Il giornale 24 giugno la milanesiana a torino

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ALBUM 25

Lunedì 24 giugno 2013 il Giornale

LECTIO MAGISTRALIS Il premio Nobel alla Milanesiana LA KERMESSE Doppio incontro a Milano e Torino

La vita non è banale per l’artista voyeur che ne svela i segreti Le installazioni di Christo e Hirst obbligano a dare nuovi significati a luoghi e oggetti. Proprio come la scienza... di Wole Soyinka

L’

ambigua invocazione del mistero, persinonelmostrarel’evidenza, trova il suocontesto più congeniale in ciò che è generalmente conosciutacomeInstallazioneArtistica. Vengono subito in mente Christo e Jeanne-Claude, che hanno fatto raggiungere all’arte monumentalelivellisenzaprecedenti - letteralmente - e restanoisuoiesponentipiùambiziosi. Impacchettano in polietilene e tela cerata fiumi, alberi, montagne, trasformando ciò che conosciamo in alveari di segreti, protetti da sciami e sciami di corde. Abbiamo saputo che il Reichstag impacchettatohafattovenderemilioni dicartoline.Tantopercominciare, ci sono state alcune proteste, ma per quale motivo? Ai segreti del Reichstag - o ai suoi equivalentiovunque-nonfarebbemale una ventata di rivelazioni, e l’ironiachesottendel’attodiimpacchettare qualunque oggetto è il fatto di riuscire a trasmettere un brivido di eccitazione provocato dalle mutevoli possibilità delsuocontenutonascosto-osignificato - poiché l’osservatore viene indotto a un rapporto voyeuristico con l’oggetto - con un desiderio frustrato. *** Questo esercizio nel camuffamento dei monumenti è solamenteunavariazionedelprocessocreativo-quelfintoabbraccio/ rifiuto che sembraaggredirelarealtà mondana e che invece accresce quella stessa realtà - dotandola di una facciata e/ounnuovocontesto. Riempiendounospaziotradizionale - come unatelavuota-di immagini,arriviamo a ricavare degli spazi come le gabbiedivetrooccupate da teste di mucche e da pecore intere - mostreeffettivepressola TateGallery, Londra,ecc.Cosa penserebbero gli amanti del kebab di agnelloè un altro paio di maniche! Ne sarebbero illuminati? O devastati? L’intento è quello di sradicareoggettichesi vedonoe si consumano ogni giorno dalla loro normale funzione trasformandoliinoggettidicontempla-

zione, probabilmente caricandoli di un’importanza affascinante. Qualunquepersonaimpegnatanellaricercadiunanuovacasa cheabbiavagatoperun’abitazione o appartamento vuoto, con i mobiliricopertidilenzuola-poltrone, armadi, pianoforte, sgabelli,balaustraepersino tappeti - sa qual è la causa di tutto ciò. Un’interazione di forme riverse in monocromia particelle di polverechedanzano tra i raggi di luce filtranti dalle spoglie finestre, conilsilenzio o rumoriattutiti come sfondo.

L’intrusoèspronatoaevocaresegreti vissuti, intimità sepolte. Un’atmosfera di questo tipo spinse Marlon Brando a fare qualcosa d’altro nel film Ultimo tango a Parigi - incluso l’uso innovativo della margarina in un rapporto sessuale. Pertantovaaldilàdell’artemonumentale - alberi, montagne o edifici sul punto della decostruzione. C’è quel genere persino più provocatorio che non utilizza il camuffamento ma lo scarta completamente-comel’installazionea South Bank, Londra, durante le celebrazioni del millennio in Gran Bretagna. Quell’immagine, capace innegabilmente di attirare l’attenzione della gente,di un’attrice - euna faccia notanellesoapoperatelevisiveche si sdraiava, come fece la pecora, o la mucca immersa nella formaldeide,inunagabbiadive-

RIFLESSIONI Sopra, lo «Squalo» di Damiel Hirst (a destra, l’autore). In alto, il Reichstag impacchettato da Christo (l’artista è nella foto sotto la scheda). Nella «lectio magistralis» che pubblichiamo in questa pagina lo scrittore e poeta nigeriano Wole Soyinka, premio Nobel nell’86 (nella foto di sbieco) tratta il tema dell’arte

P

er gentile concessione della Milanesiana, presentiamo un ampio stralcio dell’intervento dello scrittore Wole Soyinka in programma domani al Teatro Dal Verme di Milano. Domani, infatti, si terrà un nuovo appuntamento della rassegna culturale ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi. Il tema di quesa edizione è «il segreto». Dopo il prologo di Andrea De Carlo sono previste letture di Wole Soyinka (Premio Nobel per la letteratura 1986), John Coetzee (Premio Nobel per la letteratura 2003), MichaelChabon(PremioPulitzer per la narrativa 2001). Il duoMusicanuda(PetraMagoni e Ferruccio Spinetti) si esibirà in concerto. Mercoledì 26 giugno la Milanesiana è ancora una volta a Torino, al Circolo deilettori,conunaseratadedicata ai segreti dell’Africa. Protagonista,naturalmente,èproprio il poeta, autore teatrale, narratore e saggista Wole Soyinka.

tro. Le reazioni furono diverse. Un gruppo di turisti giapponesi, standoaunavoce,simisearidacchiare.Un osservatore preoccupato ammise che si trovò nervosamente a chiedersi cosa avrebbe fatto l’opera d’arte se avesse avutobisognodifarepipì,opeggio,mentreunaltroerarapitoda un momento trascendentale - a giudicaredaisuoicommenticarichi di soggezione - quando l’opera d’arte muoveva le dita deipiedi.Nessunosservatoreintervistatosuggerìchequeirapidi movimenti erano inclusi nella descrizione dell’opera d’arte, ma sospetto che la maggior partedelpubblicoavrebbeconsiderato un crampo muscolare una causatroppo banale. Tutto ciò giustifica ciò che ho sempre sospettato - ovvero che le opere artistiche, quei prodotti apparentemente inerti dell’immaginazione,inrealtàpartecipano furtivamente all’intero processo creativo. Magari ci troviamoinunanuovaEpocadiantropomorfismoartistico.Chissàcosasuccedequandoleportedella galleria si chiudono e le opere d’arte restano tutte sole! Magari l’attrice sdraiata va a trovare la pecora o la mucca mummificata,einsiemecomincianoascambiarsicommenticriticisullagente del pubblico - hai sentito cos’hadettoquelturistagiapponese su di te? Davvero! E così via prima di ritornare il giorno successivoal ruolo per ilquale sono state scelte - per essere osservati daglispettatoriconsguardidaallocchi, per finire al centro di discussioni,critiche-mamaiignorati. Tuttavia, non bisogna permettereall’artedimonopolizzare il regno dei segreti, pertanto lasciamo che siano la scienzaelatecnologiaadaverel’ultima parola. «Cosasinascondesotto?»pervadelavita dell’artista così come la scienza. Quandoloscultore si rigira per le mani un pezzo di legno,lacuriosità èall’opera-quale segretonellastruttura, nelle forme, affermazioni ed emozioni - è nascosto dentro quel pezzo di legno? Quello stesso stimolo anima lo scienziato mentre svela il segreto di un atomo, o l’esperto di missilistica che progetta una navicellaspaziale.L’impulsoarivelare-edèquestal’espressione comune - quei segreti così gelosamentecustoditidaglidèidella materiapalpabileedeiregniinvisibili, nasce da un’ossessione. È la maledizione, o l’allettante richiamo, del Vaso di Pandora. Senza un voyeurismo istintivo o sistematico,siamocondannatia un’esistenzainpermanentestasi,conunaanalogaatrofiadituttequellefacoltàchecidistinguono-benchésiaspesso discutibile - come homosapiens. Perl’artistaoloscienziato,tutta la cosiddetta realtà è il Vaso di Pandora. Tenerlo saldamente chiuso, o scoperchiarlo - illuminare,odevastare-cosìcomecon il dilemma del kebab di agnello, èil nostro destino creativo. (traduzionediLiciaVighi) ©WoleSoyinka2013 Idirittisonostati assoltidallaMilanesiana

IL ROMANZO

Dopo aquiloni e soli, Hosseini trova risposte nella sua «Eco» Daniele Abbiati

C’

è un Khaled Hosseini pre-sovietico e uno post-sovietico. La caduta del «muro», questa volta mobile, costituito dall’Armata Rossa che tenne faticosamente al guinzaglio, negli anni Ottanta,ilsuoAfghanistanecheallafine se ne andò con la coda fra le gambe, liberò nell’allora ragazzo la dimensione di scrittore. E laliberògraziealpassatodaMilleeunanottedicuisialimentavanolesueletture.Perchéfulaletteraturapersiana(suamadreinsegnava persiano in un liceo femminilediKabul...)apopolarelamentedelfuturobestsellerista,diconcertoconlagrandeletteratura occidentale. L’Occidente, sul finire del XX secolo, per un giovane afghano di buona famiglia era come l’Oriente perungiovaneitalianoofrancese o tedesco di famiglia buona o anchenonbuona dell’iniziodel XX secolo, o della fine del XIX: un Far West di mistero e di affabulazione, di fascinazione e di educazione sentimentale. Così il Khaled Hosseini che milioni dilettoriconoscono,quelloliberatosidel«muro»sovietico,ènatocontemporaneamentealpolverone sollevato dalle macerie, visto che sotto le macerie lui ha trovatol’incantodellaLetteratura e dei dollari. Il cacciatore di aquiloni (2004) e Mille splendidi soli (2007)contengonoqueldoppio imprinting, che orizzontalizza fra Ovest ed Est le trame e le vicendedeipersonaggi.Ma se nel Cacciatore di aquiloni Amir e il padre fuggono in California, in Mille splendidi soli Laila e Tariq se ne vanno in Pakistan, che è pur sempre un «altrove», anche se limitrofo. Da anni la California non è più, invece, un «altrove», per l’ex medico e per il volontario dell’UNHCR (l’Agenzia per i Rifugiati delle Nazioni Unite) che ha creato la «Khaled Hosseini Foundation», ente non profit che fornisce aiuto umanitarioallapopolazioneafghana. Ci vive con la moglie e i due figli, per la precisione a San Josè: le stelle e le strisce gli sono entrate, oltre che nel passaporto, nel Dna. Ora il tris di romanzi e titoli evocativi viene calato sul tavolo sotto forma di E l’eco rispose (semprePiemme,comeiprecedenti,pagg.456, euro 19,90, traduzionedellafedeleepuntigliosaIsabellaVaj).Ancoraunavolta, il filo conduttore avvolge e sorreggelevicende diunafamiglia.Ec’èunaradiceantica,quelladiunaleggendasmarritasinella notte dei tempi narrata da un padre al figlio, a dare il «la». Poi eccoParigi,SanFrancisco,leisolegreche...Altrioccidenti(eaccidenti)che diverranno giocoforza familiari. Verrebbe quasi da pensare a quanto scrisse, nell’esordio di una sua memorabile opera, un orientale-occidentale e occidentale-orientale di nome Leve dicognome Tolstoj: «Tuttelefamigliefelicisiassomiglianofraloro,ognifamigliainfeliceèinfeliceasuomodo».Mala cosa, detta dalla California, avrebbe tutto un altro sapore...


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