Un giorno eravamo a Roma io e Mariella Genchi per una riunione riguardante un progetto di cooperazione internazionale, ma ci eravamo prefissati di dedicare almeno un’oretta ad una idea che ci frullava in testa da un po’ di tempo. Ci siamo seduti in un bar e abbiamo ripreso quella idea che era nata dallo stimolo degli amici di Livorno che ci avevano raccontato il loro lavoro con le scuole in cui gli utenti erano i diretti protagonisti. Abbiamo lì per la prima volta buttato giù la bozza di quello che poi sarebbe diventato il Progetto Formarsi Insieme. Il punto qualificante era quello che gli utenti in prima persona fossero attori di un percorso formativo insieme agli studenti: volevamo ragionare sulla stigma ed il pregiudizio insieme con un approfondimento teorico ma soprattutto attraverso la conoscenza reciproca e personale che si realizza solo stando fianco a fianco e facendo delle cose insieme. Quindi prevedemmo incontri studio in classe, visite ai luoghi della salute mentale, un periodo di convivenza, la costruzione di un evento cittadino locale e prodotti di documentazione su quanto realizzato. Un aspetto su cui puntavamo era quello di creare un clima di affettività credendo che questo, più di tutto, può aiutare noi esseri umani a familiarizzare e a sentirci vicini gli uni agli altri. Devo dire che, anche se non si possono negare difficoltà e problemi, il clima di amicizia, solidarietà ed affetto si è realizzato e la vicinanza umana tra i diversi attori presenti si è ad un certo punto, quasi magicamente, concretizzata. Per questo da parte mia sono contento di come è andata ed anche di essere riuscito, seppur in piccola parte, a dare il mio contributo. Carlo Minervini
Giornalino dell’Associazione 180amici Puglia e del gruppo studio e ricerca del Centro “Marco Cavallo” di Latiano -BR-
Marzo 2013
Numero Speciale per il Progetto “Formarsi Insieme”: Un percorso formativo in salute mentale condiviso tra pazienti, studenti ed operatori
Editoriale di Carlo e Maddalena Protagonisti insieme... per la città sociale La partecipazione attiva al Progetto “Formarsi Insieme”: un Percorso formativo in salute mentale condiviso tra pazienti, studenti ed operatori, promosso dall’ARES Puglia, ha rappresentato per la nostra Associazione “180amici” e per il Centro Sperimentale “Marco Cavallo” di Latiano (BR) un importante momento di conoscenza e approfondimento di alcune tematiche: storia della follia, le istituzioni totali, la trasformazione basagliana, i nuovi circuiti della salute mentale, la costruzione dello stigma e del pregiudizio ed i modi per affrontali e superarli, etc… Ma, nello stesso tempo, ha permesso la condivisione di emozioni e di vissuti che hanno preso forma insieme agli altri protagonisti: studenti, docenti, operatori, persone con esperienza di sofferenza psichica, musicisti, soci delle Associazioni, guide ambientali, etc… Questo crescere collettivamente ha portato alla sperimentazione di uno spazio comunicativo nuovo dove sono stati abbattuti muri e steccati e dove è prevalsa principalmente la “persona”. L’Associazione e il “Marco Cavallo”, attraverso questo periodico “180 Meraviglie”, ed in particolare nei numeri 8, 9, 10 hanno monitorato le varie fasi del progetto con i contributi scritti dei vari protagonisti, e con il supporto di alcune foto, relazionando sui diversi momenti: dalle riunioni preparatorie a Bari, agli incontri a scuola, alla visita del gruppo classe al Centro “Marco Cavallo”, alla convivenza a Torre Canne, e ancora all’evento conclusivo locale con la “Festa Matta in Piazza” a Fasano. Tutti questi contributi abbiamo voluto raccoglierli in questo numero speciale per dare testimonianza di quanta fatica, quanto impegno, quanta idealità, quanta passione c’è dietro la costruzione di un “percorso” e di quanto sia importante la partecipazione collettiva se effettivamente vogliamo abbattere lo stigma, il pregiudizio, i “muri”, per gettare le fondamenta e davvero costruire una Città Sociale che sia luogo di produzione e riproduzione di un sociale ricco e di qualità dove “impazzire è una possibile variabile della vita di tutti”. Vogliamo ringraziare tutto lo staff dell’Ares, a partire da Mariella Genchi, per aver creduto in questo progetto così particolare ed innovativo, dove le persone con esperienza e le associazioni hanno avuto un ruolo centrale , anche nella gestione, ed averlo portato a compimento con successo. Speriamo infine che questa modalità progettuale possa proseguire dato che pensiamo che sia il modo giusto per produrre trasformazione culturale, attraverso nuovi linguaggi, nuovi saperi e nuovi protagonismi.