Seguimi maggio agosto 2016

Seguimi CHIESA CRISTIANA DELLA GRAZIA | Maggio - Agosto 2016

“Ed egli alzatosi, lo seguì”. Matteo 9:9

Lavorare per il Vangelo pag.2

EDITORIALE

Lavorare insieme per il Vangelo

I

l brano contenuto nel Vangelo di Matteo al capitolo 28, versetti da 19 a 20, è molto conosciuto, esso riguarda la missione affidata da Gesù alla chiesa. Attraverso queste parole Gesù ci manda nel mondo per fare discepoli, che in seguito saranno battezzati ed istruiti.

Se ci comportassimo come se questo progetto non ci riguardasse e restassimo comodamente a casa, esso non si potrebbe mai realizzare. Non pescheremo pesci senza andare dove c’è acqua e non ci serviranno a nulla se li ributtassimo in acqua dopo averli presi. Affinché questa volontà di Gesù si realizzi abbiamo bisogno di uscire dal nostro guscio e darci da fare.

ANSIOSI DI CONDIVIDERE Tempo fa scrissi un articolo sul bisogno di condividere il Vangelo, nel quale affermavo che ogni cristiano deve essere pronto “a dare una risposta“. Ma essere pronti non significa semplicemente essere prontamente in grado di saper dare una risposta verbale, ma significa essere trepidanti nell’attesa di darla; in quanto cristiani dobbiamo essere volonterosi e ansiosi di fare ciò che Gesù Cristo vuole da noi. La fede ci rende bramosi e ci spinge a guardarci intorno per trovare delle opportunità. Il nostro condividere il Vangelo non è motivato dal desiderio di ricevere un “premio” o di adempiere un obbligo, oppure di poter dire: “io ero li, io l’ho fatto“, la nostra condivisione del Vangelo è mossa dal Cristo morto e risorto che ora

Seguimi Maggio - Agosto 2016

SEGUIMI viene diffusa in Italia dalla Chiesa Cristiana

della Grazia (già Chiesa di Dio Universale) aderente

alla denominazione internazionale Grace Communion International.

L'abbonamento è completamente gratuito e può es-

sere richiesto all'indirizzo:

Chiesa Cristiana della Grazia - Casella Postale 67 24030 Brembate di Sopra (BG).

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vive in noi, il quale non venne per farsi servire, ma per servire, a motivo di questo, se la chiesa tenesse solo per sé la sua fede, non avrebbe diritto di essere “Corpo di Cristo”.La fede cristiana ci trasforma e ci cambia in relazione al nostro interagire con il mondo intorno a noi.

Come cristiani facciamo ancora parte del mondo che ci circonda, ma adesso Cristo vive in noi attraverso una via interamente nuova, una via che ha un impatto positivo nel Nome del nostro Dio, il quale ha così tanto amato il mondo da aver mandato Suo Figlio per salvarlo.

La gente ha bisogno di sapere che Dio la ama e che le loro vite hanno un senso ed un proposito, che c’è veramente speranza anche quando le loro vite fisiche sembrano inutili e senza senso. Dio ci ha dato delle buone notizie che noi, a nostra volta, dobbiamo dare ad altri, e lo Spirito Santo che è dentro di noi ci spinge vigorosamente a divulgarle.

E’ possibile che a molti non interessino, molta gente crede di potercela fare benissimo da sola senza l’aiuto di Dio, ma prima o poi, tutto quello su cui fanno tanto affidamento (denaro, salute, amici, intelligenza ecc.) molto probabilmente li deluderà, e allora saranno pronti ad ascoltare di quella speranza di cui avevano sentito parlare, si renderanno conto che solo in quella speranza riposa la vera sicurezza.

E’ qui che noi dobbiamo essere pronti, e per essere pronti dobbiamo stare in guardia e guardarci intorno con trepidazione per cogliere quelle opportunità che il Signore vorrà cogliere attraverso di noi.

Eventuali manoscritti o foto inviate dai lettori, non sa-

ranno restituiti. Seguimi è disponibile online e scari-

cabile in formato pdf sul sito www.ccdg.it e può essere

richiesta tramite email all’indirizzo info@ccdg.it.

EDITORE

Porcu Giovanni Vittorio Autorizzazione del Tribunale di Sassari n°1/2016 del 29 Aprile 2016

DIRETTORE RESPONSABILE Giovanni Vittorio Porcu

di Joseph Tkach

SOMMARIO

2 Editoriale

Lavorare insieme per il Vangelo - p.2 4 Notizie dal mondo

Una nuova chiesa in brasile Battesimi in Africa e altri battesimi 5 Notizie dall’Italia

Crescita della chiesa ad Acquaviva Delle Fonti Due battesimi in Sardegna 6 Parole di vita

L’effetto Pinocchio Il nostro premio celeste 7 Bibbia a 360°gradi

Come Dio ci aiuta nella vita di tutti i giorni

10 Rubrica Contributi dei lettori Speranza di vita e pace

13 Studio biblico Cos’è il peccato e perchè il credente dovrebbe evitarlo?

REDATTORE CAPO Francesco Bernardi

PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE Alice Porcu

TRADUTTORI Vera Derrigo Vladimiro Meandri Alice Porcu Vincenzo Scannapieco.

Fonti fotografie e immagini

Alice Porcu e freepik,freeimages.com, image p. 3 designed by Jcomp - Freepik.com

EDITORIALE

di Joseph Tkach

bisogno.

Alcuni si interessano alla musica, altri ai giovani, altri alla grazia, altri ancora cercano la guida. Alcuni sono fisicamente impossibilitati a uscire dalle loro case, quindi le preghiere costituiscono la loro opera d’amore.

Quello che Paolo evidenzia, è che tutte queste persone hanno bisogno di imparare ed operare insieme, stare insieme è un’esperienza di conoscenza, si impara ad amare non solo le persone facili da amare, ma alle volte anche le persone difficili, o quelle che non si lasciano amare, insomma persone diverse da noi.

Dio ci mette insieme per il nostro bene e quando lavoriamo insieme, riusciamo a Essere strumenti di Dio, aiutando gli proteggere ed aiutare. compiere molto meglio la sua opera.

Vi sono molti “cristiani indipendenti“, i altri, ci da una profonda soddisfazione, Efesini 4:16, ci dice che la chiesa crel’evangelizzazione ci dona un enorme si- quali evitano le funzioni e raramente con- sce, ”quando ognuno fa il suo lavoro”. gnificato, perché ci rende parte dell’opera dividono il vangelo ed il comando biblico eterna di Dio nel condividere la Sua di amarsi, incoraggiarsi ed aiutarsi l’un l’alLa gente ha bisogno di sapere che enorme grazia, l’opera di redenzione dal tro; vivono come se fossero auto sufficienti Dio la ama e che le loro vite hanno peccato e nel realizzare attraverso que- e tendono ad evitare qualsiasi cenno rist’opera divina la salvezza del nostro pros- guardo la conoscenza ed il credo in Gesù un senso ed un proposito, che c’è Cristo. Ma è evidente che non possiamo simo. veramente speranza anche essere pronti ad esprimere la speranza LAVORANDO INSIEME che è dentro di noi, se evitiamo chiaraquando le loro vite fisiche semmente le opportunità per farlo, così come brano inutili e senza senso.

Anche se in tanti pensano di essere au- non possiamo nemmeno portare il peso di tosufficienti, ognuno di noi ha bisogno un altro evitando volontariamente la comudegli altri, ognuno di noi ha bisogno di altre nione fraterna. Galati 6:2 “Portate i pesi gli persone, perché Dio sparge i Suoi doni un uni degli altri, e così adempirete la legge Efesini 4:16 “Dal quale tutto il corpo ben po’ qui, un po’ là per costruire la Sua di Cristo.” connesso e unito insieme, mediante il conPaolo scrisse che nessun cristiano può tributo fornito da ogni giuntura e secondo chiesa lavorando tutti insieme (1 Corinzi 12:7,11;). “Or a ciascuno è data la mani- dire, “non ho bisogno di te” ad un altro cri- il vigore di ogni singola parte, produce la festazione dello Spirito per l’utilità co- stiano. 1 Corinzi 12:21; 21: “E l’occhio non crescita del corpo per l’edificazione di se mune. ( … ) ma tutte queste cose le opera può dire alla mano: “ Io non ho bisogno di stesso nell’amore.” quell'unico e medesimo Spirito, distri- te”: né parimenti il capo può dire ai piedi: Avete trovato un buon modo per adembuendo i doni a ciascuno in particolare “ Io non ho bisogno di voi”. Ogni persona è piere il grande mandato che il Signore ci dotata di doni e qualità diverse dalle altre. ha comandato? come vuole.”

Se la risposta è no, chiedete a Dio di aiutarvi, si tratta di qualcosa su cui vale la "Or a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per pena riflettere. l’utilità comune; ma tutte queste cose le opera quell'unico e

medesimo

Spirito,

distribuendo

in particolare come vuole.

Dio desidera che il suo popolo si riunisca regolarmente per la comunione fraterna, per il culto, per l’apostolato e per il ministero, quindi, l’evangelizzazione è soltanto il primo passo del grande mandato.

I credenti devono insegnare, incoraggiare,

i

doni

a ciascuno

1 Corinzi 12:7,11

Alcuni ritengono che la cosa più importante nella grande missione della chiesa sia l’evangelizzazione, altri pensano che la priorità spetti all’apostolato, ed altri ancora pensano che la comunione fraterna sia tutto ciò di cui una sana chiesa abbia

Joseph Tkach

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NOTIZIE

Una nuova chiesa in Brasile

dal Mondo

Hector Barrero, promotore delle missioni della Grace Communion International per l'America Latina, segnala che a San Paolo, in Brasile, sta per essere avviata una nuova congregazione della Grace Communion International. Accompagnato dai nostri leaders dell’Angola (Africa), Hector ha recentemente incontrato i leaders della nuova congregazione (vedi foto sotto; Hector è al centro).

D

urante la visita di Hector, la congregazione ha tenuto culti speciali per tre giorni. I culti del venerdì e del sabato si sono svolti in una sala affittata nel centro di San Paolo, dove vivono molti immigrati africani. Hanno partecipato ogni giorno circa 25 persone. La Domenica, il servizio di culto si è tenuto a casa di un membro, dove hanno partecipato circa 30 persone, più i bambini (vedi foto sotto). Tutti i culti sono stati accompagnati da una allegra musica cristiana africana. Hector riporta del grande entusiasmo tra i nostri leaders e membri di San Paolo. Nonostante i limiti finanziari, grazie ai loro doni di predicazione e musica, il futuro della congregazione si prospetta luminoso.

Battesimi in Africa. All'inizio di ottobre del 2015, abbiamo ricevuto la notizia di 33 battesimi nelle congregazioni della Grace Communion International in Liberia e in Uganda. Tra i battezzati vi erano un uomo di 99 anni ed un adolescente di 13. Sopra mostriamo alcune foto delle cerimonie di battesimo: in Liberia le foto sopra e in Uganda nelle foto sopra.

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Altri battesimi. È sempre una grande gioia sapere della celebrazione di nuovi battesimi nelle nostre congregazioni sparse per il mondo, sapere che altre persone affidano la propria vita al Signore. Recentemente, nella congregazione guidata dal pastore Rannie Childress.

“New Outlook Christian Fellowship” ad Attalla, in Alabama, sono state battezzate sette persone, ed altre quattro sono state battezzate nella nostra chiesa a Bogotà, in Colombia, guidata dal pastore Hector Barrero. Le immagini sopra mostrano alcuni di questi momenti (Alabama e Colombia nelle foto sopra e Colombia).

Lodiamo Dio per questo frutto del Vangelo in mezzo a noi.

NOTIZIE

dall’Italia

Crescita della chiesa ad Acquaviva Delle Fonti

A Giugno la congregazione di Acquaviva Delle Fonti in Puglia guidata dall’anziano locale Francesco Bernardi ha avuto la gioia di celebrare il battesimo di Roger (vedi foto sotto) presso i locali concessi dai fratelli della chiesa Avventisa di Cassano Murge. Così ha commentato Francesco Bernardi: “Abbiamo goduto di un culto ed un clima davvero meravigliosi, in cui altre due persone che frequentano la nostra congregazione hanno deciso di battezzarsi a breve”. Ad Agosto, infatti, verranno celebrati altri due battesimi.

“La nostra chiesa si propone di promuovere nei suoi membri un coerente cammino cristiano ed una crescita spirituale alla luce della Parola di Dio, nonché di diffondere il Vangelo fra tutte le genti secondo il mandato biblico (E questo vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo, affinché ne sia resa testimonianza a tutte le genti ... Vangelo secondo Matteo 24:14;)”. La chiesa di Acquaviva inoltre intrattiene ottimi rapporti con molte realtà cristiane del luogo e di diversi paesi della provincia di Bari.

Due battesimi in Sardegna

Nella piccola Chiesa cristiana della Grazia di Sassari sono stati celebrati due battesimi. Le parole del coordinatore Gianni Porcu: “Ringraziamo Dio, per noi è stata una grande benedizione poter celebrare i battesimi di Salvatore e Vanna. Questo evento ci ha regalato gioia ai nostri cuori che è difficile da spiegare a parole. Non sappiamo quali siano i progetti del nostro Padre celeste per la nostra piccola realtà a Sassari, ma una cosa è certa, non ci tireremo indietro rispetto al mandato che il Gesù ci ha assegnato: divulgare il Vangelo alle persone che il Signore ci metterà davanti, questo è il nostro obiettivo e con l’aiuto di Dio e la Sua opera ce la faremo. Siamo consapevoli che non sarà facile, Satana cerca di contrastarci ogni volta che la nostra fede produce frutto, ma con Dio sarà tutto possibile per la Sua gloria e onore che solo a Lui spetta, Egli ci benedirà in tutto quello che è e sarà il nostro cammino di fede.”

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L’effetto Pinocchio

"Perciò, bandita la menzogna, ognuno dica la verità al suo prossimo perché siamo membra gli uni degli altri" (Efesini 4:25)

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i ricordate di Pinocchio? Il burattino di legno il cui naso si allungava ogni volta che mentiva? Questa storia non è poi così inverosimile come può sembrare. I ricercatori del Dipartimento di Psicologia Sperimentale dell'Università di Granada in Spagna, hanno scoperto che quando una persona mente, aumenta la temperatura intorno al suo naso e nel muscolo orbitale nell'angolo interno degli occhi. I ricercatori lo definiscono: “Effetto Pinocchio”.

All'Università di Notre Dame negli Stati Uniti, altri ricercatori hanno scoperto che raccontare meno bugie può letteralmente migliorare la salute. Questa nuova ricerca indica che quando le persone riescono a ridurre il numero delle bugie dette, migliorano significativamente la salute fisica e mentale.

Il nostro premio celeste “Ma com'è scritto: «Le cose che occhio non vide, e che orecchio non udì, e che mai salirono nel cuore dell'uomo, sono quelle che Dio ha preparate per coloro che lo amano»” (1 Corinzi 2:9)

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i sono cose che sono al di là della comprensione umana, che noi non abbiamo mai immaginato! Nel parlarci Dio usa delle analogie e dei simbolismi, proprio come faremmo noi con un bambino nel cercare di farci capire. Gesù stesso usò delle parabole nel descrivere il Regno di Dio. Pensare che alcune delle parole utilizzate nella Bibbia corrispondano a descrizioni esatte e dettagliate ci può portare fuori strada, spesso la Scrittura usa delle similitudini per aiutarci a capire aspetti che sono in realtà fuori dalla nostra portata.

Per esempio, quando Pietro ricordò a Gesù che lui e i discepoli avevano rinun-

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Parole di Vita Altri studi indicano che un americano medio racconta circa undici bugie alla settimana. Sembra che ormai è scientificamente provato che la menzogna è un pericolo per la salute.

E’ sorprendente costatare come alcuni progressi e scoperte scientifiche sono sbandierati come se fosse stata scoperta una grande verità, mentre sono verità già rivelate dalla Bibbia molti secoli prima: "Perciò, bandita la menzogna, ognuno dica la verità al suo prossimo perché siamo membra gli uni degli altri" (Efesini 4:25). L’apostolo Paolo, in una lettera scritta a Tito, dichiarò che è impossibile che Dio possa mentire (Tito 1:2).

Il nostro Dio, uno e trino, non è limitato dal tempo, dallo spazio o da qualsiasi forza fisica. Come altre Scritture mostrano, per Dio tutto è possibile. Per Sua Natura, Egli non potrà mai fare alcune cose che sono in contraddizione con il Suo Stesso Essere, poiché ci ha creati, Egli sa perfettamente che cosa è meglio per noi. Ricordiamo che il grande sogno di Pinocchio era di essere trasformato in un bambino vero, da burattino di legno qual era. Alla fine questo accade, egli di-

venne un vero e proprio figlio dell'uomo che l’aveva fatto. Vi è un'analogia interessante: Dio che non può mentire, ci ha promesso che ci trasformerà, ci ripristinerà a Sua immagine e somiglianza, secondo quanto aveva stabilito alla creazione. Questa è la verità e la affermiamo con piena fiducia, non vi èmenzogna in questo e il naso nonci si allungherà!

ciato a molto per seguirlo, Gesù rispose così: “In verità vi dico che non vi è nessuno che abbia lasciato casa, o fratelli, o sorelle, o madre, o padre, o figli, o campi, per amor mio e per amor del vangelo, il quale ora, in questo tempo, non ne riceva cento volte tanto: case, fratelli, sorelle, madri, figli, campi, insieme a persecuzioni e, nel secolo a venire, la vita eterna" (Marco 10:29-30).

L’obiettivo di Gesù era chiaramente quello di dare loro conforto e incoraggiamento; ma se prendessimo queste parole alla lettera, potremmo fraintenderle pensando che Gesù stesse dicendo che avremmo ricevuto dieci madri o cento aziende. Egli voleva semplicemente affermare che il valore dei benefici del Vangelo sono molto più grandi delle nostre rinunce per esso. La Bibbia indica anche che nella chiesa vi sono doni di governo (1 Corinzi 12:28); queste non devono essere interpretate come posizioni di potere e prestigio, piuttosto, come una maggiore opportunità di servire ed aiutare gli altri.

Tutte queste analogie sono state scritte per aiutarci a capire meglio e dobbiamo stare molto attenti a non interpretarle in modi che Gesù non intendeva, Egli le ha utilizzate perché sa che non abbiamo la capacità di capire pienamente certi concetti spirituali.

Gesù vuole farci comprendere che la nostra benedizione spirituale sarà notevolmente maggiore e superiore di qualsiasi bene o guadagno fisico che possiamo possedere in questa vita.

Tutto ciò che questa vita ci può offrire in termini materiali non è estremamente comparabile al nostro premio nei cieli (Matteo 5:12). Tutte le cose più apprezzabili in questo mondo fisico non sono paragonabili con le ricompense di Dio. Come è scritto in 1 Corinzi 13:12, "ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro" "ma esponiamo la sapienza di Dio misteriosa e nascosta, che Dio aveva prima dei secoli predestinata a nostra gloria" (1 Corinzi 2:7).

di Joseph Tkach

Come Dio ci aiuta nella vita di tutti i giorni

G

esù è una persona straordinaria, Egli era Dio fatto uomo. Era importante che Dio venisse come uomo, per diventare parte dell'umanità e riconciliare così a Sé l'umanità, ma diremo di più su questo argomento sul prossimo numero. In questo capitolo, intendiamo riflettere su quanto questo sia importante nella vita di ogni giorno.

Dalla nascita alla morte, Gesù ebbe una vita difficile. Egli visse momenti di gioia e momenti di dolore, e noi non siamo meglio di lui, quindi non ci possiamo aspettare una vita senza problemi.

Gesù disse che in questo mondo avremmo avuto tribolazioni, ed Egli avvisò i suoi discepoli del costo che avrebbero dovuto pagare per seguire la sua via: avrebbero dovuto prendere la loro croce ogni giorno, essendo pronti a soffrire e a morire, se necessario, per la fede in Gesù (Luca 9:23).

La sofferenza ci raggiungerà, sia che

crediamo in Cristo, sia che non ci crediamo, ma se crediamo il Lui potremo essere certi che Gesù ci sarà vicino nei nostri problemi e che capisce bene quello che attraversiamo. Questo non fa in modo che i problemi spariscano, ma ci aiuta a capire che neanche Dio fatto uomo era esente dalla sofferenza, anzi, Gesù imparò dalle cose che soffrì (Ebrei 5:8) ed è per questo che Egli "può soccorrere quelli che sono tentati" (Ebrei 2:18).

Quando combattiamo con i nostri lati negativi, il fatto di sapere che anche il nostro Salvatore ha combattuto come noi, ci aiuta. Abbiamo un Salvatore che comprende le nostre sofferenze. Attraverso Gesù possiamo vedere che anche Dio stesso è stato disposto a soffrire, e questo significa che anche se non possiamo comprendere veramente le nostre prove, sappiamo che esiste certamente una buona ragione per questo. Paolo ci dice che condivideremo con Gesù non solo la resurre-

zione, ma anche la sua sofferenza (Filippesi 3:10-11). Questa vita ci riserva molte difficoltà, ma anche molte gioie, entrambe viaggiano assieme.

GIOIE E DOLORI Pietro scrisse, "Nel che voi esultate, sebbene ora, per un po' di tempo, se così bisogna, siete afflitti da svariate prove" (1 Pietro 1:6). Molti non credenti e anche qualche cristiano continua a sorprendersi ed è perplesso da questa combinazione di gioia e dolore. Com’è possibile essere gioiosi quando soffriamo? Naturalmente, non stiamo gioendo del fatto che attraversiamo una prova (non c'è nessuna virtù particolare nel soffrire in se stesso), ma gioiamo nonostante le nostre prove. Come può accadere questo?

Notiamo che Pietro scrisse: "Nel che voi esultate". Cosa significa? Cos’è che ci fa esultare? Considerando il contesto, ve-

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Bibbia a 360 gradi

diamo che tale gioia proviene dalla salvezza, dal fatto che possiamo essere sicuri che Dio ci darà un'eredità eterna, abbiamo un futuro stupendo e garantito per noi e questo ci è stato dimostrato con la resurrezione di Gesù dai morti.

S

mico, Egli ci ha promesso che condividerà con noi la sua vittoria!

Soffriamo per i nostri sbagli e i nostri peccati, soffriamo anche perché le persone intorno a noi sono prigioniere del peccato, ed il peccato non ferisce solo il

di Joseph Tkach

NESSUN PARAGONE POSSIBILE

Nonostante a volte dobbiamo attraversare delle sofferenze, gioiamo nella salvezza e del come possiamo gioire nonostante le nostre sofferenze Paolo ci

offriamo per i nostri sbagli e i nostri peccati, soffriamo anche perché le persone intorno a noi sono prigioniere del peccato, ed il peccato non ferisce solo il peccatore ma anche chi innocentemente ne subisce le conseguenze.

Il potere di Dio ci protegge fino a quando riceveremo la gloria promessa (versi 3-5).

Lo stesso potere che ha resuscitato Gesù resusciterà noi alla gloriosa immortalità.

Pietro parla di gioia anche nel versetto 8. Egli riconosce che noi non vediamo ancora il nostro Salvatore e che non possediamo ancora la nostra eredità promessa, infatti continuiamo a soffrire di ogni genere di prove, potendo però al contempo gioire, perché? Pietro lo spiega così: "ottenendo il fine della fede: la salvezza delle anime" (verso 9). Noi gioiamo nella salvezza che stiamo già ricevendo attraverso la fede.

La fede coinvolge la nostra mente, il nostro cuore e la nostra volontà, significa che comprendiamo e accettiamo certe cose di Dio. Significa che a queste cose rispondiamo emotivamente e con l'amore, perché comprendiamo che Egli ci ama, con gioia, perché capiamo che ci sta dando così tanto e con fiducia perché crediamo nelle sue promesse di salvezza eterna.

Quando le nostre emozioni e la nostra comprensione sono in armonia, anche la nostra volontà si allinea con quella di Dio. Le decisioni che siamo chiamati a prendere nella vita, compiacciono Dio perché Egli ci ha portati a voler fare la sua volontà.

Tuttavia, ancora non abbiamo l'eredità promessa, non viviamo ancora il tempo in cui non ci sarà più né pianto, né morte, ma tutti stiamo ancora sperimentando il pianto e la morte. Le nostre sofferenze e dolori sono causate dal nostro nemico, il peccato, ma gioiamo nella consapevolezza della vittoria di Gesù sul nostro ne-

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peccatore ma anche chi innocentemente ne subisce le conseguenze, e spesso ci troviamo noi ad essere innocenti spettatori di peccati commessi da altri, subendone le conseguenze. Satana, il nemico di Dio, l'ingannatore, lavora duro per nutrire ed incoraggiare la natura peccaminosa di ogni uomo, portando quindi ancora più sofferenza e distruzione a tutti, incitando anche la persecuzione dei santi. Dio non solo ci promette di aiutarci nelle nostre prove, ma ci promette delle prove! Cristo non è venuto per portarci una vita libera dalle prove, anzi, Egli ci avvertì che avremmo avuto conflitti nelle nostre famiglie a causa Sua (Matteo 10:34-36), prove (Giovanni 16:33) e che saremmo stati perseguitati (Giovanni 15:20). Entriamo nel regno attraverso molte prove (Atti 14:22) e ogni cristiano soffrirà persecuzioni (2 Timoteo 3:12). Non dovremmo pensare che sia una cosa strana dover attraversare delle prove (1 Pietro 4:12). Gesù disse, se volete seguirmi, prendete la vostra croce, questo significa essere disposti a soffrire, anche a perdere la vostra vita per seguirlo. La vita cristiana include la sofferenza e non dovremmo essere sorpresi quando questo accade.

Gesù disse che il servitore non è maggiore del padrone e se Gesù, nostro Signore e maestro, divenne uomo per soffrire e morire per servire noi, se la sofferenza era parte del suo addestramento e della Sua missione (Ebrei 2:10; 5:8), non dovrebbe sorprenderci se questo fa parte anche della nostra vita.

In queste prove possiamo gioire, perché sappiamo che Cristo ci ha promesso qualcosa molto più grande.

dà una spiegazione spesso citata: "Perché io stimo che le sofferenze del tempo presente non siano punto da paragonare alla gloria che ha da essere manifestata a nostro riguardo" (Rom 8:18).

Paolo spiega che noi siamo destinatari di una grande eredità, infatti, noi siamo "coeredi di Cristo" (verso 17). Condivideremo la sua eredità gloriosa. Oggi, condividiamo la sua sofferenza, ma verrà un giorno quando condivideremo pienamente la sua gloria. La sofferenza del presente è parte del piano di Dio per noi. E’ parte di quello che ci prepara ad entrare interamente nella gloria di Cristo.

“Se pur soffriamo con lui, affinchè siamo anche glorificati con lui” (verso 17).

Il nostro Signore era un uomo di dolore, ma era anche pieno di gioia (Isaia 53:3; Luca 10:21). Quando soffrì, lo fece con la certezza che ne sarebbe seguita la Sua liberazione e la gloria (Ebrei 2:12).

Gesù disse ai suoi discepoli di gioire nella loro salvezza. La gloria che ci aspetta è veramente così grande che possiamo gioire con Gesù e tutti i credenti nonostante tutte le difficoltà del presente.

La gioia della salvezza e la speranza della gloria sono così grandi rispetto alle nostre pene del presente, che non c’è nessuna comparazione possibile. E’ infinitamente più grande del rapporto di un milione a uno. Che Dio possa darci occhi e orecchie di fede per credere e restare fermi nelle sue grandi e preziose promesse! Egli è con noi, suoi amati figli, anche nei momenti più scuri. Egli non ci abbandonerà e non ci lascerà. Sarà con noi fino alla fine, attraverso ogni tribolazione, ogni pena e ogni peccato. Egli è sempre ac-

Bibbia a 360 gradi

di Joseph Tkach

canto a noi e non smette mai di amarci, anche quando siamo troppo deboli per riconoscerlo. Lodate Dio per il suo amore eterno.

LA GIOIA NEL VANGELO Ci è stata promessa una grande ricompensa, e questo ci dà una grande ragione per gioire, nonostante le circostanze in cui ci troviamo ora. Paolo scrive: “Io trabocco d’allegrezza in tutta la nostra afflizione” (2 Corinzi 7:4).

La nostra gioia aumenta ancora di più quando assistiamo alla salvezza di altre persone. Paolo lo descrive così: “Qual’è infatti la nostra speranza, o la nostra allegrezza, o la corona di cui ci gloriamo? Non siete forse voi, nel cospetto del nostro Signor Gesù quand’egli verrà? Sì, certo, la nostra gloria e la nostra allegrezza siete voi” (1 Tessalonicesi 2:19-20). Proprio come c’è gioia in cielo, quando un peccatore si pente, c’è anche gioia sulla terra, in tutti quelli che vedono la vita dalla prospettiva di Dio. Non è sorprendente che il popolo di Dio provi grande gioia nel divulgare il vangelo di Gesù Cristo? Alla chiesa di Filippi Paolo scrisse: “Che importa? Comunque sia, o per pretesto o in sincerità, Cristo è annunziato; e io di questo mi rallegro, e mi rallegrerò ancora” (Filippesi 1:18). Paolo gioì nel sapere che nuove persone rispondevano in fede al messaggio del Vangelo ed avrebbero preso parte alla famiglia di Dio, al ritorno del Signore.

L’apostolo Paolo condivise tale gioia: “Mi sono grandemente rallegrato quando son venuti dei fratelli che hanno reso testimonianza della tua verità, del modo nel quale tu cammini in verità. Io non ho maggiore allegrezza di questa, d’udire che i miei figlioli camminano in verità” (3 Giovanni 3-4).

Come figli di Dio, condividiamo questa gioia con tutti i credenti, con gli angeli in cielo e con Dio stesso. Questa gioia scaturisce dalla predicazione del vangelo, è la gioia di sentire delle persone che sono state chiamate alla fede in Cristo e delle persone che continuano a camminare nella fede. Tale gioia, nella redenzione e salvezza delle persone fatte ad immagine di Dio, che è frutto dello Spirito Santo che opera in noi, trasforma le nostre passioni,

allegrezza Io trabocco d’ in tutta la nostra afflizione 2 Corinzi 7:4 i nostri valori e le nostre mete.

L’uso del nostro tempo, le abitudini dei nostri pensieri, le nostre emozioni e la qualità delle nostre parole e azioni verso gli altri sono positivamente influenzati da questa gioia depurativa nell’amore, dalla gentilezza e dal potere di Dio. La nostra adorazione privata ed intima con Dio, la nostra adorazione collettiva con la chiesa,

A

sto, predichiamo il messaggio del vangelo e mostriamo la credibilità al vangelo permettendo all’opera di Dio di trasformare le nostre vite. Dio desidera che ognuno di noi lo serva in modo personale e che ci serviamo gli uni gli altri come un corpo, il corpo di Cristo. “Voi siete tutti membri uni degli altri”, scrive Paolo. Non siamo chiamati ad essere in relazione con Dio, senza esserlo gli uni con gli altri.

ttraverso Gesù possiamo vedere che anche Dio stesso è stato disposto a soffrire, e questo significa che anche se non possiamo comprendere veramente le nostre prove, sappiamo che esiste certamente una buona ragione per questo. il nostro volontariato, il tempo impiegato per la chiesa e per le persone bisognose, la partecipazione ai gruppi di preghiera, di studio della Parola ed al culto, tutto questo, scaturisce dalla gioia di Dio in noi, una gioia prodotta dalla sua opera di grazia nelle nostre vite e nelle vite degli altri.

Anche il nostro supporto finanziario all’opera della chiesa è il riflesso della nostra gioia nelle cose che Dio valorizza in noi e per noi. Il nostro donare alla chiesa dimostra l’importanza che diamo ai tesori del regno di Dio comparate con le cose di questo mondo.

Attraverso la chiesa, come corpo di Cri-

Siamo chiamati a fare parte della comunione nella famiglia di Dio. In Cristo abbiamo comunione con Dio e, attraverso Cristo, gli uni gli altri. Il comandamento di Gesù è che ci amiamo gli uni gli altri, ed è come suo corpo, la chiesa, che proclamiamo il vangelo al mondo ed insegniamo le sue vie. Insieme possiamo avere un impatto più grande di quello che potremmo dare come individui, anche se il nostro impatto individuale resta essenziale anche per la salute di tutto il corpo. Il vangelo è una grande sorgente di gioia per tutti noi, la gioia del ricevere il messaggio e passarlo agli altri.

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Rubrica

Contributi dei lettori

Speranza di vita e pace

SATANA, PIAGA DELL’UMANITA’

Sono tempi duri quelli che l’umanità vive in quest’epoca moderna. La maldicenza, il malaffare, la violenza generalizzata, il malgoverno, le dittature ideologiche ed il terrorismo, dilagano lasciando dietro di se infelicità, insicurezza e morte. Ma la cosa peggiore è che si strumentalizza il nome di Dio per commettere crimini e violenze disumane.Sembrerebbe che Satana abbia preso il sopravvento sul mondo e stia tirando i fili per accaparrarsi più anime possibili per raggiungere il suo scopo che è quello di vincere la vita con la morte. Satana vuole dimostrare un potere superiore a quello di Dio, spaventare, coltivare inganni e falsità tra la gente, per prendere il suo posto. Ma non sarà così.

Non dobbiamo farci intimorire perché, come è vero che esiste tanto male nel mondo, è vero che, esiste Dio.

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SI! DIO ESISTE E VIVE

E’ un dato di fatto e nessuno lo può negare. Coloro che lo hanno conosciuto e lo hanno accettato nel loro cuore lo sanno bene. Il libro più antico del mondo, la Bibbia, ci dice che Egli è l’Unico Signore del mondo. Un Dio d’amore e di pace, il Dio del perdono, della grazia e della salvezza eterna, pronto ad accogliere tutti, “Poiché non c’è distinzione tra Giudeo e Greco, essendo Egli lo stesso Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato” (lettera Romani 10:11-12).

Egli è la persona Suprema, il testimone assoluto della verità. E’ al di sopra delle nostre percezioni umane, fisiche e spirituali ed ha il controllo dell’umanità intera poiché l’ha creata.

Chi non conosce Dio può essere indotto

a pensare che dato che la cattiveria umana si diffonde sempre di più e il Signore lo permette, la colpa sia sua, pertanto non vale la pena credere in Lui. La nostra percezione della vita senza la sua costante presenza è limitata e ci porta ad essere spiritualmente sterili, col rischio di restare lontani dalla verità e soggetti a credere che per essere forti sia necessario avere il sopravento sugli altri.

Ma chi conosce e ama profondamente Cristo, sa che Egli è venuto a noi in forma umana per salvare il mondo, per sconfiggere Satana e vincere la morte con la sua resurrezione, espiando così i peccati dell’uomo. Gesù ha parlato di fratellanza, di accoglienza e di pace tra i popoli. Non si finisce mai di trarre insegnamento dalla sua parola, la Bibbia è come un vasto e profondo mondo da esplorare e più la si conosce, più il mistero e la potenza di Cristo diventano fonte d‘illuminazione per

tutti noi.

E’ essenziale conoscerne la profondità per fare la volontà di Dio, migliorando nel contempo noi stessi; rispettando il prossimo e facendo nostri quei valori cristiani che guariscono i nostri lati negativi.

Egli prova tristezza nel vederci soffrire e non ama la crudeltà dell’uomo, infatti, già dal tempo della fine del Regno di Giuda parlava al profeta Geremia il quale denunciò il peccato e la ribellione dei Giudei.

Il profeta visse in un periodo molto difficile e fu sovente perseguitato a causa della sua condanna verso la violenza dell’uomo, così si evince nella sua parola: (Geremia 30:12-14) “così parla il Signore: “la tua ferita è incurabile, la tua piaga è grave. Nessuno difende la tua causa; per un’ulcera vi sono medicine ma per te non c’è guarigione. Tutti i tuoi amanti ti hanno dimenticata non si preoccupano più di te”.

Sembrerebbe che Dio a quel tempo avesse abbandonato il suo popolo.

Ma è veramente così? … No! il Signore non abbandonò il suo popolo, così come non abbandona noi oggi.

IL SIGNORE CORREGGE

(Geremia 30:14) “… poiché io ti ho percosso come si percuote un nemico, ti ho inflitto la correzione di un uomo crudele, per la tua grande iniquità, perché i tuoi peccati sono andati aumentando. Perché gridi a causa della tua ferita?.

Il tuo dolore è insanabile. Io ti ho fatto queste cose per la tua grande iniquità.

Perché i tuoi peccati sono andati aumentando.” Si potrebbe pensare che, allora come oggi, la crudeltà dell’uomo possa essere la causa dell’allontanamento di Dio dall’uomo, mentre, invece, è proprio il contrario: la crudeltà dell’uomo è la causa dell’allontanamento dell’uomo da Dio e non di Dio dall’uomo.

Leggendo la parola di Dio si comprende facilmente che Egli parla ad ognuno di noi e che tutti noi siamo causa del male del mondo, o meglio, il peccato che vive in noi ne è la causa, come un cancro che cammina.

Ma nonostante ciò, Egli non ci ha mai abbandonati. La sua parola sin dal tempo del profeta Geremia ci rassicura.

IL SIGNORE PROTEGGE

(Geremia 30:16) “ … Tuttavia, coloro che ti divorano saranno divorati, tutti i tuoi nemici, tutti quanti saranno deportati; quelli che ti spogliano saranno spogliati, quelli che ti saccheggiano li abbandonerò al saccheggio.”

IL SIGNORE GUARISCE

(Geremia 30:17) “ … Ma io medicherò le tue ferite. Ti guarirò dalle tue piaghe.”

Ecco! Il Signore ha promesso che non ci abbandonerà al nostro nemico e ci difenderà da esso. Asciugherà le nostre ferite e ci accoglierà a se, donandoci il suo amore.

Il Signore parlava a Geremia in tempi lontani. Già allora il profeta denunciò il peccato dell’uomo, predisse la ribellione dei Giudei e i 70 anni di cattività a Babilonia ed il ritorno di Giuda al suo paese. Ma Dio voleva che le sue parole arrivassero ai giorni nostri.

IL SIGNORE SALVA

(Geremia 30:1-5-7 e succ.) “Ecco la parola che fu rivolta a Geremia da parte del Signore: Così parla il Signore, Dio d’Israele: “scrivi in un libro le parole che ti ho dette …… noi udiamo un grido di terrore, di spavento e non di pace … è un tempo di angoscia per Giacobbe; ma tuttavia Egli ne sarà salvato, in quel giorno dice il Signore - io spezzerò il suo giogo dal suo collo e romperò le tue catene. Gli stranieri non ti faranno più loro schiavi … . Tu dunque, Giacobbe, mio servitore “non temere”, dice il Signore … infatti, io sono con te per salvarti; poiché ecco “io ti salverò” dal lontano paese, salverò tutta la tua discendenza, dalla terra di schiavitù … infatti io sono con te per salvarti. Va’ sarete mio popolo e io sarò vostro Dio.“ Che consolazione immensa leggere queste parole. Sciolgono come neve al sole ogni dubbio sulla bontà del Signore. Egli non è un Dio vendicatore ma un Dio di perdono e d’amore.

IL SIGNORE RISTORA

(Geremia 31:25,27-28)”Poiché io ristorerò l’anima stanca sazierò ogni anima

Contributi dei lettori

languente. Ecco i giorni vengono – dice il Signore – in cui io seminerò la casa d’Israele e di Giuda di semenze d’uomini e di semenze d’animali. Avverrà che come ho vegliato su di loro per sradicare e demolire, per abbattere e distruggere , così veglierò su loro per costruire e per piantare”.

Il nostro Signore è testimone assoluto degli eventi passati e attuali, egli ha il controllo di tutto. Egli è al di sopra di tutto e anche se a volte non capiamo gli eventi sappiamo che il nostro Maestro è il Principe delle più alte sapienze e la luce della verità. Egli ha già vinto il suo principale nemico e ha vinto la morte con la vita di Cristo, stabilendo il tempo eterno e il destino di tutti gli esseri viventi. Egli conosce la ragione delle nostre vite singolarmente e completamente.

IL SIGNORE PROMETTE

(Geremia 31:33-34) “…. Ma questo è il patto che farò con la casa d’Israele, dopo quei giorni - dice il Signore – Io metterò la legge nell’intimo loro, la scriverò nel loro cuore ed io, sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo. Nessuno istruirà più il suo compagno o il proprio fratello, dicendo: “conoscete il Signore?” poiché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande,

IL SIGNORE PERDONA

(….)… poiché io perdonerò la loro iniquità, non mi ricorderò del loro peccato.” Mediante la nostra fede Egli ci perdona i peccati. Li rimette e li dimentica, nell’opera espiatoria di Cristo. Per questo è necessario che anche l’uomo debba perdonare suo fratello, secondo la misura del perdono di Dio.

IL SIGNORE AMA ETERNAMENTE

(Geremia 31:3) “…. – Da tempi lontani il Signore mi è apparso – “Si! Io ti amo di un amore eterno”.Che meravigliosa dichiarazione d’amore di Dio nei nostri confronti. Ascoltiamo la parola del Signore: non c’è gioia più grande se crediamo in suo figlio Gesù Cristo che ci ha liberati dal peccato e promesso la vita eterna al cospetto del suo volto.

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Contributi dei lettori

Io metterò la legge nell’intimo loro, la scriverò nel loro cuore ed io, sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo.

Geremia 31:33

Egli ha promesso che ritornerà e sazierà le nostre anime assetate di verità e giustizia.

Gli occhi del Signore sono brillanti e irradiano luce come le stelle, vedono al di là dell’immaginario umano.

Non si sfugge al Signore, non ci resta che arrenderci a Lui ed amarlo con tutta l’anima. I suoi orecchi sentono tutto ciò che ci riguarda, il minimo suono nell’universo materiale come in quello spirituale è sotto il suo controllo.

E’ giunto il tempo di arrenderci a Cristo perché: (Geremia 31:35) “ – così parla il Signore che ha dato il sole come luce del giorno e le leggi alla luna e alle stelle perché siano luce alla notte; che solleva il mare in modo che ne mugghiano le onde; il Signore degli eserciti.

Ma, nonostante ciò...

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IL SIGNORE CI AVVERTE

“… Ma se quelle leggi verranno a mancare davanti a me allora anche la discendenza d’Israele verrà a mancare …. Per tutto quello che hanno fatto “.

Il male dei nostri giorni è un’energia negativa che ci confonde e ci allontana da Dio, facendo il gioco del Dio “mammona”, immersi, come taluni sono, nell’egoismo materiale e nel concetto assoluto “dell’io” e del “mio”.

Io penso che un piccolo passo possa essere fatto per raggiungere la pace e combattere la cattiveria dell’uomo, iniziando a lavorare su noi stessi, parlando di più del bene, mantenendo stabile un rapporto spirituale e profondo con il Signore. E’ giusto discutere su chi sia l’artefice o la causa della guerra, quale cultura, paese o religione possa averla causata o

su varie teorie o macchinazioni dei governi, ma sarebbe bene soffermarci di più a pensare a quello che Dio vuole da ognuno di noi. Penso che se l’umanità intera provasse a guardarsi dentro, depositando ogni malignità e cattiveria o indifferenza verso il prossimo, ogni pensiero cattivo ai piedi della croce di Cristo e seguisse il suo esempio di altruismo e amore, riapropriandosi di quei valori semplici ma assolutamente efficaci ed essenziali, di rispetto per gli altri, di accoglienza e solidarietà verso i fratelli meno fortunati , depositerebbe una piccolissima ma importante pietrolina per ricostituire un mondo nuovo di pace e d’amore.

Ma questo possiamo farlo solo se accettiamo la parola di Dio e ci rifugiamo in Gesù Cristo, nostra unica salvezza e speranza di pace e vita eterna.

Caterina Unali (Chiesa cristiana della Grazia di Sassari

oiché non c’è distinzione tra Giudeo e Greco, essendo Egli lo stesso Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano.

Infatti chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato.

Romani 10:11-12

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di James Henderson

Studio biblico

Cos’ è il peccato e perché il credente dovrebbe evitarlo?

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PECCATO CONTRO DIO

el Salmo 51:4 Davide, pentito del suo peccato, dice a Dio “Ho peccato contro di te, contro te solo, e ho fatto ciò che è male agli occhi tuoi…”

Per quanto il peccato di Davide avesse potuto ferire o coinvolgere negativamente altre persone, essendo esso di natura spirituale costituiva un’offesa ed un oltraggio verso Dio prima che verso gli altri.

Davide ripete questo concetto anche in 2 Samuele 12:13.

Giobbe chiede a Dio: “Se ho peccato, che cosa ti ho fatto, o guardiano degli uomini?..(Giobbe 7:20 prima parte).

Naturalmente, quando offendiamo gli altri pecchiamo contro di loro, ma Paolo ci mostra che facendo questo in realtà “pecchiamo contro Cristo” (1 Corinzi 8:12), che è Signore e Dio. Si tratta di un’implicazione importante. Prima di tutto, poiché Gesù è la rivelazione di Dio, contro il quale è diretto il peccato, esso dovrebbe essere visto in un’ottica cristologica, cioè, attraverso la prospettiva di Gesù Cristo. Alcune volte il peccato viene definito in un’ottica

“cronologica” (in altre parole, poiché il Vecchio Testamento fu scritto prima, esso ha priorità sul Nuovo per definire il peccato ed altri insegnamenti). In ogni caso, quello che interessa al cristiano è il punto di vista di Gesù.

Secondo: il peccato è contro tutto ciò che Dio è, non possiamo aspettarci che Dio sia indifferente o compiaciuto in esso, perché il peccato è completamente contrario all’amore e alla bontà di Dio, ed allontana le nostre menti e i nostri cuori da Dio (Isaia 59:2), Colui che è la fonte della nostra esistenza.

Senza l’offerta di riconciliazione di Cristo (Colossesi 1:19-21), non avremmo alcuna speranza, se non nella morte (Romani 6:23). Dio vuole che gli esseri umani inizino a sperimentare l’amorevole comunione e gioia con Lui e gli uni verso gli altri. Il peccato distrugge quell’amorevole fratellanza e la gioia. Ecco perché Dio odia il peccato e lo distruggerà. La reazione di Dio verso il peccato è di collera (Efesini 5:6). La collera di Dio è la Sua giusta e risoluta determinazione di distruggere il peccato e le sue conseguenze.

Questo non perché Egli sia sdegnato o vendicativo come possono essere gli umani, ma perché li ama tanto da non poter restare a guardare mentre distruggono loro stessi e gli altri con il peccato.

Terzo: solo Dio può giudicarci riguardo al peccato e solo Lui può perdonare, perché il peccato è rivolto unicamente contro di Lui. Daniele 9:9: “Al Signore nostro DIO appartengono la misericordia e il perdono, perché abbiamo peccato contro di Lui.” Salmi 130:7: “O Israele spera nell’Eterno, perché presso l’Eterno vi è misericordia e presso di Lui vi è redenzione completa.”

A coloro che accettano il misericordioso giudizio di Dio ed il suo perdono, i peccati non sono attribuiti.

“Perché Dio non ci ha destinati all’ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del Signore Gesù Cristo. (1 Tessalonicesi 5:9).

LE RESPONSABILITA’ DEL PECCATO

Per quanto sia normale addossare a Satana la responsabilità di aver introdotto

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Studio biblico

“il peccato nell’umanità”, ogni essere umano è responsabile, per parte sua, dei propri peccati.

“Perciò, come per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e per mezzo del peccato la morte, così la morte si è estesa a tutti gli uomini, perchè tutti hanno peccato”(Romani 5:12).

Quando Satana tentò Adamo ed Eva, la responsabilità della loro scelta ricadde su di loro.

Davide nel Salmo 5:1-4, esprimendo la sua umanità, evidenzia la propria predisposizione al peccato, egli riconosce i propri peccati e le proprie iniquità.

Tutti noi subiamo le conseguenze dei peccati commessi da coloro che ci hanno preceduti, al punto che anche l’ambiente in cui viviamo, in un certo senso, è modellato e plasmato dal loro “passaggio”. Tuttavia, il fatto di aver ereditato da loro il peccato e le sue conseguenze, non ci consente di sottovalutare le nostre responsabilità.

Ai tempi del profeta Ezechiele ebbe luogo una discussione su tale questione, ovvero sulle iniquità dei padri e le sue ripercussioni sui postumi. A tale proposito si legga Ezechiele 18, in particolare il versetto 20.

“L’anima che pecca morirà” in altre parole, ogni individuo è responsabile dei suoi peccati subendone personalmente le conseguenze.

Poiché per i nostri peccati ed il nostro stato spirituale abbiamo responsabilità personali, il pentimento assume una valenza individuale. Tutti abbiamo peccato (Romani 3:23; 1 Giovanni 1:8), e le Scritture raccomandano ad ognuno di noi, individualmente, di pentirci e di credere al vangelo (Romani 5:15, 17-19).

La responsabilità dell’offesa procurata dal peccato è nostra, ma la grazia della salvezza è in Cristo.

PAROLE UTILIZZATE PER DESCRIVERE IL PECCATO

La Bibbia, per descrivere il peccato usa una grande varietà di parole ebraiche e greche e il significato di ogni termine aggiunge un elemento o una sfumatura alla descrizione e alla definizione del peccato.

E’ possibile approfondire lo studio di queste parole attraverso dizionari, commentari ed altri studi biblici, tuttavia, la

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maggior parte dei termini usati si richiama ad un’attitudine del cuore e della mente.

I termini ebraici più comunemente usati per descrivere il peccato, evocano concetti come: la mancanza di requisiti o il mancato raggiungimento della meta (Genesi 20:9; Esodo 32:21; 2 Re 17:21; Salmo 40:6; ecc…), l’interruzione di una relazione, dalla quale deriva ribellione e trasgressione (1 Samuele 24:11; Isaia 1:28; 42:25; etc…), atteggiamento disonesto e deliberata perversione, atti malvagi (2 Samuele 24:17; Daniele 9:5; Salmo 106:6; etc…), sbagli, quindi colpevolezza, iniquità (Salmo 38:4; Isaia 1:4; etc...), allontanamento dalla via maestra (vedere sbaglio in Giobbe 6:24; Isaia 28:7; etc...), l’essere causa del male altrui (vedere malignità e maltrattamenti in Deuterenomio 26:6; Proverbi 24:1, 8; etc…).

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di James Henderson

IL PECCATO DALLA PROSPETTIVA DI GESU’

Lo studio dei termini ci aiuta a comprendere, ma non è sufficiente né esaustivo per una comprensione più ampia e completa sull’argomento.

Come si è già detto, abbiamo bisogno di inquadrare il peccato in un’ottica cristologica, in altre parole, esso va visto dalla prospettiva di Dio Figlio, Egli è la vera immagine del cuore del Padre (Ebrei 1:3), ed il Padre ci dice di Lui: “Ascoltatelo” (Matteo 17:5;).

Negli studi 3 e 4 è stato spiegato che Gesù Cristo è Dio fatto carne e che le sue parole sono parole di vita. Quello che Egli dice, non solo riflette la mente del Padre, ma porta in sé anche l’etica morale e l’autorità di Dio. Il peccato non è soltanto un atto contro Dio, è molto di più. Gesù spiegò che il

e nel tentativo di evitar il peccato, cerchiamo una specifica e definitiva lista di cose da fare e non fare sbagliamo. Non è importante l’azione individuale quanto l’attitudine della mente, cioè quello che sta dietro a ciò che Dio vuole che comprendiamo.

Le parole greche utilizzate nel Nuovo Testamento per descrivere il peccato, sono termini che evocano il concetto del mancato raggiungimento dell’obiettivo, o il mancato centro del bersaglio (Giovanni 8:46; 1 Corinzi 15:56; Ebrei 3:13; Giacomo 1:15; Colossesi 2:13; etc...), con errori o mancanze (Efesini 2:1; Colossesi 2:13; etc...), con il superare i limiti (Romani 4:15; Ebrei 2:2; etc...) agendo contro Dio (Romani 1:18; Tito 2:12; Giuda 15; etc…) e con l’anarchia (Matteo 7:23; 24:12; 2 Corinzi 6:14; 1 Giovanni 3:4; etc…).

Il Nuovo Testamento aggiunge altri significati: il peccato è fallimento, priva dell’opportunità di praticare un comportamento cristiano verso gli altri (Giacomo 4:17), anche in “Or tutto ciò che non viene da fede è peccato”(Romani 14:23).

peccato ha origine nelle menti e nei cuori contaminati degli uomini. Marco 7:21-23: “Dal di dentro, infatti, cioè dal cuore degli uomini, procedono pensieri malvagi, adultéri, fornicazioni, omicidi. Furti, cupidigie, malizie, frodi, insolenza, invidia, bestemmia, orgoglio, stoltezza.Tutte queste cose malvagie escono dal di dentro dell’uomo e lo contaminano”.

Se nel tentativo di evitare il peccato, cerchiamo una specifica e definitiva lista di cose da fare e non fare sbagliamo. Non è importante l’azione individuale quanto l’attitudine della mente, cioè quello che sta dietro a ciò che Dio vuole che comprendiamo. Il passaggio di Marco sopra citato, è uno dei tanti dove Gesù, o i suoi apostoli, elencano o confrontano pratiche peccaminose, altri brani simili sono: Matteo 5 fino al capitolo 7; Matteo 25:31-46;

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erciò, come per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e per mezzo del peccato la morte, così la morte si è estesa a tutti gli uomini, perchè tutti hanno peccato.

Romani 5:12

1 Corinzi 13:4-8; Galati 5:19-26; Colossesi 3; etc...

Gesù descrive il peccato come un comportamento abituale, notate come rispose: “Gesù rispose loro: “In verità, in verità vi dico: Chi fa peccato è schiavo del peccato”(Giovanni 8:34).

Il peccato supera i confini del divino comportamento verso altre persone, agendo come se non dovessimo rispondere a nessuna potenza o essenza che sta al di sopra di noi. Per il cristiano questo equivale al non permettere che l’amore di Gesù per gli altri passi attra-

ste 9:3; Geremia 17:9; Romani 1:21; etc… ). Così Dio dice: “Gettate lontano da voi tutte le vostre trasgressioni che avete commesso e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo. Perché mai vorreste morire, o casa d’Israele? (Ezechiele 18:31).

E’ Dio che manda Suo Figlio nei nostri cuori così possiamo ottenere un nuovo cuore ed un nuovo spirito per il quale professiamo di appartenere a Dio (Galati 4:6; Romani 7:6;). Siccome apparteniamo a Dio, sappiamo “che il nostro vecchio uomo è stato crocifisso con Lui, perché il corpo del peccato possa essere annullato

verso di noi, non onorando ciò che Giacomo chiama “La religione pura e senza macchia”(Giacomo 1:27), “Se veramente adempite la legge regale secondo la Scrittura (Giacomo 2:8 prima parte). Gesù disse che quelli che lo amano osservano ciò che Egli dice (Giovanni 14:15; Matteo 7:24;), “adempiendo così la legge di Cristo “(Galati 6:2;).

Il tema del radicamento del peccato nel cuore umano percorre tutta la Scrittura (vedere anche Genesi 6:5; 8:21; Ecclesia-

e affinché noi non serviamo più al peccato”(Romani 6:6). E Tito 3:3: “Anche noi infatti un tempo eravamo insensati, ribelli, erranti, schiavi di varie concupiscenze e voluttà. Vivendo nella cattiveria e nell’invidia, odiosi e odiandoci gli uni gli altri.”

L’evento del primo peccato, registrato nel libro della Genesi, ci aiuta offrendoci altre informazioni: Adamo ed Eva erano in comunione con il Padre, e fu quando essi ruppero quella comunione ascoltando un’altra voce che ebbe luogo il peccato

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ettate lontano da voi tutte le vostre trasgressioni che avete commesso e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo.

Perché mai vorreste morire, o casa d’Israele?

Ezechiele 18:31

(Leggete Genesi 2). Il bersaglio mancato dal peccato è il dono della nostra chiamata verso Dio in Cristo Gesù (Filippesi 3:14), potremmo essere chiamati figli di Dio (1 Giovanni 3:1) tramite l’adozione nella comunione del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. Se ci allontaniamo da questa comunione con la divinità, perdiamo l’obiettivo. Gesù dimora nei nostri cuori “…affinchè siate ripieni di tutta la pienezza di Dio”. (Efesini 3:17-19). Rompere la nostra relazione con Lui è peccato.

Quando pecchiamo ci ribelliamo contro tutto ciò che Dio è, e questo crea una voragine nella santa relazione voluta da Gesù per noi prima della fondazione del mondo. Il peccato è un rifiuto, esso non permette allo Spirito Santo di operare in noi per fare la volontà di Dio. Gesù venne a chiamare a pentimento tutti i peccatori (Luca 5:32), cioè, a dare loro la possibilità di ristabilire una relazione con Dio e con la Sua volontà per l’umanità. Il peccato implica il prendere qualcosa di meraviglioso che Dio ha progettato nella sua santità e pervertirlo in desideri egoistici verso gli altri, consiste nell’allontanarsi dall’intenzionale proposito di Dio per l’umanità d’incorporare ognuno dentro la sua vita. Peccare significa anche non riporre fede in Gesù come guida spirituale per la propria vita.

Il peccato è spirituale, non è definito dalla logica o da supposizioni umane, esso è definito da Dio.I Cristiani devono evitare il peccato perché distrugge la relazione con Dio allontanandoli dall’armoniosa comunione con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.

James Henderson

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Nessuno istruirà più il suo compagno o il proprio fratello, dicendo: "Conoscete il SIGNORE!", poiché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande», dice il SIGNORE. «Poiché io perdonerò la loro iniquità, non mi ricorderò del loro peccato».

Geremia 31:34

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