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SOCIETA’ SPETTACOLI CULTURA
TORINO
DOMENICA 14 OTTOBRE 2012
SPORT
la Repubblica
■ XVII
Intervista con il critico Luca Beatrice, “fashion victim” e presidente del Circolo dei Lettori che dedica una settimana ai mondi dello stile dalla creatività al gusto fino all’industria
LA MODA
ROBA DA MASCHI VERA SCHIAVAZZI onfessa di essere lui stesso una fashion victim, che ha appena comprato un nuovo armadio per contenervi gli abiti: giacche soprattutto, un po’ di abbigliamento da biker, ma nessuna cravatta («Sono incapace di allacciare l’ultimo bottone della camicia»). Date le premesse, non è difficile capire perché il presidente del Circolo dei Lettori Luca Beatrice sia entusiasta della settimana dedicata alla moda che si apre domani. «È da tempo che la direttrice del Circolo Antonella Parigi e io lavoriamo per portare dentro il Circolo anche filoni diversi o paralleli a ciò che è stretta-
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IL CULTORE Il presidente del Circolo dei Lettori, Luca Beatrice è un cultura della moda. A sinistra, in alto e a destra, immagini di una mostra di Ersel sulla moda
“Vogliamo parlare di estetica cultura e imprenditoria. Ci aspettiamo un pubblico molto trasversale, tra frivolo e colto”
CAMPAGNE Un quadro di De Pisis e una foto di Ingar Krauss per lo stilista Massimo Alba
INTERNET Sul sito torino. repubblica. it notizie e aggiornamenti
mente letterario: arte, musica, design. “Voce del verbo moda” è nata così, una rassegna pensata sia sul versante culturale e estetico, e nella quale peraltro i libri non mancano, sia su quello imprenditoriale, convinti come siamo che la moda italiana, col suo genio e la sua creatività, sia un’enorme risorsa per Torino e per tutta l’Italia. E i privati non si sono fatti attendere, a cominciare da Miroglio, che è il nostro main sponsor e rappresenta un forte legame col territorio piemontese». Che pubblico vi aspettate? «Molto trasversale. Abbiamo pensato questa settimana come un contenitore dentro il quale potessero convivere appuntamenti frivoli e altri più “colti”, proprio per attirare fasce di pubblico diverse tra loro. Non è la prima volta che lo facciamo, e i risultati si vedono: l’altro giorno un taxista mi ha parlato a lungo delle nostre attività, quando sono sceso ero l’uomo più felice del mondo». Che cos’è la moda oggi? «Qualcosa di molto diverso dal passato, anche recente. Pensiamo all’esplosione delle griffe degli anni Ottanta, quando tutti, più o meno, andavamo in giro con i loghi bene in vista: è stata spazzata via. Qualcosa del genere sta accadendo anche per i confini troppo rigidi tra le diverse tribù di adolescenti, spesso basati proprio sul look. Oggi ognuno si veste come vuole, può mescolare vecchio e nuovo. E fenomeni come il vintage, dei
quali lo stile hipster è il risvolto giovanile, hanno smesso da un bel po’ di essere una nicchia e si sono affermati come tendenze stabili». Che rapporto c’è tra abiti e crisi? «Il consumismo acritico e dissennato non esiste più, e natural-
mente è un bene che sia così. Una delle ragioni di questa manifestazione è proprio quella di tornare a parlare di moda, di negozi e di abiti non solo in termini negativi, per quanto si vende o non si vende, ma guardando invece al patrimonio di idee e di imprese che ci
sta dietro. Persone e aziende che stanno cambiando profondamente il modo di fare la moda: penso a firme come Tagliatore o Lardini, o a Massimo Alba, stilista milanese che parteciperà alla rassegna e che a Torino è distribuito da San Carlo. Alba è un
esempio di quel che dicevo: studia sui tessuti, produce capi di grandissima qualità da uomo e da donna, e quando ne hai comprato uno puoi usarlo per vent’anni». Ci si può davvero vestire “come si vuole”? «Oddio, qualche canone, qualche regola restano: una giacca da uomo non può essere più lunga di tanto, il fondo dei pantaloni è bene che non superi i 19 centimetri… ma, insomma, assistiamo a un grande ritorno all’artigianalità della moda, ai saperi che contribuiscono a far nascere un abito, e anche ammesso che ciò dipenda dalla crisi è comunque un buon indizio». Insomma. “Voce del verbo
“Una iniziativa per signore? Non solo, spero. Gli uomini in fatto di passione per il bello non sono secondi a nessuno” moda” non è una settimana per signore… «Spero proprio che di signore ne vengano, e molte, ad ascoltare gli stilisti, vedere le mostre e partecipare a quanti più appuntamenti possibile. Ma mi aspetto anche uomini — che, le assicuro, non sono secondi a nessuno in fatto di passione per il bello — e soprattutto studenti, ragazzi appassionati che potrebbero voler fare della creazione, dello stile, dell’acconciatura il loro futuro lavoro». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Professionisti, filosofi e artisti guide imprevedibili per le strade della città UATTRO passeggiate per vedere la moda da quattro diverse angolature. Si inizia martedì 16 (alle 17,30, con partenza dal Circolo dei Lettori, in via Bogino 9, stesso luogo e stesso orario per tutti i quattro appuntamenti), con il primo itinerario guidato da Paolo Genta Ternavasio: «Per un architetto l’amore per le forme è passione e ossessione» spiega la “guida”, che condurrà i suoi ospiti alla scoperta di botteghe artigiane e d’arte, gioiellerie e atelier di design lungo piazza Cavour, via Cesare Battisti e via della Rocca, per poi concludere il percorso nella sede Ersel di piazza Solferino per l’anteprima della mostra fotografi-
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PASSEGGIATE D’AUTORE TRA VETRINE E ATELIER INTELLETTUALE Il filosofo Maurizio Ferraris sarà il cicerone della passeggiata dedicata alla “Bulimia digitale”
ca “Vestire, creare, apparire, fotografare”. Il giorno successivo la guida sarà la fotografa torinese Bruna Biamino. L’obiettivo? Scoprire come attraverso un obiettivo il gusto austero delle torinesi, le sue forme, i suoi colori, ma anche i suoi punti di innovazione e di eccentricità, passando per negozi come Jack Emerson, l’antiquario tessile Phlox, l’atelier la Belle Histoire e la boutique maschile di Vanto. Giovedì, terza giornata, col filosofo Maurizio Ferraris impegna-
to nel dar senso al titolo della sua passeggiata, “Bulimia digitale”, una sorta di viaggio attraverso negozi e esercizi che potrebbero non esistere più nel futuro: si passerà tra l’altro dalla libreria Comunardi, dall’edicola di via Accademia Albertina, nel negozio di dischi Frau Musika, all’orologeria Mayer, al cinema Greenwich, in una banca e in un negozio di elettrodomestici. Conclusione venerdì 19, con la scrittrice Alessandra Montrucchio, tra caffè, librerie particolari, il negozio di tappeti Mansuori, ma anche la bijouterie Pollicina e le moderne drogherie che vendono cibi e detersivi senza imballaggi. (v.sch.) © RIPRODUZIONE RISERVATA