Ingo Stermann | Bolzano | Sinodale È un rompighiaccio. Prima che in un’assemblea il silenzio diventi insopportabile Ingo Stermann prende la parola e salva retoricamente la situazione. Già il suo primo contatto con la CELI, nel 1995 quando viveva a Firenze, è avvenuto grazie alla sua esperienza psicologica. Il pastore di allora cercava un conciliatore. Ha il dono di puntualizzare e ridurre tutto a un comune denominatore. Questa dote viene molto apprezzata anche nella comunità di Bolzano dove è membro del consiglio. Di professione è psichiatra, lavora in un ospedale pubblico ed è interessato alla dinamica di gruppo e alla democrazia di base, non solo a causa della sua professione ma anche in quanto cristiano evangelico-luterano e ama contribuire alla creazione di un dialogo costruttivo e a smorzare i toni. Ingo Stermann ha avuto un ruolo determinante nella stesura dell’opuscolo della CELI sul tema delle dichiarazioni anticipate di trattamento. Non per ultimo anche perché si confronta ogni giorno con il tema della fede durante la vecchiaia, l’invecchiamento, la malattia e la morte che sente sempre più vicina data l’età che avanza. Definisce se stesso un tipico ariete, cioè uno che va a sbattere con la testa contro un muro e ci rimane bloccato. È una persona che non demorde, è spontaneo e testardo, e nonostante il suo talento nell’appianare i conflitti è anche disposto a litigare. Si considera un tipico prussiano e come tale un servitore dello Stato consapevole che soffre quando ha l’impressione che non vengano messi in primo piano gli interessi delle persone e dei pazienti. Traduzione dal tedesco di MariaClara Palazzini Finetti