ChiassoLetteraria 2012

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Giornale di ChiassoLetteraria _ N° 1/1 Festival internazionale di letteratura 1 / 4 / 5 / 6 / maggio 2012

Mai venga il mattino

7• Festival

da _note.mov

Franco Ghielmetti, Flavio Stroppini (11’ / 2012)

Cerco la notte sui vagoni delle linee di periferia. Attraversano parcheggi di centri commerciali. Le lampeggianti delle gallerie sono una costellazione diritta, bidimensionale. Una statale qualsiasi. Poi fuori la natura buia. I boschi come laghi e i laghi come deserti. La città come un ricordo.

×

× Lo ricordi? Abbiamo parlato di rivoluzione. Accade spesso a quell’ora. Sarà non percepire oltre le luminarie degli uomini. Il cielo sopra la notte è pieno. È uno schermo senza immagini, promette il presente.

Temo le mattine, le urla reali, × non queste... o queste. Temo i discorsi lucidi. Eppure non basta. Tu scrivi, annoti, cataloghi. Siamo distanti. Tu t’imbizzarrisci perché non abbiamo capito, in due. Eccole le solite frasi di circostanza. Il nuovo impero. Noi barbari all’assalto della notte. Vorrei dormire come le pietre. × Altro che racconti di un ieri. Ah! ...se tu potessi smetterla! Smetterla di arrestare il cuore. Sai, si potrebbe ascoltare il battito del nostro di cuore. Assieme.

× No, non si capisce. Quando le rondini diventano pipistrelli, intendo. Quell’attimo, non lo vedi. È quando si accendono i lampioni.

Guardo parcheggi elicoidali × e gasdotti. Immagino elicotteri, alianti: di volare. La notte è solo un ritornare, un battito di un pianoforte accordato altrove. È sempre troppo presto per poterci suonare, che ne so, Bach. Chi suona Bach a quest’ora? Comunque è sempre troppo tardi per riuscirci a suonare.

Titolo. × Cercare la notte senza parametri. Svolgimento. L’orlo delle gonne delle ragazze perbene nei bar del centro. Le domande sul colore delle mutandine durante il mestruo. Una batteria, un basso, una chitarra e qualche violino. Le offerte dei venditori di rose. Rose appena scongelate col tempo limitato. Vita surgelata. L’amore ibernato: a tempo. Ticchettio d’amore. Odore di sesso sulle scale di un night club. Cammino, piango, rido, esulto, produco, conservo. Salgo le scale, scendo le scale, salto le scale. Sanguino, guarisco, scopro, scopo. Produco e conservo. Vomito e torno. Non fa paura la notte. Salgo le scale, scendo le scale, salto le scale. Sorridi leggera. Ci sono le × ombre a rassicurarti, ora. Non dobbiamo raccontarci tutto. La tua pelle è un insieme di pori. Io almeno vedo tutti questi buchi, supernove sul tuo corpo.

× Parliamo di fede. Creare. È arrivata l’ora del credere e rimangono le stelle. Lasciaci sperare ancora, notte. Così, mentre aspettiamo la chirurgia del mattino.

Cerchiamo di capire in che × stazione siamo. Abitualmente questa non è una fermata. Vorresti camminare anche tu? Magari scalzo fino al mare? Scendere un fiume? Scendere la notte? Scendere un altro giorno? Vorresti finire anche tu tutti i sogni che abbiamo da sognare? Saremo vivi poi? Amico...

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