Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

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Skopje. Una cittĂ di frammenti Esplorazioni, interpretazioni, scenari

Chiara Massimino



Skopje. Una città di frammenti Esplorazioni, interpretazioni, scenari Politecnico di Torino

Facoltà di Architettura Corso di Laurea Magistrale in Architettura Costruzione Città Tesi di Laurea Magistrale Luglio 2015 Relatori (Politecnico di Torino): Alessandro Armando Massimo Crotti Marta Bottero

Tutor esterno (Sv. Kiril i Metodij, Skopje): Ognen Marina

Candidata: Chiara Massimino



Ai miei genitori



Skopje. Una città di frammenti Esplorazioni, interpretazioni, scenari

Premessa .................................................................................................................

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Introduzione ..............................................................................................................

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PARTE 1. Skopje. Una città di frammenti ...........................................................

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Skopje: un patchwork di modelli di città ............................................................

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I piani urbanistici del XX secolo: la sperimentazione dei modelli ..............................

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Le trasformazioni reali: i frammenti ...........................................................................

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LA RISCRITTURA DEI FRAMMENTI: SKOPJE OGGI .....................................................

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La pianificazione urbana della transizione: frammentazione politica ed amministra-

tiva ...............................................................................................................

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Skopje cresce: il settore delle costruzioni .................................................................

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La trasformazione di Debar Maalo: un modello di “insostenibilità regolamentata”.....

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IN CERCA DI UN’IDENTITÀ .........................................................................................

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La frammentazione etnica. Integrazione: un obiettivo dichiarato ma non praticato ...

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L’etnicizzazione della memoria: il progetto Skopje 2014 ...........................................

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PARTE 2. tra i frammenti ......................................................................................

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L’area a ridosso del centro lungo l’asse nord - sud .................................

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Immagini dall’area: frammenti, contrasti, soglie ........................................................

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Lettura dell’area: layers tematici e frammenti ...........................................................

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Strategie progettuali: somma di layers ......................................................................

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SCENARI DI TRASFORMAZIONE ................................................................................

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Previsto per l’area: il Piano Urbano Generale e i Piani urbani di Dettaglio ...............

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Visioni dell’area: il workshop del Progetto Sinergi .....................................................

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PARTE 3. dentro il frammento. Madzir maalo .................................................

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MADZIR MAALO: LA “CITTà MINUTA” ........................................................................

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Il quartiere attraverso i suoi layers tematici ...............................................................

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La morfologia: decostruzione del tessuto urbano ......................................................

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MADZIR MAALO: LA TRASFORMAZIONE CONTESA ...................................................

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Il punto di vista degli abitanti: interviste .....................................................................

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Un punto di vista esterno: Le controversie attraverso i titoli dei media .....................

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Analisi degli stakeholders .........................................................................................

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Una sintesi: ANALISI SWOT ....................................................................................

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PARTE 4. Madzir maalo. SCENARI DI TRASFORMAZIONE ......................................

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DUE SCENARI DI TRASFORMAZIONE ........................................................................

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Politiche e strategie comuni ai due scenari ..............................................................

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Due modi di trasformare il frammento ......................................................................

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Due processi di trasformazione ................................................................................

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Due forme urbane .....................................................................................................

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PER UNA VALUTAZIONE EQUA: social multi criteria evaluation ....................

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Bibliografia e sitografia ..............................................................................................

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Ringraziamenti ..........................................................................................................

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«Ci lavorava da quindici anni, portandolo ovunque con lei in un’informe borsa di broccato, che conteneva un’intera collezione di pezzi di stoffa colorati di tutte le forme possibili. Non poteva mai decidersi a disporli secondo un modello definitivo, perciò li spostava, li ricollocava, rifletteva, li spostava e li ricollocava di nuovo come pezzi di un gioco di pazienza mai terminato, senza mai ricorrere alle forbici, lisciandoli con le sue dita morbide»1

1 W. Faulkner, Sartoris, Gallimard, Parigi 1977, citato in G.Deleuze, F. Guattari, Millepiani. Capitalismo e schizofrenia, a cura di M.Guareschi, Castelvecchi Editore, Roma 2006



PREMESSA Questo lavoro di tesi nasce da una già vecchia cooperazione attraverso progetti congiunti tra la Facoltà di Architettura dell’Università Sv. Kiril i Metodji di Skopje e la Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino. Quando è nata l’idea di sviluppare il lavoro di tesi magistrale su e a Skopje, il progetto Sinergi - Social Integration Through Urban Growth Strategies1, era ai suoi inizi. Il progetto, nell’ambito del programma europeo Europe for Citizens, è portato avanti da quattro città, Torino, Skopje, Lisbona e Zagabria. Aver avuto, dunque, l’opportunità di prendere parte agli incontri programmati dalle quattro città, a Skopje, Torino e Lisbona, e allo stesso tempo aver avuto la possibilità di sviluppare parte del lavoro a Skopje, grazie alla borsa di studio accordatami dal Politecnico di Torino per progetti di Tesi su proposta, è stato per me altamente formativo, sia a livello professionale che personale. Il lavoro di tesi ha dunque incluso sei mesi di permanenza a Skopje, dove, con il prezioso aiuto del professor Ognen Marina, ho svolto principalmente un lavoro di ricerca sulla città di Skopje e in un secondo momento sull’area a ridosso del centro lungo l’asse nord - sud, lavoro che tra l’altro si è in parte intrecciato con l’atelier di progettazione tenuto da ottobre a dicembre 2014 dai professori O. Marina, S. Velevski e M. Mano Velevska. Terminato il periodo di ricerca a Skopje, conclusosi con il workshop nell’ambito del progetto Sinergi tenutosi a dicembre 2014, il lavoro a Torino è proseguito sotto la guida dei professori A. Armando, M. Crotti e M. Bottero, concentrando l’attenzione su di un quartiere appartenente all’area, già comunque ampiamente esplorata durante la permanenza a Skopje, di cui, in ultimo, si sono ipotizzati due scenari di trasformazione.

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A riguardo si può consultare online il sito http://sinergiproject.com/ Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

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INTRODUZIONE La prima impressione che ho avuto quando sono arrivata a Skopje è pressoché la stessa di quando, sei mesi dopo, sono tornata a Torino e, quando chi non ci è mai stato mi chiede se Skopje sia una bella città, io rispondo che la sua bellezza è nelle differenze che la caratterizzano. Skopje è una città che mostra in modo netto e visibile le diversità che le sono proprie, sin dal primo impatto, diversità che lasciano intravedere mondi differenti che stimolano una continua ricerca ed esplorazione, non solo a livello professionale ma anche e soprattutto a livello personale. Le esperienze che ho vissuto in questi sei mesi sono come frammenti staccati perchè quello che ho cercato di fare è entrare in diversi mondi per esplorarli, interpretarli, viverli. Questo lavoro di tesi, per forza di cose, non può essere una raccolta di esperienze staccate, ma tale è stata per molto tempo. Cominciavo un’analisi, poi da uno spunto di riflessione ne cominciavo un’altra senza portare a termine la prima e così via, trovandomi davanti ad un certo punto un lavoro frammentato e confuso che io stessa ritenevo sì ricco di spunti, ma allo stesso tempo mi rendevo conto che la mancanza di un filo logico lo rendeva difficilmente comprensibile. E così ho cominciato per così dire un altro tipo di ricerca tesa a costruire delle relazioni tra le parti che rendessero il lavoro più organico e coerente pur conservando tutti i frammenti che avevo costruito nel tempo. Analogamente è organizzato questo lavoro: Skopje verrà esplorata in questa tesi con diversi metodi, a diverse scale e sotto diversi punti di vista, attraverso la chiave della sua frammentazione, per finire con la costruzione di due scenari di trasformazione, il cui obiettivo più grande e sentito è conservare i frammenti costruendo tra loro relazioni.

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

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PARTE 1 Skopje. Una città di frammenti L’obiettivo di questa parte è descrivere la città di Skopje attraverso esplorazioni di tipo differente: storica, politica, economica e sociale, con un approccio sempre teso ad interpretare la trasformazione urbana. Ciò che ne risulta è una lettura, più o meno semplificata, di Skopje nella sua natura frammentaria.

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

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Skopje: un patchwork di modelli di città A partire dalla dissoluzione dell’Impero Ottomano, durante tutto il XX secolo, la Macedonia e con essa la sua capitale hanno conosciuto momenti di forte cambiamento, susseguitisi in archi temporali molto brevi, momenti che hanno determinato la cancellazione e la riscrittura di ordinamenti politici ed economici e, di conseguenza, dei sistemi di valori sociali e culturali a loro connessi. Boris Groys parla di una «doppia cancellazione»1 nei paesi dell’ex Blocco Sovietico, la prima operata dai regimi socialisti-comunisti e la seconda, a partire dagli anni ‘90, dall’introduzione del sistema capitalistico. Si può sicuramente dire che tali repentini e drastici cambiamenti hanno posto Skopje in uno stato di perenne transizione, non essendoci mai stato un periodo sufficientemente lungo a rendere il proprio sistema di valori stabile nel tempo. La struttura della città di Skopje è lo specchio della travagliata storia macedone e di tutte le sue fasi di cambiamento: in questo continuo processo di «scritture e cancellazioni»2 di sistemi in realtà “transitori”, il processo di costruzione della città è risultato nel tempo discontinuo e ha conosciuto il succedersi di diversi piani e progetti, mai completamente portati a termine. «Le grandi cancellazioni hanno rappresentato occasioni per riscrivere la città attraverso nuovi progetti atti a definire una sempre diversa immagine, che manifestasse il nuovo equilibrio raggiunto dal Paese, offrendo alle diverse popolazioni nuovi spazi di vita».3

1 Citato in M.Sancanin, Superprivate, 2003, in Balkanology: New Architecture and Urban Phenomena in South East Europe, SAM (Swiss Architecture Museum), n. 06, Basel, 2008 2 Sul concetto di scrittura e cancellazione insiste anche Daniela Ruggieri in D.Ruggieri, Skopje. La comunità in movimento, in Forme di comunità. L’abitare condiviso a Ibiza, Skopje, Hiroshima, a cura di Antonio di Campli, Carocci Editore, Roma 2013, 3 D.Ruggieri, Skopje. La comunità in movimento, cit. Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

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PARTE 1 Skopje. Una città di frammenti

La costante pratica di rifondazione della città e di parziale realizzazione dei piani ha reso così possibile l’emergere con sempre maggiore forza del carattere frammentato della capitale macedone4: il tessuto di Skopje, dunque, appare oggi come un collage di progetti parzialmente realizzati. La trattazione che segue, nel ripercorrere il discontinuo processo di sviluppo della capitale macedone durante il XX secolo, si pone due obiettivi fondamentali: il primo è quello di cogliere, attraverso la lettura dei piani urbanistici che hanno trasformato Skopje durante il ‘900, i modelli di città e il sistema di valori che di volta in volta sono stati proposti, dimostrando come questi modelli guardino in sostanza ad altre realtà, in una continua sperimentazione che, volendo negare il passato o comunque affermare il presente, poco è stata attenta al genius loci per affermare piuttosto uno zeitgeist estraneo al contesto; il secondo obiettivo invece è quello di cogliere, attraverso la lettura delle trasformazioni reali, risultato di processi incompiuti, Quilt, in G.Deleuze, F. Guattari, Millepiani, cit.

le specificità di una città che giustappone più modelli in un un’unica immagine5. Un’immagine che però non è possibile interpretare come un feltro, come vorrebbero Deleuze e Guattari6, ma, in una concezione di tempo lineare, per strati, pezzi, frammenti, come in un patchwork.

4 Sono principalmente i ricercatori macedoni che riconoscono in Skopje una città frammentata. In riferimento, M.Bakalcev, Domuvanjeto kako urban fragment na primerot na Skopje, Tesi di dottorato, Arhitektonski fakultet vo Univerzitet Sv. Kiril i Metodj, Skopje 2004; V.Korobar, En érodant l’espace public. L’espace public à une époque de transition: le cas de Skopje, in Ètudes Balkaniques. Cahiers de Pierre Belon, n. 14; O.Marina, D.Pencic, Urban transformation of Skopje. Fragmented city – Legacy of History, Skopje 2010 5 Un’analisi più approfondita della città nei suoi frammenti verrà affrontata comunque nella parte successiva in riferimento ad un’area specifica della città. Rif. Parte 2. Tra i frammenti 6 G.Deleuze, F. Guattari, Millepiani. Capitalismo e schizofrenia, a cura di M.Guareschi, Castelvecchi Editore, Roma 2006 18


I piani urbanistici del XX secolo: la sperimentazione dei modelli Vlatko Korobar7 individua, durante il XX secolo, quattro momenti cruciali per la definizione della struttura della città di Skopje. Il primo coincidente con la conquista, durante le guerre balcaniche del 1912-13, della Macedonia, sottratta all’Impero Ottomano da parte del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, che dal 1929 diviene Regno di Jugoslavia; il secondo momento, dopo la Seconda Guerra Mondiale coin-

SKOPJE

impero ottomano

inizi XX secolo

cide con l’instaurarsi del regime socialista; il terzo momento è segnato dal catastrofico terremoto che nel 1963 ha colpito Skopje distruggendo l’80% della città, e il quarto, infine, coincide con l’indipendenza dalla Jugoslavia negli anni ‘90.

regno dei serbi

Questi quattro momenti hanno dato avvio alle quattro fasi urbanistiche che hanno 8

trasformato la città di Skopje nel XX secolo. I piani che ne sono scaturiti e i modelli di città a cui fanno riferimento verranno esposti nella trattazione che segue in ordine cronologico: dalla fase di modernizzazione della città ottomana secondo i piani

SKOPJE

1914

di D. T. Leko del 1914 e di J. Mihajlovic del 1929, alla fase di modernizzazione socialista guidata dal piano di L. Kubeš del 1948, alla fase infine di ricostruzione dopo

repubblica socialista di jugoslavia

il terremoto secondo il piano di Kenzo Tange del 1965. SKOPJE

1946

repubblica di macedonia SKOPJE

7 V.Korobar, En érodant l’espace public, cit. 8 Nella trattazione che segue verrano esposte le prime tre fasi, mentre la quarta, avviatasi con la dissoluzione della Jugoslavia verrà trattata separatamente, essendo caratterizzata da fattori che, dopo più di venti anni di indipendenza, ancora oggi stanno plasmando la trasformazione della città. Rif. Parte 1. La riscrittura dei frammenti: Skopje oggi Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

1992 Skopje nel sistema geopolitico del XX secolo

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La modernizzazione della città ottomana: il piano di D.T.Leko (1914) e il piano di J.Mihajlovic (1929) Il piano generale del 1929 ad opera di Josif Mihajlovic9 è il primo piano urbanistico ufficiale della città di Skopje e rappresenta la fase di modernizzazione della città ottomana, a seguito dell’annessione della Macedonia al Regno dei Serbi, Croati e Sloveni che nel primo dopoguerra era già divenuto Regno di Jugoslavia. Agli inizi del XX secolo, Skopje era, per dirlo con le parole di Yerolympos, una «città balcanica tradizionale»10 , caratterizzata da un tessuto urbano irregolare, modellato sulla topografia e determinato dai limiti delle proprietà. Costituita da insediamenti piccoli ed omogenei, organizzati secondo principi etnici o religiosi, la città era suddivisa nei cosiddetti maala

maalo ebraico maala cristiani maala misti (cristiani - musulmani) maala musulmani La città ottomana del XIX secolo suddivisa in maala. In M.Bakalcev, Domuvanjeto kako urban fragment na primerot na Skopje, cit. Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

9 Nato a Tresonce, un villaggio macedone, ma di origini serbe, l’architetto Josif Mihajlovic (1887 – 1941) ricopre anche il ruolo di sindaco della città per due mandati (19291936 e 1939,1941), in O.Marina, B.Karanakov, Skopje. Modeli na grad, catalogo della mostra Skopje. Modeli na grad, Skopje 2014 10 A.Yerolympos, Urban transformations in the Balkans 1820-1929, University studio press, Thessaloniki 1996, cit. in D.Ruggieri, Skopje. La comunità in movimento, cit. 21


PARTE 1 Skopje. Una città di frammenti

(quartieri), spazi introversi, giustapposti come “unità di vicinato”, spazialmente corrispondenti a porzioni di tessuto urbano ben riconoscibili11. Il cuore della città era il vecchio Bazar, il cosiddetto Charsja Maalo, che per la sua posizione centrale e la sua funzione di mercato aveva il ruolo di connettore dei quartieri circostanti. La «città minuta»12 aveva una densità di edificazione molto bassa, con un tessuto urbano “a grana fine” costituito da costruzioni di uno o, al massimo, due piani fuori terra con corte e strade larghe quattro o cinque metri, che conferivano alla città un carattere rurale.13 La modernizzazione della città ottomana viene avviata nel 1914 dal piano di Dimitrija T. Leko, successivamente ripreso nel piano di Mihajlovic, parzialmente realizzato durante gli anni ‘30. Già il piano del 1914 «rompe i legami con il passato e immagina una città fatta di lar11 D.Ruggieri, Skopje. La comunità in movimento, cit. 12 A.Cantore, Le immagini della città, Un progetto urbano per Skopje, Macedonia, Tesi magistrale, Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, Torino 2012 13 Rif. Parte 3. Dentro il frammento. Madzir Maalo 22

Il piano di D.T.Leko del 1914. In basso il sistema delle strade e delle piazze e i principali elementi costruiti. In M.Bakalcev, Domuvanjeto kako urban fragment na primerot na Skopje, cit.


ghi viali e spazi pubblici centralizzati»14. Guardando a modelli estranei alla città ottomana, il ripensamento degli spazi avviene, in entrambi i piani, introducendo «materiali urbani propri della città dell’Europa occidentale»15: un sistema di piazze, contornate da edifici pubblici e collegate attraverso un sistema di viali, diviene l’elemento principale caratterizzante i nuovi spazi pubblici, a cui si affianca una nuova tipologia edilizia, l’isolato a blocchi perimetrali continui, generatore anch’esso di un nuovo tipo di spazio urbano, lo spazio interno semipubblico, il cortile. Entrambi i piani, dunque, sotto i famosi criteri di sicurezza e igiene, termini che hanno attraversato la storia dell’urbanistica di tutta l’Europa occidentale a cavallo tra XIX e XX secolo, hanno ripensato la città ottomana attraverso una gerarchia spaziale completamente estranea al sistema dei maala, dove lo spazio pubblico

Il piano di J.Mihajlovic del 1929. In basso il sistema delle strade e delle piazze e i principali elementi costruiti. In M.Bakalcev, Domuvanjeto kako urban fragment na primerot na Skopje, cit.

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

14 J.Stefanovska, J.Koželi, Urban planning and transitional development issues: the case of Skopje, Macedonia, in “Urbani izziv”, n. 23(1) 15 D.Ruggieri, Skopje. La comunità in movimento, cit. 23


PARTE 1 Skopje. Una città di frammenti

era distribuito uniformemente al loro interno. Nel piano del 1914 di Leko, comunque, sebbene venga promossa l’eliminazione radicale delle forme urbane tradizionali e un approccio alla progettazione su tabula rasa, vi è ancora una parziale conservazione del tessuto storico esistente attraverso la frammentazione degli spazi e delle aree verdi e l’attenzione posta verso l’aspetto pittoresco del pattern stradale16, generato dalla creazione di isolati a blocchi perimetrali di forma irregolare che seguono le tracce esistenti. Non è difficile rinvenire nel piano di Leko una forte influenza delle teorie e dei progetti viennesi tra la metà e la fine del XIX secolo: vi sono dei chiari riferimenti alla Ringstras-

Mappa della città di Skopje nel 1899 a confronto con il piano di piano di D.T.Leko del 1914

se di Ludwig Förster e allo stesso tempo ai principi artistici auspicati da Camillo Sitte nel suo Der Städtebau nach seinen künstlerischen Grundsätzen. D’altronde molti degli architetti del Regno dei Serbi si erano formati nell’Impero

16 O.Marina, D.Pencic, Urban transformation of Skopje, cit. 24

A sinistra: il centro di Vienna prima e dopo il progetto della Ringstrasse (1857-1872); A destra: Camillo Sitte, Der Städtebau nach seinen künstlerischen Grundsätzen (L’urbanistica secondo i suoi fondamenti artistici), I edizione, 1889


Austo-Ungarico, a Vienna o a Praga17. Nel piano di Mihajlovic del 1929 le innovazioni introdotte da Leko vengono radicalizzate in un impianto geometrico più rigido che prevede massicci sventramenti della città storica, secondo i principi che avevano guidato la trasformazione hausmanniana delle città dell’Europa occidentale. I collegamenti stradali all’interno dell’anello, già previsto da Leko a sud del fiume Vardar, vengono così regolarizzati in un sistema radiale e concentrico e viene introdotta l’idea di connettere, con un nuovo asse che attraversa il ponte di pietra sul fiume, costruito nel XV secolo, le due piazze principali individuate dal Il piano originale di J.Mihajlovic del 1914 e la sua rappresentazione tridimensionale, in O.Marina, B.Karanakov, Skopje. Modeli na grad, catalogo della mostra, cit.

piano stesso, la prima a sud e a ridosso del fiume, e la seconda, a nord, nel tessuto storico esistente, da cui gli assi che si dipartono verso nord vanno a formare un trivium. La periferia della città viene invece destinata ai nuovi sviluppi residenziali, evidentemente ispirati ai principi delle Garden Cities di E. Howard.

A sinistra: vista dell’Avenue de l’Opera, Parigi; A destra: Le Garden Cities of To-Morrow di E.Howard

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

17 E.Deipenbrock et al, Skopje - a modern city? Research project #3, Hafencity Universität Hamburg, Amburgo 2010, cit. in A.Cantore, Le immagini della città, cit. 25


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La modernizzazione socialista: il piano di L. Kubeš (1948) L’improvvisa morte di J.Mihajlovic nel 1941 e l’inizio della Seconda Guerra Mondiale interrompono bruscamente lo sviluppo della città iniziato negli anni ‘3018. La fine della guerra apre nuove realtà per il Paese e per la sua capitale con la costituzione nel 1945 della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, di cui la Macedonia fa parte. Il forte incremento della domanda abitativa determina un rapido avvio della fase di ricostruzione e, con il passaggio all’ordine socialista, vengono introdotti nuovi modelli di riferimento per la costruzione della città. In questo contesto di nuova costituzione, la città vede una riduzione degli spazi per l’iniziativa privata, una deprivatizzazione di molti terreni e un consolidarsi dello Stato come centro per la gestione della pianificazione territoriale19. «La rottura con il blocco sovietico nel

V. Stenberg, Design of children’s games, 1928

1948 è (poi) la scintilla per la Jugoslavia per una sperimentazione autonoma del socialismo. Tali condizioni richiedevano la rappresentazione dell’ordine socialista come moderno, aperto e progressista. Questi messaggi vengono trasmessi sia attraverso l’estetica che la scala dei massivi programmi di sviluppo delle città, i cui maggiori esempi si trovano nella costruzione delle città nuove di Novi Beograd e Novi Zagreb. Tali sforzi hanno un valore sia pragmatico che simbolico, incarnando e rappresentando le ambizioni di modernizzazione delle città socialiste, che vogliono dimostrarsi alla pari delle altre città leader internazionali»20 . A Skopje il primo piano del dopoguerra viene redatto dall’architetto e urbanista cecoslovacco Luděk Kubeš, invitato con il suo team dalle autorità macedoni per redigere il piano e condurne il processo di realizzazione. Il piano, del 1948, mette dunque in scena concetti ideologici e formali comple18 Per le trasformazioni reali attuate sotto la guida del piano del 1929 di J.Mihajlovic si veda il paragrafo Le trasformazioni reali: i frammenti 19 D.Ruggieri, Skopje. La comunità in movimento, cit. 20 V. Kulić, Space of rapresentation, in Unfinished Modernisations, Between Utopia and Pragmatism, a cura di M. Mrduljaš, V. Kulić, UHA/CCA, Zagabria 2012 Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

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PARTE 1 Skopje. Una città di frammenti

tamente differenti rispetto a quelli che avevano guidato i piani di D. T. Leko e di J. Mihajlovic, ma in sostanza si tratta anche in questo caso di una concezione di sviluppo guidato da un modello unitario di città21. Ancora una volta, e più che in quello di Mihajlovic, il piano di Kubeš viene sviluppato su tabula rasa, dimostrandosi indifferente verso il tessuto storico esistente e cambiando radicalmente la struttura della città: da un impianto centrale che ruotava attorno al centro della città vecchia, Kubeš passa ad un impianto lineare che si sviluppa lungo la valle del Vardar. Viene così introdotto per la prima volta l’asse di sviluppo della città est-ovest, riconoscibile come l’elemento lineare prinicipale del piano urbanistico e della forma stessa della città e attraverso cui vengono definite ampie aree di nuova espansione. «Viene (dunque) negata l’importanza data con i piani precedenti a piazze e isolati per seguire il principio di un continuum spaziale costituito da spazi aperti, blocchi costruiti e aree verdi»22. 21 O.Marina, D.Pencic, Urban transformation of Skopje, cit. 22 D.Ruggieri, Skopje. La comunità in movimento, cit. 28

Il piano di L. Kubes del 1948


Sotto la grande influenza dei principi di pianificazione della “città funzionale” del movimento moderno europeo, si sviluppano nuovi corridoi di trasporto in tutte le direzioni e si prevede la zonizzazione della città in aree residenziali, amministrative, industriali e ricreative. Gli stessi elementi lineari del trasporto vengono definiti come una funzione distinta dalle altre, funzione di collegamento e integrazione delle altre zone funzionali23. I modelli di città a cui l’urbanista cecoslovacco si riferisce sembrano abbastanza chiari: il modello di città lineare ideato da A. Soria y Mata è per Kubeš un’alternativa valida al modello di sviluppo della città compatta tradizionale che si accresce intorno al un nucleo originario della città vecchia, modello che tra l’altro non poteva realizzarsi in una città stretta a nord e a sud dalle colline. La città lineare è, d’altra parte, un modello urbano che si stava sperimentando tanto nell’ Europa occidentale quanto nei paesi del Blocco Sovietico. Kubeš, Cecoslovacco, sicuramente conosceva il progetto del 1935 redatto da Le Corbusier della città line23 O.Marina, D.Pencic, Urban transformation of Skopje, cit. Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

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PARTE 1 Skopje. Una città di frammenti

are di Zlin, la città fabbrica dell’impresa di scarpe di Tomáš Bata nell’allora Cecoslovacchia dell’est, così come le teorie sulla città lineare degli anni ‘30 e ‘40 di N. A. Miljutin e le proposte per le città russe di Magnitogorsk di Ernst May. Contemporaneamente alle aree di nuova espansione lineare si prevede di “ripulire” intere parti storiche della città. Sia a sud che a nord del Vardar gli assi individua-

La città lineare di Arturo Soria y Mata, 1882

ti dal piano di Mihajlovic vengono pressocchè mantenuti intatti, ma tra di essi i lotti urbani non seguono nè la logica dei maala storici nè sono più identificati con gli isolati, come avveniva nel piano di Mihajlovic, ma divengono piuttosto unità elementari diperse nello spazio libero, seguendo i principi dei CIAM24. Nel centro amministrativo, a cavallo del fiume, ma esteso con il suo asse dominante est-

Il piano di Ernst May per Magnitogorsk, 1931

ovest in prevalenza sulla sponda sinistra del Vardar, dove viene prevista la lo24 Secondo Bernard Huet il modello sotteso alla Carta di Atene del 1932 ad opera dei CIAM prevede un «piano popolato da oggetti singoli, isolati, spesso eccezionali, [...] Lo spazio pubblico [...] è residuale, è ciò che resta tra i volumi», in B. Huet, Il sistema e il modello, in P. Di Biagi (a cura di), La Carta d’Atene. Manifesto e frammento dell’urbanistica moderna, Officina, Roma 1998 30

Il piano di Le Corbusier per Zlin, Cecoslovacchia, 1935


calizzazione del Parlamento e degli edifici del Governo Nazionale, gli edifici pubblici vengono disposti trasversalmente all’asse sotto forma di grandi elementi lineari. All’interno delle aree residenziali, invece, «nell’ordinata maglia urbana, gli isolati si aprono sino a dissolversi in un insieme di oggetti tra loro separati»25 e lo spazio pubblico diviene così lo spazio libero, il negativo di quello edificato: «la concezione e la configurazione dello spazio pubblico mutano ed emergono un sistema di spazi aperti non più gerarchicamente localizzati. […] Lo spazio pubblico in questo sistema è ovunque e in nessun luogo in particolare»26. «Il piano (comunque) non venne mai completamente realizzato e, lasciando intatte le parti di città già esistenti, contribuì a generare il carattere frammentato della città. Per questa concentrazione di investimenti sulle aree di espansione, si afferma che questo piano fu un piano di costruzione, più che di ricostruzione»27.

Il piano di L. Kubes del 1948. In basso il sistema stradale e i principali edifici pubblici nella parte centrale della città. In M.Bakalcev, Domuvanjeto kako urban fragment na primerot na Skopje, cit.

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

25 A.Cantore, Le immagini della città, Un progetto urbano per Skopje, Macedonia, cit. 26 D.Ruggieri, Skopje. La comunità in movimento, cit. 27 Ibid. 31


PARTE 1 Skopje. Una cittĂ di frammenti

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La ricostruzione dopo il terremoto: il piano di Kenzo Tange (1963) A soli diciassette anni dall’inaugurazione del piano generale di L. Kubeš, il catastrofico terremoto che nel 1963 uccise più di mille persone e distrusse il 75% degli edifici urbani, sebbene dirlo sia alquanto indelicato, è un’opportunità unica per esplorare ancora una volta nuovi modelli spaziali attraverso la ricostruzione della città. Le immagini della catastrofe girano per il mondo e Skopje diviene un caso di solidarietà internazionale. La partita della ricostruzione si gioca su due fronti: il primo è costituito dalla costruzione di una città che deve dare un tetto alle migliaia di terremotati rimasti senza casa e definire allo stesso tempo le linee guida dello sviluppo della città futura; il secondo è quello volto a dare alla città un nuovo volto, un’immagine nuova contemporanea, moderna e progressista. Per dirlo con altre parole la ricostruzione mette

Immagine del dopo-terremoto, Skopje 1963

in tavola rispettivamente due tipi di città, la città reale e la «città come evento» . 28

Da un lato, dunque, viene redatto il piano generale della città in tempi brevissimi dall’Istituto di Architettura e Urbanistica di Skopje, ma «la maggior parte dei progettisti macedoni non erano che dei tecnici, abituati a trovare nei numeri - non nelle teorie- le risposte alle questioni sollevate»29. I Macedoni sviluppano infatti ricerche e modelli basati principalmente sulla ricerca empirica nel campo della sismologia. La redazione del piano avviene, dunque, per fasi successive e in collaborazione con i progettisti greci della Doxiadis Associates Consultants, con gli architetti e urbanisti polacchi della Polservice guidati da Adolf Ciborowski e con l’ingegnere francese Maurice Rotival. Nella capitale macedone si sperimentano così molti dei filoni teorici e metodologici in voga negli anni ‘60: per la costruzione della nuova Skopje 28 Città come evento è uno dei capitoli in cui la storica Ines Tolic divide il suo libro sulla ricostruzione della città di Skopje dopo il terremoto. Rif. I. Tolic, Dopo il terremoto. La politica della ricostruzione negli anni della Guerra Fredda a Skopje, Diabasis, Reggio Emila 2011 29 I. Tolic, Dopo il terremoto, cit. Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

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PARTE 1 Skopje. Una città di frammenti

«si confrontarono la metafora della “città come organismo vivente” di Rotival con lo “esoterico funzionalismo” di Doxiadis e “il realismo economico” della Polservice”»30. Il piano generale, redatto dal ‘63 al ‘66, immagina una città organizzata attraverso un sistema di sviluppo policentrico al fine di creare delle entità spaziali autonome e funzionali. Il principale asse di sviluppo, così come era stato nel piano di Kubeš, rimane quello che percorre la valle del Vardar da est a ovest, mentre l’asse ferroviario viene ruotato dalla direzione est-ovest a quella nord-sud.

Lo sviluppo policentrico previsto dal piano generale di Skopje dopo il terremoto, 1963-1966

La ricostruzione del centro ha invece una storia a sé stante: il centro non viene riprogettato attraverso il piano, ma dopo che il governo jugoslavo chiede l’aiuto delle Nazioni Unite, queste nel 1965 indicono un concorso internazionale ristretto invitando a partecipare quattro firme straniere e quattro jugoslave31. Il risultato del concorso per la ricostruzione del centro vede vincitrice l’idea propo30 I. Tolic, Dopo il terremoto, cit. 31 United Nations Development Programme, Skopje Resurgent. The story of a United Nations special fund town planning project, United Nations, New York 1970 34

La zonizzazione prevista dal piano generale di Skopje dopo il terremoto, 1963-1966


sta dall’architetto giapponese Kenzo Tange, che riceve il 60% del primo premio32. La proposta dell’architetto giapponese, descritta in seguito, attribuisce all’infrastruttura il ruolo di organizzare la forma urbana e di garantire lo sviluppo della città. Ciò non appare poi una novità, soprattutto se si pensa che il movimento del Metabolismo, del quale Kenzo era uno dei maggiori esponenti, aveva scritto il suo manifesto solo cinque anni prima. Piuttosto che sugli aspetti architettonici, gli architetti metabolisti erano più focalizzati sull’urbanistica e sul concetto di mobilità su larga scala, che avvallavano come un tema di primaria importanza: nella concezione metabolista le connessioni tra le parti diventano più importanti delle parti stesse, con l’obbiettivo di creare un continuum gerarchico tra le unità individuali tra loro separate o, meglio, usando “parole metaboliste”, tra le capsule. «La capsula sta per l’emancipazione dell’edificio in relazione al terreno ed annuncia l’era dell’architettura in movimento»33. In questo senso, l’infrastruttura è un collegamento vitale e, allo stesso tempo, l’elemento senza il quale tali capsule non avrebbero ragione di esistere. Considerando tali premesse, non è difficile leggere il piano di Kenzo per Skopje: dopo la creazione di un’articolata e complessa rete di connessioni, che ha lo scopo di favorire principalmente il traffico veicolare, l’architetto si concentra sull’organizzare le funzioni in unità formali e strutturali aggregate e tra loro collegate attraverso il sistema infrastrutturale. A partire dalla struttura sopraelevata della stazione ferroviaria, il City Gate, la Porta della Città, è infatti un sistema capace di organizzare i flussi pedonali, veicolari e ferroviari, sia intra che extra-urbani. Tale sistema multilivello connette le unità nelle quali l’architetto colloca uffici, negozi, alberghi, cinema, un centro turistico, sale per le conferenze e una banca, attribuendo così all’area una funzione direzionale. Verso est l’asse è estendibile, utopicamente, all’infinito, mentre verso ovest termina nel punto di intersezione con il fiume Vardar dove 32 Ibid. 33 Kisho Kurokawa, Metabolism in Architecture, Westview Press, Boulder, Colorado 1977 Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

Dal manifesto metabolista, Metabolism 1960 the propsals for New Urbanism

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PARTE 1 Skopje. Una città di frammenti

Kenzo pianifica di creare, attraverso un sistema continuo, la Piazza della Repubblica, con annessi gli edifici amministrativi sulla sponda sinistra e un complesso di negozi, ristoranti e cinema sulla sponda destra. Le due sponde fanno entrambe parte della piazza grazie alla connessione realizzata attraverso un ponte avente funzione commerciale. Inoltre, dalla piazza, una serie di vie connettono il centro con gli altri punti nodali della città. Dopo il City Gate, il secondo elemento rappresentante il cuore del progetto di Kenzo è il City Wall, un complesso di edifici residenziali, a forma di ferro di cavallo posizionati lungo l’anello che già compariva nel piano di Leko e di Mihajlovic. Progettato per contenere 2200 appartamenti, organizzati in torri e in blocchi, il City Wall viene disegnato in una struttura continua e modulare. Come ha evidenziato la storica Ines Tolic, il piano giapponese, ignorando il processo storico della città, interrompe la sua naturale evoluzione per reinventarla con un nuovo punto di partenza34. Il City Gate e il City Wall non rappresentano altro che un gioco di parole: gli elementi della porta 34

I. Tolic, Dopo il terremoto, cit. 36

Il piano di Kenzo Tange, 1965


e del muro che Kenzo propone sono in realtà molto lontani, sia nella forma che nella funzione, dai modelli storici che l’architetto vuole richiamare con la scelta di tali termini. Il rapporto che il piano dell’architetto metabolista instaura con le preesistenze storiche dimostra d’altronde quanto la scelta dei termini sia una mera attrazione per una città tradizionale: nel Dopo la nona versione Il City Gate, la Republic Square e il City Wall, sviluppati dal team di Kenzo Tange a Tokyo

modello di Kenzo, i siti storici, compreso il charshja maalo, sembravano essere trattati come “pezzi da museo”, ornamenti culturali congelati e attaccati all’immagine di nuova città futurista. Ci furono energiche proteste contro la proposta giapponese, che affermavano che, sebbene la maggior parte dei progettisti aveva assunto nei confronti della charshja un atteggiamento irriverente, Kenzo era riuscito ad andare persino oltre mettendoci una “porta” davanti e circondandola con un “muro” 35. I nuovi edifici sembrano essere progettati per un territorio senza preesistenze: il City Gate, progettato come una mega-struttura, dalle dimensioni enormi, in particolare nelle prime versioni del progetto, aveva bisogno di essere circondata

Il City Gate, la Republic Square e il City Wall, sviluppati dal team di kenzo a Tange a Tokyo

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

da ampi spazi vuoti, sia per la sua am35 Ibid. 37


PARTE 1 Skopje. Una città di frammenti

piezza che per la sua altezza. Ed è chiaro che il progetto viene concepito per una città come Tokyo in una città totalmente lontana da Tokyo su ogni aspetto. Amato e odiato, il piano metabolista nasconde un innato “autoritarismo”, facilmente ricollegabile all’autorevolezza di una figura come Kenzo Tange. Egli stesso dichiarava esplicitamente che «i disegnatori non possono andare in giro per la città a spiegare che quello che fanno è giusto» e che «quando il prodotto sarà completato, comincerà a parlare da solo». L’architetto macedone Slavko Brezovski nel 1966 scrive che «per lavorare con un simile autore, che ha una simile espressività, è facile credere che nessuna soluzione possa essere migliore se non quella che potrebbe proporre l’architetto se fosse libero di fare ciò che preferisce»36. Il piano, comunque, non venne mai completamente realizzato e il sistema, nella sua completezza e continuità, rimane solo nell’immaginario di una Skopje futuristica. Il piano di Kenzo Tange per la TBaia di Tokyo, 1960

Le trasformazioni reali: i frammenti Tutti i piani urbanistici redatti per la città di Skopje non hanno mai avuto un tempo sufficiente per essere effettivamente sperimentati, né «hanno mai trovato le condizioni socio-politiche e il sostegno economico necessari per essere realizzati completamente»37. Lo scollamento tra la teoria e la pratica, avvenuto per ragioni innanzi tutto politiche, deriva anche da altri fattori: spesso «la conoscenza accademica e le personalità creative, leader dei progetti, non erano i diretti responsabili dei processi urbani alla più ampia scala, con il risultato di una disgiunzione tra le aspirazioni della ricerca e la realizzazione pratica»38. O forse le ragioni dell’incompiutezza di tutti i piani sono da ricercare, più in generale, nelle stesse aspirazioni 36 I. Tolic, Dopo il terremoto, cit. 37 D.Ruggieri, Skopje. La comunità in movimento, cit. 38 M. Mrduljaš, V. Kulić, Between Utopia and Pragmatism: Architecture and Urban Planning in the Former Yugoslavia and the Successor States, in Unfinished Modernisations, Between Utopia and Pragmatism, a cura di M. Mrduljaš, V. Kulić, UHA/CCA, Zagabria 2012

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intrinseche dei piani che di volta in volta sono stati proposti: la città con cui i diversi “sperimentatori” si sono confrontati non era Skopje, ma una tabula rasa, un foglio bianco su cui progettisti internazionali hanno trovato l’occasione di disegnare i propri “mostri”, nati dalle influenze del tempo e incuranti delle specificità del luogo. L’urbanista macedone S. Brezovski scriveva in un articolo del 1965 a proposito del piano di Kenzo Tange: «Noi ora siamo di fronte a un grande dilemma: il successo di un intervento urbanistico deve essere giudicato attraverso le sue qualità formali o attraverso la sua adattabilità ai criteri socio-economici locali? […] Ed è possibile pianificare una città a priori, in ogni dettaglio, in un momento specifico?»39. Le domande di Brezovski trovano sicuramente la loro legittimità non solo in riferimento al piano di Kenzo, ma, più in generale rispetto a tutta la storia urbanistica della città di Skopje. Le risposte a tali domande si leggono nella città per come appare: «Skopje è una città di frammenti prodotti dall’articolarsi e dal susseguirsi di visioni di città e dal riscontro che queste hanno avuto con la realtà urbana»40. La città preesistente, ignorata, di volta in volta ha preso e “assimilato” alcuni nuovi elementi, nella forma di frammenti: ogni volta «sono state escluse aree considerate non prioritarie per

Cities within the city, in O. M. Ungers, R. Koolhas, The city in the city, Berlin: a green archipelago, Lars Müller, Berlino 1977

il nuovo sviluppo della città. Il risultato è una giustapposizione di frammenti chiaramente riconoscibili»41, i quali rinforzano l’idea che la “naturale evoluzione” della città sia più forte di qualsiasi idea astratta. Di seguito, attraverso, la sovrapposizione dei piani storici sulla pianta attuale della città di Skopje, si è provato a ricostruire, progetto per progetto, la giustapposizione dei nuovi frammenti, che oggi vanno a creare un sistema di diverse città nella città.

39 S. Brezovski, Anonimnosta vo arhitektura, in NM, gennaio 1965, citato in I. Tolic, Dopo il terremoto, cit. 40 I. Acevski, Skopje between vision and reality, Filosovski Fakultet, Zagabria 1996, citato in D.Ruggieri, Skopje. La comunità in movimento, cit. 41 D.Ruggieri, Skopje. La comunità in movimento, cit.

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

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Il piano di J.Mihajlovic (1929) sulla pianta attuale della cittĂ

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Elementi del piano realizzati In rosso, l’infrastruttura In grigio, le aree costruite La Via Makedonija, che dalla piazza centrale si diparte in direzione sud dove viene realizzata secondo il piano la vecchia stazione dei treni.

Il piano è stato solo in parte realizzato, concentrandosi sulle aree di nuova espansione. Il piano comunque ha trasformato la città in modo notevole, creando un modello di città radiocentrico, rinvenibile oggi nel grande e nel piccolo anello a ridosso del fiume Vardar, e disegnando la linea infrastrutturale con direzione nord - sud che nasce dal grande anello per prolungarsi verso nord.

Il carattere architettonico delle facciate degli edifici realizzati durante gli anni ‘20 e ‘30, successivamente al piano, risente delle influenze dello Stile Impero europeo.

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

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Il piano di L. KubeĹĄ (1948) sulla pianta attuale della cittĂ

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Elementi del piano realizzati In rosso, l’infrastruttura In grigio, le aree costruite Il quartiere di Prolet oggi presenta numerose modificazione rispetto allo stato originale: a seguito della dissoluzione della Jugoslavia, la privatizzazione ha modificato anche morfologicamente gli edifici che presentano appendici in forma di loggia o vere e proprie addizioni di volume.

Allo stato attuale, gli elementi che provengono direttamente dal piano rinvenibili nel tessuto urbano sono, a parte l’asse est-ovest di sviluppo della città, alcune estensioni tipologiche. In particolare, il quartiere di Prolet, costituito da edifici residenziali a sviluppo lineare, immersi e separati da spazi verdi. I contatti paradossali tra i preesistenti tessuti storici, frutto

Lungo il Boulevard Partizanski Odredi in direzione est-ovest si è sviluppata la città in fasi successive, in parte in modo spontaneo in parte pianificato. Oggi lungo l’asse è sviluppata l’intero territorio appartenente alla Municipalità di Karpos.

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

anche di processi spontanei e le aree pianificate secondo il processo top-down di quel periodo rimangono, tra l’altro, ancora oggi un argomento di dibattito urbano e architettonico. 43


Il piano Kenzo T. (1965) sulla pianta attuale della cittĂ

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Elementi del piano realizzati In rosso, l’infrastruttura In grigio, le aree costruite

La stazione sopraelevata dei treni

Gli elementi del piano effettivamente realizzati, allo stato attuale presenti nella città, sono la stazione sopraelevata dei treni e il City Wall. Il City Gate, progettato con delle dimensioni paradossali per Skopje, non è stato mai realizzato, ma costituisce il tassello mancante di un continuum spaziale senza il quale gli interventi risultano oggi come parti sconnesse o eventi sporadici di una mega-architettura con cui si immaginava trasformare il centro della città. Il City Wall

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

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PARTE 1 Skopje. Una città di frammenti

LA RISCRITTURA DEI FRAMMENTI: SKOPJE OGGI Dopo la crisi e la dissoluzione dell’ordine socialista, Skopje si è e si sta trasformando seguendo un quarto “modello”, quello della «città in transizione»42. La transizione al mercato e alla democrazia liberale si è rivelata per molti versi più complessa e più lunga del previsto e ha determinato un approccio alla trasformazione urbana che, nella sua presunta transitorietà, è divenuto invece un modello, il quale, nell’indeterminatezza e nel disorientamento, ha fondato una forma mentis e un modus operandi che stanno aggredendo la città, erodendo lo spazio pubblico, demolendo l’esistente e riscrivendo intere porzioni di città, secondo una logica che segue gli interessi privati a discapito della collettività. La trasformazione che sta caratterizzando oggi la città di Skopje non ha mai avuto precedenti: sebbene, come si è visto, diversi modelli di città durante tutto il XX secolo si siano alternati in modo repentino, le trasformazioni che ne sono seguite sono poi nei fatti risultate nella scrittura di nuovi frammenti giustapposti che, volutamente o meno, hanno lasciato intatte, seppur abbandonate a sé stesse, la maggior parte delle aree storiche della città. Oggi invece si assiste ad una cancellazione e una riscrittura dei frammenti esistenti, dettata da regole di trasformazione che non trovano il loro fondamento in nessuna visione o medello teorico di città. Il modello della città odierna non è definito dunque da una figura spaziale, ma si riduce piutto42 E’ stato messo in luce come Skopje in realtà sia stata durante tutto il XX secolo una città in transizione, che ha visto in tempi brevissimi più redifinizioni di ordini sociali e forme urbane. La “transizione” oggi, dopo più di venti anni dalla dissoluzione della Jugoslavia, è vista però come una condizione costante, in cui la Macedonia, e con essa la sua capitale, si trova ancora immersa. Sul concetto di transizione così inteso si concentra il lavoro del ricercatore macedone J.Ivanovski, che al concetto di transizione associa nel suo lavoro di tesi i concetti di trasformazione, frammentazione, correlazione, conseguenza. Rif. J.Ivanovski, Decoding post-socialist transition on the case of Skopje - Housing in the arena of private interest - emergence of new urban prototypes, Master thesis, Anhalt University of Applied Sciences, Dessau Institute of Architecture, Dessau 2008 46


sto ad una varietà di interpretazioni delle norme amministrative, come risultato non pianificato di negoziazioni tra privati e autorità municipali, innescate da numerose iniziative singolari, guidate da aspirazioni di profitto che spesso sfociano in un abuso ed una appropriazione di spazi non solo privati ma anche pubblici. La trattazione che segue si pone il principale obiettivo di indagare i meccanismi che stanno guidando tale trasformazione. In primo luogo, inquadrando la Macedonia e la città di Skopje nel contesto della frammentazione politica e amministrativa, avviatasi con la dissoluzione della Jugoslavia e, in particolare, con il processo di decentralizzazione rafforzatosi soprattutto a partire dal 2001, si è tentato di indagare e descrivere i livelli di pianificazione che caratterizzano e guidano la trasformazione urbana odierna. In secondo luogo, mediante la ricerca e l’elaborazione di dati inerenti la crescita demografica e fisica della città, con particolare riferimento ai dati relativi al settore delle costruzioni, si è teso a leggere la trasformazione in termini quantitativi, al fine di interpretare qualitativamente il peso che il settore delle costruzioni ha oggi nell’economia macedone, in quale aree si concentra e quali sono gli attori che lo promuovono. Infine, attraverso l’analisi di un caso, quello del vecchio quartiere di Debar Maalo, oggi ormai quasi al termine della sua riscrittura, si è cercato di entrare nei meccanismi reali della trasformazione, illustrandone brevemente il processo e i risultati fisici, estendibili alle aree che, seppur oggi non ancora trasformate, vivranno un simile percorso di cambiamento. Dalle analisi e dalle argomentazioni che seguono risulterà come le criticità che caratterizzano la trasformazione odierna di Skopje, così come in realtà molte altre città balcaniche, non troveranno risoluzione se non creando spazio per la partecipazione e il confronto tra le strategie di pianificazione e i bisogni dei cittadini, tra gli interessi degli investitori e la forza delle autorità locali, tra le scelte politiche di livello anche nazionale e l’intraprendenza della società civile.

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

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PARTE 1 Skopje. Una città di frammenti

La pianificazione urbana della transizione: frammentazione politica ed amministrativa Come è stato sottolineato da diversi ricercatori macedoni, la fase di transizione che ha investito la Macedonia, e con essa i paesi della Ex-Jugoslavia, non è solo una fase di passaggio dallo stato socialista ad uno democratico, ma è diventata una condizione costante in cui la Macedonia si trova ancora immersa43. Come processo lento e graduale, la transizione richiede lo stabilirsi e il consolidarsi di nuove istituzioni, organizzazioni, leggi e di un nuovo ruolo dei diversi attori del sistema che si è sostituito al precedente. In altre parole, la principale sfida delle città in transizione è il dover diventare, in maniera sempre crescente, dipendenti dalle proprie risorse, fisiche, economiche e istituzionali (Nefedova e Trevish, 2003; Sailer-Fliege, 1999)44. 43 V.Korobar, En érodant l’espace public. L’espace public à une époque de transition: le cas de Skopje, in “Ètudes Balkaniques. Cahiers de Pierre Belon”, n. 14; J.Ivanovski, Decoding post-socialist transition on the case of Skopje - Housing in the arena of private interest - emergence of new urban prototypes, Master thesis, Anhalt University of Applied Sciences, Dessau Institute of Architecture, Dessau 2008 44 J.Ivanovski, Decoding post-socialist 48

La suddivisione in municipalità della Macedonia e della città di Skopje


A seguito della dissoluzione della Jugoslavia, la Macedonia, e con essa la città di Skopje, è stata investita da un processo di frammentazione politica ed amministrativa. La Macedonia infatti, nel 1996, è stato il primo paese dell’Ex-Jugoslavia ad aderire alla Carta europea dell’autogoverno locale. Il territorio della Macedonia è suddiviso oggi in 80 municipalità (opštini), numero più che raddoppiato rispetto al periodo Jugoslavo45. Nel paese esiste una sola divisione amministrativa con lo status di città ed è quella di Skopje, che si compone a sua volta di 10 municipalità. Esistono poi otto regioni con finalità esclusivamente statistiche e non amministrative. Dopo gli accordi di Ohrid del 2001, c’è stato un tentativo di rafforzare notevolmente il processo di decentramento già in atto, per assicurare una ripartizione dei poteri più bilanciata tra le diverse comunità presenti nel Paese. Il governo centrale monitora e dà impulso al processo di decentramento, prestando attenzione e cercando di correggere le naturali crescenti disparità tra le municipalità. Dopo il 2001, molti poteri sono stati trasferiti dal governo centrale a quelli locali e sono state approvate negli anni successivi le leggi sul finanziamento dei governi locali, sull’organizzazione territoriale dell’autogoverno locale e sulla città di Skopje. Le municipalità hanno ricevuto poteri decisionali in materia di istruzione, salute, cultura, pianificazione urbana e rurale, protezione ambientale , sviluppo economico locale, servizi pubblici municipali, sport e attività ricreative, welfare e protezione dell’infanzia, protezione

Decentralizzazione in stagnazione. Monitoraggio sul processo di decentramento in Macedonia. Report 2011

civile e lotta agli incendi, polizia locale46. La pianificazione urbana è stata una delle competenze più impegnative trasferite ai governi locali in Macedonia nel 200547. Con le varianti del 2009 alla legge in matetransition on the case of Skopje, cit. 45 Le municipalità della Macedonia durante il periodo della Jugoslavia socialista erano trentasei 46 M.Picarozzi, La programmazione per lo sviluppo locale nei Balcani, Progetto ADRI. EUR.O.P. Adriatic Euroregion Operational Plan, CeSPI Centro Studi di Politica Internazionale, Roma 2008 47 Prima del 2005 la pianificazione urbana era competenza delle autorità centrali, in Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

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PARTE 1 Skopje. Una città di frammenti

ria di terreni edificabili, le municipalità sono state poi autorizzate ad amministrare i terreni edificabili sui propri territori48. Nel processo di decentralizzazione, le capacità delle autorità locali sono state così rafforzate49, ma gli aspetti fiscali e finanziari del decentramento sono quelli più critici poiché, nonostante l’attribuzione di poteri fiscali a livello locale, al momento le municipalità hanno scarse capacità di raccogliere risorse50. Allo stesso tempo la decentralizzazione ha messo in luce la carenza e l’inadeguatezza rispetto alle nuove competenze richieste dalla pianificazione urbana. Mentre l’efficienza nell’emissione dei permessi di costruzione è aumentata più del 90%, molti problemi ancora rimangono. Non c’è nessuna municipalità che ha coperto tutto il suo territorio con dei piani urbani, inclusa la città di Skopje. Un terzo dei comuni non ha nominato alcun ispettore esperto in materia di pianificazione urbana e autorizzato alla supervisione e al monitoraggio delle attività di costruzione a livello locale al fine di eliminare le varie cause di irregolarità, per cui tutti i comuni hanno insediamenti informali per i quali non ci sono dati validi51. La decentralizzazione, auspicata come modello di controllo più efficace in grado di rispondere alle problematiche locali e a finanziare più servizi collettivi, è stata accettata come un modello globale capace di incontrare le richieste della società e migliorare la situazione micro - economica del Paese. Tuttavia, tale processo si è particolare, in particolare del Ministero dei “Trasporti e Comunicazioni” 48 Reactor, Arhitektri, Skopje raste. Policy Study on the Effects of Urban Planning Methodology and Practice, progetto a cura di Reactor - Research in Action e Arhitektri, Skopje

2013 49 Un programma pluriennale finanziato dall’Unione Europea (TRAIN) dal 2006 al 2009 ha formato più di 1.300 funzionari delle municipalità in materia di pianificazione urbana 50 M.Picarozzi, La programmazione per lo sviluppo locale nei Balcani, cit. 51 Decentralizacia vo stagnacia (Decentralizzazione in stagnazione), Report sul processo di decentramento in Macedonia, OSF - Macedonia, 2012; disponibile in macedone sul sito internet: http://soros.org.mk/dokumenti/monitoring-mkd-2011.pdf, citato in Reactor, Arhitektri, Skopje raste. Policy Study on the Effects of Urban Planning Methodology and Practice, cit. 50


dimostrato e si dimostra più difficoltoso del previsto in quanto «i funzionari pubblici post-socialisti mancano di una sufficiente capacità istituzionale, della conoscenza e dei fondi che un governo complesso della città richiede, in quanto durante l’era socialista sono sempre stati unità subordinate al governo centrale. Inoltre, di solito la nuova élite politica a livello di governo centrale è riluttante nel permettere ai governi locali di sviluppare una propria entità politica e nel conferirle dunque una sostanziale autonomia finanziaria»52. Gli aspetti fiscali e finanziari costituiscono l’aspetto più complesso del decentramento e le municipalità soffrono di scarse risorse. «Questa condizione di ampliamento delle competenze nella pianificazione urbana, combinata con le deboli capacità finanziare e istituzionali, ha trasformato gli stessi governi locali in partecipanti di pratiche urbane illegittime. [...] Disorientati nel contesto degli svariati interessi privati, la pianificazione urbana si sta attuando e mettendo in pratica in modi che non hanno precedenti. La pianificazione urbana su larga scala è scomparsa lasciando libera la strada alle iniziative individuali. [...] Di fronte alla mancanza di risorse finanziarie autonome, se non quelle derivanti dalle tasse sulle nuovi costruzioni, le municipalità della Macedonia unanimemente e tacitamente hanno optato per l’espansione della città quasi a nessun costo, abbandonando l’interesse pubblico, divenuto così un ostacolo per la crescita pianificata»53. Quello che vige oggi è dunque un «modello di insostenibilità regolamentata»54, che soddisfa gli interessi privati mentre intensifica i problemi urbani di ordine basilare, dalla mancanza di aree per il parcheggio e per il verde al traffico, dall’inquinamento all’isolamento.

52 I.Hamilton, Transformation of Cities In Central And Eastern Europe: Towards Globalization. United Nations University Press, 3-21, 2005, citato in J.Ivanovski, Decoding post-socialist transition on the case of Skopje, cit. 53 Reactor, Arhitektri, Skopje raste, cit. 54 Ibid. Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

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PARTE 1 Skopje. Una città di frammenti

La pianificazione urbanistica a Skopje si attua nella pratica su due livelli. Il primo è competenza della Città

di

Skopje e il secondo è a carico delle diverse Municipalità. Esiste dunque un Piano Urbano Generale, il cosiddetto GUP (Generalen Urbanisticki Plan), redatto dalla Città di Skopje, a cui fanno riferimento le diverse Municipalità per la redazione dei Piani Urbani di Dettaglio, i DUP (Detalen Urbanisticki Plan). Del GUP esistono due tavole di piano principali, la prima volta a rappresentanre le destinazioni d’uso del territorio, e la seconda, denominata Tavola di Sintesi, rappresenta invece il sistema infrastrutturale, stradale, ferroviario, della fornitura di acqua e fognario, elettrico e delle telecomunicazioni .

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GUP. Piano urbano generale Namena mapa (Mappa delle destinazioni)

Skopje. Una cittĂ di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

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PARTE 1 Skopje. Una cittĂ di frammenti

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GUP. Piano urbano generale Sinteza mapa (Mappa di sintesi)

Skopje. Una cittĂ di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

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PARTE 1 Skopje. Una città di frammenti

Sulla base di queste sole indicazioni le Municipalità redigono i DUP. Questi forniscono le regole della trasformazione, che equivalgono in sostanza alle altezze massime e alla distanze minime dal filo stradale consentite per le nuove costruzioni. La redazione dei DUP non avviene comunque sull’intero territorio di competenza delle Municipalità: l’intera area infatti è suddivisa in diversi ambiti delimitati solitamente dagli assi infrastrutturali esistenti o previsti dal GUP, per cui, come è stato precedentemente osservato, ad oggi non esiste nessuna Municipalità che ha coperto l’intero territorio con i piani urbani di dettaglio55, a dimostrazione che ad una scarsa e debole pianificazione si

DUP. Piano urbano di dettaglio56

affianca anche una frammentazione, che oggi esiste a Skopje anche sotto l’accezione di una non unitaria pianificazione del territorio. 55 Neppure la Municipalità di Centar non ha coperto l’intero suo territorio con i DUP. Assemblando i DUP nell’area della Municipalità di Centar è possibile vedere come molti siano ancora gli ambiti non pianificati. Rif. Parte 2. Tra i frammenti. Scenari di trasformazione. Previsto per l’area: il Piano Urbano Generale e i Piani Urbani di Dettaglio

56

56 Questo è uno dei piani urbani di dettaglio redatti dalla Municipalità di Centar. Nel particolare è quello redatto per il quartiere di Madzir Maalo. In questo lavoro di tesi il quartiere di Madzir Maalo è stato analizzato sotto diversi punti di vista. Rif. Parte 4. Dentro il frammento. Madzir Maalo . Successivamente è stato scelto per la costruzione di due scenari di trasformazione che infine sono stati confrontati con il presente DUP e con lo stato di fatto attraverso la SMCE (Social Multi Criteria Evaluation). Rif. Parte 4. Scenari di trasformazione


Skopje cresce: il settore delle costruzioni Durante il XX secolo la città di Skopje ha conosciuto una forte espansione, guidata dai diversi piani che durante il ‘900 si sono susseguiti in intervalli di tempo molto brevi57. In particolare dopo la seconda guerra mondiale, la modernizzazione socialista ha portato ad una crescita tanto territoriale che demografica, che si è verificata essere proporzionale tra Skopje e il resto della Macedonia. A partire dal 1981 e, in seguito alla dissoluzione della Jugoslavia, la popolazione ha continuato a crescere nella città di Skopje e sembra essere rimasta costante nel resto della Macedonia, sino al 2002, anno dell’ultimo censimento, quando la popolazione nella capitale è risultata essere un quarto dell’intero Paese, dimostrando come la città di Skopje si sia man mano configurata come una città accentratrice, una sorta di città-stato. Skopje oggi si trova in quella fase che V.Kai definirebbe «turbo-urbanesimo»58: il settore delle costruzioni oggi ha un peso più che rilevante nell’economia macedone e, in particolar modo, nella capitale. Al fine di valutare e comparare la crescita demografica e quella urbana, avere dati attendibili risulta fondamentale: stimare la domanda di nuovi alloggi, infrastrutture, ecc., riuscire dunque a rispondere all’interrogativo «Quanto è abbastanza?»59, non è però così facile. Conoscere i numeri in Macedonia è anzi un’impresa abbastanza difficile: dopo il conflitto etnico del 2001 57 Rif. Parte 1. Skopje: una città di frammenti. Un patchwork di modelli di città. 58 Vöckler Kai parla di turbo-urbanesimo per descrivere la crescita esponenziale, informale e abusiva delle costruzioni, con frequenti legami con la mafia edilizia, che caratterizza le città dei Paesi della Ex-Jugoslavia oggi, in Vöckler Kai (ed.), Prishtina is everywhere. Turbo Urbanism: the Aftermath of a Crisis, Amsterdam: Archis 2008. Ma il fenomeno del turbo-urbanesimo sembra essere causato a Skopje non solo dalla crescita abusiva, ma è anche facilitato dagli stessi piani urbani di dettaglio (DUP) 59 «Quanto è abbastanza?» è una delle domande che S. Velevski, professore della Facoltà di Architettura della Univerzitet Sv. Kiril i Metodj di Skopje, ha posto nel suo intervento durante il seminario tenutosi a Lisbona ad aprile 2015 nell’ambito del Progetto SINERGI; S.Velevski, O.Marina, M.M.Velevska, Skopje – new patterns of growth, in SINERGI. Social integration through urban growth strategies. Second Thematic Seminar, Lisbona 14-16 aprile 2015 Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

57


PARTE 1 Skopje. Una città di frammenti

e l'accordo quadro di Ohrid60, i diritti collettivi per le comunità etniche sono legate alla loro quota nella popolazione totale. Il censimento dunque è una questione altamente politicizzata: nel 2011 il censimento è stato annullato; alcune accuse sono state mosse durante l’ultimo censimento del 2002 di un conteggio eccessivo degli Albanesi nel Paese; il censimento condotto nel 1991 è stato boicottato dagli Albanesi ed è stato ripetuto nel 1994, con risultati apparentemente migliori, anche se commenti occasionali sostengono che anche quello ha sofferto dei flussi etnicopolitici61. In un Paese, dunque, in cui mancano dati validi su molte importanti questioni, non è facile una stima e una correlazione tra i diversi dati, cosa che invece sarebbe di primaria importanza per pianificare la crescita urbana futura, almeno in termini quantitativi. Secondo alcune stime rese pubbliche (senza citare però fonte e metodologia), a Skopje, già nel 2013, c’erano circa 4.000-5.000 nuovi appartamenti invenduti62. «I dati però non sono chiari perché molti costruttori sono restii a condividerli. Mentre alcuni di loro sono più onesti sulla situazione difficile, altri mantengono le apparenze nel tentativo di calmare il mercato. Il più semplice dei dati, quello sul numero di appartamenti venduti mensilmente, non viene reso pubblico»63. Sebbene dunque uno studio approfondito ed esaustivo dei dati non sia stato possibile, sia per la difficoltà di reperire i dati, sia perchè la veridicità degli stessi non è sempre assicurata, il breve dossier statistico che segue, attraverso la scelta di alcuni dati, ha l’obiettivo di ritrarre la situazione generale della Macedonia e della sua capitale da un punto di vista demografico ed economico, con particolare riferimento al settore delle costruzioni, al fine di trarne considerazioni di carattere soprattutto qualitativo. 60 Rif. Parte 1. Skopje: una città di frammenti. In cerca di un’identità. La frammentazione etnica. Integrazione: un obiettivo dichiarato ma non praticato 61 R.Karajkov, Macedonia: annullato il censimento, in Osservatorio Balcani e Caucaso, 19 ottobre 2011 62 R.Karajkov, Macedonia: il mattone dal boom alla crisi, in Osservatorio Balcani e Caucaso, 12 agosto 2013 63 R.Karajkov, Macedonia: il mattone dal boom alla crisi, cit. 58


Demografia 2500000 2000000

La popolazione macedone è raddoppiata

1500000 Skopje

1000000

dal 1948 al 2002, concentrandosi gradualmente a Skopje, dove, nel 2002, la

Resto della Macedonia

500000

popolazione risulta essere un quarto del totale, con 506.926 abitanti. 2002

1994

1981

1971

1961

1953

1948

0 2002

Crescita demografica totale

Popolazione di Skopje

Crescita demografica nel resto della Macedonia

Popolazione del resto della Macedonia

Crescita demografica di Skopje

Crescita demografica, 1948-2002 e distribuzione della popolazione, 2002

Dal 1994 al 2010, la Regione di Skopje ha Nord-Est

avuto un incremento di popolazione mag-

Nord-Est

giore del 10%. Crescite minori si sono

Skopje

Skopje Est

Polog

Polog

verificate invece nelle altre regioni con

Est

Nord-Est

addirittura decrescite nella Regione Est e

Skopje Polog

Vardar Sud-Est

Sud-Ovest

Est

Vardar

in quella della Pelagonia.

Sud-Est

Sud-Ovest

Ciò è dovuto tanto ad una maggiore cre-

Vardar Pelagonia

Sud-Est

Pelagonia

Sud-Ovest

Pelagonia

>10%

5-10%

0-5%

<0%

Tasso migratorio, per 1000 abitanti (n.immigrati in - n.emigrati da)

Saldo migratorio

Crescita naturale, per 1000 abitanti

> 10 %

>2%

5 - 10 %

0-2%

0-5%

-1 - 0 %

<0%

< -1 %

scita naturale nella Regione di Skopje,

0,6 +600 Tasso migratorio, per 1000 abitanti Tasso naturale, per 1000 abitanti (n.immigrati in - n.emigrati da)

>2

0-2

-1 - 0

<+400 -1 0,4 0,2 +200

Tasso naturale, per 1000 abitanti

>2

0-2

-1 - 0

< -1

0,6 0,4 0,2 0 -0,2

00 -0,2 -200

Cambiamenti demografici, nelle diverse aree Crescita naturale e flussi migratori nelle didella Macedonia, dal 1994 al 2010 verse aree della Macedonia, 2014

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

quanto ai flussi migratori che avvengono soprattutto dal resto della Macedonia verso Skopje dove, solo nel 2014, vi è stato un ingresso di più di 1000 immigrati, mentre nelle altre regioni il tasso migratorio nello stesso anno si è verificato essere ovunque negativo.

59


PARTE 1 Skopje. Una città di frammenti

Economia. Il peso del settore delle costruzioni

Dal 1991 ad oggi il settore delle costru-

5000000

zioni in Macedonia ha rivestito un ruolo

25000000 20000000

crescita, seppur nei diversi anni caratte-

15000000

rizzata da relative cadute e risalite, dei

10000000 5000000

re, e di tutti gli altri tipi di lavori di costru-

1991

0

zione, inclusi la ricostruzione, il recupero, la rifunzionalizzazione e la manutenzione sulle costruzioni esistenti.

Valori attualizzati dei lavori di costruzione completati, in migliaia di dinari, dal 1991 al 2010

Oggi nel settore delle costruzioni, se confrontato con gli altri settori, si ha la maggiore formazione di capitale fisso (37%), dimostrando l’enorme peso di tale settore nell’economia del Paese. Non si può dire lo stesso guardando però i dati relativi agli addetti per settore, che, con una percentuale del solo 7% di addetti nel settore delle costruzioni, lascerebbero pensare ad un ruolo relativamente modesto di tale settore in rapporto all’economia reale.

Primario

Primario

Secondario

Secondario

Secondario - COSTRUZIONI

Secondario - COSTRUZIONI

Terziario

Terziario

Formazione lorda di capitale fisso nei vari settori, 2012

60

2010

di edifici residenziali e non, di infrastruttu-

2005

valori attualizzati dei lavori di costruzione,

2000

cedone, dimostrato dalla forte e continua

1995

sempre più importante nell’economia ma-

Addetti per settore, 2012


Edifici residenziali

Il settore delle costruzioni. Cosa e dove si costruisce Aerodrom

Aerodrom

Karposh

Il settore delle costruzioni in Macedonia si concentra sulla costruzione di edifici, in

Karpoš Centar

Centar Gjorche Petrov

primo luogo residenziali e poi di altro tipo, e, in particolar modo, nella capitale, dove

Gjorce Kisela Voda

dei lavori dello stesso tipo in tutto il resto della Macedonia. Gli altri tipi di costruzione, dalle infrastrutture alla ricostruzione, recupero, rifunzio-

Petrov

Kisela Voda

il valore dei lavori di costruzione degli edifici residenziali è pressoché pari a quello

Altre municipalità

Edifici residenziali Edifici non residenziali

nalizzazione e manutenzione sulle costruzioni esistenti rivestono un peso molto minore, in particolare i lavori di ricostruzione, recupero e rifunzionalizzazione, che

Centar Centar Aerodrom Aerodrom

tra l’altro vengono eseguiti per la maggior parte nel resto della Macedonia, ma non

Karposh Karpoš Butel Butel

a Skopje.

Ilinden Ilinden

Spostando l’analisi alla sola capitale, risulta che le aree su cui il settore delle costruzioni si rivolge sono in particolare il centro, o meglio il territorio della Municipalità

Altre municipalità

Edifici non residenziali

Infrastrutture per il trasporto

di Centar, dove è concentrata la maggior parte del valore dei lavori di costruzione, fatta eccezione per i lavori di costruzione di edifici residenziali, che si concentra

Centar Centar

soprattutto nella Municipalità di Aerodrom, il cui territorio oggi risulta essere un’area

Sopishte Sopište

ancora in espansione.

Aerodrom Aerodrom Kisela Voda Kisela Voda Chair Cair

Altre municipalità

Resto della Macedonia

Ricostruzione, recupero, rifunzionalizzazione e Infrastrutture per il trasporto manutenzione sulle costruzioni

Edifici residenziali Edifici non residenziali

Edifici residenziali Edifici non residenziali

Skopje

Centar

Centar

Infrastrutture per il trasporto

Karposh

Ricostruzione, recupero, rifunzionalizzazione e manutenzione sulle costruzioni Altro

Aerodrom

Infrastrutture per il trasporto Ricostruzione, recupero, rifunzionalizzazione e manutenzione sulle costruzioni Altro

Distribuzione dei valori dei lavori di costruzione completati, per tipo di costruzione e localizzazione, 2013

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

Karpoš

Gazi Baba

Gazi Baba

Aerodrom Chair Cair Altre municipalità

Ricostruzione, recupero, rifunzionalizzazione e manutenzione sulle costruzioni

Distribuzione dei valori dei lavori di costruzione completati, per tipo di costruzione e municipalità di Skopje, 2013

61


PARTE 1 Skopje. Una città di frammenti

Il settore delle costruzioni residenziali. Chi e dove costruisce Dal 1970 ad oggi la Macedonia ha conosciuto, in una prima fase, dal 1979 al 1990,

delle proprietà statali, soprattutto dal ‘90 al 2000, anno a partire dal quale l’assetto proprietario sembra essersi stabilizzato. Oggi i promotori della costruzione dei

2010

cedente, vi è stata una drastica riduzione

2005

privatizzazione, molto più rapido del pre-

2000

della Jugoslavia, nel processo inverso di

1995

‘90 ad oggi, a seguito della dissoluzione

1990

statale delle costruzioni residenziali. Dal

1985

ta da una rapida crescita della proprietà

1980

lizzazione degli edifici residenziali, distin-

5000000 4500000 4000000 3500000 3000000 2500000 2000000 1500000 1000000 500000 1970

durante il periodo socialista, la naziona-

Superficie residenziale posseduta dallo Stato, dal 1970 al 2010

nuovi edifici residenziali sono le imprese private e i proprietari, che concentrano però le loro attività di costruzione in aree

Karpoš

differenti. Se le imprese si rivolgono infatti

Aerodrom Centar

tutti alla capitale e, in particolar modo, al territorio della Municipalità di Aerodrom, i proprietari invece costruiscono nuovi alloggi, o estensioni di quelli esistenti, soprattutto nel resto della Macedonia e a Skopje soprattutto nell’area di Karpos, segnata oggi da una trasformazione urbana caratterizzata dall’estensione e la sopraelevazione degli edifici esistenti.

Resto della Macedonia

Skopje

Karpoš

Resto della Macedonia

Gjorce Petrov Skopje

Butel

Gjorce Petrov Altre municipalità Centar Altre municipalità Superficie residenziale costruita da imprese private

Superficie residenziale costruita da proprietari privati

Superficie residenziale di nuova costruzione, per tipologia di costruttore e localizzazione, 2013

62


Il mercato abitativo a Skopje. Quanto costa Il valore delle nuove costruzioni residenziali presenta una classica distribuzione concentrica: i prezzi del nuovo costruito sono massimi nell’area del centro e vanButel

Gjorce Petrov

no a diminuire verso le aree periferiche, fatta eccezione per l’area della municipa-

Suto Orizari

lità di Aerodrom, che sebbene copra un territorio anche periferico, presenta una

Gazi Baba Cair Saraj

Karpos

fascia di prezzo tra le più alte. E’ interes-

Centar

sante notare che per le aree della Municipalità di Saraj, a prevalenza albanese, e

Aerodrom

quelle di Suto Orizari, popolata dai Rom66,

Kisela Voda

> 1200 €/m² 1000 - 1200 €/m² 800 - 1000 €/m² 600 - 800 €/m² Dati non presenti

Fasce di prezzo degli immobili ad uso abitativo, per municipalità64 , 2014

SALARIO MEDIO NETTO MENSILE65, 2013 = 7048 MDK = 141 €

non è stato possibile reperire dati, a dimostrazione che tali aree sono, con molta probabilità, fuori dal mercato abitativo o, perlomeno, da quello propriamente macedone. In ogni caso, i prezzi riscontrati, se messi a confronto con il salario medio netto mensile, sono esorbitanti e, cercando di

64 La stima è avvenuta attraverso un’indagine di mercato eseguita presso l’Agenzia Immobiliare “Adriatik93 - Agencija za nedvižnosti”, Hristo Smirnenski, Skopje. A tal fine è stata utilizzata una metodologia sintetico-comparativa: per ogni macrozona sono stati scelti 10 immobili ad uso abitativo: in particolare appartamenti in edifici residenziali localizzati su un piano medio e composti da cucina, bagno e da 2 a 4 camere da letto. L’anno di costruzione è compreso tra il 1970 e il 2010. Lo stato di conservazione non è noto. Costruita per ogni macrozona una scala di prezzi noti, è stato calcolato il valore medio ponderale. Si riportano comunque le fasce di prezzo riscontrate.. 65 Il valore del salario medio netto si riferisce all’intero territorio della Macedonia e a tutti i settori economici Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

interpretare tale fenomeno, si può dire che esiste un divario altrettanto enorme a livello sociale e che probabilmente l’acquisto del nuovo costruito non avviene in modo equamente distribuito. 66 Rif. Parte 1. In cerca di un’identità. La frammentazione etnica. Integrazione: un obiettivo dichiarato ma non praticato 63


PARTE 1 Skopje. Una città di frammenti

La trasformazione di Debar Maalo: un modello di “insostenibilità regolamentata” Engels, già nel 1872, scriveva che «l’estendersi delle città moderne conferisce al suolo situato in alcune zone, e soprattutto in prossimità del centro, un valore artificiale, che spesso cresce enormemente; gli edifici che vi sono costruiti, anziché contribuire ad innalzare il valore stesso, piuttosto lo diminuiscono, dato che non

C

rispondono più alle mutate condizioni; allora si abbattono e si rimpiazzano con dei nuovi»67. Non è dunque assolutamente una novità che un processo di trasformazione che investa un’area in forte degrado localizzata in prossimità del centro preveda la demolizione e la ricostruzione degli

Localizzazione dell’area dei quartieri di Debar Maalo e Bunjavovec

edifici. A Skopje però il processo di «sostituzione urbana»68, previsto dai DUP (Piani Urbani di Dettaglio), sembra essere quasi l’unico mezzo di trasformazione e sviluppo della città. Gli esempi dei quartieri Bunjakovec e Debar Maalo sono esattamente l’anticipazione di come molti altri quartieri ver67 In D.Harvey, L’enigma del capitale e il prezzo della sua sopravvivenza, Feltrinelli, Milano 2011 68 J. Ivanovski, Decoding post - socialist transition on the case of Skopje, cit. 64

Rappresentazione provocatoria del processo di trasformazione dell’area di Bunjavovec, in J. Ivanovski, Decoding post - socialist transition on the case of Skopje, cit.


ranno trasformati nel futuro in accordo con i vari DUP. Sia Bunjakovec che Debar Maalo sono localizzati nel centro della città. Le aree residenziali, precedentemente alla trasformazione, si presentavano come omogenee, costituite da aggregati di edifici residenziali individuali di uno o due piani, tipicamente dotati di piccoli cortili, spesso sistemati a verde, creati su parcelle dalle forme irregolari. La trasformazione urbana, avvenuta nell’area negli ultimi venti anni e ancora in corso, è consistita e consiste nella demolizione delle case esistenti e nell’erezione di nuovi edifici sugli stessi lotti. Il processo di trasformazione è semplice e vede in gioco quattro principali attori, gli investitori, i piccoli proprietari delle case e dei terreni, i clienti, acquirenti dei nuovi alloggi e la Municipalità di Centar, a cui Debar Maalo e Bunjakovec appartengono. Il processo comincia con l’acquisto dell’immobile e del terreno, su cui l’edificio è costruito, da parte di un investitore che molto spesso è anche il futuro costruttore. Più comunemente il costruttore compensa il valore di mercato della proprietà cedendo al proprietario il 20-25% della superficie lorda totale dell’edificio appena questo viene completato69. Quando il proprietario accetta l’offerta del costruttore, la tipica casa ad uno o due piani viene rimpiazzata da un edificio multi piano orientato al profitto, con un aumento della superficie lorda anche più di dieci volte70. La maggior parte degli appartamenti viene venduta prima che il nuovo edificio venga completato o a volte addirittura iniziato71. Ciò implica nella pratica che i clienti, come co-attori del processo, sono anche in grado di influenzare il progetto architettonico. In questa prospettiva, l’architetto ha il ruolo di massimizzare il profitto dei costruttori, accomodare i desideri degli ex-proprietari dei terreni e dei clienti e di evitare gli ostacoli prodotti dalle direttive dei Piani Urbani di Dettaglio. Uno dei punti più critici nelle direttive riguarda l’area del sottotetto, che, avendo standard qualitativi più 69 J. Ivanovski, Decoding post - socialist transition on the case of Skopje, cit. 70 Ibid. 71 Ibid. Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

Demolizione e ricostruzione ad opera di investitori privati nella di Debar maalo e Bunjakovec

65


PARTE 1 Skopje. Una città di frammenti

1990

2012

2020

1990 aree costruite aree verdi

Superficie costruita e verde in tre momenti: 1990, 2012, 2020 (trasformazione prevista secondo il DUP) in un lotto specifico di Bunjakovec. Immagini rielaborate dalla piattaforma interattiva disponibile sul sito internet http://skopjeraste.mk. La piattaforma interattiva, archiviando e visualizzando tridimensionalmente i dati relativi alla trasformazione che investe l’area di Debar Maalo e Bunjakovec, mira al coinvolgimento dei cittadini nei processi di trasformazione della città, ampliando la consapevolezza e la conoscenza sui processi in atto. «L’archiviazione dei dati non è solo una procedura tecnica per mantenere la conoscenza digitale della città, ma per collegarsi con la società nel modo più interattivo possibile»72 72 Reactor, Arhitektri, Skopje raste. Policy Study on the Effects of Urban Planning Methodology and Practice, progetto a cura di Reactor - Research in Action e Arhitektri, Skopje 2013 66

2012

2020 Monitoraggio della trasformazione in tre momenti: 1990, 2012, 2020 (trasformazione prevista secondo il DUP): a sinistra nell’area di Debar Maalo e Bunjavovec; a destra in un lotto specifico di Bunjakovec. Immagini rielaborate dalla piattaforma interattiva disponibile sul sito internet http://skopjeraste.mk nell’ambito del progetto Reactor, Arhitektri, Skopje, cit.


bassi,è tassata solo al 10% dell’importo applicato per i piani inferiori. «La capacità di evitare la tassazione è un’abilità che è praticata intensivamente dagli architetti che lavorano in insediamenti residenziali privati. L’abilità dell’architetto è quella di “camuffare” gli spazi costruiti»73. I nuovi edifici vengono così costruiti con il massimo dell’altezza e del volume consentiti, al fine di massimizzare il profitto proveniente dalla vendita o dall’affitto degli appartamenti. Il primo e cruciale aspetto impari del processo è basato sull’enorme divario economico esistente tra i proprietari e gli investitori, che pone i proprietari nella condizione di essere persuasi molto facilmente: il cortile e la casa di uno o due piani, spesso in condizioni di forte degrado, sono, in molti casi, tutto ciò che essi hanno. Le condizioni dell’edificato, al di sotto degli standard qualitativi minimi, permettono facilmente di predire la risposta data da un proprietario a cui viene proposto di 73

J. Ivanovski, Decoding post - socialist transition on the case of Skopje, cit.

Coesistenza di nuovi e vecchi edifici nella trasformazione in atto nell’ area di Debar Maalo e Bunjakovec

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

La densità del nuovo edificato nell’ area di Debar Maalo e Bunjakovec

67


PARTE 1 Skopje. Una città di frammenti

vendere la sua proprietà in cambio di un nuovo appartamento, e ancor di più, in un nuovo edificio. Tra l’altro, molti dei proprietari residenti, soprattutto i più anziani, a seguito della trasformazione hanno lasciato il quartiere, avendo la possiblità di sostituire il loro nuovo appartamento con uno più economico in aree periferiche della città e utilizzando il surplus per migliorare le proprie condizioni di vita. In molti casi è stato anche il mutamento drastico dello stile di vita, che prima della trasformazione si basava sui rapporti di vicinato, oggi annullati, a causare, seppure non esistano dati precisi in merito, la naturale conseguenza del fenomeno della gentrification74. In ogni caso come messo da più parti in luce, anche in modo piuttosto critico, «i cittadini, proprietari, hanno imparato a giocare le proprie carte e sono divenuti al pari degli investitori attori dei processi di costruzione influenzando i metodi di pianificazione di ampie aree della città. Con il loro ovvio coinvolgimento, le capacità abitative nel caso delle aree di Debar Maalo e Bunjakovec sono cresciute drasticamente, creando quindi profitto sia per i proprietari che per la municipalità. [...] Gli investitori operarono come una terza parte entrando nel processo di negoziazione e lasciando il tavolo con un profitto enorme. La municipalità riceve la sua quota di profitto con gli introiti delle tasse comunali e lascia ai proprietari la negoziazione anche del 30% del profitto totale del progetto di costruzione»75. Questo meccanismo, generato come diretta conseguenza dei piani urbani di dettaglio e, basato su regole di trasformazione che non trovano il loro fondamento in nessuna visione di città, crea, come già sottolineato, un «modello di insostenibilità regolamentata», dove l’unico obiettivo sembra quello di generare profitto speculativo a discapito del territorio e della stessa vita degli abitanti.

74 J. Ivanovski, Decoding post - socialist transition on the case of Skopje, cit. 75 Reactor, Arhitektri, Skopje raste. Policy Brief: Trasforming the green spaces in Skopje. Strategy Proposal for possible urban transformation on the case study urban block B10 in Debar Maalo Quarter, Skopje, progetto a cura di Reactor - Research in Action e Arhitektri, Skopje 2013 68


IN CERCA DI UN’IDENTITÀ allo stesso modo la frammentazione sociale viene nascosta ma allo stesso tempo inasprita attraverso la narrazione di una presunta storia collettiva, che, ignorando i diversi passati che caratterizzano ogni etnia presente in Macedonia, cerca di annullare le differenze, alla ricerca di una sola identità. La breve trattazione che segue illustra in primo luogo la frammentazione etnica della Macedonia e di Skopje, ricollegandola, su di un piano politico, ai conflitti etnici e mettendo in luce come il tentativo di integrazione e pacificazione sia di fatto un obiettivo politico dichiarato ma non M. Marchetti, Skopje dream

praticato. In secondo luogo, tale frammentazione e l’inesistenza di una politica di integrazione vengono lette attraverso il

In Macedonia, ad una frammentazione fisica che, come si è visto, è il frutto di

progetto Skopje 2014, il progetto urbano

una pianificazione urbana e territoriale condizionata da complessi processi storico-

che sta trasformando l’area centrale della

politici, si affianca una frammentazione sociale ed etnica ancora più complessa.

città e che, attraverso la narrazione sto-

Così come i “frammenti urbani”, oggi, vengono, più o meno volutamente, omologati

rica e la celebrazione di eroi nazionali,

attraverso una pianificazione urbana che tende ad appiattire le differenze sempli-

“etnicizza” la storia del Paese favorendo

cemente riscrivendo intere aree della città per mezzo dei piani urbani di dettaglio,

ulteriormente la frammentazione etnica.

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

69


PARTE 1 Skopje. Una città di frammenti

La frammentazione etnica. Integrazione: un obiettivo dichiarato ma non praticato Skopje è da sempre luogo di coesistenza

Macedoni Albanesi Turchi Rom Popolazioni miste

tra popolazioni diverse: sin da quando la Macedonia era parte dell’Impero Ottomano, la città era divisa nei cosiddetti maala, organizzati, come si è visto76, secondo principi etnici e religiosi, dove vi-

Popolazione della Macedonia secondo i dati del censimento del 2002 Immagine proveniente da J. Ivanovski, Decoding post - socialist transition on the case of Skopje, cit.

vevano gruppi diversi a cui, se non musulmani, veniva riconosciuto lo statuto di millet, ovvero comunità popolo77. Oggi Skopje continua ad essere caratterizzata dalla coesistenza, più o meno pacifica, di diverse comunità: la popolazione risulta divisa in Macedoni (60%), Albanesi (20%), Rom (5%) e altre nazionalità, tra cui Turchi, Serbi, Bosniaci, Valacchi (9%). Tali popolazioni, oggi, così come avveniva nella città ottomana, hanno trovato una precisa collocazione nel contesto urbano, che, dunque riflette in modo del tutto visibile la frammentazione etnica. Ma se a 76 Rif. Parte 1. Skopje. Una città di frammenti. Skopje: un patchwork di modelli di città. I piani urbanistici del XX secolo: la sperimentazione dei modelli. La modernizzazione della città ottomana: il piano di D.T.Leko (1914) e il piano di J.Mihajlovic (1929) 77 D.Ruggieri, Skopje. La comunità in movimento, cit. 70

66% Macedoni 20% Albanesi 5% Rom 9% Altri

Popolazione della città di Skopje secondo i dati del censimento del 2002 Immagine proveniente da M. Mijalkovic, K. Urbanek, Skopje. The World´s Bastard. Architecture of the Divided City, Wieser, Klagenfurt 2011


Skopje la comunità Rom costituisce, per così dire, un’isola “felice”, ignorata da tutti78, le tensioni maggiori, frutto di complessi processi storico-politici si esplicano soprattutto tra Macedoni e Albanesi. Parlare oggi di integrazione è cosa molto difficile. A seguito dell’indipendenza dalla Jugoslavia, la Macedonia ha cominciato a sviluppare una serie di politiche volte principalmente ad accomodare gli interessi e le esigenze delle diverse etnie coesistenti. Nel 1999, l’arrivo di circa 360.000 rifugiati albanesi dal Kosovo, la maggior parte dei quali ritornati alle proprie case dopo la fine del conflitto, ha modificato gli equilibri politici della ex Repubblica Jugoslava di Macedonia. Nel 2001, la componente albanese presente nel paese, appoggiata da gruppi radicali in Kosovo, rivendicò l’autonomia delle zone settentrionali e occidentali a maggioranza albanese scatenando un conflitto interno durato alcuni mesi che causò un numero imprecisato di vittime e l’emigrazione forzata di circa 2.000 persone. Sull’orlo di una guerra civile, con l’invio di un contingente della NATO e la promessa del governo di dare riconoscimento culturale alla minoranza albanese si è giunti alla firma degli accordi di Ohrid dell’agosto 2001 che hanno modificato la costituzione della ex Repubblica Jugoslava di Macedonia nel senso di maggiori garanzie per le minoranze presenti nel Paese, prime fra tutte quella albanese79. Gli incidenti di Kumanovo, cittadina a maggioranza musulmana situata nel nord della Macedonia, al confine con Serbia e Kosovo, risalenti a soli due mesi fa, sono stati ricondotti da molti media macedoni e dallo stesso governo, guidato dal partito macedone di Nikola Gruevski, ad un’attacco terroristico da parte di un gruppo armato di origine albanese, nel contesto delle tensioni etniche tra le due popolazioni. Ma la Macedonia sta vivendo oggi un momento di forte instabilità politica: il governo, fortemente corrotto, è in procinto di cadere, per cui altre versioni, tra cui quelle degli oppositori del partito albanese, vedono lo stesso governo direttamente implicato negli scontri di Kumanovo 78 Spesso gli abitanti macedoni di Skopje non sono neppure mai andati nella Municipalità di Suto Orizari, a nord della città, abitata dalla comunità Rom. 79 M.Picarozzi, La programmazione per lo sviluppo locale nei Balcani, cit. Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

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PARTE 1 Skopje. Una città di frammenti

con lo scopo di far leva sulle tensioni etniche e deviare l’attenzione dell’opinione pubblica80. Ancora oggi, dunque, l’assetto politico e sociale della Macedonia è quasi completamente imposto dai diversi interessi etnici, in un sistema che potrebbe definirsi etnocratico81: infatti, i diversi partiti politici tendono a rappresentare l’etnia di cui fanno parte, in un circolo vizioso in cui l’integrazione rimane un obiettivo dichiarato ma non praticato.

80 Gli scandali delle intercettazioni del presidente del governo Nikola Gruevski, le violenze che hanno sconvolto la città di Kumanovo, le divisioni etniche e le reazioni del governo e delle istituzioni europee sono ben argomentate nel dossier Macedonia. La deriva in continuo aggiornamento dell’Osservatorio Balcani e Caucaso, disponibile sul sito internet http://www.balcanicaucaso.org/Dossier/ Macedonia-la-deriva 81 Di «etnocrazia» parla ampiamente l’antropologo Goran Ianev con un approccio orientato ad esaminare le tensioni etniche, in Macedonia e a Skopje, in riferimento agli spazi urbani, interpretati come «territori etnicamente definiti»; in G.Ianev, Narrating the nation, narrating the city, in Cultural Analysis, Volume 10, University of California., 2011 72

M. Marchetti, Macedonia. La deriva


L’etnicizzazione della memoria: il progetto Skopje 2014 Sotto lo slogan «Una città europea ha bisogno di un centro storico»82 nel 2010 viene presentato ufficialmente il progetto Skopje 2014, avviato dal governo conservatore di Nikola Gruevski, che sta rivoluzionando il centro cittadino lungo entrambe le sponde del fiume. Il nuovo piano dell’area centrale prevede la costruzione di edifici in stile barocco e neoclassico, uffici governativi e istituzioni amministrative, musei e spazi culturali, un arco di trionfo e centinaia di monumenti e statue La sponda sinistra del Vardar trasformata dal progetto Skopje 2014

di figure storiche e culturali macedoni. Il maggior risalto è stato dato alla statua di Alessandro Magno, alta 30 metri, e a suo padre, Filippo II. Skopje 2014 ha lo scopo di ridefinire l’immagine della città ergendola a simbolo dell’identità nazionale macedone, attraverso la rievocazione della storia classica. A seguito della dissoluzione della Jugoslavia, i nuovi paesi balcanici indipendenti, tra i quali la Macedonia, si sono rivolti

La statua di Alessandro Magno sulla sponda destra del Vardar Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

82 G. Ianev, B. Kriznik, From open city towards grand national capital. Mapping the symbolic recostruction of Skopje, Skopje 2008, citato in A.Cantore, Le immagini della città, Un progetto urbano per Skopje, cit. 73


PARTE 1 Skopje. Una città di frammenti

alle loro memorie collettive, avviando differenziazioni culturali all’interno degli stati nazionali, reinterpretando così i rapporti tra maggioranze e minoranze etniche. «Il passato socialista continua ad esercitare la propria influenza sulla città (attraverso) la costruzione della memoria pubblica. Se nella Jugoslavia di Tito le piazze e le strade erano il teatro della celebrazione dell’epopea partigiana, oggi i monumenti celebrano i vecchi eroi delle varie nazionalità»83. Negli attuali dibattiti, è lo stile ed i materiali che vengono contestati o la cattiva gestione delle risorse84, mentre la visione ed il ruolo politico del progetto, la partecipazione pubblica e la funzione del piano risultano, nelle discussioni più comuni, tutti argomenti di secondaria importanza. Come reazione immediata all’annuncio del progetto si è creata una piattaforma di cittadini che lo hanno contestato sotto gli auspici della First Archi Brigade, un gruppo volontario di studenti di architettura scesi in campo in difesa del gusto architettonico, e della Ploštad Sloboda, letteralmente Piazza della Libertà, un’associazione civile, le cui contestazioni sono culminate in proteste e scontri pubblici, nel marzo del 2009, tra i sostenitori e gli oppositori del progetto, esemplificando la divisione interna alla società. La gente è infatti divisa sul progetto, ma molti pensano che, dopo venti anni di transizione, si meritino qualcosa di grande come Skopje 2014. «Il progetto Skopje 2014 è da incorniciare e codificare attraverso la dimensione del conflitto etnico»85. I simboli e i “marcatori” dell’identità hanno svolto un ruolo cruciale nella costruzione dell’immaginario della città (nuove chiese e croci sulle cime delle montagne, nuove moschee e monumenti), che ha definito e segnato territori all’insegna della frammentazione etnica. Nel 2002, ad esempio, dopo il conflitto etnico, una croce di 77 metri è stata eretta sul monte Vodno, a sud di Skopje, e può 83 L.Chiodi, C.Sighele, La metamorfosi delle città in transizione, in Osservatorio Balcani e Caucaso, 24 luglio 2009 84 Il costo del progetto, dichiarato inizialmente 80 milioni di euro, supera in realtà i 200 milioni. 85 K. Mojanchevska, M.P. van Dijk, A future of the past. Disjuncture between urban and cultural policy planners in the city of Skopje, Working Paper, ISS, Den Haag 2012 74


essere vista nitidamente da ogni punto della città. In risposta al progetto Skopje 2014, gli Albanesi non sono di certo rimasti inattivi: nel gennaio 2012, nella Piazza di Skenderberg di Chair, la municipalità abitata in prevalenza dalla comunità albanese, è stata eretta una statua equestre dell’eroe nazionale albanese. La statua, del tutto simile a quella di Tirana è stata inaugurata dal leader del principale partito politico albanese e dal governatore locale della municipalità di Chair, adiacente all’area designata per il progetto Skopje 2014. «Skopje è così una città con due piazze principali. Dal punto di vista simbolico una città non potrebbe essere più divisa di così: ognuno con i propri spazi e le proprie statue. Lo spazio pubblico sarà diviso tra i Macedoni e gli Albanesi e sarà contrassegnato dalle rispettive figure storiche mentre gli altri gruppi, come la numerosa comunità rom ad esempio, saranno sottorappresentati»86. Dal punto di vista di molti urbanisti e professionisti, tra i quali anche Mijalkovič e Urbanek87, la necessità di creare un’identità chiara e distinta è legata al processo di europeizzazione della città ed ha il rischio implicito di inasprire le divisioni e le rotture interne alla città stessa. Con il progetto Skopje 2014 la storia o, meglio, parte di essa, viene incorniciata e narrativamente codificata, ma non interpretata. La storia che viene narrata non riflette il sentimento delle diverse comunità nei confronti della storia stessa, ma ne plasma la successiva esperienza aumentando o diminuendo il livello di identificazione dei diversi gruppi88. Come i conflitti sono visti, interpretati e rappresentati dipende in modo significativo dagli schemi interpretativi (Brubaker 2004)89. Pertanto, l’uso di una cornice interpretativa mono-etnica e il significato simbolico che Skopje 2014 trasmette non può far altro che favorire la frammentazione etnica. 86 M. Rukaj, Skopje, la città bastarda, Intervista a M. Mijalkovic e K. Urbanek, in Osservatorio Balcani e Caucaso, 9 settembre 2011 87 M. Mijalkovic, K. Urbanek, Skopje. The World´s Bastard. Architecture of the Divided City, Wieser, Klagenfurt 2011 88 K. Mojanchevska, M.P. van Dijk, A future of the past, cit. 89 Ibid. Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

75


PARTE 1 Skopje. Una città di frammenti

«La monumentalizzazione delle narrazioni storiche nello spazio pubblico crea una nuova identità etnica nazionale che contribuisce ad un ulteriore etnicizzazione della memoria della comunità»90. La risposta ad una richiesta di uguaglianza e di mantenimento e valorizzazione delle diversità culturali si traduce così in una maggiore segregazione e differenziazione. Questa ricerca di identità ha in questo modo il risultato non di costruire un senso comune, quanto piuttosto di rappresentare semplici narrazioni storiche. «Il passato non deve essere una semplice narrazione storica delle glorie nazionali, che omette ed elimina le atrocità. Al contrario, il ricordo pubblico dei crimini del passato e delle storie di ingiustizia e discriminazione, è una condizione essenziale per la tolleranza e il rispetto tra le diverse comunità»91.

Stop al nazionalismo

90 Ibid. 91 Ibid. 76




PARTE 2 Tra i frammenti Per capire la città ad un certo punto è necessario un avvicinamento di scala. La scelta è ricaduta sull’area a ridosso del centro lungo l’asse nord - sud, una porzione di città che, per la sua frammentazione e complessità, merita di essere esplorata e interpretata. L’area verrà descritta prima in modo soggettivo attraverso una raccolta fotografica, poi attraverso una lettura per layers tematici e per frammenti, che sfocerà infine in una proposta progettuale. In un secondo momento ci si concentrerà invece sugli scenari di trasformazione che interessano l’area, ovvero sullo scenario previsto dalla Città di Skopje e dalle varie Municipalità con il Piano Urbano Generale e i Piani Urbani di Dettaglio e in secondo luogo sugli scenari su cui si è lavorato e discusso durante il workshop tenutosi a Skopje nell’ambito del progetto Sinergi.

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

79



L’AREA A RIDOSSO DEL CENTRO LUNGO L’ASSE NORD SUD La scelta di concentrarsi su di un’area specifica della città è derivata dalla necessità di approfondire l’analisi attraverso diverse metodologie, che, sulla scala della città intera, seppur mantenendo il loro grado di validità, avrebbero perso di efficacia. Il salto di scala dalla città ad una sua area, sebbene questa come si vedrà abbia una notevole estensione, è stato dunque necessario per esplorare la città stessa con un maggior grado di approfondimento, derivante dal riconoscimento di specificità visibili solo attraverso un avvicinamento di scala. L’area scelta, a ridosso del centro, occupa la fascia verticale divisa lungo la sua direzione nord - sud dalla stazione sopraelevata dei treni progettata da Kenzo Tange e lungo quella est - ovest dal fiume Vardar. Si tratta di un’area che presenta un alto grado di complessità dovuto alla stratificazione storica1 che nel corso del ‘900 ha sviluppato e trasformato l’area. La frammentazione di cui sin qui si è parlato prende corpo in quest’area in modo visibilissimo, già solo guardando frettolosamente la cartografia. Ed è per tale motivo che approfondire quest’area può divenire molto interessante nell’ottica di esplorare la frammentazione della città. L’area verrà esplorata e descritta in un primo momento attraverso una raccolta fotografica tesa a coglierne i tratti caratteristici in modo soggettivo, in un secondo momento attraverso una lettura dei suoi layers tematici e, infine, mediante una lettura per frammenti, che si servirà degli stessi layers per esplorare e comparare in un abaco i frammenti che compongono l’area. In ultimo verranno proposte alcune strategie progettuali per la trasformazione, la prima sarà infrastrutturale e la seconda, attraverso una somma di layers, mirerà ad una reinterpretazione dell’esistente allo scopo di creare nuove relazioni tra le parti.

1 Parlare di stratificazione non è in realtà corretto in quanto, come si è visto, le trasformazioni a Skopje sono avvenute per addizione di frammenti giustapposti. Rif. Parte 1. Skopje. Una città di frammenti. Skopje: un patchwork di modelli di città Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

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PARTE 2 Tra i frammenti

parco Gazi Baba

fiume vardar stazione dei treni

centro nuovo skopje 2014 centro vecchio charsja centro nuovo piccolo anello centro nuovo grande anello

Inquadramento

82


Immagini dall’area: Frammenti, contrasti, soglie Il primo approccio all’area è avvenuto nell’ottica di descrivere l’area nei panni di un flâneur, per tentare una descrizione dell’area nel suo insieme in grado «di cogliere gli elementi che caratterizzano quel luogo urbano, di entrare al suo interno e contemporaneamente di astrarsi, di riconoscere e restituire l’insieme delle sensazioni, negativo o positive, che connotano il luogo e che sono contemporaneamente costruiti da una visione soggettiva»2 Ciò che è venuto fuori da diverse giornate di vagabondaggio, in parte in bicicletta in parte a piedi, è una “cornucopia” che elargisce frutti di ogni sorta. Quella che si propone di seguito è una raccolta di fotografie scattate durante queste giornate, suddivise in tre sezioni, rappresentanti i tre caratteri che potrebbero descrivere l’area nella sua interezza: un’area che nella sua frammentazione mostra in tutta evidenza le differenze tra i frammenti che la compongono, divisi da spazi di mezzo, non univocamente definibili, creando così forti contrasti tra le parti. Frammenti, contrasti e soglie sono dunque le chiavi di lettura con cui si è tentato di descrivere un’area che nella sua complessità non smette mai di incuriosire.

2 F. Governa, M. Memoli, Descrivere la città: metodologie, metodi e tecniche, in Geografie dell’urbano : spazi, politiche, pratiche della città, a cura di F. Governa, M. Memoli, Carocci, Roma 2011 Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

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PARTE 2 Tra i frammenti

Frammenti

La stazione sopraelevata dei treni

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I giardini di Prolet

Skopje. Una cittĂ di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

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PARTE 2 Tra i frammenti

La piazzetta di Novo Maalo

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Le stradine di Madzir Maalo

Skopje. Una cittĂ di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

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PARTE 2 Tra i frammenti

Il retro delle stecche di Boulevard Macedonia

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Le torri di Ostrovo

Skopje. Una cittĂ di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

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PARTE 2 Tra i frammenti

Contrasti

La Radio-Televisione Nazionale dalle stradine di Madzir Maalo

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La Banca Nazionale dalle case di Madzir Maalo

Skopje. Una cittĂ di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

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PARTE 2 Tra i frammenti

Krnjevo dal complesso universitario Kiril i Metodij

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Aerodrom visto dai pescatori

Skopje. Una cittĂ di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

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PARTE 2 Tra i frammenti

La sponda nord del Vardar allo specchio

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La stazione dei treni dalle case di Michurin

Skopje. Una cittĂ di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

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PARTE 2 Tra i frammenti

Soglie

Sentieri

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Recinti

Skopje. Una cittĂ di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

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PARTE 2 Tra i frammenti

Il grande vuoto di Madzir Maalo

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Riappropriazione di spazi sul Vardar

Skopje. Una cittĂ di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

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PARTE 2 Tra i frammenti

Tra Prolet e Madzir Maalo: Boulevard Kuzman Josifovski Pitu

100


I chioschi sui marciapiedi

Skopje. Una cittĂ di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

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PARTE 2 Tra i frammenti

Lettura dell’area: layers tematici e frammenti Ad una rappresentazione soggettiva se ne intende far seguire una oggettiva, che si serva dell’analisi cartografica per conoscere e allo stesso tempo descrivere l’area. «Attraverso questo mezzo operativo (la cartografia) il territorio può essere descritto secondo una duplice modalità: mediante l’individuazione di layers tematici, che mettono in risalto reti più o meno complesse di elementi tra loro legati (funzionalmente, ma anche idealmente) oppure attraverso la composizione in un unico strato della complessità delle varie reti e dei vari tematismi […] . Una cosa sarà rappresentare strati composti da reti: la viabilità, le abitazioni, gli spazi pubblici, le acque, la morfologia, ecc., un’altra la realtà di spazi territoriali in cui le stesse reti e gli stessi spazi si assommano»3. Quello che si tenta di fare, con le mappature che seguono, è dunque un’esplorazione dell’area nel suo insieme; esplorazione che attraverso i layers tematici farà emergere una frammentazione che in un secondo momento si cercherà di esplorare attraverso una lettura per pezzi che assommando e comparando i layers sfocerà nella definizione dei frammenti attraverso un abaco.

3 C. Occelli, R. Palma, Geologia di una città per frammenti. Lo spazio pubblico e la memoria identitaria dei luoghi geografici, in XIV Conferenza Nazionale Società Italiana degli Urbanisti, Abitare l’Italia. Territori, Economie, Disuguaglianze, Torino 24-26 marzo 2011 102


Sistema infrastrutturale della città Mobilità privata

Autostrade Assi di attraversamento Assi urbani principali Assi urbani secondari

A parte l’autostrada e l’asse di attraversamento della città collocati a nord, l’infrastruttura utilizzata per la mobilità privata autoveicolare urbana si basa su un sistema di assi stradali principali, tre in direzione est - ovest e due nord - sud, che convergono nel centro della città, dove l’interruzione di alcuni assi e la complessità degli incroci favoriscono un forte congestionamento.

Mobilità pubblica

Assi ferroviari Assi degli autobus urbani

(dove lo spessore indica il numero di linee, da 1 a 17)

Percorsi ciclabili

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

A parte il sistema ferroviario, il trasporto pubblico avviene su gomma e dunque si serve dell’infrastruttura per la mobilità privata. Le linee servono tutta la città ma si concentrano sull’asse centrale est - ovest e sui segmenti infrastrutturali del centro dove è presente un forte congestionamento del traffico.

Mobilità ciclabile Il sistema infrastrutturale per la mobilità ciclabile risulta abbastanza carente: la città lungo la direzione est - ovest è servita dal percorso lungo il fiume e da altri due tratti scollegati, mentre nella direzione nord - sud non esiste attualmente alcun percorso ciclabile. 103


Layer 01. Sistema infrastrutturale Il sistema infrastrutturale è stato qui analizzato per semplicità attraverso due livelli: l’infrastruttura primaria, che serve l’area nella sua interezza, risulta costituita da una maglia pressoché ortogonale dove però l’assenza di alcuni tratti di collegamento obbliga la circolazione a deviazioni di percorso; l’infrastruttura secondaria, che serve le porzioni di territorio delimitate dalla maglia infrastrutturale primaria, risulta, sebbene non in tutti i casi ma comunque nella maggior parte, connessa debolmente all’infrastruttura primaria attraverso limitati punti di accesso alle stesse porzioni di territorio.

infrastruttura primaria infrastruttura secondaria nodi tra gli assi dell’infrastruttura primaria

N

nodi tra gli assi dell’infrastruttura primaria e quella secondaria

104

0

100

200

300

400

500


LEGEND fields Layer 02. green Sistema del verde public green - publicly used public green - localized/ limited use

L’area nel suo complesso è dotata molte private courtyards - mostly green di arranged and unused greenrisulta areas fatto aree verdi, inbrownfields un sistema che però

di parti sconnesse, in cui il verde pubblico ricopre una minima parte, al contrario di quanto avviene per il verde semipubblico, utilizzato però in modo limitato e localizzato, e per il verde privato. Molte risultano essere inoltre le aree dismesse e/o abbandonate, in cui il verde, incolto, caratterizza spazi di soglia tra i frammenti o, talvolta, va a configurarsi come una sorta di barriera.

aree agricole verde pubblico / uso pubblico verde semi-pubblico / uso localizzato e limitato cortili privati - in prevalenza sistemati a verde

o

N

aree dismesse e/o abbandonate

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0

100

200

300

400

500


LEGEND

Layer 03. Lotti non edificati green fields and parks brown fields and unused green areas

I lotti nonparking edificati, lots non qui distinti per tipo di parcels innumerosi housing neighborhoods proprietĂ ,vacant risultano e, fatta ecce-

zione per le aree destinate all’agricoltura o al verde pubblico, offrono ampi margini di trasformazione: le aree dismesse e/o abbandonate e quelle destinate a parcheggio risultano avere, oltre che una notevole dimensione, una localizzazione sparsa ma spesso risultano costituire i confini dei frammenti. Molte sono inoltre, all’interno delle aree residenziali, le parcelle non edificate, che risultano essere abbastanza omogeneamente distribuite.

aree agricole e parchi pubblici aree dismesse e/abbandonate aree destinate a parcheggio

N

parcelle non edificate in aree residenziali

106

0

100

200

300

400

500


Layer 04. Permeabilità Le barriere reali o, per meglio dire, fisiche (muri, cancelli, recinti, ecc.), a prescindere dalla loro quantità, che risulta notevole soprattutto nel caso delle aree residenziali private, non determinano in realtà una vera e propria chiusura dei frammenti, permettendo teoricamente un libero attraversamento dell’area, sebbene la circolazione al suo interno avvenga nei fatti per parti, all’interno dei frammenti. Anche la stazione dei treni e la linea ferroviaria, ad esempio, essendo sopraelevate, lasciano sì libero il passaggio, ma vanno in realtà a costituire una barriera, non fisica, ma mentale.

muri di dislivello barriere stradali (spartitraffico rialzati) aree recintate aree residenziali private (i cui confini sono solitamente segnati da siepi o cancelli)

N

107

0

100

200

300

400

500


LEGEND

Layer 05.

within 3 stories buildings from 4 to 6 stories buildings from 7 to 10 stories buildings Edificato above 10 stories buildings

L’edificato nell’area presenta una vasta gamma di tipologie che, per semplicità, sono state qui indentificate attraverso il numero dei piani, influenzando questi in modo determinante le caratteristiche del tessuto urbano. Questo si presenta, infatti, suddiviso in parti, in cui una sola di tali tipologie è prevalente, sebbene esistano vicinanze complesse tra diverse tipologie; vicinanze che vanno a creare netti contrasti tra le parti, che vanno così a configurarsi come isole in cui l’area sembra essere suddivisa.

edifici di massimo 3 piani f.t. edifici da 4 a 6 piani f.t.

N

edifici da 7 a 10 piani f.t. edifici di oltre 10 piano f.t.

108

0

100

200

300

400

500


LEGEND

Layer 06. Proprietà public ownership

land buidings

private ownership

L’assetto proprietario corporate ownership si presenta come diretto riflesso del sistema tipologico dell’edificato che caratterizza le diverse parti in cui pare essere suddivisa l’area. Così, ad aree prevalentemente caratterizzate da proprietà private individuali si affiancano, quasi senza mescolarsi affatto, estese aree di proprietà pubblica o di proprietà di imprese private.

suolo / edificato proprietà pubblica

N

proprietà privata individuale proprietà privata aziendale

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0

100

200

300

400

500


LEGEND Housing Facilities to public Commercial Layer 07. Uso dei suoli e dell’edificato Mixed with commercial activities Tourist / Restoration Le diverse funzioni, pur essendo quella reIndustrial / Productive / Enterprices quarters sidenzialeTransportation la destinazione prevalente, facilitiesd’uso and parking lots

risultano distribuite abbastanza omogeneamente nell’area, sebbene, comunque, le aree e gli edifici destinati a pubblica utilità (per la distinzione delle funzioni si veda il layer successivo) sembrino essere maggiormente concentrate ad ovest della stazione, ovvero a ridosso del centro, e, nel particolare a nord del Vardar. Mentre, in posizione simmetrica, a nord - est si concentrano soprattutto le attività produttive ed industriali. Inoltre essendo anche presente la stazione dei treni e quella degli autobus, molte aree risulano destinate a funzioni di trasporto e a parcheggi.

residenziale pubblica utilità commerciale uso misto turistico / alberghiero

N

industriale / produttivo strutture per il trasporto e parcheggi

110

0

100

200

300

400

500


LEGEND

Layer

Public green Health Education 08. Uso dei suoli e dell’edificato Culture / Sociality Sport - strutture pubbliche Administration / Direction Religion

Come già precedentemente osservato le aree destinate a pubblica utilità si concentrano a nord - ovest, dove è presente il complesso dell’università Sv Kiril i Metodij e, adiacente a questo, subito a sud, l’area con i palazzi governativi e amministritivi. Più carente di strutture pubbliche è l’area ad est della stazione, che tuttavia risulta comunque dotata di alcune strutture scolastiche ed altre amministrative.

verde pubblico sanità educazione cultura / socialità sport

N

amministrazione religione

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0

100

200

300

400

500


Frammenti

Krnjevo complesso universitario Kiril i Metodij

area amministrativa

Madzir Maalo

Novo Maalo Prolet

Ostrovo Michurin

N

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0

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200

300

400

500


Definizione dei frammenti e delle connessioni Dalla lettura dell’area attraverso i suoi layers si sono già potute dedurre alcune considerazioni sulla frammentazione che caratterizza l’area nel suo complesso. E’ possibile dunque distinguere diverse tipologie che, assommando i layers, identificano le parti che suddividono l’area in frammenti, le cui connessioni risultano spesso molto deboli. Di seguito, in quello che è stato denominato “abaco dei frammenti”, ogni tipologia di frammento è stata analizzata affiancando i diversi layers per una lettura comparata.

N

113

0

100

200

300

400

500


ivate courtyards - mostlyparking green arranged lots LEGEND ownfields and unused green areas vacant parcels in housing neighborhoods LEGEND green fields public green - publicly used green fields and parks public green - localized/brown limitedfields use and unused green areas PARTE private courtyards - mostly greenlots arranged parking brownfields and unusedvacant green areas parcels in housing neighborhoods

2 Tra i frammenti

Abaco dei frammenti

LEGEND

LEGEND green fieldsSistema Sistema green fields and parks publicinfrastrutturale green - publicly used del verde brownuse fields and unused green areas public green - localized/ limited lots private courtyards - mostlyparking green arranged vacant parcels in housing neighborhoods brownfields and unused green areas

LEGEND

LEGEND

clygreen used fields and parks zed/ limited useand unused green areas brown fields mostly green parking lotsarranged used green areas in housing neighborhoods vacant parcels

LEGEND green fields public green - publicly used green fields and parks public green - localized/brown limited use and unused green areas fields private courtyards - mostly green parking lotsarranged brownfields and unused greenparcels areas in housing neighborhoods vacant

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Lotti non edificati

Barriere e permeabilitĂ


g lots ion Public green sing Health lities to public Education mercial Culture / Sociality ed with commercial activities ist / Restoration Sport strial / Productive / Enterprices quarters / Direction Administration LEGEND sportation facilities and parking lots LEGEND Religion GEND Public green Housing thin 3 stories buildings Health Facilities to public om 4 to 6 stories buildings LEGEND Education Commercial land buidings om 7 to 10 stories buildings Culture / Sociality Mixed with commercial activities Edificato ProprietĂ Uso del suolo public ownership ove 10 stories buildings Sport Tourist / Restoration private ownership Administration Industrial / Productive / Enterprices quarters / Direction corporate ownership Transportation facilities and parking lots Religion

p ship

LEGEND

Uso pubblico del suolo

LEGEND

Public green Housing Health Facilities to public Education Commercial Culture / Sociality Mixed with commercial activities Tourist / Restoration Sport Industrial / Productive / Enterprices quarters / Direction Administration Transportation facilities and parking lots Religion

ion

Skopje. Una cittĂ di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

115


PARTE 2 Tra i frammenti

Strategie progettuali: somma di layers Le strategie progettuali che verranno proposte di seguito non vogliono costituire un vero e proprio masterplan, ma rappresentano piuttosto un’idea di trasformazione che, partendo dalle caratteristiche proprie dell’area, cerca di mantenere le peculiarità e le specificità dei frammenti che la costituiscono, ma, allo stesso tempo, tenta di creare nuove relazioni tra gli stessi. Viene scelta dunque dichiaratamente una politica di conservazione, che è fisica, ma soprattutto identitaria dei diversi frammenti, la cui giustapposizione costituisce il vero e affascinante carattere dell’area. Ciò che però si vuole tentare è evitare la chiusura dei frammenti in sé stessi, chiusura che più che un rischio è spesso uno stato di fatto. Da un lato dunque viene proposto un sistema infrastrutturale che si basa sugli assi esistenti cercando però di rafforzarli attraverso la realizzazione di connessioni che oggi risultano mancanti. In secondo luogo verrà invece proposta una rappresentazione della trasformazione attraverso una somma di layers, partendo dall’idea che il progetto si può costruire proprio a partire dagli elementi esistenti (che qui sono diversi layers scelti dalle precedenti mappature tematiche), attraverso una risignificazione degli stessi elementi nell’ottica che «l’invenzione non è una creazione ma è un ritrovamento, quello che davvero possiamo creare e con cui davvero ci possiamo ricreare, è il nostro modo di vedere il mondo»4.

4 S. Bartezzaghi, L’elmo di Don Chisciotte. Contro la mitologia della creatività, Laterza, Bari 2009 116


2

1 4

B.Sveti K.Ohridiski

B.P.Odredi

3 B.Kocho Rachin

B.Ilinden

5

6

7 South Boulevard

Belasica

B.Goce Delchev

Nikola Karev

connessione 1

Krusevska Repulika

B.Nikola Karev (North Boulevard)

B.Krste Petrov Misirkov

Makedonsko Kosovska Brigada

Rafforzamento del sistema infrastrutturale

B.K.J.Pitu

connessione 2

Segmenti infrastrutturali esistenti Segmenti infrastrutturali di progetto Nodi infrastrutturali

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

B.Krste Petrov Misirkov 4-5-6-7

B.Nikola Karev (North Boulevard)

B.Goce Delchev

Nikola Karev - Belasica

B.P.Odredi

1-2-3 B.Kocho Rachin

B.Ilinden

B.Sveti K.Ohridiski

Sistema infrastrutturale proposto: si sceglie di mantenere il più possibile gli assi esistenti e di aggiungere nuovi segmenti laddove necessario: - La nuova connessione 1 chiude l’anello più largo allo scopo di avere due assi principali nord - sud; - La nuova connessione 2 rinforza il sistema ausiliario centrale collegando gli assi principali est - ovest. Il sistema che ne risulta è così articolato: - Due assi principali nord - sud e due est - ovest connettono la città con l’esterno; - Gli assi est - ovest (in arancio) connettono le aree periferiche ad est e ad ovest con il centro della città e con gli assi principali nord - sud. - Il centro della città è servito con assi di più bassa mobilità connessi comunque agli assi principali nord - sud. - Un sistema ausiliario centrale (in viola), collegato agli assi principali nord - sud, serve la stazione dei treni e la connette con il centro della città.

Makedonsko Kosovska Brigada

Mobilità privata e pubblica su gomma

B.K.J.Pitu

South Boulevard

Assi principali Assi est-ovest di connessione tra periferia e centro Assi centrali di connessione tra gli assi nord-sud Sistema ausiliario centrale di connessione tra gli assi principali est-ovest

Schema infrastrutturale proposto

117


Somma di layers: nuove relazioni tra i frammenti La strategia progettuale che viene qui proposta si basa sulla scelta di voler estendere il dominio dello spazio pubblico attraverso il riuso e la riprogettazione dei lotti non edificati, che si vanno così a sommare alle aree già destinate a pubblica utilità, e attraverso la creazione di nuove connessioni tra i frammenti. Il sistema di connessioni che ne risulta avrà un asse centrale in direzione nord sud a cui si connettono i frammenti attraverso un sistema di micro - connessioni, derivanti dal prolungamento e dall’unione di quelle esistenti.

infrastruttura esistente nuova connessione nord - sud a bassa mobilità nuove micro - connessioni

N

aree destinate a pubblica utilità lotti non edificati

118

0

100

200

300

400

500


SCENARI DI TRASFORMAZIONE Se nella trattazione precedente l’area è stata dapprima analizzata e in un secondo momento sono state proposte delle strategie progettuali, seppur concettuali, per la sua trasformazione, la trattazione che segue ha l’obiettivo invece di descrivere gli scenari di trasformazione che sono effettivamente previsti per l’area. In un primo momento verranno dunque riportati e descritti lo stralcio del Piano Urbano Generale, redatto dalla Città di Skopje e un collage che ha riunito in un’unica rappresentazione i Piani Urbani di Dettaglio, redatti dalle relative Municipalità5. In un secondo momento, invece, verrà descritto il lavoro svolto durante il workshop tenutosi a Skopje nell’ambito del progetto Sinergi, in cui, a partire dal GUP, sono stati sviluppati tre scenari di trasformazione, che a prescindere dal loro grado di validità, hanno permesso un ricco confronto tra i partecipanti sul tema della trasformazione urbana e nel particolare di Skopje.

Previsto per l’area: il Piano Urbano Generale e i Piani urbani di Dettaglio Il GUP e i DUP prevedono per l’area una trasformazione che, nella sua semplicità pianificatoria, risulta essere drastica e molto poco attenta alla città esistente. Inoltre, basata sostanzialmente sul disegno infrastrutturale e sulla regolamentazione delle nuove cubature edificabili, la trasformazione prevista sembra da una parte omologare le diversità tra i frammenti in unico modello di città, dall’altra favorire un’ulteriore frammentazione, riconoscibile nelle deboli relazioni che si instaurano tra le diverse porzioni di territorio. 5 Sui livelli di pianificazione urbana a Skopje, sul Piano Urbano Generale (GUP) e sui Piani Urbani di Dettaglio (DUP) si veda la parte precedente. Rif. Parte 1. Skopje. Una città di frammenti. La riscrittura dei frammenti: Skopje oggi. La pianificazione urbana della transizione: frammentazione politica ed amministrativa Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

119


Piano Urbano Generale Il Piano Urbano Generale definisce principalmente il sistema infrastrutturale da realizzarsi nell’area. Questo è basato sugli assi esistenti, fatta eccezione per il Boulevard Krusevska Republika, di cui è previsto il prolungamento lungo il suo asse sino a congiungersi all’asse di attraversamento est - ovest collocato a nord dell’area. Il nuovo asse previsto, a scorrimento veloce, vuole dunque essere realizzato nell’ottica di rafforzare la mobilità in direzione

Bo ul

ev ar

d

Kr

us e

vs ka

Re

pu bl

ika

nord - sud.

N

120

0

100

200

300

400

500


Collage dei Piani Urbani di Dettaglio I Piani Urbani di Dettaglio non coprono l’area nella sua interezza, che risulta così pianificata per pezzi. Inoltre, le diverse porzioni pianifica-

Chair

te, definite attraverso il GUP, comunicano tra loro solo attraverso l’infrastruttura generale prevista da GUP stesso: lasciando invariata l’infrastruttura interna delle diverse porzioni di territorio, i DUP ne definiscono la trasformazione unicamente nei termini di cubature costruibili, da realizzarsi nella maggior parte dei casi attraverso la demolizione degli edifici esistenti da sostituirsi con altri di nuova costruzione.

Gazi Baba

Centar

Aerodrom

Kisela Voda N

121

0

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200

300

400

500


PARTE 2 Tra i frammenti

Visioni dell’area: il workshop del progetto Sinergi Nell’ambito del programma europero Europe for Citizens le città di Skopje, Torino, Lisona e Zagabria hanno presentato e ottenuto i finanziamenti per sviluppare il progetto Sinergi - Social Integration through Urban Growth Strategies6, allo scopo di creare «una piattaforma per un dibattito creativo ed aperto tra amministrazioni, università, esperti, attivisti civili e cittadini appartenenti alle comunità locali sulle questioni dell’integrazione sociale nello sviluppo delle città»7. Il progetto, il cui ultimo incontro si terrà a Skopje nel novembre 2015 con la conferenza finale dal titolo Inclusive / Exclusive Cities8, ha previsto, a partire da marzo 2014, data del primo incontro tenutosi a Torino, seminari, workshop, lezioni aperte, mostre e pubblicazioni. In questo contesto si è tenuto a Skopje, dal 3 al 5 dicembre 2014, il primo workshop tematico, che ha coinvolto sia le università che i partner istituzionali e i rappresentanti di associazioni civili delle quattro città. Il workshop ha previsto una parte di presentazioni, dibattiti e lezioni, che di volta in volta sono stati tenuti dai diversi partner, allo scopo di conoscere ed avvicinarsi alle realtà di quattro città che, con i loro diversi background storici, politici, cluturali ed economici, differiscono notevolmente l’una dall’altra. Se Lisbona e Torino soffrono di una crisi economica di base e di un fenomeno di shrinking, Skopje e analogamente Zagabria stanno vivendo una fase di crescita economica dove il settore delle costruzioni ricopre un peso rilevante9, riportando così spesso l’attenzione, al contrario di quanto è avvenuto nel caso di Lisbona e Torino, ai temi del progetto inteso nella sua dimensione fisica e spaziale. 6 A riguardo si può consultare online il sito http://sinergiproject.com/ 7 La presentazione del progetto e dei suoi obiettivi è disponibile online al sito http:// sinergiproject.com/page/about 8 http://sinergiproject.com/event/9/inclusive%20/%20exclusive%20cities 9 Rif. Parte 1. Skopje. Una città di frammenti. La riscrittura dei frammenti: Skopje oggi. Skopje cresce: il settore delle costruzioni 122


La parte di lavoro ha costituito invece il vero e proprio cuore del workshop. Il lavoro è durato un giorno e mezzo ed ha dunque richiesto un’efficace organizzazione, attraverso cui fosse possibile una fruttuosa cooperazione tra i diversi partner, mediante un confronto che, a prescindere dai risultati, ovvero dagli scenari di sviluppo e trasformazione urbana proposti, ha costituito il vero scopo del workshop. Il lavoro è stato dunque organizzato dividendo i partecipanti in tre gruppi, costituiti Presentazioni e dibattiti previsti dal workshop: la presentazione del GUP di Skopje

in modo casuale dai diversi partner, funzionari delle amministrazioni, professori e studenti delle università, rappresentanti di associazioni civili. La costruzione degli scenari è avvenuta concentrandosi su di un’area specifica di Skopje che coincide appunto con l’area a ridosso del centro lungo l’asse nord sud10, e si è basata su tre scenari, uno per gruppo, in realtà già stabiliti prima dell’inizio del workshop.

Gruppi di lavoro durante il workshop

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

10 In riferimento all’area sin qui analizzata, l’area scelta per il workshop è più ristretta: ci si è concentrati dunque sull’area a sud del Vardar e ad ovest della stazione sopraelevata dei treni. 123


Bo

ul

ev

ar d

Kr us

ev

sk

a

Re

pu

bl

ika

PARTE 2 Tra i frammenti

Stralcio del Piano Urbano Generale (GUP) redatto dalla CittĂ di Skopje

Indicazioni iniziali per lo sviluppo degli scenari

Scenario 1. Boulevard Krusevska Republika interrato

Scenario 2. Boulevard Krusevska Republika sopraelevato

124

Scenario 3. Boulevard Krusevska Republika a livello del suolo


Basati sul Piano Urbano Generale (GUP) redatto dalla Città di Skopje, i tre scenari hanno assunto, come base della loro costruzione, la realizzazione del Boulevard Krusevska Republika, nei tre scenari rispettivamente interrato, sopraelevato e a livello del suolo. Le indicazioni fornite per lo sviluppo degli scenari, attraverso la rappresentazione di una trasformazione drastica dell’area, hanno voluto portare al limite il dibattito all’interno dei gruppi, dal Scenario 1. Boulevard Krusevska Republika interrato

Scenario 3. Boulevard Krusevska Republika a livello del suolo

cui confronto, senza qui entrare troppo nel merito del contenuto degli scenari proposti alla fine del lavoro, è emerso quanto la realizzazione del Boulevard porti con sé possibilità di sviluppo dell’area ma allo stesso tempo forti criticità legate ad una politica che ridisegnando questa porzione di città si pone in un’ottica di non conservazione, obiettivo che invece è stato perseguito in modi e a livelli diversi da tutti e tre i gruppi: il primo attraverso il mantenimento della struttura del tessuto urbano, il secondo attraverso la rotazione di un tratto del Boulevard e, infine, il terzo attra-

Scenario 2. Boulevard Krusevska Republika sopraelevato Sviluppo degli scenari

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

verso il rafforzamento dell’asse stradale esistente, a scorrimento veloce, parallelo

125


PARTE 2 Tra i frammenti

alla stazione (B. Nikola Karev), la ridefinizione del carattere del B. Krusevska Republika come asse a bassa mobilità e la definizione di politiche bottom-up da promuovere nell’ottica di recuperare le aree esistenti in degrado. Infine i tre scenari sono stati confrontati attraverso l’utilizzo del software In.Vi.To Interactive Visualization Tool 11, sviluppato dal team costituito da S. Pensa, E. Masala (che hanno partecipato al workshop), R. Gagliarducci, C. Marietta, M. Tabasso e G. Melis. Il software «mira a guidare i suoi utenti nella costruzione di conoscenza e consapevolezza spaziale attraverso l’interazione con mappe dinamiche, allo scopo di permettere ai decision makers di acquisire maggiore conoscenza prima di 12

attuare delle scelte» . Basato dunque su

L’utilizzo di In.Vi.To nel caso di Skopje, immagine gentilmente concessa da S. Pensa e E. Masala

una piattaforma digitale, in cui vengono

inseriti i dati relativi ad una specifica area secondo layers tematici (siano essi reali o

11 Il software è stato sviluppato attraverso la ricerca, ancora in corso, condotta dall’I Istituto Superiore sui Sistemi Territoriali per l’Innovazione (SiTI) di Torino e finanziata dal Politecnico di Torino e dalla Compagnia di San Paolo. In merito al progetto di ricerca e allo sviluppo del sofware è consultabile online il sito http://invito.urbanbox.it 12 La presentazione del progetto, del software e dei suoi obiettivi è disponibile online al sito http://invito.urbanbox.it/about/ 126

di progetto), il software permette di assegnare dei pesi ai diversi layers (residenza, commercio, presenza del verde, ecc.), visualizzando infine, attraverso gradazioni di colore che variano dal verde al giallo al rosso, una mappatura dell’area che visualizza in tal modo il “grado di bontà e/o criticità” dell’area stessa. Il software dunque durante il workshop non ha fornito le soluzioni di progetto, ma, visualizzando i tre scenari di progetto mediante una uguale rappresentazione, tale da rendere gli scenari confrontabili, ha mirato a facilitare ulteriormente il dialogo tra i partecipanti e il dibattito tanto sulla trasformazione urbana quanto sui mezzi utili nel guidarla.




PARTE 3 Dentro il frammento. Madzir Maalo. Esplorata l’area a ridosso del Centro di Skopje, lungo il suo asse nord - sud, si è deciso di approfondirne una parte o, meglio, un frammento. L’obiettivo di questa parte è conoscere il frammento costituito dal quartiere di Madzir Maalo, secondo due linee tematiche, la prima fisica, attraverso un’analisi per layers tematici e la decostruzione del tessuto urbano; la seconda, socio-politica, al fine di individuare opinioni, punti di vista, interessi alla trasformazione del quartiere.

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

129



MADZIR MAALO: LA “CITTà MINUTA”1 sul suo confine curvo a nord, chiuso a sud dall’asse stradale posizionato lungo quello che doveva essere il City Gate secondo il piano di Kenzo Tange4, e delimitato ad est dalla stazione sopraelevata dei treni, il quartiere si configura come una vera e propria isola urbana. Già ampiamente presente nella parte precedente5, tanto nelle mappature quanto negli scenari di trasformazione definiti durante il workshop Sinergi, tenutosi a Skopje nel dicembre 2014, il quartiere verrà ora esporato più nel dettaglio: priIn evidenza, Madzir Maalo

ma attraverso i layers tematici già adottati nelle analisi eseguite per l’area centrale

Il quartiere di Madzir Maalo, appartenete al sistema dei maala ottocenteschi e così

lungo l’asse nord-sud e, in un secondo

chiamato dopo che gli immigrati musulmani della regione bosniaca di Muhajir si

momento, verrà effettuato uno studio

stabilirono in quest’area nel tardo XIX secolo, è stato il primo insediamento previ-

morfologico attraverso la decostruzione

sto a Skopje con un tessuto stradale ortogonale, realizzato secondo un progetto

del tessuto urbano.

che risale al 1878 , probabilmente influenzato dalle nuove tendenze della pianifi2

cazione delle città europee. Tuttavia, la sua struttura minuta, composta da stradine strette che spesso terminano come vicoli ciechi e da edifici bassi, lo riconduce alle caratteristiche della città ottomana3. Affacciato sulla sponda destra del Vardar 1 Definizione adottata da A. Cantore, in A.Cantore, Le immagini della città, Un progetto urbano per Skopje, Macedonia, cit. 2 T. Arsovski, N. Tashkovska-Arsova, Staro Skopje, in Skopje’s Committee for Urbanism, Skopje 1988 3 Rif. Parte 1. Skopje. Una città di frammenti. Skopje: un patchwork di modelli di città. Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

I piani urbanistici del XX secolo: la sperimentazione dei modelli. La modernizzazione della città ottomana: il piano di D.T.Leko (1914) e il piano di J.Mihajlovic (1929). 4 Rif. Parte 1. Skopje. Una città di frammenti. Skopje: un patchwork di modelli di città. I piani urbanistici del XX secolo: la sperimentazione dei modelli. La ricostruzione dopo il terremoto: il piano di Kenzo Tange (1963) 5 Rif. Parte 2. Tra i frammenti 131


PARTE 3 Dentro il frammento. Madzir maalo

Layer 01. Sistema infrastrutturale

infrastruttura primaria infrastruttura secondaria nodi tra gli assi dell’infrastruttura primaria N

00

100

50

200

100

300

400

150

200 500

nodi tra gli assi dell’infrastruttura primaria e quella secondaria

Layer 02. Sistema del verde

verde pubblico / uso pubblico

N

132

verde semi-pubblico / uso localizzato e limitato cortili privati - in prevalenza sistemati a verde 00

100

50

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100

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200 500

aree verdi dismesse e/o abbandonate


Layer 03. PermeabilitĂ

muri di dislivello barriere stradali (spartitraffico rialzati) muri di protezione N

00

100

50

200

100

300

400

150

200 500

aree residenziali private (i cui confini sono solitamente segnati da siepi o cancelli)

Layer 04. Lotti non edificati

aree dismesse e/abbandonate aree destinate a parcheggio N

00

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100

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150

200 500

parcelle non edificate in aree residenziali

Skopje. Una cittĂ di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

133


PARTE 3 Dentro il frammento. Madzir maalo

Layer 05. Edificato

edifici di massimo 3 piani f.t. N

00

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00

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100

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150

400

200 500

edifici da 7 a 10 piani f.t. edifici di oltre 10 piano f.t.

Layer 06. Pieni e vuoti

internamente ai lotti: N

134

superfici coperte superfici libere


Layer 07. Proprietà

suolo / edificato proprietà pubblica N

00

100

50

200

100

300

400

150

proprietà privata individuale

200 500

proprietà privata aziendale

Layer 08. Uso dei suoli e dell’edificato

residenziale pubblica utilità commerciale uso misto turistico / alberghiero N

industriale / produttivo 00

100

50

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100

300

400

150

200 500

strutture per il trasporto e parcheggi

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

135


PARTE 3 Dentro il frammento. Madzir maalo

Il quartiere attraverso i suoi layers tematici La morfologia: decostruzione del tessuto urbano Se confrontato con i tessuti urbani caratterizzanti gli altri “frammenti”6, Madzir Maalo, come si è visto anche attraverso l’analisi condotta attraverso i suoi layers tematici, risulta costituito da un tessuto omogeneo, caratterizzato da un sistema ortogonale di stradine strette, piccole parcelle organizzate in lotti rettangolari, edifici bassi di uno o due piani, un sistema del verde distribuito all’interno delle parcelle, la maggior parte delle quali è privata, ecc. Una cosa però è rappresentare il territorio attraverso layers tematici, un’altra è invece è cercare di decostruire il tessuto urbano per confrontare i pezzi che lo compongono: ciò che verrà fuori è una lettura delle specificità, che difficilmente invece emerge dall’esplorazione attraverso i layers, né può emergere da una lettura che per deduzione va dall’universale al particolare, cercando ad esempio di assegnare una tipologia morfologica al tessuto urbano. L’esplorazione morfologica che segue, dunque, parte da una decostruzione del tessuto urbano nei suoi lotti rappresentando in sequenza: il lotto nel suo insieme diviso in parcelle e coperto dagli edifici; la forma del lotto; la divisione in parcelle; i pieni (ovvero le aree coperte); infine i vuoti (le aree libere). In un secondo momento ogni lotto verrà decostruito nelle sue parcelle, rappresentate prima in una sorta di catalogo e successivamente, in un tentativo di sintesi, attraverso un diagramma sintetico. Ciò che emergerà è una complessa lettura del particolare, lettura che con molte difficoltà può per induzione giungere ad una “sintesi universale”, a dimostrazione che ogni frammento, pur apparentemente omogeneo, contiene al suo interno uno svariato numero di frammenti.

6 Rif. Parte 2. Tra i frammenti 136


Decostruzione dei lotti

8

7

6 11

1

2 9

12

3 15

14

13

4 16

10 20

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Numerazione di riferimento dei lotti

Skopje. Una cittĂ di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

137


PARTE 3 Dentro il frammento. Madzir maalo

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5

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Skopje. Una cittĂ di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

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PARTE 3 Dentro il frammento. Madzir maalo

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32

Skopje. Una cittĂ di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

141


Decostruzione delle parcelle 2 3

1 71

77

67

58

92

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89

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59

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110

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109 108 106 107

118 119 120 121

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124

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319

329

328

314

150

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324

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351

340

321

322

330 331 332

402

404 405

403

406

400 399 398 395

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352

420

423 414 413 412

432

374

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361 362 363

425

431

426 427

380 379

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451

430 428

429

449

441

448 447 446

442 443

445 444

470 469

467 468

453

465 464

455 456 457 458 459 460

463 462 461

466

43

246

286

252

253

258

288 290 292 294

301

56

52 55

264

254

54 48

53

255 256 257 262 261

247

287

51

251

248

283 285

49 45 48 50

249

243

284

46

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236

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47

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269

263

260

268

259

265 383 289 388 378 310 382 291 296 387 293 377 308 309 389 295 386 381 306 376 304 384 307 298 385 390 305 297 303 299 302 300

365

454

245

241 244

277

282 372 371

238 235

278 280

373

366

450

273

42 40 41

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275

272 276

375

440

274

225

39

36

239 240 242

231

230

224 196

37

34

31

234

227

221

437

439 433

424

32

233

226

222 223

367 368

438

27 29

38

232

228

220

452

435 434

229

217 218 219

197

194

353

30

33

216

198

193

394

142

189

349 344 346 348 342 347 343 345

421

28

35 25

214 215

436

422

415

408 409

397

188

419

407

26

213

208 207 206 205 204 203 202 201 200 199

187

360

418 416

24

209

186

417

101 401

335

23

20 22

210

185

355 356 358 359 357

350

334

184

192

171

341

21

211

183

182

191

172

170

333

392

173

336

320

Numerazione di riferimento delle parcelle

18

85

190

174

169

149

339

326

323

175

167

17

19

15

9

176

168

13

84

178

166

154 153 152 151

147

327

311

391

83

177

164 165

155

144 145 146

126

315

156

143

130 129 128 127

122

180 179

142

16

10

212

163

158 159 157

141

134 133 132 131

162

14

11

78 181

161

160

140

136 135

117

102

313

75

12

7

6

80

72

139

137

116

105 104 103

100

69

138

115

98

68

5

114

111

316 317

81

76 66

63 112

82

73

62

61

60

79

70

65

64

8

4

74

267 266

271

270

57


Parcelle aventi forma rettangoloide e proporzione tra il lati compresa tra 1:1 e 1:2

259 159

353

338

362

12

348

272

394

241

61

6

355

345

377

337

233

309

195

372

369

114

80

79

56

382

113

373

214

169

160

14

91

396

179

235

354

181

409

30

384

180

277

410

171

158

66

258

54

81

429

389

249

71

250

343

365

183

212

376

27

46

2

125

68

37

324

360

47

124

349

231

318

82

59

351

364

63

412

98

97

210

265

407

176

269

89

258

453

333

355

359

10

236

161

139

470

398

242

229

209

85

38

143

10

126

321

374

18

39

329

400

90

268

162 4

344

361

170

0

Skopje. Una cittĂ di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

275

234

99

251

174

386

53

428

462

123

323

55

310

379

297

36

339

11

316

308

32

148

9

245

326

88

263

87

252

232

322

267

189

378

320

264

328

450

302

325

112

371

327

42

211

246

319

83

7

298

434 20

40


PARTE 3 Dentro il frammento. Madzir maalo

31

15

69

77

419

340

76

72

60

403

347

67

244

155

62

243

415

443

341

84

44

5

Parcelle aventi forma rettangoloide e proporzione tra il lati compresa tra 1:2 e 1:3

150 399

287

317

196

194

237

216

191

43

424

175

197

17

405

131

411

431

356

448

49

432

388

414

198

426

8

24

166

363

1

301

332

430

435

266

168

224

151

408

420

121

141

381

289

190

144

276

293

331

167

44

3

147

220

467

226

445

182

228

460

423

440

58

413

45

281

283

458

110

425

282

295

135

111

350

280

284

291

438

221

441

29

116

172

439

444

459

278

277

143

163

254

335

52

193

238

225

16

454

422

118 0

144

416

4

279

174

219 10

455

21 20

165

342

142 40


433

140

311

421

427

449

451

115

442

20

185

437

300

149

186

41

312

404

270

402

28

452

436

Parcelle aventi forma rettangoloide e proporzione tra il lati compresa tra 1:3 e 1:6

107 367 205 215 446 122 117 447 104 120 164 106 457 136 145 357 133 50

129 207

206

218 202

466

187

257

262

464

239

222

296

306

109 127 204 456 153 173 130 177 134 152 208 192 199

299

294

285

465

288

255

217

292

48

108

290

103 154 223 128 201 146 132

26

40

65

286 0

Skopje. Una cittĂ di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

145

200

4

10

119 240

57 20

105 203

271 40


PARTE 3 Dentro il frammento. Madzir maalo

Parcelle aventi forma irregolare

468

334

33

461

303

346

138

157

137

380

336

178

395

13

247

307

370

64

375

25

387

390

304

406

74

368

34

94

23

165

260

366

51

184

213

248

397

188

392

230

102

401

315

418

313

96

305

78

352

73

86

314

383

261

75

417

385

93

22

19

330

253

70

256

101

0

146

273

4

10

20

40


494

463

95

391

92

393

Area libera Area coperta Lati confinanti ad altre parcelle

100

Skopje. Una cittĂ di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

0

147

4

10

20

40


PARTE 3 Dentro il frammento. Madzir maalo

Diagramma di sintesi Una volta effettuata la decostruzione del tessuto, di fronte a 470 parcelle dalle caratteristiche diversificate, che nel catalogo sono state riordinate per forma e dimensione, si è tentata una sintesi attraverso il progressivo raggruppamento delle parcelle secondo diversi criteri (per semplicità si è scelto di adottare solo tre criteri) e sotto-criteri, esposti schematicamente di fianco. Nel diagramma di sintesi, dunque, sono rappresentate le superfici reali, in scala, delle parcelle aventi di volta in volta le caratteristiche secondo cui sono state

Criteri di sintesi della decostruzione

raggruppate, giungendo così ad una rappresentazione, tra le varie possibili, delle < 50 m2

suo essere minuto, nasconde, in un’appa-

50 - 100 m

rente omogeneità, una varietà indescrivi-

0 - 25 %

proporzione dei lati tra

25 - 50 %

100 - 150 m

1:1 e 1:2

150 - 200 m

2

rettangoloide con

200 - 250 m

2

250 - 300 m

2

300 - 500 m

2

500 - 1000 m2 1000 - 5000 m2 5000 - 15000 m2

148

rettangoloide con 2

2. Forma

1. Dimensione

bile di casi.

2

proporzione dei lati tra 1:2 e 1:3 rettangoloide con proporzione dei lati tra 1:3 e 1:6 irregolare

3. Percentuale coperta

specificità di un tessuto urbano che, nel

50 - 75 % 75 - 100 %


0

Diagramma di sintesi

Skopje. Una cittĂ di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

149

50 100 150 200


PARTE 3 Dentro il frammento. Madzir maalo

MADZIR MAALO: LA TRASFORMAZIONE CONTESA Entrare nel “frammento” significa non solo esplorarlo con una prospettiva fisica, ma anche e soprattutto attraverso un punto di vista politico, sociale ed economico. Dichiarato per anni quartiere protetto per la sua valenza storica, la trasformazione del quartiere è stata bloccata con nessuna possibilità di intervento sull’esistente. Il quartiere oggi si trova in uno stato di degrado, che è fisico, ma che è stato causato da politiche o, meglio, da un’assenza di politiche di trasformazione che hanno generato, dunque, fenomeni di intervento abusivo da parte dei proprietari o condizioni abitative al limite della sopportazione. Oggi il quartiere è stato sbloccato dalla morsa di questa presunta politica di conservazione: il Piano Urbano Generale prevede la realizzazione del Boulevard Krusevska Republika, che spaccherebbe in due parti il quartiere, mentre il Piano Urbano di Dettaglio7 (DUP) ne prevede la completa demolizione e la ricostruzione con cubature che la “città minuta” non si immagina neppure. Allo stesso tempo è fondamentale considerare che questo quartiere o, meglio, i suoi abitanti hanno un forte senso identitario, denotato già dal fatto che i suoi abitanti vengono chiamati Madzirmaalci (abitanti di Madzir Maalo), e che una trasformazione del quartiere, soprattutto nella drastica ottica del GUP e del DUP, non può passare inosservata. La trattazione che segue, prima attraverso interviste ad abitanti e frequentatori del quartiere, poi mediante una ricerca effettuata sui quotidiani locali mira a scoprire ed indagare, opinioni, punti di vista, interessi, che si proverà infine a sintetizzare attraverso l’analisi degli stakeholders.

7 Rif. Parte 1. Skopje. Una città di frammenti. La riscrittura dei frammenti: Skopje oggi. La pianificazione urbana della transizione: frammentazione politica ed amministrativa; La trasformazione di Debar Maalo: un modello di “insostenibilità regolamentata” 150


Il punto di vista degli abitanti: interviste L’idea di sottoporre il questionario ad abitanti e/o frequentatori del quartiere è nata con uno scopo conoscitivo. Durante una chiacchierata informale con un giovane abitante di Skopje riguardo il quartiere di Madzir Maalo e la sua futura trasformazione in accordo con il Piano Urbano di Dettaglio8 (DUP), l’abitante sosteneva, contro gli abitanti del quartiere, che i cosiddetti Madzirmaalci sono cittadini corrotti, che la trasformazione dei DUP conviene ma fingono di essere le vittime del processo. Il punto di vista di un non abitante del quartiere poteva essere in fondo veritiera, considerato che, come già messo in luce9, i proprietari dell’area sono messi in una condizione tale da essere facilmente persuasibili da investitori privati esterni. Tuttavia questa sorta di astio nei confronti degli abitanti del quartiere, per la gran parte proprietari, ha spinto all’idea di interrogare gli abitanti sulle questioni che direttamente li riguardano e li colpiscono al fine di capire il loro reale punto di vista. Allo stesso tempo, l’intervista si è posta l’obiettivo di conoscere la percezione del quartiere, allo stato di fatto, da parte degli abitanti stessi e di possibili frequentatori. La difficoltà principale era però la lingua, in quanto si era già riscontrato durante diversi sopralluoghi o semplici camminate nel quartiere, che con ben pochi abitanti, solo i più giovani, era possibile parlare inglese e, di contro, un’intervista in macedone, soprattutto se non strutturata, avrebbe comportato tempi troppo lunghi e il rischio di molti fraintendimenti. La barriera linguistica, sebbene quattro delle cinque interviste siano state condotte con il prezioso aiuto di Stefan Madzovski, studente macedone di Architettura presso l’Università S.Kiril i Metodji di Skopje, ha fatto propendere, dunque, per un’intervista strutturata e, in gran parte, quantitativa. L’intervista dunque ha previsto un insieme fisso e ordinato di domande che sono state sottoposte a tutti gli intervistati nella stessa formulazione e nella stessa sequenza. 8 Ibid. 9 Ibid. Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

151


PARTE 3 Dentro il frammento. Madzir maalo

Il questionario, riportato nel paragrafo successivo, è dunque articolato in quattro parti: -

La prima parte - Informazioni generali - è volta ad indentificare l’intervistato,

oltre che per sesso, età, nazionalità e professione, anche per il suo essere abitante o fruitore del quartiere. -

La seconda - Livello di soddisfazione - si configura come un vero e proprio

questionario di tipo quantitativo. I livelli di soddisfazione, numericamente fissati da 1 a 5, riguardano tre ambiti, ognuno dei quali comprendente diverse domande: aspetti urbani / architettonici, strutture pubbliche, aspetti sociali. L’obiettivo di questa parte quantitativa del questionario era la creazione, attraverso un corposo numero di interviste, di una matrice di dati, in modo che le risposte numeriche, potevano essere facilmente confrontate. -

La terza parte - Presente e futuro del quartiere - presenta invece, seppur

anch’essa strutturata, alcune domande a risposta aperta, con l’obiettivo di lasciare più spazio all’opinione dell’intervistato riguardo alla trasformazione del quartiere, nel presente e nel futuro. -

La quarta parte - Quali sono i suoi luoghi? - infine, propone all’intervistato

una mappa del quartiere già disegnata sulla quale tracciare percorsi e luoghi solitamente praticati all’interno e nelle vicinanze del quartiere.

152


Questionario А) Општи информации

А) Informazioni generali

Возраст:

Età:

⃝ под 18 ⃝ 19-34 ⃝ 35-64 ⃝ над 65 години

⃝ sotto 18 ⃝ 19-34 ⃝ 35-64 ⃝ oltre 65

Пол:

Sesso:

⃝ машки ⃝ женски

⃝ maschio ⃝ femmina

Националност:

Nazionalità:

______________________

______________________

Работно место:

Lavoro:

______________________

______________________

Дали живеете во ова маало? ⃝ да ⃝ не

Vive in questo quartiere? ⃝ si ⃝ no

За жителите

Per i residenti

1. колку долго сте живееле во ова маало?

1. Da quanto tempo vive in questo quartiere?

⃝ јас сум роден тука ⃝ јас се преселив тука пред _______

⃝ ci sono nato ⃝ mi sono trasferito dal _______

2. Дали работите во ова маало? ⃝ да ⃝ не

2. Lavora in questo quartiere? ⃝ si ⃝ no

За корисници / посетители

Per i fruitori/visitatori

1. Пред колку време сте биле во ова маало?

1. Da quanto tempo frequenta questo quartiere?

⃝ од секогаш ⃝ од пред ____________ години

⃝ da sempre ⃝ da ____________

2. ... и зошто?

2. ... e perchè?

⃝ работа

⃝ lavoro

⃝ бидејќи сакам да трошам време тука

⃝ perchè mi piace trascorrere il tempo qui

⃝ во посета на роднини или пријатели

⃝ per visitare parenti o amici

⃝ други: ____________

⃝ altro: ____________

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

153


PARTE 3 Dentro il frammento. Madzir maalo

Б) ниво на задоволство

Б) LIVELLO DI SODDISFAZIONE

⃝ 1 - многу незадоволен

⃝ 1 - del tutto insoddisfatto

⃝ 2 - незадоволен

⃝ 2 - insoddisfatto

⃝ 3 - така и така

⃝ 3 - così così

⃝ 4 - задоволен

⃝ 4 - abbastanza soddisfatto

⃝ 5 - многу задоволен

⃝ 5 - molto soddisfatto

Урбанистички и архитектонски аспекти

Aspetti urbani e architettonici

1. Ви се допаѓа ова маалo?

1. Le piace questo quartiere?

2. Каква е состојбата на куќи / згради?

2. Come sono le condizioni delle case/edifici?

3. Какo ги чувствувате односите помеѓу изградени и

3. Come percepisce la relazione tra gli spazi costruiti e non

неизградени простори?

costruiti?

4. Дали има зелени површини?

4. Ci sono aree verdi?

5. Дали има луѓе и дали e добра состојбата на зелените

5. Le aree verdi sono frequentate e tenute in buone condizio-

површини?

ni?

6. Дали е добра инфраструктуратa за:

6. Le condizioni delle infrastrutture sono buone per muoversi:

автомобили?

in automobile?

велосипеди?

in bicicletta?

пешки?

a piedi?

jавен превоз?

con i trasporti pubblici?

Јавни објекти

Strutture pubbliche

1. Дали има јавни објекти и колку добри ce тие?

1. Ci sono strutture pubbliche e in che condizioni sono?

спорт центри

centri sportivi

училишта

scuole

здравствени установи

strutture sanitarie

културни, рекреативни, социјални простори

spazi culturali, ricreativi, sociali

продавници

negozi, centri commerciali

154


Социјални аспекти

Aspetti sociali

1. Дали се чувствувате безбедно?

1. Si sente sicuro?

2. Дали е лесно за дружење?

2. E’ facile socializzare?

3. Дали мислите дека постои соработка меѓу жителите?

3. Pensa che ci sia coperazione tra gli abitanti del quartiere?

4. Дали жителите се грижат за соседството?

4. Gli abitanti si prendono cura del quartiere?

5. Дали ви се допаѓа да живеете / поминете време овде?

5. Le piace vivere/trascorrere il tempo qui?

6. Дали сметаш дека си дел од оваа населба?

6. Si sente parte del quartiere?

В) СЕГАШНОСТА И ИДНИНАТА НА ОВАА НАСЕЛБА

C) PRESENTE E FUTURO DEL QUARTIERE

1. Дали мислите дека оваа населба ке се промени во текот

1. Pensa che il quartiere sia cambiato negli ultimi anni?

на следните години? ⃝ не, тоа е исто ⃝ Да, тоа е подобро ⃝ Да, тоа е уште

⃝ no, è lo stesso ⃝ si, in meglio ⃝ si, in peggio

полошо - Обидете се да се објасни зошто

- Provi a spiegare il perchè

_________________________________________________

_________________________________________________

2. Дали мислите дека значајни трансформации се

2. Pensa stiano avvenendo o avverrano in futuro trasformazio-

случуваат и ке се случат во иднина?

ni significative?

⃝ да ⃝ не

⃝ si ⃝ no

- И, ако е така, каков вид на трансформации?

- E, se si, che tipo di trasformazioni?

_________________________________________________

_________________________________________________

3. Какви вредности има оваа населба за вас?

3. Che valore ha questo quartiere per lei?

⃝ економски ⃝ историски ⃝ емоционални ⃝ социјални

⃝ economico ⃝ storico ⃝ emotivo ⃝ sociale

⃝ други: _________________________________________

⃝ altro: __________________________________________

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

155


PARTE 3 Dentro il frammento. Madzir maalo

4. Што е тоа од различен аспект што ви се допаѓа и она

4. Quale tra i diversi aspetti del quartiere le piace di più e quale

што не ви се допаѓа најмногу?

meno?

_________________________________________________

_________________________________________________

5. Дали знаете што замислува Општина Центар за оваа

5. Sa cosa è previsto dalla Municipalità di Centar secondo il

населба со Детален Уурбанистичкиот План?

Piano Urbano di Dettaglio?

⃝ да ⃝ не

⃝ si ⃝ no

6. Дали се согласувате со идејата на Град Скопје да ги

6. E’ d’accordo con l’idea di sostituire le case con nuovi edifici?

замени овие куќи со нови блокови?

⃝ si ⃝ no

⃝ да ⃝ не - Зошто?

- Perchè?

_________________________________________________

_________________________________________________

7. Што би прифатиле во замена за вашиот имот?

7. Cosa accetterebbe in cambio della sua proprietà?

⃝ ништо, јас не сакаат да ги разменат мојот имот

⃝ niente, non voglio cedere la mia proprietà

⃝ други: _________________________________________

⃝ altro: __________________________________________

156


река вардар

маџир маало

ново маало

Г) Кој се твоити мести? Quali sono i suoi luoghi?

- Направите круг околу области, каде поминувате

железничка станица

времето главно и до каде одите обично Cerchi le aree dove più trascorre il tempo o dove va di solito

- Нацртајте линија на улици дека користите обично да одите до местите каде поминувате времето главно Tracci una linea sulle strade che più percorre per andare nei posti che frequenta 157

острово


PARTE 3 Dentro il frammento. Madzir maalo

Gli intervistati e la messa in discussione del questionario Il questionario è stato sottoposto a persone incontrate casualmente camminando per il quartiere, scegliendo però età e sesso diversi, nell’ottica di un successivo confronto. Sebbene, comunque, le intenzioni iniziali erano di raccogliere un numero di interviste almeno tra 10 e 20, nell’ottica di un successivo confronto delle risposte, soprattutto della parte quantitativa del questionario, l’andamento delle interviste fatte, pari infine solo a 5, ha messo in discussione l’efficacia e la validità dei questionari. Dopo la prima parte riguardante le informazioni generali, gli intervistati, di fronte al questionario quantitativo, erano perplessi, quasi perdevano la facoltà di giudizio riguardo a temi di cui in realtà avevano un’opinione. In più casi e per più domande, gli intervistati tendevano non a dare la risposta nella forma numerica richiesta ma cominciavano a parlare, raccontare. Lo si lasciava ovviamente fare, ma la maggior parte delle risposte, date volontariamente in modo aperto, sono andate perdute e, nel momento in cui si reindirizzava la risposta, venivano azzardati numeri senza troppa convinzione, quasi a voler semplicemente chiudere la domanda per passare alla successiva. Le domande a risposta aperta sono risultate agli stessi intervistati più interessanti data la libertà che avevano di argomentare, sebbene di seguito verranno riportati appunti veloci delle risposte date. Anche la quarta parte ha lasciato gli intervistati un po’ interdetti. Tracciare i percorsi risultava non troppo facile sebbene tutti conoscessero benissimo il quartiere (tutti tra l’altro, eccetto uno, erano abitanti di Madzir Maalo). La barriera linguistica è stata la maggiore difficoltà, in quanto tutti gli intervistati erano incuriositi e si sono dimostrati più che disposti al dialogo, per cui un’intervista semi-strutturata o addirittura libera avrebbe dato modo di conoscere molto più a fondo il loro punto di vista. Di seguito dunque verrà proposta prima una parte narrativa / descrittiva degli in-

158


tervistati che include anche particolari opinioni o aneddoti raccontati dagli stessi intervistati. In un secondo momento verrà proposta una tabella riepilogativa delle risposte e la sovrapposizione in un’unica mappa dei tracciati e dei luoghi marcati.

Gli intervistati: appunti tra impressioni e parole Goran è un ragazzo un po’ annoiato, non troppo loquace ma gentile. La sua casa è in condizioni che dire pessime è dir poco. Ad ogni occasione ribadisce che casa sua è “protetta” e non si può fare niente per metterla a posto. Darko è simpaticissimo, ride di continuo. Mentre parla suo figlio ci corre intorno tutto il tempo. Sulla perpendicolare alla strada di casa sua passa un vicino e gli urla - Ciao Darkoo - Ha da poco ristrutturato la sua casa (non si sa se legalmente) e ci vive con la sua famiglia allargata. A un certo punto dice: - La cosa migliore sarebbe se il quartiere venisse messo a posto tutto in una volta e da uno solo, ma non voglio che diventi come Debar Maalo - Marija non smette mai di parlare. Ha un mondo di cose da dire. A un certo punto dice: - In questo quartiere c’è un’energia positiva. Quando ci entro dalla stradona là dietro sento il calore, qui fa proprio più caldo - Poi aggiunge: - Che faccio se un investitore viene e mi chiede che voglio? Io gli chiedo: “Tu che mi dai?”, e lui: “tre, quattro, dieci piani!” E io gli dico: “No grazie, me li faccio costruire dai miei nipoti!” Bojan e Gjorge sono amici e stavano chiacchierando in strada quando ci siamo avvicinati. Pensano all’inizio che siamo della Municipalità e vogliono chiamare un terzo amico perchè - abbiamo tante cose da dirvi - dicono. Durante la prima parte del questionario, quella quantitativa, sono poco partecipi. Divengono molto più partecipi successivamente mostrando un forte interesse alla trasformazione del quartiere. Andrej è molto disponibile, quando chiediamo di intervistarlo sta lavorando ma smette e ci ascolta. Prima che cominciamo con le domande vuole spiegare la storia del quartiere e glielo facciamo fare. A un certo punto dice: - Le trasformazioni rendono le persone asociali - Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

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160

Età Nazionalità Professione

M 19-34 mkd operario dalla nascita

M 19-34 tur internet provider dalla nascita

F oltre 65 mkd in pensione dal matrimonio

M 35-64 mkd

mkd auto-la- occavaggio sionale dalla nascita

M 35-64

-

Da... Per...

Qualità estetiche del quartiere Condizione degli edifici Rapporto tra vuoti e pieni Quantità di aree verdi Condizioni e frequentazione aree verdi

3 3 2 3 4 4

no 5 5 3 5 3 3

no 5 5 3 5 1 1

4 3 1 3 2 3

3 anni lavoro 5 5 2 5 5 3

4,4 4,2 2,2 4,2 3 2,8

Fruitore / frequentatore Livello generale di soddisfazione

Anche lavoratore no -

no

Residente

Le interviste: tabella riepilogativa delle risposte parte A) e B)

Da...

Sesso

PARTE 3 Dentro il frammento. Madzir maalo

A) Informazioni generali

Aspetti urbani / arc


Pedonale Traspoto pubblico Centri sportivi Scuole

Ciclabile

Strutture sanitarie Spazi sociali / culturali / ricreativi Spazi / strutture commerciali Sicurezza Facilità di socializzazione Cooperazione tra gli abitanti Cura del quartiere da parte degli abitanti Qualità del tempo trascorso nel quartiere Senso di appartenenza

Infrastrutture per la mobilità

Autoveicolare

B) Livello di soddisfazione

chitettonici Strutture pubbliche Aspetti sociali

3 3 4 3 3 3 2 2 4 4 4 3 2 3 4

3 3 3 5 5 5 5 4 5 5 5 5 5 5 5

2 2 2 5 3 3 3 1 5 5 5 3 2 5 5

2 2 3 4 4 4 3 2 4 4 4 3 2 3 3

3 3 5 5 5 5 3 2 5 5 3 4 5 5 5

2,6 2,6 3,4 4,4 4 4 3,2 2,2 4,6 4,6 4,2 3,6 3,2 4,2 4,4

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari 161


PARTE 3 Dentro il frammento. Madzir maalo

Le interviste: risposte - parte C)

1. Pensa che il quartiere sia cambiato negli ultimi anni?

- No, perchè non possiamo cambiare niente; - Si, i rapporti con i vicini sono migliorati; - Si, le condizioni sono peggiorate; - No, perchè nessuno ha fatto niente; - No perchè le persone che ci abitano non sono cambiate.

2. Pensa stiano avvenendo o avverrano trasformazioni significative?

Tutti rispondono no.

3. Che valore ha questo quartiere per lei?

- Emotivo; - Emotivo; - Storico, emotivo; - Sociale; - Storico, emotivo.

4. Quale tra i diversi aspetti del quartiere le piace di più e quale meno?

+ La vicinanza con il centro. - Non possiamo cambiare niente + Il quartiere! + E’ sicuro e tranquillo. - Le case sono vecchie + E’ vicino al centro. - E’ in cattive condizioni, è vecchio. + Le amicizie, le persone

5. Sa cosa è previsto dalla Municipalità secondo il GUP?

Tutti rispondono si.

6. E’ d’accordo con l’idea di sostituire le case con nuovi edifici?

- Si, perchè le condizioni sono pessime e noi non possiamo fare niente; - No, il quartiere verrebbe distrutto; - No, perchè se lo spazio è chiuso non puoi respirare! - Si, perchè le condizioni migliorerebbero; - No, perchè diventerebbe troppo grande.

7. Cosa accetterebbe in cambio della sua proprietà?

- Un appartamento; - Un appartamento o un localino commerciale; - Non voglio niente; - Il 30%; - Niente. 162


Le interviste: mappa sintetica dei percorsi e dei luoghi praticati река вардар

2

1 3

1 маџир маало

ново маало 1

железничка станица

острово 1

Luogo di incontro con la persona intervistata Aree maggiormente frequentate (il numero e l’intensità del colore indicano quanti intervistati hanno cerchiato la stessa area) Tracciati maggiormente percorsi

163


PARTE 3 Dentro il frammento. Madzir maalo

I risultati: considerazioni di carattere qualitativo Per come è stata strutturata l’intervista, il campione di intervistati non è sicuramente risultato sufficiente per sviluppare un’analisi quantitativa delle risposte date. Dall’altro lato le risposte numeriche date sono anch’esse, come già sottolineato, abbastanza incerte per cui le medie calcolate non possono avere un reale valore analitico. D’altro canto si possono comunque fare alcune considerazioni di carattere qualitativo, in quanto sia le risposte numeriche che quelle aperte hanno dei comuni denominatori: in breve, le condizioni degli edifici, la scarsa quantità di aree verdi, il loro stato di mantenimento e le condizioni dell’infrastruttura sono i fattori di maggiore insoddisfazione nel quartiere, mentre sugli aspetti sociali si sono dimostrati tutti più che mediamente soddisfatti. Tutti poi sono convinti che né è cambiato niente rispetto al passato né ci saranno cambiamenti futuri, in una sorta di rassegnazione10. Due intervistati su cinque si sono dimostrati favorevoli alla trasformazione del quartiere secondo il DUP, adducendo però come motivazione il degrado in cui versano gli edifici esistenti e il dato che sorprende è che un intervistato, dichiaratosi contrario al DUP, ha affermato allo stesso tempo di essere disposto a scambiare la sua proprietà per un appartamento o un locale commerciale. In tale contradditorietà si può leggere, per quello che si è potuto capire ed interpretare anche alla luce delle precedenti analisi su Skopje, come molti dei Madzirmaalci siano effettivamente e facilmente persuasibili, ma la vera ragione è il forte interesse alla trasformazione per un miglioramento delle condizioni esistenti, miglioramento che i proprietari non sono stati e non sono nella condizione di portare avanti.

10 In realtà già dopo due mesi dalle interviste, effettuate nel novembre 2014, sul forum online build.mk venivano pubblicate foto di nuovi cantieri residenziali a Madzir Maalo. Rif. http://www.build.mk/forum/forum_posts.asp?TID=455&PN=11&SID=ec57zfd9dc43bz15 67656d5e2fc16cab 164


UN PUNTO DI VISTA ESTERNO: Le controversie attraverso i titoli dei media Contemporaneamente ad un indagine sul luogo, si è cercato di individuare un altro punto di vista, esterno al quartiere, attraverso un’indagine che si potrebbe dire fatta a tavolino. A tale scopo si cercato di tracciare la storia o, meglio, le controversie che hanno caratterizzato e caratterizzano la trasformazione di Madzir Maalo, attraverso i titoli di media locali. Sono stati scelti dunque due quotidiani locali, Vecer e Utrinski11 e sono stati ricercati gli articoli relativi a Madzir Maalo degli ultimi dieci anni, dal 2005 ad oggi. Per semplicità sono stati tradotti e riportati di seguito in ordine cronologico i titoli più significativi e per alcuni articoli, laddove il titolo non era sufficientemente esplicativo, si riportano anche le traduzioni di brevi parti degli articoli stessi. Senza ora entrare nel dettaglio degli articoli, che verranno riportati di seguito, i media, comunque, talvolta a supporto talvolta contro i Madzirmaalci, tracciano nel tempo una storia fatta di controversie e conflitti tra gli interessi di abitanti, investitori e istituzioni, una storia che per anni ha visto l’immobilità e la mancanza assoluta di politiche per poi optare per una conclusione, se davvero si tratta di una conclusione, con un dubbio lieto fine.

11 Le notizie dei quotidiani Vecer (Вечер, letteralmente “Sera”) e Utrinski (Утрински, letteralmente “Mattiniero”) sono disponibinibili anche online in lingua macedone, rispettivamente ai siti http://www.vecer.mk e http://www.utrinski.mk/ Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

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2005

PARTE 3 Dentro il frammento. Madzir maalo

I cittadini di Madzir Maalo protestano contro la costruzione della strada Nikola Karev Distruggeranno le nostre case! A causa delle vibrazioni sul terreno durante le attività correnti, alcune vecchie case sono state danneggiate, con serie lesioni nei muri e nei solai e con un alto rischio di collasso delle strutture. http://vecer.mk/skopska/kje-ni-se-urnat-kukjite

25/07

I cittadini di Madzir Maalo decideranno in un dibattito pubblico. Pro o contro gli edifici storici. Una delle ragioni per cui l’abbozzo di piano è stato respinto è l’opposizione del Dipartimento per la Tutela dei Beni Culturali della Città di Skopje,

perché Madzir Maalo è sotto protezione per i suoi valori storici e ambientali.

http://vecer.mk/skopska/za-ili-protiv-istoriskite-objekti

2006

18/01 Il Dipartimento per la Tutela dei beni Culturali della Città dichiara: Tutto Madzir Maalo è eredità autentica. Il Dipartimento di Urbanistica della Municipalità di Centar ha ufficialmente ricevuto le richieste da parte dei cittadini che vogliono ristrutturare, ampliare o sopraelevare le proprie case. Fino ad ora circa 120 richieste attendono un responso, finché non saranno respinte, se il quartiere è dichiarato area protetta. Questo vorrebbe dire non più richieste né interventi. http://vecer.mk/skopska/celo-madzhir-maalo-avtentichno-istorisko-nasledstvo

17/02

La Municipalità di Centar ha adottato il DUP per Madzir Maalo e il “City Gate” Vero costruirà 15500 metri quadri. La catena di supermercati greca potrà costruire edifici su tre piani, più piano interrato e attico, nell’attrattiva area di fronte la Narodska Banka. http://vecer.mk/skopska/vero-kje-gradi-na-155-iljadi-kvadrati 01/03

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Il proprietario sulla strada Nikola Karev finalmente sistemato. La Città ha approvato 3500 euro per metro quadrato. La Città ieri ha deciso di pagare 4,5 milioni di dinari per una casa di 21 metri quadrati. Il compenso del proprierario della strada “slovena” comunque dovrà aspettare. http://vecer.mk/skopska/gradot-odobri-3-500-evra-za-kvadrat 20/06

I residenti dell’antico quartiere annunciano proteste. I Madzirmaalci premono per urbanizzare il quartiere. http://vecer.mk/skopska/madzhirmaalci-pritiskaat-za-urbaniziranje-na-maaloto 26/01 Kostovski sul dibattito su Madzir Maalo, la vergogna di Skopje. Il DUP non cambierà con le proteste. Il sindaco di Skopje ha annunciato che provare a minacciare il DUP con tutte le loro richieste è sbagliato. - Non mi piace nessuna di quelle presentazioni fotografiche con porte e cancelli rotti, case cadenti e giardini malmessi. Uno si dovrebbe vergognare di queste immagini, che riflettono solo non curanza e inospitalità - ha affermato Kostovski. http://vecer.mk/skopska/gup-ne-se-menuva-so-protesti

2007

I Madzirmaalci bloccheranno il ponte del Trasporten Centar. I Madzirmaalci bloccheranno il ponte del Trasporten Centar e l’incrocio con la nuova stazione fino a quando la Città non cambierà il percorso del Boulevard Krusevska Republika come previsto nel Piano Urbano Generale.

13/04

http://www.utrinski.mk/default.asp?ItemID=B020ECED2863744AAF0BA16DA024057F 26/01

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

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PARTE 3 Dentro il frammento. Madzir maalo

I Madzirmalci richiedono la salvezza delle proprie case. L’attuale GUP non permette l’urbanizzazione di 200 case. http://www.utrinski.mk/default.asp?ItemID=9824DE7025269348B135022762A0C67A 12/04 I Madzirmalci non sono soddisfatti del nuovo DUP proposto. Da un quartiere attrattivo avete fatto un dormitorio! I cittadini dicono che non è un piano fatto sulla loro misura. Non è sicuro che la loro storia, durata 50 anni, periodo in cui, a causa della mancanza di piani, non hanno potuto ristrutturare legalmente le loro case, si concluderà con un lieto fine. http://vecer.mk/skopska/od-atraktivna-chetvrt-napravivte-spalna-soba

2008

30/10

Madzir Maalo, finalmente, a un passo dall’urbanizzazione. La proposta del DUP prevede di lasciare nel quartiere case a due piani. http://www.utrinski.mk/default.asp?ItemID=58AC46BEDC771147B1FFFA73F69517F1

31/10 I Madzirmalci non si arrendono per ottenere cosa vogliono dal DUP. Non vogliono una chiesa, vogliono più piani. L’assemblea pubblica è concorde nel chiedere supporto a tutte le istituzioni e al Primo Ministro in persona, al fine di cancellare il percorso disegnato per il nuovo Boulevard Krusevska Republika e la linea tramviaria annessa, eliminare la chiesa che si vuole costruire e permettere l’unione delle proprietà e l’aumento dei piani, almeno di un piano attico. http://vecer.mk/skopska/ne-sakaat-crkva-tuku-kat-povekje

07/11

168


Bisogno urgente di modifica del Piano Urbano Generale. Il candidato sindaco del Centro di VMRO-DPMNE, Vladimir Todorovic: modificato il GUP di Skopje può essere dislocato il Boulevard Krusevska Republika, previsto dal piano attuale. http://www.utrinski.mk/default.asp?ItemID=0FFCDEE2FBC2E04EB266E9732A642021 30/03 La cosa più importante è risolvere i problemi comuni. Tutti i piani urbanistici dovrebbero essere rivisti, dice il candidato sindaco SDSM alla Municipalità di Centar SDSM Miroslav Vuikj. http://www.utrinski.mk/default.asp?ItemID=BCF3786D4A209845A669E4E5C166E66F

2009

30/03

Lo Stato venderà migliaia di metri quadrati del Paese. Tra le offrete, terreni del Boulevard Sud, di Madzir Maalo, ai piedi della fortezza. http://www.utrinski.mk/default.asp?ItemID=44BFC0F2E9BD3E469CA682C89AA7662F

03/12 Non sono soddisfatto del lavoro fatto, spero di poter rimediare, afferma Vladimir Todorovic, sindaco della Municipalità di Centar. …Credo che non ci dovrebbero essere le aree protette nel quartiere di Madzir Maalo da parte dell’Ufficio per la Protezione dei Beni Culturali. Penso non si possa difendere il patrimonio a discapito dei cittadini. http://www.utrinski.mk/default.asp?ItemID=47EF4214E716F247888BB3D52BD336A4 14/12

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

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PARTE 3 Dentro il frammento. Madzir maalo

Il nuovo GUP of Skopje sarà una calamita per gli investitori. Il bazar è salvo, ma non si può dire lo stesso per la linea tramviaria. Il nuovo piano prevede la protezione dei parchi Vodno e Gazi Baba, il bazar rimarrà al suo posto. Il Boulevard Krusevska Republika rimane ma la proposta della linea tramviaria è fallita. http://vecer.mk/skopska/zeleno-pazarche-kurtuli-no-ne-i-tramvajot-pokraj-vardar

2011

18/03

Dopo sei anni la maledizione sul centro è andata. Le case di Madzir Maalo non sono più eredità storica! La nuova versione del DUP prevede l’unione delle parcelle, la costruzione di nove grattacieli, l’ampliamento della rete stradale esistente all’interno del vecchio quartiere. Nei prossimi giorni la versione verrà esaminata dai cittadini attraverso questionari scritti per dare opinioni sui cambiamenti. http://vecer.mk/skopska/madzhirmaalskite-kukji-od-kerpich-ne-se-vekje-istoriski-spomenici

15/07

Grattacieli al posto delle case in terra cruda a Madzir Maalo. Uno dei più antichi quartieri di Skopje avrà finalmente un quadro urbano. Adottata la versione iniziale del Piano Urbanistico di Dettaglio. http://www.utrinski.mk/default.asp?ItemID=EB8D8CF7E72B5341AB8F0885A90374D4

2013

18/07 Janakieski: legalizzazione di almeno 100.000 case illegali La recente adozione del Piano Urbanistico Generale (GUP) della Città di Skopje accelererà il processo di legalizzazione in tutti i comuni a Skopje. A Madzir Maalo, Krnjevo e Novo Maalo gli abitanti potranno dopo tanti anni legalizzare le proprie case. http://www.utrinski.mk/default.asp?ItemID=62A806F2256DC44E904A59DF6BDE3699 16/02

170


Il tracciato del Boulevard Krushevska Republica andrà sotto terra, prevede il nuovo Piano Urbano Generale. La migliore opportunità per i cittadini di Madzir Maalo di legalizzare in futuro le loro proprietà è interrare il Boulevard Krushevska Republika. http://vecer.mk/skopska/bulevarot-krushevska-republika-kje-odi-pod-zemja 17/02 Nuova pagina urbana per Madzir Maalo. Lentamente scompaiono i vecchi quartieri di Skopje. Non è una politica, né riguarda il loro restauro, ma piuttosto supporta la trasformazione con una mancanza di una piattaforma concettuale per la rivitalizzazione. http://www.utrinski.mk/default.asp?ItemID=C4FE6E32E3B52D46B7345220A2E2DA33

“Skopkje 2014” entrerà a Madzir Maalo. Si costruirà in stile “Skopje 2014” a Madzir Maalo un hotel con facciata elegante. Il Ministero dei Trasporti e delle Comunicazioni ha dato l’annuncio per la vendita del terreno di 2.855 metri quadrati vicino al quartiere disordinato di Madzir Maalo. http://www.utrinski.mk/default.asp?ItemID=A7BB31150E4C2246ABF83441A588F6D2

Annullata la vendita del terreno per la costruzione dell’hotel per omissioni catastali. E’ stato appurato che parte del terreno è di proprietà privata di tre individui, che impedisco la procedura di vendita.

2014

29/12

http://vecer.mk/skopska/ponishtena-prodazhbata-na-zemjishteto-za-hotel-poradi-katastarski-propust 20/02

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

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PARTE 3 Dentro il frammento. Madzir maalo

Analisi degli stakeholders Dalle precedenti analisi, a partire dalle interviste sul campo per poi passare al tracciamento della storia del quartiere attraverso i principali titoli dei quotidiani locali inerenti Madzir Maalo, è stato possibile individuare, seppure in maniera ancora disorganica, i principali attori e più in generale gli stakeholders in gioco nelle dinamiche di trasformazione del quartiere. Al fine di avere però un efficace coinvolgimento degli stakeholders, in un’ottica di una trasformazione futura che si discosti dai processi in atto, che, come è stato possibile capire soprattutto attraverso i titoli di giornale, hanno portato ad una non trasformazione o, come nel caso di Debar Maalo12, porteranno ad una trasformazione non sostenibile sotto diversi punti di vista, è fondamentale che tutti i soggetti interessati vengano identificati nelle prime fasi del processo. In generale, nei progetti di sviluppo urbano, molte parti interessate potrebbero apparire ovvie, ma spesso l’esclusione di alcune parti compromette tanto l’equità dei processi decisionali quanto i risultati effettivi della trasformazione urbana. Partecipazione pubblica, governance nei processi decisionali, sostenibilità sociale sono temi oggi ampiamente trattati in letteratura e affrontati nella pratica in relazione al tema dello sviluppo sostenibile. Ma sebbene la necessità di una progettazione di meccanismi di valutazione partecipativi sia stata ampiamente auspicata, sottolineando come lo sviluppo sostenibile debba essere uno sviluppo partecipativo e come la sostenibilità richieda che tutte le parti interessate monitorino e valutino i processi oltre a negoziare una visione di sviluppo urbano, la partecipazione pone sicuramente numerose sfide, soprattutto nel caso della città di Skopje. La prima di queste sfide è sicuramente l’identificazione delle parti interessate. Gli stakehoders, portatori di interesse, non sono infatti, come gli attori, dotati necessariamente di potere, sia esso politico, economico o di altro carattere, ma, come lo 12 Rif. Parte 1. Skopje. Una città di frammenti. La riscrittura dei frammenti: Skopje oggi. La trasformazione di Debar Maalo: un modello di “insostenibilità regolamentata”. 172


stesso termine suggerisce, hanno un interesse allo sviluppo o alla trasformazione urbana, per ragioni e di natura che possono essere sicuramente diverse. E nonostante il termine parti interessate appaia spesso nella letteratura, è stato sottolineato che relativamente poca attenzione è stata dedicata allo sviluppo di approcci sistematici per l'identificazione e l'analisi degli stakeholder (Bryson, 2004)13. Ma il fatto stesso che dei soggetti abbiano un qualche tipo di interesse significa che dovrebbero essere coinvolti, in quanto la loro esclusione dalla definizione di stakeholders non è sufficiente per allontanarli o cancellare i loro interessi. L’approccio al tema della partecipazione risulta dunque cruciale nella costruzione di un processo decisionale sostenibile ed inclusivo. Ad un approccio democratico e realmente inclusivo, volto a valorizzare il processo di partecipazione per le questioni etiche di equità e di empowerment dei comuni cittadini, si oppone un approccio consumistico, volto piuttosto a soddisfare il desiderio dei settori privati di prevalere nella competitività nel mercato (Ridley e Jones, 2002; Rowe e Pastore, 2002)14. Individuare, dunque, le parti interessate in modo stretto e consumistico vuol dire ridurre i soggetti che si vanno a configurare come stakeholders, ignorando così quei soggetti e quei gruppi che non hanno potere di influenzare il progetto. Un processo esclusivo ha sicuramente più rischi di accrescere i conflitti e le controversie già di per sé esistenti tra le diverse parti interessate. I conflitti che nascono da differenze attitudinali tra gli stakeholders, sono talvolta inevitabili e non sono da considerarsi necessariamente una cosa negativa, in quanto sono espressione di diversi valori e percezioni. Ma la risoluzione o quantomeno la riduzione dei conflitti è possibile solo se il processo decisionale consente un dialogo aperto che 13 V. N. Mathur, A. D.F. Price, S. Austin, C. Moobela, Defining, identifying and mapping stakeholders in the assessment of urban sustainability, working paper, International Conference Whole Life Urban Sustainability and its Assessment, Glasgow Caledonian University, Glasgow, 27-29 giugno 2007 14 V. N. Mathur, A. D.F. Price, S. Austin, C. Moobela, Defining, identifying and mapping stakeholders in the assessment of urban sustainability, cit.

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

173


PARTE 3 Dentro il frammento. Madzir maalo

comprende una vasta gamma di gruppi di interesse nelle fasi iniziali del progetto. Inoltre un processo inclusivo permette l'acquisizione di più forme di conoscenza, la quale, favorendo l'apprendimento sociale e aumentando così la consapevolezza di tutti i soggetti, può essere considerata come un fine in sé. La tabella seguente15 riassume come una definizione ristretta dei soggetti interessati, collegabile ad un approccio consumistico alla partecipazione e ad un processo decisionale esclusivo, non può essere in grado di soddisfare gli obiettivi relativi ad un processo inclusivo per uno sviluppo urbano sostenibile, ricollegabile invece ad un approccio democratico alla partecipazione. Implicazioni dell’adozione di una defiObiettivi di uno sviluppo sosteni- nizione ristretta di stakehoders – Probile – Processo inclusivo cesso esclusivo Catturare diverse forme di conoscenza

Forme di conoscenza locale, non convenzionale e non tecnica non vengono considerate

Accrescere il supporto e la proprietà del Fruitori non intenzionali e cittadini in genere progetto vengono esclusi e potrebbero non supportare il progetto Evitare, ridurre, risolvere i conflitti

Le controversie portate avanti da soggetti periferici al processo non vengono affrontati, con il rischio di successive esplosioni di conflitto

Costruire partenariati, creare coopera- Bassa probabilità di costruire nuove e più amzioni pie partnenrship Promuovere equità e giustizia

Il tema dell’equita non viene affrontato, chi non possiede potere non ha un ruolo

Incoraggiare l’apprendimento sociale, Ci può essere solo apprendimento tecnico, e aumentare la consapevolezza non apprendimento sociale tra le diverse parti interessate Accresce l’inclusività del processo deci- Incapacità di contribuire all’apertura dei processionale si

15 I contenuti della tabella sono stati tradotti e rielaborati a partire dallo schema prodotto in V. N. Mathur, cit. 174


L’identificazione degli stakeholders non è comunque impresa facile: «ogni situazione è unica, plasmata da diversi problemi, persone, storia, ubicazione, strutture delle organizzazioni e delle istituzioni, e così via»16. L’adozione di un approccio sistematico nella definizione degli stakeholders risulta dunque necessaria. Le principali tecniche utilizzate per l’identificazione degli stakeholders, individuate dalla letteratura, sono essenzialmente quattro17: -

La prima si serve dell’uso di un elenco generico delle parti interessate per

categoria e tipologia; -

La seconda prevede l’identificazione dei soggetti attraverso una serie di

domande, al fine di garantire che tutte le parti più importanti vengano considerate18; -

La terza, detta tecnica a valanga, prevede di riunire i soggetti interessati,

precedentemente individuati e, attraverso diverse tecniche, come quella del focus group, permette di contribuire all’identificazione degli stakeholders e individuare le relazioni tra di loro; -

Infine, la quarta, prevedendo la mappatura degli stakeholders, a differenza

dei primi tre tipi di tecniche, orientati principalmente ad individuare i soggetti interessati, ha invece un obiettivo più strategico in termini di progettazione e pianificazione dei processi successivi. Di seguito all’identificazione degli stakeholders, effettuata attraverso la prima tecnica, segue la mappatura degli stessi nel diagramma circolare degli stakeholders.

16 Involve (2005), The true costs of public participation, Full Research Report Together we can, Involve, novembre 2005 17 V. N. Mathur, A. D.F. Price, S. Austin, C. Moobela, Defining, identifying and mapping stakeholders in the assessment of urban sustainability, cit. 18 La maggior parte delle linee guida di programmi di coinvolgimento e partecipazione degli stakeholders suggeriscono una lista di domande per aiutare nell’identificazione delle parti interessate. Per un esempio più specifico si veda V. N. Mathur, cit. Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

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PARTE 3 Dentro il frammento. Madzir maalo

Elenco degli stakeholders

Categoria generale

Sotto-categoria

Soggetti / gruppi

Livello

I possibili stakeholders sono stati indivi-

Coloro che influiscono sul progetto

Coloro che sono coinvolti nella realizzazione del progetto

Investitori

Nazionale/Locale

Promotori/Costruttori

Nazionale/Locale

Proprietari di casa residenti

Locale

Proprietari di casa non residenti

Locale

duati attraverso una categoria generale e una sotto-categoria. Successivamente ne è stato definito il livello (internazionale, nazionale, locale), il tipo (interessi generali, interessi speciali, esperto, politico, burocratico) ed infine sono stati individuati i ruoli e gli obiettivi di ciascuna parte interessata.

Proprietari di strutture destinate Locale ad attività commerciali ed alberghiere Clienti (acquirenti di nuovi alloggi) Locale Istituzioni finanziarie

Internazionale/Nazionale/Locale

Professionisti (progettisti, consu- Internazionale/Nalenti tecnici, ecc) zionale/Locale Coloro che determinano il contesto

Repubblica di Macedonia

Nazionale

Ministero dei “Trasporti e Comu- Nazionale nicazioni”

176


Tipo di stakeholder

Tipo di risorsa

Ruolo / obiettivo

Interessi speciali

Economico

Massimizzazione del profitto economico, ricerca del miglior progetto in termini di investimento

Interessi speciali

Economico

Massimizzazione del profitto economico, supporto tecnico e messa a disposizione del proprio know how

Interessi speciali

Economico/Sociale Recupero e valorizzazione delle proprietà, creazione di associazioni di proprietari e formalizzazione dei propri interessi in coordinamento con le associazioni di residenti, valorizzazione dell’area per un’abitabilità sostenibile

Interessi speciali

Economico

Recupero e valorizzazione delle proprietà, creazione di associazioni di proprietari e formalizzazione dei propri interessi in coordinamento con le associazioni di residenti

Interessi speciali

Economico

Recupero e valorizzazione delle proprietà, creazione di associazioni di proprietari e formalizzazione dei propri interessi in coordinamento con le associazioni di residenti, valorizzazione dell’area in termini di turismo

Interessi speciali

Economico/Sociale Ricerca del miglior progetto, futuro o realizzato, in termini di qualità urbana, gusto personale ed economicità

Interessi speciali

Economico

Massimizzazione del profitto economico

Esperto

Tecnico/Sociale/ Conoscitivo

Espressione formale degli interessi dei clienti, proposte progettuali coerenti con le idee e le politiche di piano

Politico

Politico/Legale/ Economico

Attenzione all’interesse pubblico, creazione di fondi per la rigenerazione di aree soggette a degrado, consenso politico

Burocratico

Politico/Economico

Analisi infrastrutturale e redazione di piani integrati e coerenti, promozione del trasporto pubblico

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

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PARTE 3 Dentro il frammento. Madzir maalo

Città di Skopje

Locale

Municipalità di Centar

Locale

Municipalità circostanti

Locale

Dipartimento per la “Tutela dei Locale Beni Culturali” della Città di Skopje Dipartimento di “Urbanistica” del- Locale la Città di Skopje e della Municipalità di Centar Coloro che sono interessati al progetto

Coloro che sono di- Residenti e lavoratori (non pro- Locale rettamente colpiti prietari) dell’area Coloro che sono Residenti delle aree circostanti indirettamente colpiti

Altri che potrebbero essere interessati

Locale

Cittadini della Città di Skopje

Locale

Media e opinione pubblica

Internazionale/Nazionale/Locale

Organizzazioni non governative Nazionale/Locale ambientali e sociali Ricercatori / accademici dell’Uni- Locale versità Kiril i Metodij di Skopje

178

Potenziali utenti / clienti di progetti futuri

Nazionale/Locale

Turisti/Visitatori

Internazionale/Nazionale/Locale


Politico/Burocratico

Politico/Legale/ Economico

Attenzione all’interesse pubblico, creazione di fondi per la rigenerazione di aree soggette a degrado, promozione di interventi e programmi di riqualificazione, consenso politico

Politico/Burocratico

Politico/Legale/ Economico

Promozione di interventi e programmi di riqualificazione, consenso politico

Politico

Politico/Legale/ Economico

Promozione di interventi e programmi di coordinamento tra le municipalità, per uno sviluppo coerente e integrato della città

Burocratico

Legale/Conoscitivo

Analisi, valorizzazione e recupero del patrimonio, promozione di programmi e di interventi di conservazione e recupero

Burocratico

Tecnico/Legale

Redazione di piani e regolamentazioni coerenti alle politiche della Municipalità, della Città, del governo nazionale, da redigersi attraverso la creazione di un gruppo interdisciplinare di progettazione

Interessi generali

Sociale/Conoscitivo

Creazione di associazioni e comitati di quartiere tra loro coordinati, formalizzazione dei propri interessi

Interessi generali

Sociale/Conoscitivo

Creazione di associazioni e comitati di quartiere tra loro coordinati, partecipazione ai dibattiti per uno sviluppo coerente e integrato della città

Interessi generali

Sociale/Conoscitivo

Interesse e partecipazione ai dibattiti relativi alla trasformazione della propria città

Interessi generali

Politico/Sociale

Promozione e influenza sul processo decisionale e sui contenuti dei progetti di trasformazione

Esperto/Interessi generali

Sociale/Conoscitivo

Sensibilizzazione sulle tematiche della sostenibilità, tutela degli interessi e empowerment degli stakeholders dotati di scarsa influenza e potere

Esperto

Tecnico/Sociale/ Conoscitivo

Analisi dell’area e proposte di scenari progettuali per uno sviluppo urbano sostenibile

Interessi speciali

Economico/Sociale Ricerca del miglior progetto, futuro o realizzato, in termini di qualità urbana, gusto personale ed economicità

Interessi generali

Sociale/Conoscitivo

Promozione della cultura locale, intrattenimento

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

179


PARTE 3 Dentro il frammento. Madzir maalo

Mappatura degli stakeholders attraverso il diagramma circolare degli stakeholders

1 Investitori 2 Promotori/Costruttori

14

3 Proprietari di casa residenti 4 Proprietari di casa non residenti

13

5 Proprietari di strutture destinate ad attività commerciali ed alberghiere

12

6 Clienti

15

7 Istituzioni finanziarie 8 Professionisti (progettisti, consulenti tecnici, ecc)

11

9 Repubblica di Macedonia

10

10 Ministero dei “Trasporti e Comunicazioni”

19

9

11 Città di Skopje 12 Municipalità di Centar

3-4-5

13 Municipalità circostanti

21

14 Dipartimento per la “Tutela dei Beni Culturali” della Città di Skopje

8

15 Dipartimento di “Urbanistica” della Città di Skopje e della Municipalità di Centar

7

17 6

18

1-2

16 Residenti e lavoratori (non proprietari di casa e di attività economiche)

20

16

22

17 Residenti delle aree circostanti

23

18 Cittadini della Città di Skopje 19 Media e opinione pubblica 20 Organizzazioni non governative ambientali e sociali 21 Ricercatori / accademici dell’Università Kiril i Metodij di Skopje 22 Potenziali utenti / clienti di progetti futuri 23 Turisti/Visitatori

Gli stakeholders precedentemente individuati sono stati raggruppati nel diagramma circolare degli stakeholders, dove, per ognuno di essi, la distanza dal centro, rappresentante il progetto, indica la distanza dal progetto stesso, la profondità del raggio l’impatto o il potere di annullare il progetto, la dimensione del cuneo e la sua relativa area indica l’influenza e infine il pattern ne rappresenta il grado di omogeneità.

180


una sintesi: Analisi Swot Le indagini condotte sia su Madzir Maalo che sul contesto più ampio di cui il quartiere fa parte, indagini di natura tra loro molto differente, si sono tutte rivelate essere strumenti conoscitivi fondamentali e, d’altra parte, preliminari alla costruzione di strategie e obiettivi operativi volti allo sviluppo di scenari alternativi di trasformazione. A tale scopo è stato scelto di effettuare un’ultima analisi, l’analisi SWOT, al fine di tentare una sintesi analitica prima di passare alla costruzione degli scenari. L’analisi SWOT è uno strumento di pianificazione strategica che utilizza una tecnica di analisi e sintesi a supporto dei processi decisionali, usata per valutare i punti di forza, strenghts, di debolezza, weaknesses, le opportunità, opportunities, e le minacce, threats. Sviluppata negli anni ‘50 come supporto alla definizione di strategie aziendali per la gestione delle imprese, dagli anni ‘80 viene introdotta come strumento di supporto alle scelte di intervento pubblico per analizzare scenari alternativi di sviluppo. Attualmente questa tecnica viene applicata, in maniera piuttosto diffusa, anche ai processi territoriali. Lo scopo dell’analisi è quello di definire diverse possibilità di sviluppo valorizzando i punti di forza e contenendo quelli di debolezza, alla luce del quadro di opportunità e rischi derivante dalle caratteristiche e dalle progettualità esterne al contesto territoriale oggetto di studio. Al fine di rendere fruibili le informazioni raccolte, con un processo logico di sistematizzazione, gli elementi conoscitivi dell’indagine che possono essere naturalmente di diverso carattere, economico, sociale, culturale, ambientale e amministrativo19, vengono sintetizzati in una matrice organizzata in quattro sezioni (forze, debolezze, opportunità e minacce) e a loro volta in diversi comparti. In tal modo vengono dunque distinti i fattori endogeni, punti di forza e punti di debolezza, ovvero le variabili su cui è possibile intervenire essendo parte 19 D.Storti, L’analisi SWOT, Working paper, Istiituto Nazionale di Economia Agraria, Roma 2009 Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

181


PARTE 3 Dentro il frammento. Madzir maalo

integrante del sistema, e i fattori esogeni, opportunità e minacce, ovvero le variabili esterne al sistema, su cui non è possibile intervenire direttamente, ma che, potendo essere fattori condizionanti, è necessario monitorare in modo da sfruttare gli eventi positivi e prevenire quelli negativi. La metodologia attraverso cui tali fattori vengono definiti sicuramente è determinante nella costruzione dell’indagine e della sua validità: quando l’analisi è par-

Fattori endogeni (controllabili)

Punti di debolezza

Punti di forza

tecipata, attraverso l’analisi congiunta di esperti e stakeholders, in focus groups o attraverso altre tecniche, l’indagine, coinvolgendo le diverse parti interessate, ri-

S

W

O

T

specchierà più realisticamente il contesto e avrà dunque una maggiore possibilità di accrescere il consenso sulle strategie di

Fattori esogeni (incontrollabili)

Opportunità

Minacce

azione rispetto a quella che può avere invece l’analisi a tavolino, dove è il ricercatore a definire i diversi fattori e a formulare gli scenari, rischiando di rendere l’analisi stessa non valida e di descrivere la realtà

in modo parziale e semplicistico20. 20 M. Bottero, E. Cimnaghi, V. Ferretti, L’analisi SWOT, in Metodologie di valutazione 182

La matrice dell’analisi SWOT


L’analisi che segue, effettuata a tavolino per l’impossibilità di estendere questo lavoro di indagine alle parti interessate, si è posta come obiettivo primario la messa in evidenza dei diversi fattori, interni ed esterni al contesto del quartiere. Da una parte ciò si è rivelato utile nel sintetizzare e sistematizzare le diverse analisi condotte sia su Madzir Maalo che sul contesto più ampio di cui il quartiere fa parte, e dall’altro è risultato essere un supporto di orientamento nella costruzione e nel confronto dei diversi scenari di sviluppo21, attraverso la valorizzazione degli elementi di forza e il contenimento e la mitigazione delle debolezze. Le quattro parti della matrice, a loro volta sono state suddivise in quattro comparti: il primo riguardante le caratteristiche territoriali ed ambientali, il secondo quelle architettoniche, il terzo sociali ed infine il quarto quelle economiche. Per sintetizzare, dall’analisi che segue emerge come il quartiere abbia punti di debolezza, sebbene non numerosi, molto forti ed in grado di compromettere seriamente la qualità abitativa dell’area. A ciò si aggiungono numerose minacce e poche opportunità, fattori principalmente ricollegabili all’assenza di programmi e di interventi di recupero e rigenerazione dei quartieri storici. Ciononostante Madzir Maalo presenta numerosi punti forza, relativi alle sue caratteristiche proprie, alle sue peculiarità che riguardano più che il comparto economico, quelli del territorio, dell’architettura e del sociale, fattori tutti da conservare e valorizzare adeguatamente, in un processo che, ad oggi, sembra tutto da costruire.

per la sostenibilità, a cura di G. Mondini, Loffredo, Napoli 2010 21 Rif. Parte 4. Madzir Maalo. Scenari di trasformazione

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

183


PARTE 3 Dentro il frammento. Madzir maalo

STRENGHTS Punti di forza Peculiarità del quartiere, caratteristiche che lo qualificano in modo positivo e che in quanto tali rappresentano gli elementi da conservare e valorizzare adeguatamente

Territoriale / ambientale -

Collocazione favorevole: localizzazione centrale, vicinanza con le linee del

trasporto pubblico urbano ed extraurbano (stazione dei treni e degli autobus), vicinanza con l’università “Kiril i Metodij” e altre strutture destinate ad attività pubbliche; -

Risorse ambientali (affaccio sulla sponda del fiume Vardar);

-

Maggiore qualità dell’aria rispetto alle aree limitrofe data da uno scarso

traffico autoveicolare; -

Tessuto urbano minuto, adatto alla mobilità pedonale e ciclabile;

-

Presenza di un ampio spazio verde inutilizzato di proprietà pubblica, con

possibilità di trasformazione; ARCHITETTONICO -

Caratterizzazione del tessuto urbano con edifici di uno o due piani, in coe-

renza con il tessuto stradale minuto; -

Valore storico di molte delle strutture esistenti, rimaste invariate rispetto

alla data di costruzione non essendo stato effettuato alcun intervento dopo la loro costruzione; SOCIALE -

Alta coesione sociale, forte senso comunitario degli abitanti;

- Forte senso identitario e di appartenenza al quartiere degli abitanti; -

Patrimonio culturale e tradizionale locale;

- Forte interesse degli abitanti alla trasformazione del quartiere. ECONOMICO - ciali.

184

Presenza di ostelli, alberghi e ristoranti e di alcune piccole attività commer-


Territoriale / ambientale -

Mancanza di connessioni con le aree limitrofe; chiusura del quartiere in

sé stesso;

Punti di debolezza

- Forte carenza degli standard urbanistici e igienico sanitari di base ARCHITETTONICO -

WEAKNESSES

Forte degrado esterno e interno di molti edifici, privati e pubblici, di cui al-

Caratteristiche negative specifiche del quartiere che rappresentano svantaggi e criticità per un futuro sviluppo. Tali elementi devono essere attentamente affrontati e monitorati

cuni completamente abbandonati; -

Scarso valore di alcuni fabbricati di area non superiore a 20 m2, utilizzati

come depositi privati; -

Nuove costruzioni dai sei agli otto piani in sostituzione agli edifici bassi

preesistenti, come previsto dal piano urbano di dettaglio (DUP), incoerenti e non sostenibili se confrontati al tessuto urbano minuto, che rimane invariato SOCIALE -

Assenza di associazioni, comitati e organizzazioni con la conseguente

mancanza di coordinamento degli interessi degli abitanti nella possibile trasformazione del quartiere; -

Mancanza di spazi e centri per la socialità;

ECONOMICO -

Scarsissima disponibilità economica dei proprietari per il recupero delle

strutture in loro possesso;

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

185


PARTE 3 Dentro il frammento. Madzir maalo

OPPORTUNITIES Opportunità L’insieme dei fattori esterni al quartiere (azioni, interventi, programmi, tendenze, ecc.) che potrebbero incidere positivamente o comunque influenzare in modo positivo lo sviluppo.

Territoriale / ambientale -

Ricchezza di tessuti urbani nella città di Skopje, data da fattori storici che

hanno portato a repentini cambiamenti nelle idee di sviluppo della città; -

Presenza nella città di aree verdi e spazi sotto o non utilizzati, nell’ottica

di una creazione di nuove possibili relazioni tra i “frammenti”. ARCHITETTONICO -

Presenza nella città di Skopje di una valida Facoltà di Architettura, nell’otti-

ca della creazione di un gruppo interdisciplinare per l’analisi approfondita dell’area e dello stato di degrado degli edifici e per la proposta di alternative progettuali. SOCIALE -

Tendenza alla migrazione dal resto della Macedonia verso Skopje (cresci-

ta demografica); -

Aumento del turismo nella città di Skopje;

-

Crescita della consapevolezza e dell’apertura dei cittadini verso i temi

della sostenibilità; -

Vitalità sociale e culturale della città, proliferazione di iniziative culturali di

vario genere. ECONOMICO - Skopje.

186

Rilevanza del settore delle costruzioni nell’economia della Macedonia e di


Territoriale / ambientale -

Mancanza nella città di una rete ciclabile, fatta eccezione per l’area lungo

il fiume Vardar; -

Minacce

Mancanza di una rete di trasporto pubblico efficace e tendenza all’uso del

trasporto privato o del sistema dei taxi; -

TREATHS

Previsione nel piano urbano generale (GUP) della realizzazione del Bou-

levard Krusevska Republika, lungo l’asse nord sud, che, trascurando le tracce esi-

L’insieme dei fattori esterni al quartiere (azioni, interventi, programmi, tendenze, ecc.) che potrebbero essere elementi destabilizzanti o influenzare in maniera negativa lo sviluppo.

stenti, taglierebbe il quartiere in due. ARCHITETTONICO -

Tendenza all’adozione di politiche opposte di conservazione assoluta o di

demolizione e sostituzione nei tessuti storici minuti degli edifici bassi con edifici dai sei agli otto piani; -

Mancanza di programmi di recupero del patrimonio esistente;

-

Tendenza alla speculazione edilizia;

-

Tendenza all’abusivismo costruttivo dovuto alla mancanza di politiche effi-

caci di intervento sull’esistente. SOCIALE - Frammentazione sociale ed etnica presente in Macedonia e a Skopje; -

Carenza di organizzazioni non governative e di associazioni forti, in grado

di influire e negoziare nei processi decisionali. ECONOMICO -

Mancanza di reale autonomia finanziaria delle Municipalità, dipendenti in

gran parte dalla Città di Skopje e dal governo nazionale; -

Mancanza di dati attendibili sul mercato immobiliare;

-

Salario medio molto basso in relazione ai prezzi medi degli immobili, in

particolare nella Municipalità di Centar. Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

187



PARTE 4 Madzir Maalo. Due scenari di trasformazione L’obiettivo di questa parte conclusiva è proporre delle alternative alla trasformazione in atto a Madzir Maalo. Sono stati dunque sviluppati due scenari, che, sulla base delle stesse linee guida definite per l’area complessiva e degli stessi obiettivi di carattere generale, prendono direzioni differenti a partire da due diversi modi di trattare il quartiere, inteso come frammento urbano, e da due possibili processi di trasformazione, per definire infine due forme urbane differenti. In un secondo momento, lo stato attuale, i due scenari proposti e il Piano Urbano di Dettaglio, redatto dalla Municipalità di Centar, verranno confrontati attraverso la Social Multi Criteria Evaluation.

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

189



DUE SCENARI DI TRASFORMAZIONE Prima di scendere nel dettaglio dei due scenari, è utile tentare di dare un significato al termine stesso. In generale, lo scenario è lo “spazio per le scene” e, in quanto tale, costituisce l’insieme dei vari elementi che caratterizzano l’ambiente scenico, è dunque la superficie sulla quale sono rappresentati gli aspetti illusori di una realtà spaziale inesistente. Secondo alcune tra le diverse definizioni selezionate da Duinker e Greig1 , «[…] lo scopo principale nello sviluppare scenari è stimolare a pensare sui possibili eventi (accadimenti), sui postulati (premesse) relativi a questi avvenimenti, sulle oppor-

G. De Chirico, Sole sul cavalletto, 1973

tunità e i rischi possibili e sullo svolgimento dell’azione» (Karke et al. 1998). Lo scenario è «[…] una visione intrinsecamente coerente di ciò che il futuro potrebbe rivelarsi essere, non una previsione ma un possibile esito futuro» (Porter, 1985), è «[…] un insieme di futuri ragionevolmente plausibili ma strutturalmente diversi» (Van der Heijden, 1996). La caratteristica comune a queste definizioni è l’idea che la costruzione di scenari non è focalizzata sul produrre previsioni ma piuttosto sul descrivere immagini del futuro, coerenti e plausibili, ma che nel rappresentare una realtà inesistente, sfidano il presente ampliando le prospettive.

1 P. N. Duinker, L. A. Greig, Scenarios analysis in environmental impact assessment: Improving explorations of the future, in Environmental Impact Assessment Review, n.27, 2007 Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

191


PARTE 4 Madzir maalo. Due scenari di trasformazione

Politiche e strategie comuni ai due scenari I due scenari che verranno proposti partono da una base comune che è, in primo luogo analitica: tutte le esplorazioni fin qui condotte hanno costituito un fondamento senza il quale non sarebbe stato possibile azzardare alcuno scenario. La conoscenza del luogo, che si è cercato di approfondire sotto svariati punti di vista, ha creato dunque le premesse necessarie, prima ancora per sviluppare i due scenari, per definire gli obiettivi primari della trasformazione che poi verranno declinati, come si vedrà, nei due scenari attraverso due modi di trasformare il frammento, due idee di processo di trasformazione e infi-

assi infrastrutturali veicolari assi infrastrutturali a bassa mobilità nuove connessioni, (prolungamento degli assi interni) aree destinate attualmente ad attività pubbliche lotti non edificati

ne due forme urbane. L’obiettivo iniziale è stato però quello di proporre una trasformazione alternativa a quella in atto nella città di Skopje, da una parte basandosi sulle strategie generali

Madzir Maalo nelle strategie dell’area centrale della città lungo l’asse nord-sud

Madzir Maalo nelle strategie dell’area centrale della città lungo l’asse nord-sud

derivanti dalle analisi condotte nell’area

Le strategie per l’area centrale della città lungo l’asse nord-sud3 si fondano da un

centrale della città lungo l’asse nord-sud

2

lato sul rafforzamento dell’asse stradale esistente nord-sud passante parallelamen-

e, dall’altra, sulla base di strategie politi-

te alla direzione della stazione dei treni sul confine est del quartiere e, dall’altro, sul-

che che si intende perseguire in entrambi

la creazione, attraverso il prolungamento della via Krusevka Republika da attuarsi

gli scenari.

seguendo le tracce delle lottizzazioni esistenti, di un asse parallelo al primo, ma

2 Rif. Parte 2. Tra i frammenti. Strategie progettuali

3 Ibid.

192


avente diverso carattere, per così dire un carattere sociale, basandosi su una mobilità lenta, pedonale e ciclabile. Attraverso l’utilizzo delle parcelle interne al quartiere non edificate, l’obiettivo è inoltre estendere il dominio dello spazio pubblico, che si andrà ad aggiungere a quello esistente, che, oggi, risulta molto limitato. A livello fisico, dunque, i due assi infrastrutturali e i terreni pubblici non costruiti costituiscono la prima base di azione per la trasformazione del quartiere, la cui rigenerazione, comunque, necessita, nel passo successivo, di una definizione di intenti e politiche di trasformazione.

Politiche perseguite: conservazione e densificazione in un equilibrio di interessi Un progetto di rigenerazione di un contesto esistente, in particolare in quartieri storici, contiene sicuramente aspetti di difficile gestione ricollegabili al bisogno, duale e spesso antitetico, di preservare, da un lato, le caratteristiche tipologiche e morfologiche tanto del tessuto urbano quanto dell’edificato, e, dall’altro lato, riadattare tali condizioni alle necessità non solo funzionali ma anche di standard di vita del presente. In generale, esperienze passate e presenti su quartieri storici hanno visto condurre politiche che si sono risolte in interventi che variano dall’assoluta conservazione alla demolizione totale. Se in molti casi le posizioni conservative sono state utili a salvaguardare tessuti storici da stravolgimenti morfologici, d’altro canto un approccio conservativo condotto senza che vi sia alcuna possibilità di interventi di ricostruzione porta molto prevedibilmente a un deterioramento continuo del patrimonio esistente e di conseguenza a devalorizzazione e deprezzamento. Questo è ovviamente dovuto allo scarso interesse di investitori e costruttori in contesti deteriorati e abbandonati che, attraverso una politica di assoluta conservazione, perdono attrattività in termini di

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

193


PARTE 4 Madzir maalo. Due scenari di trasformazione

profitto. Risulta dunque abbastanza controverso perseguire una politica di totale conservazione che, in tal modo, non permette di produrre e realizzare progetti capaci di recuperare tanto l’edificato che il tessuto urbano. D’altra parte, le politiche di demolizione e ricostruzione hanno molto spesso portato alla totale riscrittura di porzioni urbane, a sventramenti, che, alla cancellazione di trame storiche e, con esse, di stili e modi di vita, hanno associato, il più delle volte in nome della modernità e dell’adattamento funzionale e igienico-sanitario di porzioni urbane in degrado fisico, la costruzione di nuovo edificato prevalentemente orientato al profitto. Madzir Maalo ha conosciuto, come si è visto4 , un lungo periodo di abbandono dovuto proprio ad una politica di conservazione, che nella sua assolutezza e rigidità, non ha concesso alcun tipo di intervento, per lo meno controllato e non abusivo, Stato di degrado e abbandono di molti edifici di Madzir Maalo

facendo così in modo che il quartiere man mano si auto-demolisse. È solo in questi ultimi mesi che il quartiere è stato liberato dalla morsa della conservazione, termine che ovviamente, a Skopje, ha assunto per gli stessi Madzirmaalci e, talvolta anche per professionisti, un’accezione totalmente negativa. Ora il quartiere si trova nella fase opposta di demolizione e ricostruzione, che come si è visto nel caso di Debar Maalo5 , ha portato ad una totale riscrittura dell’esistente. Conservazione e nuova costruzione sono, così intese, totalmente opposte e disconnesse, ma entrambe conducono alla morte della città storica.

Demolizione e ricostruzione degli edifici di Madzir Maalo

194

politica

interesse nell’investimento

effetti riscontrati

conservazione

basso

degrado, abbandono

demolizione e ricostruzione

alto

crescita urbana orientata al profitto

4 Rif. Parte 3. Dentro il frammento. Madzir Maalo. La trasformazione contesa. 5 Rif. Parte 1. Skopje. Una città di frammenti. La riscrittura dei frammenti: Skopje oggi. La trasformazione di Debar Maalo: un modello di “insostenibilità regolamentata”


Alla luce di tali considerazioni, sembra lecito affermare che i piani urbani in vecchi quartieri storici dovrebbero implicare processi capaci di aggiungere, non sostituire, nuovi significati all’esistente; conservazione e trasformazione dovrebbero tendere all’integrazione e la costruzione del nuovo dovrebbe essere accompagnata e connessa alla conservazione e al recupero dell’esistente. In tal modo, è ragionevolmente possibile pensare di evitare l’indifferenza e lo scetticismo verso la conservazione e, attraverso l’attrattività che possono avere gli interventi di nuova co-

Recupero e densificazione del costruito

struzione tanto per gli investitori quanto per i proprietari delle proprietà esistenti, di attivare processi di trasformazione. D’altronde, come si è visto, Skopje si trova in una fase di crescita demografica è allo stesso tempo il mercato delle costruzioni gioca un ruolo predominante nell’economia macedone6. Pensare ad una politica di conservazione e recupero non connessa ad una di densificazione, si rivelerebbe un’utopia fallimentare, che, negando l’attualità, porterebbe solo ad espandere la città oltre i suoi confini con uno sfruttamento del territorio del tutto insostenibile.

Rafforzamento delle infrastruture esistenti

Entrambi gli scenari assumono però, come orizzonte, un forte cambiamento nei modelli di crescita che si riflettono oggi nel territorio di Skopje. In entrambi i casi, sebbene in modi differenti, la politica che si tenta di perseguire è il recupero, accompagnato sì dalla densificazione del tessuto esistente, ma con il fine di attivare un processo alternativo che, evitando l’abbandono, orienti allo stesso tempo le energie speculative verso interventi capaci di garantire, in un equilibrio di interessi,

Estensione dello spazio pubblico

un reale miglioramento delle condizioni esistenti.

Ridefinizione dei margini 6 Rif. Parte 1. Skopje. Una città di frammenti. La riscrittura dei frammenti: Skopje oggi. Skopje cresce: il settore delle costruzioni Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

Principi comuni ai due scenari

195


PARTE 4 Madzir maalo. Due scenari di trasformazione

Due modi di trasformare il frammento Se per frammento si intende ciò che rimane dall’operazione del frangĕre7, si può allora assumere che esista qualcosa, un oggetto, un tessuto a cui il frammento appartiene o apparteneva e da cui risulta però non più connesso. Skopje non è fatta però di frammenti appartenenti ad uno stesso tessuto che è stato tagliato, rotto o strappato: i frammenti appartengono a tessuti diversi. «Il territorio, quindi, ma anche la città […] è costituito da un insieme di frammenti, che non rimandano ad un tutto originario, ma sono invece capaci di relazionarsi, proprio per la loro assenza di completezza, ad altri frammenti»8. Il tentativo di connettere tali frammenti, non coincide allora con il ri-cucire le parti alla ricerca di tracce esistenti ma nascoste che si cerca di far ri-vivere, ma implica piuttosto l’invenzione di nuove relazioni. E se il progetto si pone in un’ottica di conservazione e allo stesso tempo densificazione, il progetto stesso implicherà l’addizione di un nuovo frammento, che, attraverso le nuove relazioni, comunicherà con l’esistente in modi che possono essere svariati. D’altra parte, a Skopje, la frammentazione può essere intesa, come sottolineato da Daniela Ruggieri9, come il risultato della ricerca della “giusta distanza” tra i diversi gruppi, sociali, culturali ed etnici, distanza che non deve essere però letta come forma di chiusura, ma come potenziale per il progetto della città, perché offre ampi margini di trasformazione. In un progetto di conservazione e densificazione, sembra necessario allora chiedersi quale sia tale distanza, quanto si possano av7 Frammento deriva dal latino fragmentum, derivante a sua volta da frangĕre, ovvero rompere 8 C. Occelli, R. Palma, Geologia di una città per frammenti. Lo spazio pubblico e la memoria identitaria dei luoghi geografici, in XIV Conferenza Nazionale Società Italiana degli Urbanisti, Abitare l’Italia. Territori, Economie, Disuguaglianze, Torino 24-26 marzo 2011 9 D. Ruggieri, Skopje. La comunità in movimento, in Forme di comunità. L’abitare condiviso a Ibiza, Skopje, Hiroshima, a cura di Antonio di Campli, Carocci Editore, Roma, 2013 196


vicinare due punti prima di respingersi o, meglio, in che misura si possa pensare di aggiungere e quindi mescolare diversi gruppi e, con essi, modi e stili di vita diversi. Pensare allora di aggiungere un nuovo frammento e allo stesso tempo interrogarsi sulle “distanze”, creando nuove relazioni, vuol dire, in parole povere, chiedersi dove costruire, dove aprire, quanto sia possibile modificare, e dunque, estendere gli spazi della condivisione in un quartiere come Madzir Maalo, che, seppur carente di spazi pubblici, sembra essere caratterizzato da un forte senso di appartenenza e comunità. Da questi interrogativi nasce l’idea di sviluppare due tra i molteplici modi possibili di trattare il frammento, con il fine dunque di sperimentare e confrontare due modi di aggiungere un frammento e due “distanze”, che non pretendono di essere “giuste”, ma che, nell’essere strutturalmente diverse, siano confrontabili e aprano la strada a due differenti scenari.

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

197


PARTE 4 Madzir maalo. Due scenari di trasformazione

Il primo modo: giustapposizione di frammenti. Mantenere la distanza esistente Il primo modo parte dall’idea di esplorare le possibilità di trasformazione a partire dall’idea di intendere il progetto come l’addizione di un nuovo frammento giustapposto. Questo implica e, allo stesso tempo, deriva dall’idea di mantenere le “distanze esistenti”, ovvero assumere che una densificazione interna del frammento esistente si traduca in una «voglia di comunità»10 insoddisfatta. Il progetto allora manterrà l’esistente al suo posto, lasciando invariate le sue caratteristiche e scindendo così il frammento esistente, conservato, da quello nuovo, densificato. Questo vuol dire, dunque, trattare i frammenti, l’esistente e il nuovo, come pezzi di un patchwork.

Giustapposizione di frammenti: patchwork

Ma se si ritiene vero che il tutto è più della somma delle singole parti, pensare di porre l’uno accanto all’altro due “pezzi” di natura diversa richiede una riflessione più approfondita. È come ascoltare dei suoni che si susseguono: non solo ogni suono verrà percepito in relazione al precedente e al successivo, ma è la natura stessa del collegamento ad influire sulla percezione. I frammenti, allora, come nel patchwork, si presenteranno «non senza correlazione tra i due, ripresa dall’uno da parte dell’altro, progressione del secondo attraverso il primo, benchè si mantenga sempre una differenza complessa»11. I «margini (diverrano così) dispositivi e condizioni di progetto, territori di passaggio che funzionino come membrane cellulari»12.

10 Sennet afferma che «vi è ancora la falsa convinzione che mescolando differenti funzioni o mettendo differenti persone nello stesso luogo queste cominceranno ad interagire», in Sennet, Punti di vista architettura e città, in R. Budett, Città. Architettura e società, La Biennale di Venezia 10. Mostra Internazionale di Architettura, Marsilio, Venezia 2006. Citato in D. Ruggieri, Skopje. La comunità in movimento, cit. 11 G.Deleuze, F. Guattari, Millepiani. Capitalismo e schizofrenia, a cura di .Guareschi, Castelvecchi Editore, Roma 2006 12 D. Ruggieri, Skopje. La comunità in movimento, cit. 198


Il secondo modo: unione e contaminazione di frammenti. Osare avvicinamenti Il secondo modo parte dall’idea di esplorare le possibilità di trasformazione a partire dall’ipotesi di intendere il progetto come trasformazione interna del frammento esistente, agendo su di esso come se il frammento esistente fosse la trama di base sul quale il progetto agisce come in una sorta di ricamo. La densificazione, in questo caso, non sarà scissa dalla conservazione e, agendo all’interno del quartiere, diverrà lo strumento di riconfigurazione del tessuto esistente. Tale riconfigurazione non sarà però guidata da un processo di «cancellazione e riscrittura»13, ma si dovrà basare sulla trama esistente, che ne condizionerà, per le sue caratteristiche, il risultato finale. Questo, nell’ottica della “distanza” tra vecchie e nuove architetture e, soprattutto,

Unione e contaminazione di frammenti: ricamo

tra vecchi e nuovi abitanti, implica e, allo stesso tempo, deriva dall’idea di osare degli avvicinamenti, sperimentare, o, meglio, lasciare la possibilità di sperimentare, diversi modi di condivisione dello spazio non ai margini, la cui ridefinizione risulta comunque fondamentale nell’ottica di un’apertura del quartiere all’esterno, ma all’interno del quartiere stesso, in un sistema che sia capace di passare da parte a parte arricchendo con un nuovo disegno la trama esistente e connettendola a quelle circostanti.

13

D. Ruggieri, Skopje. La comunità in movimento, cit. Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

199


PARTE 4 Madzir maalo. Due scenari di trasformazione

Due processi di trasformazione Pensare a dei possibili processi di trasformazione in un quartiere come Madzir Maalo non è affatto cosa semplice. La rigenerazione di cui ha bisogno Madzir Maalo è quasi solo, o comunque soprattutto, fisica. Lo stato di abbandono e di degrado in cui per anni ha versato e versa il quartiere è dovuta, come già sottolinetao, da un’assenza totale di politiche. Ora l’area è finalmente stata “sbloccata”, finalmente si può intervenire sull’esistente ma i proprietari, messi per lungo tempo nella condizione di non poter intervenire in nessun modo sulle proprie strutture, si ritrovano oggi con case che crollano e senza i fondi necessari per poter intervenire, divenendo così facilmente corruttibili da investitori esterni.14 Non è allora così facile credere che attraverso il disegno di una trasformazione fisica si riesca, automaticamente, a modificare i processi di trasformazione in atto a Skopje, processi che, sul divario economico dei suoi abitanti, giocano la loro partita. Madzir Maalo non è un quartiere che necessita di una rivitalizzazione in termini sociali: Madzir Maalo è già vivo, caratterizzato com’è da una senso di comunità molto forte, che basa la propria vita, la propria quotidianità sui rapporti di vicinato. Un processo di trasformazione che si ponga l’obiettivo di “rigenerare” Madzir Maalo dovrebbe essere dunque in grado di rendere i proprietari dell’area finanziariamente capaci di intervenire sulle loro proprietà. E bisogna ammettere che non si può certo sperare di offrire risposte ai problemi del quartiere fin quando si resta nelle compatibilità e nei vincoli della pianificazione attuale della Città e delle Municipalità, le quali, nel ruolo di pubblico, attraverso un completo laissez-faire, hanno del tutto 14 E’ stato già spiegato come oggi i proprietari di vecchie strutture nei maala storici siano oggi facilmente corruttibili da investitori e costruttori esterni al quartiere, che, attraverso i Piani Urbani di Dettaglio (DUP) hanno la possibilità ed i diritto di negoziare la demolizione e la ricostruzione di intere porzioni di città. Rif. Parte 1. Skopje. Una città di frammenti. La riscrittura dei frammenti: Skopje oggi. La pianificazione urbana della transizione: frammentazione politica ed amministrativa; La trasformazione di Debar Maalo: un modello di “insostenibilità regolamentata” 200


abbandonato la scena in un processo del tutto opposto a quello proprio della pianificazione top-down caratterizzante il periodo socialista. Quelli che verranno proposti costituiscono delle idee di processo piuttosto che dei veri e propri processi. Tuttavia non si pongono in un’ottica di “jugo-nostalgia”15, sebbene una politica di livello nazionale volta a finanziare il recupero delle aree storiche in degrado sarebbe la prima e fondamentale mossa per la rigenerazione di un quartiere come Madzir Maalo. Quello che si cercherà di proporre è una sorta di compromesso volto a placare e allo stesso tempo indirizzare quella che sembra oggi un’inarrestabile ondata di speculazione edilizia da parte di investitori privati. Tale compromesso è teso allo stesso tempo a dare un potere economico ai proprietari in modo che siano capaci, da soli, di guidare la trasformazione del proprio quartiere attraverso il recupero delle proprie abitazioni. Gli scenari di processo che verrano proposti di seguito comunque non hanno la presunzione di essere nè immediatamente applicabili nè assolutamente fattibili, da un lato perchè uno studio approfondito di modi, tempi e costi potrebbe probabilmente modificare le proposte avanzate, dall’altro perchè le difficoltà che i processi proposti si portano dietro sono insiti in un sistema, che, caratterizzato oggi da seri problemi di corruzione, potrebbe facilmente annullare gli sforzi di un processo che ricerchi un equilibrio di interessi.

15 E’ stato un abitante del quartiere stesso ad affermare, durante l’intervista, che «il modo migliore di trasformare il quartiere sarebbe che lo Stato facesse un progetto e ricostruisse il quartiere tutto in una volta» Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

201


PARTE 4 Madzir maalo. Due scenari di trasformazione

Il primo processo di trasformazione: la densificazione concentrata e il “fondo di ristrutturazione” Il primo processo di trasformazione si basa sull’idea di scindere il processo di densificazione da quello del recupero delle strutture esistenti. L’ipotesi è dunque quella che, attraverso la densificazione concentrata di una specifica area del quartiere, sia possibile una ridistribuzione della ricchezza, da attuarsi mediante la creazione di un “fondo di ristrutturazione”. Secondo tale ipotesi di processo il terreno di proprietà pubblica non edificato a sud del quartiere, sulla base di una gara d’appalto, viene edificato da imprese costruttrici private. L’utile delle imprese deriva

Processo di densificazione concentrata e di creazione del “fondo di ristrutturazione”

dallo stesso lavoro di costruzione mentre gli introiti derivanti dalle vendite del nuo-

prie strutture abitative, non modificando dunque l’assetto proprietario del tessuto

vo edificato sono della Municipalità, rima-

esistente.

nendo il terreno di proprietà pubblica. Tali

Le difficoltà insite in questo processo sono sicuramente ricollegabili in un primo mo-

introiti vanno a formare il cosiddetto fon-

mento alla stessa creazione del fondo: una volta infatti ottenuti i guadagni derivanti

do di ristrutturazione. Allo stesso tempo,

dalle vendite del nuovo edificato, è la Municipalità a gestire gli introiti, la qual cosa

dunque, il processo prevede un’accurata

implica che di base debba esserci una trasparenza tale da garantire che tali introiti

mappatura dello stato di degrado dell’edi-

vengano effettivamente destinati al fondo di ristrutturazione. Dall’altro lato il pro-

ficato esistente, sulla base della quale si

cesso di mappatura presenta anch’esso delle difficolta: o meglio, all’equita e alla

va a stilare una graduatoria di priorità e

bontà del processo di redazione della graduatoria delle priorità è affidata l’efficacia

di ripartizione del fondo, a cui i proprietari

del processo di conservazione e recupero del tessuto esistente, processo che, se

accedono per la ristrutturazione delle pro-

corrotto, creerebbe solo ulteriori disparità all’interno dello stesso quartiere.

202


Il secondo processo di trasformazione: la densificazione di completamento e gli “accordi inter-parcellari” per quanto riguarda sia la forma urbana risultante dalla densificazione, che l’effettivo recupero delle strutture esistenti. Il processo richiede dunque che, sulla base di un disegno di trasformazione, vengano promossi accordi tra i proprietari di diverse parcelle, appunto definiti “accordi inter-parcellari”, al fine di promuovere comproprietà di terreni. Il completamento delle parcelle così risultante si configura come un’effettiva densificazione attraverso la costruzione di nuovi edifici, dalla cui vendita è così possibile innescare il recuProcesso di densificazione di completamento attraverso “accordi inter-parcellari”

pero dell’esistente. Un simile processo, di cui questa tratta-

Il secondo processo di trasformazione si basa invece sull’idea di connettere il pro-

zione si propone di offrire solo uno spun-

cesso di conservazione e recupero con quello di densificazione. L’ipotesi in questo

to, sicuramente richiede tempi lunghi,

caso è dunque quella che, attraverso la densificazione, da attuarsi come comple-

dovuti principalmente all’imprevedibilità di

tamento del tessuto esistente, sia possibile innescare il recupero dell’edificato esi-

tali accordi, ma, allo stesso tempo si basa

stente. L’idea è quella che siano i proprietari a diventare i promotori e gli investitori

sul potenziale sociale del quartiere, sul

della trasformazione e che le imprese costruttrici entrino nel processo mettendo a

suo senso di comunità, accompagnato

disposizione il proprio know-how e traendo il loro profitto dal lavoro di costruzione.

da un interesse fortissimo alla trasforma-

Un simile processo richiede innanzi tutto che l’intero processo non si riduca ad

zione, fattori sui quali si gioca la riuscita

interventi di semplice ampliamento e sopraelevazione delle strutture esistenti a

del processo, che, allo stesso tempo, ne-

completamento delle parcelle o si correrebbe il rischio di giungere ad una dere-

cessita di essere promosso ed indirizzato

golarizzazione della trasformazione con una forte indeterminatezza dei risultati,

dalla Municipalità.

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

203


PARTE 4 Madzir maalo. Due scenari di trasformazione

Due forme urbane Il disegno della forma urbana ha assunto un ruolo di primaria importanza nella costruzione dei due scenari, ognuno dei quali deriva come si è visto, da un lato, da un concetto, da un’idea di base di trattare il frammento e, dall’altro, da un’idea di processo di trasformazione. La costruzione di entrambi gli scenari già si appoggia in realtà a dei disegni, che sono, l’uno, il disegno dell’esistente e, l’altro, il disegno delle strategie derivanti dallo scenario sviluppato per l’area complessiva. Ciononostante, in un primo momento, si è tentato di far derivare il disegno, o meglio la forma urbana, da materiali non grafici. L’ idea di sviluppare l’analisi SWOT o quella degli stakeholders, così come quella di condurre tutte le altre esplorazioni non grafiche, è nata, in realtà, proprio con l’ obiettivo iniziale di trasporre le analisi nel progetto, quasi nel tentativo di creare un processo matematico che, a partire dai dati e dalla formulazione del problema, avrebbe portato ad una soluzione attraverso una formula consona col problema da risolvere. Più in generale, tutte le esplorazioni analitiche effettuate, da un lato, hanno avuto un valore conoscitivo di per sé, dall’altro hanno avuto il fine di creare un percorso per la costruzione degli scenari. Ma il passo dall’analisi alla definizione della forma urbana non è deterministico: il disegno o, meglio, la rappresentazione ha un ruolo fondamentale. «Rappresentare il territorio è già impadronirsene. Ora, questa rappresentazione non è un calco, ma una costruzione»16. Ad un oggetto potrebbero, volendo, essere attribuiti infiniti significati, ma la capacità di coglierne solo alcuni, sebbene questi siano crescenti proporzionalmente al grado di approfondimento e indagine, deriva da uno sguardo orientato, parziale ed intenzionato. Un progetto, in fondo, è la messa in atto della scelta di alcuni aspetti dell’oggetto, sui quali si effettuerà quelle che Brandi definirebbe la «costituzione dell’oggetto» e la «formulazione dell’immagine»17. 16 17 204

C. Occelli, R. Palma, Geologia di una città per frammenti, cit. C. Brandi, Arcadio o della Scultura, Eliante o dell’Architettura, Einaudi, Torino 1956


La rappresentazione della forma urbana ha un ruolo fondamentale anche da un altro punto di vista: il disegno diviene la base e la guida tanto per sviluppare l’idea originaria in diverse declinazioni, quanto per definire in termini più reali il processo di trasformazione. Nella costruzione degli scenari, il disegno si trasforma così da prodotto a materia prima perché diviene un mezzo di ricerca, una “visione”, che, pur non esaurendo e allo stesso tempo appoggiandosi alla complessità di una ricerca fatta anche di materiali non grafici, consente, proprio in quanto disegno, di costruire un’immagine più o meno definita a cui riferirsi, su cui eventualmente dibattere, creare accordi o disaccordi. Il disegno è una base e una guida per sviluppi futuri, tanto di progetto che di realizzazione. Quelli che verranno proposti non sono quindi disegni nè normativi nè definitivi, ma tentano da un lato di formulare un’immagine sulla base della scelta di alcuni aspetti, dall’altro tentano di costruire una sorta di immaginario: oltre ad una valenza progettuale, il tentativo è cioè di attribuire al disegno una valenza comunicativa: i due scenari, nei loro concetti originari, nei processi di trasformazione che propongono, nelle loro diverse forme urbane, generano condizioni, situazioni di vita privata e collettiva diverse che solo attraverso la rappresentazione immaginaria possono prendere vita. «Lavorare alla costruzione di poetiche del “progetto di territorio” attraverso lo sviluppo di linguaggi visivi capaci di produrre qualità estetiche del messaggio è fondamentale per ristabilire nel progetto di futuro delle comunità locali le giuste proporzioni fra funzioni di utilità, qualità ambientale, bellezza e benessere».18

18 A. Magnaghi, L’arte degli scenari nella costruzione del progetto locale, Introduzione al volume Scenari strategici. Visioni identitarie per il progetto di territorio, a cura di Alberto Magnaghi, Alinea, Firenze 2007 Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

205


PARTE 4 Madzir maalo. Due scenari di trasformazione

Il primo scenario: la trasformazione giustapposta. Marcare i vuoti “Costituzione dell’oggetto”

I segni selezionati si riferiscono in modo diretto a due layers tematici con cui il quartiere è stato descritto: i lotti di proprietà pubblica e privata non edificati. Lo scenario, nella prospettiva di una giustapposizione di frammenti, è alla ricerca di spazi vuoti che vengono marcati per trovare possibilità di aggiungere o, meglio, di affiancare un nuovo frammento a quello esistente.

lotti non edificati di proprietà pubblica lotti non edificati di proprietà privata

206

N

0

0

100

20050

300

100 400

500

150

200


Edificato L’edificato esistente viene interamente mantenuto, fatta eccezione per alcuni fabbricati lungo le fasce di confine ad est e ad ovest, di cui è prevista la demolizione per permettere ad est il rafforzamento dell’asse stradale esistente parallelo alla stazione e ad ovest l’ampliamento dello spazio pubblico annesso al nuovo asse a bassa mobilità. L’area viene densificata attraverso la costruzione di nuovi edifici sul lotto non edificato a sud del quartiere. La progettazione dei nuovi edifici è avvenuta seguendo le tracce della lottizzazio-

nuovo edificato edificato esistente

ne esistente e prevede la realizzazione

edificato esistente demolito

di volumi con maggiori altezze sul fronte strada a cui vengono attestate stecche più basse in direzione del quartiere. edificato esistente mantenuto

N

nuovo edificato

0

0

100

50 200

300100

400

150500

200

edificato esistente di cui viene prevista la demolizione

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

207


PARTE 4 Madzir maalo. Due scenari di trasformazione

Estensione dello spazio pubblico e apertura del quartiere all’esterno

L’estensione dello spazio pubblico avviene annettendo parcelle non edificate agli assi che connettono il quartiere con l’esterno. Gli assi di connessione, la cui direzione prevalente è quella nord - sud fatta eccezione per i tre assi in direzione perpendicolare, si aprono così in slarghi e piazze, ad uso di residenti e non. L’asse principale, a mobilità lenta, su cui si aprono i maggiori spazi è comunque quello individuato nelle strategie generali.

assi interni principali e nuovi spazi pubblici ad essi connessi assi interni secondari

assi di connessione con l’esterno + nuovi spazi pubblici annessi assi interni secondari

208

N

0

0

100

50 200

300100

400

150500

200


Spazi aperti e sistema del verde

Oltre a quello costituito dallo spazio pubblico progettato in un’ottica di apertura del quartiere all’esterno, vi sono una serie di altri spazi aperti che costituiscono in modo diverso spazi di condivisione, categorizzabili in tre tipi: il verde pubblico, localizzato sulla sponda del fiume, quello semipubblico, ad uso prevalente dei residenti e localizzato nel lotto di nuova costruzione, e i cortili privati, che si suppone vengano per la gran parte sistemati

verde privato verde semi-pubblico verde pubblico

a verde.

cortili privati (per la gran parte sistemati a verde) verde semipubblico (uso localizzato)

N

0

0

100

50 200

300100

400

150500

200

verde pubblico

Skopje. Una cittĂ di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

209


PARTE 4 Madzir Maalo. Due scenari di trasformazione

Vista a volo d’uccello

210


Immaginario: vita nel quartiere

Skopje. Una cittĂ di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

211


PARTE 4 Madzir maalo. Due scenari di trasformazione

Il secondo scenario: la trasformazione interna. Evocare l’invisibile “Costituzione dell’oggetto”

I segni selezionati, in parte con criteri soggettivi, vogliono enfatizzare la rappresentazione e la raffigurazione di forme identitarie, ovvero forme prevalenti che nella loro incompletezza evocano dei tratti invisibili, evidenziando la significatività anche estetica della permanenza della trama storica. Attraverso un percorso di evocazione di ciò che è invisibile lo scenario propone dunque una forma urbana che, basandosi sulla trama esistente, vuole enfatizzarne i tratti ritenuti caratteristici.

forme prevalenti incomplete

212

N

0

0

100

20050

300

100 400

500

150

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Edificato L’edificato esistente viene parzialmente mantenuto: vengono demoliti i fabbricati lungo le fasce di confine ad est e ad ovest per permettere ad est il rafforzamento dell’asse stradale esistente parallelo alla stazione e ad ovest l’ampliamento dello spazio pubblico annesso al nuovo asse a bassa mobilità. All’interno del quartiere vengono mantenuti gli edifici facenti parte della forma prevalente individuata per ogni lotto, forma che diviene visibile attraverso una densificazione di completamento. Per i nuovi edifici di completa-

nuovo edificato edificato esistente

mento è prevista un’altezza non superiore

edificato esistente demolito

ai tre piano fuori terra. I nuovi complessi costruiti vanno così a creare degli isolati bassi a T o chiusi. edificato esistente mantenuto

N

nuovo edificato

0

0

100

50 200

300100

400

150500

200

edificato esistente di cui viene prevista la demolizione

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

213


PARTE 4 Madzir maalo. Due scenari di trasformazione

Estensione dello spazio pubblico e apertura del quartiere all’esterno

L’estensione dello spazio pubblico avviene annettendo parcelle non edificate e i nuovi spazi creati dalla demolizione di alcuni fabbricati esistenti agli assi che connettono il quartiere con l’esterno. Gli assi di connessione, due in direzione nordsud, tre est-ovest, creano, attraverso la loro localizzazione, un’area interna più propriamente residenziale, ma, lungo la loro direzione, si aprono in slarghi e piazze, ad uso di residenti e non. L’asse principale, a mobilità lenta, su cui

assi interni principali e nuovi spazi pubblici ad essi connessi assi interni secondari

si aprono i maggiori spazi è comunque quello individuato nelle strategie generali.

assi di connessione con l’esterno + nuovi spazi pubblici annessi assi interni secondari

214

N

0

0

100

50 200

300100

400

150500

200


Spazi aperti

Oltre a quello costituito dallo spazio pubblico progettato in un’ottica di apertura del quartiere all’esterno, vi sono una serie di altri spazi aperti che costituiscono in modo diverso spazi di condivisione, categorizzabili in tre tipi: il verde pubblico, localizzato sulla sponda del fiume e sul lotto non edificato a sud, quello semipubblico, ad uso prevalente dei residenti e localizzato tra gli isolati a T, e i cortili privati all’interno degli isolati chiusi. verde privato verde semi-pubblico verde pubblico

cortili interni privati (per la gran parte sistemati a verde) spazi semipubblici (uso localizzato - per la gran parte sistemati a verde)

N

0

0

100

50 200

300100

400

150500

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verde pubblico

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

215


PARTE 4 Madzir Maalo. Due scenari di trasformazione

Vista a volo d’uccello

216


Immaginario: vita nel quartiere

Skopje. Una cittĂ di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

217


PARTE 4 Madzir maalo. Due scenari di trasformazione

PER UNA VALUTAZIONE EQUA: social multicriteria evaluation Come conclusione di questa parte si è ritenuto utile ed opportuno trovare un metodo di confronto tra gli scenari stessi. Sviluppare un confronto in termini di costi-ricavi o di tempi di trasformazione non sembra però essere in questo caso produttivo e interessante per due principali motivi. In primo luogo perchè gli scenari proposti costituiscono delle idee di trasformazione, che, basati su due diversi concetti e due diversi processi, hanno voluto fornire degli spunti di progettazione, per cui non vi sono termini reali su cui basare ad esempio un’analisi costi - ricavi. E seppur condurre un’analisi di questo tipo sia teoricamente possibile, basandosi sui dati di progetto che si possono estrapolare per ognuno dei due scenari dai layers progettuali, in qualsiasi caso esiste un secondo motivo che ha successivamente spinto il confronto su altri termini: gli scenari proposti, a prescindere dai dati quantitativi di progetto, si fondano su due concetti di base, due processi di trasformazione e due forme urbane molto diversi tra loro, che inevitabilmente si vanno a confrontare con tutti i soggetti interessati alla trasformazione. Inoltre entrambi gli scenari si sono posti come obiettivo una dichiarata politica di conservazione e densificazione proprio nell’ottica di bilanciare diversi interessi. Per tali ragioni è sembrato più opportuno trovare una metodologia di confronto che affrontasse la trasformazione urbana attraverso il punto di vista dei diversi stakeholders. Ma le trasformazioni urbane implicano la messa in gioco di valori incommensurabili, che rendono il confronto molto complesso. In merito è stata sviluppata un’interessante ricerca19 basata su quella che viene definita «scienza post - normale», che Funtowicz e Ravetz auspicano, nell’ambito 19 La ricerca è stata sviluppata all’interno del Dipartimento di Economia e Storia Economica dell’Università Autonoma di Barcellona da Giuseppe Munda. Rif. G. Munda, Social multi-criteria evaluation: Methodological foundations and operational consequences, in European Journal of Operational Research, Elsevier, 2004 218


delle scienze politiche, come scienza capace di affrontare due aspetti cruciali: l’incertezza e i conflitti di interesse20. Attraverso tale ricerca è stata sviluppata la cosiddetta Social Multi Criteria Evaluation (SMCE) e, nel particolare, il metodo NAIADE, che di seguito, attraverso lo sviluppo del confronto tra gli scenari, verranno esposti in modo più approfondito. La valutazione non riguarderà unicamente i due scenari precedentemente proposti, ma di seguito verranno confrontati quattro scenari: oltre ai due proposti sono stati inclusi nel confronto anche lo stato di fatto, come scenario di non progetto e il Piano Urbano di Dettaglio redatto dalla Municipalità di Centar, che ad oggi è lo scenario su si sta fondando la futura trasformazione del quartiere.

Rappresentazione grafica della scienza post - normale, in G. Munda, Social multi-criteria evaluation, cit.

20 Ibid.

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

219


PARTE 4 Madzir maalo. Due scenari di trasformazione

Metodo di valutazione multicriteriale NAIADE NAIADE costituisce un metodo discreto di valutazione multicriteriale in grado di gestire dati qualitativi e quantitativi e, in quanto tale, «rappresenta un metodo adatto alla pianificazione di problemi caratterizzati da grande incertezza e complessità riguardo a esistenti strutture territoriali, sociali ed economiche e alle loro interrelazioni»21. Di seguito verrà riassunto il metodo e le fasi su cui fonda la valutazione. Gli input di base del metodo NAIADE sono la serie di scenari alternativi che si intende analizzare e confrontare, i diversi criteri che vengono scelti per la relativa valutazione e i diversi stakeholders che esprimono pareri in merito agli scenari in questione. Per sintetizzare, il metodo NAIADE permette di effettuare due tipi di analisi: -

un’analisi multicriteriale, che, sulla base della matrice di impatto, conduce

alla definizione di una graduatoria degli scenari alternativi sulla base della serie dei criteri scelti; -

un’analisi di equità, che, sulla base della matrice di equità, analizza pos-

sibili “alleanze” o “conflitti” tra i diversi stakeholders in relazione agli scenari in questione. L’analisi multicriteriale NAIADE mira a classificare gli scenari alternativi sulla base della loro performance, la cui valutazione è basata a sua volta su di una serie di criteri scelti. Il metodo, nella costruzione della matrice di impatto (matrice di criteri/ alternative), permette di assegnare, per ogni criterio e ad ogni scenario, punteggi che possono avere diverse unità di misura. In particolare il software permette di inserire numeri crisp, elementi stocastici, elementi fuzzy ed elementi linguistici (come “buono”, “medio”, ecc.) 21 G. Munda G, NAIADE based approach for sustainability benchmarking, in International Journal of Environment Technology and Management, Vol. 6, No. 1-2, 2006. 220


Per confrontare gli scenari alternativi, il software misura la distanza tra i punteggi assegnati agli scenari per ogni criterio. La classificazione degli scenari alternativi si basa dunque sui dati della matrice di impatto e attraverso il confronto di ciascuna singola coppia di alternative per tutti i criteri di valutazione considerati il software è in grado di stilare una classifica degli scenari proposti. L’analisi di equità costituisce la seconda fase del metodo NAIADE. Lo scopo dell’analisi è di considerare possibili “alleanze” o “conflitti” tra i gruppi di stakeholders. A tal fine, viene costruita la matrice di equità, i cui elementi mostrano, in modo qualitativo (espressioni linguistiche), i pareri dei gruppi di stakeholders rispetto agli scenari alternativi, ovvero la diversa definizione delle priorità per ciascun gruppo specifico in base ai propri interessi. L’elaborazione dei dati porta al calcolo di una matrice di similarità, in cui viene presentato il grado di similarità dei pareri di ciascuna coppia dei gruppi di stakeholders. Tali calcoli si basano sulla “distanza semantica” tra i pareri di ciascuna singola coppia di gruppi di stakeholder per ogni scenario alternativo Le fasi seguite sono: -

strutturazione della matrice di equità, basata su un approccio partecipato;

-

calcolo della matrice di similarità;

-

costruzione di un dendrogramma, che rappresenta graficamente “alleanze”

o “conflitti” possibili tra i gruppi di stakeholders. L’interpretazione del dendrogramma può fornire ai planner informazioni preziose in merito alla resistenza o al consenso raggiunto relativamente agli scenari alternativi valutati. Inoltre, può fornire informazioni sul livello di divergenza dei pareri degli stakeholders in relazione agli scenari in esame, in cui un’ampia dispersione dei pareri può eventualmente portare a una ristrutturazione degli scenari o persino delle finalità e degli obiettivi dell’attività di pianificazione22. 22 Ibid. Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

221


PARTE 4 Madzir maalo. Due scenari di trasformazione

Gli scenari alternativi

Gli scenari alternativi che si intende confrontare attraverso l’analisi multicriteriale NAIADE sono, oltre ai due precedentemente proposti, anche quello proposto attraverso il Piano Urbano di Dettaglio (DUP), redatto dalla Municipalità di Centar23, e lo stato di fatto, come scenario di non progetto.

23 La tavola originale del DUP relativo a Madzir Maalo è stata precedentemente esposta relativamente ai livelli di pianificazione odierna di Skopje. Rif. Parte 1. La riscrittura dei frammenti: Skopje oggi. La pianificazione urbana della transizione: frammentazione politica ed amministrativa 222

Scenario 1: Trasformazione giustapposta

Scenario 2: Trasformazione interna

Scenario 3: DUP

Scenario 4: Stato di fatto

Scenari scelti per il confronto


La scelta dei criteri di valutazione e l’analisi multicriteriale L’analisi multicriteriale nell’ambito della SMCE si discosta nettamente dalle altre analisi multicriteriali. Al contrario di quanto avviene ad esempio nella MAVT24, in questo caso nessun peso viene assegnato ai criteri scelti. Attribuire dei pesi ai diversi criteri, che rappresentano i diversi interessi dei soggetti e dei gruppi interessati, implica infatti attribuire una diversa importanza agli stakeholders25. Tale analisi mira, invece, alla valutazione degli scenari ponendo sullo stesso grado di importanza le parti interessati e selezionando criteri di valutazione che rispecchino i diversi e spesso contrastanti interessi in gioco. La complessità di tale analisi è dunque insita proprio nella selezione dei criteri, che divengono così la traslazione tecnica di bisogni, preferenze e interessi dei diversi stakeholders e hanno quindi il fine di rappresentare equamente gli interessi dei soggetti interessati alla trasformazione. E’ giusto quindi ribadire che gli effetti attesi dal confronto tra le alternative non sono sempre prevedibili, in quanto rappresentano l’aggregazione dei confronti degli scenari per ogni criterio, ognuno avente lo stesso grado di importanza. Per un’equa selezione dei criteri sarebbe opportuno servirsi di altre tecniche partecipative, come ad esempio del focus group, ma data l’impossibilità, in tale contesto di tesi, di effettuare tale tipo di tecnica, i criteri sono stati scelti tenendo comunque in considerazione quanto più possibile i diversi interessi in gioco, emersi già nell’analisi degli stakeholders effettuata in precedenza26. A tale scopo sono stati individuati quattro “comparti” criteriali: territoriale, architettonico, sociale, economico ed amministrativo. I criteri del comparto territoriale e di quello sociale riflettono 24 M. Bottero, V. Ferretti, G. Mondini, Constructing Multi-attribute Value Functions for Sustainability Assessment of Urban Project, in Computational Science and its Applications, ICCSA, 2014 25 G. Munda, Social multi-criteria evaluation: Methodological foundations and operational consequences, in European Journal of Operational Research, Elsevier, 2004 26 Rif. Parte 3. Dentro il frammento. Madzir Maalo. Madzir Maalo. La trasformazione contesa. Analisi degli stakeholders. Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

223


PARTE 4 Madzir maalo. Due scenari di trasformazione

maggiormente gli interessi dei residenti, proprietari e non, dei futuri acquirenti di nuovo alloggi, dei lavoratori e dei visitatori del quartiere, rappresentando tali criteri la qualità urbana, strettamente connessa a quella sociale. Il comparto architettonico raccoglie tanto gli interessi tanto degli stakeholders già citati per il comparto territoriale quanto gli obiettivi perseguiti dal Dipartimento per la “Tutela dei beni Cultu-

T E R R I T O R I A L E

tessuto urbano

h costruito l strada criterio quantitativo

spazio pubblico

rali” della Città di Skopje e dalle organizzazioni ambientali e sociali. Il comparto

A pubblica A totale criterio quantitativo

economico e quello amministrativo raccolgono invece le istanze degli investitori, siano essi proprietari o meno di strutture

A R C H I T T E T T O N I C O

demolizioni

volumi demoliti criterio quantitativo

recupero e valorizzazione

recupero e valorizzazione dell’edificato esistente criterio qualitativo

Criteri scelti per il confronto degli scenari tramite l’analisi multicriteriale NAIADE

esistenti, e delle istituzioni pubbliche, ovvero della Città di Skopje e della Municipalità di Centar. Per

ogni

comparto,

come

illustrato

nell’immagine di fianco, sono stati scelti due criteri, alcuni dei quali hanno una misurazione quantitativa ed altri qualitativa, sulla base di una scala di nove valori, che variano da pessimo a perfetto.

Criterio Territoriale Architettonico Sociale

Amministrativo Matrice di impatto

Unità di misura

Rapporto medio tra l’altezza edifici e la larghezza strada

[-]

Percentuale di spazio pubblico

[%]

Volumi demoliti

[ m3 ]

Recupero e valorizzazione dell’edificato esistente

Economico

224

S O C I A L E

Densità di popolazione

[ qualitativo ] [ ab/m2 ]

Punti di accesso al quartiere

[-]

Ricavi derivanti dalle nuove costruzioni

[€]

Tempi di trasformazione

[ qualitativo ]

Fattibilità burocratica

[ qualitativo ]

Semplicità delle negoziazioni

[ qualitativo ]


densità abitativa

abitanti m2 criterio quantitativo

apertura all’esterno

ricavi

E C O N O M I C O

ricavi derivanti dalle vendite del nuovo edificato criterio quantitativo

tempi

t1

numero di accessi al quartiere

A M M I N I S T R A T I V O

t2

t3

Il risultante ranking tecnico vede in ultiburocrazia

ma posizione lo stato di fatto, successivamente la trasformazione giustapposta e, sullo stesso piano, come scenari vin-

fattibilità burocratica criterio qualitativo

centi, la trasformazione interna e il Piano Urbano di Dettaglio della Municipalità di Centar. Ribadire l’imprevedibilità dei ri-

negoziazioni

sultati risulta quasi doveroso: la diversità tra i due scenari lascerebbe pensare che l’uno e l’altro si posizionino su livelli diversi. Tale parità invece denota proprio

tempi di trasformazione/realizzazione

facilità delle negoziazioni

criterio qualitativo

criterio qualitativo

criterio quantitativo

quanto dietro alle due alternative si celino, in modo neanche troppo velato, due approcci alla trasformazione opposti, valutati sulla base di criteri che rispecchiano interessi contrari ma posti su uno stesso

Trasformazione giustapposta

Trasformazione interna

DUP

Stato di fatto

1

1,3

1,3

1

45,8

61,1

66,4

38,8

20035,2

48090

179577

0

più o meno buono

buono

pessimo

pessimo

0,03

0,04

0,07

0,02

10

10

9

5

28.554.600

68.740.920

239.313.600

0

buono

medio

medio

pessimo

più o meno scarso

buono

molto buono

pessimo

molto buono

più o meno scarso

più o meno buono

pessimo

livello di importanza, risultando così entrambi vincenti, sebbene per ragioni, ovvero secondo criteri, del tutto differenti. Trasformazione interna Trasformazione giustapposta Stato di fatto Ranking tecnico

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

225

DUP


PARTE 4 Madzir maalo. Due scenari di trasformazione

La valutazione degli stakeholders e l’analisi di equità I risultati ottenuti mediante l’analisi di equità sono utilizzati per esaminare pos-

Trasformazione giustapposta

Trasformazione interna

DUP

Stato di fatto

sibili alleanze o conflitti tra gli stakehol-

Investitori

più o meno buono

medio

perfetto

pessimo

Innanzi tutto dunque sono stati defiti gli

Proprietari

molto buono

più o meno scarso

pessimo

stakeholders, la cui identificazione è de-

più o meno scarso

Clienti

medio

buono

medio

pessimo

Città di Skopje e Municipalità di Centar

medio

medio

molto buono

pessimo

Dipartimento per la “Tutela dei beni Culturali”

buono

medio

pessimo

scarso

Residenti e lavoratori (non proprietari) dell’area

medio

molto buono

più o meno scarso

pessimo

più o meno buono

buono

molto scarso

pessimo

buono

molto buono

scarso

più o meno scarso

Scenari

ders attorno ai diversi scenari. L’analisi è partita con la costruzione della matrice di equità, i cui elementi mostrano, in modo qualitativo (con un range che va

Gruppi

da pessimo a ottimo), i pareri dei gruppi di stakeholders rispetto ai quattro scenari alternativi.

rivata da analisi di diverso tipo27. Sebbene ricevere gli effettivi e reali pareri dai diversi stakeholders sia necessario affinchè l’analisi si possa reputare valida, data l’impossibilità di avere con loro un diretto confronto sugli scenari, la costruzione della matrice di equità è stata effettuata tentando di immedesimarsi nelle diverse parti interessate, sulla base della conoscenza e della consapevolezza dei

Organizzazioni non governative ambientali e sociali / ricercatori e accademici Turisti/Visitatori

diversi interessi in gioco acquisita durante l’intero percorso di ricerca.

Matrice di equità

27 Rif. Parte 3. Dentro il frammento. Madzir Maalo. Madzir Maalo. La trasformazione contesa. Anaisi degli stakeholders. 226


G2

G6

G3

G7

G8

G5

G1

G4

G1 Investitori G2 Proprietari G3 Clienti (acquirenti di nuovi alloggi)

0,8187

C2

0,8093 0,7971

G4 Città di Skopje e Municipalità di Centar G5

Dipartimento per la “Tutela dei beni Culturali” della Città di Skopje

G6

Residenti e lavoratori (non proprietari) dell’area Organizzazioni non governative am-

G7 bientali e sociali / ricercatori e accademici

G8 Turisti/Visitatori C1

C2

Trasformazione interna

DUP

0,7329

C1

0,7208

Trasformazione Giustapposta

0,6512

Deondogramma: coalizioni degli stakeholders

Skopje. Una città di frammenti. Esplorazioni, interpretazioni, scenari

DUP

Trasformazione interna

Stato di fatto

Stato di fatto

Ranking sociale

227

Trasformazione Giustapposta


PARTE 4 Madzir maalo. Due scenari di trasformazione

Pur non essendo dunque del tutto valida perchè non basata su di un approccio partecipato, tale analisi risulta però essere un utile strumento da un lato per la sperimentazione del metodo stesso e dall’altro per un’ulteriore conoscenza delle dinamiche, conflittuali o meno, che potrebbero scaturire dalla realizzazione di uno specifico scenario. L’elaborazione dei dati, attraverso il calcolo di una matrice di similarità, ha portato alla costruzione del deondogramma (riportato nella pagina precedente), rappresentante le coalizioni tra i diversi stakeholders e le relative graduatorie degli scenari. L’analisi dunque mette in evidenza due coalizioni: una avente un grado di similarità di pareri maggiore dell’80% e costituita dalla Città di Skopje, la Municipalità di Centar e gli investitori e l’altra comprendente tutti gli altri soggetti, raccolti in un’unica coalizione avente però un minor grado di similarità di pareri. E se la prima coalizione vede come il DUP come lo scenario vincente, la seconda privilegia invece lo scenario della trasformazione interna. L’analisi, essendo comunque stata costruita in modo non partecipato, risulta essere lo specchio diretto dell’interpretazione data in questo lavoro alle dinamiche di trasformazione urbana in atto nella città: interpretazione che si spera essere comunque stata quanto più oggettiva possibile: i risultati dell’analisi altro non fanno che evidenziare una dinamica che a Skopje è estremamente palese: i poteri forti (istituzionali ed economici) guidano una trasformazione che, senza un cambiamento di rotta delle politiche - cambiamento derivante da una scelta dichiarata ed impegnata - cancellerà, con una crescita insostenibile, l’identità della città.

228




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234




RINGRAZIAMENTI Questa tesi è la mia “opera colossale”: ho messo tempo, impegno, dedizione, l’ho amata e l’ho odiata e di sicuro ho messo tutta me stessa. Ma se sono riuscita a portarla a termine è perchè non sono stata mai sola e sono in tanti a meritare i miei ringraziamenti. Primi fra tutti i professori della Facoltà di Architettura dell’Università Sv. Kiril i Metodij di Skopje, in primis Ognen Marina, che non solo è stato una preziosa guida nel mio lavoro ma si è mostrato sempre disponibile anche a livello umano e personale. Ringrazio poi i professori Jovan Ivanovski, Bojan Karanakov, Slobodan Velevski e Marija Mano Velevska con cui ho avuto modo di confrontarmi e da cui ho tratto preziosi insegnamenti. In ultimo, non per importanza, ringrazio il Rettore della Facoltà Minas Bakalcev per cui nutro profonda stima e la cui tesi di dottorato, purtroppo scritta in macedone, è stata per me, attraverso le sole immagini fonte di numerosi spunti di riflessione. Ringrazio poi i professori di Torino, innanzi tutto Alessandro Armando, grazie al quale ho fatto quest’esperienza e che mi ha seguita spronandomi, fornendomi continuamente spunti di riflessione e anche ridimensionando i miei obiettivi. Senza il suo supporto in questo momento non starei scrivendo i ringraziamenti ma mi sarei persa a fare chissà cosa. E ringrazio Massimo Crotti e Marta Bottero, con cui mi sono confrontata in modo produttivo e da cui ho ricevuto preziosi suggerimenti. Anche tutti i partecipanti del progetto Sinergi meritano di essere ringraziati: lungo questo percorso ho avuto la possibilità di stringere con loro rapporti professionali e personali che mi hanno permesso di crescere in tutti i sensi.

237


Poi ringrazio tutte le persone che, in diversi modi, hanno attraversato la mia esperienza frammentata a Skopje: i ragazzi dell’università, i coinquilini della mia prima casa, grazie ai quali tra l’altro ho imparato il macedone, la coinquilina della seconda casa, i ragazzi dell’Associazione Umanitaria Nadez che lavorano nel quartiere rom, la famiglia di Darko che mi ha ospitato come una vera famiglia meridionale e, senza dilungarmi troppo, tutti coloro che per breve o lungo tempo hanno lasciato comunque un segno. Ringrazio poi i miei amici di Torino e Potenza, che dovunque mi trovi, sia Skopje, Torino o Potenza rimangono miei amici, mi supportano, mi incoraggiano e mi fanno sentire in gamba. E ringrazio le mie coinquiline attuali che spesso si sono dovute sorbire discorsi monotematici su tesi e caffè. E infine i ringraziamenti più importanti: un grazie di cuore alla mia famiglia, a papà che, seppur a volte con po’ di ansia, mi ha spronato in ogni momento insegnandomi cos’è l’impegno e la determinazione, a mamma che nei momenti di timore e preoccupazione mi ha sempre tranquillizzata, a Lucia, che quasi come un terzo genitore è stata tante volte dura con l’obiettivo di spronarmi ma altrettante volte solare, vitale e leggera regalandomi un’energia che neppure immagina e infine a Francesca, che è stata la mia vera “relatrice” e consigliera: pur sicuramente annoiandosi ad ascoltarmi o, forse, pur fingendo di ascoltarmi, mi ha seguita in tutti gli aggiornamenti del lavoro con una pazienza al limite dell’umano. Mi è stata vicina, anche se non fisicamente, in ogni istante. Senza il suo supporto morale non ce l’avrei fatta! E infine un grazie anche al mio cagnolino Torakiki, perchè è capace di volere e fare tante coccole.

238




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