&
CULTURA SPORT SOCIETÀ
TORINO
SPETTACOLI
GIOVEDÌ 18 OTTOBRE 2012
Il programma
Per “Voce del verbo moda” la passeggiata guidata da Maurizio Ferraris
Dal corsetto d’antan ai colori di Coveri L PROTAGONISTA di oggi, per «Voce del verbo moda» al Circolo dei lettori di via Bogino 9, è Francesco Martini Coveri, direttore artistico della Enrico Coveri, che alle 21 in Sala grande incontra Ugo Volli. Prima, alle 17 in Sala musica si parla del corsetto, «scudo di virtù e strumento di seduzione», con Silvia Mira; alle 18 in Sala gioco «La moda e le sue storie» vede il dibattito tra Maria Luisa Frisa e Sofia Gnoli; alle 18.30 in Sala grande Alberto e Tancredi Alemagna e Gelasio Gaetani d’Aragona Lovatelli presentano il libro-album «Italian Portraits» curato da Donatella Sartorio per Skira, realizzato da Tod’s; alle 19.30 in Sala filosofi aperitivo d’autore con Lavinia Biagiotti, Alessandra Comazzi e Federica Gentile. Dalle 18 alle 22 il primo dei laboratori organizzati dalla Cna, nella sede di via Millio 26: la parola a Mario Bonfanti, del Bottinificio Bonfanti, Pietro Bonfatti, del Nastrificio Bonicatti, Alberto Campra, della Pellicceria Soffici emozioni, Silvio Cattaneo, presidente Cna Federmoda, Roberto Mazzeo, della Pelletteria L’Orientale 2, e Vitaliano Alessio Stefanoni, responsabile Cna Federmoda. Appuntamenti anche alla Montblanc di via Roma 104, da Bertolini&Borse di via Rossi 3/e, da Hermès in via Roma 124. Alle 18.30 alla Fondazione Sandretto Giusi Ferré presenta il libro «Buccia di banana» (Rizzoli), con Patrizia Sandretto e Gabriele Ferraris.
I
VERA SCHIAVAZZI n filosofo appassionato di negozi, perché no? Ma soprattutto un filosofo che percorre le strade del centro dividendo botteghe e store, boutique e artigiani tra sommersi e salvati. La passeggiata di oggi per la rassegna «Voce del verbo moda» è guidata da Maurizio Ferraris e si intitola «Bulimia digitale» (con partenza alle 17.30 dal Circolo dei lettori. Eccone, in anticipo, lo spirito e le tappe salienti, lungo via Bogino, via Accademia Albertina e via Po per approdare infine in piazza Vittorio Veneto. Professor Ferraris, quali sono i suoi negozi preferiti e perché? «Le cartolerie e le ferramenta. Soprattutto le prime perché uno può sostarci a lungo mentre in genere
U
ACCADEMICO Maurizio Ferraris, docente di Filosofia teoretica all’Università di Torino, collaboratore di Repubblica è nato nel 1956
Il filosofo che andava pernegozi nelle ferramenta dopo un po’ ti guardano male. Trovo riposante quella massa di oggetti di modeste dimensioni, e ormai in buona parte sontuosamente inutili, almeno per la cartoleria». Perché dovremmo rimpiangere la scomparsa di negozi di libri e dischi? Da che cosa potrebbero essere sostituiti? «Non dico che si debbano aver rimpianti. Non sono un nostalgico, e a dire il vero sono anni che non metto piede in un negozio di dischi. Per i libri è diverso ma, anche qui, le librerie più interessanti sono quelle di libri usati, è lì che si riconosce davvero l’unicum della libreria rispetto agli eBook. Dico soltanto che in prospettiva saranno sostituiti da siti online, è già in buona parte così per l’editoria scientifica, poi seguirà
■ XI
la Repubblica
ESTINZIONE? Un negozio di dischi, che secondo il filosofo Maurizio Ferraris, potrebbero un domani scomparire
La bellezza di un supermercato (che non piacerebbe a Kant) ‘‘ ,,
tutto il resto». Quali negozi ritiene si trasformeranno? Perché, per esempio, la gente continuerà a comprare abiti nei negozi anziché online, mentre invece agirà diversamente con libri e musica? «Mi sembra che comprare abiti online richieda grandi sforzi di immaginazione (come ci starà addosso l’abito?) e di pazienza (spesso si
I miei preferiti sono le cartolerie e le ferramenta Quelli che spariranno? I rivenditori di libri e soprattutto di dischi
compra spinti dall’urgenza, magari anche solo psicologica nello shopping compulsivo). Per cui penso che continueranno ad esserci negozi di abbigliamento, che del resto, se non sbaglio, negli ultimi anni sono aumentati». Lei personalmente quali itinerari «per vetrine» percorre, ogni giorno o occasionalmente? «Ogni giorno, quando posso, ho
una visita molto prosaica al supermercato. Mi piace molto, mi tranquillizza, per lo stesso motivo delle cartolerie e delle ferramenta, anche se lo scopo utilitario — direbbe Kant — rende meno poetico il tutto». Ci sono ancora negozi «al maschile» o «al femminile»? Ovviamente sì, ad esempio per gli abiti, ma ci sono piaceri peculiari legati ai due sessi nelle abitudini d’acqui-
sto? «Non conosco uomini che comprino dozzine di scarpe, ma forse quelli che lo fanno non vengono a dirmelo. Quindi, sebbene i negozi di scarpe siano in teoria per ambo i sessi sono più frequentati da donne. I negozi di vini sono più frequentati da uomini, invece, spiace dirlo ma è così». Quanto conta il fattore umano, ovvero la competenza o la cortesia di chi vende? «Molto, questo è ovvio. Ma è altrettanto ovvio che una gestione industriale poco si cura di queste sottigliezze, dunque si può essere trattati malissimo (non sempre, per fortuna)». Il fatto che «Apple si mangerà tutto» è un rischio da temere o una normale trasformazione alla quale assistere? «È giusto metterlo tra virgolette, perché non credo sia letteralmente vero che Apple si mangerà tutto, ci vorrebbero troppi soldi e troppo appetito. Di certo funzioni che un tempo erano di molti negozi (pensi anche solo a vent’anni fa: c’era il negozio di dischi, quello di radio e giradischi, quello di televisori, quello di computer e quello di telefoni) si stanno accentrando, e si accentreranno sempre più». © RIPRODUZIONE RISERVATA