C

ammina o corri, pratica yoga, medita: questi i tre step che compongono la Wanderlust 108, una giornata dedicata al mindful movement. Perché 108? Perché 1, come l’unità (tra corpo e spirito, tra razionalità ed emozione, tra forza e pensiero); 0 come l’integrità e 8 come l’amore infinito. Un triathlon diverso, pensato per ricentrare corpo e mente senza restare chiusi in palestra, ma immersi in un parco, in questo caso, nel parco di CityLife.

Alberto Fanelli

organizzato da Fiat 500 Club Italia con il coordinamento di Milano Città. Il raduno era aperto ai soli modelli prodotti dal 1957 al 1977. Dopo l’incontro in piazza Tre Torri, davanti a CityLife Shopping District, le Fiat 500 sono partite per una sfilata alla volta dei luoghi storici e simbolici di Milano, per poi fare ritorno nella piazza del distretto sorto al posto della vecchia Fiera. Ad attenderle, un’esposizione con tanto di schede storiche sul “fenomeno 500” e il passato di questo modello, ideato da Dante Giacosa, che ha segnato la storia del design made in Italy e ha contribuito a creare il mito dell’inimitabile stile italiano.

Alberto Fanelli

Nei primi giorni estivi, CityLife ha ospitato un evento che ha trasportato il pubblico nel passato. I modelli iconici della Fiat 500 si sono ritrovati ai piedi delle torri per dare il via a una sfilata cittadina e per celebrare questo gioiellino su ruote che ha fatto la storia del nostro Paese.

IL TRIATHLON DEL BENESSERE

Non è una gara competitiva, ma un’esperienza condivisa che da un lato si fonda sull’ascolto di sé e dell’altro sul far parte di una community che si sostiene nella fatica e nel superamento dei propri limiti. Lo dimostra lo spirito con cui vengono presentate le attività che si alterneranno nel corso della giornata: un percorso di circa cinque chilometri da fare camminando o correndo, una lezione di yoga flow all’aperto di 90 minuti e una meditazione guidata di 30 minuti, il tutto accompagnati da insegnanti riconosciuti a livello nazionale, -2-

leader spirituali e musicisti che accompagneranno la pratica con il loro talento. E non finisce qui, perché le attività proseguono anche scesi dal tappetino: ci saranno DJ set, mercatini con artigiani locali e organizzazioni presenti per spiegare i propri progetti e le proprie missioni. Tante anche le attività collaterali incluse nel biglietto come acroyoga, AIReal Yoga™, hooping o walking meditation.

Appuntamento allora armati di tappetino il 16 settembre, dalle 7:30 per una giornata dedicata al benessere fisico e mentale!


Settembre 2019

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PROTAGONISTA, IL CIBO I l cibo che ci cambia: questo il tema della XIV edizione di Golosaria, la manifestazione enogastronomica che si terrà dal 26 al 28 ottobre a MiCo FieraMilanoCity. Attraverso riflessioni, interrogativi, provocazioni si affronteranno tutte le possibili declinazioni del complesso argomento che riguarda il cibo del futuro: come agisce quello che mangiamo su di noi in quanto individui e in quanto società? Come risponde l’agricoltura alle esigenze di maggior salubrità delle materie coltivate? Quali saranno i nuovi formati di ristorazione?

A Milano torna Golosaria, la rassegna dedicata al meglio dell’enogastronomia nazionale e CityLife partecipa all’evento organizzando scambi tra gli Orti Fioriti CityLife e la manifestazione.

Cooking e la Meeting Room, una zona interamente dedicata alle aziende e ai meeting. Non mancherà uno spazio dedicato ai più piccoli, per educare da subito le nuove generazioni alla corretta alimentazione.

Mario Tirelli

A rispondere saranno chiamati trecento artigiani del gusto, cento cantine, venti esponenti dello street food così organizzati: a Golosaria ci sarà un’area food dedicata agli espositori, che raccoglie i Produttori di Cose Buone, la Cucina di Strada, il Bere Miscelato e la nuova area dedicata alla Birra Artigianale; e uno spazio eventi (che ospiterà gli oltre ottanta incontri in programma) diviso in Agorà (teatro dedicato a interventi e premiazioni), la zona Show -3-

Ad anticipare la kermess, il 19 settembre ci sarà un evento teaser organizzato negli Orti Fioriti CityLife: i relatori Paolo Massobrio e Marco Gatti presenteranno e approfondiranno con la stampa e gli addetti ai lavori il tema dell’edizione di Golosaria 2019. E il dialogo con CityLife non finisce qui: un agronomo degli Orti Fioriti terrà un laboratorio ludico-didattico per bambini, nell’area a loro dedicata in fiera. Uno scambio basato sul comune interesse ad approfondire e divulgare il mondo dell’agroalimentare!

Appuntamento allora a Golosaria, vera celebrazione del gusto italiano, delle innovazioni in campo alimentare e del confronto fra operatori del settore e pubblico. •


Settembre 2019

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CORSA DI UNA NOTTE DI MEZZ'ESTATE Grazie all’organizzazione di CityLife Shopping District, il 4 luglio si è tenuta la prima edizione della Night Run, un percorso metropolitano notturno che ha appassionato i partecipanti e fatto del bene ai bambini leucemici.

SUMMER JUNGLE

Agenzia Yes!

C

orrere di notte, in città, è un’esperienza davvero unica, perché permette di scoprire il nuovo volto di alcuni luoghi. Il 4 luglio, i partecipanti alla prima edizione di Night Run CityLife Shopping District hanno potuto scoprire il distretto e il parco by night, con una torcia in testa per illuminare la strada. I percorsi

CityLife Shopping District è stata però pensata anche per coinvolgere un’ampia fetta di pubblico, non solo gli sportivi partecipanti: in piazza Tre Torri è stato allestito un villaggio che ha intrattenuto i presenti con musica, show di luci e animazione a cura di Radio Number One. Parte del ricavato delle quote d’iscrizione è stato devoluto al Comitato Maria Letizia Verga, che si occupa dello studio e della cura della leucemia nei bambini. tra cui scegliere erano due: uno da 2,5 chilometri, l’altro da 5. La corsa podistica non competitiva organizzata da

Un’occasione quindi per fare del bene, divertendosi e scoprendo l’anima notturna di uno dei luoghi più caldi della Milano contemporanea. •

E

ravamo a Milano, ma sembrava di essere in una rigogliosa foresta pluviale. In piazza Tre Torri, dal 15 luglio al 4 agosto, è stato allestito Jungle River, il summer village firmato CityLife Shopping District.

Simone Sirgiovanni

Nonostante la gioia della fine della scuola, l’estate metropolitana può essere noiosa per i più piccoli. Ecco perché CityLife Shopping District ha regalato loro un’emozionante avventura nella giungla!

Un’avventurosa alternativa alla noia e alla calura estiva, dove numerosi bambini – dai 3 anni in su – hanno trovato gioco, divertimento e avventura. Il Jungle River, un’installazione acquatica gratuita, ha infatti permesso ai tanti bambini presenti di salire a bordo di canoe multiposto e attraversare -4-

la ricostruzione di un piccolo Rio delle Amazzoni metropolitano. Ad arricchire la scenografia, grandi rocce e vere piante tropicali! Un percorso offerto da CityLife ai coraggiosi avventurieri che si aggiravano per la città nel caldo estivo! •


Settembre 2019

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UN GIOIELLO DI PARCO

Dodo ha scelto CityLife per il lancio della sua nuova collezione ispirata alla natura. Musica, street food, corner per bambini e persino una mongolfiera hanno trasformato il parco in un percorso sensoriale ricco di stimoli e divertimento.

Dodo Garden, questo il nome della manifestazione, ha intrattenuto grandi e piccini con un percorso originale

L’appuntamento più amato dai runner meneghini torna domenica 15 settembre: ecco i percorsi, le novità e tutto quello che c’è da sapere sulla Salomon Running Milano.

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orna domenica 15 settembre la Salomon Running Milano, l’urban trail più partecipato d’Italia. Una corsa attraverso i luoghi più suggestivi della città, organizzata in quattro itinerari. Per gli atleti più allenati c’è il percorso di 25 chilometri, che comprende la scalata ai 23 piani della torre Allianz. Il secondo percorso è invece di 15 chilometri, che quest’anno saranno ridisegnati unendo

Alberto Fanelli

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el cielo sopra CityLife, da venerdì 7 a domenica 9 giugno, si è alzata in volo una mongolfiera. A organizzare questo spettacolare evento è stato Dodo, celebre marchio di gioielli, che ha scelto il parco di CityLife come cornice per festeggiare la sua nuova collezione ispirata al mondo della natura.

sbocciato in questa primavera meneghina un po’ in ritardo. A stimolare il gusto ci ha pensato la selezione di street food pensata per regalare ai partecipanti un piacevole picnic an plain air. L’udito dei più grandi ha potuto godere del Silent Disco Party organizzato al tramonto, mentre il tatto dei bambini è stato il principale protagonista del Kid’s Lab: i più piccoli si sono trasformati in jewelry designer, creando gioielli e coroncine floreali. che aveva l’obiettivo di soddisfare tutti i cinque sensi con iniziative inedite. La vista è stata sollecitata dal giro in mongolfiera che dava la possibilità di gettare uno sguardo diverso sulla città, mentre l’olfatto è stato coccolato dall’inebriante profumo dei fiori e delle piante che caratterizzano la location, il parco di CityLife,

I partecipanti sono poi stati invitati a condividere i propri pensieri e le proprie sensazioni su dei cartoncini a forma di ciondolo, conservati dall’azienda come ricordo di questa tre giorni che, da una parte, voleva essere occasione commerciale per lanciare la nuova collezione, ma dall’altra si è presto trasformata in una festa per CityLife e i suoi protagonisti. •

CITTÁ... DI CORSA!

luoghi già toccati dalla gara e nuovi scorci metropolitani. Novità anche per il percorso da 9.9 chilometri, che verrà premiato con il trofeo CityLife Shopping District Smart Cup. Infine, per chi non volesse correre in solitaria, c’è la possibilità di partecipare alla Salomon Running Milano Relay, la staffetta. Ogni team, composto da tre atleti, correrà in totale 25 chilometri, suddivisi in tre tratti da 8.7 chilometri, 9.3 e 7. Il ricavato delle iscrizioni dei team verrà devoluto a LILT -5-

Milano, la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori e più precisamente per il progetto Case del Cuore, appartamenti ospedalieri per i bambini e i ragazzi che necessitano di cure oncologiche, le cui famiglie non sono residenti a Milano e che versano in condizioni economiche precarie.

Un evento pensato per venire incontro allo stato fisico dei molti runner che amano Milano e che non vedono l’ora di mettersi alla prova con questo tour metropolitano di corsa. •


Settembre 2019

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VETRINE FIORITE, I VINCITORI Mercoledì 19 giugno si sono tenute, negli Orti Fioriti CityLife, le premiazioni del contest social Vetrine Fiorite, legato a Fuori Orticola e, vista la grande adesione al concorso, sono state create ad hoc menzioni d’onore per lodare la creatività dei partecipanti.

Infine, come incentivo alla creatività, per questa edizione 2019 di Fuori Orticola si è voluto creare il premio “Complimenti a…”. E allora, complimenti a Davide Fiorentino, creative

Dopo questa sentita cerimonia di premiazione presso gli Orti Fioriti CityLife ci si è dati appuntamento al 2020, per una nuova, coloratissima edizione di Orticola.

Alle tre vetrine premiate sui social si sono aggiunte le menzioni speciali: il bouquet nelle sfumature dell’arancio di Domitilla Baldeschi per Gallo in via Manzoni e il giardino incantato, opera della maestra d’arte floreale Silvia dei Fiori per Cavalli e Nastri in via Gian Giacomo Mora.

Mario Tirelli

a seconda edizione del contest “Piante amiche. Bouquet in cornice” si è chiusa con la proclamazione dei vincitori nella cornice degli Orti Fioriti CityLife. Oltre trentamila persone hanno votato su Instagram la loro vetrina preferita di Fuori Orticola. Vediamo allora chi è salito sul podio quest’anno! Al primo posto della classifica, con 9.889 voti, si è posizionata la composizione dalle tinte intense di Madama Fiori per il negozio di Scaglione in corso di Porta Romana. Un’installazione sui toni del rosa e del viola, di grande effetto. Medaglia d’argento per la composizione di Michela Pozzato per Elena Mirò. Il negozio del noto brand di abbigliamento in via Manzoni angolo piazza della Scala è stato decorato con fiori gialli e viola, per una ventata di calore. Sul terzo gradino del podio troviamo la composizione di peonie e rose di Elisabetta Pozzetti, floral designer e garden brianzolo, per Design Republic, corso di Porta Ticinese.

Mario Tirelli

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floral per Boutique Akris in via della Spiga; complimenti ad Andrea Radaelli con Manifesto Flowers per Ciasmo, che ha creato un quadro animato in 3D; complimenti Bruno Bugiani e Kenneth Pope, anime creative di Manifesto Flowers, per l’installazione futurista in CityLife Shopping District.

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VETRINE FIORITE 2019 L’iniziativa Vetrine Fiorite nasce con l’idea di mostrare quanto colorata e viva possa essere la città di Milano. Già le edizioni passate hanno riscosso molto successo, ma nella fattispecie quest’anno la manifestazione ha registrato l’adesione di 39 vetrine in collaborazione con 25 florar designer che hanno come sempre interpretato il tema di Orticola. Quest'anno, per le loro creazioni, si sono quindi confrontati con “Piante amiche: le buone associazioni botaniche”.


Settembre 2019

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IN OMAGGIO A LEONARDO

Anche CityLife ospita una di queste rivisitazioni. Si tratta di quella realizzata da Marcelo Burlon, artista eclettico che passa dalla fotografia alla moda al design. La curatrice Cristina Morozzi lo ha così presentato: «Marcelo Burlon, viandante culturale, commerciante di molti mestieri». Lo stile dell’artista originario della Patagonia ma stabilmente attivo a Milano

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mixa con grazia diversi elementi simbolici tratti da culture lontane e, grazie alla collaborazione con il graphic designer Giorgio Di Salvo, ha creato una linea di t-shirt caleidoscopiche ed evocative che ha presto conquistato i fashion addicted di tutto il mondo. Proprio i colori accesi e le sfumature che caratterizzano il suo stile hanno incontrato l’opera leonardiana, restituendo un cavallo che al colore scuro del bronzo, di cui è fatto l’originale, contrappone un arcobaleno acceso e psichedelico. Burlon, in occasione della serata inaugurale di Leonardo Horse Project ha dato sfoggio anche delle sue abilità musicali, figurando nella dista dei DJ che si sono alternati in consolle.

Alberto Fanelli

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opo avervi raccontato che cosa ha organizzato Milano per i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci (CityLife Mag #6), vi parliamo dell’iniziativa che ha coinvolto Snaitech e l’intera città. È stato infatti in occasione della Design Week che l’ippodromo Snai

San Siro di Milano ha ospitato le rielaborazioni artistiche, in scala ridotta, del celebre Cavallo di Leonardo, la statua equestre di bronzo che si trova proprio all’ingresso della struttura. Si chiama Leonardo Horse Project, una sorta di pop-up exhibition con opere esposte nei luoghi più importanti della città fino al 30 ottobre.

Alberto Fanelli

Vi sarà capitato di vedere riproduzioni del Cavallo di Leonardo, la celebre opera che fa mostra di sé davanti all’ippodromo di San Siro, in diversi luoghi di Milano. Ecco il racconto di questo progetto, che ha coinvolto i migliori designer contemporanei, incaricati di rivisitare l’opera del maestro.


Tra fiori e piante aromatiche, sabato 28 settembre vanno in scena le “Fiabe profumate” presso gli Orti Fioriti CityLife. Narrazioni immersive in cui odori, suoni e sensazioni accompagnano le parole.

I

mmaginate di ascoltare una storia, non solo con le orecchie, ma con tutto il corpo. Immaginate di sentire i profumi che emanano dai luoghi in cui la storia è ambientata; immaginate di udire i rumori di sottofondo, di toccare i materiali che i personaggi incontrano via via sul loro cammino. Immaginate di vivere la storia che state ascoltando grazie a un’esperienza immersiva. Questo è lo scopo del progetto “Fiabe profumate”, creato da Elena Cobez con le operatrici olistiche Maria Teresa Pallante e Federica Matussi, il fotografo e artista visivo Alessandro Camoni e l’operatrice shiatsu Federica Matussi. “Fiabe profumate” arriva il 28 settembre per la prima volta in CityLife, ovviamente nella profumata e colorata location degli Orti Fioriti. Una forma di lettura animata decisamente inedita, che gioca con il contesto naturale che ospita la narrazione,

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PROFUMO DI FIABA FIOR DI CAMOMILLA Elena Cobez nasce come esperta di aromaterapia. Il progetto di narrazione sensoriale è la naturale derivazione delle sue conoscenze, applicate al mondo della narrazione animata. Per saperne di più su di lei e sui suoi progetti, visitate il sito internet: fiordicamomilla.org

lo fa diventare protagonista, coinvolgendo i bambini in un percorso multisensoriale. La Cobez propone adattamenti di fiabe classiche e racconti scritti da lei per esplorare ciò che la natura ha da offrire e ciò che la fantasia dei bambini sa scorgere in quello che per noi adulti è “soltanto” un orto.

L’appuntamento con la “maestra delle magie”, soprannome dato alla Cobez dai bambini che già hanno partecipato alle sue profumate narrazioni, è sabato 28 settembre alle ore 10:00 e alle 11:00 presso gli Orti Fioriti CityLife. •

Mario Tirelli

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