Bergamo&co 2016

Edizione 2016

Alla scoperta di tradizioni, luoghi, cultura, economia Economia

Turismo

Miro Radici

Speciale Wedding

Economia bergamasca nel rapporto OCSE

Puglia Valle Seriana

Un Aeroporto sul mondo

Dall’ abito alla cerimonia alla luna di miele

ALFA ROMEO

Artwork Mark Version AW Strong reduction size Version CMYK

CMYK

AC 08 05 15

AC

EDITORIALE

Cos’è cambiato in un anno?

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al punto di vista economia direi poco o nulla, ma molti sono i segnali che ci fanno ben sperare.

Alcune aziende del nostro territorio si sono ben affermate all’estero ed ampio spazio si è dato alle startup ed ai progetti in essere grazie anche alla collaborazione di Bergamo Scienza con l’Università degli Studi di Bergamo. E come afferma il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Bergamo: “in una società complessa come la nostra, in cui tutto cambia e in modo così rapido, il mondo delle imprese si muove su scala globale, il sistema bancario è al centro di continue riflessioni, diventa fondamentale puntare sul radicamento della conoscenza”. Anche dal punto di vista turismo qualcosa si muove, numerosi sono infatti i web che ne parlano e Claudia Taviani di My AdventuresAcross the World, definisce Bergamo incredibilmente bella, ma non affollata di turisti, sarà anche questo il suo fascino?

Mi chiedo: una città così incantevole riuscirà a conservare il suo glamour?

L. I.

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SOMMARIO Edizione 2016

Alla scoperta di tradizioni, luoghi, cultura, economia Economia

Turismo

Miro Radici

Speciale Wedding

Economia bergamasca nel rapporto OCSE

Puglia Valle Seriana

Un Aeroporto sul mondo

Dall’ abito alla cerimonia, alla luna di miele

Foto copertina: Alessandro Gotti

Edizione 2016

Strutture e infrastrutture

Registrazione Tribunale di Bergamo Nr. 5/15 del 17-03-2015

Un ospedale nuovo anche nei servizi 10

Direttore Responsabile Loredana Iannuzzi Editore Studio Iannuzzi Via Murere e Bettolino, 15 24052 Azzano San Paolo (Bg) info@studioiannuzzi.net Pubblicità & Marketing Studio Iannuzzi www.studioiannuzzi.net 035 533921 Collaboratori Gianni Valsecchi Giovanni Canu Sauro Amboni Massimiliano Petruccioli Orazio Amboni Pietro Barachetti Maria Rosa Paruta Progetto grafico Chiara Previtali 345 1286240 chiara.previtali14@gmail.com Stampa CPZ Spa Via Landri, 37 24060 Costa di Mezzate (Bg)

Aeroporto Il Caravaggio 44 Magnifico Rettore

Università, istruzione e ricerca

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Alto Sebino

La valorizzazione delle persone 38 Un occhio alla Valle

Valle Seriana 18 Turismo

I parchi della Puglia 52 Economia

Dove vanno i nostri risparmi? 70 L’ economia bergamasca nel Rapporto OCSE: non è solo questione di istruzione 33 La nostra Bergamasca 74 Speciale wedding

Dall’abito alla luna di miele 87

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Dau S.r.l. – Design Arredo Ufficio Via Paleocapa 18/A – Bergamo T +39 035 210896 – F +39 035 3831763 Info@designarredoufficio.it – www.designarredoufficio.it

Varier Italia www.varierfurniture.com

“Fermo, composto...meglio di no!”

Dau S.r.l da sempre vicina al concetto del benessere della persona; è partner di Varier azienda norvegese leader nel settore delle sedute dinamiche ed ergonomiche che ha cambiato i preconcetti riguardo allo stare seduti

N

NO

Non siamo fatti per stare fermi, ma per muoversi e stare sempre attivi, il movimento è una condizione naturale e fa stare bene.

Al giorno d’oggi le nuove generazioni si muovono sempre meno ed hanno quasi abbandonato attività che sviluppano le capacità motorie e coordinative, come correre nei prati e salire sugli alberi.

Le posture statiche sono dannose per tutti ma soprattutto per i bambini e gli adolescenti, che trascorrono molte ore seduti a studiare, fermi davanti al computer e alla televisione, costringendo il proprio corpo in posizioni statiche per lungo tempo. Gli adulti, sbagliando, dicono spesso ai ragazzi di stare seduti, composti e fermi: in realtà non sanno che la posizione migliore è quella che consente il movimento naturale del corpo. Recenti studi hanno evidenziato che i danni alla colonna vertebrale, dovuti

SÌ

a posizioni scorrette, iniziano nella pubertà e bisogna intervenire correggendoli entro i primi 10 anni di vita, dopo sono difficilmente trattabili.

La VARIER ha progettato delle sedie che stimolano il movimento, permettendo di assumere posture differenti, lasciando però sempre la colonna vertebrale in assetto fisiologico, con benefici sia per il corpo che per la mente.

Balans, pensate per asssecondare il movimento Il concetto su cui si basano le sedie Varier Variable e tutte le sedute Balans è quello di rispettare la tendenza naturale del corpo a muoversi e lo mantengono nella sua postura più naturale. Così i muscoli, restando sempre attivi, sono costretti a lavorare rinforzandosi. Il busto rimane libero ed in equilibrio, così anche i muscoli dell’addome e della schiena si muovono prevenendo l’accumulo di tensione a livello della schiena,del collo e delle spalle. Inoltre con la base basculante, favorendo il movimento dei piedi, svolge un’azione nell’attivazione del flusso di ritorno del sangue verso il cuore.

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Respira meglio e sei più concentrato Rimanendo seduti per lungo tempo il nostro corpo accusa affaticamento e spossatezza. Il sistema di seduta “Balans” permette una profonda respirazione migliorando la circolazione e influendo positivamente sulla stanchezza mentale.

Inoltre, grazie all’asse di seduta leggermente inclinato in avanti e agli appoggi per le ginocchia,che sono alla base del concetto Balans, si riduce il peso che grava sulla schiena permettendo al bacino e alla colonna vertebrale di rimanere in posizione naturale; il busto rimane in equilibrio da solo giovando in tal modo di un leggero e costante movimento.

I BENEFICI DI UNA SEDUTA ERGONOMICA Per lo studio Quando iniziano la scuola i bambini sono costretti a rimanere seduti per molte ore al giorno, e una postura scorretta influenza la struttura della loro colonna in crescita e ciò è dannoso per lo sviluppo fisico. E’ importante quindi, nel corso dell’attività di studio, che siano messi in condizioni di sedersi in modo corretto almeno in casa. Movimento, variazione e libertà sono i principi base del concetto Balans di Varier Variabile, progettato per favorire il movimento del corpo e non per reprimerlo.

Per il gioco Oggi è inevitabile trascorrere molto tempo davanti al computer non solo per lo studio, ma anche per il gioco, assumendo la tipica postura sbagliata del giocatore di videogames : testa protesa, iperlordosi ( eccessiva curvatura del collo) e mandibola indietro. Durante le ore di gioco, quindi, è opportuno una seduta che non induca in posizioni di autocompensazione, ma che dia un corretto supporto inducendo a cambiare la posizione e stimolando così il movimento.

Imparare a star bene passa anche dall’avere una postura corretta.

WWW.DESIGNARREDOUFFICIO.IT

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Un Ospedale nuovo anche nei servizi Convenzioni per le aziende e i loro dipendenti

L

L’Ospedale Papa Giovanni XXIII è uno dei più grandi tra i nuovi ospedali pubblici lombardi, con un’estensione di oltre 320 mila metri quadri, più di 900 posti letto, 36 sale operatorie, 226 ambulatori e un eliporto funzionante 24 ore su 24.

Attivo in piazza Oms dal dicembre 2012 e centro di riferimento provinciale e regionale per pazienti di tutte le età con lesioni traumatiche o che necessitano di un supporto intensivo delle funzioni vitali, il Papa Giovanni ospita tutte le specialità cliniche e si distingue nel panorama nazionale e internazionale per la qualità delle cure offerte in campo interventistico, trapiantologico, oncologico, cardiovascolare e nefrologico-internistico, e per le cure riservate alle donne, ai bambini e a chi è affetto da malattie rare. Oltre ai tradizionali canali di accesso alle prestazioni offerte dal Servizio Sanitario Nazionale, il Papa Giovanni XXIII offre anche la possibilità di ese-

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A cura di Ufficio Stampa e Comunicazione ASST Papa Giovanni XXIII

guire visite ed esami con le formule “Libera professione” e “Solvenza aziendale”, che garantiscono maggiore flessibilità nella programmazione delle prestazioni, con la garanzia della qualità e della professionalità di un grande ospedale pubblico, centro di riferimento a livello nazionale e internazionale per tante patologie.

Il servizio interessa tutte le principali specialità cliniche, le visite e le prestazioni ambulatoriali, gli esami di laboratorio e i ricoveri, anche in Day Hospital, ed è aperto a tutti. Grazie alla possibilità di sottoscrivere convenzioni con singole aziende è anche possibile garantire ai propri dipendenti l’accesso a prestazioni di alto livello a tariffe scontante. Ci spiega meglio queste opportunità Mario Fraticelli, responsabile dell’Unità Formazione, Marketing e Libera professione dell’ASST Papa Giovanni XXIII.

del medico che ha posto l’indicazione ad eseguire l’esame con il quesito diagnostico in modo da dare referti più precisi rispetto ai dubbi da risolvere e da garantire un criterio di appropriatezza, vale a dire di fare solo gli esami che effettivamente servono perché un medico li ha ritenuti necessari e li valuterà. La nostra filosofia di fondo è comunque di fare sempre solo quello che è necessario e utile per il paziente. Infine queste prestazioni solitamente vengono erogate nel pomeriggio anche tardo o il sabato mattina, fasce orarie preferite da chi lavora. Per tutte le prestazioni viene rilasciata regolare fattura, in modo da poter dedurre dalla tasse i costi sostenuti per la cura della propria salute, in occasione della presentazione della dichiarazione dei redditi.

Perché i tempi di attesa possono essere anche molto differenti se si prenota in libera professione o solvenza rispetto alle prenotazioni con il Servizio sanitario nazionale?

Foto: Giovanni Terzi Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo

Che differenza c’è tra libera professione e solvenza?

La solvenza permette di prenotare una prestazione privata, al prezzo indicato dall’azienda, senza però la possibilità di scegliere lo specialista che la eseguirà, ma con la garanzia che sarà erogata da professionisti qualificati del Papa Giovanni XXIII. In “Libera professione” invece si può selezionare lo specialista con cui effettuare la prestazione; in questo caso è quest’ultimo ad individuare il compenso richiesto per la propria prestazione. Queste formule valgono per tutte le prestazioni, dalle visite agli esami strumentali, come ecografie e radiografie, fino ai ricoveri e agli interventi chirurgici più o meno complessi.

Che vantaggi offrono al paziente?

Per le prestazioni in solvenza possiamo gestire tempi di attesa ridotti, senza che questo vada a scapito delle liste di attesa degli utenti del SSN, e, nel caso della libera professione individuale, il paziente ha in più la possibilità di scegliere direttamente il professionista a cui affidarsi.

Questi sono i vantaggi più tangibili ma ce ne sono molti altri: per esempio per le visite specialistiche l’iter di accesso è più veloce in quanto non serve l’impegnativa (ricetta rossa) del proprio medico curante.

Per le indagini strumentali (ecografie, tac, scintigrafia ecc.) richiediamo che ci sia comunque la richiesta su ricetta bianca

Nella nostra azienda facciamo di tutto per evitare che ci siano grandi differenze organizzando al meglio l’attività dei nostri medici. Tuttavia la domanda di prestazioni a carico del Servizio sanitario nazionale è spesso molto superiore alle prestazioni che si possono erogare nelle ore di ambulatorio disponibili, quindi i tempi di attesa risentono del numero di persone che richiedono quella stessa prestazione nello stesso periodo di tempo.

Anche tenendo attivi gli ambulatori tutto il giorno con tutti gli specialisti a disposizione è praticamente impossibile soddisfare tutte le richieste in tempi brevi e quindi è normale che si generino liste di attesa anche importanti, specialmente per quelle prestazioni di cui tutti, prima o poi, devono usufruire almeno una volta nella vita, come le visite cardiologiche.

Liste d’attesa lunghe sono anche il riflesso della bontà della reputazione di un ospedale. Nel nostro caso, per esempio, abbiamo pazienti provenienti da tutta Italia e anche dall’estero, perché, soprattutto per certe specialità, abbiamo un’esperienza e una casistica tali da essere conosciuti e riconosciuti ben oltre i confini della nostra provincia. A questo si deve aggiungere l’effetto fidelizzazione tale per cui le persone trovandosi bene e ricevendo risposte cliniche più che soddisfacenti tendono a tornare sempre qui, anche per eventuali controlli successivi o per altri problemi di salute.

Con la libera professione e solvenza il rapporto domanda/ offerta invece cambia drasticamente perché le richieste sono nettamente inferiori rispetto a quelle che arrivano con i canali tradizionali e quindi, anche a fronte di un’offerta ridotta rispetto al servizio sanitario pubblico, riusciamo a soddisfarle in tempi brevi.

I prezzi al pubblico vengono decisi in base a quali variabili?

I prezzi delle prestazioni in solvenza sono quelle del tariffario aziendale e corrispondono al costo effettivamente sostenuto dall’ospedale, che solitamente il paziente non percepisce perché al massimo paga solo una quota, il cosiddetto ticket.

Per la libera professione invece i prezzi vengono decisi dai singoli professionisti in base ai prezzi del mercato.

Anche gli esami di laboratorio possono essere eseguiti in regime di solvenza?

Sì, e non è necessaria la prenotazione. Consigliamo però di eseguire la preaccettazione amministrativa al nostro Centro prelievi qualche giorno prima in modo da ricevere le istruzioni da seguire per prepararsi correttamente all’esame e per l’eventuale raccolta di materiale biologico e ottenere gratuitamente gli idonei contenitori di raccolta. In questo modo inoltre si riducono le attese il giorno del prelievo e della consegna dei campioni, perché si salta la fila per l’accettazione amministrativa.

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Foto: Giovanni Terzi Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo

SANITA’

La nostra offerta 209 medici che eseguono visite in libera professione 214 esami strumentali eseguibili in solvenza 1.018 esami di laboratorio eseguibili in solvenza 32 tipologie di visite specialiste eseguibili in solvenza

Quali altre prestazioni offrite in solvenza, oltre a visite ed esami?

Offriamo anche la possibilità alle donne di essere assistite in regime di solvenza aziendale da una professionista ostetrica di sua scelta a partire dalle 36esima settimana di gravidanza fino al parto e anche nel periodo post-partum oppure di attivare percorsi di assistenza alla procreazione medicalmente assistita. Nella nostra Unità di Riabilitazione specialistica offriamo invece diverse prestazioni riabilitative, come la rieducazione motoria e neuromotoria per patologie ortopediche, neurologiche e vertebrali, il linfodrenaggio, la rieducazione logopedica e la rieducazione motoria di gruppo per le patologie vertebrali.

Abbiamo inoltre introdotto la possibilità di eseguire in solvenza anche prestazioni chirurgiche di impegno minore che si fanno di solito ambulatorialmente o in day hospital come ad esempio la cataratta, la correzione del dito a scatto, il tunnel carpale e le fimosi.

Quante persone usufruiscono di queste prestazioni ogni anno al Papa Giovanni?

C’è molta variabilità da mese a mese. Lo scorso anno complessivamente solo le visite ambulatoriali sono state circa 50 mila. È certamente un servizio gradito all’utenza, specialmente quella che non gode di esenzione dal ticket, perché a fronte di una spesa di poco superiore al normale ticket, è possibile godere di molti vantaggi, come i tempi di attesa contenuti e la garanzia di essere seguiti con continuità dallo stesso specialista di fiducia.

Anche in caso di ricovero è possibile usufruire dei vantaggi della libera professione?

Sì, è possibile scegliere il medico a cui affidarsi durante il ricovero, per un intervento chirurgico, per esempio, il paziente può scegliere tra due diverse opzioni. Con la prima sceglie il medico di propria fiducia che lo assisterà in libera professione, mentre gli altri servizi ospedalieri collegati al ricovero restano a carico, per circa il 70%, del Servizio Sanitario Nazionale. Al paziente viene chiesto quindi di integrare la quota restante e di sostenere i compensi in libera professione del medico scelto e della sua équipe. La seconda opzione prevede invece che tutti i costi connessi al ricovero siano a carico del paziente. Quindi non solo i compensi in libera professione del medico scelto e della sua équipe, ma anche la tariffa intera prevista per la degenza. Questa opzione per la verità è poco frequente, perché quello che interessa alla maggioranza dei nostri utenti è la certezza di essere operati dal proprio specialista di fiducia, sapendo che comunque gli altri servizi sono all’altezza di un grande ospedale pubblico.

Per avere una camera singola?

Con l’opzione “camera singola”, che comporta un costo integrativo di 80 euro al giorno, si può avere la disponibilità di una camera ad uso singolo sia che si scelga di essere ricoverati in libera professione che con i tradizionali canali offerti dal Sistema Sanitario Regionale, con il vantaggio di poter ospitare un accompagnatore per tutta la giornata e una garanzia di maggiore privacy. La disponibilità è però condizionata dalla effettiva disponibilità di posti letto liberi.

Quali vantaggi possono avere i dipendenti delle aziende o delle organizzazioni che decidono di convenzionarsi con il Papa Giovanni?

Alle organizzazioni che ci chiedono una convenzione e che propongono ai propri dipendenti o affiliati le nostre prestazioni offriamo la possibilità di accedere a degli sconti sulle tariffe e, dove utile, offriamo dei canali di prenotazione dedicati.

Mi può fare degli esempi di convenzioni già attive?

Con la Guardia di Finanza di Bergamo abbiamo in corso da anni un accordo che consente agli allievi dell’Accademia e a tutto il personale in servizio, ai pensionati e ai loro familiari di poter accedere alle prestazioni specialistiche e di diagnostica in regime di solvenza e libera professione a tariffe convenzionate. La convenzione offre anche la possibilità al personale del Corpo di frequentare i reparti ospedalieri e i corsi promossi dal Papa Giovanni con finalità di formazione e aggiornamento nel campo del primo soccorso, della medicina legale e della medicina del lavoro.

Un accordo analogo è stato attivato con Assilt, che cura la assistenza sanitaria integrativa dei dipendenti del gruppo Telecom, e con Coldiretti Bergamo.

Come fare per Sottoscrivere una convenzione: contatta l’Ufficio Marketing marketing@asst-pg23.it – tel. 035.2673711 Prenotare una visita o un esame in libera professione o in solvenza: telefona al numero 035.2678004 attivo da lunedì a venerdì dalle 9.15 alle 12.15 e dalle 13 alle 16.45 oppure consulta la sezione “Prenota area privata” sul sito www.asst-pg23.it.

Essere assistita da un’ostetrica durante la gravidanza e fino al puerperio: contatta la coordinatrice ostetrica tel. 035.267 5159 - 348.491 6333 Accedere alle attività di riabilitazione in solvenza: contatta l’Unità di Riabilitazione specialistica tel. 035.6225232 - 035.6225233

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www.infosostenibile.it

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Numero 55 - Settembre 2016

Engim fa rima con formazione Corsi per ragazzi e adulti: reali opportunità di accesso al mondo del lavoro. L’offerta formativa 2016-2017

Engim fa rima con formazione

Imparare a scuola il proprio me- glio di proposte di ENGIM Lomstiere? Reinventarsi per rico- bardia è articolato e si compone minciare da zero con una nuova principalmente di corsi di formaesperienza professionale anche zione per giovani e di proposte quando ogni prospettiva di la- di Formazione permanente per voro sembra sfumare? Ebbene adulti. I primi sono validi ai fini sì, si può e in risposta a queste dell’assolvimento dell’obbligo di domande ci sono le proposte istruzione e finalizzati al conseformative di ENGIM Lombar- guimento dei titoli di Qualifica di Imparare a scuola il proprio mestiere? per ricodia. L’associazione, accreditata Reinventarsi Operatore e di Diploma di Tecpressocon la Regione Lombardia, nico immediatamente spendibiminciare da zero una nuova esperienza professionale si occupa infatti di istruzione e li nel sembra mondo delsfumare? lavoro; mentre anche quando ogni prospettiva di lavoro formazione professionale nelle ladomande formazione ci permanente Ebbene sì, si può e in risposta a queste sono le si sue sedi operative di Valbrembo, rivolge ad adulti che intendono proposte formative di ENGIM Lombardia.

Brembate di Sopra (due sedi) e riqualificarsi, a prescindere dalL’associazione, accreditata la Regione Lombardia, si e Merate (Lc), dove presso si svolgono la loro situazione lavorativa occupa infatticorsi di istruzione e formazione professionale nelle rivolti a ragazzi e adulti, occupazionale.

ENGIM inoltre sue sedi operative Valbrembo, Brembate di quelle Sopra (due tutti utili aldiconseguimento di atassolve tutte attività suptestati sull’intero territorio corsi portaterivolti dalle politiche attiveedel sedi) e Merate (Lc),validi dove si svolgono a ragazzi nazionale. lavoro (Garanzia e Dote adulti, tutti utili al conseguimento di attestati validi Giovani sull’inteENGIM Lombardia si è costituUnica Lavoro) quali l’accomparo territorio nazionale. ENGIM Lombardia si è costituita nel ita nel 2008, rilevando l’attività gnamento al lavoro, servizi di tu2008, rilevando l’attività di ENGIM Ente Nazionale Giuseppini di ENGIM Ente Nazionale Giu- toring e counselling, coaching, del Murialdo di cui i principi cardine e le finalità: seppiniha delmantenuto Murialdo di cui ha scouting aziendale, supporto prendersi cura della formazione umana, spirituale, culturamantenuto i principi cardine e all’auto imprenditorialità e plale finalità: della cement verso le Aziende.dei Nello le e professionale deiprendersi giovanicura in continuità con l’operato umana, spirituale, specifico, in qualità di Ente AutoGiuseppini delformazione Murialdo, presenti nella provincia di Bergamo professionale dei giorizzato dal Ministero dal 1902, ma culturale senza emai smettere di aggiornarsi e di all’Intermeoffrire vani in continuità con l’operato diazione al Lavoro e Accreditato servizi al passo con le esigenze della contemporaneità. dei Giuseppini del Murialdo, pre- Regione Lombardia per i Servizi Oggi il ventaglio di proposte ENGIMalLombardia artico-opsenti nella provincia di di Bergamo Lavoro, offre leèseguenti lato e si compone principalmente di corsi di formazione per dal 1902, ma senza mai smetteportunità gratuite: giovani e di proposte di Formazione adulti. re di aggiornarsi e di offrire servi-permanente 1) Dote Unicaper Lavoro: percorsi zi al passo le esigenze della personalizzati per di adulti disocI primi sono validi ai finicon dell’assolvimento dell’obbligo istrucontemporaneità.

Oggi il venta- dei cupati relazione al proprio zione e finalizzati al conseguimento titoliin di Qualifica di

Corsi per ragazzi e adulti con reali opportunità di accesso al mondo del lavoro. L’offerta formativa 2016-2017

Operatore e di Diploma di Tecnico immediatamente spendibili nel mondo del lavoro; mentre la formazione permanente si rivolge ad adulti che intendono riqualificarsi, a prescindere dalla loro situazione lavorativa e occupazionale. ENGIM inoltre assolve tutte quelle attività supportate dalle politiche attive del lavoro (Garanzia Giovani e Dote Unica Lavoro) quali l’accompagnamento al lavoro, servizi di tutoring e counselling, coaching, scouting aziendale, supporto all’auto imprenditorialità e placement verso le Aziende. Nello specifico, in qualità di Ente Autorizzato dal Ministero all’Intermediazione al Lavoro e Accreditato Regione Lombardia per i Servizi al Lavoro, offre le seguenti opportunità gratuite: 1) Dote Unica Lavoro: percorsi personalizzati per adulti disoccupati in relazione al proprio livello di occupabilità e attingendo da “panieri” di servizi definiti da standard regionali.

2) Garanzia Giovani: per giovani tra i 15 e i 29 anni non impegnati in un’attività lavorativa né inseriti in un corso scolastico o formativo che vogliono entrare nel mondo del lavoro.

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Offerta formativa adulti 2016

2) Garanzia Giovani: per giovani > Profili innon ambito ambientale: Operatore Forestale e Fotra i 15 e i 29 anni impegnati in un’attività lavorativa né inseriti Patentini Formazione per adulti – corsi attivi da ottobre e novembre 20 restale Responsabile, Fitosanitari, Giardiniere. in un corso scolastico o formati> Profili socio-sanitari: Ausiliario Socio Assistenziale (AS > vogliono Profili nella ristorazione: Cameriere ristorazione, vo che entrare nel monOperatore Socionella Sanitario (OSS), Assistente alla persona Pizzaiolo. do del lavoro. di studio odontoiatrico (ASO), Cura e assistenza all’infanz I dati relativi agli anni scorsi parApproccio al malato di Alzheimer, Lavoro di cura con il lano chiaro: l’attività di ENGIM paziente psichiatrico.

Lombardia si caratterizza per > Profili in ambito ambientale: Operatore Forestale e l’alto grado di inclusione e di Forestale Responsabile, Patentini Fitosanitari, Giardiniere successo formativo. > Profili nella ristorazione: Cameriere nella ristorazione, Pizzaiolo.

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Un’azienda ecosostenibile Un traguardo importante per l’azienda bergamasca specializzata nel settore delle coperture edili e nello smaltimento dei materiali contenenti amianto

U

n’azienda sempre più ecosostenibile e impegnata nella tutela dell’ambiente: la Duesse Coperture srl di Ponte Nossa, oltre le certificazioni di qualità ISO 9001 e le iscrizioni all’Albo dei Gestori Ambientali per la categoria 10A per la rimozione di materiali contenenti amianto, è in fase di acquisizione della Certificazione Ambientale ISO 14001.

Un traguardo importante per l’azienda Bergamasca specializzata nel settore delle Coperture Edili e nello smaltimento dei materiali contenenti amianto. Un miglioramento continuo nel tempo che già dal 2011 ha visto l’azienda entrare a far parte anche di vari Consorzi Imprese operanti nel settore delle

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Materie Prime Energie Rinnovabili Ecosostenibili. Una rete di imprese unica nel settore, costituita proprio per favorire lo sviluppo di tecnologie energetiche innovative e valorizzazione delle risorse locali.

Nata nel 2001 dall’accorpamento di due società già operative nel settore delle bonifiche e delle coperture edili, la Duesse Coperture opera in tutto il Nord Italia, sia in ambito pubblico che privato, e dispone delle autorizzazioni e certificazioni necessarie per assicurare qualità e competenza.

Duesse Coperture è una realtà produttiva con oltre vent’anni di esperienza nella realizzazione di coperture industriali e

civili, sviluppando un know-how tecnico ed una professionalità senza rivali al servizio di aziende e privati.

Opere di bonifica di coperture in Cemento Amianto, coperture civili ed industriali, lattonerie ed impermeabilizzazioni, isolamenti termici, dispositivi di protezione collettivi (Linee Vita), Duesse offre alla sua clientela una vasta gamma di prodotti e servizi per il panorama delle Coperture.

L’azienda di Ponte Nossa, grazie alla professionalità del proprio ufficio tecnico è in grado di progettare e realizzare le soluzioni più adeguate alle necessità della clientela. Un completo parco mezzi ed attrezzature all’avanguardia, consentono completa autonomia nel processo di ristrutturazione globale delle coperture, proponendosi come alternativa alla classica Impresa di Costruzioni.

Solo nel 2012 sono stati bonificati 600.000 mq di coperture in Eternit; grazie ad elevati standard di qualità e processi produttivi consolidati, in grado di verificare, consigliare, progettare e realizzare ogni tipo di copertura.

Opere accessorie quali lattonerie ed impermeabilizzazioni, installazioni di lucernari motorizzati, linee vita, ponteggi tradizionali e sistemi anticaduta, ogni ambito di intervento è realizzato con maestranze proprie.

Uno staff composto da circa 40 persone tra tecnici e personale di cantiere nella nuova sede di Ponte Nossa in Via Spiazzi 52, una dotazione di attrezzature e mezzi all’avanguardia, hanno consentito alla nostra azienda di porsi leader nel proprio settore.

A completare l’offerta dei servizi offerti sul mercato da Duesse Coperture: impermeabilizzazioni industriali, lattonerie, coibentazioni e manutenzioni varie, un servizio a 360° che ha portato l’azienda di Ponte Nossa guidata da Demetrio Grassenis, Ilario Santus e Amedeo Zanotti a configurarsi quale importante realtà nel mondo delle Coperture Edili.

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VALLE SERIANA

Valle Seriana e Val di Scalve

Il fascino unico fra storia e panorami mozzafiato, angoli incantati d’altro tempo, natura, cultura e sapori

L

A cura della Redazione Foto: Linoolmostudio.it - Presolana

a Val Seriana è la valle del fiume Serio, in provincia di Bergamo, nelle Alpi Orobie, si snoda lungo il percorso del fiume per circa 50 chilometri, risalendo dal capoluogo in direzione nord-est. Il fondovalle è in buona parte urbanizzato, i primi insediamenti in Val Seriana risalgono al VII millennio a.C., quando l’uomo inizia a stanziarsi anche nelle zone di alta quota precedentemente inaccessibili a causa delle glaciazioni.

Le presenze umane aumentano nel III millennio a.C. durante la cosiddetta età del rame quando l’uomo vive in grotte e ripari presenti ancora oggi sul territorio; ne sono esempio le grotte ad Aviatico il “Bus de la Scabla” e “Corna”.

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IL MEDIOEVO Con il sopraggiungere delle invasioni barbariche nella Valle si verificano distruzioni e razzie mentre la vita politica e sociale non viene modificata in quanto gli eserciti barbari non si stanziano nei territori bergamaschi e non li sottomettono. Nel 568 il nord Italia subisce l’invasione da parte dei Longobardi che occupano anche la Valle Seriana e fondano numerosi accampamenti militari e villaggi, mentre nel 774 il territorio diventa di dominio dei Franchi capeggiati da Carlo Magno, ma di questo periodo non restano grandi testimonianze.

L’arrivo della Serenissima portò alla valle notevoli cambiamenti, in primo luogo si verificò il disfacimento delle truppe ghibelline e la conseguente espulsione delle relative famiglie dalla provincia (vedi la famiglia Suardi), che non volevano accettare la nuova dominazione.

Un’espansione dovuta alla lungimirante politica attuata dai veneti in queste terre, dato che mantennero i privilegi fiscali che la zona possedeva, ma crearono un accentramento economico che faceva capo a Venezia stessa, garantendo un florido scambio di prodotti. L’ attività che risentì positivamente della nuova rete commerciale fu quella manifatturiera, che esportava merci, uomini ed alta professionalità. Casi importanti erano i paesi di Leffe e Gandino, dove la produzione di coperte è tuttora importante.

Anche l’industria della produzione della carta ha avuto un ruolo importante con le Cartiere Paolo Pigna, sorte nel 1856 ad Alzano, le cartiere Pesenti a Nembro e le cartiere Olivati.

Sorsero anche numerosi cementifici ad Alzano, Albino e Nembro (Pesenti, Guffanti, Piccinelli), l’unione di queste aziende portò alla costituzione delle Società Italiana dei Cementi, oggi chiamata Italcementi.

ARTE E TURISMO

LA CIVILTÀ GALLICA E ROMANA È invece con l’età del ferro che le presenze si intensificano maggiormente nei territori di Castione della Presolana e paesi limitrofi, dove vengono creati veri e propri insediamenti.

Proprio a questo periodo risale la dominazione Gallica che contribuisce alla modifica del territorio e introduce nuovi metodi di costruzione dei villaggi.

Nel II secolo a.C. il nord Italia viene conquistato dai Romani dando al territorio bergamasco una ben definita configurazione giuridico-politica: si verifica così lo spostamento della maggior parte della popolazione dalle zone di alta montagna verso il fondovalle dove si sviluppano i primi centri romani di Albino, Nembro e Alzano Lombardo.

In Valle Seriana si possono effettuare numerosi itinerari tematici sia culturali che artistici. Uno dei più importanti è il percorso dedicato ai Santuari Mariani, e non solo, che ogni anno attira migliaia di fedeli. Ciò che unisce la maggior parte di questi santuari è il fatto che in ognuno dei paesi nei quali sorgono è apparsa la Madonna e questo evento è spesso legato ad una leggenda che è stata tramandata da generazione in generazione. Un aspetto importante e non trascurabile è la presenza nei santuari di opere di Andrea Fantoni e di alcuni tra i maggiori artisti della zona.

Interessanti itinerari che sono stati istituiti in questi ultimi anni sono quelli che permettono di visitare la zona delle miniere, in particolare quelle in località Riso di Gorno e Gorno. Altri percorsi portano alla scoperta del Maglio Museo, a Ponte Nossa, con visite guidate e dimostrazioni, frequentate soprattutto dalle scolaresche. Vicino ai Magli, sgorga la Sorgente Nossana che con la sua portata di acqua di ottima qualità, serve i bacini idrici della zona e della città di Bergamo, nonché alcune zone di pianura. Non può mancare una tappa al borgo medievale di Gromo, uno de “I borghi più belli d’Italia” e al centro storico di Clusone, dove ammirare l’Orologio Planetario e la Danza Macabra. Ampio spazio trovano i luoghi di culto con le imponenti e ricche Basiliche di Alzano Lombardo e di Gandino, nelle due località si possono visitare rispettivamente ad Alzano Lombardo il Museo d’Arte Sacra e le bellissime Sagrestie, a Gandino il Museo della Basilica. A Rovetta nella Casa Museo Fantoni è possibile visitare i locali dove vissero e lavorarono gli artigiani della famiglia Fantoni, il cui esponente più celebre Andrea Fantoni, portò l’arte della scultura lombarda in tutta Italia.

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LA VIA MERCATORUM Con “Via Mercatorum” si intende un insieme di sentieri e mulattiere che in età medievale furono le principali vie di comunicazione e di commercio tra Bergamo e la Valle Brembana, e da questa fino alla Valtellina e ai Grigioni svizzeri.

Ciò prima della costruzione della celebre “strada Priula”, avvenuta nel 1592 sotto il dominio di Venezia. Numerosi sono i tracciati che un tempo importanti collegamenti di quest’antica via, oggi sentieri escursionistici sparsi sul territorio che collegano Lonno di Nembro alla Valle Brembana attraverso Selvino e tra loro le località alzanesi di Burro, Olera e Monte di Nese. In bassa Valle Seriana, a monte dell’abitato dei comuni di Alzano Lombardo e di Nembro, esistono a quote più alte piccole località in passato determinanti per il passaggio della Via Mercatorum.

In Valle Seriana e Val di Scalve numerose sono le escursioni che si possono effettuare in tutto il territorio: il Sentiero delle Orobie Orientali che, con un tracciato di circa 80 km, permette di attraversare le cime delle Prealpi Orobiche (pizzo Coca, pizzo Redorta, Presolana) sostando nei 7 rifugi che si incontrano lungo il tracciato.

Numerose le aree naturalistiche dove passeggiare all’insegna del relax, come in Valle Vertova.

Da non perdere una delle cinque aperture (da giugno a ottobre) delle Cascate del Serio che con i loro 315 metri di salto, sono le più alte in Italia e le seconde in Europa.

In Valle Seriana è possibile visitare la miniera e riscoprire la vita dei minatori grazie alla riapertura delle gallerie dell’Ecomuseo delle miniere di Gorno.

Oggi meta di escursioni partendo da Vilminore di Scalve è la Diga del Gleno, testimonianza della tragedia che la vide coinvolta il 1° dicembre 1923 quando il muro crollò disseminando morte e distruzione in Val di Scalve e in Val Camonica.

Lo scenario è imponente e spettacolare, e il luogo è raggiungibile anche dagli escursionisti non esperti.

Foto: Chiara Previtali - Cascate del Serio

Foto: Linoolmostudio.it - Clusone, Piazza dell’Orologio

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VALLE SERIANA

Foto: Cazzano S. Andrea - Invernale Durante il periodo invernale le cose da fare sono tantissime.

L’offerta è davvero ampia: dalle attività sciistiche in continuo rinnovamento, alle visite ai presepi.

Si può scegliere dunque di raggiungere le tradizionali piste da discesa o da fondo nei comprensori sciistici, o dilettarsi sulla neve con le ciaspole o facendo sci d’alpinismo. Per i più piccoli il divertimento non manca: con il bob e le piste di pattinaggio sul ghiaccio. Tutto il territorio già da fine novembre si anima con mercatini di Natale e tanti eventi a tema natalizio con tante attrazioni; senza dimenticare l’aspetto sacro che caratterizza questo periodo e che si ritrova nei numerosi presepi allestiti in tutta la Valle, e nelle tradizioni che sopravvivono ai secoli, come quella dei Re Magi a Casnigo.

A Castione, ai piedi della Presolana, tornano i tradizionali mercatini di Natale e passeggiare tra le atmosfere incantate di un borgo fatato è veramente magico: tipiche casette in legno che si fanno vetrine e fucine di pregiato artigianato a tema, luci sfavillanti, note e jingle delle feste. Nell’aria il profumo di caldarroste e vin brulé ma anche di tante altre

specialità di stagione, locali e non, da gustare sotto il cielo invernale, ammirando la corona di monti tutt’intorno alla piazza. E poi la Capanna della Natività, Babbo Natale che accoglie i bambini nel suo salotto, gli Elfi che aprono il loro laboratorio per insegnare a creare bellissimi addobbi e decori in un bosco incantato. Il Trenino della Presolana che diverte grandi e piccoli, il rombo di eleganti auto d’epoca, abili artigiani al lavoro per scolpire il legno, modellare l’argilla, lavorare la paglia, martellare il rame e riproporre gli antichi mestieri dei nostri nonni. Una tradizione lunga ormai 14 anni, una scelta di qualità con prodotti rigorosamente artigianali e di pregio.

Alle numerose attività che animano la valle nel periodo natalizio, si affiancano la tranquillità dei piccoli borghi e la bellezza dei panorami, per un inverno unico e pieno di serenità.

Si dice che “bisognerebbe conservare un po’ d’estate nel cuore anche nelle più fredde giornate d’inverno”; ciò si può fare recuperando il vero senso del Natale che è quello della famiglia e dello stare insieme.

Foto: Parre Lampiusa

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anni

di passione per il pulito!

Soddisfare le esigenze del cliente, garantendo la massima serietà e professionalità. È questa la filosofia che guida “Vavassori Pulizie s.n.c.”, impresa di Nembro che da 30 anni, su tutto il territorio di Bergamo e provincia, effettua pulizie distinguendosi per efficienza ed elevati standard di qualità.

Grazie anche al personale altamente qualificato, Vavassori Pulizie offre una vasta gamma di servizi, prestando particolare attenzione all’utilizzo di prodotti “green” in modo da garantire la perfetta igiene di qualsiasi locale, pubblico e privato, piccolo o grande, nel rispetto dell’ambiente. Vavassori Pulizie s.n.c. è nata nel 1986 come ditta individuale di Floriana Vavassori. Nel tempo, l’azienda si è ampliata e si è trasformata fino ad assumere l’attuale struttura sociale, composta da tre soci che, con incarichi e ruoli diversi, gestiscono l’azienda.

L’impresa conta sulla collaborazione di una trentina di dipendenti che, grazie alla formazione acquisita, garantiscono l’ottimizzazione delle prestazioni e la qualità del servizio. Come si diceva, la formazione professionale del personale è sempre stata una priorità della società che ha attrezzato un’apposita sala-corsi per la preparazione tecnica dei dipendenti. Una qualità riconosiuta, come ci spiega Vincenzo Tiraboschi, uno dei 3 soci di Vavassori Pulizie: “ Dal 1996 ininterrottamente, l’Associazione Artigiani di Bergamo ci concede il riconoscimento di Pulitore qualificato, attestato rilasciato alle aziende impegnate in attività di formazione continua.

Un traguardo raggiunto anche grazie a uno sguardo sempre attento alle novità tecnologiche e di prodotto e la frequentazione di corsi specializzati. Così, possiamo mantenerci continuamente aggiornati sulle più moderne tecnologie. Altra importante certificazione che abbiamo ricevuto per la progettazione e l’erogazione di servizi di pulizie è quella ottenuta nel 2013, in cui viene attestato che “Vavassori Pulizie S.n.c.” applica un sistema di gestione per la qualità conforme alle norme UNI EN ISO 9001:2008 (di cui poche imprese di pulizia possono vantare). Attraverso questa qualifica, siamo certi di dare un valore aggiunto alla nostra azienda, al nostro personale e ai nostri clienti.”

L’offerta della Vavassori Pulizie è ampia e si rivolge dal pubblico al privato: uffici di piccole, medie e grandi dimensioni,

Vavassori Pulizie Snc Via Lombardia, 12/B 24027 - Nembro - Bg Telefono: 035 – 470473 E-mail: protocollo@vavassoripulizie.it www.vavassoripulizie.it

Per il tuo Per la tua Ma anche per il tuo

negozi centri commerciali e boutique, ma anche edifici industriali, fabbriche, cantieri, palestre, mense, scuole, magazzini e strutture sanitarie. Ma, accanto alle pulizie industriali, la società si dedica anche ai condomini: è un settore, questo, nel quale l’azienda vanta grande autorevolezza, con interventi ordinari e periodici, con un servizio personalizzato per ogni condominio, volto a garantire la massima igienizzazione delle parti comuni.

Rivolgendosi a Vavassori Pulizie vi accorgerete che la cortesia e la professionalità vanno di pari passo e ascoltando le vostre esigenze sapranno indirizzarvi nella migliore formulazione di un preventivo anche sotto il profilo economico.

Il Settore Industry di Promoserio Nato contemporaneamente al ramo turismo di PromoSerio, il settore Industry rappresenta una delle colonne portanti dell’ente e raccoglie aziende che hanno creduto e credono nell’ottica della rete a sostegno dello sviluppo del nostro territorio. L’obiettivo specifico che si prefigge è promuovere lo spirito inventivo, la laboriosità e la capacità di collaborazione delle aziende della Valle Seriana e Val di Scalve che hanno a cuore il proprio territorio. Inoltre, segue e coordina tutta una serie di altre iniziative collaterali sempre legate al mondo dell’industria: partecipazione a eventi e fiere, corsi di formazione, azioni volte alla collaborazione e conoscenza tra le aziende della rete, etc.

Nel contesto delle attività Industry riveste un ruolo essenziale l’annuale Workshop economico della ValSeriana e Val di Scalve. Si tratta di una giornata di riflessione e dibattito dedicata ad una particolare tematica, intimamente connessa alla realtà economica del territorio. Tema del primo appuntamento (Alzano Lombardo, 2011) è stato ”L’eccellenza imprenditoriale valligiana nel mondo”. Il secondo Workshop (Albino, 2012), “Innovare per vincere”, si è invece focalizzato sulla creazione di nuovi prodotti e servizi quale strumento di differenziazione e competitività sul mercato.

Tema del Workshop 2013 (Nembro) è stato lo sviluppo sostenibile, mentre il quarto Workshop (Leffe, 2014) “Torniamo al Lavoro!”, partendo da un’analisi della situazione economica

attuale, ha costituito l’occasione per presentare innovative opportunità d’impiego e progetti di inserimento lavorativo a sostegno dell’occupazione nelle nostre valli.

Obiettivo del quinto Workshop, tenutosi a Villa d’Ogna il 30 aprile 2016 in concomitanza con l’Assemblea Annuale dei soci, è stato riflettere sulle opportunità della Comunicazione d’impresa tra passato e futuro, a partire da alcuni specifici casi aziendali di particolare interesse, presentati dalle aziende finaliste al concorso “Volpe d’Argento”.

Altro aspetto molto importante del settore Industry è quello legato alla domanda e offerta di lavoro nel territorio. A tal scopo, fino al 2013, è stato aperto lo sportello lavoro, finanziato dalla Provincia di Bergamo e dal Comune di Albino, con l’obiettivo di fornire orientamento a persone disoccupate o alla ricerca di primo impiego. Nel 2014, invece, è stato attuato il progetto Opportunity Val di Scalve, che consisteva nella analisi del fabbisogno di competenze e di figure professionali delle aziende scalvine al fine di migliorare l’incontro tra domanda e offerta lavorativa per i giovani.

Il settore Industry dispone di un proprio sito internet (www. industry.valseriana.eu), con pagine dedicate alla presentazione delle aziende associate, offerte di lavoro, notizie relative al mondo dell’imprenditoria locale e convenzioni offerte alle aziende della rete. È inoltre presente la pagina facebook “Industry – ValSeriana e Val di Scalve”.

Foto: Premiazione concorso “Volpe d’Argento” - WORKSHOP 2016

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Soluzioni informatiche su misura per il tuo business Applicazioni gestionali e servizi per le aziende

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oftware e servizi informatici intesi come risposte concrete alle esigenze di efficienza, semplificazione e competitività di aziende del settore industriale e dei servizi. Rapporti con i clienti che non siano di semplice fornitura, ma di partnership tecnologica. E’ questa la mission di Neartec, una software house nata nel 2012 ma che può vantare oltre 20 anni di esperienza da parte dei due soci fondatori Paolo Tomasini e Mauro Parisi.

Come nasce Neartec?

E’ stata una sfida, racconta Tomasini, per non disperdere il patrimonio di know-how accumulato in anni di esperienza

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A cura di Massimiliano Petruccioli

professionale maturati presso l’azienda in cui lavoravamo come dipendenti. Purtroppo questa azienda, a seguito delle difficoltà legate alla crisi degli ultimi anni ha cessato l’attività, e ci siamo posti l’opportunità di raccoglierne l’eredità trasformandoci da lavoratori dipendenti ad imprenditori. Questi ultimi anni di crisi, con un drastico taglio degli investimenti da parte delle aziende, sono stati particolarmente pesanti per il nostro settore, ma ci hanno sempre sostenuto oltre la passione per questo lavoro la voglia di mettersi in gioco. Oggi, dopo tre anni di attività, possiamo guardare con soddisfazione al percorso fin qui compiuto.

I NOSTRI SERVIZI Progettazione, sviluppo e manutenzione software.

Implementazione a progetto per esigenze specifiche ed integrazione di procedure e sistemi.

Migrazione e normalizzazione dati Servizio di migrazione, normalizzazione, replica, geo-referenziazione di basi dati attraverso strumenti ad-hoc.

In una realtà come quella delle tecnologie digitali dominata dai grandi competitor globali qual è il vostro spazio nel mercato?

Non sempre le aziende trovano sul mercato i software gestionali che rispondono completamente alle loro necessità.

Oggi la tecnologia è nelle mani di tutti, ma paradossalmente rischia di restare più lontana proprio dall’ambito produttivo e lavorativo. E’ una questione crediamo anche culturale del nostro paese, e invece può essere una straordinaria risorsa per recuperare il gap di competitività che penalizza molte aziende italiane. Così quando abbiamo scelto il nome per questa nuova realtà abbiamo voluto accostare proprio le parole “vicinanza” (near) e “tecnologia” (technology). Lavoriamo ogni giorno perché le opportunità offerte dalle tecnologie informatiche e digitali vengano messe davvero a servizio delle aziende e del loro business.

Quindi innanzitutto uno stile…

Attraverso il dialogo con i nostri clienti puntiamo a costruire un rapporto che vada oltre la semplice fornitura di prodotti e servizi. Ci rendiamo conto che sempre più la componente tecnologica e in particolare la gestione dei dati e dei processi attraverso software specializzati, costituiscono un importante patrimonio per molte aziende. E qualora l’azienda non disponga al suo interno delle necessarie risorse tecniche ed umane deve poter “affidare” questo suo patrimonio ad un fornitore qualificato e affidabile.

Qual’è l’offerta di Neartec?

Il core business di Neartec è lo sviluppo software. Le nostre attività coprono interamente il ciclo di vita delle forniture di software applicativo avanzato, dall’analisi dei requisiti, alla progettazione, fino al rilascio e all’integrazione con i sistemi già esistenti. Disponiamo di soluzioni pratiche ed efficaci, sia desktop che web, per vari settori industriali (ad esempio gestionali specializzati per manifattura tessile, lavorazione dei

Valutazione delle diverse opzioni realizzabili grazie alla nostra esperienza maturata sul campo.

Assistenza remota e Helpdesk Consulenza Monitoraggio attivo e proattivo, helpdesk telefonico e via mail, teleassistenza a supporto del personale IT interno e degli utenti finali.

metalli e fonderia, tintorie) e del terziario avanzato con pacchetti per la gestione dei rapporti clienti-fornitori, per dare supporto alla rete vendita e commerciale, per il Business to Business. Non mancano poi le applicazioni specialistiche come quella per il telesoccorso e la telesorveglianza o la gestione delle centrali H24.

Ma questo è solo il punto di partenza: sulla base di specifiche esigenze del cliente il pacchetto “base” viene personalizzato e adattato, fino a trasformarsi in un progetto ad-hoc, quasi “sartoriale”. Il software, una volta realizzato e messo in esercizio può seguire le evoluzioni del business e delle strategie aziendali: rispondere a nuove o mutate esigenze, arricchirsi di nuove funzionalità, integrarsi con nuovi sistemi, seguire l’innovazione tecnologica.

Dunque un rapporto che continua nel tempo…

Un software abbandonato a se stesso è destinato a diventare marginale e inutile, quando non addirittura dannoso, per il business. I nostri servizi di supporto, assistenza e manutenzione correttiva ed evolutiva garantiscono invece valore nel tempo e produttività della soluzione realizzata. I nostri clienti, quando hanno un problema o una nuova esigenza, sono contenti di poter chiamare qualcuno che risponde prontamente e si attiva con professionalità e competenza per dare la risposta migliore. E questo, alla fine, è un risparmio.

Neartec snc Via Verdi, 13 - Leffe (Bg) Telefono: 035 0774350 info@neartec.it - legal@pec.neartec.it www.neartec.it

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Università, istruzione e ricerca:

dove va Bergamo?

A cura di Loredana Iannuzzi Foto: Prof. Remo Morzenti Pellegrini Rettore dell’Universita’ degli Studi di Bergamo

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ergamasco, 48 anni, Remo Morzenti Pellegrini si laurea nell’Università degli studi di Bergamo nel 1994, discutendo una tesi in Diritto amministrativo sulla normativa degli appalti pubblici in ambito nazionale e comunitario. In Università entra nel 1995, prima come assistente, presso l’allora Dipartimento di Scienze giuridiche della Facoltà di Economia e commercio - alle cattedre di diritto amministrativo, diritto pubblico, diritto pubblico dell’economia e diritto regionale - poi come ricercatore universitario e in seguito quale professore.

Tra gli altri è stato, alla fine degli anni ’90, uno degli ultimi collaboratori del Prof. Serio Galeotti, uno dei più eminenti costituzionalisti italiani, già rettore del nostro Ateneo nel 1974.

Professore ordinario di diritto amministrativo, presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Bergamo. Nell’Ateneo bergamasco ha svolto numerosi ruoli di vertice, prima quale membro del Senato accademico, poi per

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due mandati quale membro del Consiglio di amministrazione.

E’ stato Prorettore negli ultimi sei anni, a fianco del precedente Rettore Paleari e membro della Giunta di Ateneo. Nel giugno del 2015 è stato eletto Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Ateneo. E’ membro del Collegio dei docenti del Dottorato in “Diritto pubblico e tributario nella dimensione europea” e del Collegio docenti del Dottorato “Istituzioni e impresa: valore, regole e responsabilità sociale-business and law”.

E’ stato Direttore di numerosi Corsi di perfezionamento e Master universitari; membro della Cattedra UNESCO in “Diritti dell’uomo ed etica della cooperazione internazionale” e recentemente, su designazione della Conferenza dei Rettori della Lombardia, è stato Presidente della commissione per la formazione dell’elenco degli idonei alla nomina di direttore amministrativo delle aziende sanitarie pubbliche lombarde.

FORMAZIONE Sempre su designazione della Conferenza dei Rettori della Lombardia è stato nominato nel 2011 nel Consiglio delle autonomie locali della Lombardia. E’ poi membro del Consiglio di amministrazione e del Comitato di indirizzo della “Fondazione Bergamo nella storia” e Vice presidente del Consiglio direttivo dell’International Center for Competitiveness Studies in the Aviation Industry – ICCSAI. E’ membro della Associazione italiana dei professori di diritto amministrativo e del Comitato di redazione della Rivista “Diritto e processo amministrativo”. Ha collaborato, quale esperto, con i Ministri dell’Istruzione Fioroni e Giannini. Quest’ultimo lo ha infatti nominato, nel 2014, membro della commissione ministeriale “cantiere docenti”, che ha poi dato il via al recente provvedimento “La Buona scuola”. Dal 2015, infine, è il titolare della cattedra di Diritto amministrativo presso il corso degli allievi ufficiali dell’Accademia nazionale della Guardia di finanza. Dal primo ottobre 2015 è Magnifico Rettore dell’Università degli studi di Bergamo e il mandato scadrà il 30 settembre del 2021.

astratti, che poco o nulla hanno a che vedere con la necessità di aiutare a risolvere i problemi concreti che interessano il mondo reale dell’industria, dei servizi e dell’economia, nonché dei giovani e del loro futuro.

Oggi l’Università è profondamente cambiata, la sua ricerca è valutata da una agenzia di valutazione indipendente; il mandato dei Rettori è unico; il finanziamento statale è basato sui costi standard, ma siamo ancora lontanissimi dall’obiettivo OCSE che prevede, come noto, il 40% dei laureati entro il 2020. Ma l’Università, innanzitutto, è il luogo dei giovani, e quindi del futuro, e se noi vogliamo costruire il futuro del nostro Paese dobbiamo partire proprio da loro.

Prof. Morzenti Pellegrini, mi piacerebbe parlare di formazione: spesso leggo su quotidiani e riviste dal titolo altisonante, il riferimento all’Università, a enti di formazione e sviluppo, con i loro statuti e programmi, ricchi di buone intenzioni e di ottimismo propositivo come stage, seminari, convegni.

Fra gli scopi principali figurano le promozioni della cultura, della ricerca, della formazione, la tutela della salute e della sicurezza dell’uomo, la valorizzazione dell’ambiente in cui viviamo, ma cosa di concreto si fa per l’innovazione, lo sviluppo industriale, l’internazionalizzazione, la globalizzazione, la crescita, l’occupazione e il futuro dei giovani?

Si deve fare ancora di più. Ad esempio, in tutte le Università italiane, all’unisono, lo scorso 21 marzo si è voluto rimarcare come la chiave di volta per il nostro Paese è: attrarre i giovani e consolidare il ruolo dell’università come motore dello sviluppo e della trasformazione dei territori e della società.

E’ stata una giornata importante, non solo per riaffermare il ruolo strategico della ricerca e della formazione per il futuro dell’Italia, ma soprattutto per discutere e raccogliere idee da proporre e consegnare al Governo, al fine di rilanciare l’Università come patrimonio di tutti. Nonostante l’esiguità dei finanziamenti, l’Italia si colloca ai vertici per quantità assoluta e qualità della produzione scientifica. Bisogna sempre tenere a mente che l’istruzione universitaria è un investimento pubblico che si ripaga nel medio periodo. Tuttavia, come sistema universitario, abbiamo perso negli ultimi anni il 13% dei docenti, questo significa anche avere meno possibilità di competere, difficoltà di accesso per i giovani anche per la scarsa attrattività della carriera accademica, una crescente concorrenza dei Paesi Europei (e non) che stanno ormai “drenando” continuamente i nostri giovani migliori. È necessario dunque, oltre che a maggiori investimenti da parte dello Stato, una maggiore autonomia degli Atenei nell’adempimento dei propri doveri, nonché la revisione del sistema di regole che presidiano la loro gestione amministrativa, al fine di consentire una maggiore flessibilità e tempestività di intervento nella propria operatività. L’Università è un patrimonio millenario, che deve esser preservato, rafforzato e messo al centro dell’azione politica italiana, per poter essere consegnato alle future generazioni.

Persistono e si fanno sempre più frequenti giudizi non sempre positivi sulla “capacità” dell’Università a formare i giovani e questo sia a livello di formazione generale di base che di conoscenze specifiche e competenze professionali.

Infatti Confindustria, Camera di Commercio e Unione Industriali, hanno più volte espresso pareri concordi in tal senso ciò vuol dire che i convegni svolti, i risultati di ricerche universitarie ecc. hanno in comune la ricchezza di modelli

Foto: Massimo Santini - Università degli Studi di Bergamo È in questo momento in atto una trasformazione epocale di quelli che sono i meccanismi economici globali, un’epoca che potremmo definire una “Nuova Rivoluzione industriale”, che è quella dell’economia della conoscenza. Oggi non c’è una distinzione tra sviluppo e conoscenza, perché la conoscenza è il fattore determinante dello sviluppo. Quindi se vogliamo seriamente e concretamente parlare di futuro, cercando di non cadere nella trappola dei luoghi comuni, dobbiamo parlare di formazione, di capitale umano, di giovani, di scuola e di Università. Ma, malgrado quanto detto, l’Italia sta dimostrando di non voler credere convintamente nell’Università. Negli ultimi anni ha investito nella ricerca e sviluppo una percentuale di reddito nazionale che definirei imbarazzante. Come se non bastasse, queste risorse destinate agli Atenei sono costantemente in calo. Ed è preoccupante constatare come questo sotto-finanziamento emerga chiaramente dal confronto con gli altri Paesi europei, che hanno reagito alla crisi finanziaria degli ultimi anni non considerando l’Università un onere da dover supplire, ma come un investimento.

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Foto: Dau S.r.l. - Sala Consiliare Rettorato Università degli Studi di Bergamo

E a ben ragione: le imprese infatti che hanno affrontato meglio la crisi sono quelle che hanno colto l’occasione per trasformarsi, rinnovarsi, rischiare, sapendo coniugare l’esperienza accademica con quella professionale. E tutto questo attraverso la ricerca universitaria, non solo quella applicata, ma anche quella di base. La R&S (ricerca e sviluppo) è di elevata rilevanza sistemica, proprio perché alimenta il valore della catena del sistema produttivo e ha la capacità di innovare i processi, i prodotti e i servizi in tutti i settori economici dell’attività umana.

fornendo agli studenti conoscenze poco spendibili in campo imprenditoriale. Però esiste in Università un Ufficio Orientamento Stage & Placement che, ha la finalità di avvicinare il mondo universitario al mondo del lavoro; in modo che possano interagire per promuovere una formazione che tenga conto delle esigenze del mercato del lavoro senza però trascurare le potenzialità dello studente. Ma allora se esistono tali progetti quello della Mercegaglia è un discorso tra sordi? Ci dice cosa ne pensa, ma soprattutto ci fa capire realmente come stanno le cose?

Non crede che i docenti, in particolare quelli dell’area economica, e non solo, dovrebbero avere nei loro curricula responsabilità concrete in aziende per permettere al giovane laureato che entra nel mondo del lavoro di essere al corrente degli ultimi ritrovati, per comprendere le nuove tecniche, inserirsi in esse, impadronirsene e capire subito che cosa esse hanno di vantaggioso rispetto alle tecniche di qualche decennio prima?

Non sono d’accordo, o meglio non credo che non esista un dialogo proficuo tra impresa e mondo accademico. Il network che si crea tra Università e impresa, infatti, è occasione per l’Università stessa di investire su sè stessa attraverso un rapporto costante con le esperienze e con i luoghi in cui la conoscenza viene applicata e diviene scelta di investimento e sviluppo. Ad esempio, il nostro Ufficio Orientamento, Stage & Placement coordina efficacemente le attività di orientamento pre universitario, in itinere e di inserimento nel mondo del lavoro. Gli interventi orientativi si rivolgono non solo agli studenti della scuola secondaria superiore, ma anche a coloro che stanno già seguendo un percorso di studi universitari, per guidarli costantemente nella stesura del piano di studi e nella scelta dell’esperienza di tirocinio, secondo quelle che sono le future aspirazioni professionali. La finalità che intendiamo perseguire con convinzione è quella di avvicinare sempre più il mondo universitario e quello del lavoro, in modo che possono interagire efficacemente per promuovere una formazione che tenga conto delle esigenze del mercato del lavoro, ma anche le potenzialità dello studente, che con il suo bagaglio di conoscenze e di esperienze può farsi portatore di progetti innovativi che rappresentano un’importante risorsa per le imprese e per gli enti.

L’attività del nostro Ateneo, sul tema, implica anche una stretta collaborazione con i referenti delle scuole secondarie superiori, con le aziende e gli enti pubblici per ridurre i disagi

Non credo proprio sia un problema di curriculum. In ogni percorso universitario, a maggior ragione in quelli che possono avere un’immediata valenza (anche) professionale, vi è la presenza sistematica di specifici momenti di incontro, inseriti a pieno titolo nei curricula dei corsi di laurea, tra il mondo accademico e il mondo professionale (stage, tirocini, laboratori).

Quindi, non confonderei nè i ruoli (i docenti rispetto al mondo professionale) nè le funzioni (il mondo accademico rispetto al mondo professionale/imprese) tra soggetti che hanno (e devono avere) responsabilità, obiettivi e scopi diversi.

Secondo l’affondo di Emma Marcegaglia durante un’assemblea dell’Unione Industriali di Bergamo manca dialogo tra il mondo della formazione e quello professionale, quindi il sistema scolastico e universitario. Parole dure, ponendo l’Università e il mondo del lavoro su due piani diversi, senza dialogare a sufficienza con le imprese e con il territorio, e

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FORMAZIONE e le difficoltà degli studenti nella scelta del corso di laurea.

A questa attività si aggiungono quelle legate all’esperienza formativa del tirocinio, indispensabile per valorizzare le competenze acquisite nel corso degli studi. Si è constatato che lo stage post lauream rappresenta lo step necessario per entrare nel mondo del lavoro. Le attività di orientamento post lauream sono altresì rivolte a laureati per guidarli nella stesura del curriculum e per facilitarli nell’inserimento del mondo del lavoro.

L’Ateneo ha anche un ruolo di intermediazione nel mercato del lavoro promuovendo stage e apprendistato. Dal mese di aprile 2016, inoltre, è attiva una sperimentazione del servizio di orientamento al lavoro dedicata ai laureati del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali. L’esempio del nostro Ateneo, a riguardo, è quindi eloquente.

Mi permetta ora una considerazione finale relativamente al rapporto tra il nostro Ateneo e il territorio. Essere un ateneo di provincia, aperto, multiculturale, con una forte apertura internazionale, deve oggi essere motivo di orgoglio perché può essere considerato un’avanguardia per l’intero sviluppo territoriale. Possiamo contare, ad esempio, su un aeroporto che ha collegato la nostra città con il mondo: abbiamo studenti che provengono dalle rotte dei vettori low cost, cioè che partono verso i loro luoghi di origine di venerdì e tornano la domenica sera, per assistere alla lezioni il lunedì successivo; abbiamo visiting professor che sempre di più vogliono venire a Bergamo e abbiamo dato loro la possibilità di incontrare le imprese.

In una società complessa come la nostra, in cui tutto cambia e in modo così rapido, in cui il mondo delle imprese si muove su scala globale e il sistema bancario è al centro di continue riflessioni, diventa ora fondamentale puntare sul “radicamento della conoscenza”. Quella non la sposta nessuno.

Foto: Chiara Previtali - Università degli Studi di Bergamo Sede di Città Alta

Impressioni d’autore Ho avuto il piacere di conoscere personalmente il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Bergamo Prof. Remo Morzenti Pellegrini; Magnifico anche nel senso della sua affidabilità, disponibilità ma soprattutto per la trasparenza e preparazione, che il suo ruolo gli conferisce nell’ affrontare argomenti non sempre di facile risoluzione. Non mi aspettavo, e questo devo dirlo, un modo così spontaneo di trattare i problemi universitari, con tanto ardore, idee e voglia di fare, nel rispetto dei principi di efficacia, efficienza e promozione del merito anche se ciò comporta iniziative mai viste, come quella di recarsi presso le scuole e parlare con preside e studenti per lavorare in sinergia, per conoscere qualcosa di non risolto. Potrà essere questa realmente un’occasione di straordinaria espansione cooperativa? Fare rete, fare sistema, proprio come succede nelle aziende per crescere. Una persona attiva a cui auguro, con il mandato purtroppo non rinnovabile, di perseguire quelli che sono i suoi intenti e che, coadiuvato dalle persone giuste, il suo sostegno possa sempre valorizzare il potenziamento della ricerca e la promozione delle politiche per il diritto allo studio.

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Loredana Iannuzzi

ECONOMIA

L’economia bergamasca nel Rapporto OCSE non è solo questione di istruzione L’obiettivo è monitorare il progresso dell’ultima analisi e rivedere le principali sfide allo sviluppo di Bergamo nel contesto attuale

di Prof. Orazio Amboni

Ufficio Studi Cgil di Bergamo

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a fatto discutere, un anno fa, la pubblicazione del “Rapporto OCSE” sui “Policy Highlights – I punti chiave delle politiche”, un appuntamento periodico nel quale si traccia un bilancio della Bergamasca dal punto di vista economico e occupazionale. In sostanza il Rapporto sosteneva che Bergamo sta progressivamente perdendo il posto che occupa tra i distretti europei più sviluppati per reddito e occupazione (livello TL3) e lo sta perdendo a causa, soprattutto, dei bassi livelli di istruzione della forza lavoro. Non tanto di istruzione specialistica quanto di istruzione generale (competenze di base, trasversali). Per la verità il Rapporto restringe, poi, il giudizio negativo alla forza lavoro più anziana, che avrebbe abbandonato precocemente i percorsi di studio senza raggiungere né il diploma né la qualifica, mentre lo sguardo sulle nuove generazioni “è un po’ più promettente”.

Rispetto ai Rapporti degli anni precedenti, quest’ultimo lascia più in secondo piano temi tradizionali come le criticità delle reti stradali o i livelli di governance istituzionale territoriale.

Fino a che punto sono condivisibili queste analisi? Fino a che punto l’enfasi sui livelli di istruzione formale è giustificata?

Può essere utile riflettere su quanto è avvenuto in alcune crisi aziendali di rilevanti dimensioni che hanno avuto pesanti ripercussioni sull’occupazione nella nostra provincia. Ebbene, in tutti questi casi i lavoratori con livelli di istruzione più elevati sono stati i primi ad essere ricollocati mentre, ancora a distanza di mesi se non di anni, i lavoratori – e soprattutto le lavoratrici – con bassi livelli di istruzione hanno fatto fatica a trovare un nuovo posto di lavoro e a riconvertirsi in nuove competenze. E non si tratta solo di un caso bergamasco.

In un suo studio sui tempi di reimpiego, l’agenzia ARIFL, di Regione Lombardia, documenta come nel periodo di tempo preso in considerazione (in piena crisi economica: dal 2010 al 2013) i laureati abbiano trovato un nuovo lavoro nella misura del 47,3% e i diplomati nella misura del 40,4%; le percentuali, poi, scendono notevolmente se si passa ai lavoratori provvisti della sola licenza di scuola media inferiore (ricollocati nella misura del 39,3%) o della scuola elementare (32,7%); vedi grafico.

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Il possesso di più ampie conoscenze di base consente quindi di imparare rapidamente un nuovo lavoro e di uscire dallo stato di disoccupazione. Da questo punto di vista la tesi del Rapporto è senz’altro condivisibile, ma bisogna, però, tener conto di altri aspetti. Sempre più le nuove generazioni hanno livelli di scolarità più elevati: non siamo più nelle condizioni degli anni ’60 e ’70 del secolo scorso nei quali Bergamo era collocata ai più bassi tassi di passaggio dalla scuola media a quella superiore; erano gli anni in cui la maggior parte dei ragazzi, appena finita la scuola media (e a volte anche prima) trovava subito un lavoro realizzando così desideri di indipendenza economica o di aiuto alla famiglia.

I livelli di scolarità più elevati sono ora indispensabili, più di prima, per l’accesso a molti lavori: si pensi all’edilizia, dove la capacità di utilizzare tecnologie e strumenti complessi, è diventata indispensabile; oppure al commercio: in molti negozi, oggi, commesse e commessi devono saper parlare le lingue straniere se vogliono conservare il posto di lavoro. E poi l’informatica che sempre più è una competenza di base che bisogna possedere. L’istruzione è quindi ora più necessaria di prima e Bergamo è dotata di un’ampia rete di scuole di ogni ordine e grado, per non parlare dell’Università e di un’ampia offerta di corsi professionali.

In realtà, il “declino” di Bergamo, sottolineato dal Rapporto, non può essere spiegato con una sola chiave interpretativa, quella di una carenza di istruzione, che, se poteva essere vera negli anni ’70, ora non lo è più. Un confronto tra le previsioni di sviluppo dell’occupazione a livello europeo e la realtà del nostro territorio può essere utile a comprendere come la dinamica sia molto più complessa e richieda l’uso di diversi strumenti interpretativi. In Europa, dice il CEDEFOP (Centro

Europeo per lo Sviluppo della Formazione Professionale – un’Agenzia dell’Unione Europea) in un suo rapporto, si prevede nei prossimi anni un forte sviluppo (non solo sostitutivo del turn-over) delle professioni tecniche e giuridiche ad elevato skill, cioè con competenze elevate.

Se guardiamo, invece, il quadro locale vediamo che in Lombardia nelle prime dieci posizioni per numerosità tra gli avviamenti al lavoro troviamo: manovale edile, operai addetti ai servizi di igiene e pulizia, facchini, addetti allo spostamento merci ed assimilati ecc. È evidente il divario con il quadro prospettato dall’Unione Europea.

La questione, quindi, non sta solo nell’offerta (i lavoratori con le loro competenze), ma anche nella domanda (le aziende con le loro necessità di personale). Se molte aziende restano ancora ferme ai modelli degli anni ‘70 e ’80 sono inevitabilmente soggette alla concorrenza dei paesi emergenti e perdono inevitabilmente posizioni.

Forse, più che al livello di istruzione, sarebbe il caso di guardare al livello di internazionalizzazione dell’economia bergamasca: le aziende che lavorano per l’estero, che hanno un elevato tasso di innovazione tecnologica, hanno subito la crisi assai meno di altre e hanno spesso mantenuto i livelli occupazionali. I dati sul mercato del lavoro nel 2015 confermano che nella nostra provincia non mancano aziende innovative che hanno assunto lavoratori con competenze professionali elevate.

La strada da imboccare è dunque questa, quella del riposizionamento su livelli più elevati di competitività basata sulla tecnologia, sull’innovazione, sulla ricerca. Se c’è bisogno di forza lavoro più qualificata gli strumenti ci sono, a partire dalla formazione continua.

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a climatizzazione di un ambiente consiste nell’insieme di operazioni effettuate per consentire condizioni termoigrometriche adeguate all’utilizzo di quell’ambiente a qualsiasi condizione climatica esterna ed in ogni periodo dell’anno.

E’ bene avere le idee chiare sulle caratteristiche delle apparecchiature per non sbagliare e questo è possibile solo rivolgendosi ad aziende specializzate con un team qualificato.

Sig. Motta come nasce

emmetre clima service ?

Ho fondato “Emmetre Clima Service” il primo gennaio 2000, ma l’ attività di frigorista è iniziata nel lontano 1981, subito dopo il conseguimento del diploma di Perito Elettronico, quasi per caso, perché allora la maggior parte dei periti elettronici era destinata a lavorare nell’informatica.

Sono stato assunto presso le Officine MAK di Arcore, allora importantissimo produttore di condizionatori e refrigeratori.

Lì ho fatto la gavetta fino ad arrivare ad essere responsabile del post vendita aziendale, quella sezione che si occupa delle apparecchiature, a partire dal collaudo nel periodo di garanzia e oltre.

Questo mi ha permesso di acquisire tutte quelle conoscenze

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che hanno fatto di me un frigorista e che ho potuto trasferire al team della mia azienda che, con orgoglio, posso definire un team di eccellenze, anche perché offro ai dipendenti formazione ed aggiornamento delle competenze, partecipando annualmente a corsi e seminari per una fondamentale crescita professionale.

Voi non siete semplici installatori e non siete idraulici ma frigoristi, ci spiega in cosa consiste la differenza?

L’attività del frigorista non è molto conosciuta, spesso veniamo confusi con gli idraulici o con gli installatori ma in effetti noi offriamo un altro tipo di servizio. E’ un po’ la differenza che c’è tra un medico generico ed un cardiologo. Un idraulico può installare impianti di condizionamento ma non ne conosce nel dettaglio i meccanismi di funzionamento. Noi siamo i cardiologi degli impianti di condizionamento: ne conosciamo il cuore e siamo in grado di risolvere tutti i problemi che una macchina può presentare. Quindi i nostri servizi iniziano dal dimensionamento e dallo studio delle migliori soluzioni di installazione, e arrivano agli interventi di riparazione o addirittura di riconversione o retrofit.

Emmetre Clima Service Srl

Paolo Motta

Il vostro intervento è possibile anche in casi di apparecchiature non installate da voi?

La nostra specializzazione è confermata anche dal fatto che marchi importanti come RC GROUP, BLUEBOX, MTA, CLINT, EMICON, ci hanno selezionato quale Centro Assistenza Autorizzato. Il CAA è il braccio destro di un’azienda sul territorio e deve essere all’altezza di soddisfare i loro clienti. L’esperienza maturata ci permette di intervenire su apparecchiature di qualsiasi marca e di risolvere con perizia anche i problemi più complessi; ricordo un cliente che contattandomi mi disse: “mi hanno detto di rivolgermi a voi perchè se non siete in grado voi di farlo funzionare significa che non c’è davvero null’altro da fare”. Confesso che quella frase mi fece molto piacere.

Migliorare la qualità dell’aria vuol dire proteggere la salute, in che modo i vostri interventi permettono ciò?

Ai nostri clienti consigliamo di monitorare costantemente le apparecchiature attraverso dei contratti di manutenzione programmata. Un po’ come fare il tagliando alle nostre automobili… anche i condizionatori hanno la necessità di operazioni di pulizia, verifica e controllo. In questo modo si possono rilevare in anticipo situazioni di pericolo per il loro buon funzionamento e quindi evitare blocchi o rotture. Inoltre le recenti normative in materia ambientale, le famose norme F-GAS, impongono controlli regolari sui condizionatori al fine di prevenire fuoriuscite di gas effetto serra, obbliga alla tenuta dei registri d’impianto a corredo delle macchine e alla dichiarazione annuale delle movimentazioni dei gas.

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Tutto questo deve essere eseguito solo ed esclusivamente da aziende certificate ed iscritte al Registro Nazionale delle persone e aziende certificate, per questo tutti i nostri tecnici sono in possesso del patentino F-gas ed Emmetre Clima Service è iscritta al Registro. Le normative in materia di sicurezza negli ambienti di lavoro prestano sempre più attenzione alla prevenzione del rischio di legionellosi, una forma di polmonite che si diffonde attraverso l’inalazione di acqua aerosolizzata contaminata. Anche per questo è importante sottoporre gli impianti a regolari operazioni di manutenzione che ne prevedano anche la sanificazione. In questi casi noi utilizziamo i prodotti AQS, detergenti e disincrostanti sanificanti appositamente studiati. la vostra specializzazione è il freddo ma vi occupate anche di impianti per il riscaldamento?

Dal 2010 il raggio d’azione è stato allargato anche al settore del riscaldamento. Il personale è in possesso del patentino per la gestione degli impianti di potenza superiore ai 232 Kw e questo ci permette di offrire un servizio più completo ai nostri clienti, in particolare a quel settore industriale che utilizza bruciatori e caldaie professionali quali verniciature, carrozzerie ed altro. Un team sempre presente durante tutto il ciclo di vita dell’impianto con un’accurata diagnosi, riparazione, sostituzione o anche riconversione dell’apparecchiatura, per la gestione di impianti di qualsiasi tipo e marca, per fornire risposte concrete ma soprattutto garantendo tempi rapidi.

La nostra missione è offrire costantemente un efficace servizio di assistenza con affidabilità e competenza.

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SVILUPPO

La valorizzazione delle persone per lo sviluppo dell’Alto Sebino Fonte di soddisfazione, fidelizzazione, redditività

Dr. Giovanni Canu, consulente strategico, si laurea all’Università Bocconi nel 1994 in Economia Aziendale. Inizia la sua attività lavorativa nel controllo di gestione, successivamente si occupa di General Management ridefinendo piani strategici aziendali. Svolge attività di servizio nel Lions Club International, tra gli altri ricopre il ruolo di coordinatore per il Distretto 108IB2 della commissione giovani, Università e ricerca. di Dr. Giovanni Canu Consulente strategico

Lo scenario economico dell’alto Sebino si è andato modificando notevolmente negli ultimi anni, a causa dei cambiamenti demografici (invecchiamento della popolazione, aumento della popolazione straniera). Nel corso degli anni abbiamo visto alcuni settori industriali patire pesantemente le conseguenze della globalizzazione e della fase recessiva che l’economia sta attraversando.

L’ultimo censimento mette in luce un trend che viene confermato anche dai dati recenti.

Partendo dall’analisi dei dati sintetizzati nei grafici, ci accorgiamo che l’indice di ricambio occupazionale che esprime l’incidenza percentuale dei lavoratori con più di 45 anni rispetto ai lavoratori di età compresa tra i 15 e i 29 anni è quasi quadruplicato nel corso di due decenni. Nel 1991 il rapporto era pari in media al 62%, (cioè per ogni 100 lavoratori giovani c’erano 62 lavoratori oltre i 45 anni), mentre nel 2011 era salito a 235 (cioè per ogni 100 lavoratori giovani c’erano 235 lavoratori oltre i 45 anni). Il drammatico aumento dell’indice, ci segnala la difficoltà dei giovani ad entrare nel mondo del lavoro e l’invecchiamento progressivo della popolazione lavorativa attiva. Il mancato ricambio generazionale si può facilmente rilevare dalla disoccupazione giovanile che ha raggiunto

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il 40%, con il rischio di una lost generation di dimensioni importanti (il ritardo nell’ingresso nel mondo del lavoro provoca anche un ritardo in tutte le attività, quali il matrimonio, i figli, l’acquisto di una casa etc.), che avrà sicuramente delle ripercussioni sulla capacità di far fronte alle pensioni, o peggio ancora sulla possibilità che le nuove generazioni maturino una pensione sufficiente per condurre una vita dignitosa.

Circa il 35 per cento dei residenti si sposta quotidianamente per motivi di studio o lavoro, vivendo un grosso disagio, intasando le strade e passando una parte importante del proprio tempo all’interno del mezzo di trasporto utilizzato.

Un altro fenomeno da considerare è la crescita esponenziale dei residenti stranieri, che è passata da una media di 5 stranieri ogni 1000 italiani ad una media di 93 stranieri ogni 1000 italiani (e questi sono dati ufficiali, quindi probabilmente al ribasso), ed impone una profonda riflessione in termini di integrazione e politiche abitative.

Il livello di preparazione dei giovani segue un trend di crescita costante e, come si può vedere dalla tabella, il numero di laureati o diplomati sul totale della popolazione residente di età compresa tra i 25 e i 64 anni è passato da una media di 20 su 100 ad una media di 50 su 100 che rappresenta da un lato una grande risorsa in termini culturali, ma dall’altro propone una tematica comune a tutte le economie avanzate e cioè il disallineamento tra le competenze richieste dalle aziende e quelle offerte dai lavoratori.

L’offerta scolastica nell’alto Sebino è qualificata e variegata, offrendo opportunità di sviluppo che in altre parti d’Italia non sono disponibili, (penso per esempio alla Settimana della Cultura Classica), ma il mondo del lavoro locale non è pronto ad inserire nei propri organici persone con una preparazione poliedrica ed una cultura elevata. Quale alternativa hanno quindi i ragazzi più promettenti dal punto di vista scolastico se non quella di spostarsi, in un primo momento verso l’università (Bergamo, Brescia o Milano) e successivamente trovare un lavoro che li allontani per sempre dal suolo natio?

La facilitazione nella ricerca e nella creazione di un’alternativa deve provenire dalle Istituzioni locali e dalle associazioni che operano sul territorio; in uno scenario come quello attuale tutta la popolazione del Sebino è chiamata a confrontarsi sulle problematiche dell’invecchiamento della popolazione, della fuga delle persone più formate, della crescente presenza di stranieri sul territorio e della crisi economica. In questi ultimi anni si parla molto di patto generazionale per consentire un più rapido ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, tentativo lodevole, ma improduttivo in quanto presume una staticità del lavoro che le evidenze di questi ultimi anni hanno dimostrato non essere più aderente allo sviluppo della nostra società.

Per superare questa impasse è necessario stimolare la creatività nei giovani incoraggiandoli ad inventarsi il proprio lavoro e ad essere parte attiva nello sviluppo della società nella quale vivono attraverso il dialogo con le realtà produttive locali. Alcuni studi (tra i quali cito quello di George Land tra il 1968 e il 1978) hanno dimostrato che la creatività decresce con il crescere dell’età, a causa dell’apprendimento di regole

e convenzioni, e gli attuali programmi scolastici non dedicano uno spazio sufficiente a riequilibrare questa perdita.

In questo scenario è necessario che, non solo la scuola, ma anche la società civile si dia da fare per affrontare in maniera innovativa il problema del ricambio occupazionale, stimolando i giovani a ripensare al proprio territorio e a proporre soluzioni di sviluppo che sinora non sono state provate. Lo sviluppo di un territorio come l’alto Sebino richiede il coinvolgimento diretto dei giovani nella fase propositiva per evitare che vi sia un impoverimento, con l’emigrazione delle migliori menti verso altri lidi (spesso esteri), con uno sviluppo sostenibile del territorio coerente ad una strategia comune e condivisa.

L’onere di questo processo non deve però ricadere soltanto sulle spalle delle amministrazioni comunali, in questo momento difficile anche gli altri soggetti interessati devono rimboccarsi le mani per consentire ai giovani di esprimere al meglio le proprie potenzialità. In questo ambito si inserisce l’attività delle associazioni che sono chiamate a supportare gli enti locali con progetti e iniziative volte a proporre le alternative. Il Club Lions di Lovere, del quale mi onoro di appartenere, ha adottato un’iniziativa promossa dai Lions a livello nazionale, che chiede ai giovani di proporre nuove idee di impresa, stimolando in loro la creatività e dando loro una spinta verso l’imprenditorialità. Attraverso il concorso “Lifebility” i Lions si propongono proprio l’obiettivo di diffondere la cult-

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tura solidale e di incoraggiare i giovani ad impegnarsi in prima persona in ambito sociale. Questo concorso si suddivide in due contest, uno riservato ai giovani studenti delle scuole medie superiori ed uno riservato ai giovani dai 18 ai 30 anni.

Osservando i principali imprenditori sulla scena mondiale, Elon Musk (Paypal-Tesla), Bill Gates (Microsoft), Mark Zuckerberg (Facebook), Steve Jobs (Apple), Richard Branson (Virgin), Ingvar Kamprad (IKEA), Leonardo del Vecchio (Luxottica), si rileva che hanno creato la loro impresa quando avevano meno di 25 anni, pertanto dobbiamo investire in cultura e creare le condizioni di contorno che consentano ai giovani di rischiare

in proprio con la consapevolezza che un loro eventuale insuccesso sarà soltanto un’occasione per fare esperienza e il trampolino di lancio per un futuro successo.

Per costruire il futuro è necessario vivere il presente pensando alle alternative, investendo sui giovani e agevolando il loro inserimento lavorativo, come imprenditori in grado di creare nuovi posti di lavoro, con un occhio di riguardo alla sostenibilità (ambientale, sociale ed economica) e all’innovazione.

I giovani sono le scintille che innescano le azioni di tutti noi!

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TRA SPORTI

Aeroporto “Il Caravaggio”, la nuova Bergamo ha preso il volo Il presidente della SACBO Miro Radici ripercorre le tappe di un “volo” che ha cambiato la cultura di Bergamo

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uando era un ragazzo si stupiva del fatto che diversi abitanti del suo paese, Leffe, non avessero mai visto Bergamo, non avessero mai percorso le poche decine di chilometri che li separavano dalla “città”. A lui, nato con nel Dna la consapevolezza che non si finisca mai d’imparare e cresciuto con la certezza che per imparare occorra sempre andare a scoprire “quello che fanno gli altri”, sembrava addirittura incredibile sentire affermare che i prati che circondavano il paese erano i più verdi che potessero esistere.

E riusciva perfino ad arrabbiarsi al pensiero che lo dicessero per la semplice ragione che non avevano mai scoperto cosa esistesse oltre Gazzaniga… Oggi, qualche decennio più tardi, Miro Radici non si stupisce invece affatto constatando che la gente della sua valle, così come decine di migliaia di bergamaschi, percorra migliaia, decine di migliaia di chilometri per scoprire il mondo. E prova piacere nel pensare che i figli e nipoti di coloro che hanno vissuto nel loro “piccolo mondo

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A cura di Pietro Barachetti

antico” abbiano saputo adeguarsi invece a un mondo cambiato a grandissima velocità. Esattamente come quella degli aerei che lui vede decollare e atterrare dall’aeroporto di Orio al Serio dal suo ufficio di presidenza della Sacbo, l’azienda che nel 2011 gli ha chiesto di accomodarsi nella cabina di guida e che lui ha accettato di “pilotare” verso nuovi traguardi.

Consentendo a sempre più bergamaschi di scoprire il mondo ma anche nuove opportunità di studio e di lavoro.

E a milioni di turisti (ma anche investitori) di tutto il mondo di scoprire Bergamo, i suoi gioielli artistici e paesaggistici, le sue facoltà universitarie e i prodotti del suo lavoro… Perché l’aeroporto di Orio al Serio, afferma con orgoglio dalla scrivania - cockpit - del suo ufficio a due passi dalle piste, è diventato “la più importante porta in ingresso e in uscita dalla città e dal territorio, una vetrina aperta sul mondo nella quale Bergamo può esporre il meglio di sè”. Un aeroporto capace di trasformare un territorio e una popolazione da sempre “chiusi” in

Foto SACBO

una realtà pronta a spalancare le sue porte al mondo. “Bergamo città aperta”, per fare il verso a un celebre film del neorealismo italiano. E se è vero che “Roma città aperta”, la pellicola diretta da Roberto Rossellini e interpretata da Anna Magnani, è stata inserita nella lista dei 100 film da salvare perché “hanno cambiato la memoria collettiva del Paese tra il 1942 e il 1978”, è altrettanto certo che quello dello scalo di Orio al Serio rappresenta forse il capitolo più importante della storia che ha contribuito a cambiare la mentalità dei bergamaschi. “E’ proprio seguendo le rotte tracciate nei cieli d’Italia e di tutta Europa che Bergamo si è finalmente aperta, facendo crescere la cultura e la professionalità della gente”, sottolinea Miro Radici che, invitato a ripercorrere le principali tappe e i protagonisti di questa autentica rivoluzione, cita prima di ogni altro un nome: quello di Ilario Testa, colui che “ha inventato un aeroporto partendo da una scommessa low cost”. Una scelta criticata all’inizio, come si può del resto facilmente constatare andando a rileggere i verbali dei consigli d’amministrazione in cui risultano chiarissime le posizioni per nulla favorevoli di diversi soci, ma che ha permesso di aprire nuove strade verso il futuro di Bergamo e provincia. “Perché era una scelta capace di guardare oltre, perché Ilario Testa non solo ha avuto l’intelligenza di comprenderlo, ma ha avuto anche la forza, il coraggio, la pazienza di farlo capire a chi non aveva saputo avere la stessa visione… Oggi, a posteriori è facile dire che quella con Ryanair era l’unica rotta possibile da percorrere: allora è stato molto più difficile e questo non fa altro che aumentare i già grandissimi meriti del presidente Testa”.

Quei vecchi verbali dei consigli d’amministrazione possono considerarsi, a tutti gli effetti, il primo capitolo di una nuova storia della città e della provincia, il primo decollo verso una sfida decisiva verso la globalizzazione, per permettere a un territorio restio ad aprirsi, di interloquire con tutti i Paesi euro-

pei, avvicinando centinaia di realtà produttive e commerciali medio piccole al mercato internazionale. “L’aeroporto di Orio ha rappresentato il trait d’union fra un territorio capace di produrre la migliore imprenditorialità e i mercati internazionali, ha offerto alle aziende l’opportunità di far viaggiare i propri dipendenti per l’Europa a prezzi assolutamente ragionevoli, per creare nuovi contatti, per vivere nuove esperienze professionali. Perché è questo che fa crescere l’economia”. Il gioco di parole a questo punto sorge spontaneo: un aeroporto capace di trasformarsi in un volano per l’economia bergamasca, quella delle aziende, ma anche dell’industria turistica…”Già molto prima di assumere la presidenza di Sacbo faticavo a immaginare Bergamo senza questa infrastruttura”, confida Miro Radici. “E da quando mi sono seduto a questa scrivania mi è diventato semplicemente impossibile immaginare di poter creare nuovi business, di poter far decollare nuovi interessi commerciali, culturali, turistici, senza partire dalle “piste” del nostro scalo. Diversi studenti universitari della facoltà di Economia e Commercio della nostra città hanno deciso di realizzare la propria tesi sull’ aeroporto, sul suo “peso economico”, sull’indotto che può avere per il territorio.

Hanno messo sul piatto della bilancia il volume d’affari perso dall’industria e come contrappeso quanto portato dall’aeroporto in termini di nuova economia: senza aeroporto Bergamo avrebbe sicuramente vissuto molto peggio questa crisi mondiale infinita”. Un peso economico perfettamente indicato dai numeri dello scalo bergamasco: settantamila movimenti l’anno, oltre 10 milioni di passeggeri in transito. Un “bilancio” straordinario, reso possibile da altri numeri, “come i 170 milioni di euro investiti negli ultimi 5 anni”, e dalla capacità di andare avanti con le proprie forze anche senza aiuti, visto che quella montagna di denaro “è stata investita interamente dalla Sacbo, senza alcun finanziamento pubblico, con gli azionisti chiamati a metterci denaro proprio quando l’azienda ha sofferto”. Bilanci in rosso che appartengono a una lunga fase di rullaggio della nuova società, messa in pista nel 1970, per approdare solamente nel 1996 al primo bilancio in utile.

Ricordi che fanno affermare a Miro Radici che “Bergamo ha fatto il proprio dovere”, invitando altri, adesso, “a darci una mano”. In particolare sulle infrastrutture, sui nuovi collegamenti fra il territorio e l’aeroporto, perché quest’ ultimo possa proseguire la propria corsa, con ogni probabilità sui binari ferroviari visto che cancellata l’ipotesi di una funivia “giudicata non percorribile dall’Enac anche se non era certo un’idea bizzarra visto che ci sono altre città che ce l’hanno, fra cui Barcellona”, sembra questa la soluzione definitiva.

“Come confermato recentemente dallo stesso ministro alle Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio in occasione della presentazione del rapporto Iccsai, l’International Center for Competitiveness Studies in the Aviation Industry, illustrato lo scorso 6 luglio”, sottolinea sempre il presidente di Sacbo, ricordando anche “lo stanziamento dei primi fondi, una decina di milioni di euro, per lo studio del progetto”. Una nuova ripartenza verso obiettivi sempre più ampi, che segue da vicino la scelta, nel 2015, di aggiungere 10mila metri quadrati di area al piano superiore per partenze e arrivi. Un “volo” senza soste che ha permesso a Bergamo di salire sempre più in alto nella classifica dei migliori aeroporti: “Il nostro è il terzo aeroporto più funzionale d’Italia, anche grazie alla scelta di “pensarlo” fin dall’inizio per gestire un servizio particolare come quello low cost. Il che significa dover rispettare tempi di 25 minuti fra un volo e l’altro, calcolando tutte le attività che vanno pianificate e realizzate per ogni aereo in partenza o in atterraggio”.

Già, perché da quanto l’aereo “mette e toglie i tacchi”, ovvero i blocchi fissati sotto le ruote del carrello, passano appunto solo 25 minuti. “Il tutto calcolando anche i controlli di sicurezza resi sempre più obbligatoriamente accurati dopo gli episodi terroristici degli ultimi mesi”.

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TRA SPORTI Del resto solo così, grazie a un’organizzazione e una logistica capaci di rasentare in ogni istante la perfezione, era possibile pensare di raggiungere simili risultati, facendo partire ogni anno milioni di tonnellate di merci sui cargo, facendo atterrare turisti di ogni nazionalità. In particolar modo dai Paesi dell’Est europa, area geografica con la quale sono state aperte corsie preferenziali. “Il 35 per cento dei turisti che sbarcano a Orio sono stranieri e le previsioni ci dicono che presto la percentuale arriverà al 40, con una fetta sempre altissima di cittadini dell’Est”, conferma Miro Radici, che sembra conoscere a memoria ogni singola parola scritta in questi anni nei comunicati del suo capoufficio stampa Eugenio Sorrentino.

Un volo apparentemente senza fine, anche se è impossibile pensare che raggiunte certe quote, non debba rallentare fino a stabilizzarsi. Magari dopo aver compiuto alcuni aggiustamenti nella rotta da seguire già previsti dal nuovo piano di sviluppo che “prevede un aumento dei passeggeri e una riduzione dei cargo, riducendo dunque i voli notturni, anche per venire incontro alle esigenze degli abitanti ma anche di diversi azionisti particolarmente sensibili a questo tema”. E, magari, dopo aver ospitato, per la prima volta nella storia della città, dei voli intercontinentali, sempre low cost, ormai marchio di fabbrica dell’aeroporto bergamasco.

“Ipotesi che abbiamo preso in esame, anche sulla base del fatto che tecnicamente il nostro scalo possiede già tutte le condizioni necessarie per ospitare questi aerei. Possibilità che studieremo ancor più a fondo analizzato attentamente i dati relativi all’abbattimento di inquinamento acustico e atmosferico garantito dalle nuove tecnologie, da nuovi aerei capaci di ridurre dal 20 al 40 per cento l’impatto acustico”.

Nuovi progetti, nuovi traguardi di un percorso che ha cambiato e sta continuando a cambiare “la cultura di questa città e della sua provincia”. Perché cambiare aiuta a crescere, perché se è vero che è importante mantenere le proprie radici (e a dirlo è uno che si chiama Radici…) è altrettanto certo che nel mondo della globalizzazione è importante far crescere e

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Foto: Miro Radici, dal Maggio 2011 al comando di SACBO raccogliere altri frutti, a distanza di migliaia di chilometri.

Aprendosi e facendo gioco di squadra. Altro campo nel quale Bergamo ha fatto passi in avanti.

Un esempio? “Lo scontro, per avere l’ aeroporto, fra Bergamo e Montichiari, in provincia di Brescia, città accreditata da sempre di essere più brava nel fare squadra: Orio al Serio è partita da poche centinaia di migliaia di passeggeri l’anno per sfondare il tetto dei 10 milioni, Montichiari è ancora terreno agricolo…”.

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Il parquet arreda, attutisce i rumori interni creando una barriera al rumore.

Il parquet da un ampio isolamento termico, mantiene quasi costante la propria temperatura e consente di avere pavimenti freschi d’estate e caldi d’inverno.

Il parquet da un ampio isolamento acustico, per l’intensità del calpestio, sono in legno i pavimenti dei più famosi musei del mondo, come il Louvre di Parigi e la National Gallery di Londra, e dei pal-

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coscenici della Scala di Milano e del Metropolitan di New York. Inoltre, le doti di durezza ed elasticità fanno preferire il pavimento in legno per ogni tipo di impianto sportivo: palestre, palazzi dello sport, piste per velodromi e per bowling.

Il parquet resiste all’usura, il parquet è economico, considerata la sua lunga conservazione, in funzione anche della facilità di ripristino e di riparazione, il parquet è sicuramente, tra tutte le pavimentazioni, quello che consente nel tempo il massimo ammortamento del costo iniziale.

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Il design funzionale al servizio del benessere

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DAU srl è partner della HÅG azienda norvegese produttrice delle sedute ergonomiche per ufficio. La HÅG ha sviluppato sin dagli anni 70 un concetto di Ergonomia del tutto differente da quello tradizionale: l’Ergonomia Dinamica.

La vita di oggi ci rende sempre più sedentari: passiamo gran parte delle nostre giornate seduti per molte ore in ufficio.

Muoversi e poter cambiare posizione da seduti è di vitale importanza perché il movimento è una condizione naturale che ci fa stare bene. La mission di HÅG è di fornire le migliori soluzioni di seduta in grado di far ‘muovere’ il posto di lavoro

perché una sedia HÅG cambierà per sempre il concetto di come stare seduti. Essa è progettata in modo da invitare a variare posizione, non solo con il corpo o con le braccia, ma anche con le gambe che troppo spesso rimangono in posizione statica con i piedi appoggiati al pavimento, mentre per favorire la circolazione dovrebbero essere spesso in movimento. Partendo da un punto di equilibrio è sufficiente spostare il peso corporeo per controllare la sedia e per spostarsi avanti e indietro. Tutto ciò è possibile perché all’interno delle sedie HÅG si trovano due meccanismi brevettati da HÅG : Balanced Movement Mechanism e HÅG inBalance.

MAKE Architects, studio di architettura inglese che ha scelto HÅG Capisco 8106 e HÅG Capisco 8105 per gli uffici di Londra.

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Meccanismi di oscillazione continua e controllata che tengono sempre in movimento su un punto di equilibrio, senza che ce ne rendiamo conto.

HÅG è sinonimo di qualità nel design, avvalendosi della collaborazione dei più noti designer; nella scelta dei materiali, rivolgendosi ai principali fornitori di tessuti europei. Stessa qualità la si trova nei processi produttivi, tanto da offrire una garanzia di 10 anni dalla data di produzione, su difetti di materiale e fabbricazione, e a vita sui pistoni di alzata a gas.

HÅG è pioniere della eco-sostenibilità; in Italia HÅG H05 si è classificata al primo posto per sostenibilità ambientale e indice di comfort ottenendo il premio Comfort Seating di Ergocert (ente di certificazione ergonomica) e HÅG Conventio Wing è risultata prima per design innovativi e prima assoluta nella sezione collettività.

Inoltre HÅG è l’unico produttore al mondo di sedie da ufficio ad avere il diritto di utilizzare l’etichetta SWAN Ecolabel, certificazione che richiede una drastica riduzione dell’utilizzo di sostanze dannose, oltre all’ utilizzo nel processo produttivo di metalli e plastiche riciclate. Richiede inoltre la possibilità di riciclo del prodotto al termine dell’utilizzo, oltre ad una buona durata e resistenza all’usura.

Le sedute HÅG sono state anche raccomandate dalle più importanti associazioni-scientifiche italiane internazionali.

E’ la soluzione ideale per ambienti di lavoro moderni e dinamici in cui le persone si muovono continuamente, passando dalla propria scrivania al lavoro in team o alle riunioni.

Le sedie HÅG sono certificate secondo le più restrittive normative internazionali e sinonimo di ergonomia e qualità in tutto il mondo. Per questo motivo sono state scelte da aziende, enti privati e pubblici, scuole e singoli privati, proprio per le loro caratteristiche.

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Visto che i migliori risultati si hanno quando si è più attivi, l’invito è dunque quello di utilizzare sedie ‘dinamiche’ che incoraggiano a muoversi anche da seduti.

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LA SEDUTA DAL DESIGN ELEGANTE E LEGGERO CREATA PER UNA GENERAZIONE NUOVA E DINAMICA Anche se i prodotti HÅG più conosciuti sono nati tra la fine degli anni 70 e l’inizio degli 80, il loro design è innovativo e sono considerati in tutto il mondo, vere e proprie icone del design scandinavo, ricevendo premi prestigiosi come il Reddot Design Award, il Product Design Award e Award for Design Excellence del Norwegian Design Council.

Sempre più professionisti, aziende e privati attenti al benessere proprio e dei loro collaboratori hanno scelto VARIER e HÅG per l’ufficio o l’abitazione, perché questi due brand rappresentano il design funzionale pensato per il benessere delle persone.

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TURISMO

Puglia il tacco dello stivale Terra di confine abbracciata da due mari con chilometri di costa dove spiagge da sogno cedono il posto a calette segrete e scogliere a strapiombo A cura dell’ Agenzia Pugliapromozione Foto: Vincenzo Pioggia - Locorotondo

E’

una regione incantevole, una striscia di terra che si allunga nel mare con spiagge meravigliose e per tutti i gusti, dalle sabbiose Torre dell’Orso e Porto Cesareo alle riviere fatte di scogli a Otranto e a Santa Maria di Leuca, dove s’incontrano e si mescolano lo Ionio - cristallino e calmo - e l’Adriatico dall’intenso azzurro. Le opzioni per chi ama il mare sono infinite, da Gallipoli la “Gemma del Salento” al Gargano lo “Sperone d’Italia”, che si protende nelle acque limpide del mare che ospita le splendide Isole Tremiti.

In Puglia la natura è protagonista con il Parco Nazionale delle Murge e quello del Gargano con la selvaggia Foresta Umbra, le saline ed i laghi, la riserva marina di Torre Guaceto, le profonde gravine di Laterza e le ampie doline di Altamura che, con i loro paesaggi suggestivi, caratterizzano la parte interna della regione.

Per un viaggio nella storia, la Puglia offre un ampio ventaglio di luoghi che raccontano le antichi origini di questa terra: dalla preistoria alla Magna Grecia, dall’età Imperiale al Rinascimento, ai fasti del barocco di Lecce e del Salento.

I trulli, ad esempio quelli della Valle d’Itria, offrono una

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suggestiva testimonianza del passato rurale della regione mentre numerosi castelli impreziosiscono le coste del Sud, in ricordo di un tempo in cui merci e pericoli arrivavano dal mare.

Per chi ama la tradizione e la musica popolare, invece, innumerevoli sono le feste e sagre di paese che d’estate si spostano da un paesino all’altro della Regione.

In Puglia per rigenerare il corpo e la mente, per vivere un’esperienza indimenticabile nell’abbraccio della natura e dell’arte, all’insegna del relax e ritrovare il gusto delle piccole cose. Cogliere l’anima autentica di una terra antica, dove la tradizione convive con la modernità, dove le feste religiose raccontano antiche tradizioni popolari.

Negli ultimi anni la Puglia è stata tra le destinazioni turistiche italiane più richieste anche e soprattutto dagli stranieri favorendo così il turismo di bassa stagione e garantendo buone performance nei mesi da aprile a ottobre, mentre per il Natale la regione ha attratto soprattutto turisti provenienti dal Belgio, dagli Usa e dall’India con una forte domanda di prodotti Città d’Arte e Food&Wine con formule Fly&Drive.

Foto: Franco Cappellari - Duomo di Lecce

Quindici comuni – Alberobello, Bari, Brindisi, Castellaneta, Fasano, Gallipoli, Lecce, Monopoli, Ostuni, Otranto, Peschici, San Giovanni Rotondo, Taranto, Ugento e Vieste – accolgono più del 55% degli arrivi stranieri in Puglia. E Bari rappresenta la principale area di approdo del turismo internazionale, per la presenza dell’aeroporto internazionale Karol Wojtyla.

Il versante ionico, da Marina di Pulsano fino a Santa Maria di Leuca, è un alternarsi di sabbia dorata e scogli bassi, aree marine protette e boschi di pini d’Aleppo, ville eclettiche e trattorie sull’acqua. Mentre la strada litoranea adriatica fino a Brindisi regala panorami mozzafiato e si riempie in primavera di anemoni, papaveri e orchidee selvatiche. Esiste un Salento nascosto, fatto di monumenti sotterranei, di chiese paleocristiane, grotte e frantoi ipogei e un bel Salento ben visibile, quello delle torri costiere e colombaie, dei dolmen e dei menhir , che ne fanno il giardino megalitico più grande d’Europa, in un’atmosfera sospesa per cui ci si immagina tra Medioevo e Oriente degli undici paesi della Grecia salentina e poi nelle città del cosiddetto “barocco minore” – Nardò Galatone, Galatina – per ammirare capolavori, come la Basilica di Santa Caterina d’Alessandria.

A Lecce per scoprire l’ineffabile mondo del barocco con i suoi

chiostri, i palazzi, le botteghe della cartapesta, la magnifica Basilica di Santa Croce e piazza Duomo.

Per scoprire una Puglia meno nota si prosegue per Oria, dominata dal castello federiciano del XIII secolo, per Francavilla Fontana, ricca di antiche dimore e mura medievali e per Mesagne con la bella Chiesa Matrice e l’imponente castello. Al tramonto a Brindisi, si può godere l’aperitivo seduti ai tavolini di uno dei tanti caffè sul lungomare Regina Margherita, affacciati sul porto interno, uno dei porti naturali più estesi del Mediterraneo, che duemila anni fa era un grande scalo dell’impero Romano da cui alla fine dell’ 800 salpava la mitica compagnia Valigie delle Indie diretta a Bombay.

Nastri di sabbia dorata, porti pescherecci e città arroccate a strapiombo sulla costa. Vento e mare accarezzano mura e palazzi di Bari sul lungomare più lungo d’Italia: edifici umbertini, in stile littorio o liberty come il Teatro Kursaal Santa Lucia, eclettici come il Palazzo della Provincia o monumentali come l’Albergo delle Nazioni. Percorrendo il borgo antico, è tutto un susseguirsi di chiostri, conventi, chiese, botteghe artigianali e forni. Di sera le piazze a ridosso dei muraglioni sono il cuore della movida.

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TURISMO BARI VECCHIA

OLD BARI

E’ bello passeggiare la mattina presto, quando gli affollati locali della notte, tra piazza Ferrarese e piazza Mercantile, sono chiusi, lungo le antiche mura si gode la vista sul mare e sul porto. Bari vecchia appare come un paese a sé, dove è facile imbattersi in anziane signore che, sulla porta di casa, lavorano la pasta e lasciano asciugare le orecchiette fuori, sui telai. Si sentono profumi intensi, quelli di un buon caffè fatto con la moka o quelli più forti del ciambotto – in dialetto sta per miscuglio – il famoso ragù al pesce ottenuto dal mix di più specialità. Qui il passato si intreccia con il presente di nuovi ambiziosi progetti culturali che fanno di Bari una città in progress, come il MUSASS – Museo Archeologico di Santa Scolastica. Di fronte al borgo storico si apre la Bari Murattiana, voluta proprio da Murat nel 1813, con il suo reticolato di strade e bellissimi palazzi, da evidenziare l’estrema pulizia delle viuzze e gli innumerevoli squarci architettonici presenti.

It’s nice to walk in the early morning, when the busting nights sports, between Piazza Ferrarese and Piazza Mercantile are closed. Go a little further along the ancient walls, to enjoy the sea view and harbor. The old town of Bari appears to enjoy itself. It’s easy to run into old ladies on their front door, kneading pasta ad leaving the orecchiette (local pasta), to dry out the on the frames. You can smell strong scents, such as a good coffee made with the Italian moka (espresso machine) or the stronger scents of “ciambotto” - dialect expression for mix – the famous fish sauce made by mixing multiple specialties. The past is intertwined with present new ambitious with present new ambitious cultural projects, which show Bari as a progressive city, a soon to be active example is the MUSASS – Archaeological Museum of Santa Scolastica . In front of the historic centre opens the Bari Murattiana, just like Murat wanted in 1813, with its grid of streets and beautiful buildings.

Foto: Franco Cappellari - Torre dell’Orso, Le due Sorelle

IL GARGANO

LA FORESTA UMBRA

E se in agosto vi trovaste su una spiaggia quasi deserta o a mangiar pesce su una strana palafitta in acqua? Non sarebbe certo un luogo esotico, ma il Gargano, la parte più settentrionale della Puglia.

Da Bosco Isola si attraversa la macchia mediterranea che separa il mare dal Lago di Varano, per ritrovarsi su una lingua di sabbia finissima. Da lì s’intravede il profilo delle Isole Tremiti, a un’ora di navigazione da Rodi Garganico o 20 minuti in elicottero da Foggia. Naufraghi per un giorno in giro per baie, grotte, falesie, torri e fondali multicolori, dimenticate l’orologio e abbandonatevi ad un viaggio lento, diventate cercatori di chicche gastronomiche e, intorno a voi, colline arse dal sole, boschi rigogliosi e orti dai sapori pendenti.

E’ il cuore più antico del Parco Nazionale del Gargano, una selva millenaria che si estende per undicimila ettari, con altissimi faggi, oltre 2500 specie botaniche e il 70% delle varietà di orchidee spontanee presenti in Europa. Percorrendo i 15 sentieri attrezzati si può visitare il museo naturalistico nei pressi di Villaggio Umbra.

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Found in the heart of ancient Gargano National Park, an ancient forest stenches for eleven thousand acres, with tall beech trees, over 2500 botani species and 70% of the varieties of orchids indigenous to Europe. Take the 15 trail and visit the natural history museum near Villaggio Umbra.

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Foto: Franco Cappellari - Trani

VIESTE

PUTIGNANO

Bello passeggiare in centro tra vicoli, piazzette e archi: domina dall’alto il Castello di Federico II, in cima a una scalinata appare la Cattedrale dell’ XI secolo, e ancora un frantoio del ‘600 ospita il Museo Malacologico con oltre 15000 conchiglie dal mondo.

Qui si celebra il carnevale più antico d’Europa e più lungo d’Italia dal 26 dicembre al martedì grasso. Secondo la leggenda tutto iniziò nel 1394, quando da Monopoli arrivarono in città le reliquie di S. Stefano e si festeggiò il buon esito della spedizione.

Il Carnevale, con giganteschi carri allegorici, maschere in cartapesta (la cartapesta si ottiene riciclando fogli di giornale che si modellano con una colla ottenuta mescolando acqua e farina. Questo materiale apparentemente povero, possiede straordinarie potenzialità espressive) e suggestive sfilate notturne, è l’occasione per conoscere meglio il centro storico, fatto di corti e stradine tortuose, dove si mescolano palazzi in stili diversi. In piazza Plebiscito ammirate l’austera Chiesa di S. Pietro Apostolo in stile romanico che si contrappone al Palazzo del Balì, dimora dei Cavalieri di Malta.

It is nice to walk around the center where you will find lanes, spares and arches overlooking the high Castello di Federico II. On top of a staircase is the Cathedral of the eleventh century and in via Pola 8 tands an olive press from the 1600’s, which houses the Malacological Museum with over 15000 shells from all over the world.

LE MURGE Orizzonti vasti e colori decisi, a tratti aspro e un po’ lunare, così si presenta il paesaggio murgiano, quello della Puglia Imperiale dominato dalla presenza di Federico II e da tre città d’arte con un glorioso passato: Barletta, Andria e Trani.

Lo si scopre lentamente in bici tra gli uliveti, facendo trekking nelle sere d’agosto o in auto, riducendo la velocità liberi di deviare in ogni momento per godervi il panorama. Una terra tutta da ammirare quella racchiusa tra la Valle dell’Ofanto, il fiume più lungo della regione, il mar Adriatico e la collina con il Parco Nazionale dell’Alta Murgia. E’ un altopiano carsico con distese di campi e rocce affioranti, pascoli solcati dai tratturi, carrubi secolari, cespugli di lentisco e in primavera colorate orchidee selvatiche. Sopra imponenti castelli, come l’austero Castel del Monte, patrimonio dell’Umanità, vola ancora il raro falco grillaio. Tra le splendide cattedrali romaniche c’è quella di Trani che sembra sospesa sul mare per rivivere la storia nelle importanti aree archeologiche di Canosa di Puglia e Canne della Battaglia, dove il cartaginese Annibale inflisse ai romani una terribile disfatta.

Here we celebrate the oldest carnival in Europe and the long est in Italy : on the 26th of December until the mardigras According to legend it all started in 1394 when Monopoli came to town with the relics of Santo Stefano and people celebrated the success of the expedition.

The carnival celebrates giant floats, papier-maché masks (to make papier maché you use newspaper sheets mixed with glue made of water and flour. This very poor material has extraordinarily expressive potentialities) and striking night time parades.

It is the opportunity to learn more about the historic centre, distinguished by narrow streets and courtyards, where there are mixtures of architectural styles. In Piazza Plebiscito you can admire the austere Chiesa Madre di S. Pietro Apostolo, in Romanesque style, as opposed to Palazzo del Balì, home of the Knights of Malta.

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LA VALLE D’ITRIA Una campagna abitata tutto l’anno, punteggiata dai caratteristici trulli, con i muretti a secco che delimitano vigneti e uliveti a perdita d’occhio, così appare la Valle d’Itria.

Il panorama è magico e per assaporarlo bisogna attraversare borghi come Alberobello e Locorotondo, che trae il nome dalla planimetria circolare del suo abitato. Il cuore medioevale di Cisternino, noto come l’isola, rievoca l’immagine di un villaggio orientale con case tinteggiate di calce e fornelli annessi alle macellerie dove gustare le loro specialità.

La fascinosa piana di Fasano, ricoperta di ulivi secolari e vicinissima al mare, è ricca di masserie bellissime trasformate in resort del benessere, tra campi da golf e trattamenti rilassanti, a due passi da Egnazia, uno dei siti archeologici più importanti d’Italia.

E’ una porzione di territorio della Puglia centrale, la principale peculiarità della valle, è data dai trulli, dalle masserie, caratterizzati dall’uso della pietra locale.

La flora si compone di tratti di bosco, con alberi nati da una terra rossa che profuma e rende il panorama attorno un susseguirsi di effetti cromatici meravigliosi, e macchia mediterranea alternati a vigneti da cui il famoso vino “Locorotondo”. Sarà per il bianco delle costruzioni o per la vegetazione che li incornicia, ma ogni paese, ogni borgo della valle è avvolto da un’atmosfera magica.

Foto: Carlos Solito - Ulivi secolari del Salento

ALBEROBELLO E’ patrimonio dell’ umanità tutelato dall’Unesco dal 1996, per il suo monumentale borgo di 1400 trulli realizzati a secco con pietre sovrapposte, base imbiancata a calce, a forma di cono con simboli e pinnacoli di svariate forme.

Secondo alcuni studi i Trulli di Alberobello risalirebbero alla metà del XIV secolo. Tra le strette e tortuose stradine si arriva al Trullo Sovrano il più grande, a due piani con scala interna. A casa Pezzolla, composta da 15 trulli tra loro comunicanti, è allestito il Museo del Territorio con reperti, attrezzi e testimonianze delle tradizioni di questi luoghi: il Museo del vino e dell’ olio.

It is proctected by UNESCO world Heritage and has been a listed site since 1996 for its monumental Trulli village of the 1400’s . Made with dry averlapping stones, whitewashed base and cone-shaped roof with pinnacles of various shapes and symbols, its divided into two districts Monti and Aia Piccola.

Move througt the narrow winding streets and reach the Trullo Sovrano, the largest with two floor and an internal staircase Piazza Sacramento 10 At Casa Pezzolla composed of 15 interrelated trulli, there is Museo del Territorio with exhibits, toos and examples of local traditions, the Museum of wine and oil.

Foto: Franco Cappellari - Melendugno marina di Roca Vecchia - Sito Archeologico

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Casalogica: costruire con la paglia

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Costruire con la paglia nel 2016, una pratica necessaria

a start up innovativa Casalogica s.r.l. nasce nel 2014 da un’amicizia e un’intuizione dei due fondatori, gli ingegneri Costante Bonacina e Carlo Micheletti, e si propone come realtà aziendale in grado di attrarre la “domanda competente” e guidarla, con la creazione di nuove tecniche costruttive e l’impiego intelligente dei materiali, verso la soluzione che essa sente come adeguata alle proprie esigenze. Casalogica si dedica, oltre che alla costruzione di edifici, alla ricerca tecnica e scientifica, alla formazione ed alla divulgazione, alla ideazione e brevettazione delle nuove soluzioni per il ritorno al “costruire semplice”, alla maniera del XXI secolo, ma vediamo come e perché.

Negli ultimi decenni il settore delle costruzioni si è indirizzato, per l’ottenimento di prestazioni energetiche richieste dalle norme vigenti, verso tecniche costruttive che si basano

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sull’impiego massiccio di prodotti da costruzione della chimica industriale: polistirene, poliuretano e prodotti fibrosi come la lana di roccia, che rientrano nella categoria di smaltimento dei “rifiuti speciali”.

Tali materiali, pur permettendo di ottenere edifici performanti sotto il profilo energetico e della durabilità, necessitano di un cospicuo consumo energetico per l’estrazione, la produzione e per il trasporto verso il luogo d’installazione; inoltre essendo genericamente definiti “non traspiranti”, comportano una concezione dell’edificio funzionante come una “macchina”, in cui è sempre più diffusa la presenza di impianti meccanici per la regolazione costante del clima interno.Tali impianti hanno alti costi iniziali, sono spesso di difficile manutenzione e richiedono energia elettrica per il funzionamento. All’inizio degli anni Novanta, il Summit della Terra organizzato dalle

Nazioni Unite a Rio de Janeiro ha messo in allerta l’opinione pubblica su molti aspetti, tra cui quello sulla gestione dell’energia. Nel 1992 i capi di stato presenti al Summit si sono impegnati a cercare insieme nuove strade per uno sviluppo che risponda ai bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di far fronte ai loro bisogni. Esistono materiali, alcuni dei quali convenzionalmente utilizzati in edilizia, che hanno un basso quantitativo di energia inglobata. L’utilizzo di questi materiali (paglia, pietra, argilla, calce, canapa) consente di ottenere edifici a impatto quasi zero e di rendere reale il concetto di abitare sostenibile, secondo la logica per cui non c’è energia più pulita e conveniente di quella mai prodotta, mai consumata.

Casa di paglia in Val Luretta (PC)

Casa “IN” a Tricesimo (UD)

Cos’è la paglia?

Viene chiamata “paglia” lo stelo (fusto) della pianta di alcuni cereali, è un prodotto agricolo, anzi uno scarto della lavorazione agricola: lo stelo rimane sul campo una volta effettuata la raccolta della granella di cereale e, se non viene bruciato o reimmesso nel ciclo naturale, si può raccogliere ed imballare per mezzo di apposite macchine imballatrici. La paglia è formata da cellulosa, lignina, cere, minerali e silicati, per questo motivo si decompone lentamente.

In Italia la costruzione del primo edificio in paglia si deve all’intraprendenza ed alla determinazione di Stefano Soldati, formatosi nel Regno Unito con Barbara Jones e poi tornato in Italia per la costruzione dell’edificio che ospita l’azienda agricola “La Boa” di Pramaggiore (VE), ove oggi è attivo un prolifico centro di formazione.

Caratteristiche di un edificio in paglia Utilizzare la paglia per costruire la propria casa significa: • non impegnare risorse naturali per la realizzazione di nuovi prodotti da costruzione; • sequestrare e non liberare in atmosfera la CO2 contenuta nella pianta del cereale; • abitare un edificio salubre, libero da muffe ed umidità, che non emette sostanze volatili nocive, evitando il contatto con prodotti di sintesi dell’industria chimica ed in genere con i derivati del petrolio; • ottenere un involucro altamente performante dal punto di vista termico ed acustico, con un conseguente abbattimento (a volte azzeramento) dei consumi per riscaldamento ed un notevole incremento del comfort interno; • ottenere un edificio eccezionale dal punto di vista della resistenza sismica e della resistenza al fuoco (la paglia pressata non brucia in quanto non contiene sufficiente ossigeno); • fare un dono ai propri figli: nessuna discarica sarà necessaria per smaltire la costruzione alla fine della sua vita utile.

Le pareti in paglia vengono usualmente intonacate con terra cruda o calce. Entrambi i materiali sono naturali ed hanno notevoli proprietà di igroregolazione, abbattimento dei campi magnetici, abbattimento delle cariche batteriche. Gli impianti elettrico ed idraulico sono realizzati in modo tradizionale. L’impianto di riscaldamento è spesso superfluo, e può essere realizzato con una stufa (fino a 150 mq circa) o con metodi convenzionali.

Casa con muri di paglia da 90 cm

Casalogica, un’idea semplice La Mission di Casalogica s.r.l. può essere brevemente riassunta come segue: Ideare e costruire edifici completamente liberi da cemento e derivati degli idrocarburi. Prolungare la filiera agricola sino al contatto con il mondo delle costruzioni.

Utilizzare materiali come la paglia (di tutti i cereali “a paglia”), la canna palustre, la canapa, l’argilla, il lino per la costruzione di edifici a misura di bambino, e a misura d’uomo. A impatto zero.

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Case Colombo a Ghisalba (BG)

A saldo positivo di felicità.Diffondere la cultura del costruire sostenibile, con materiali del territorio, quali calce, sasso, paglia, argilla per immaginare la sostenibilità lungo il ciclo di vita dei prodotti (life-cycle thinking).

“European (Atomic Energy) Community, nuclear safeguards unit of the Institute for the Protection and Security of the Citizen” all’interno del JRC di Ispra. Attualmente opera in città, nella sede di Casalogica in via Longuelo, 78 a Bergamo.

I progetti di Casalogica a Ghisalba (BG) A Ghisalba, in provincia di Bergamo, il committente vuole realizzare due case per sé e i propri figli. Le vuole nuove, mai viste prima, pulite e naturalmente che costino poco. Casalogica progetta un sistema di moduli prefabbricati autoportanti in legno e paglia, da realizzare in laboratorio e installare in cantiere. Si tratta di un edificio bifamiliare realizzato con fondazioni di pietra e ghiaia di vetro cellulare (riciclato al 100%) contenuti entro gabbioni metallici. La struttura portante è stata realizzata direttamente dal committente, ed è costituita da semplici “cassoni” in legno di abete riempiti con ballette di paglia di grano e intonacati con calce o rivestiti in legno.

Le case sono riscaldate solo con una stufa a legna di piccole dimensioni.

Carlo Micheletti (40) Nato a Brescia si laurea in Ingegneria Civile presso l’Università di Brescia. Collabora inizialmente con il Dipartimento di Topografia dell’Università di Brescia partecipando alle ricerche scientifiche in Nepal presso il laboratorio del comitato Ev-K2CNR. Dopo un periodo di formazione in Portogallo si dedica a tempo pieno allo sviluppo delle tecniche costruttive e alla progettazione di grandi strutture in legno e materiali naturali, nel solco della tradizione tramandata dalla sua famiglia di pioneri italiani delle strutture in legno lamellare.

In Casalogica si occupa di ricerca e sviluppo, oltre che della progettazione strutturale degli edifici. Opera nella sede Casalogica di Brescia, in via San Rocchino, 99/a.

Fondatori di Casalogica S.r.l.: Costante Bonacina (38) Nato a Bergamo, Ingegnere e Dottore di ricerca (PhD) in Geomatica e Infrastrutture presso il Politecnico di Milano.

Esperto nella progettazione di edifici completamente naturali, ed in particolare nello studio di edifici in paglia, legno, calce e terra cruda. Ha svolto attività di ricerca presso l’Università di Brescia dal 2004 al 2010. Ha partecipato alle spedizioni scientifiche Himalayane, per monitoraggio glaciologico e la realizzazione di sistemi informativi territoriali, presso il Kangchenjunga Area Park e Everest National Park in Nepal.

Dal Maggio 2008 al Maggio 2009 è invited scientist presso lo

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Casalogica Srl Via Trento, 3 25128 - Brescia Telefono: +39 347 9126769 E-mail: info@casalogica.it www.casalogica.it

FM Segnaletica è un’azienda che si occupa dello studio, della progettazione e della realizzazione di segnaletica stradale per enti pubblici e ditte private.

La nostra ditta si mette al ďŹ anco di tutte le aziende della Lombardia e di tutto il nord Italia per la produzione e fornitura di segnaletica aziendale, realizzando:

Eventuale preparazione e pulizia del fondo mediante motoscopa o lava asciuga Levigatura, fresatura o pallinatura della superďŹ cie Eventuale preparazione del supporto con resina multistrato poliacrilica bicomponente Realizzazione segnaletica mediante nuova tracciatura Fornitura e posa di vernice epossidica bicomponente a solvente per cemento Finitura della segnaletica orizzontale mediante ciclo poliacrilico bicomponente a solvente Rifacimento corsie riservate a muletti e creazione di percorsi pedonali su pavimentazione in calcestruzzo Trattamento protettivo antipolvere

Fontanella - Via G. Verdi, 53 - Cell. 340 9359524 - Fax 035 4503008 info@fmsegnaletica.com - www.fmsegnaletica.it

L’azienda GMR

Progettazione

G.M.R. di Maffi Raimondo Srl è un'azienda che opera con esperienza tramandata dal padre al figlio dalla fine degli anni 70 ad oggi, specializzata nella PROGETTAZIONE, COSTRUZIONE e REVISIONE di presse oleodinamiche di qualsiasi genere (su colonne, su montanti, a collo di cigno, speciali, ecc.) per diverse tipologie d’impiego, quali: stampaggio, imbutitura, raddrizzatura, piegatura, tranciatura, punzonatura, ecc. con una capacità di spinta che va da 5 a 6000 Ton. Inoltre progettiamo e realizziamo IMPIANTI SPECIALI in base alle necessità del Cliente, arbitro ultimo della Qualità del prodotto e del servizio.

Grazie a un team di professionisti nella progettazione, con costante adeguamento tecnologico, siamo in grado di sviluppare idee e soluzioni legati a lavorazioni di qualsiasi genere, anche difficoltose, rispettando la sicurezza dell'operatore, in conformità alle normative CEE. Allo scopo di dare un servizio completo, progettiamo anche opere murarie per il collocamento dei macchinati (buche, Tirafondi, ecc.).

Dall’analisi delle specifiche di progetto e dal piano di prodotto, passando attraverso fasi di sviluppo di pre-studio di fattibilità e sviluppo dei calcoli dimensionali e strutturali, si arriva allo studio in dettaglio ed alla realizzazione di assiemi, particolari e distinte.

Per raggiungere questo obiettivo è necessaria una ricerca costante delle miglior tecnologie presenti sul mercato, per quanto riguarda

G.M.R. di Maffi Raimondo Srl GRUPPO MACCHINE E RIPARAZIONI VIA FORNAce 24050 - MORNIcO AL SeRIO (BG) TEL./FAx +39 035 844825 TEL. +39 035 844657 e-mail: info@gmrpresse.it Web: www.gmrpresse.it

Costruzione sia i meccanismi, i materiali, i componenti e le soluzioni adottate, che i software utilizzati per la progettazione.

Per la progettazione si dispone di stazioni di lavoro dotate del software per la realizzazione di modelli 3D SOLIDWORKS, che si interfaccia con i più diffusi sistemi di progettazione e di disegno meccanico.

Realizziamo e installiamo PReSSe per la lavorazione di materiali specifici, come ad esempio: MeTALLO, AUTOMOTIVe, MATeRIe PLASTIcHe, POLIMeRI, POLIUReTANO, S.M.c..

I nostri macchinari sono realizzati con l’utilizzo dei migliori componenti reperibili sul mercato, sono sottoposti a un processo di controlli e collaudi che garantiscono la massima costanza di qualità e affidabilità.

Analisi strutturali FEM ( Finite Element Method – Metodo degli elementi finiti) Attraverso l’Analisi FEM siamo in grado di valutare, capire ed ottimizzare le caratteristiche strutturali, statiche e dinamiche dei componenti critici e delle macchine nel loro insieme. Realizziamo così precisi modelli di particolari che garantiscano la riduzione dei costi e l’aumento delle performance, associate alla diminuzione dei tempi di sviluppo e delle prove prototipali.

Revisione e Riparazione La ditta G.M.R. è inoltre in grado di fornire servizi di riparazione e di revisione, su qualsiasi tipo di pressa idraulica, garantendo assistenza tecnica e operativa presso Vs. sede nel minor tempo possibile.

Il nostro Staff tecnico e commerciale garantisce risposte rapide e personalizzate e resterà a Vs. completa disposizione per dettagli e richieste.

Keope

un trattamento per ritrovare il benessere e la forma Una invenzione interamente italiana, opera di Amedeo Maffei, sfrutta la modulazione meccanica e agisce su corpo e mente senza contrindicazioni e promette di combattere stress, mal di schiena e dolori articolari

S

i chiama Keope e lavora mediante innovativi principi scientifici. Questa struttura ergonomica essenziale induce lo schema di rilassamento che abbiamo perso durante la crescita attraverso stress, posture sbagliate e traumi e colloca il corpo in una postura in completo scarico funzionale e decoaptazione articolare. In questa condizione ideale dieci motori collocati al di sotto di dieci supporti gravitari, attivano mirate gamme a spettro meccanico sul derma in alcuni punti strategici ad alta concentrazione di meccanocettori: dorso, glutei, cavi poplitei, talloni e palmi.

A permettere al trattamento di attivare una propriocezione globale interviene una stimolazione psicologica (esterocezione e immaginocezione) attraverso induzioni sonore sincrone agli stimoli meccanici.

Questo metodo a multi-propriocezione agisce su corpo e mente attraverso il sistema centrale.

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I principi scientifici su cui si basa La modulazione meccanica di Keope GPR è un particolare tipo di stimolazione che viene applicata ai meccanocettori del derma (trasduttori meccano-elettro-chimici). Questi recettori, localizzati a livello cutaneo, sono fondamentali per la neurotrasmissione sensoriale. Se stimolati in particolari bande questi corpuscoli sono in grado di trasmettere messaggi al sistema centrale, attraverso le catene neurali e i sistemi neuro chimici. A seconda della tipologia di meccanocettori stimolati (Merkel, Meissner, Ruffini, Pacini) e dello spettro di frequenze attivate è possibile ottenere benefici specifici: ripolarizzazione delle tensioni muscolari, attenuazione e prevenzione del mal di schiena, percezione di una maggior consapevolezza del corpo, miglioramento della circolazione venosa e linfatica (microcircolo periferico) e abbattimento dello stress.

Keope esposta nel museo delle macchine di Leonardo Da Vinci del Palazzo della Cancelleria Vaticana a Roma

Un trattamento comprovato da autorevoli ricerche scientifiche I suoi benefici sono scientificamente dimostrati da autorevoli pubblicazioni universitarie e centri di ricerca. I primi studi clinici, condotti dall’Università degli Studi di Milano, hanno riguardato l’ortognatodonzia e hanno evidenziato le enormi potenzialità di utilizzo di Keope nel riassetto posturale e nel rilassamento dei muscoli della masticazione prima degli interventi odontoiatrici. I risultati sono stati poi presentati in svariati congressi internazionali e pubblicati su prestigiose riviste scientifiche di settore (Dental Tribune, Dental Cadmos).

Straordinari risultati in termini di aumento del tono muscolare e recupero post-prestazione fisica sono stati riscontrati nell’ambito della medicina dello sport grazie al Prof. Francesco Coscia, specialista in Medicina Interna e Medicina dello Sport dell’Università di Perugia. Conclusioni analoghe in ambito sportivo sono state poi confermate dal CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche).

Benefici per tutti e senza effetti collaterali Il trattamento di Keope è rivolto a tutti. Gli sportivi la inseriscono nel loro training in preparazione alla performance, per aumentare il tono dei muscoli gravitari, per sviluppare la propriocezione e recuperare la fatica dopo lo sforzo (lattato).

Una nota squadra di calcio europea la utilizza ufficialmente in ogni match e allenamento per la preparazione psico-fisica e per il recupero neurofisiologico dei propri giocatori.

Come spiega il Prof. Coscia infatti “con soli 13 minuti di programma 4 il lattato subisce una diminuzione del -84,89% con un recupero quasi totale rispetto ai valori di partenza”. Fisioterapisti, osteopati e ortopedici inoltre la utilizzano a supporto delle terapie riabilitative tradizionali per accelerare il recupero post-infortunio. Keope è parte integrante dei programmi di allenamento e di recupero di un noto un pilota motociclistico italiano e del campione nazionale di slalom gigante Roberto

Nani. L’ alpinista e cineasta austriaco Kurt Diemberger parla invece di Keope come “l’inizio e la fine del mondo” per il grande aiuto dato nel ricominciare a camminare dopo i ripetuti congelamenti riportati sulle vette.

Intervenendo sui muscoli gravitari, ovvero i muscoli responsabili dell’equilibrio e della mira, l’applicazione di Keope riporta il tono muscolare nella condizione ideale. Non è un caso dunque che sia impiegata negli sport che richiedono precisione e accuratezza. Svariati test eseguiti tramite rilevatore Trackman su golfisti professionisti hanno documentato Un miglior equilibrio nello swing, un miglior angolo d’attacco del bastone e conseguentemente un guadagno sul colpo di circa un ferro (da 2 a 12 metri), motivo per il quale oggi Keope World è partner della PGA Italiana. Recentemente inserita all’interno di un’innovativa RSA in provincia di Varese, Keope è abitualmente utilizzata anche in ambito geriatrico. Con poche sedute infatti, gli anziani acquistano più sicurezza nel passo, recuperano l’equilibrio e la coordinazione, allontanando il rischio di cadute e garantendo una miglior stabilità motoria.

Keope è un trattamento proposto a tutti e senza effetti collaterali.

Dove provarla È possibile effettuare i trattamenti presso il centro di medicina polispecialistico Isola Medical di Chignolo d’Isola.

Isola Medical Srl Via Galileo Galilei, 39/1 24040 - Chignolo d’Isola - Bg Telefono: 035 904641 E-mail: isolamedical@alice.it www.keopeworld.com - www.centroisolamedical.it

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ECONOMIA

Dove vanno i nostri risparmi?

Storia a lieto fine di Alberto, che ci ricorda che in ogni istante della nostra vita abbiamo un piede nella favola e l’altro nell’abisso

di Gianni Valsecchi Consulente Finanziario

L

uglio 2006. E’ il giorno della finale del campionato del mondo di calcio: Italia – Francia. Un paese intero si ferma, come sempre in queste occasioni. Un momento in cui si riscopre l’essere italiani. Tutti incollati alla televisione.

Tra questi c’è anche Alberto, un imprenditore trevigiano di 42 anni, brillante protagonista nel settore calzaturiero del nord est. E’ riuscito a costruire una fortuna, grazie alla sua intuizione vincente. Mentre tutti gli altri facevano scarpe e basta, lui si era ritagliato una nicchia: solo scarpe da donna per grandi eventi, Il focus era chiaro: solo donne, solo belle donne danarose! Gli arrivavano richieste da tutto il mondo. Alla faccia dei cinesi e delle loro copie da quattro soldi!

In poco tempo aveva costruito una fortuna. Ma torniamo alla partita di quella sera... tutti sappiamo come fini, e dei festeggiamenti che ne seguirono. Anche Alberto , decise di uscire e di andare a festeggiare con i suoi amici di sempre.

Uscirono, radiosi per il risultato, e per la rinnovata occasione di ritrovarsi e far festa. Ma succede quello che non ti aspetti...

L’ euforia è tanta, ma ad un tratto c’è qualcosa che non va per Alberto che, ancora con il boccale di birra tra le mani, senza un apparente motivo si accascia al suolo. Ha avuto un malore: è in coma. La sua famiglia, la moglie Roberta e i suoi due figli si strinsero intorno a lui. E questa situazione, purtroppo andò avanti per diversi anni. Ma la speranza non si esaurì mai.

Fino al giorno in cui qualcosa accadde e ci fu il miracolo, Il risveglio da quel lungo sonno, durato anni.

Siamo nel 2014 e sono passati 8 lunghi anni da quel giorno.

Nessuno ha saputo mai spiegare cosa successe realmente in quella serata di Luglio. Ma non importa. Alberto torna a sorridere e riabbraccia i suoi cari. Ci vorrà poi un lungo periodo di riabilitazione, per rivederlo al ponte di comando della sua azienda. E così siamo arrivati ai nostri giorni. Quante cose sono cambiate in così poco tempo. Alberto è stordito. Rientra

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in azienda, che nel frattempo sua moglie era stata in grado di portare avanti brillantemente, ma gli sembrava di essere un estraneo.

L’era del digitale aveva preso il sopravvento e lui, purtroppo era rimasto indietro di quei 10 infiniti anni di “sonno forzato” e non riusciva a comprendere molte, troppe situazioni… Ci mise un bel po’ per riprendere le redini della sua azienda, ma alla fine ci riuscì. Ma ci fu una cosa che proprio non aveva digerito, il rapporto con le banche e la gestione del suo patrimonio personale. Aveva subito capito che sarebbe dovuto scendere in guerra. Le cose erano state “abbandonate” con tutto quello che era successo, ma lui, abituato ad occuparsi di ogni cosa in prima persona, voleva riprenderle in mano. Assolutamente. Si ricorda bene, quali erano le condizioni applicate ai suoi conti. Saranno passati anche 10 anni, ma la sua memoria funzionava alla grande. Quel giorno era un Giovedì di Maggio, entra di nuovo in banca. Sembra un luogo profondamente cambiato: quasi virtuale. In passato almeno 8 persone lavoravano in quella agenzia, ora ne sono rimaste 3. Le casse non ci sono più, si opera con il bancomat, il direttore è presente a giorni alterni e sono presenti solo due consulenti, che a vista d’occhio, ne sapevano meno di lui. Ma soprattutto, non è rimasta più nessuna delle persone che conosceva personalmente.

Il bello arriva adesso: chiede di poter parlare con il direttore, ma ovviamente il direttore non c’è e se vuole deve prendere appuntamento. Allora si accontenta di avere la sua posizione complessiva, sia dell’azienda che quella personale. Doveva di fatto studiare... eh sì, perché dal 2006 sono cambiate parecchie cose. Alla vista dei conti aziendali, si accorge subito di una impennata dei costi di gestione con condizioni dei fidi certamente da rivedere. Poi, quando passa ad analizzare i suoi conti personali, va letteralmente su tutte le furie.

Di quello che aveva fatto lui 10 anni prima non c’è più traccia.

Cosa è successo? Alberto è sempre stato un “tradizionalista”, il classico italiano abituato ad avere Titoli di Stato e obbligazioni bancarie. Si è trovato da un giorno all’altro, senza obbligazioni, ma con azioni (in aggiunta a quelle che aveva già), fondi di investimento e certificati. Ma di cosa stiamo parlando? Partiamo da dove era rimasto 10 anni fa.

Nel 2006 aveva fatto gli ultimi investimenti comprando bot, btp, cct e obbligazioni bancarie. Si ricordava bene che il suo rendimento viaggiava tra il 3 e 4 %, con il capitale garantito (allora uno stato non sarebbe mai fallito e neanche una banca, questa almeno era la credenza popolare). E lui era soddisfatto così. La sua testa ragionava da imprenditore e quindi sapeva bene che gli affari, quelli veri, li doveva fare con la sua azienda: la banca serviva solo per mantenere il valore nel tempo dei suoi risparmi. Infatti il tasso d’inflazione e dalla sua parte, visto che non superava il 2%.Aveva anche acquistato, è vero, qualche azione sul mercato italiano, ma erano un 10% del suo patrimonio totale e non gli dava troppa importanza...ma oggi, vedendo quello che ha nel suo portafoglio, si agita parecchio. Si documenta grazie ad Internet, e capisce soprattutto una cosa: non c’è più nulla di certo. I rendimenti “sicuri” sono diventati incerti. Ma c’è un altro tarlo che gli ronza in testa: Alberto non capisce perché gli unici prodotti consigliati dalla banca sono soltanto fondi comuni, polizze vita e certificati, tutti prodotti fatti in casa, belli pronti e confezionati, insomma buoni per tutte le stagioni.

Si chiedeva: “Come è possibile che un prodotto vada bene per chiunque: dallo studente al pensionato, dalla casalinga all’imprenditore?”

Ecco il cruccio, non riuscire a capire che cosa era stato fatto con il suo portafoglio e perché, ma soprattutto vedere che non ci fosse nessuno in grado di spiegargli le cose: i nuovi

consulenti erano giovani leve appena arrivate. Insomma ne sapevano meno di lui. La storia di Alberto ha molti spunti di riflessione, in fondo è un po’ la storia di molti risparmiatori. Di sicuro Alberto non ha una grande conoscenza finanziaria ma questo è un primato tutto italiano che è sempre esistito. Il mondo che cambia a una velocità doppia o tripla rispetto anche a soli 10 anni prima ha mandato in tilt anche un imprenditore di successo come Alberto: è il mondo dei computer, del digitale dove l’informazione viaggia in rete, è il prezzo da pagare per la globalizzazione.

In poche parole il destino di un Paese è collegato a quello degli altri, piaccia o no, oggi il mondo funziona cosi. Il ragionamento che fanno i risparmiatori, tutti ed indistintamente, è sempre lo stesso e alla domanda banale: “Dove mettere i risparmi?” c’è una risposta altrettanto banale: “In banca naturalmente”. E perché in banca? “Perché lì mi pagano gli interessi sul mio deposito”. L’ equazione nella testa di ogni persona è molto semplice: capitale + interesse = patrimonio. Ma se si modifica la voce interessi e magari ci si mette un punto interrogativo, ecco che l’ansia da rendimento aumenta e si finisce per non dormire la notte.

Come è possibile accettare un rendimento, anche negativo?

Nel 1982 si prendeva il 15% solo per tenere i soldi in conto corrente e il BOT viaggiava al 19% c’era anche un’inflazione che correva al 17%, e che di fatto, si mangiava praticamente tutto. Ma agli Italiani andava bene così perché l’equazione di prima, in apparenza, funzionava, e molto bene.

Ai nostri giorni, le cose vanno in modo completamente diverso: abbiamo un tasso sul conto corrente pari a zero, in perdita considerando i costi, tassi sui titoli di stato a breve negativi, abbiamo un tasso d’inflazione medio annuo al –0,1%.

E quindi? Potrà sembrare strano ma in poco tempo i valori di quella equazione sono cambiati moltissimo. Il nuovo motto

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è: se riesco a mantenere il mio capitale sono bravo. Lasciamo stare il fatto che oggi forse stiamo messi meglio, o meno peggio di allora se preferite, ma non si accetta – soprattutto nel corso di un breve periodo - che ci possa essere una riduzione di valore del nostro capitale (perdita) anche se solo potenziale. Come dimenticare che oggi più che mai i rischi nascosti, sono di gran lunga più grandi e pericolosi?

Chi avrebbe mai pensato che uno Stato potesse fallire? Chi avrebbe mai pensato che una Banca potesse fallire? Chi avrebbe mai detto che i cocci rotti di una banca sono anche problemi tuoi, caro Alberto?

Eppure, oggi tutto questo è possibile, e non basta andare solo con la mente in Argentina, basta ricordare quanto già accaduto con Cipro, Grecia, Portorico e ad alcune banche del nostro bel paese. Ecco perché mantenere il proprio capitale, in alcuni momenti, è un grande risultato.

Questo è il paradosso della conoscenza se rimani nel limbo “dell’ignoranza”, sei maggiormente controllabile ed influenzabile. Ma queste cose i clienti come Alberto non le sanno, e soprattutto si ostinano a non capirle e a far finta che il mondo non sia cambiato. Continuano a cercare quello che non esiste più “la sicurezza” garantita al 100%. In realtà oggi la sicurezza bisogna costruirla su misura, e la garanzia 100% è rimasto solo un numero, che è opportuno cancellare dalla lista dei desideri. E guai a parlare di imprevisti o di rischio: ti guardano male. La grande sfida di Alberto e di tutti i risparmiatori sta nell’accrescere la propria conoscenza, più cultura finanziaria e consapevolezza delle proprie scelte: e non serve diventare

esperti di economia e finanza. Bastano pochi elementi di base per conoscere davvero quello che serve per gestire al meglio i propri risparmi, meglio se affiancati da un esperto del settore per costruire insieme un progetto finanziario per il futuro, in altre parole un portafoglio personalizzato costruito sulle singole necessità. Per questo è fondamentale non lasciarsi condizionare da stampa o televisioni, da “guru” o dagli amici al bar; ma costruire un rapporto qualificato è indispensabile, un rapporto di fiducia reciproca, da conquistare e poi mantenere. Mai affermazione è così vera quanto ai giorni nostri. Soprattutto se si tratta di gestire gli “affari di famiglia”. Conosciamo davvero: le obbligazioni, le azioni, un conto di deposito, un fondo comune di investimento, una gestione patrimoniale, una polizza assicurativa unit linked, un certificato di investimento? Tutti nomi già sentiti certo da più parti, ma siamo proprio sicuri di conoscerli bene in ogni dettaglio? Il mondo è cambiato, i prodotti sono cambiati con velocità sorprendente e la possibilità di analizzare nel dettaglio tutti i vantaggi e i rischi nascosti, spesso trascurati o non detti, può essere il vero passaporto per la costruzione di una “sicurezza” finanziaria dalle solide fondamenta. In un mondo complicato e difficile, la trasparenza è ormai un impegno assoluto che non può essere tradito ma può essere la chiave per riuscire in un’ impresa, che sembra titanica, ma che è realizzabile in concreto.

Ad Alberto basterà un impegno costante nel tempo e quella “sicurezza” finanziaria di un tempo, che oggi pare impossibile da conquistare, sarà invece a portata di mano.

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Foto: Alessandro Gotti

La nostra Bergamasca Terra di grandi lavoratori oggi schiacciata sotto il peso della continua recessione: se guardo le cifre, non vedo la fine del tunnel di Dott. Prof. Sauro Amboni

Data scientist - professionista certificato Scientific Member Italian Statistics Society Accreditato dalla American Statistical Association

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Premessa

e famiglie italiane in condizione di povertà assoluta sono quasi raddoppiate negli anni della crisi: +78,5%, con una incidenza sul totale passata dal 3,5% pre-recessione al 5,7% del 2014.

La crisi in corso non riguarda solo le aziende e il mercato di consumo, ma intacca anche la vita delle famiglie e mette in difficoltà anche tutta una serie di servizi ai quali il “welfare state” dava risposte che oggi appaiono insufficienti.

La crisi economica, con la conseguente perdita di tanti posti di lavoro anche nella nostra Provincia di Bergamo, mette sempre più in evidenza gli elevati costi sociali che stanno subendo tante nostre famiglie, soprattutto quelle che già vivono situazioni di fragilità. Certamente l’origine dei mali sta a monte dell’economia: la produzione, la distribuzione, l’uso delle risorse, le scelte politiche, la burocrazia, l’etica decisionale.

La ragione dell’aggravarsi della crisi occupazionale è sicuramente legata al processo di deindustrializzazione in corso da anni che ha coinvolto importanti realtà industriali del tessile, della meccanica e delle costruzioni col relativo indotto, contribuendo a mettere in sofferenza il territorio già in difficoltà

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per la carenza di adeguati servizi e infrastrutture a reggere i cambiamenti economici. Inoltre tutto ciò provoca incertezza e spinge anche al suicidio. Negli ultimi periodi il fenomeno dei suicidi è in costante aumento anche in bergamasca.

Esiste una marcata correlazione tra crisi nel mondo del lavoro e assunzione di condotte suicidarie. La crisi sta cambiando le persone, ma non è qui il caso di parlarne; già in troppi ne parlano.

Nel passato I bergamaschi sono, e sono sempre stati, famosi per la loro laboriosità, la loro propensione a svolgere i lavori più duri e pericolosi e per la loro passione e il loro amore per “darsi da fare” e per la loro efficienza. Molti dei nostri padri e dei nostri nonni ritenevano normale, dopo le otto ore in fabbrica o nell’impresa, farne altre quattro a ristrutturare la propria casa, a coltivare un piccolo appezzamento di terreno, a dare una mano nel negozio del vicino di casa. Non raro era il caso in cui si utilizzava ogni minuto e tutto il fine settimana per costruirsi la propria casa o per ristrutturare quella dei propri fratelli o genitori. Raramente passava per la mente di mettersi in lista

ECONOMIA ECONOMIA per la casa “Fanfani” o agevolazioni statali simili. Questa esemplare laboriosità ha contribuito a fare della bergamasca una terra ricca di lavoro (si veda, per esempio, lo sviluppo dell’industria tessile, meccanica, siderurgica e artigianale) e una popolazione stimata da tutta Italia.

Mi ricordo, quando ero giovane e giovanissimo, che la massima aspirazione di tutti, compreso diplomati e laureati, era quella di iniziare a lavorare in proprio, oppure di entrare in una fabbrica; per esempio la Dalmine e l’Italcementi, mi ricordo, ricoprivano a Bergamo l’importanza che la Fiat aveva a Torino. Oggi le cose sono cambiate. Il sistema paese ha smorzato l’entusiasmo, i lacci burocratici hanno estinto la passione e appiattito l’eccellenza. Anche la Bergamasca è ormai da alcuni anni sulla via della recessione che non accenna a diminuire.

Cosa dice l’OSCE? Dall’indagine Ocse emerge una chiara indicazione al territorio bergamasco secondo la quale bisogna imparare a fare sistema, molto di più di quello che è stato fatto finora. Molti sono i soggetti che si portano un pezzo di responsabilità, il mondo imprenditoriale, il mondo associativo e anche le istituzioni hanno il loro ruolo. Fare sistema per gli enti locali vuol dire lavorare per mettere a tema tutta una serie di progetti e di servizi superando la logica del singolo Comune, puntando sulla intercomunalità e la sovracomunalità. La vecchia idea che ognuno può fare da solo, è un ostacolo allo sviluppo, è un impedimento alla competitività territoriale”. Ma, come sappiamo, è facile pontificare ma difficile concretizzare.

Cosa dicono le cifre?

I congressi, le indagini, i convegni, le promesse, le conferenze, ecc. parlano di “tunnel” ormai alle spalle, parlano di chiari segnali di ripresa, di inversione di tendenza; io, però, preferisco lasciar parlare le cifre, guardare la realtà in concreto e ognuno è poi sicuramente in grado di trarre le conclusioni da sè. Senza entrare in inutili dettagli e senza articolare i dati in tanti rivoli che poi alla fine confondono le idee, presento qui un semplice ma significativo “spaccato” della realtà di alcuni settori rappresentativi dai quali si vede chiaramente come vanno le cose.

Dal Graf. 1 si nota come nel settore commercio (barometro rappresentativo della situazione globale) il volume d’affari non accenna assolutamente a riprendere. Anzi, nel primo semestre 2016 ha una tendenza verso un ulteriore peggioramento.

Dal Graf. 2 (volume d’affari nel settore servizi) la situazione è identica.

Dal Graf. 3 e 4 si vede come la disoccupazione giovanile e il tasso di inattività (15-24 anni) sono in lento, continuo e incessante aumento con tutte le ovvie conseguenze per il medio e lungo termine.

Conclusioni La situazione economica nella bergamasca (lavoro, occupazione, prospettive) è tuttora in fase di pesante recessione.

Convegni, conferenze, media e istituzioni affermano che ormai abbiamo il “tunnel “alle spalle, ma le cifre reali e concrete dimostrano il contrario.

Se non cambiamo rapidamente la politica economica reale, l’uso delle risorse, le scelte istituzionali, la burocrazia, l’etica decisionale, i lacci del sistema fiscale, ecc. in pochi anni passiamo da una provincia ricca di lavoro, esemplare come laboriosità, fra le più efficienti e ricche d’Italia ad una terra senza futuro per noi e per i nostri figli.

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Energy20, il riferimento in risposta alle esigenze energetiche dei clienti

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Facciamo il punto nella giungla delle ristrutturazioni e del risparmio energetico

a nostra Azienda opera nel settore degli impianti tecnologici elettrici e termici fornendo soluzioni chiavi in mano per la produzione di energia elettrica, termica per il risparmio e l’efficienza energetica.

Energy20 è un’azienda innovativa nel settore dell’energia avendo individuato, già dalla sua costituzione, la necessità di proporre progetti con una visione d’insieme che tenga conto di tutti gli elementi che rendono ogni progetto diverso l’altro.

Le tecnologie negli ultimi anni hanno avuto uno sviluppo talmente rapido che mentre un tempo si chiamava l’elettricista, l’idraulico, l’impresa ed il tecnico oggi è necessario affidarsi ad un unico interlocutore che abbia un taglio professionale, che non sia necessariamente legato o esperto di una particolare tecnologia, ma che abbia un approccio sistemico.

Ciò significa che non esiste una tecnologia che sia meglio di altre in termini di efficienza energetica ma che ogni intervento, perché sia valido, debba essere pensato in base a variabili non più tradizionali e ragionato a 360°, considerando l’involucro e gli impianti come un unico sistema che oltretutto non può prescindere dal profilo del cliente, dalla spesa che inten-

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de sostenere, dal periodo che sta affrontando, dalla tendenza nei consumi. Un sistema dunque che si può definire cliente/ spesa/periodo/tendenza/edificio/impianti.

Solo in questi anni si sta diffondendo questo tipo di coscienza che purtroppo mancava, generando molta confusione ed impianti molto discutibili. Abbiamo visto solari termici applicati al riscaldamento residenziale, proposte di pompe di calore in edifici non coibentati e magari con i radiatori. Sentiamo ancora oggi sostenere la non convenienza del fotovoltaico o interventi di Energy managemment che si risolvevano con la vendita di un impianto fotovoltaico, vediamo, inutili interventi di efficientamento energetico in seconde case.

L’elenco dei mostri energetici può essere lunghissimo, sistemi non collaboranti, non armoniosi, sbilanciati, spesso inutili.

Arriva l’impresa e ti propone un “cappotto del 12” poi il serramentista che ti fa cambiare i serramenti così detrai il 65%, dopo di che, perché no, l’elettricista con una bella pompa di calore col fotovoltaico, l’idraulico che ti fa risparmiare con una caldaia a condensazione abbinata al solare termico o ad un sistema ibrido.

Ma chi ha ragione e quanto risparmi nessuno lo sa, o meglio ognuno fa la sua parte e tutti hanno ragione. Dunque facciamo i conti del risparmio complessivo: 50% cappotto, 25% serramenti, caldaia condensazione 25%, pompa di calore 30% se poi c’è il fotovoltaico “è gratis”. In modo provocatorio, ma forse neanche troppo, potremmo dire che la somma fa 130%.

Il prodotto matematico porta all’80% di risparmio ma con quale sequenza? E’ evidente come risulti sempre più necessario avere un unico interlocutore come Energy20 che di volta in volta, valutando le diverse situazioni, proponga un’ unica soluzione integrata, guidando il cliente verso quelle scelte adatte a lui. Energy20 propone soluzioni facendo moltissime domande non solo tecniche ma anche di utilizzo, previsionali, effettuando talvolta anche misure e rispettando l’orientamento del cliente.

La proposta già si distingue per tipologia di cliente: Se sei un amministratore di condomini troverai in Energy20 i tecnici per affrontare anche in assemblea tematiche legate non solo al risparmio e alla riqualificazione energetica ma anche alla contabilizzazione del calore e delle diagnosi energetiche degli edifici. Se sei un’azienda, tramite gli Energy Manager (EGE) certificati ICMQ, non solo potrai fare valutazioni sui costi di fornitura dell’energia e ottimizzazione degli impianti di produzione dell’energia, ma potrai fare analisi di processo per trovare delle nuove fonti di risparmio energetico. Se sei un’ agenzia immobiliare sarà facile per te, col supporto di Energy20, aiutare il tuo cliente a valutare i costi di ristrutturazione e gestione sull’acquisto di una nuova casa.

Se sei un’impresa edile potrai affidare ad Energy20 la realizzazione di tutti gli impianti elettrici e idrotermosanitari con il calcolo del fabbisogno energetico (ex legge10) ed il minimo di rinnovabile imposto dalle normative, trovando in noi anche un vero specialista del fotovoltaico. Se sei un professio-

nista, insieme a noi, potrai proporre al tuo cliente le migliori soluzioni impiantistiche presenti oggi sul mercato. Se sei un idraulico o un elettricista puoi complementare la tua offerta al cliente con tecnologie che normalmente non tratti avendo anche tutto il supporto professionale necessario. Infine se sei un privato, quello che Energy20 propone dipende da cosa ti stai accingendo a fare. Se stai facendo casa ti proponiamo case in X-LAM, se invece stai ristrutturando Energy20 ti aiuta a realizzare le scelte giuste e, in funzione del budget di spesa, ti trova sempre la soluzione più adatta per poter risparmiare partendo dall’edificio ma anche semplicemente intervenendo in modo meno oneroso sui soli impianti. Infine sempre per il privato la nostra azienda propone anche una semplice installazione tra quelle oggi più diffusi: impianti fotovoltaici, pompe di calore, caldaie oltre a servizi professionali che aiutano a fare le scelte giuste. La vera originalità, in contro tendenza in questo mercato dove tutti spingono per vendere, è che Energy20 in alcuni casi sconsiglia di fare interventi inutili, confermando il carattere tecnico-professionale dell’azienda, convinti che questo atteggiamento equilibrato e super partes, oggi valore per il cliente che rinuncia all’acquisto, si tradurrà in futuro in valore per Energy20.

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E’ stata un’avventura esaltante: partire dal niente e creare un’azienda

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ueste le parole del fondatore Gianni Lorenzi, che ha iniziato la sua avventura lavorativa nel 1965 aprendo in Via Borgo Palazzo a Bergamo un laboratorio artigianale per le prime produzioni di salumi. Nel 1975, con l’acquisizione di 12.000 mq e di ulteriori 3.500 mq nel 1994, trasferisce l’azienda a Comun Nuovo, dove ha sede ancora oggi con tutti gli uffici amministrativi, commerciali e la catena produttiva. Un ulteriore ampliamento della struttura avvenuto nel 2015 di altri 3.000 mq, ha permesso che tutti i reparti produttivi fossero dotati di impiantistica con avanzata tecnologia. In cinquant’anni Gianni Lorenzi ha trasformato la sua Azienda in una delle più importanti realtà, in un settore dove spesso è difficile mantenere le posizioni acquisite. Impegno, professionalità ed innovazione hanno permesso il raggiungimento di continui successi

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A cura di Loredana Iannuzzi

dovuti anche alla collaborazione di tutti i membri della famiglia: dalla moglie Rosangela ai figli Barbara, Giorgio, Cristina e Alessandro. I principali obiettivi perseguiti da Lorenzi spa sono: la Qualità e la Sicurezza alimentare delle proprie produzioni. A tal scopo il Sistema di Gestione Qualità dell’Azienda possiede le Certificazioni di Conformità rilasciate dall’Ente SGS Italia spa.Inoltre è stato riconosciuto all’Azienda di poter iscrivere i propri prodotti nel “Prontuario degli Alimenti” rilasciato annualmente dall’Associazione Italiana Celiachia e la concessione dell’uso del marchio Spiga Barrata che certifica l’assenza di glutine nei loro prodotti. Infine l’Azienda è iscritta nell’elenco degli operatori biologici nel registro della Lombardia. Il successo di Lorenzi Salumi è dovuto a diversi fattori: all’evoluzione della tecnologia, alla cura meticolosa riservata

alle fasi di lavorazione, all’attrezzatissimo laboratorio di analisi dove vengono continuamente controllati i prodotti e non ultimo alla passione che tutti i collaboratori, sin dall’inizio, hanno riservato a questo lavoro. La stessa passione, lo stesso impegno che Gianni Lorenzi ha dedicato al suo lavoro che amava definire “una delle cose più importanti della mia vita... e che quel che ho fatto non è stato fatto per necessità o bisogno, ma spinto dall’ambizione, dalla voglia di fare… e nel mio lavoro, qualità non è mai stata solo una bella parola”.

Il risultato fin qui raggiunto è per i figli non un traguardo, ma un punto di partenza per nuove sfide e nuovi obiettivi, come lo dimostra la recente acquisizione del Salumificio Salvo, storica azienda ligure. Un’ulteriore tappa per guardare al futuro ma con uno sguardo rivolto al passato con le parole di GIANNI:” è stata un’avventura esaltante, partire dal niente e creare un’azienda”.

E la storia continua………

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La ricetta Lorenzi per i lettori di Bergamo&Co REGINA CAPRICCIOSA Ingredienti per 4 persone: 200 g di prosciutto cotto Gran Delicato Lorenzi tagliato a fette sottili 1 burrata da 500 g 100 g di pomodori secchi sott’olio 12 carciofi sott’olio 16 olive taggiasche denocciolate 16 rametti di origano fresco olio extra vergine d’oliva

Frullare la burrata in un mixer aggiungendo la sua acqua di governo fino ad ottenere una crema morbida e mettere da parte. Asciugare i pomodori secchi dall’olio di conservazione.

Scolare le olive taggiasche e tagliare in due i carciofi sott’olio.

Sfogliare i rametti di origano in una ciotolina. Prendere le fette sottili di prosciutto cotto e formare delle rose. Versare la crema di burrata nel piatto di portata, decorare adagiando le rose di prosciutto cotto accompagnandole con i pomodori, i quarti di carciofo, le olive taggiasche e le foglie di origano.

Terminare il piatto con qualche goccia di olio extra vergine d’oliva e poco pepe.

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Dall’abito alla luna di miele ecco le istruzioni per un matrimonio perfetto

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gni sposa aspira a vivere un matrimonio perfetto, a realizzare un evento straordinario che concretizzi sogni e desideri e di cui parenti e amici parleranno e serberanno ricordi unici nel tempo. Per chi non fa il wedding planner di professione, un’organizzazione impeccabile rappresenta una sfida piuttosto impegnativa, assolutamente da non sottovalutare. Il matrimonio è un progetto monumentale che va edificato con attenzione e pazienza, ma soprattutto tempo ed esperienza.

Ecco quindi la nostra guida al matrimonio, uno scadenzario di percorso ricco di informazioni e suggerimenti utili per affrontare la sfida senza stress ed intoppi, che contribuirà a rendere davvero unico il vostro grande giorno e farvi arrivare all’altare serene, bellissime e rilassate.

I preparativi: dall’anello di fidanzamento fino alla cerimonia Il vostro fidanzato si è deciso o, a dispetto della tradizione, siete state voi ad aver preso l’iniziativa. In ogni caso è stabilito, vi sposate. La prima cosa a cui pensare, non è aggiornare il vostro stato su Facebook e pubblicare via Instagram i selfie con l’anello al dito, ma è decidere se optare per un rito religioso, civile o all’americana in suggestive location.

Da dove iniziare?

A questo punto la prima cosa che una coppia di sposi si chiede, è: “Da dove devo iniziare?” Anche se può sembrare tutto

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di Cristina Tresoldi

molto confuso, ci sono alcuni elementi del matrimonio che vanno decisi e confermati prima di altri. Ma vediamo di affrontare una cosa per volta, in ordine di priorità. Si può pensare che le cose vadano prenotate un po’ a caso o che prenotare l’abito da sposa sia importante quanto occuparsi della musica o della location.

Questo è un modo di pensare errato, in quanto ci sono delle tempistiche per ogni cosa e ci sono fornitori che vanno “fissati” prima di altri perchè i costi variano soprattutto in base alla stagione e al giorno in cui volete svolgere il vostro matrimonio. Il periodo considerato “alta stagione” in quanto ci sono molte più richieste di coppie che si sposano, è quello che va da Aprile ad Ottobre.

I mesi più richiesti dalle coppie di futuri sposi sono Giugno e Settembre, seguiti subito dopo da Maggio. Ciò è dovuto alla maggior durata delle giornate e alla maggior probabilità di avere un clima favorevole.

Di conseguenza, se volete risparmiare un po’ sulle spese e se non siete amanti del caldo, potete prendere in considerazione di sposarvi in bassa stagione (da Novembre a Marzo). Altra priorità pianificare un colloquio con il parroco o il comune per chiarirvi le idee circa un anno prima, in modo da non incorrere in eventuali sorprese inaspettate. Se vivete in una grande città e desiderate sposarvi in una chiesa molto richiesta oppure diversa da quella del vostro comune di residenza, completate le carte necessarie al più presto possibile, poiché sono necessari più documenti.

Spose & Stile vola a Paris!

“Grazie a tutte le numerose clienti che hanno scelto il mio Atelier, si sono afdate al mio stile e alla mia professionalità, posso ora raggiungere la capitale mondiale della haute couture.

In questi sei anni di attività, ho voluto trasmettere quanto sia per me importante il valore della qualità sartoriale made in Italy e proprio per questo dal 2010 ad oggi ho raggiunto grandi traguardi professionali e riconoscimenti aziendali all'interno del mercato italiano.

Ora è fnalmente per me arrivata l'opportunità di portare il gusto, lo stile e il saper vivere della nostra bella Italia anche a Parigi. Ci saranno per me nuove clienti e vetrine, nuove collezioni e passerelle, nuove avventure ed esperienze professionali.

Tutto questo grazie anche a Voi, che avete scelto la mia impresa e creduto nel mio progetto aziendale, afdandovi a me per l'acquisto dell'Abito da Sposa. Per questo Vi ringrazio personalmente e naturalmente...

A Bientôt et bisous. Nous nous retrouverons dans l'ombre de la Tour Eifel!”

Cristina Tresoldi

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Contattate il prima possibile il parroco o l’ufficiale di stato civile per verificare date disponibili ed orari, tenendo sempre bene a mente che per loro, le vostre nozze non saranno le uniche a dover essere celebrate. Chi ben comincia è a metà dell’opera, dunque aspettare a definire una data certa è una perdita di tempo che inevitabilmente affretterà il resto dei preparativi. Stabilite con obiettività il vostro budget, il limite di spesa reale che potete destinare con serenità alla totale copertura delle spese e stilate una lista degli invitati provvisoria, indicando quanti di questi riceveranno la partecipazione per la sola cerimonia e quanti anche per il ricevimento. Con queste informazioni ben chiare, potrete lanciarvi alla ricerca della location perfetta, che sulla base del numero delle persone invitate al grande evento e su indicazione di un tetto massimo di spesa, saprà fornirvi la soluzione migliore per soddisfare i palati e appagare gli occhi.

Per la proposta gastronomica, affidatevi totalmente a professionisti della ristorazione, abituati quotidianamente a gestire servizi cerimonia con tempi di preparazione precisi e definiti. Evitate di stravolgere le sale o sovvertire le regole della buona ristorazione e limitatevi a scegliere la proposta culinaria che più appaga i vostri gusti. Se dovete fare una scelta tra qualità dei piatti e quantità delle portate, preferite senza ombra di dubbio la prima. Definito giorno, orario, luogo della cerimonia e location per i festeggiamenti, procedete a far stampare le partecipazioni, che dovranno essere inviate ai destinatari circa 60 giorni prima delle nozze, preparate i passaporti se ancora non ne siete provvisti e se desiderate sfoggiare una forma fisica indimenticabile iniziate a fare sport...

Un corso di ballo con il vostro fidanzato è l’ideale se il giorno dei festeggiamenti desiderate esibire un passo a due indimenticabile. Sbrigate le incombenze meramente logistiche, ora è finalmente il momento di pensare all’abito da sposa e

naturalmente anche dello sposo. Selezionate molto, scegliete made in Italy e preferibilmente comprate un abito fatto su misura per voi. Se volete essere belle ed indossare un capo che Vi renda uniche e valorizzi i vostri punti migliori, mascherando invece ciò che preferite celare, rivolgetevi ad Atelier d’alta moda specializzati, dove oltre a prodotti di alta qualità, troverete professionisti in grado di consigliarvi la cosa giusta al momento opportuno. Evitate di perdere giornate intere facendo il tour di tutti i negozi della regione senza distinguere fra boutique e atelier, prenotando il vostro appuntamento in massimo tre punti vendita. Portate sempre con voi la persona che intende regalarvi questo abito unico, evitando di rendere partecipi folle di amiche, che spesso non mettono i desideri della sposa al primo posto e a tutto pensano tranne che al rispetto del budget che vi siete date e che è opportuno comunicare con sincerità al personale vendite.

Iniziate a programmare il viaggio di nozze almeno 5 mesi prima, pensate a quali mete vorreste esplorare e cercate di approfittare di alcuni vantaggi prenotando con il più largo anticipo possibile, senza dimenticare di inserire le coperture assicurative in caso di annullamenti o variazioni delle destinazioni. Inoltre è ormai consuetudine aprire la lista nozze in agenzia viaggi, in tal caso informate le persone a voi più vicine della scelta fatta per la luna di miele.

Prenotate almeno 3 mesi prima l’autovettura (preferibilmente con conducente) che scenograficamente vi condurrà alla cerimonia e un’eventuale navetta per gli ospiti, verificando la necessità di richiedere i permessi necessari per gli accessi in zone a traffico limitato. Con la stessa tempistica scegliete le fedi insieme al vostro fidanzato, contattate il flower designer per il progetto relativo al bouquet e agli addobbi, scegliete i brani musicali per accompagnare i momenti salienti della cerimonia e soprattutto pensate a trovare un bravo fotografo.

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CONTI

MORONI

Spesso alcune coppie delegano a parenti ed amici gli scatti matrimoniali, con successiva grande insoddisfazione nel momento in cui qest’ultimi vengono mostrati al rientro dalla luna di miele.

Affidatevi a professionisti per ogni settore delle nozze, il fai da te non è adatto ad un giorno irripetibile che ricorderete, sia per gli aspetti positivi che per quelli negativi, tutta la vita.

Ad un mese dalle nozze, quando ormai avrete ricevuto dai vostri cari la conferma di partecipazione all’evento, assegnate i posti degli invitati a tavola, fate una prova generale dell’abito con accessori, trucco ed acconciatura, richiamate i fornitori per accordarvi sulla logistica del ritiro merci e il saldo di quanto loro spettante. Le ultime due settimane preparate le valige, festeggiate l’addio al nubilato/celibato, intensificate trattamenti estetici e concedetevi un weekend di relax in coppia.

La parola d’ordine dell’ultima settimana dovrà essere “delegare”.

La cerimonia: conoscere le regole prima di trasgredirle Il matrimonio è della coppia e deve rispecchiare gusti e desideri degli sposi (non quelli delle loro mamme). Detto questo è comunque corretto seguire o quantomeno considerare l’esistenza di una serie di regole convenzionali di comportamento, volte al rispetto di spazi e tempi che coinvolgono altre persone. Diciamo Sì all’abito corto anche in chiesa, al make-up leggero anche su décolleté e braccia, ad un ritardo che non superi i 10 minuti, ad un’autovettura d’epoca o ad un mezzo di locomozione scenografico, ai vestitini coordinati per paggetti e damigelle, ad un tripudio di fiori e piante, ai ventagli personalizzati in estate, ad una grande confettata, all’attenzione verso gli ospiti a due o quattro zampe.

Diciamo No all’eccesso di gioielli, al trucco pesante, all’abito con il cerchio, al velo indossato al ristorante, ai banchetti interminabili, al bouquet identico agli altri addobbi, alle fotografie in posa, al maniacale resoconto dei preparativi sui social network, ai viaggi eterni per raggiungere la location dal luogo della cerimonia.

Il wedding party: dove tutto non è concesso Se volete rispettare la tradizione e concludere in allegria il grande giorno, il party non può mancare ed anzi rappresenterà il momento della giornata in cui anche gli invitati potranno sentirsi protagonisti. Come accennato dopo il banchetto, che sia un pranzo o una cena, gli sposi aprono il classico giro di danza, dove saranno raggiunti dai genitori e dai testimoni e subito dopo da tutti gli altri invitati. La cosa fondamentale, che farà la differenza, è la scelta del dj che deve essere in grado di coinvilgere tutti, alternando stili musicali e ritmi. Se la stagione lo consente è più chic optare per una festa in giardino o a bordo piscina, ma se la location scelta non dispone di spazi esterni idonei, anche un ampio salone sarà una soluzione altrettanto valida. Fondamentale è avere spazio per muoversi in libertà, eventualmente delimitato da addobbi floreali che separino i tavoli e le sedute per chi non desidera partecipare. In ogni caso dopo il brindisi agli sposi e il taglio della torta si procederà al lancio del bouquet.

Una considerazione è d’obbligo: ballate, divertitevi e godetevi ogni attimo della festa senza preoccuparvi di sgualcire l’abito, godetevi ogni attimo della festa con intensità, ma per nessuna ragione al mondo toglietevi le scarpe e gironzolate in location a piedi nudi. Al termine dei balli più sfrenati, congedate i vostri ospiti senza dimenticare di consegnare personalmente la bomboniera, il ricordo di una grande giornata.

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Luna di miele

di Maria Rosa Paruta

La luna di miele non è un viaggio, ma il viaggio per eccellenza. Non che nella vita non si facciano altri viaggi, e sicuramente anche con mete esclusive, ma l’atmosfera che si crea dopo il “si, lo voglio” è davvero unica.

Un’esperienza indimenticabile, il luogo che si sceglie: mare o montagna, natura o città d’arte che sia, non fa differenza. Contattate un Tour Operator o un’Agenzia Viaggi affidabili, improvvisare non sempre appaga, e lasciatevi trasportare dal vostro cuore verso terre lontane per scoprire territori e tradizioni millenarie, cime innevate o baie incantate, luoghi sacri o divertenti, sempre mano nella mano per sancire un legame tra due persone in eterno.

C.E.A., grazie alla propria professionalità ed alla fiducia, che ha saputo conquistarsi negli anni dai propri clienti e fornitori, è attualmente riconosciuta ed apprezzata in ambito nazionale. L’obiettivo di C.E.A. è quello di garantire ai propri clienti un servizio di installazione impeccabile e conforme agli alti standard qualitativi che impongono le case produttrici di pellicole per vetri (Certificazione ISO 9001).

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