Sommario Rassegna Stampa Pagina Testata
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la Repubblica
12/05/2015
FALSH - COLESTEROLO
3
Allnews24.eu
12/05/2015
PUBBLICA INSICUREZZA ILGIORNALE.IT
4
Centritalianews.com
12/05/2015
PIENZA: VERSO UNA PIENZA POETICA PER RICORDARE MARIO LUZI
7
9
Corriere di Rieti e della Sabina
12/05/2015
"IN ATTESA DEL FINANZIAMENTO PER ESTENDERE LA RACCOLTA "PORTA A PORTA" A TUTTA LA CITTA'"
9
11
Cronache del Garantista
12/05/2015
PRONTO-SOCCORSO AL COLLASSO TRA FILE, TAGLI E DISSERVIZI
10
20
il Giornale di Napoli
12/05/2015
"MANCANO I TOTEM, AGGRAVIO DI SPESA PER CHI DEVE PRENOTARE UNA VISITA MEDICA" (P.Malvone)
11
18
La Provincia - Ed. Lecco
12/05/2015
ALL'ALDO MORO LEZIONE CON LE PIANTE
12
Ilgiornale.it
11/05/2015
PUBBLICA INSICUREZZA
13
Infosannionews.it
11/05/2015
ASSOCIAZIONE NAZIONALE PENSIONATI DELLA CIA: UNA PETIZIONE 16 INDIRIZZATA A RENZI PER DIRE NO ALLE PENS
Mondoprofessionisti.it
11/05/2015
CONCORRENZA: NOTAI CONTRO AVVOCATI. PRIMA MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ORISTANO
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Rubrica 43
Rubrica
Cittadinanzattiva
Diritti dei cittadini
1
Corriere della Sera
12/05/2015
LE STRADE POSSIBILI DELLA CORTE (S.Cassese)
21
14
Italia Oggi
12/05/2015
I SEGRETARI COMUNALI HANNO SEMPRE FUNZIONATO MOLTO BENE. ESSI PERTANTO, QUESTA E' LA CONCLUSIONE... (P.Cavadini)
22
12
Avvenire
12/05/2015
POSTE, LA PROTESTA DEI MISSIONARI
23
Rubrica
Prezzi e tariffe
24
il Tempo
12/05/2015
SCIENZA ED EFFICIENZA LA SFIDA E' TUTTA ITALIAN (G.Grifeo)
24
X
il Gazzettino
12/05/2015
"SCIOPERO GENERALE" RESA DEI CONTI CON SAVE
25
12/05/2015
RISPARMI E TRAPPOLE DEL MERCATO LIBERO (F.Rendina)
26
Rubrica 14
Rubrica
Servizi di pubblica utilità il Sole 24 Ore
Sanità e politiche sanitarie
12
il Tempo
12/05/2015
IN BREVE-CROCE ROSSA IN PIAZZA CONTRO I TAGLI
27
14
il Tempo
12/05/2015
TALASSEMIA, IL CENTRO CHIUDE PER BUROCRAZIA L'APPELLO DEL CAMPIDOGLIO ALLA REGIONE (S.Novelli)
28
25
Giornale di Sicilia
12/05/2015
IN BREVE - UNA GIORNATA CONTRO L'IPERTENSIONE
29
9
Il Fatto Quotidiano
12/05/2015
CASO MAMMOGRAFIE, CHI HA RAGIONE? (Ch.da)
30
9
Il Fatto Quotidiano
12/05/2015
Int. a P.Conte: OK, MA NON BASTA 6 DIAGNOSI SU 10 SONO FUORI DAI 31 TEST (Ch.da.)
9
Il Fatto Quotidiano
12/05/2015
Int. a S.Gori: LO SCREENING SERVE ANCHE QUANDO SEMBRA INUTILE (C.Daina)
32
XVII
il Gazzettino
12/05/2015
"DOPO 5 ANNI DI SEMINA E' TEMPO CI RACCOGLIERE"
33
5
L'Unione Sarda
12/05/2015
NEGLI ULTIMI MESI EMERGENZA SCATTATA DUE VOLTE NELL'ISOLA
34
5
L'Unione Sarda
12/05/2015
SOSPETTO CASO DI EBOLA
35
14
L'Unione Sarda
12/05/2015
SETTE DIRETTORI SANITARI SENZA LAVORO
36
15
L'Unione Sarda
12/05/2015
TBC, NON CI SONO POSTI-LETTO
37
18
L'Unione Sarda
12/05/2015
RADIOLOGIA TRASFERITA IN VIA TURATI
38
31
L'Unione Sarda
12/05/2015
COMPUTER IN TILT, DISAGI AL POLIAMBULATORIO
39
35
L'Unione Sarda
12/05/2015
FIBROSI CISTICA, C'E' IL FARMACO
40
35
L'Unione Sarda
12/05/2015
L'ASSOCIAZIONE ANCHE IN SARDEGNA
42
XXI
L'Unione Sarda
12/05/2015
DIARIO - GUARDIE MEDICHE TURISTICHE
43
Sommario Rassegna Stampa Pagina Testata Rubrica
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Sanità e politiche sanitarie
XVII
L'Unione Sarda
12/05/2015
LA MALATTIA E IL SOSTEGNO PSICOLOGICO
44
XXIV
L'Unione Sarda
12/05/2015
A SPASSO CON L'AUTO BLU: EX MANAGER ASL ALLA SBARRA
45
Rubrica
Riforme istituzionali e pubblica amministrazione
45
il Sole 24 Ore
12/05/2015
LA "DIS-COLL" VIAGGIA ONLINE (J.Tscholl)
46
2
Corriere della Sera
12/05/2015
LE RETRIBUZIONI NEL PUBBLICO IMPIEGO RESTANO FERME GIU' IL NUMERO DI ADDETTI
47
2/3
la Repubblica
12/05/2015
"OK FLESSIBILITA' SUL DEFICIT ORA ACCELERARE LE RIFORME E SANARE IL BUCO PENSIONI" (A.Bonanni/A.D'argenio)
48
32
la Repubblica
12/05/2015
IL PARTITO DELLA NAZIONE DA GRAMSCI A RENZI (M.Salvadori)
52
22
la Stampa
12/05/2015
TASI, SOLO I COMUNI PIU' PICCOLI SPEDIRANNO I BOLLETTINI A CASA (S.Riccio)
53
29
Italia Oggi
12/05/2015
IMMOBILI, MANUTENZIONE TRASPARENTE (A.Mascolini)
54
29
Italia Oggi
12/05/2015
LA MALA RISCOSSIONE COSTA CARA (S.Trovato)
55
29
Italia Oggi
12/05/2015
PLANIMETRIE ACCESSIBILI DAI MUNICIPI
56
29
Italia Oggi
12/05/2015
STATALI, VISITE MEDICHE ED ESAMI COME MALATTIA (A.Paladino)
57
40
Italia Oggi
12/05/2015
NOVITA' IN ARRIVO PER IL DISCIPLINARE (F.Bastianini)
58
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il Messaggero
12/05/2015
Int. a S.Cassese: "LA CONSULTA DOVREBBE GUARDARE ANCHE AI CONTI PUBBLICI DEL PAESE" (M.Ventura)
59
6
il Messaggero
12/05/2015
PENSIONI, AUMENTI PROGRESSIVI SUBITO RIVALUTAZIONEPIENA A PARTIRE DAL 2019 (L.Cifoni)
60
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il Messaggero
12/05/2015
SCUOLA, INVASO IL PROFILO FB DEL PREMIER RENZI: NON TEMO CATENE DI SANT'ANTONIO (C.Marincola)
62
14
il Messaggero
12/05/2015
LOTTA ALLA CORRUZIONE, LA POLIZIA CREA GRUPPI NELLE SQUADRE MOBILI (Sa.men.)
64
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il Mattino
12/05/2015
BOOM LAVORO, LO PAGA IL SUD (N.Santonastaso)
65
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il Mattino
12/05/2015
Int. a A.Mencattini: "LA CORTE TUTELA I DIRITTI ACQUISITI, RESTA L'INCOGNITA PER I GIOVANI" (N.s.)
68
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il Mattino
12/05/2015
PENSIONI, PADOAN RASSICURA L'UE: "SALDI INVARIATI" (L.Cifoni)
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12/05/2015
SOLO IL 36% DIALOGA IN RETE CON LA PA
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il Mattino
12/05/2015
IL GOVERNO CONVOCA I SINDACATI
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con cui si verificano incidenti talvolta tragici. Siamo un Paese a rischio terremoti, con un territorio fragile, dove in generale regna l’arte di arrangiarsi. Mettere in sicurezza i luoghi di lavoro è un dovere di coscienza prima che un obbligo di legge. Varchi invece la soglia di
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un edificio pubblico e piombi in una selva oscura. Scuole, ospedali, caserme, palazzi di rappresentanza, uffici giudiziari, cimiteri, mercati, case popolari, fabbricati rurali, edifici di culto, infrastrutture. Sono o non sono in regola? Chi garantisce che non si rischia la pelle a metterci piede? Dove sono gli attestati antisismici, le protezioni antincendio, gli impianti elettrici a norma? Una mamma può essere sicura che a suo figlio non cadrà in testa il soffitto della scuola, com’è successo lo scorso 13 aprile a Ostuni? E dove sono i cerberi che
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non danno tregua ai privati? Forse che, essendo pagati da un ente pubblico, chiudono un occhio con i colleghi? UN SEGRETO DI STATO La sicurezza negli edifici pubblici è uno dei peggiori scandali nazionali. Non esiste un’anagrafe degli immobili, o quantomeno un registro o un semplice database. Non è mai stato fatto un censimento relativo alla sicurezza. Non si sa che cosa sia a norma e che cosa no. Gli enti che dovrebbero intervenire sono una miriade e non è stata prevista un’autorità unica incaricata delle verifiche. Sulla carta le leggi sono severe, soprattutto in materia antisismica; esse dispongono verifiche e ordinano adeguamenti, ma se nessuno provvede non sono previste sanzioni. Gli interventi sono sporadici e troppo graduali, come dimostra la lentezza del piano per mettere in sicurezza le scuole. Soprattutto, non ci sono soldi. E ristrutturare costa maledettamente. Palazzo Marino, sede del municipio di Milano, è a norma? Ci vuole qualche giorno perché l’ufficio stampa si orienti nella congerie di dipartimenti: «Capirà, siamo sotto Expo». Ma siccome Expo dura sei mesi la domanda è ancora senza risposta. E il Campidoglio? A Roma sono dipartimenti, municipi di zona e sovrintendenze a occuparsi dei quasi 60mila edifici di proprietà comunale e del relativo monitoraggio. Ma la sede principale? Non si sa, forse se ne occupa il gabinetto del sindaco, forse no. Al comune di Palermo ci sono voluti 15 giorni per comunicare il nome del funzionario competente. IL CAOS DELLE COMPETENZE Il Giornale si è rivolto – al telefono o via mail – ai ministeri delle Infrastrutture e dell’Istruzione, all’Agenzia del demanio e alla Protezione civile, e ai comuni di Roma, Milano e di alcune grandi città classificate nelle zone sismiche a rischio maggiore: Palermo,
Genova, Napoli e Potenza, unico capoluogo di provincia in zona 1, quella a sismicità più elevata. Le pochissime risposte ci rimbalzano da un ufficio all’altro. Lavori pubblici, patrimonio, urbanistica, demanio, opere pubbliche, inventario, edilizia scolastica. Ogni amministrazione ha un ufficio diverso competente (si fa per dire) per la sicurezza. E quando se ne occupano in troppi significa che in realtà non se ne occupa nessuno. La pubblica insicurezza è la fotografia del caos che regna ovunque, al centro e nelle periferie, dove si comanda e dove si esegue. Ma forse è un disordine voluto, perché nella confusione le responsabilità si perdono. Un segreto di Stato, custodito quasi si trattasse dei fascicoli su Ustica o sui servizi deviati. LE RESPONSABILITÀ? MISTERO «Volete scoperchiare il vaso di Pandora», dice l’ingegner Andrea Barocci, specialista in ingegneria delle strutture. «I dati che chiedete sono tra quelli in assoluto più riservati», confermano al Centro studi del Consiglio nazionale degli ingegneri, che possiede rilevazioni sulle abitazioni private ma non sugli edifici pubblici. Le leggi si sovrappongono, gli obblighi si sommano, ma i responsabili del patrimonio immobiliare pubblico riescono quasi sempre a eludere gli obblighi normativi. Gli inventari magari ci sono, ma nessuno si preoccupa di schedare gli immobili a seconda del grado di sicurezza. Non ci sono piani di intervento, né programmi con scadenze precise per la messa in sicurezza. Si va dalla bonifica dell’amianto alle caratteristiche degli impianti elettrici, dalle procedure antincendio fino al rischio sismico e idrogeologico. UN PATRIMONIO IMMENSO Il patrimonio è sterminato: secondo la Ragioneria dello Stato, nel 2012 il valore dei beni pubblici raggiungeva i 281 miliardi di euro, ma molte amministrazioni (tra cui Palazzo Chigi) non avevano segnalato le rispettive proprietà. A Roma gli immobili comunali sono 59.466 di cui 27.766 alloggi popolari mentre il comune di Milano possiede 22.409 tra terreni e fabbricati. La gran parte di questi beni è vecchia, benché non tutti abbiano un valore storico: soltanto il 44% delle scuole e il 30% degli ospedali italiani sono stati costruiti dopo 073908
il 1974, quando fu varata la prima normativa antisismica. Proprio le direttive per la riduzione del rischio terremoti mostrano la fragilità del sistema (oltre che delle costruzioni). Nel 2002 in Molise l’unico stabile interamente demolito dalle scosse fu un edificio pubblico:
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la scuola elementare di San Giuliano di Puglia, dove morirono 27 bambini e un’insegnante. L’anno successivo fu imposto agli enti proprietari l’obbligo di verificare le condizioni di tutti gli edifici pubblici italiani «con funzione rilevante o strategica» (scuole, caserme, prefetture, municipi, ecc. ) posti nelle zone sismiche 1 e 2. I controlli dovevano essere compiuti entro cinque anni ma sono slittati al 2013.
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NESSUNA SANZIONE Dieci anni per controllare il patrimonio immobiliare pubblico. A San Francisco, metropoli dotata – a differenza delle nostre – di un efficiente servizio ispettivo, hanno adottato un sistema più spiccio: nel 2013 il sindaco ha introdotto rigidi requisiti di sicurezza e un anno per adeguarsi. Lo scorso ottobre un funzionario ha fatto affiggere cartelli di pericolo in tre lingue sui portoni delle strutture inadempienti: «Questo edificio non rispetta le caratteristiche del San Francisco Building Code in tema di sicurezza sismica». Pubblica insicurezza, pubblica gogna. Da noi non sono bastati dieci anni perché la norma italiana non prevede né sanzioni né pene per gli amministratori inosservanti. Il peggio però è che eseguire le verifiche non comporta l’obbligo di mettere in sicurezza lo stabile a rischio: è così che nel 2009 la prefettura dell’Aquila è crollata dopo che una verifica ne aveva evidenziato la vulnerabilità. Nulla dispone la legge sugli edifici non «rilevanti o strategici» o nelle zone sismiche 3 e 4. VERIFICHE CHIUSE NEI CASSETTI Ma non c’è nemmeno alcun obbligo di rendere noti i risultati delle verifiche, fermo restando il diritto degli interessati a chiederne visione. Se i proprietari degli edifici decidono di intervenire rischiano di provocare la rivolta di studenti e impiegati, come successe a Bojano (Campobasso): dovette intervenire la Commissione grandi rischi per tranquillizzare le mamme degli alunni di una scuola fatiscente. Più spesso gli amministratori pubblici decidono di chiudere tutto in un cassetto, evitando di mettere in piazza le responsabilità. È il caso di molti dirigenti scolastici. Secondo il XII Rapporto sicurezza di Cittadinanzattiva, soltanto il 33 per cento degli istituti ha una certificazione di agibilità statica, il 35 una certificazione di agibilità igienico-sanitaria e appena il 23 per cento una certificazione di prevenzione incendi. Tre istituti su quattro presentano problemi strutturali. Sovente mancano scale di sicurezza, uscite di emergenza, porte antipanico, vetrate conformi, estintori. I SOLDI CHE MANCANO Si sceglie di lasciare tutto com’è, magari nascondendosi dietro la mancanza di fondi. Spesso, in verità, questa non è soltanto una scusa. L’Associazione nazionale costruttori stima che per il semplice rafforzamento locale (interventi che non richiedono valutazione della sicurezza e collaudo statico) servano in media 300 euro per ogni metro quadrato di superficie, somma che sale a 450 euro per interventi di miglioramento sismico (opere su singoli elementi strutturali) e a 600 in caso di demolizione e ricostruzione. La sicurezza costa cara, anche se la vita non ha prezzo. Una spesa che molti non vogliono sostenere. Per un amministratore pubblico la sicurezza è parametrata al rapporto costi-benefici e alla probabilità che si verifichi l’evento infausto. I governi negli anni hanno distribuito fondi a casaccio, da quelli per la bonifica dall’amianto al programma «6.000 campanili» in cui i cento milioni di euro stanziati per la sicurezza del territorio devono servire anche per nuove infrastrutture, opere pubbliche e reti wi-fi. L’esecutivo Renzi si è segnalato per il progetto Scuole sicure in cui le promesse non hanno ancora avuto seguito. Lo stanziamento complessivo per l’edilizia scolastica è di 3,9 miliardi di euro ma, a detta del sottosegretario Davide Faraone, ne servirebbero tre volte tanto. Una tranche di 940 milioni, già stanziata dal governo Letta, è ancora ferma. Bloccati anche i 40 milioni indirizzati alla «verifica strutturale dei solai», questione tornata di drammatica urgenza dopo il crollo di Ostuni. Lo scorso 22 aprile doveva essere presentata anche l’anagrafe scolastica, primo censimento sulla sicurezza di edifici pubblici. Ma molte regioni non hanno comunicato i dati. E l’anagrafe è slittata alle calende greche.
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Pienza: verso una “Pienza poetica” per ricordare Mario Luzi Posted By: centritalia Posted date: 12 maggio, 2015 in: Cultura No Comments Nuove iniziative a Pienza per ricordare il poeta Mario Luzi. Il presidente del centro Studi Mario Luzi “La Barca” Alfiero Petreni ha messo in cantiere una serie di eventi in onore del poeta dopo che il 28 marzo scorso a Pienza è stato ricordato il decennale della sua morte con una cerimonia nella Sala del Consiglio Comunale (presente il Sindaco Fabrizio Fabrizio Fè) ed una lettura di poesie nella Cripta del Duomo a cura della Compagnia popolare del Teatro Povero di Monticchiello. Durante la cerimonia lo scultore Emo Formichi ha donato al Comune ed al centro Studi una copia della scultura “la barca”, (già consegnata al Presidente della
Pienza, dal titolo “ Pienza Poetica” . “In pratica il progetto prevede – ha commentato Petreni – di ospitare ogni anno per una settimana a Pienza a ottobre, un poeta di importanza internazionale. Al poeta sarà chiesto di donare alla città una Silloge composta durante il periodo di permanenza”. Per il 2015 è stato proposto da Marco Rotelli il nome di Ales Steger poeta di Lubjana , massimo esponente della cultura Slovena. Petreni ha inoltre ricordato che il 12 settembre si terrà a Montepulciano il Premio Nottola Mario Luzi, dedicato a “Il Dolore inutile”, edizione speciale per decennale della morte di Luzi, nell’occasione; il giorno precedente, venerdì 11 settembre, Cittadinanzattiva toscana (Presieduta dal prof. Gioffrè) vuole dedicare una targa a
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Proprio quella cerimonia Marco Nereo Rotelli, propose al Sindaco, di prevedere una Residenza Poetica a
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Repubblica Giorgio Napolitano in occasione di un incontro particolare al Quirinale nel novembre 2014).
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Foglio Mario Luzi, da apporre in via del bacio a Pienza.
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Stefano Filippi - Lun, 11/05/2015 - 22:37
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Siamo un Paese a rischio terremoti, con un territorio fragile, dove in generale regna l'arte di arrangiarsi. Mettere in sicurezza i luoghi di lavoro è un dovere di coscienza prima che un obbligo di legge. Varchi invece la soglia di un edificio pubblico e piombi in una selva oscura. Scuole, ospedali, caserme, palazzi di rappresentanza, uffici giudiziari, cimiteri, mercati, case popolari, fabbricati rurali, edifici di culto, infrastrutture. Sono o non sono in regola? Chi garantisce che non si rischia la pelle a metterci piede? Dove sono gli attestati antisismici, le protezioni antincendio, gli impianti elettrici a norma? Una mamma può essere sicura che a suo figlio non cadrà in testa il soffitto della scuola, com'è successo lo scorso 13 aprile a Ostuni? E dove sono i cerberi che non danno tregua ai privati? Forse che, essendo pagati da un ente pubblico, chiudono un occhio con i
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colleghi? UN SEGRETO DI STATO NEL MIRINO
Il Giornale si è rivolto - al telefono o via mail - ai ministeri delle Infrastrutture e dell'Istruzione, all'Agenzia del demanio e alla Protezione civile, e ai comuni di Roma, Milano e di alcune grandi città classificate nelle zone sismiche a rischio maggiore: Palermo, Genova, Napoli e Potenza, unico capoluogo di provincia in zona 1, quella a sismicità più elevata. Le pochissime risposte ci rimbalzano da un ufficio all'altro. Lavori pubblici, patrimonio, urbanistica, demanio, opere pubbliche, inventario, edilizia scolastica. Ogni amministrazione ha un ufficio diverso competente ﴾si fa per dire﴿ per la sicurezza. E quando se ne occupano in troppi significa che in realtà non se ne occupa nessuno. La pubblica insicurezza è la fotografia del caos che regna ovunque, al centro e nelle periferie, dove si comanda e dove si esegue. Ma forse è un disordine voluto, perché nella confusione le responsabilità si perdono. Un segreto di Stato, custodito quasi si trattasse dei fascicoli su Ustica o sui servizi deviati. LE RESPONSABILITÀ? MISTERO «Volete scoperchiare il vaso di Pandora», dice l'ingegner Andrea Barocci, specialista in ingegneria delle strutture. «I dati che chiedete sono tra quelli in assoluto più riservati», confermano al Centro studi del Consiglio nazionale degli ingegneri, che possiede rilevazioni sulle abitazioni private ma non sugli edifici pubblici. Le leggi si sovrappongono, gli obblighi si sommano, ma i responsabili del patrimonio immobiliare pubblico riescono quasi sempre a eludere gli obblighi normativi. Gli inventari magari ci sono, ma nessuno si preoccupa di schedare gli immobili a seconda del grado di sicurezza. Non ci sono piani di intervento, né programmi con scadenze precise per la messa in sicurezza. Si va dalla bonifica dell'amianto alle caratteristiche degli impianti elettrici, dalle procedure antincendio fino al rischio sismico e idrogeologico. UN PATRIMONIO IMMENSO Il patrimonio è sterminato: secondo la Ragioneria dello Stato, nel 2012 il valore dei beni pubblici raggiungeva i 281 miliardi di euro, ma molte amministrazioni ﴾tra cui Palazzo Chigi﴿ non avevano segnalato le rispettive proprietà. A Roma gli immobili comunali sono 59.466 di cui 27.766 alloggi popolari mentre il comune di Milano possiede 22.409 tra terreni e fabbricati. La gran parte di questi beni è vecchia, benché non tutti abbiano un valore storico: soltanto il 44% delle scuole e il 30% degli ospedali italiani sono stati costruiti dopo il 1974, quando fu varata la prima normativa antisismica. Proprio le direttive per la riduzione del rischio terremoti mostrano la fragilità del sistema ﴾oltre che delle costruzioni﴿. Nel 2002 in Molise l'unico stabile interamente demolito dalle scosse fu un edificio pubblico: la scuola elementare di San Giuliano di Puglia, dove morirono 27 bambini e un'insegnante. L'anno successivo fu imposto agli enti proprietari l'obbligo di verificare le condizioni di tutti gli edifici pubblici italiani «con funzione rilevante o strategica» ﴾scuole, caserme, prefetture, municipi, ecc. ﴿ posti nelle zone sismiche 1 e 2. I controlli dovevano essere compiuti entro cinque anni ma sono slittati al 2013.
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IL CAOS DELLE COMPETENZE
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Antonella Grippo Matteo,Alcide e il Padreterno
NESSUNA SANZIONE Alessandro Bertirotti Dieci anni per controllare il patrimonio immobiliare pubblico. A San Francisco, metropoli dotata - a differenza delle nostre - di un efficiente servizio ispettivo, hanno adottato un
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Corruzione? Tutto il mondo è paese
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La sicurezza negli edifici pubblici è uno dei peggiori scandali nazionali. Non esiste un'anagrafe degli immobili, o quantomeno un registro o un semplice database. Non è mai stato fatto un censimento relativo alla sicurezza. Non si sa che cosa sia a norma e che cosa no. Gli enti che dovrebbero intervenire sono una miriade e non è stata prevista un'autorità unica incaricata delle verifiche. Sulla carta le leggi sono severe, soprattutto in materia antisismica; esse dispongono verifiche e ordinano adeguamenti, ma se nessuno provvede non sono previste sanzioni. Gli interventi sono sporadici e troppo graduali, come dimostra la lentezza del piano per mettere in sicurezza le scuole. Soprattutto, non ci sono soldi. E ristrutturare costa maledettamente. Palazzo Marino, sede del municipio di Milano, è a norma? Ci vuole qualche giorno perché l'ufficio stampa si orienti nella congerie di dipartimenti: «Capirà, siamo sotto Expo». Ma siccome Expo dura sei mesi la domanda è ancora senza risposta. E il Campidoglio? A Roma sono dipartimenti, municipi di zona e sovrintendenze a occuparsi dei quasi 60mila edifici di proprietà comunale e del relativo monitoraggio. Ma la sede principale? Non si sa, forse se ne occupa il gabinetto del sindaco, forse no. Al comune di Palermo ci sono voluti 15 giorni per comunicare il nome del funzionario competente.
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sistema più spiccio: nel 2013 il sindaco ha introdotto rigidi requisiti di sicurezza e un anno per adeguarsi. Lo scorso ottobre un funzionario ha fatto affiggere cartelli di pericolo in tre lingue sui portoni delle strutture inadempienti: «Questo edificio non rispetta le caratteristiche del San Francisco Building Code in tema di sicurezza sismica».
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Livio Caputo Bastavano venti franchi tiratori
Pubblica insicurezza, pubblica gogna. Da noi non sono bastati dieci anni perché la norma italiana non prevede né sanzioni né pene per gli amministratori inosservanti. Il peggio però è che eseguire le verifiche non comporta l'obbligo di mettere in sicurezza lo stabile a rischio: è così che nel 2009 la prefettura dell'Aquila è crollata dopo che una verifica ne aveva evidenziato la vulnerabilità. Nulla dispone la legge sugli edifici non «rilevanti o strategici» o nelle zone sismiche 3 e 4. VERIFICHE CHIUSE NEI CASSETTI Ma non c'è nemmeno alcun obbligo di rendere noti i risultati delle verifiche, fermo restando il diritto degli interessati a chiederne visione. Se i proprietari degli edifici decidono di intervenire rischiano di provocare la rivolta di studenti e impiegati, come successe a Bojano ﴾Campobasso﴿: dovette intervenire la Commissione grandi rischi per tranquillizzare le mamme degli alunni di una scuola fatiscente. Più spesso gli amministratori pubblici decidono di chiudere tutto in un cassetto, evitando di mettere in piazza le responsabilità. È il caso di molti dirigenti scolastici. Secondo il XII Rapporto sicurezza di Cittadinanzattiva, soltanto il 33 per cento degli istituti ha una certificazione di agibilità statica, il 35 una certificazione di agibilità igienico-sanitaria e appena il 23 per cento una certificazione di prevenzione incendi. Tre istituti su quattro presentano problemi strutturali. Sovente mancano scale di sicurezza, uscite di emergenza, porte antipanico, vetrate conformi, estintori. I SOLDI CHE MANCANO Si sceglie di lasciare tutto com'è, magari nascondendosi dietro la mancanza di fondi. Spesso, in verità, questa non è soltanto una scusa. L'Associazione nazionale costruttori stima che per il semplice rafforzamento locale ﴾interventi che non richiedono valutazione della sicurezza e collaudo statico﴿ servano in media 300 euro per ogni metro quadrato di superficie, somma che sale a 450 euro per interventi di miglioramento sismico ﴾opere su singoli elementi strutturali﴿ e a 600 in caso di demolizione e ricostruzione. La sicurezza costa cara, anche se la vita non ha prezzo. Una spesa che molti non vogliono sostenere. Per un amministratore pubblico la sicurezza è parametrata al rapporto costibenefici e alla probabilità che si verifichi l'evento infausto. I governi negli anni hanno distribuito fondi a casaccio, da quelli per la bonifica dall'amianto al programma «6.000 campanili» in cui i cento milioni di euro stanziati per la sicurezza del territorio devono servire anche per nuove infrastrutture, opere pubbliche e reti wi-fi. L'esecutivo Renzi si è segnalato per il progetto Scuole sicure in cui le promesse non hanno ancora avuto seguito. Lo stanziamento complessivo per l'edilizia scolastica è di 3,9 miliardi di euro ma, a detta del sottosegretario Davide Faraone, ne servirebbero tre volte tanto. Una tranche di 940 milioni, già stanziata dal governo Letta, è ancora ferma. Bloccati anche i 40 milioni indirizzati alla «verifica strutturale dei solai», questione tornata di drammatica urgenza dopo il crollo di Ostuni. Lo scorso 22 aprile doveva essere presentata anche l'anagrafe scolastica, primo censimento sulla sicurezza di edifici pubblici. Ma molte regioni non hanno comunicato i dati. E l'anagrafe è slittata alle calende greche.
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I CANDIDATI DI TELESE BENE COMUNE HANNO INCONTRATO I CITTADINI DI LOCALITÀ LAGNI BENEVENTO, RIONE LIBERTÀ, ARRESTATO DAI PROVINCIA BENEVENTO:CHIESTE AL COMUNE BENEVENTO, 67ENNE SI SUICIDA NEL GARAGE DI CARABINIERI PER DETENZIONE E SPACCIO DI NUOVE AREE DI SOSTA PER GLI AUTOBUS Il candidato sindaco Gianluca Aceto: "Daremo vita alle consulte di ... ASSOCIAZIONE NAZIONALE PENSIONATI DELLA CIA: ATTI PERSECUTORI. NOTIFICATO UN EROINA CASA EXTRAURBANI DE LUCA ATTACCA LA GIUNTA CALDORO SULLE ANGELINO ALFANO E GAETANO QUAGLIARIELLO UNA PETIZIONE INDIRIZZATA A RENZI PER DIRE NO PROVVEDIMENTO CAUTELARE DI DIVIETO DI CONSULENZE E SUI NOMINATI DEGLI ULTIMI DUE SCRIVONO A GIANVITO BELLO RINNOVANDOGLI LA La tragedia è avvenuta al quartiere Pacevecchia. Questo pomeriggio in ... AVVICINAMENTO ALLA PARTE OFFESA ALLE PENSIONI BASSE Si tratta di Giovanni Piscopo, 34enne di Benevento, già ... La Provincia di Benevento ha chiesto al Comune capoluogo di ... MESI FIDUCIA QUALE COORDINATORE PROVINCIALE NCD
A conclusione di un'attività d'indagine, i Carabinieri della Compagnia di Una petizione di 100 mila firme indirizzata al Presidente del ... E poi ha detto "hanno paura e vinceremo noi". Un De ... Questa è la copia della lettera inviataci in redazione Carissimi, - ... “DISABILITÀ, SANITÀ E DIRITTI”, IL CONSIGLIERE MINO IZZO ESPRIME SOLIDARIETÀ A BILLY ...
ABBATE NE DISCUTERÀ AD AMOROSI NUZZOLINO.
“La vile aggressione fatta al giornalista, amico mio e di ... “Disabilità, sanità e diritti” è il titolo dell’incontro, voluto dal ...
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Associazione Nazionale Pensionati della Cia: una petizione indirizzata a Renzi per dire no alle pensioni basse 11 maggio 2015
Una petizione di 100 mila firme indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri per cambiare verso alle pensioni basse.
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intervenuti: Umberto Del basso De Caro Sottosegretario alle Infrastrutture, Alessandro Mastrocinque, Vicepresidente nazionale Cia, Raffaele Amore Presidente Cia di Benevento, Mario Martone Presidente Anp Campania, Raffaele Del Vecchio, Vice sindaco Comune di Benevento e Francesca Moccia Vice Segretaria generale Cittadinanzattiva. “CAMBIARE VERSO ALLE PENSIONI BASSE E’ TEMA INELUDIBILE” è lo slogan della Petizione per accendere i riflettori su equità e giustizia sociale. Tra impoverimento delle pensioni e disagi socio-assistenziali, i pensionati CIA denunciano di essere ormai relegati ai margini del dibattito politico-istituzionale e ben 8 milioni vivono in semi povertà, con assegni mensili sotto i mille euro e, 2,2 milioni addirittura sotto i 500 Euro. Inoltre il potere d’acquisto degli assegni dei pensionati è ormai ridotto del 30%. Anche Il Comitato per i diritti sociali del Consiglio d’Europa, nel rapporto di gennaio 2014, ha denunciato la violazione, in Italia, della Carta Sociale Europea: infatti i minimi di pensione dovrebbero essere pari al 40% del reddito medio nazionale: 650 Euro mensili anziché 502. “I pensionati hanno finora garantito, in larga misura, la tenuta sociale delle famiglie italiane subendo, nell’ultimo quindicennio: tagli, mancati aumenti, ridotte indicizzazioni, drenaggio fiscale” ha detto Alessandro Mastrocinque Vice Presidente della CIA nazionale e Presidente della Cia in Campania. “Firmando la petizione sosteniamo una battaglia di giustizia sociale e di equità e come Cia Campania daremo il massimo contributo al raggiungimento dell’obiettivo delle 100 mila firme entro 30 settembre 2015 per poterle poi presentare, a Roma, subito dopo, in concomitanza con l’avvio della discussione, in Parlamento, della legge di stabilità 2016”, ha concluso Mastrocinque . “Se c’è qualcosa che ancora distingue la sinistra dalla destra e’ il tema dei diritti ed il tema della distribuzione del reddito”, lo ha detto il Sottosegretario alle Infrastrutture, Umberto Del Basso de Caro che ha firmato la petizione dell’ANP.” Il bonus di 80 euro agli italiani , ha proseguito, e’ un provvedimento importante che segna una inversione di tendenza del valore di 10 miliardi di euro. Estendere alle categorie di pensionati il bonus da 80 euro e’ un tema molto sentito dal Governo. Certo ora bisogna comprendere gli effetti sul bilancio dello Stato della sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato la legge Fornero. Il tema e’ dunque il costo di una manovra economica del Governo e dove prendere i soldi . Mi lascia ben sperare, ha concluso il Sottosegretario alle Infrastrutture, la diminuzione del costo del petrolio che potrebbe favorire scelte politiche a favore del reddito di cittadinanza e pensioni più eque”. Raffaele Amore, Presidente Cia di Benevento’ ha dichiarato: ‘ E’ vergognoso che in Italia ci sia gente che ha lavorato una vita, che ha contribuito allo sviluppo del Paese ed oggi ha un reddito al di sotto della soglia di povertà’”. Mario Martone, Presidente Anp Campania ha aggiunto: ‘ La situazione dei pensionati e’ insopportabile e di grande disagio e purtroppo dal Governo non c’è alcun segnale’. Raffaele Del Vecchio, Vice sindaco Comune di Benevento e’ stato il primo firmatario della petizione : ‘Porsi oggi il tema delle pensioni e’ un tema di grande responsabilità e che non riguarda solo gli anziani . I pensionati sono gli ammortizzatori sociali che oggi abbiamo perché rispondono alla mancanza di lavoro e alla perdita di posti di lavoro che ha colpito moltissime famiglie’. La Petizione individua come prioritari l’estensione ai pensionati sotto i 1000 euro mensili del bonus di 80 euro, l’adeguamento dei minimi di pensione, in un biennio, al 40% del reddito medio nazionale, l’ampliamento della no tax area. Inoltre il documento indirizzato al Presidente del Consiglio dei Ministri chiede il recupero progressivo del potere d’acquisto delle pensioni conseguite dopo una vita di lavoro, con una più puntuale indicizzazione e la eliminazione del drenaggio fiscale; la riorganizzazione della sanità pubblica concretizzando, con determinazione, il piano volto a territorializzare, anche nei centri rurali, i servizi con un ruolo primario dei medici di base e la costituzione dei pool di specialisti multidisciplinari 24 ore su 24; la dotazione di risorse adeguate per la non autosufficienza, le politiche sociali, la lotta alla povertà e per politiche di prevenzione, di educazione alla salute per l’invecchiamento attivo e sano. La Petizione dell’ANP individua anche come e dove possono essere reperite le risorse per far fronte alle richieste dei pensionati: riduzione dell’evasione fiscale, della corruzione e della criminalità, riduzione degli sprechi e trattenuta progressiva del contributo di solidarietà su tutte le pensioni superiori a 5.000 Euro mensili ivi compresi i vitalizi. Il prossimo appuntamento in piazza per raccogliere adesioni si terrà il 16 Maggio a
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Concorrenza: notai contro avvocati. Prima manifestazione nazionale a Oristano
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L'INTERVENTO CASSE DI PREVIDENZA MONDO AVVOCATO DALLE PROFESSIONI UNA PROFESSIONE IN... FOCUS SU... IN BREVE LE INTERVISTE LETTERE AL DIRETTORE CARO MINISTRO.. IL GRAFFIO LIBRI CONVEGNI E CONGRESSI ELEZIONI FORENSI CONGRESSO UNA PADOVA YOUTH ECONOMIC SUMMIT:...
I notai sono scesi in piazza a Oristano da dove parte la protesta nazionale contro il disegno di legge sulla concorrenza approvato dal governo, che tra l’altro attribuisce agli avvocati la possibilità di stipulare contratti di compravendita per gli immobili non residenziali fino a 100mila euro di valore catastale. I notai e i dipendenti dei loro studi provenienti da tutta la Sardegna e da diverse parti di Italia si sono incontrai in piazza Eleonora, in una manifestazione pubblica per informare la cittadinanza dei rischi legati alla nuova legge e una tavola rotonda. Ad organizzare la giornata di protesta, la prima in Italia che porta in piazza i notai al grido di “Non rottamiamo la tutela”, è stato il Sindacato sociale notarile assieme ad Adiconsum, Cittadinanzattiva e alla Federazione italiana agenti immobiliari professionali che hanno annunciato la presenza dei loro rappresentanti nazionali. Gli avvocati ovviamente, contestano le posizioni espresse dai notai e ora lo scontro è destinato a riaprirsi dopo che nelle scorse settimane il Coordinamento degli ordini forensi si era scagliato contro i notai definendo “del tutto ingiustificabili ed offensive per ogni avvocato le affermazioni per cui senza il controllo notarile non si avranno uguali tutele (con la conseguenza di dividere la popolazione in due fasce: i ricchi che godranno delle garanzie, i poveri che saranno a rischio)” e spiegando questo attacco con “preoccupazioni meramente corporative”.
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