Il Museo del Gelato
per raccontarne la storia e il valore
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Nel 2007 a Foligno, in provincia di Perugia, un piccolo gelatiere locale decide di mettere in piedi un evento che parli del gelato, con lo scopo di promuovere la sua attività e il suo negozio. Per farlo si affida ad un amico, Gianfranco Badiali, allora scenografo, fotografo di beni culturali e pittore nonché organizzatore di appuntamenti culturali. Badiali, del tutto “digiuno”, comincia a studiare, cercare informazioni, spunti, tutto ciò che può essere utile a costruire da zero una kermesse che si è deciso di intitolare “La Storia del Gelato” e che, nelle intenzioni degli organizzatori, deve essere una sorta di rassegna dell’evoluzione del gelato dall’antichità ai nostri giorni.
“Quell’anno, sono partito per il Sigep – mi racconta Badiali nella sua casa di Spoleto – con in mano solo un’idea che mi entusiasmava e un progetto di massima, per cercare aziende che avessero fatto la storia del gelato, disposte a portare i propri prodotti in mostra a Foligno. Poi sono andato anche alla Mig a Longarone e qui c’è stata la svolta, grazie a Roberto Padrin, direttore dell’Ufficio stampa della Mostra e attualmente anche Sindaco della cittadina, che mi ha dato da subito totale fiducia, al punto che, con il suo supporto, ho potuto allestire una manifestazione interessante.” Da allora il gelato è diventato una specie di chiodo fisso per Badiali, che ha continuato in maniera sempre più attenta e certosina la ricerca di notizie e oggetti ad esso legati. La Storia del Gelato è diventato un marchio nonché il nome di un’associazione di promozione sociale del gelato e della sua tradizione nel mondo, quindi, qualche anno più tardi, di un vero e proprio Museo del Gelato (anch’esso marchio registrato) che, attualmente, conta più di 800 pezzi, tra macchinari d’epoca, attrezzature professionali e casalinghe per fare e servire il gelato, oggettistica, manifesti, pubblicità, packaging, francobolli e persino dei cartoni animati a tema.
Al momento, il Museo può contare su una quarantina di persone sparse per il mondo che vanno alla ricerca di tutto ciò che è inerente. Recente acquisto è una macchina per fare i coni degli anni ‘40-‘50 del 900 di fattura fiorentina, di cui esistono solo due esemplari al mondo. “Il nostro è un Museo itinerante – spiega Badiali – che allestiamo in occasioni di eventi sul gelato, per farne conoscere la cultura, il valore economico ma anche quello alimentare. Ogni volta creiamo un evento nell’evento. Se vogliamo, oggi, la sede del Museo del Gelato è un Tir di 9 metri con il quale noi portiamo i nostri pezzi ovunque, compresa la grafica, l’allestimento, le attrezzature”. Ma il Museo del Gelato non è sui generis solo perché è itinerante e perché non prevede un biglietto d’ingresso. È, in un certo modo, vivente. Oltre agli oggetti, in mostra ci sono anche gelatieri in carne ed ossa, come quelli di Zoldo, sempre pronti a fare il gelato come una volta. Oppure, come ha avuto modo di apprezzare il pubblico del Festival del Gelato di Agugliano, nelle Marche, quelli provenienti da altre parti del mondo, da Dubai e dalla Libia, tanto per fare qualche esempio. Anche questa, del resto, è storia del gelato. Maria Luisa Lucchesi viaggiaegusta.blogspot.it