Trento vive settembre 2014

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TRAdiNOI INTERVISTA DI WALTER LIBER AL NUOVO DIRETTORE GENERALE DELLA CASSA GIORGIO BAGOZZI

“HO FIDUCIA NEL FUTURO. SE SAPREMO CAMBIARE” LA CRISI CI HA CAMBIATI, MA DOBBIAMO TROVARE MOTIVAZIONI ED ENERGIE PER REAGIRE. L’INNOVAZIONE NEI PRODOTTI E NEI CANALI DISTRIBUTIVI CAMBIERÀ ANCHE LA RELAZIONE TRA CLIENTI E BANCA. VIA LE OPERAZIONI RIPETITIVE, LO SPORTELLO DIVENTA IL LUOGO DELLA CONSULENZA GLOBALE E SERVIZI A 360 GRADI.

È

nel suo ufficio di Belenzani da pochi giorni, Giorgio Bagozzi. “Onorato per la fiducia che mi è stata data”, sono le prime parole che pronuncia appena ci incontriamo. Un onore, certo, ma anche un impegno e una responsabilità non da poco, visti i tempi. La Cassa Rurale di Trento è la più grande banca della città, la maggiore Cassa Rurale del Trentino e una delle più importanti BCC in Italia. Le prime impressioni? Mi fa piacere essere qui a livello personale, è la Cassa della mia città, dove abito, lavoro e vivo con la mia famiglia. Cercherò di mettere tutta la mia esperienza maturata in precedenti situazioni per indirizzare la banca verso nuovi e ambiziosi traguardi. Ha già cominciato a prendere le misure? Innanzitutto desidero ringraziare Sergio Pontalti, che ha gestito la fase di transizione con molta passione, competenza e generosità. Conosce la Cassa meglio di chiunque altro, la sua collaborazione è preziosissima ed abbiamo instaurato fin da subito un rapporto di grande stima e fiducia reciproca. Ho cominciato a conoscere colleghe e colleghi visitando alcune filiali, che sono i luoghi dove la Cassa si “incontra” ogni giorno con

i Clienti ed i Soci, che sono il nostro primo e vero patrimonio. Ho trovato colleghi validi e competenti. Il mio compito ora è di organizzare e motivare al massimo queste persone, perché si sentano parte di una azienda ma anche di un progetto per la città e per il territorio. E questo è possibile solo se ogni collega capisce che il suo personale contributo è fondamentale per il raggiungimento di un obiettivo comune e, quindi, si sente parte di una squadra nella quale tutti hanno un ruolo e degli obiettivi condivisi. Ritengo anche di primaria importanza costruire e mantenere un rapporto collaborativo e leale con le altre Casse

vicine, ad esclusivo vantaggio dei nostri clienti e del territorio; inoltre reputo sia vitale il collegamento costante e convinto con gli organismi centrali del movimento (Federazione e Cassa Centrale) e con tutte le consorelle operanti sul territorio della nostra Provincia… con un occhio sempre aperto e vigile sul resto del sistema e la sua costante evoluzione. Come interpreta oggi il modo di fare banca? Noi siamo ‘condannati’ ad avere fiducia. Non è uno slogan, anche se può sembrarlo. La banca, più di altre aziende, vive di fiducia: la riceve dai propri clienti che vi depositano i loro risparmi e la concede a chi necessita di finanziamenti (che non a caso si chiamano “fidi”). Senza la piena consapevolezza di questa reciprocità, la banca perde il senso stesso della sua funzione. La vera capacità che oggi si richiede alle banche è quella di capire, di valutare, di scegliere. Capire dove investire, a chi concedere fiducia, quali progetti finanziare individuando le aziende che meritano credito; per contro, occorre operare con selettività e responsabilità, per non investire risorse in operazioni o imprese che non presentano i requisiti di affidabilità. Il mio professore di tecnica bancaria ci diceva sempre che

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