Che cos'è quella faccina? :-o

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Che cos’è quella faccia? :-o Non so proprio che farmene di quei famosi 400 minuti al mese di chiamate verso tutti. Certo, sentire al telefono gli amici o la mia ragazza è sempre piacevole, ma il mondo va troppo veloce per potermi permettere di perdere così tanto tempo. Per me l’importante è sempre stata la possibilità di poter inviare messaggi, o nei tempi più recenti, che la connessione internet mi permettesse di usare Whatsapp. Ci sono cose però che non si possono scrivere, per cui serve un minimo contatto diretto con chi sta dall’altra parte. Faccio parte di quella scuola di pensiero che si schiera contro i ti amo via messaggio. Addirittura, il giorno del mio compleanno ho completamente ignorato quelli che mi hanno fatto gli auguri con una semplice frase d’auguri. Per situazioni e momenti di un certo conto esigo una chiamata. O almeno una faccina che sorride. Le emoji. Ormai non posso più farne a meno. Quando ci sono si fanno sentire. Ma è quando non ci sono che fanno sentire tutto il loro peso. Perché 10 anni fa non era così semplice come oggi. Intanto perché inviare un SMS costava. Poi perché il numero di caratteri consentiti impediva di inviare veri e propri saggi. Certo, mio padre non sarà un petroliere, ma spendere anche un euro per un messaggio lo potevo e lo potrei ancora fare. Semplicemente era un problema di abitudine. Mi piaceva inviare la sola essenza del testo, senza dilungarmi. Ed in questo, ho trovato nelle prime emo1


ticon un grande strumento comunicativo, perché mi hanno permesso di evitare di scrivere troppe battute. E non mi importava se le espressioni possibili erano un numero piuttosto limitato, perché erano allora qualcosa di nuovo, qualcosa da scoprire ed in prospettiva migliorare. Anche se mi era molto difficile interpretare il mero significato di un sorriso :-) perché poteva dire tante e troppe cose. Così ho passato gli anni salienti della mia adolescenza a decifrare codici che la persona che stava dall’altra parte mi inviava. Ed allo stesso tempo, dovevo far sì di non inviare un enigma, ma invece fornire delle chiavi di lettura, che facessero capire al destinatario come mi sentivo nel momento di premere Invia. C’eravamo tanto amati, ma ora non ti sopportavo più, avevo bisogno di un percorso alternativo, nuovo e meno insidioso.

Quel ;-) lasciava intendere che andasse davvero tutto bene o aveva un tono ironico?

La vera manna dal cielo l’ho avuta con la diffusione delle emoji, dei piccoli pittogrammi che si andavano addirittura ad aggiungere ai glifi disponibili nella ta2


stiera. Questo, in parallelo con la diffusione della rete internet ed alla nascita di servizi di messaggistica come il giĂ citato Whatsapp, avevano sconvolto completamente la mia vita. Quello che ho vissuto lo paragonerei a quello che proverebbe un contadino abituato a mangiare zuppa ogni giorno, nel trovarsi ordinare in ristorante a 5 stelle: non solo la qualitĂ della zuppa che ordinerebbe sarebbe di gran lunga migliore della sua, ma avrebbe anche una vasta scelta di piatti, adatti a soddisfare ogni sua acquolina ed ogni sua voglia.

L’eterno dilemma su quale emoji usare per rispecchiare al meglio il mio stato

Le mie necessitĂ stavano iniziando a cambiare, sentendo sempre meno il bisogno di ricorrere alle chia3


mate se avessi voluto un riscontro da qualcuno o semplicemente trasmettere il mio stato d’animo di quel preciso istante. Ma pian piano si delineavano all’orizzonte sempre più ostacoli ed inghippi. La necessità sempre crescente di evitare fraintendimenti tra scriventi aveva portato a definire per la mia nicchia di amici un modo univoco di interpretare le emoji.

sorriso ironico

risata divertita

sorriso ironico

bacio falso

bacio ironico

bacio vero

attento a quello che fai

sei un idiota

spero che tu stia scherzando

sta’ zitto, sarebbe meglio

ma cosa stai dicendo?!

cosa? non c’entro nulla

delusione vera

broncio vero

broncio falso

Il nostro piccolo dizionario comune sul significato delle emoji.

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E se questo, tra di noi, ha evitato di perderci in litigate per dei nonnulla, allo stesso tempo ha reso i rapporti e la comunicazione più difficili con quelle persone che ancora non parlavano la nostra lingua.

Nonostante il significato preso alla lettera fosse lo stesso, il significante avrebbe potuto lasciar diversi dubbi su come interpretare quel “Buonanotte.”

Sì, perché in fin dei conti quello delle emoji era un mondo parallelo, in cui pochi ancora si erano adattati e stabiliti. E noi abitanti di emojiani non eravamo più abituati ad interagire con gli essemessini. Molto spesso mi sono ritrovato a stare ore ed ore a capire perché un essemessino mi avesse inviato dei veri e propri temi fatti di puro testo. Od altre volte, che quel messaggio di Buonanotte sembrasse più un invito a non farsi sentire il giorno dopo piuttosto che una tenera carezza che conciliasse il sonno. Ho vissuto questi momenti come uno scontro inevitabile tra due eserciti che non avevano intenzione di fare prigionieri. O si vinceva o si tornavano ad usare i telegrammi. E fortunatamente è terminato tutto con un sorriso. O quasi. Perché non avevo considerato 5


la possibilitĂ che quello che inviassi fosse visualizzato diversamente su un altro dispositivo. Non di rado mi è capitato che le mie parole, o meglio, le mie emoji, venissero completamente travisate. E che scambi di messaggi all’apparenza tranquilli venissero intesi al contrario.

Chat visualizzata dal me Smartphone Android

Chat visualizzata dal mio amico Smartphone iPhone

E da episodi del genere ho dovuto imparare per perfezionarmi questa una scienza completamente empirica. 6


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