Come petali al vento

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Quaderni del Volontariato 6

Edizione 2010



Giuliana Novelli

Come Petali al Vento


Cesvol Centro Servizi Volontariato della Provicia di Perugia Via Sandro Penna 104/106 Sant’Andrea delle Fratte 06132 Perugia tel. 075.5271976 fax. 075.5287998 Sito Internet: www.pgcesvol.net Visita anche la nostra pagina su

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Edizione: Ottobre 2010 Progetto grafico e videoimpaginazione: Chiara Gagliano Disegni di Vania Patacca

Tutti i diritti sono riservati Ogni riproduzione, anche parziale è vietata


Come petali al vento

I QUADERNI DEL VOLONTARIATO, UN VIAGGIO ATTRAVERSO UN LIBRO NEL MONDO DEL SOCIALE

Il CESVOL, centro servizi volontariato per la Provincia di Perugia, nell’ambito delle proprie attività istituzionali, ha definito un piano specifico nell’area della pubblicistica del volontariato. L’obiettivo è quello di fornire proposte ed idee coerenti rispetto ai temi di interesse e di competenza del settore, di valorizzare il patrimonio di esperienze e di contenuti già esistenti nell’ambito del volontariato organizzato ed inoltre di favorire e promuovere la circolazione e diffusione di argomenti e questioni che possono ritenersi coerenti rispetto a quelli presenti al centro della riflessione regionale o nazionale sulle tematiche sociali. La collana I quaderni del volontariato presenta una serie di produzioni pubblicistiche selezionate attraverso un invito periodico rivolto alle associazioni, al fine di realizzare con il tempo una vera e propria collana editoriale dedicata alle tematiche sociali, ma anche ai contenuti ed alle azioni portate avanti dall’associazionismo provinciale. I Quaderni del volontariato, inoltre, rappresentano un utile supporto per chiunque volesse approfondire i temi inerenti il sociale per motivi di studio ed approfondimento.

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A mio marito ed ai miei figli perchè con questi scritti entrino ancor meglio nelle pieghe del mio animo



Come petali al vento

Prefazione di Luciano Lepri

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Prefazione di Primula Ciurnelli Cangi

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Ipotesi liete Dinamismo dell’inconscio L’anima Voce di carezza L’attesa L’orto della vita Metamorfosi Palpiti del cuore Vagare Speranze sopite Mentre L’ansia di essere Dopo il temporale L’anziano va Il Monaco La ruga Il filosofo Le tue impronte Di Novembre Casa Paterna Ripenso la sapienza Ricordo Eredità Immagine che emerge dall’Oblio Cento Anni Temporale estivo Soavi respiri Orizzonte di fuoco Notte di S. Lorenzo Strada della collina

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Campo di grano Contadini Il fiume La brezza Ferita vitale Spicchi di cielo Magia di neve Ginestre Nel cielo Gallo canente Giugno 2010 Dalla mia finestra Terra d’Abruzzo Sul monte Krizevac Figlia Fiore sottile (A Benedetta) Gocce di luce La fatica più dolce Pianto di gioia Il nonno senza età Nuvole di Marzo La mia città Vecchio portone La campana Il tempo Naufrago di sogni Il tanto ipotetico Cavilli Caducità Come l’ombra Alina (ragazza Ucraina) Vento Il Pensiero Biografia di Giuliana Novelli 10

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Come petali al vento

PREFAZIONE DI LUCIANO LEPRI In “Come petali al vento” quarta raccolta poetica di Giuliana Novelli, la poetessa reatina sembra aver raggiunto una sua maturità espressiva che rende questa raccolta interessante e significante, segnandone a mio avviso, un punto al tempo stesso di arrivo e di partenza. Di arrivo perchè, appunto, ne mostra la maturità poetica dopo un percorso che l’ha vista nascere alla poesia sin dagli anni giovanili e che poi sempre più convintamente l’ha vista crescere lentamente ma con costanza e determinazione sino a raggiungere i risultati di questa bella raccolta. Un punto di partenza perchè Giuliana Novelli, avendo oramai intrapreso un cosciente, motivato e meditato cammino nei sentieri della parola in versi, non può altro che migliorare ancora e seguitare a fornire una produzione poetica di qualità e di sostanza. Ma vediamo cosa caratterizza questa quarta raccolta da renderla così significativa ed importante nel percorso creativo della Novelli. C’è una grande attenzione alla parola e al linguaggio che pur sempre fluente, facile e comunicativo, trova delle punte di interesse sia nella strutturazione del verso, sia nella ricerca di termini e di vocaboli che, sempre nella indubbia comprensibilità, offre al lettore una gamma espressiva interessante e a tratti preziosa. Tutto ciò determina il nascere di frasi, di immagini, di proposizioni, di figurazioni e rappresentazioni di indubbia originalità e grande bellezza: “dall’oscurità lamentosa/dei sentieri che si diramano/ e si perdono nella loro trama”; “va la mente navigando / nelle segrete vie dell’io”; “scende la pioggia ancora/ dal cielo tumefatto”; “coltivare se stessi/ nel duro orto della vita”; “l’ansia di esistere/ brucia le vesti degli anni/ cosparse di paure”; ecc...ecc... . 11


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Ma al di là di questo aspetto, che non è meramente formale in quanto, come è logico che sia, la parola, la frase, l’immagine si fa sostanza, vibrazione, sentimento, espressività, passione, partecipazione. Al di là di ciò, dicevamo c’è la continua attenzione alla natura vista sia nel suo essere dolce, delicata e serena, sia nei suoi aspetti più nefasti e duri dove, in entrambi i casi essa diviene metafora, allegoria, traslato della condizione umana. Condizione umana che costituisce un altro dei filoni, forse almeno in questa raccolta, il più consistente, ovverosia quello dedicato alle riflessioni sulla vita, sull’uomo, sul tempo, sulle condizioni di vita, sulla spiritualità, sull’ambiente in cui l’autrice vive, opera o si trova a passare, sull’eterno confliggere dell’umanità, su ciò che poteva essere e non è. C’è poi il filone dei ricordi delicati, teneri eppure sempre vivi e accesi come in “Casa paterna”, “Il nonno senza età”, “Ripenso la sapienza” o proprio in “Ricordo”, una struggente, dolorosa, quanto affettuosa e piena di rimpianti, rimembranza dei genitori troppo presto scomparsi. Ci sono poi le poesie sui sentimenti: “Figlia” “Gocce di luce” “Fiore sottile” “Pianto di gioia”, “La Fatica più dolce”, “Le tue impronte” “Di Novembre” e così via, dove non c’è sentimentalismo ma c’è una coscienza piena, matura e affatto sdolcinata di quella che è la più intima partecipazione della poetessa agli accadimenti, agli affetti, alle persone, alle situazioni, ai momenti che ne hanno caratterizzato l’esistenza. Ma al di là di queste succinte considerazioni (questa raccolta meriterebbe, infatti più ampio esame e più attenta e approfondita valutazione) c’è una considerazione finale che mi preme fare, anzi è più di un’impressione, un segno, un’impronta che questa raccolta mi ha lasciato. L’impressione è la seguente: alla fine di “Come petali al vento” mi è sembrato di aver letto un grande quadro, anzi,

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per essere più preciso e aderente , un grande acquarello, tanta è la delicatezza dei toni, la leggerezza delle sfumature, la complessità tenue dei colori, la fluidità narrativa del tutto che fa di Giuliana Novelli una pittrice in versi, così come auspica nella poesia “Strada della collina” che così conclude: “L’andar riprendo/ lungo la collina/ il cuore è in pace/ ed io vorrei.../ essere pittore”.

Luciano Lepri

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PREFAZIONE DI PRIMULA CIURNELLI CANGI Tornano sempre bene accolte, le piacevoli poesie di Giuliana Novelli. Come acque zampillanti da una fresca sorgente, riportano il lettore sulle vie percorse da sensazioni e sentimenti. Questi, intrecciati, formano la trama della vita stessa di Giuliana. Di riflesso anche della nostra perchè la scrittrice ci suggestiona a ritrovare identici sentimenti di tenerezza, una tenerezza che smorza anche il dolore. È come se la poetessa ascoltasse le voci interne che, stimolate da situazioni esteriori si esprimono spesso con sottile amarezza, ma che sfociano poi sul filo della speranza. Un invito a meditare, a cogliere il sospiro del tempo sulle ali di una musicalità nuova. Perchè nuova? Perchè ogni pubblicazione di Giuliana sembra arricchirsi di una maggiore intensità. Le chiamerei pennellate di un geniale pittore che affina il proprio stile mentre osserva e si esprime in delicati paesaggi. Galleria di sentimenti? Certo, ma non esclusivamente personali perchè trovano eco in chi legge e più che leggere, ascolta un’altra vita, non molto dissimile dalla sua. Riconosce infatti sensazioni e momentanei turbamenti. E lo scrittore è proprio questo che deve fare: comunicare, creare dei ponti invisibili tra le anime per sconfiggere le dannose solitudini del nostro mondo. Ringraziamo Giuliana Novelli per questo suo aprirci un giardino di pensieri per un piacevole andare nei sentieri del tempo. Primula Ciurnelli Cangi

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IPOTESI LIETE Quando il sole scolpisce la montagna e il mare chiede luce per essere più blu, l’amore acquista spazio e il vento dell’ebbrezza fa mulinello, ruota sparge, aduna poi s’invola verso lidi nuovi da fulvida luce attratto e da colori. Il moto nuovo ti trascina e scinde la tua vita in ipotesi liete e in sofferenze vaghe. Nell’ore d’inverno tiepida primavera appare con nidi ed alveari che nuova vita aspettano. È questo il tempo di pulir le muffe e d’aspettare amore.

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DINAMISMO DELL’INCONSCIO Vagante in un tempo senza fine tra esilio casuale o volontario lungo sconosciute lontananze cammina avido l’inconscio tra il pallido ed il roseo della vita. Laddove il tempo non sollecita e la brama non esiste più si smarrisce confuso nei sentieri per quelle strade che sentono l’oblio. L’impeto del pensiero spira tra foreste inestricabili dove viluppi ciechi s’avvinghiano alla terra e si confondono con l’humus dove cadono i semi e dove presto allignano.

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L’ANIMA Dall’oscurità lamentosa dei sentieri che si diramano e si perdono nella loro trama l’anima cerca l’azzurro del cielo e il bianco delle nubi. In un bosco fitto di intralci fra tentativi irrisolti l’uomo cerca luce attraverso minimi respiri. La vita tenta di districarsi tra matasse intrecciate ed echi di sillabe confuse fino all’aperto spazio dove si sgranano pensieri che filtrano significati di un senso in divenire.

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VOCE DI CAREZZA O cielo che distendi i tuoi domini sui monti e sotto i mari cerca in quali nascosti anfratti l’amore abbia gettato i fiori dell’incantamento e sparso i suoi profumi a seppellir le scorie della vita. Diffondi il tuo silenzio ch’è voce di carezza su lidi intentati anche dai sogni e consegnaci il taciuto degli uomini e degli angeli il respiro.

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L’ATTESA Nei segreti anfratti della mente si diramano e divagano i pensieri. Cercano luce e intimi respiri nel vortice di un moto in divenire. Prende forza a tratti un’inquietudine, un’ansia nuova. Da lontano un forte vento spira portato su da un mare nei suoi rivolgimenti. Si fa chiara l’attesa tra dormiveglia e insonnia di anima sospesa al filo non reciso ancora da voli di gabbiani liberi e da rondini che vanno e vengono dal nido.

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L’ORTO DELLA VITA Spazio interiore come orto da accudire. Luogo di lavoro di semina e raccolto. Di attesa paziente di trepidazione. D’angoscia amara, di custodia attenta di frutti a lungo attesi. Coltivare se stessi nel duro orto della vita e sognare fruttuoso l’atteso raccolto è stringere in dono, lieve e senza vanità, un serto piccolo d’amore.

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METAMORFOSI Forse nel segreto degli abissi è celato il senso della vita. Nei meandri della percezione regna nascosta la metamorfosi dell’essere. Illusione sogna d’intravedere verità a mascherare affanni.

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PALPITI DEL CUORE Nei fruscianti palpiti del cuore tra oscillanti increspature e silenziose armonie s’agitano eterne le emozioni. Gli astrali spazi dell’amore in vascello materno trasformati a veleggiare vanno verso mari tersi. In porti sicuri approdano a cambiare la vela del destino.

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VAGARE Il pensiero estraniato, esiliato dal tempo va tra ipotesi vaghe in regioni senza confini. L’anima, come roccia da nuvola coperta, a volte si rischiara, oppur s’eclissa in abissi sotto l’ombra. L’essere si disperde nel folto senza fine dove niente resta che sperare.

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SPERANZE SOPITE Il sussurro del vento in un vortice ubriaco spira parole nuove a chi in giaciglio geme. Speranze sopite s’alzano da torpore a risveglio spinte per declinare amore in un inno solenne alla vita

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MENTRE Mentre scorre il fiume e il filo d’erba cresce, la vita di questo nostro mondo trionfa sfolgorante e poi lenta recede nel silenzio profondo.

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L’ANSIA DI ESSERE L’ansia di esistere brucia le vesti degli anni cosparse di paure come benzina arsa da viva fiamma. Figure confuse d’altrui fotografie specchietto per allodole divengono. L’irraggiungibile turba e non dà tregua. Pensieri ossessivi devastano la mente. Vivere è fuggir futilità non mutuo traguardo di convincimenti e di fatui desideri. Può essere veleno ciò che fantastico ci appare.

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DOPO IL TEMPORALE Muovevano le greggi lente dopo lo scrosciar del temporale poi il viaggio finiva, era la sosta. Cercavano, i cavalli intrisi d’acqua, la pastura. Brucavano lenti che il silenzio li placava. Dove prima era la terra, c’era l’erba, dopo i tuoni, la quiete ed il celeste.

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L’ANZIANO VA Mentre il muschio spunta dalle crepe e la gramigna s’attacca addosso ai muri, per un viottolo, dall’andamento incerto va l’anziano col bastone nell’umile campagna di novembre. Il cane innanzi ad annusar le foglie dietro il compagno le pigia col bastone. Il vento dei ricordi spira, fa mulinello alita dentro il cuore. All’improvviso increspa il lento fluire del cammino. Torna, l’anziano sui suoi passi. Sbuffi di fumo dal comignolo di casa riportano il presente alla sua mente.

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IL MONACO Carismatico era ed autorevole, burbero a volte e diretto di natura, allegria alternava a serietà . D’intelligenza acuta, parole proferiva di saggezza come da botte piccola stillate. Di sapore schietto, come vino non tagliato, il suo parlare, di vivere il segreto c’insegnava.

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LA RUGA Il mondo forse non s’accorge più dell’uomo quando vede che nel suo corpo una ruga del tempo ha creato un segno ed un’ombra che non sa di gioventù.

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IL FILOSOFO Vede le stranezze della vita prossime alla normalità più che all’errore. Di luce attenua il buio della notte e della pioggia ama la monotonia. Pacato osserva i giorni che rinascono tal quali l’uno dall’altro come perdita ed inizio, cenere e seme. Ciclo vitale tutto, di normale evoluzione per lui, che anziano ormai, la vita conosce ed i segreti.

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LE TUE IMPRONTE Tra pagine e pagine del libro sfogliato senza sosta negli anni ritrovo il tuo profumo e le tue impronte. Lo scrigno dei sentimenti ricorda le tue ore e le tue notti a meditare.

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DI NOVEMBRE Lungo il viale ove s’allineano i cipressi, andavo di novembre con mia madre a visitare i morti. Il vento danzava con le foglie, le rincorreva poi le abbandonava umide e stanche dove i passi di gente in processione andavano leggeri. Silenziose, per rispettare i morti andavamo anche noi verso cappelle e tombe recando in mano fiori e cenci per pulir le foto. La mamma le baciava con carezza lieve, sostava a fissare i cari addormentati... Ora vado da sola al cimitero, la mamma è tra le foto... Compio gli stessi gesti suoi, m’attardo dentro il camposanto, altro poi non posso fare se non uscire lenta a testa china.

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CASA PATERNA La vostra casa tace. All’ombra che trafigge l’occhio e il cuore il cielo si richiude e il vuoto appare. Le stanze orfane lasciate gemono come arida montagna. Vaga il vostro spirito e risuona. Un vento raro circola e ristagna.

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RIPENSO LA SAPIENZA Ricordo gli aneddoti del babbo, del nonno i racconti umidi di pianto, lo sguardo dolce della mamma e la carezza. Sapienti e affusolate le sue mani, nervose e abili quelle di mio padre, delicate e morbide le dita di mio nonno. Quanta sapienza in loro intravedevo e quanto amore!

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RICORDO Vi ricordo amati genitori, giovani e noi piccoli accanto. Anziani dopo, quando adulti e forti noi figli diventammo. Ci lasciaste presto così il destino volle. La vostra casa è stata abbandonata perchè ogni figlio il proprio nido ha fatto. Ora seppur di quelle vostre mura la chiave io posseggo, padrona non mi sento chè quando vi ritorno il cuor sempre mi batte: mi par di rivedervi sull’uscio ad aspettarmi.

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EREDITÀ Come vorrei del patrimonio dei genitori miei doti e virtù vagamente avere. Il carisma forte di mia madre e l’infinita sua dolce bontà. E di mio padre la rara abilità e l’intelligenza.

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IMMAGINE CHE EMERGE DALL’OBLIO Era idilliaco ciò che in verità non lo era. Mondo remoto di cultura popolare di gente sana e forte. Nutrito di un passato abile e sapiente, con gioie e sofferenze in alternanza, l’animo forte dell’anziano d’oggi, un tempo si plasmò.

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CENTO ANNI Sul ciglio del sentiero dove la via si restringe e si fa quasi precipizio cammini attenta con vitalità solerte. Presente alla tua vita di oggi e del passato in una nuvola di pensieri lieti riveli,consapevole e giocosa come l’amor filiale ti sprigioni forza e trovi in te, sicura, la sua ragione d’essere. Tu che vedesti tant’albe e bei tramonti, scrosci di temporali e inverni tristi e bui fissi, come calamita nella mente, soltanto ciò che non rattrista. Un soprassalto di letizia ti coglie all’improvviso: luce vivida, senz’ombre illumina ridente, l’oscurità della tua sera.

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TEMPORALE ESTIVO Muta nell’aria il tempo d’ora in ora. Nuvole cupe oscurano all’improvviso il cielo. Piove leggero dapprima poi più forte. Scroscia l’acqua s’abbatte sui muri e sulle case. Lampi e tuoni sfavillano e riecheggiano. Il cane abbaia e non sonnecchia più. S’è fatto quasi buio il cielo diffonde oscurità. Vento, grandine, tempesta... Gli attimi passano senza che altro avvenga o divaghi un po’ la mente. Tace alfin la pioggia, i lampi impallidiscono lontani i tuoni. Il cane torna ad accucciarsi, l’anziano riprende a sonnecchiare.

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SOAVI RESPIRI In un creato di silenzi un impercettibile bisbiglio accompagna il celeste limpido dell’aria e dà moto e voce a grazia e desiderio tra vele di candore di neve e di cristalli. L’ora si placa tra i silenti passi un carro lento di diafano splendore arriva di lontano trainando pace. L’astrale gelo dell’aria fuma di tiepido calore.

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ORIZZONTE DI FUOCO Le tenebre in lotta col mattino, mentre una stella tardava a scomparire, mi videro sonnolenta ad ammirare spettacolo mai visto in vita mia. Sul limitar del mare vidi nastro di fuoco ad incendiare il buio. Roseo si fece in breve tempo il cielo e l’acqua, specchio di brillanti diventò. Mai più forse vedrò tanta bellezza come quel giorno al sorger dell’aurora.

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NOTTE DI S. LORENZO Io che m’aggiro in così ventoso spazio dove l’aria scuote la collina sotto un cielo gemmato di stelle, entro nei sensi dell’incantamento. M’espando in mille volti del mondo e l’infinito. La forza che m’invade tutta mi percorre, mi scende per le braccia, ai fianchi, nelle membra. Il brulichio stellare mi prende in confusione, di dubbi m’attraversa: io son io, oppur niente e nessuno? Forse vorrei timidamente rimaner me stessa.

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STRADA DELLA COLLINA L’andar m’appaga lungo la via della collina. All’iniziar, sinuosa e ridente, bellezza già m’appare e mi solleva. Le sue movenze tra ginestre e alberi d’ulivo m’allietano e m’invitano alla sosta. Distese verdi di foglie di tabacco e lunghi filari di viti acconce all’apparir m’inebriano. Avida conquisto la collina e lo sguardo alterno dall’una all’altra parte. Pensiero di gaiezza mi rincorre, m’accosto incantata, dove terrazza magica guarda orizzonti che tolgono il respiro. M’appare bassa la piana con gli orti disegnati a quadri e da lontano il Subasio e sotto d’esso Assisi e più in là, di Torgiano, l’alto e superbo campanile. L’andar riprendo lungo la collina, il cuore è in pace ed io vorrei... essere pittore. 51


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CAMPO DI GRANO Giallo maturo che s’innalza di lontano tra occhi quieti di papaveri ondeggia allo spirar del vento come mare mosso da euforia. Turgida la spiga e altera aspetta la carezza. Matura ormai il suo destino attende.

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CONTADINI Chi sulla terra è chino e chi s’affossa tra zolle in una traccia tortuosa che si perde nel fango. I contadini meditano su quel che l’opera quel dì reclama. È forza ed è pensiero e mimesi di gesti visti e ripetuti del perchè e del come agir di mani e braccia. Sotto l’ombrello d’ulivi secolari e accanto a tralci di feconde viti cercano rifugio e sete e fame arrestano. La nebbia lambisce i sogni che si perdono all’infinito.

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IL FIUME Il fiume è una pietraia dove il filo della corrente cerca la sua strada. Il vento accarezza i sassi che rotolando gli affidano i segreti. All’ultima ritrosia dell’acqua prima di passare sotto il ponte, confida i suoi pensieri e le speranze, l’uomo che ogni giorno sosta sulla ghiaia in riva al fiume.

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LA BREZZA In una trama di magici ricami la brezza scherza leggera soffiando amore al mare e manda spruzzi sulla sabbia a rincorrere gli ultimi bagnanti. Odore di salsedine sale verso il brulichio stellare, ad invitare il cielo perchè danzi col mare. Ore leggere battono accompagnate da magia. La musica dell’acqua accarezza dolcemente i sogni.

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FERITA VITALE Piange la vite colpita da ferita. Versa lacrime sul tralcio potato per un domani acconcio. Curata la pianta tra lacrime versate la fioritura attende. Muta cosĂŹ lo stato delle cose. La vita sempre a pulsar ritorna e il sole su di essa ad occhieggiare.

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SPICCHI DI CIELO

Vorrei strappare spicchi di cielo da donare nelle rotte della notte a farfalle dalle ali tarpate. A innocenti sorrisi prigionieri di sogni sacrificati e ingannati. Giovane età schiava di un’anima infranta nel vortice della malvagità .

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MAGIA DI NEVE Bianchi coriandoli scendono dal cielo e la campagna ammantano. Ordine secolare di filari mostra gagliardi tralci da candore ingentiliti all’aria che l’affina. Silenzio muto dell’inverno tra ovatta si riscalda. Bianco di mistero intorno. In esso la natura tace e soverchia ogni altra vita.

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GINESTRE Sui colli declinanti sale l’odore di ginestre. Il giallo infiora a pennellate sparse tra il verde argentato dei contorti ulivi. Tiepida aria mattutina si profuma e poi s’espande. Rosse con riflessi d’ocra, le sere di tramonto ai sogni fanno compagnia. Nuova stagione attesa s’avanza e si colora.

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NEL CIELO Musica d’uccelli ad accompagnare i sogni. Voli distesi che planano nel cielo e sole birichino ad occhieggiare tra nuvolette bianche e a far l’amore.

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GALLO CANENTE L’ora del risveglio annunci, foriero dell’alba e della luce. La buia notte vinci con essa i suoi fantasmi. A ritmo, il tuo canto, scuote chi tra luci e ombre ancora sta sognando. Messaggero avido di luce, fugando lesto angosce schiudi la porta al giorno recando sogni da desiderio attesi. Complice, suggelli l’agognato bacio di chi amore aspetta.

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GIUGNO 2010 Scende la pioggia ancora dal cielo tumefatto. Gonfia d’acqua è l’aria e il vento soffia tramontana. L’inverno domina selvaggio ancora e senza posa. L’estate, pavida ritarda. La pioggia scende prepotente a scroscio, inonda noncurante i nostri sogni.

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DALLA MIA FINESTRA Guardo, al mattino a ricrearmi, dalla finestra di questa casa mia, colline a onda da verde, argento e ocra ingentilite. Spunta il campanile della chiesina antica e, come funghi, ville m’appaiono e casolari bianchi in mezzo al verde. Allineati, alti cipressi, salgono imponenti verso la collina e, guardiani, scrutano tesori di natura intorno. Anche il mio sguardo spazia dall’alto in basso dove pace e bellezza la fanno da padrone. Profumo di caffè mi desta e m’invita a sorseggiare nell’incantamento. Quale miglior visione per l’occhio e il cuore se non il panorama dinanzi a casa mia.

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TERRA D’ABRUZZO Passo, per recarmi al mare, in terra d’Abruzzo disastrata. ...e l’Aquila, Onna, Paganica... ogni crepa mi trafigge il cuore, ogni sasso percuote la mia testa. Increduli sono gli occhi e umidi di pianto. Il cuore muto batte in mezzo al petto. Tragedia immane, visione devastante. Come si può, dinanzi a polvere e macerie andare a villeggiare? Non ho più voglia di recarmi al mare.

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SUL MONTE KRIZEVAC Tanta era l’ansia di giungere alla cima tra sconnessi sassi verso il monte che il salir non pesava ed era sano. La roccia rifioriva dal profondo. Tra le pietre indicibile il fermento. Non un grano di tenebre nell’aria, da opachi e rari fili d’erba usciva inaspettato un fiore. Il celeste ed il turchino aria filtravano a chi con fede saliva verso il monte.

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FIGLIA Che tristezza vederti partire per andare in un luogo lontano. Ti abbraccio, ti stringo la mano non voglio tu mi veda patire. La vita hai tutta davanti ed il pane, onesto, guadagni. Sei fiera, orgogliosa, non bagni i tuoi occhi che sono diamanti. Che tristezza vederti partire. Sei giovane, affronti la vita, insieme incrociamo le dita che domani io non debba morire. Che tristezza, vederti partire.

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FIORE SOTTILE (A BENEDETTA)

Di fronte a te io respiro il mare. Mi scalda il sole quando appari tu e il tuo profumo mi sa di cose rare. Danzami vicina, amata mia creatura e allegra, raccontami il tuo dorato mondo. T’aiuterò, amore, a colorare i sogni, di perle e di corallo e il tuo sorriso schietto, utile mi farà sentire ed appagata.

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GOCCE DI LUCE Stelle m’appaiono i tuoi occhi in un pezzo di cielo a darmi gioia. E perle preziose anche quando piangi in un mare di colori a navigare. Tenera asciugo le tue gote ed il sorriso torna ad infiammarti. Gocce di luce t’adornano piccola Francesca ed io m’appago di toccare insieme a te felice il paradiso.

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LA FATICA PIÙ DOLCE

Mangiarti di baci e raccontarti fiabe, cullarti fra le braccia per farti addormentare. Fingersi ballerina e goffa, volteggiare insieme a te. Spingere per ore l’altalena e giocare, giocare a piccole signore Lentamente poi viene la sera... con essa il bacio triste dell’arrivederci. Tu piangi, ancora vuoi restare. La nonna ti saluta baciandoti la testa e ti rincuora... Poi adocchia la poltrona più vicina, vi si butta lentamente a riposarsi. È stanca, stremata ma una stella di luce fanciulla le brilla intensamente dentro il cuore.

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PIANTO DI GIOIA Avanzi in nero illuminato da riflessi blu. Bianche madreperle brillano sul doppiopetto tuo di buona sartoria. Ai polsi tremuli, lucidi specchi rifrangono emozioni. Accanto a te, nuvola bianca, Annalisa, giovane figliola. Incedi lento ad accompagnarla in confusione assorto sull’altare. Ed io ti guardo a ricordare quando, sempre tu, quel giorno in nero, camminasti insieme a me, felice. Piango di gioia e un poco d’abbandono.

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IL NONNO SENZA ETĂ€ Il migliore dei compagni è il nonno senza etĂ . Amico, complice e filosofo esperto maestro e pur dottore. Cavallo inventato con le ali per galoppare al vento verso orizzonti da fantasia creati. E mago, giocoliere, saltimbanco a ricordare quando era lui piccolo bambino.

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NUVOLE DI MARZO La coltre degli anni pesa siam diventati grigi ma il vento soffia amore ancora e ravviva tra di noi speranza. Ora che viene sera sotto nuvole di marzo chiudo il libro a pagina finita domani sfoglierò il nuovo giorno.

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Come petali al vento

LA MIA CITTĂ€

Grigie secolari mura dove i raggi del sole battono a riflettersi sull’adiacente via, storie raccontate di genti e di millenni. Vanto della città poderose ed imponenti sentinelle a guardia siete nelle notti calde di gatti solitari e di cicale in festa. Come vorrei, piccola, presso di voi tornare e carezzarvi dolce fra un gioco e l’altro fatto da bambini.

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VECCHIO PORTONE Un tuffo al cuore dopo tanti anni vedere a Monteluce, chiuso quel portone. Non ci si andava certo per ballare ma all’occorenza, sapevi dove entrare. Addio vecchie nostre clinichette! E medicina di Larizza e di Grignani che ci accoglievi quasi a sentinella e la chiesina minuscola a consolarci come da sorella. E i vialetti, le piazzuole le scalette... s’andava sicuri e non sbagliavi mai. Addio vecchio ospedale nostro cittadino, di te il ricordo in cuore porteremo come il primo vagito dei figlioli dentro le tue mura o l’ultimo bacio dato a chi un giorno per sempre ci lasciò. 88


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LA CAMPANA Suona la campana l’ore del giorno a ritmare. Annuncia solenne l’ordinario della vita e mesto il dipartire. Lingua universale scandita da rintocchi lenti o da batocchi a festa.

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IL TEMPO Brucia il tempo con tale incandescenza che arde e si consuma. Dalle ceneri nuovi desideri s’alzano e s’involano verso imprevisti lidi. Implicati fatalmente i sensi trame nuove annodano. L’imprevedibile dell’anima progetta rapido il futuro mentre il presente si consuma e oblitera inesorabile il passato.

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NAUFRAGO DI SOGNI Interprete del dolore, nella vana ricerca di sogni irraggiungibili, vaghi di terra in terra ramingo a ricercar fortuna. Sguardo di preghiera, bagliore vitale vorrei darti ad illuminare il tuo orizzonte per impedirti di fuggir la vita.

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IL TANTO IPOTETICO Lacrime di dolore tracciano rigagnoli di ferite in fondo al cuore. Forse si muore dentro. L’agir nell’apparenza facile si fa strada. Aggrappàti al sogno di un tanto ipotetico non resta che accettare un minimo possibile.

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CAVILLI Mentre la vita pulsa senza indecisioni, l’uomo è realtà costantemente naufraga anche se poco o niente ha da raccontare. Cerca vaghi cavilli a rovinare tutto, vanifica realtà ad inasprir l’angoscia Il pensiero stanco vola sognando vita nuova, cerca rare qualità e si smarrisce ancora.

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CADUCITÀ Ogni atto della vita è costantemente eroso dalla sua stessa vacuità. Appare, poi lento defluisce, si sgomitola, rotola rapido alfin verso l’approdo va ch’altro non è se non il nulla silenzioso.

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COME L’OMBRA Mentre sul labbro guizza un’inquietudine, fosco nello sguardo e nell’andatura lento, povera gente insegui come ombra fedele, ad arricchirti. Segno di disperazione si palesa in un confuso tic sul viso smorto di chi ti è dinanzi. Tu mastichi gomma e come palo aspetti. Occhi tristi ti fissano guardano nel vuoto. Taci, infame, non approfittare di chi disperazione ha dentro il cuore.

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ALINA (RAGAZZA UCRAINA) In quelle vie che sentono il distacco il cuore pulsa per ciò che vi si lascia. Da noi, paese senza più confini arrivasti con speranza in cuore. Fiori tristi cogliesti forse al primo impatto nell’ombra senza fine. Ora non più che affetto qui trovasti e luce e non più muro. Le tue mani bramose ora s’appigliano alla proda, t’inerpichi, t’addentri, conosci l’amicizia. Alla tua patria desolata forse pensi quando arriva sera...

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VENTO Gioca il vento tra i rami e con le foglie. Eterno vagabondo vuol danzare da febbre d’amore invaso. In un concerto infinito, su l’ultima foglia vola sbarazzino sospira, l’accarezza poi l’abbandona e va.

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IL PENSIERO Va la mente navigando nelle segrete vie dell’io. Il desiderio mai pago in novelli orizzonti approda. Giace dove pace alberga scevra di pene e delusioni.

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BIOGRAFIA

Giuliana Novelli reatina di nascita vive a Perugia dove ha svolto la professione di insegnante elementare in alcune scuole della città. Il suo amore per la poesia che risale agli anni giovanili, si è via via consolidato soprattutto dopo il pensionamento. Scrive in lingua e in vernacolo sia reatino che perugino. Ama i viaggi, la letteratura e l’arte sotto ogni aspetto. Si è interessata di drammatizzazione nel corso della sua professione curando soggetti, regie e scenografie teatrali. Ha partecipato a premi letterari nazionali ottenendo lusinghieri risultati. Ha ricevuto il primo premio al Concorso Letterario Nazionale “Valeria” (settembre 2OO7) Cittaducale (Rieti) e sempre per lo stesso concorso, premi e segnalazioni nella terza, quarta, quinta, sesta, settima e ottava edizione. I suoi scritti sono pubblicati su vari giornali locali sia quotidiani che mensili o semestrali. Raccolte di sue poesie sono state edite da Centro d’arte Minerva (PG), da Justa Paritas (RI). per “Valeria”; da Cesvol Perugia per il volume “Il potere dell’alba” anno 2008 e per “Sottovoce” anno 2009. È impegnata nel campo del volontariato e della solidarietà. È Presidente dell’Associazione Umbra per La Lotta Contro IL Cancro A.U.C.C. per quanto riguarda il Comitato di Perugia. È possibile visualizzare i suoi lavori nel sito: www.poetitaliani.com.

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