Giornale 46 - La Città della Speranza

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DELLA

RICERCA

IL TEAM DI PSICONCOLOGIA PEDIATRICA PER IL BENESSERE DEL BAMBINO

“SIAMO QUI PER ASCOLTARVI E SOSTENERVI” di Francesca Trevisi

COSA È LA PSICONCOLOGIA

Gli interventi psiconcologici in pediatria, in passato orientati prevalentemente al contenimento delle angosce in fase terminale, hanno oggi come obiettivo la salvaguardia del percorso di crescita e richiedono un’attenzione alla complessità emotiva e relazionale dei vari protagonisti: bambino/ragazzo malato, fratelli sani, genitori, membri del team multidisciplinare. L’attenzione si concentra sul miglioramento della qualità di vita durante e dopo la malattia, favorendo l’integrazione di questa esperienza nella storia e nell’identità individuale e familiare, e cercando di limitare al massimo le interferenze rispetto allo svolgimento dei compiti fondamentali dei processi di crescita mentale. Lo psiconcologo può contribuire a facilitare nei bambini/ragazzi la riscoperta di un’immagine più integrata di sé, che può crescere, ritrovando prospettive realistiche di speranza. (Bertolotti M., Massaglia P, Psiconcologia in età evolutiva, in Clinica Psiconcologica NÓOS 2:2011; 155-173)

IL TEAM DI PSICONCOLOGIA Dott. Marta Pillon medico dirigente Dott. Fabia Capello psicologa-psicoteraputa Dott. Marta Tremolada psicologa-psicoteraputa Dott. Maria Montanaro psicologa-psicoteraputa

MAMMA, PAPÀ VI DICIAMO CHE: L’ESPERIENZA della malattia oncologica di un bambino è come uno tsunami. Un evento che si verifica all’improvviso e manda all’aria la tranquillità della routine quotidiana, rovescia i progetti già stabiliti, altera gli equilibri e scarica un’onda di angoscia e di paura sulla vita della giovane famiglia che viene colpita. Ma quell’onda minacciosa è destinata a ritirarsi. La malattia può essere curata, e bene. Oggi i tassi di guarigione superano l’80 per cento. Arriva finalmente la luce dopo il buio. Il dolore c’è stato, è vero, ma le ferite si rimarginano, restano solo le cicatrici che fanno meno male. La vita ricomincia. In media oggi, su 700 adulti, uno ha vissuto l’esperienza del tumore in età pediatrica. Questo significa che in uno stadio gremito potrebbero esserci 50 tifosi che sanno di cosa stiamo parlando. Come stanno oggi? Come hanno superato la fatica della malattia? Come sono cresciuti? Forse stanno bene e hanno potuto trasformare quella “grande guerra” in un’esperienza che li ha fatti crescere e divenire più consapevoli. O forse stanno ancora pagando il conto di un’infanzia tormentata. Il benessere

psicologico pediatrico è uno dei temi che sta a cuore alla Fondazione Città della Speranza, che finanzia 3 progetti di ricerca e il lavoro di 2 delle 3 psicologhe impegnate in Clinica di Oncoematologia Pediatrica di Padova e coordinate dalla dottoressa Marta Pillon nel gruppo multidisciplinare diretto del professor Giuseppe Basso. Come si aiutano i bambini e le loro famiglie ad attraversare il vissuto della malattia senza che questa lasci tracce indelebili e influenzi negativamente la loro crescita? “La psiconcologia è una disciplina nata sul campo – spiega la dottoressa Marta Pillon – Negli anni ‘80 è stato chiaro che l’esperienza del tumore infantile poteva portare allo sviluppo di sintomi psicologici, (anche di tipo post-traumatico) gli stessi che si possono rilevare nelle vittime di eventi come le guerre o le catastrofi naturali. Dalla nascita di questo reparto, con il professor Zanesco, in seguito con il prof. Carli e infine oggi con il prof. Basso si è ritenuto fondamentale affiancare alle cure mediche anche un sostegno psicologico per tutti i bambini e le loro famiglie, ge-

nitori e fratelli, tutti fortemente coinvolti nell’esperienza della malattia. Oggi possiamo dire che l’intervento delle nostre professioniste è molto richiesto e apprezzato dai pazienti, che riconoscono il loro bisogno di dialogo e comprendono i benefici del lavoro di sostegno che offriamo. Purtroppo la figura dello psiconcologo pediatrico non è ancora prevista dal piano sanitario regionale – continua la dottoressa Pillon - e quindi non esistono figure strutturate, inserite nell’organico del personale dell’Azienda Ospedaliera. Possiamo offrire questo servizio solo grazie ai finanziamenti dei privati, che ne garantiscono il mantenimento. Sarebbe però necessario, come avviene nell’oncologia dell’adulto, che fosse riconosciuta dal sistema la necessità di affiancare stabilmente al percorso di cure un appoggio psicologico per migliorare la qualità della vita dei piccoli pazienti e delle loro famiglie. Se pensiamo poi che nel nostro reparto si presentano 160-170 nuovi casi l’anno è evidente che poter aumentare le risorse sarebbe un bene per tutti.”

1. Siamo qui per voi. Non siete soli. Noi ci siamo, per i vostri figli e per voi. 2. Affidatevi a noi con fiducia. Siamo qui per ascoltarvi e sostenervi. 3. Credete nelle vostre risorse interiori. Faremo leva sulle potenzialità vostre e del vostro bambino per affrontare al meglio questo momento della vostra vita.

AIUTATECI A SOSTENERE I NOSTRI PROGETTI ORA ABBIAMO BISOGNO DI:

1. Figure strutturate Le psicologhe che lavorano in Clinica di Oncoematologia pediatrica sono retribuite grazie a contratti a progetto sostenuti dai privati come la Fondazione Città della Speranza. Chiediamo che la figura dello psiconcologo pediatrico sia riconosciuta dal piano regionale per garantire continuità al lavoro che stiamo svolgendo. 2. Più spazio dedicato ai colloqui e al lavoro delle psicologhe Con 160-170 nuovi casi l’anno avremo sempre più bisogno di spazi e risorse da dedicare a bambini e famiglie. 3. Avviare un lavoro specifico sugli adolescenti con un progetto dedicato.


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