180meraviglie n 8

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Il centro è sempre aperto La sera che giungemmo a Mesagne, la pioggia scrosciante ed il freddo avevano intaccato le lamiere della macchina così in profondità che risultava difficile, dopo un viaggio di circa tre ore, persino scendere per sgranchirci le gambe. Parcheggiamo vicino Porta Grande, muri fortificati e piccole feritoie, anticamera del centro storico, e restammo immobili ad osservare le auto che veloci lambivano i nostri pensieri, schizzi d’acqua sui vetri, un cielo plumbeo tutt’intorno. Osservammo ogni piccola sfaccettatura dei palazzi, le vetrine dei negozi, le fronde degli alberi della villa piegate dal vento, poche persone a correre sotto il diluvio, un paio di cani inzaccherati, la tenacia dell’inverno e la prepotenza del freddo. Nonostante il brutto tempo, uscimmo dall’abitacolo per fare un giro a piedi, con un piccolo ombrello che a malapena riusciva a coprirci il capo. Si dice che la sposa bagnata sia fortunata, ed in cuor mio speravo che tale proverbio si potesse adattare anche al mio contesto, a questa ipotetica unione con un nuovo lavoro, con nuovi colleghi e luoghi da scoprire. Camminammo veloci, lunghi passi sul basolato scivoloso, ad evitare le pozzanghere più profonde, ad osservare i monumenti più alti ed imponenti, squarci di bellezza in una notte buia, la tangibile rappresentazione di quanto la maestosità e l’ingegno dell’opera dell’uomo possano arrecare giovamento e stupore. Passammo l’intera serata a passeggiare senza meta, con la voglia di esplorare, di conoscere, di osservare. Il mattino seguente, la pioggia aveva smorzato il suo impeto, ed un sole mite e timido faceva capolino dietro piccole nubi. Ci alzammo di buon ora e rifocillati con un’abbondante colazione, ci dirigemmo al CSM di Mesagne, dove avrei dovuto prendere servizio. Dal Csm, dopo aver conosciuto i primi operatori, ci indirizzarono a Latiano, dove è ubicata la sede della Direzione dell’Unità Operativa Complessa della Salute Mentale del distretto n. 4 di Mesagne. Arrivati a Palazzo De Nitto (Un antico palazzo signorile, che in passato fungeva da orfanotrofio, dato in donazione all’ASL di BR) varcato il portone, ci accolse un grande cavallo blu di cartapesta, copia del famoso cavallo “Marco” che galoppò per le vie di Trieste al fianco di Basaglia, il cui nome viene dato anche al Centro Sperimentale. Superato l’atrio e salite le scale, in un’ampia sala con le volte a stella si presentarono due segretari, facenti parte dei SEPE (Soci Esperti per Esperienza), ossia soci della 180amici Puglia utenti, volontari che hanno maturato esperienza all’interno dell’associazione e nel campo della salute mentale. Il direttore, il dottor Minervini lo conoscemmo subito dopo, quando ci fece da cicerone per le stanze del centro, spiegandoci dettagliatamente la strutturazione dell’UOSM, la storia del centro polifunzionale, la scelta del nome, facendoci visitare i laboratori di sartoria, falegnameria, musica, il cineforum, la sala per la biodanza, laboratori attivi grazie alla collaborazione dell’associazione di promozione sociale “180amici Puglia” onlus. Ogni mercoledì c’è il gruppo AMA (auto muto aiuto), tutti i partecipanti condividono e discutono una specifica situazione problematica; ogni giovedì si riunisce il gruppo “fare assieme” aperto a tutta la cittadinanza, utenti, familiari, operatori e cittadini si incontrano per ascoltarsi e confrontarsi, per promuovere la salute mentale; in entrambi i gruppi si instaura un clima di parità. 1


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