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42 .Torino Nord-Ovest

STAMPA .LA LUNEDÌ 21 GENNAIO 2013

Le imprese vincenti dei “folli” torinesi Mad in Italy un libro-progetto svela le storie di aziende che grazie a un pizzico di pazzia sono riuscite a sfondare Dall’acqua, al gelato alle tende tra le eccellenze italiane ci sono tanti imprenditori nati nel capoluogo piemontese Dinastie

Design

I brand italiani sono cognomi

Mutare un problema in opportunità

Consiglio numero 5: «Ricordati che i brand italiani sono cognomi. Perchè le capacità imprenditoriali vengono tramandate di generazione in generazione». Le dinastie familiari sono numerosissime in Italia. Una di queste è l’azienda Ferrino, le cui redini sono Anna Ferrino state prese in mano da Anna, discendente di quel Cesare che, in una bottega di via Nizza, nel 1870, inventò una tecnica rivoluzionaria per rendere impermeabili i tessuti. «La storia di Ferrino è parte della mia storia - dice nel libro Mad in Italy Anna Ferrino - in un intrecciarsi solido e indissolubile che contraddistingue il Dna di tante famiglie imprenditoriali, nelle quali di fatto non esiste mai un vero confine fra impresa e famiglia». [P. ITA.]

Consiglio numero Otto:«Tramuta un problema in opportunità. Perchè anche partendo da una situazione di vita avversa è possibile costruire una storia di successo». Come quella del designer Danilo Ragona, che a tredici anni dall’incidente che lo lasciò su una sedia a rotelle, ha avuto la for- Danilo Ragona za di cambiare la sua vita in modo positivo, costruendo la sua azienda, la Able to Enjoy. «Già nel percorso scolastico - racconta Danilo nel libro Mad in Italy - avevo tra gli obiettivi quello di costruire qualcosa che migliorasse la mia mobilità, ma soprattutto desse quel valore aggiunto, il design, come chiave per stabilire integrazione tra le diversità. Ho fatto di necessità virtù: ho estrapolato da qualcosa di più che difficile e doloroso un’idea vincente e moderna». [P. ITA.]

Appuntamento al Circolo dei lettori

Ambiente

Condividi il futuro con i tuoi figli Consiglio numero 13: «Condividi il futuro con i tuoi figli (anche se non ne hai). Perchè puoi lavorare per cambiare il mondo grazie alle tue idee». L’idea del «mad» torinese Alberto Bertone, amministratore delegato di Acqua Sant’Anna, è stata di sostitu- Alberto Bertone ire le bottiglie di plastica con le Bio Bottle di origine vegetale, biodegradabili al cento per cento. «Siamo consapevoli del privilegio e della grande responsabilità di lavorare in un ambiente dalle caratteristiche straordinarie: l’alta montagna, un luogo incontaminato e bellissimo. Per noi, la bio bottle non è mai stata solo un prodotto, ma un modo per cambiare le abitudini di consumo, per condividere con i consumatori un impegno nei confronti dell’ambiente».

L’incontro dedicato a «Mad in Italy» è in programma questa sera alle 21 al circolo di via Bogino che ieri era affollatissimo per il faccia a faccia tra Alessandro Sallusti e Marco Travaglio (foto) PAOLA ITALIANO

«I folli che restano fanno grande l’Italia». Folli sono gli imprenditori che, in un momento di crisi in cui tutto suggerisce di andare all’estero, hanno deciso di continuare nella sfida di «far funzionare un’impresa in Italia, nonostante l’Italia». Storie di successo, più numerose di quanto si pensi, che i pubblicitari Giampiero Cito e Antonio Paolo hanno raccolto nel progetto Mad in Italy: iniziativa di sensibilizzazione attorno al tema dell’impresa, ma soprattutto dell’imprenditore italiano, partita con una campagna in rete, evoluta in piattaforma web, e diventata anche un libro edito da Rizzoli, di cui si parlerà stasera con gli autori al Circolo dei Lettori di via Bogino 9 (ore 21), nell’ambito del ciclo di incontri dedicato all’economia. Il libro è una raccolta di quindici consigli per fare business in

David Mitchell L’AT L A N T E D E L L E N U VO L E

Italia. Ogni capitolo termina con il racconto di una delle storie «Mad» di quegli imprenditori (ironicamente immortalati in una camicia di forza) che il progetto ha valorizzato come esempi positivi, paradigmatici di ciascuno dei consigli del libro. I torinesi possono essere orgogliosi: la percentuale di Mad in Turin, tra i pazzi del Belpaese, è davvero notevole. Su 15 case history sono 4 quelli nati o cresciuti in riva al Po. Cinque, considerando che una delle imprese più folli, quella di reinventare il gelato, è l’unione di due lungimiranti pazzie, quella di Federico Grom e quella di Guido Martinetti. Tre dei protagonisti nostrani saranno presenti questa sera al Circolo dei Lettori: Anna Ferrino, amministratore delegato di Ferrino, Danilo Ragona, designer di Able to Enjoy, e Alberto Bertone amministratore delegato di Fonti di Vinadio (Acqua Sant’Anna).

Ma Torino è una presenza importante anche nella timeline che Cito e Paolo tracciano nel libro, una cronologia di grandi italiani che hanno avuto idee geniali o hanno dato vita a imprese dal successo mondiale. E non sono storie legate solo all’automobile. Perchè sì, ci sono Gianni Agnelli e Vincenzo Lancia, e c’è Dante Giacosa, il papà della Fiat 500 Topolino. Ma c’è anche Armando Testa, «semplicemente: il Pubblicitario italiano» lo definiscono i due autori, con ammirazione e rispetto. Oppure Maurizio Vitale del Maglificio Calzificio Torinese, che producendo il jeans Jesus «ha abbattuto la cortina del moralismo». Persone e idee che a Torino sono nate e da Torino sono partite, tasselli importanti di quella storia di follia visionaria che - questo è l’intento degli autori - potrà contagiare anche tutti quegli imprenditori che devono ancora nascere.

Competitività

Capire se sei leader oppure follower Consiglio numero 15: «Cerca di capire se sei leader o follower. Perchè si può rafforzare la competitività italiana sui mercati internazionali attraverso una ricerca dell’eccellenza che sia condivisa». C’è il leader, punta di diamante di un settore; e c’è il follower, Grom e Martinetti che produce lo stesso prodotto e, pur in concorrenza, vive anche grazie al successo del leader. Prendi il gelato. Federico Grom e Guido Martinetti sono diventati leader proponendo il gelato «come si faceva una volta». E così hanno fatto da traino per numerose altre aziende analoghe. Raccontano nel libro di Cito e Paolo i due amici: «Abbiamo capito che il nostro sogno sarebbe potuto crescere solo se ci fossimo circondati di persone per bene e se, poi, avessimo reinvestito per la crescita dell’azienda». [P. ITA.]

«Un libro di straordinaria leggibilità, intelligente, vasto: uno di quei testi che non si vorrebbe mettere giù fino all’ultimo rigo e che vorremmo non finissero mai.» – l’Espresso «Audace, strabiliante, originale e accattivante.» – Publishers Weekly

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