Sommario Rassegna Stampa Pagina Testata Rubrica
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14
il Centro - ed. Chieti
15/06/2015
DONNA OPERATA ALLA TRACHEA TAGLIATA L'ASSISTENZA A CASA
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Il Centro - Ed. Teramo
15/06/2015
GIOVANNI MORO PRESENTA IL SUO LIBRO
4
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la Nazione - ed. Arezzo
15/06/2015
IL CONSIGLIO COMUNALE TRA NEW ENTRY E "VECCHIE" CONOSCENZE
5
Panoramasanita.it
15/06/2015
PANORAMA DELLA SANITA'
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Salutedomani.com
15/06/2015
"ABROGARE IL SUPER TICKET DI 10 EURO SULLA RICETTA". 35 ANNI PER IL TDM
8
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Corriere di Arezzo e della Provincia
14/06/2015
BALLOTTAGIO: VERDETTO DOPO LE 23 BRACCIALI, RELAX DOPO LA "CORSA" GHINELLI: GP E CASA IN CAMPAGNA
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Il Resto del Carlino - Ed. Ascoli
14/06/2015
IL SINDACO CONSEGNA SI DICIOTTENNI LA COSTITUZIONE
14
14
Prima Pagina Modena
14/06/2015
PULIZIA DI PRIMAVERA, LA CITTA' SI FA BELLA CITTADINANZA ATTIVA, ECCO IL BANDO
15
Saluteh24.com
14/06/2015
"ABROGARE IL SUPER TICKET DI 10 EURO SULLA RICETTA". 35 ANNI PER IL TDM
16
Prima Pagina Modena
13/06/2015
UNA GIORNATA ILLUMINATA PER DIFENDERSI DALLE FRODI
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15/06/2015
"NOI DIVERSI" MA SU MARINO CRESCE LA PRESSIONE (E.Menicucci)
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15/06/2015
L'ESPERTO - DIRITTI E INDENNITA' A "TUTELE CRESCENTI" (A.Bosco/J.Tscholl)
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15/06/2015
MATERIE PRIME PREZZI GIU' DEL 50% ECCO CHI PUO' RIPARTIRE PER PRIMA (M.Sabella)
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Rubrica 11
Rubrica 2/3
Rubrica 26
Rubrica
Tribunale per i diritti del malato Corriere della Sera
Diritti dei cittadini il Sole 24 Ore
Prezzi e tariffe CorrierEconomia (Corriere della Sera)
Servizi di pubblica utilità
5
il Sole 24 Ore
15/06/2015
L'ESPERTO - VIAGGIO ANNULLATO, IL VETTORE RISPONDE (G.Petrucciani)
26
8
il Sole 24 Ore
15/06/2015
"LE AZIENDE DEVONO DIVENTARE PIU' COMPETITIVE" (G.tr.)
27
8
il Sole 24 Ore
15/06/2015
LA SFIDA PIU' DIFFICILE E' SUGLI INVESTIMENTI (C.Condina)
28
8
il Sole 24 Ore
15/06/2015
UTILITIES, OBIETTIVO RISPARMIO DALLE ALLEANZE (G.Trovati)
29
XV
il Gazzettino
15/06/2015
NUBIFRAGIO A CAVARZERE, LE POMPE NON FUNZIONANO
30
Rubrica
Sanità e politiche sanitarie
23
CorrierEconomia (Corriere della Sera)
15/06/2015
MEDICI IL WELFARE GUARDA ALLE NUOVE GENERAZIONI (I.Trovato)
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7
il Messaggero
15/06/2015
II EDIZIONE - ROMA, PROFUGHI IN STRADA LE TENDE RESTANO VUOTE (L.Bogliolo)
33
7
il Messaggero
15/06/2015
ROMA, LE TENDE SONO VUOTE I DISPERATI RESTANO IN STRADA (L.Bogliolo)
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14
Giornale di Sicilia
15/06/2015
IN BREVE- PAZIENTE MORTO AL POLICLINICO: "NON ERA OBESO"
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2
il Mattino
15/06/2015
VENTIMIGLIA, LA PROTESTA DEI CENTO: MAI TORNEREMO INDIETRO
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L'Unione Sarda
15/06/2015
"LA GIUNTA PENALIZZA I MEDICI SARDI"
39
26
L'Unione Sarda
15/06/2015
PRONTO SOCCORSO SICURO: I VIGILANTES IN OSPEDALE
40
Rubrica
Riforme istituzionali e pubblica amministrazione
10
il Sole 24 Ore
15/06/2015
SOLO UNA RIFORMA SBLOCCA I CONTRATTI (C.Mochi sismondi)
41
17
il Sole 24 Ore
15/06/2015
CONSIP, BOOM DI MINI-ACQUISTI ONLINE (V.Uva)
42
17
il Sole 24 Ore
15/06/2015
FATTURE ELETTRONICHE, ERRORI IN CALO (E.Netti)
43
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Riforme istituzionali e pubblica amministrazione
17
il Sole 24 Ore
15/06/2015
I COMUNI MONTANI GIOCANO (A SORPRESA) LA CARTA DEL TERZIARIO (G.Trovati)
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il Sole 24 Ore
15/06/2015
ISTANZA AL COMUNE SE IL CODICE E' ERRATO
46
30
il Sole 24 Ore
15/06/2015
CANALE "BLINDATO" PER GLI EX PROVINCIALI (A.Bianco)
47
30
il Sole 24 Ore
15/06/2015
FONDO TASI ESCLUSO DALLE ENTRATE VALIDE PER L'OBIETTIVO DI PATTO
48
30
il Sole 24 Ore
15/06/2015
RISCOSSIONE, ALTRI SEI MESI PER EQUITALIA NEI COMUNI (P.Mirto)
49
30
il Sole 24 Ore
15/06/2015
STOP ALLE DIFFIDE SUL RIACCERTAMENTO (A.Guiducci/P.Ruffini)
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Corriere della Sera
15/06/2015
I CONTI DELL'INPS (E.Marro)
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il Messaggero
15/06/2015
RAI E SCUOLA, RUSH DEL PD: SI LAVORERA' ANCHE DI NOTTE (C.Marincola)
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CARTA ELETTRONICA, IL GOVERNO CI RIPROVA (L.Cifoni)
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il Messaggero
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IN SETTIMANA IL PACCHETTO DI SEI DECRETI FISCALI
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RICICLAGGIO, 85 MILA SEGNALAZIONI NEL 2014 MA SOLOPOCHE CONTENGONO NUOVI REATI (S.Menafra)
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DUECENTO MILIONI DI EURO E SOLO L'1% DI BOCCIATI
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PRONTI, VIA: MERCOLEDI' LE PROVE DI ITALIANO
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RICICLAGGIO: SU 85MILA SEGNALAZIONI, MENO DI 600 SONO UTILI (S.Menafra)
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Innovazione farmacologica: in Italia si vive di più e meglio. Ma troppi vincoli per l’accesso ai nuovi farmaci
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15/06/2015 in News
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Sono 9 i passaggi per far arrivare un nuovo farmaco al paziente dopo l’approvazione dell’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) e occorrono circa 2 anni per l’accesso nazionale e regionale. Eppure grazie all’innovazione negli ultimi 20 anni è diminuito del 30% il tasso di mortalità generale della popolazione e si è registrato un calo del 40-45% della mortalità per malattie cardiocircolatorie o dell’apparato digerente.
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Appena 20 anni per dimezzare il numero di persone che muoiono per malattie cardiocircolatorie o dell’apparato digerente, ridurre del 30% il tasso di mortalità generale della popolazione e vedere aumentato di circa 1,5 milioni il numero degli italiani over 65 che si dichiarano in buona salute. Molte malattie che fino a poco tempo fa non davano scampo, oggi sono patologie croniche con le quali si può convivere a lungo. Sono solo alcuni degli straordinari successi ottenuti in questi anni dalla ricerca e dall’innovazione farmacologica. E il futuro si profila altrettanto incoraggiante. Attualmente in tutto il mondo vi sono oltre 7.000 nuovi farmaci in sviluppo. Di questi, ben 1.813 sono destinati al trattamento dei tumori. Oltre 900 i farmaci e vaccini biotech in sviluppo, con possibili benefici per più di 100 patologie. Ma in Italia, tra ostacoli burocratici, ritardi amministrativi, percorsi autorizzativi tortuosi, l’innovazione farmaceutica non ha vita facile. Il settore farmaceutico in Italia rappresenta però un’eccellenza industriale come dimostra il record mondiale di crescita dell’export tra il 2010-2014 e offre un rilevante contributo alla Ricerca, nelle sue diverse fasi, con il 17,2% di partecipazione ai protocolli di sperimentazione clinica in ambito UE. Per conoscere sempre più il valore di un settore altamente tecnologico, innovativo e importante per l’economia del Paese, aziende, ricercatori e pazienti incontrano oggi il mondo dell’informazione nel Corso di Formazione Professionale Concetti e linguaggi dell’innovazione farmacologica, promosso dal Master di comunicazione scientifica della Sapienza ‘La Scienza nella Pratica Giornalistica’, con il supporto della Fondazione MSD. Uno dei nodi critici quando si parla di innovazione farmacologica è la complessità del processo che conduce alla scoperta di nuove terapie: lo sviluppo di una molecola che arriva al paziente comporta circa 10-15 anni di studi e ricerche e un investimento pari a oltre 2,5 miliardi di euro; solo una sostanza su 10.000 arriva al paziente e solo 2 farmaci su 10 ammortizzano i costi. «Nell’innovazione stiamo vivendo una “nuova primavera”, con farmaci per molte importanti patologie, quali l’epatite C e diverse forme tumorali. La Ricerca è sempre più orientata al biotech e alla medicina personalizzata che non rappresentano solo il futuro ma anche il presente. Senza dimenticare che l’innovazione è anche incrementale e permette continui miglioramenti nella qualità della vita e costanti progressi in termini di efficacia del trattamento, riduzione di effetti collaterali e facilità d’uso», afferma il Presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi. Strettamente legato a questo tema è il problema dell’accesso dei pazienti alle nuove terapie, i cui costi devono retribuire gli ingenti investimenti necessari per svilupparle. Tuttavia, la sostenibilità non dovrebbe considerare solo il costo del farmaco ma anche i risparmi generati per il Welfare grazie alle malattie curate o evitate. «I farmaci innovativi che nei prossimi anni arriveranno sul mercato renderanno sempre meno sufficienti le leve con cui finora è stata governata la spesa farmaceutica pubblica», afferma Luca Pani, Direttore Generale AIFA. «Di fronte alla
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XXV Congresso Nazionale della Società Italiana di Urologia Oncologica (SIUrO) 21/06/2015 - 23/06/2015 Roma MALATTIE RARE, bisogni assistenziali e sostenibilità alla luce del nuovo Piano nazionale 23/06/2015 Roma Convegno Regionale SITI Lazio: “Le Infezioni Correlate all'Assistenza. Dalla Comunità ai Centri di Assistenza Sanitaria e ritorno: ieri, oggi e domani” 26/06/2015 Roma - Tutti gli eventi
Gli ultimi commenti agli articoli pubblicati Emanuele su Amcli: infezioni da protesi cardiaca, nuova frontiera nella lotta alle infezioni ospedaliere Emanuele su Amcli: infezioni da protesi cardiaca, nuova frontiera nella lotta alle infezioni ospedaliere Maria Luisa Fabris su Istituto Superiore di Studi Sanitari “G. Cannarella”: Convegno a Roma su Pdta e Costi Standard
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rivoluzione di portata epocale che sta riguardando il mondo dei farmaci, i sistemi di salute pubblica vanno riconsiderati complessivamente, in un’ottica integrata e sempre meno localistica». «L’innovazione farmaceutica ha ricadute su tre dimensioni; il valore terapeutico-sanitario, ovvero la possibilità di trattare o trattare meglio determinate malattie; il valore sociale, ovvero i vantaggi generali in termini di salute pubblica e qualità di vita della popolazione; e il valore economico, vale a dire la crescita del sistema Paese, gli investimenti di qualità, l’occupazione», afferma Daniela d’Angela, Responsabile area ‘HTA, dispositivi medici e PDTA’ CREA Sanità, dell’Università di Roma Tor Vergata. I dati delle Associazioni dei pazienti confermano che l’accesso ai farmaci innovativi è ancora oggi un percorso ad ostacoli: costi privati, burocrazia, tempi di accesso troppo lunghi, con 9 passaggi dopo l’autorizzazione EMA, difformità tra le Regioni e scarso coinvolgimento delle associazioni nelle scelte che li riguardano. «Il 56% dei pazienti cronici non ha accesso alle terapie innovative: l’innovazione è frenata dalla burocrazia, ancora più complicata quando dal livello nazionale si passa ai Servizi Sanitari Regionali, che hanno procedure e tempi completamente diversi», afferma Antonio Gaudioso, Segretario Generale di Cittadinanzattiva. La sfida della sostenibilità, secondo l’AIFA e le Associazioni, si può vincere solo uscendo dall’ambito nazionale per guardare all’Europa: servono nuove strategie per definire criteri di autorizzazione, di prezzo e rimborsabilità validi a livello europeo; mentre per coinvolgere i pazienti bisogna ispirarsi alle esperienze positive realizzate in Europa di partecipazione dei cittadini alle attività regolatorie e alle scelte basate sull’uso razionale delle risorse e su una chiara definizione del concetto di innovazione. Ma occorre intervenire presto, perché solo l’innovazione farmacologica può dare risposte alle grandi sfide presenti e future che devono essere vinte per difendere la salute dei cittadini, come ad esempio le infezioni correlate all’assistenza (ICA) e le malattie rare. «Soltanto negli Stati Uniti e in Europa ogni anno si registrano circa 50.000 morti a causa di un’infezione batterica multiresistente. Le ICA e le resistenze sono un’emergenza mondiale cui dobbiamo fare fronte anche in Italia», afferma Claudio Viscoli, Professore Ordinario di Malattie Infettive, Università di Genova (DISSAL) e IRCCS AOU San Martino-IST, Genova. Governi e Istituzioni devono intraprendere forti azioni incrociate per contrastare questa drammatica e pericolosa emergenza sanitaria che se non fermata, nel 2050 potrebbe provocare 10 milioni di vittime l’anno. E il successo dipenderà dalle terapie antibiotiche innovative. «L’introduzione di nuovi farmaci può essere importante per i pazienti infetti, con un quadro clinico severo, che non rispondano alle terapie ad oggi disponibili. Inoltre l’innovazione in questo ambito potrebbe ridurre i costi di gestione legati alle infezioni ospedaliere, permettendo di ridurre la durata delle degenze e la necessità di isolamento» afferma Maria Teresa Cuppone, Direttore Sanitario dell’IRCCS Policlinico San Donato. Ma il valore dell’innovazione si misura non solo sulle grandi emergenze ma anche sui piccoli numeri. «L’innovazione per le malattie rare, che spesso sono anche malattie orfane e poco conosciute, ha un grandissimo valore: l’aspettativa dei pazienti per ogni novità che emerge dagli studi clinici è altissima e i media hanno un ruolo fondamentale per far conoscere questo mondo invisibile», afferma Renza Galluppi Barbon, Presidente di UNIAMO, Federazione Italiana Malattie Rare onlus. Nel campo delle malattie rare, l’innovazione è però resa difficile dalla frammentazione dei pazienti: «La ricerca sulle malattie rare, caratterizzate da piccoli numeri con pazienti dispersi tra vari centri spesso di Paesi diversi, pone problemi specifici in quanto i dati clinici sono frammentati e disomogenei: è necessario mettere a punto modelli innovativi per studiare queste patologie, migliorando la gestione e l’organizzazione degli studi clinici», afferma Domenica Taruscio, Direttore Centro Nazionale Malattie Rare dell’Istituto Superiore di Sanità.Ma alla luce di questo scenario, quali strade dovrebbero seguire i media per comunicare il valore dell’innovazione? Due i criteri suggeriti: rigore scientifico ed empatia. «La comunicazione responsabile dell’innovazione presuppone lo scrupoloso controllo delle fonti e la misurazione dell’effettiva portata delle scoperte, verificando direttamente gli studi pubblicati che ne sono alla base, valutando l’impact factor della pubblicazione, controllando l’efficacia rispetto alle terapie in uso e la portata degli effetti indesiderati» afferma Francesco Brancati, Presidente Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione. L’altro criterio è quello di rimanere ancorati alla storia clinica dei pazienti, per raccontare i progressi senza alimentare illusioni. «Quello che spesso manca oggi nell’informazione sulla medicina è proprio il momento centrale, ovvero il racconto della clinica, il percorso lungo, doloroso e a volte tragico che conduce il malato attraverso la sua passione, perché è solo su quel terreno che si misura la reale portata dell’innovazione farmacologica» sostiene Daniela Minerva, giornalista de L’Espresso. «Ci si concentra molto sulla ricerca pre-clinica e sulle prime fasi delle sperimentazioni, ma l’innovazione terapeutica che vale la pena di raccontare è però quella che cambia la condizione umana». «Siamo orgogliosi di promuovere questo incontro – conclude Goffredo Freddi, Direttore della Fondazione MSD – che rafforza la nostra partnership con il Master ‘La Scienza nella Pratica Giornalistica’ per una divulgazione scientifica chiara, semplice, ma mai banale: l’essenza del giornalismo inteso come strumento di democrazia, di diffusione delle conoscenze e di crescita culturale».
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Intesa tra Assinter Italia e Confindustria digitale Inaugurata alla Triennale di Milano la mostra del Gruppo Ospedaliero San Donato
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Tribunale per i diritti del malato nell’affermazione e nella tutela dei diritti delle persone, ma una ripartenza per proteggere, rilanciare ed ammodernare il Servizio Sanitario Pubblico al fine di renderlo più forte, più accessibile e più vicino ai bisogni dei cittadini. La prima richiesta che poniamo al Governo è quella di abrogare il super ticket di 10
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euro sulla ricetta, una vera e propria tassa sulla salute”. Queste le dichiarazioni di Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, durante la relazione di apertura delle celebrazioni dei 35 anni dalla fondazione dell’organizzazione, in corso oggi al Campidoglio, aperte da una manifestazione simbolica sui 14 diritti della Carta europea dei diritti del malato, come sostegno del SSN bene comune. L’evento ha ottenuto il Patrocinio del Ministero della Salute, Senato della
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Repubblica e Conferenza delle Regioni. “Il nostro sostegno alla campagna ‘Sono Malato anch’io. La mia salute è un bene di tutti’ nasce dal desiderio, comune ad entrambe le organizzazioni, di rifocalizzare l’attenzione
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della comunità sulla necessità di un coinvolgimento più attivo dei cittadini nella gestione della propria salute, “afferma Fabrizio Greco, amministratore delegato e presidente di AbbVie Italia.” Il nostro obiettivo, come azienda biofarmaceutica, consiste nel porre le 073908
esigenze del paziente al centro del sistema decisionale, in un’ottica di Sanità sostenibile.” Durante la mattinata si sono susseguiti interventi di molte personalità che hanno ricordato le battaglie condivise in questi anni, il cambiamento impresso dal TDM nel ruolo dei cittadini
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nella sanità, e le sfide future per l’associazione e per il SSN. La relazione di Aceti ha ripercorso appunto i principali risultati conseguiti in questi anni, dalla prima “carta dei 33 diritti del malato” sancita nel 1980, alla prima legge quadro sui diritti del malato presentata nel 1986 grazie a un vasto sostegno parlamentare, nonché alle prime
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azioni dei volontari del TDM che, armati di macchina fotografica, testimoniavano lo stato di un nascente SSN in cui i cittadini erano percepiti come “ospiti” e non “padroni di casa”. Il discorso ha anche ricordato altri importanti risultati ottenuti a favore di tutti: la legge
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80/2006 per escludere dalle visite di controllo annuali per l’invalidità civile chi ha una patologia cronica, ingravescente e non regredibile; la 38/2010 sulla terapia del dolore e le cure palliative, con cui si è riconosciuto che “non soffrire è un diritto di tutti”; l’audit civico, una metodologia di valutazione dei servizi sanitari in cui i cittadini hanno un ruolo diretto, e che è stato riconosciuto dal Ministero della Salute e dall’AGENAS; la 210/92 che ha riconosciuto il diritto all’indennizzo per le persone che avevano contratto malattie in seguito a trasfusioni da sangue infetto; le battaglie per la lotta alle liste di attesa e il diritto ad ottenere prestazioni in intramoenia, senza costi aggiuntivi per i cittadini, quando i tempi sono troppo lunghi; l’art. 14 del dlgs 502/92 con cui si ribadisce il diritto alla partecipazione come parte integrante della riforma sanitaria e le organizzazioni dei cittadini come attore nella governance del sistema. Ancora: la creazione di una fonte di informazione stabile basata sui cittadini: la relazione PiT Salute, giunta alla 18ma edizione; la creazione di un Osservatorio civico sul federalismo in sanità, con un Rapporto che annualmente fotografa il SSN dal punto di vista dei cittadini e gli effetti di un federalismo sanitario senza guida. Aceti ha poi lanciato le linee guida della sfida per i prossimi anni: la difesa del SSN. “Esiste una responsabilità dell’attuale generazione della classe dirigente - politica, amministrativa, professionale, civica, delle imprese - di consegnare alle generazioni future un bene comune, una conquista irrinunciabile e una necessità qual è il SSN, integro nei suoi principi fondamentali, e ci auguriamo migliore. Non dobbiamo soffocare in nome della crisi economica e del rigore dei conti, la domanda impellente di vecchi e nuovi diritti e di un Servizio Sanitario Pubblico più forte, efficiente ed efficace. E facciamo nostre le conclusioni alle quali giunge la Commissione Igiene e Sanità del Senato in una sua recente Indagine Conoscitiva sulla sostenibilità del SSN: non vi è alcuno standard su quanto un paese dovrebbe spendere per la salute. La scelta riflette la storia, i valori e le priorità di ciascuno. Il Sistema è tanto sostenibile quanto noi vogliamo che lo sia. In altre parole stiamo parlando di una scelta che è prima di tutto politica. L’ammodernamento e la riorganizzazione del SSN deve essere guidata da un principio semplice ma allo stesso modo rivoluzionario come la centralità del malato, dei suoi bisogni e non di altri interessi, che nulla hanno a che vedere con il servizio di cura e assistenza e produzione di salute che al SSN è affidato”. La realtà dei cittadini di oggi è che hanno spesso bisogno di compensare di tasca propria per ottenere i servizi: costi privati crescenti e ticket che spesso rendono più conveniente rivolgersi al privato, creando un danno al SSN e minandone ancora una volta la sua esistenza e sostenibilità. Quasi un quarto dei cittadini, secondo i dati del Rapporto PiT Salute 2014 del TDMCittadinanzattiva, ha difficoltà di accesso alle prestazioni sanitarie, e q u e s t a percentuale nel 2013 (23,7%) è cresciuta del + 2,7% rispetto al 2009 (21%) e di ben il 5,3% rispetto al 2012. È quanto emerge dalle oltre 24 mila segnalazioni che ogni anno giungono al nostro servizio di consulenza, tutela ed informazione PIT Salute e alle sedi territoriali del Tribunale per i diritti del malato. Ad allontanare sempre più i cittadini dalle cure e dalla sanità pubblica sono le liste di attesa (problema segnalato dal 58,5%) ed i ticket, visto che quasi un terzo dei cittadini (31,4%) nel 2013 ne ha lamentato il peso eccessivo (+21% rispetto al 2012). Sui tempi di attesa, basta segnalare che per una mammografia nel 2013 si attendeva in media 14 mesi, contro i 13 mesi del 2012 e gli 11 mesi del 2011; per una
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colonscopia si è passati dagli 8 mesi di attesa nel 2011 ai 9 mesi del 2012 agli 11 mesi del
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2013; tempi di attesa quasi raddoppiati per l’ecodoppler, dai 6 del 2011 ai 10 del 2013. Dopo le difficoltà di accesso, i cittadini lamentano le carenze dell’assistenza territoriale (15,6%) di cui un quarto fanno riferimento all’assistenza ricevuta da medici di base e pediatri (+2,3% rispetto al 2012). In crescita anche le segnalazioni sull’assistenza ospedaliera che passano dal 9,9% del 2012 al 13,1% del 2013; in questo ambito crescono soprattutto le segnalazioni sull’area della emergenza-urgenza (dal 40 al 47,7%). Anche il Rapporto Annuale Istat 2015 mostra che il 9,5% della popolazione (9% nel 2014) non ha potuto fruire di prestazioni garantite dal Servizio sanitario pubblico per motivi economici o per liste di attesa troppo lunghe, con difficoltà crescenti nel mezzogiorno dove la quota di chi rinuncia è del 13,2%. “La stagione dei tagli lineari è tutt'altro che terminata e la si tenta di mascherare con stravaganti definizioni come “mancato aumento del Fsn”, che offendono l'intelligenza di tutti, specie di chi ha a cuore il SSN. Le evidenze sono l'Intesa Stato-Regioni febbraio 2015 e il DEF 2015 che sanciscono il taglio di 2,5 mld di euro al Fondo Sanitario nel 2015 e 2016, e portano il rapporto spesa sanitaria-Pil al 6,6% nel 2020 (6,8% nel 2015). I ticket continuano a crescere: +25% dal 2010 al 2013 ed un ulteriore +1,1% nel 2014”, commenta Aceti. Il Ministero della Salute, dal canto suo, certifica il calo dei posti letto (meno 9000 tra 2011 e 2012) e degli ospedali pubblici ed evidenzia l’incremento delle strutture private accreditate per attività residenziale e semi residenziale. Gli assi portanti su cui fondare la riorganizzazione ed ammodernamento del SSN lanciati oggi sono riassumibili in tre punti: - servizi: devono essere garantiti tutti (e solo) i servizi necessari ed essenziali (i Lea) per soddisfare le esigenze di salute dei cittadini, garantendo qualità e accessibilità universale e tempestiva, secondo principi di appropriatezza, efficienza ed efficacia che evitino sprechi e ridondanze intollerabili da un punto di vista etico prima che economico. - bisogni: il SSN deve essere centrato sui bisogni di salute e assistenza dei cittadini che cambiano, in un’ottica non solo individuale, ma di comunità. E questo sfida il sistema a migliorarsi continuamente nelle performance e nell’organizzazione. - risorse: non sono solo quelle economiche, ma anche il patrimonio strutturale, il parco tecnologico, la ricerca, i sistemi informativi, e soprattutto le risorse umane e professionali necessarie per garantire servizi. Questa dimensione sottolinea fra l’altro, la rilevanza del lavoro di cura, il ruolo della trasparenza e dell’integrità del sistema, l’importanza della qualità dei luoghi dove sono assistiti i cittadini, il valore dell’innovazione e della ricerca, la centralità della formazione e dell’aggiornamento professionale, il riconoscimento del merito. Con la campagna itinerante “Sono malato anch’io – La mia salute è un bene di tutti”, il Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva, in occasione del trentacinquennale dalla
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piazze per due giorni da una “mostra fotografica” sui diritti dei cittadini, ispirata ai 14 diritti
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"Abrogare il super ticket di 10 euro sulla ricetta". 35 anni per il TDM
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Tribunale per i diritti del malato nell’affermazione e nella tutela dei diritti delle persone, ma una ripartenza per proteggere, rilanciare ed ammodernare il Servizio Sanitario Pubblico al fine di renderlo più forte, più accessibile e più vicino ai bisogni dei cittadini. La prima richiesta che poniamo al Governo è quella di abrogare il super ticket di 10
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euro sulla ricetta, una vera e propria tassa sulla salute”. Queste le dichiarazioni di Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, durante la relazione di apertura delle celebrazioni dei 35 anni dalla fondazione dell’organizzazione, in corso oggi al Campidoglio, aperte da una manifestazione simbolica sui 14 diritti della Carta europea dei diritti del malato, come sostegno del SSN bene comune. L’evento ha ottenuto il Patrocinio del Ministero della Salute, Senato della
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Repubblica e Conferenza delle Regioni. “Il nostro sostegno alla campagna ‘Sono Malato anch’io. La mia salute è un bene di tutti’ nasce dal desiderio, comune ad entrambe le organizzazioni, di rifocalizzare l’attenzione
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della comunità sulla necessità di un coinvolgimento più attivo dei cittadini nella gestione della propria salute, “afferma Fabrizio Greco, amministratore delegato e presidente di AbbVie Italia.” Il nostro obiettivo, come azienda biofarmaceutica, consiste nel porre le 073908
esigenze del paziente al centro del sistema decisionale, in un’ottica di Sanità sostenibile.” Durante la mattinata si sono susseguiti interventi di molte personalità che hanno ricordato le battaglie condivise in questi anni, il cambiamento impresso dal TDM nel ruolo dei cittadini
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nella sanità, e le sfide future per l’associazione e per il SSN. La relazione di Aceti ha ripercorso appunto i principali risultati conseguiti in questi anni, dalla prima “carta dei 33 diritti del malato” sancita nel 1980, alla prima legge quadro sui diritti del malato presentata nel 1986 grazie a un vasto sostegno parlamentare, nonché alle prime
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azioni dei volontari del TDM che, armati di macchina fotografica, testimoniavano lo stato di un nascente SSN in cui i cittadini erano percepiti come “ospiti” e non “padroni di casa”. Il discorso ha anche ricordato altri importanti risultati ottenuti a favore di tutti: la legge
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80/2006 per escludere dalle visite di controllo annuali per l’invalidità civile chi ha una patologia cronica, ingravescente e non regredibile; la 38/2010 sulla terapia del dolore e le cure palliative, con cui si è riconosciuto che “non soffrire è un diritto di tutti”; l’audit civico, una metodologia di valutazione dei servizi sanitari in cui i cittadini hanno un ruolo diretto, e che è stato riconosciuto dal Ministero della Salute e dall’AGENAS; la 210/92 che ha riconosciuto il diritto all’indennizzo per le persone che avevano contratto malattie in seguito a trasfusioni da sangue infetto; le battaglie per la lotta alle liste di attesa e il diritto ad ottenere prestazioni in intramoenia, senza costi aggiuntivi per i cittadini, quando i tempi sono troppo lunghi; l’art. 14 del dlgs 502/92 con cui si ribadisce il diritto alla partecipazione come parte integrante della riforma sanitaria e le organizzazioni dei cittadini come attore nella governance del sistema. Ancora: la creazione di una fonte di informazione stabile basata sui cittadini: la relazione PiT Salute, giunta alla 18ma edizione; la creazione di un Osservatorio civico sul federalismo in sanità, con un Rapporto che annualmente fotografa il SSN dal punto di vista dei cittadini e gli effetti di un federalismo sanitario senza guida. Aceti ha poi lanciato le linee guida della sfida per i prossimi anni: la difesa del SSN. “Esiste una responsabilità dell’attuale generazione della classe dirigente - politica, amministrativa, professionale, civica, delle imprese - di consegnare alle generazioni future un bene comune, una conquista irrinunciabile e una necessità qual è il SSN, integro nei suoi principi fondamentali, e ci auguriamo migliore. Non dobbiamo soffocare in nome della crisi economica e del rigore dei conti, la domanda impellente di vecchi e nuovi diritti e di un Servizio Sanitario Pubblico più forte, efficiente ed efficace. E facciamo nostre le conclusioni alle quali giunge la Commissione Igiene e Sanità del Senato in una sua recente Indagine Conoscitiva sulla sostenibilità del SSN: non vi è alcuno standard su quanto un paese dovrebbe spendere per la salute. La scelta riflette la storia, i valori e le priorità di ciascuno. Il Sistema è tanto sostenibile quanto noi vogliamo che lo sia. In altre parole stiamo parlando di una scelta che è prima di tutto politica. L’ammodernamento e la riorganizzazione del SSN deve essere guidata da un principio semplice ma allo stesso modo rivoluzionario come la centralità del malato, dei suoi bisogni e non di altri interessi, che nulla hanno a che vedere con il servizio di cura e assistenza e produzione di salute che al SSN è affidato”. La realtà dei cittadini di oggi è che hanno spesso bisogno di compensare di tasca propria per ottenere i servizi: costi privati crescenti e ticket che spesso rendono più conveniente rivolgersi al privato, creando un danno al SSN e minandone ancora una volta la sua esistenza e sostenibilità. Quasi un quarto dei cittadini, secondo i dati del Rapporto PiT Salute 2014 del TDMCittadinanzattiva, ha difficoltà di accesso alle prestazioni sanitarie, e q u e s t a percentuale nel 2013 (23,7%) è cresciuta del + 2,7% rispetto al 2009 (21%) e di ben il 5,3% rispetto al 2012. È quanto emerge dalle oltre 24 mila segnalazioni che ogni anno giungono al nostro servizio di consulenza, tutela ed informazione PIT Salute e alle sedi territoriali del Tribunale per i diritti del malato. Ad allontanare sempre più i cittadini dalle cure e dalla sanità pubblica sono le liste di attesa (problema segnalato dal 58,5%) ed i ticket, visto che quasi un terzo dei cittadini (31,4%) nel 2013 ne ha lamentato il peso eccessivo (+21% rispetto al 2012). Sui tempi di attesa, basta segnalare che per una mammografia nel 2013 si attendeva in media 14 mesi, contro i 13 mesi del 2012 e gli 11 mesi del 2011; per una
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colonscopia si è passati dagli 8 mesi di attesa nel 2011 ai 9 mesi del 2012 agli 11 mesi del
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2013; tempi di attesa quasi raddoppiati per l’ecodoppler, dai 6 del 2011 ai 10 del 2013. Dopo le difficoltà di accesso, i cittadini lamentano le carenze dell’assistenza territoriale (15,6%) di cui un quarto fanno riferimento all’assistenza ricevuta da medici di base e pediatri (+2,3% rispetto al 2012). In crescita anche le segnalazioni sull’assistenza ospedaliera che passano dal 9,9% del 2012 al 13,1% del 2013; in questo ambito crescono soprattutto le segnalazioni sull’area della emergenza-urgenza (dal 40 al 47,7%). Anche il Rapporto Annuale Istat 2015 mostra che il 9,5% della popolazione (9% nel 2014) non ha potuto fruire di prestazioni garantite dal Servizio sanitario pubblico per motivi economici o per liste di attesa troppo lunghe, con difficoltà crescenti nel mezzogiorno dove la quota di chi rinuncia è del 13,2%. “La stagione dei tagli lineari è tutt'altro che terminata e la si tenta di mascherare con stravaganti definizioni come “mancato aumento del Fsn”, che offendono l'intelligenza di tutti, specie di chi ha a cuore il SSN. Le evidenze sono l'Intesa Stato-Regioni febbraio 2015 e il DEF 2015 che sanciscono il taglio di 2,5 mld di euro al Fondo Sanitario nel 2015 e 2016, e portano il rapporto spesa sanitaria-Pil al 6,6% nel 2020 (6,8% nel 2015). I ticket continuano a crescere: +25% dal 2010 al 2013 ed un ulteriore +1,1% nel 2014”, commenta Aceti. Il Ministero della Salute, dal canto suo, certifica il calo dei posti letto (meno 9000 tra 2011 e 2012) e degli ospedali pubblici ed evidenzia l’incremento delle strutture private accreditate per attività residenziale e semi residenziale. Gli assi portanti su cui fondare la riorganizzazione ed ammodernamento del SSN lanciati oggi sono riassumibili in tre punti: - servizi: devono essere garantiti tutti (e solo) i servizi necessari ed essenziali (i Lea) per soddisfare le esigenze di salute dei cittadini, garantendo qualità e accessibilità universale e tempestiva, secondo principi di appropriatezza, efficienza ed efficacia che evitino sprechi e ridondanze intollerabili da un punto di vista etico prima che economico. - bisogni: il SSN deve essere centrato sui bisogni di salute e assistenza dei cittadini che cambiano, in un’ottica non solo individuale, ma di comunità. E questo sfida il sistema a migliorarsi continuamente nelle performance e nell’organizzazione. - risorse: non sono solo quelle economiche, ma anche il patrimonio strutturale, il parco tecnologico, la ricerca, i sistemi informativi, e soprattutto le risorse umane e professionali necessarie per garantire servizi. Questa dimensione sottolinea fra l’altro, la rilevanza del lavoro di cura, il ruolo della trasparenza e dell’integrità del sistema, l’importanza della qualità dei luoghi dove sono assistiti i cittadini, il valore dell’innovazione e della ricerca, la centralità della formazione e dell’aggiornamento professionale, il riconoscimento del merito. Con la campagna itinerante “Sono malato anch’io – La mia salute è un bene di tutti”, il Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva, in occasione del trentacinquennale dalla
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