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DOPO TRE ANNI DI BOOM È L’ORA DELLA STABILITÀ

Dopo un biennio di crescita senza precedenti del mercato a livello mondiale, la crescita è proseguita anche nel 2022, seppure in modo meno sostenuto. Nel 2023 a rallentare il il DIY mondiale, sono la recessione, l’elevato costo della vita, le continue criticità geopolitiche, le condizioni climatiche, la ripresa dei viaggi a scapito delle maggiori spese per la manutenzione di casa e giardino e la carenza di lavoratori qualificati e specializzati

Dopo tre anni di boom è l’ora della stabilità. Anche se gli ottimisti non mancano, a tutt’oggi si deve tener conto dei fenomeni recessivi, inflattivi e dell’elevato costo della vita, che stanno frenando i consumi e la domanda di beni per la manutenzione di casa e giardino. Mentre torna la voglia di viaggiare, superata la paura del Covid. Se si aggiungono fattori specifici come l’aumento dei prezzi delle materie prime e la carenza di lavoratori qualificati e specializzati, il conto è presto fatto. Ma conviene fare un passo indietro e spiegare in modo più compiuto cosa sta accadendo nel mondo del DIY.

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Il Mercato Mondiale

Nel 2021 il mercato mondiale del DIY vale 770 miliardi di euro, il 9,7% in più rispetto all’anno prima, quando aveva raggiunto i 702 miliardi di euro. Il biennio di pandemia ha favorito una crescita senza precedenti e si valuta che la tendenza sia proseguita anche nel 2022, anche se in modo meno sostenuto rispetto al 2020 ed al 2021. A dimostrazione del forte incremento registrato durante l’emergenza sanitaria da Covid 19 è possibile osservare che il DIY è cresciuto di 153 miliardi di euro fra il 2019 ed il 2021, a fronte del biennio 2017 – 2019, quando l’aumento è stato soltanto di 29 miliardi di euro. Questi incrementi sono dovuti soprattutto all’aumento dell’inflazione piuttosto che ad una reale crescita del mercato. Per quanto riguarda le principali aree di mercato, il 60% circa della domanda (460 miliardi di euro) è concentrato nel Nord America, ovvero USA e Canada. Quest’area di mercato mostra positivi saggi di crescita, che proseguono anche nel 2022 e ciò grazie ad un ricambio generazionale nel target dei consumatori. Le maggiori vendite riguardano materiale elettrico, idraulico, edilizia e vernici. A livello globale, poi, segue per ordine di importanza l’Europa, dove il mercato vale 221 miliardi euro. Al terzo posto segue l’Asia Pacifico con poco più di 64 miliardi di euro. È meno significativa l’Africa, dove le performance del DIY in questo continente non sembrano brillare se non in particolari aree subsahariane.

I primi dieci top player del mercato sono, nell’ordine, Home Depot (USA, 135,6 miliardi di euro di fatturato), Lowe’s (USA, 86,4 miliardi di euro), Adeo (F, 25,5 miliardi di euro), Kingfisher (UK, 15,4 miliardi di euro), Bunnings (AUS, 10,9 miliardi euro), Menards (USA, 10,3 miliardi di euro), Obi (D, 7,2 miliardi di euro), Canadian Tire (CAN, 6,3 miliardi di euro), Bauhaus (D, 6 miliardi di euro) e Sodimac (CHL, 5,7 miliardi euro). I primi dieci top player del mercato mondiale nel periodo 2013 – 2021 hanno esteso la superficie di vendita al dettaglio del 20,9%. Stando a questo parametro la graduatoria dei primi dieci top player è Home Depot (USA), Lowe’s (USA), Groupe Adeo (F), Kingfisher (UK), Obi (D), Ace Hardware (USA), Menards (USA), Bauhaus (D), DCM Holdings (J) e Bunnings (AUS). La produttività è cresciuta del 28,5% nel periodo 2015 – 2021, grazie soprattutto all’incremento degli operatori statunitensi piuttosto che alla crescita dei gruppi europei. La tendenza è confermata anche nel 2022, dove si rileva un aumento della posizione competitiva dei top player USA mentre in Europa sono più sofferenti i risultati operativi soprattutto delle case tedesche. Nel mercato americano Home Depot mostra una stabilità dei propri risultati operativi, mentre quelli di Ace Hardware appaiono un po’ più brillanti. Nel caso di Sodimac l’aumento dipende più dai risultati negli altri paesi del sud America che da quelli realizzati in Cile, dove è rimasto stabile. L’incremento del continente sud-americano accresce gli interessi degli operatori del nord America ad aprire nuovi punti vendita in quest’area geografica. Nel continente asiatico i principali operatori hanno implementato principi ed azioni per la sostenibilità ambientale e per la riduzione dell’impatto ambientale nei loro processi produttivi.

Lo scenario del mercato appare promettente in tutti i paesi di questo continente. Nonostante la spinta inflattiva, infatti, grazie alle nuove aperture e all’ampio ventaglio d’offerta, gli operatori attivi in questo mercato fanno registrare positivi risultati operativi. Anche in Australia e Nuova Zelanda si rileva l’identica tendenza. Fra i protagonisti del mercato asiatico merita una citazione Mr. DIY, che sta espandendo i propri interessi nel mercato europeo e specificatamente nell’area mediterranea ed orientale del vecchio continente.

Per quanto riguarda il continente europeo, i top player sono, nell’ordine, Adeo (F), Kingfisher (UK), Obi (D), Bauhaus (D), Hornbach (D), Stark Group (UK), Les Mousquitaires (F), KGroup (FI), Hagebau (D) e Rewe (D).

Come detto, anche il 2022 fa prevedere risultati altrettanto positivi. A trainare il DIY mondiale restano le aree del continente americano e di quello europeo (soprattutto orientale), mentre in Asia lo scenario appare più stabile, nonostante la vivacità degli operatori di questo continente ad aprire nuovi store sia in loco che in altre parti del globo.

Il 2023 si apre con sei fenomeni che stanno rallentando il DIY mondiale, ovvero la recessione, l’elevato costo della vita, le continue criticità geopolitiche, le condizioni climatiche, la ripresa dei viaggi a scapito delle maggiori spese per la manutenzione di casa e giardino, nonché la carenza di lavoratori qualificati e specializzati. Tutti fattori che fanno prevedere una stabilizzazione nella crescita del DIY nel breve termine, anche se le aspettative nel medio-lungo periodo restano comunque ottimistiche. In generale, dunque, lo sviluppo dell’attività non è tornato ai livelli pre-pandemia. Fra le opportunità di sviluppo della domanda vi è la crescente quota della classe media, il principale target del mercato. Peraltro, la tendenziale inferiore capacità di spesa da parte del consumatore spingerà le aziende ad offrire prodotti ad un prezzo più conveniente, oltre che ecosostenibili.

Anche l’e-commerce mostra stabilità, a vantaggio del negozio fisico, ma è altrettanto vero che il percorso d’acquisto del consumatore prevede sempre più di frequente un approccio multicanale, comprando in negozio, piuttosto che sul web, a seconda dell’opportunità. Il fatto che il cliente sia diventato più esigente e talvolta più esperto, In un’ottica di crescita del business è ormai necessario, per produttori e distributori, avere una propria presenza su entrambi i canali. Ciò al fine di fidelizzare specifici segmenti di clientela.