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la Repubblica VENERDÌ 1 MARZO 2013

CULTURA CRONACA

TORINO

■ XV

L’Egizio copia Artissima e Circolo Il direttore sarà scelto con un bando MARINA PAGLIERI

P

RIMA uscita ufficiale ieri mattina al Museo Egizio per la presidente Evelina Christillin – al suo fianco la direttrice Eleni Vassilika - in occasione del restauro del “Libro dei Morti di Tasnakht”, a cura di Fondazione CittàItalia. Nel saluto Christillin ha confermato, come anticipato qualche settimana fa da Repubblica, che dal 1° agosto sarà visitabile il piano ipogeo sotto il cortile. Lì sarà esposta, in via provvisoria per consentire la prosecuzione del cantiere al primo piano, una parte consistente delle collezioni – 1164 pezzi – a costituire una sorta di assaggio del nuovo grande museo, che sarà inaugurato nel 2015, in concomitanza con l’Expo milanese. Non si è detto invece, ma la notizia era nell’aria, che presto sarà pubblicato il bando per il nuovo direttore. Perché la nomina di Vassilika, da 8 anni alla guida del museo, scadrà a ottobre. I soci fondatori hanno inserito nel nuovo statuto, approvato lo scorso novembre, la regola che prevede la scelta della direzione attraverso una gara pubblica, come fatto di recente per Artissima e il Circolo dei Lettori. «Non sappiamo ancora quando il bando sarà pubblicato, lo deciderà il Consiglio di amministrazione – ha detto Christillin -. Prevediamo comunque che la nuova no-

mina sia fatta per l’autunno». Nulla osta a che l’attuale direttrice, se lo vorrà, possa ricandidarsi. Per ora lei non intende par-

La Vassilika: “Se mi candiderò? A me interessa ora come ora solo lavorare al nuovo museo” larne: «Sto lavorando per il nuovo museo, a me ora questo interessa». Mostra con orgoglio lo straor-

Il caso

dinario «Libro dei morti di Tasnakht», recuperato grazie a un contributo di 6mila euro elargito da Fondazione CittaItalia (è parte della somma di 40mila euro raccolta lo scorso anno attraverso un’asta di opere a Palazzo Reale, mentre con il rimanente, come annunciato dal segretario di CittaItalia Ledo Prato, si è realizzato ancora per l’Egizio un bassorilievo per ipovedenti). Il papiro di Tasnakht, scritto in “ieratico”, la grafia sacerdotale in uso per i testi funerari dalla XXVI dinastia, appartenuto a una donna di elevato livello sociale, di epoca tarda, mostra il giudizio della de-

IL PAPIRO L’Egizio da ieri ha un capolavoro in più: “Il libro dei morti di Tasnakht” Dall’alto: Christillin e Vassilika

funta, a cui viene pesato il cuore per misurarne la rettitudine in vita, da parte di un tribunale di 42 dei presieduto da Osiride. Da un centinaio di anni quel reperto era esposto in un’unica cornice lunga 18 metri, insieme ad altri 5 papiri: dopo la pulitura, è stato posto in una nuova cornice unica e rimontato con il Lexan al posto del vetro, in modo da garantire una protezione dai raggi UV. «Se troveremo una parete libera sufficientemente lunga, lo esporremo dall’estate nell’ipogeo« afferma Vassilika. Per ora lo si vede nella Sala 2 al primo piano. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Del Noce, presidente del Consorzio Venaria, rilancia l’allarme sui fondi che non arrivano dal ministero

“I soldi o la Reggia ridurrà l’orario” «I

L MINISTERO continua ad essere completamente assente, i soldi vanno altrove e non qui. Non è la prima volta che pongo questo problema, ma se non arriverà un segnale saremo costretti a ridurre l’orario o a chiudere la Reggia di Venaria». Parola del presidente del Consorzio, Fabrizio Del Noce, che attacca e polemizza con Roma. «Non lo dico per polemica — rincalza — ma perché è realtà. Da cinque anni è aperta la Reggia, siamo molto

Fabrizio Del Noce

soddisfatti, siamo stabilmente al quinto posto tra i beni artistici visitati in Italia. Regione e Compagnia di San Paolo rispettano gli impegni. Il ministero no. Non c’è la volontà di dare corso alle cose che hanno detto». L’attacco arriva nel giorno della presentazione del nuovo allestimento della Reggia. Accanto a Del Noce, assente Mario Turetta, direttore dei Beni Culturali a Torino, sostituito da una sua sovrintendente, anche l’assessore alla Cultura della Re-

gione, Michele Coppola, e il presidente della Compagnia di San Paolo, Sergio Chiamparino. «La Reggia paga ogni anno due milioni di euro di Iva — sottolinea e rilancia Coppola — e se questi potessero essere detratti autonomamente, nessuno più dovrebbe elemosinare cifre per garantirne l’attività. Ricordo che il 52 per cento delle entrate di questo bene culturale sono proprie: vendita di biglietti, affitto delle sale e altre attività, mentre lo Stato provvede per

l’11 per cento e la Regione per il 21 per cento». Chiamparino pone invece l’accento «sia sul fatto che la Reggia ha fatto da traino all’intero sistema culturale e turistico, quelli che conoscono l’inglese direbbero che è un driver, e sul sistema di gestione, riprodotto al Museo del Cinema e all’Egizio, pubblico e privato insieme per investire e lavorare sui beni comuni e comunitari». (d. lon.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


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