Cronaca qui 21 giugno estate a torino summerside

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venerdì 21 giugno 2013

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LE SINFONIE

SAN GIOVANNI

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Nove monumenti per rivoluzionare la storia musicale usica così popolare da essere riconoscibile anche dagli altoparlanti di un supermercato o quando la frequenza dell’autoradio finisce per sbaglio sulla filodiffusione. Una sinfonia di Beethoven la si individua al primo ascolto, nove volte su dieci. Nove, come i tentativi che servirono al genio di Bonn per trovarne la formula più vicina all’ideale, stabilendo in parallelo un successo di pubblico senza precedenti per quel tempo. Sinfonie così famose da meritarsi il primo ciclo completo alla Gewandhaus di Lipsia, mentre lui era ancora in vita e pensava alla sua decima opera. Come se il Corale della Nona in Re minore non bastasse a far saltare le differenze tra i destinatari di quella musica, nel nome della fratellanza universale, facendo irrompere per la prima volta la voce umana in una sinfonia. L’Ode alla Gioia vide al lavoro Beethoven fin dal 1807 e venne musicata solo nel 1824, su un testo di Schiller del 1786. Una novità assoluta, suggello del ciclo, compiuta tra il 1822 e il 1824, quando Beethoven era già sordo. Non a caso, per Wagner, quel “O Freunde, nicht diese Töne!”, “O amici, non questi suoni”, che anticipa il coro, sarebbe all’origine dell’idea di melodramma. La Prima sinfonia in Do maggiore, composta tra il 1795 e il 1800, esordì al Teatro di Corte di Vienna, in un lungo concerto che prevedeva in scaletta, oltre a Beethoven, il suo maestro Haydn e il “nume” Mozart. Il talento si era manifestato ai suoi contemporanei e per i critici segnò un nuovo punto di riferimento nella musica sinfonica, ma come nella storia di ogni mito popolare, la Seconda in Re maggiore venne accolta con meno entusiasmo nel 1803. Decisamente più difficile sarà per il pubblico, tra il 1804 e il 1805, la Terza sinfonia in Mi bemolle maggiore, passata alla storia, nel 1806, come “Eroica”, ispirata e dedicata alle

Le note immortali salutano la magia dei fuochi sul Po aranno giorni roventi, i prossimi all’ombra della Mole. Giorni di fuoco, tra fuochi di farò e fuochi d’artificio. E in mezzo concerti, spettacoli, mostre, mercatini, sfilate, intrattenimenti musicali: entrano nel vivo le celebrazioni per la festa di San Giovanni, anticipata nei giorni scorsi dalle gite in canoa sul Po, dalle esibizioni delle majorettes in piazza san Carlo, dalle “prove aperte di solidarietà” del Teatro Regio e dalla consegna dei Pani delle Carità alle autorità cittadine. Una festa caratterizzata in gran parte da riti tradizionali, come il corteo storico per le vie del centro di domenica, la catasta di legno in piazza Castello, il famoso “farò” che si accenderà sempre domenica alle 22,30 in piazza Castello, lo spettacolo pirotecnico finale di lunedì sera. Anche se non mancheranno momenti particolari, come il flash mob in programma domenica tra le 16 e le 18 in via Roma per comporre la scritta umana “TO2015”, in omaggio all’assegnazione alla città del titolo di Capitale Europea dello Sport 2015. Obiettivo: battere il record delle 2.334 persone conquistato a Napoli lo scorso anno. Oppure la consegna degli attestati di cittadinanza simbolica a 600 bambini figli di stranieri, consegna che verrà fatta dal sindaco domenica pomeriggio alla Tesoriera,

gesta di Napoleone. La Quarta sinfonia in Si bemolle maggiore rappresenterà per Beethoven un ponte verso la successiva, perché la Quinta in Do minore sarà ultimata in cinque anni e anche questa sarà una tra le più grandi sorprese nella storia della musica, anche se al debutto, poco prima del Natale 1808 al Theater an der Wien, fu un vero disastro. Il concerto prevedeva anche la “Pastorale”, la Sesta sinfonia in Fa maggiore, considerata una delle più “difficili” da decifrare, tra echi romantici e naturalistici. Settima sinfonia in La maggiore e Ottava in Fa maggiore apriranno la strada al nuovo Beethoven. Un Allegretto tra i più noti e altri movimenti “danzanti”, nella prima, mostrano l’obiettivo all’orizzonte, bilanciati dall’apoteosi estetica della seconda. Con queste, composte tra il 1811 e il 1812, Beethoven cambia ancora. Sta per raggiungere una meta, ma ci vorranno altri dieci anni per la sinfonia che sarà il suo capolavoro. La Nona, che aprirà il ciclo completo delle sinfonie per il Festival Beethoven nell’aulico teatro di piazza San Carlo. Enrico Romanetto

Ludwig van Beethoven

Un talento più forte della malattia Non c’è musicista classico così radicato nell’immaginario collettivo, anche solo a livello iconografico, come Ludwig van Beethoven. La leggenda dice che il padre, noto per i tentativi fallaci di diventar cantante e per la bottiglia facile, tentasse di mentire sull’anno di nascita del figlio, sognando un piccolo Mozart. Si sa però che il genio bussò alla porta di casa il 16 dicembre 1770. Dotato di un talento precoce - a nove anni inizierà gli studi di musica Christian Neefe,

organista di corte, a quattordici sarà lui organista per la cappella del Principe elettore e polistrumentista a teatro - si trasferirà a Vienna nel 1792 per incontrare la fama e spingersi sempre più in là nella ricerca, nonostante il dramma dell’ipoacusia, che lo porterà alla completa sordità e quasi alla disperazione, ma non lo allontanerà mai da podio, strumenti e spartiti. A ventidue anni, con qualche opera minore alle spalle, cominceranno gli studi con Franz Joseph

Haydn per arrivare alla maturità artistica e nel 1796 un giro di concerti che lo porterà a Berlino, Dresda, Lipsia, Norimberga e Praga. Da qui Beethoven comincerà a prendere coscienza delle incredibili potenzialità, componendo i suoi capolavori più noti. Morirà il 26 marzo 1827 all’età di 56 anni. Tre giorni dopo, i suoi funerali saranno seguiti da una processione di oltre ventimila persone per le strade di Vienna. [en.rom.]

IL PROGRAMMA Musica, arte, letteratura

L’estate da vivere restando in città Ô Libera, gratuita, aperta a tutti la “Festa della Musica”, in programma oggi a partire dalle 17 nel Quadrilatero Romano, inaugurerà “La Bella Estate di Torino 2013”, il calendario di iniziative ed eventi che animeranno la città durante i mesi estivi. Sarà questa la notte della musica live nelle strade, realizzata da circa 700 musicisti, tra questi anche il duo Giorgio Mirto e Giorgio Signorile che a Palazzo Chiablese apriranno la rassegna “Six Ways-Chitarristica internazionale 2013”. Ma sarà anche la notte dedicata alle letture. “Letti di notte”, così si intitola l’iniziativa promossa da Letteratura Rinnovabile, a mezzanotte ruberà la scena alle performance musicali e proporrà in centro e nel Quadrilatero reading e incontri con autori nelle biblioteche e nelle librerie. Musica e libri, dunque, in avvio della Bella Estate torinese e a seguire, poi, concerti, spettacoli, incontri, animazioni, mostre, sport e molto altro ancora. Insomma, sarà una città tutta da vivere, anche nella stagione più calda. Come recita lo slogan della rassegna: “Questa estate metti Torino in valigia”. Fittissima l’agenda di appuntamenti che animeranno fino a settembre la scena cittadina in varie location. Sarà piazza San Carlo ad ospitare dal 24 al

30 giugno prossimo il “Festival di Beethoven”, sette serate gratuite di grande musica con l’Orchestra sinfonica nazionale della Rai e l’Orchestra filarmonica di Torino. Letture, proiezioni di film, dj set accompagneranno il pubblico del Summer Side, il “lato estivo” del circolo dei Lettori nel Cortile della Farmacia del museo regionale di Scienze Naturali, mentre il cortile d’onore di Palazzo Reale sarà sede degli incontri “Oltre i limiti”. Il Teatro a Corte troverà casa nelle dimore sabaude, “Torino Rocks the World” offrirà invece ai Murazzi del Po una vetrina alle band rock emergenti del territorio. Spazio anche alla “Kappa Futur Festival” di Parco Dora e agli incontri delle “Parole dal vivo” alle Ogr. E ancora, da non perdere, i “World Masters Games” e le mostre, come quella di Scorsese al museo del Cinema, del “Collezionista di meraviglie” a Palazzo Madama, di Nicola De Maria alla Gam, di Jean Prouvé alla Pinacoteca Agnelli. Tra le iniziative curiose le “cene al cimitero”, 9 appuntamenti enogastronomici, accompagnati da spettacoli, che si terranno nell’ex cimitero di San Pietro in Vincoli. Le brochures con il calendario degli eventi saranno disponibili dalla prossima settimana. [l.m.]

alla presenza del ministro per l’integrazione Cécile Kyenge. O ancora la “cena in bianco” di domani, una cena collettiva a sorpresa per le piazze della città, all’insegna di quattro grandi “E”: etica, estetica, eleganza, educazione. D’obbligo il vestito bianco e poi tavolo, sedie e vivande portati da casa. In alternativa si potrà optare per il picnic “in rosso” al parco Colonnetti. Il clou della festa sarà naturalmente lunedì 24, con il concerto di apertura del “Festival di Beethoven” eseguito, a partire dalle 21 in piazza san Carlo, dall’Orchestra sinfonica nazionale della Rai e dal coro del Regio. Ma la giornata sarà densa di eventi sin dal mattino. Si inizierà con la messa solenne in Duomo, si proseguirà con la corsa podistica con partenza da piazza Borgo Dora, e poi gli intrattenimenti musicali, le esibizioni di ginnastica e il concerto della brigata alpina Taurinense in piazza Vittorio, le sfilate di auto storiche da via Po a piazza XVIII Dicembre e ritorno, il concerto lirico “In compagnia di… Verdi” e il coro gospel alla sera in piazza Castello. E dulcis in fundo, lo spettacolo pirotecnico alle 22,30 dal ponte Vittorio Emanuele ai giardini Ginzburg: saranno 37 minuti di fuochi da premio. Il format ha infatti vinto il titolo mondiale a Cannes e a Montreal. Luigina Moretti


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