Casa del Fanciullo - Giornalino 2019

CASA DEL FANCIULLO giornalino 2019

Progetto coordinato da: Umberto De Luca Progetto grafico ed impaginazione di: Full.Stop Graphic

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IL PENSIERO DI DON ORLANDO “Istruiti da Dio, impariamo ad essere Testimoni del suo amore” (Gv. 6,45) Il 31 maggio 1922 nasceva con il titolo “Casa antoniana buoni fanciulli” questa Casa che oggi ci accoglie. E’ pur vero che dall’ inizio ad oggi molte cose sono cambiate, migliorando e ingrandendo la struttura, pur sempre operando nell’ ambito della assistenza e nel sostegno educativo ai ragazzi ed ai giovani. Non sono mai venute meno nell’aiuto agli ospiti - di ieri e di oggi - la fede, la carità, la preghiera, perché la Divina Provvidenza sia sempre a fianco non solo alle necessità umane, ma anche morali ed educative, per uno sviluppo armonico della persona. Il mese di maggio è per noi molto caro, sia per il ricordo della fondazione della Casa, sia perché ricordiamo la Madonna, Madre di Gesù e mamma di tutti noi, poiché nei momenti difficili, è a Maria che facciamo ricorso, ricordando che Lei ha un ruolo fondamentale nella storia della nostra vita. La preghiera, con il “sì” di Maria, ci fa ricordare che anche noi lo dobbiamo ripetere, per sostenere la nostra vita,

pur se provata da difficoltà e sofferenze, puntando sempre lo sguardo verso l’ alto. Il nostro operare sia fiducioso, perché la Provvidenza non verrà mai meno; con l’ impegno ed il lavoro quotidiano otterremo di sicuro buoni risultati, mantenendo un atteggiamento positivo e confidente nella vita e negli eventi che capitano. Siamo chiamati ad impegnarci costantemente, poiché sappiamo di poter contare non solo sulle nostre forze, ma anche sulla presenza di Dio, che ci accompagna e ci dà la forza per andare avanti. Con il nostro servizio in questa Casa faremo trasparire la bellezza del vivere l’ “amore” con tante persone, per sostenere le nuove generazioni che usufruiscono del nostro quotidiano servizio.

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IL CENTRO EDUCATIVO MELOGRANO

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IL CENTRO EDUCATIVO MELOGRANO

I RAGAZZI E LE ATTIVITÀ Il nome del nostro Centro Educativo “Melograno” richiama nella simbologia delle diverse culture la vitalità, la fratellanza e la rettitudine. Proprio in vista della promozione di questi valori anche quest’anno si sono svolte le attività del doposcuola nella linea dell’incontro multiculturale, visto che i ragazzi provengono da regioni italiane diverse e da paesi lontani come Moldavia, Romania, Tunisia, Nigeria, Equador, Filippine e Sri Lanka. È stato bello, alla festa di Natale, provare a fondere voci e tradizioni per formare un piccolo coro e animare la Santa Messa celebrata da Don Orlando. I pomeriggi dell’anno scolastico sono trascorsi insieme nell’impegno rivolto ai compiti, grazie all’aiuto dei nostri volontari, giovani e meno giovani, tutti spinti da una vera passione educativa oltre che da pa-

zienza e benevolenza.

I ragazzi hanno espresso anche la loro creatività in alcuni laboratori artistici proposti dalle educatrici e dai tirocinanti: realizzazione di forme con i palloncini, manipolazione della pasta di sale e del Das per realizzare manufatti natalizi e pasquali, creazione e decorazioni di biglietti per feste e ricorrenze, attività di Circle Time per riflettere su temi di attualità e legati all’adolescenza, piccole sperimentazione botaniche per conoscere il ciclo vitale delle piante a partire dal seme. Guidati da De Luca Umberto si sono poi mossi sulle orme di grandi pittori: come Arcimboldo, hanno utilizzato elementi della natura; tuffandosi in un’ “imBurrata” e componendo fra loro dei materiali di riciclo si

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sono ispirati alle opere di Alberto Burri; hanno provato la tecnica del “décollage” di Mimmo Rotella. Inoltre, ha riscontrato particolare successo il corso di balli di gruppo proposto da AnnaVeronica, che ha creato coreografie coinvolgenti a partire dai gusti musicali dei partecipanti.

Infine, un’esperienza diversa e divertente è stata la visita guidata alla Redazione del Messaggero dei Ragazzi, per conoscere le arti nascoste dietro alla creazione dei fumetti e degli articoli pubblicati sul Giornalino.

Le educatrici Alope e Monica

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IL CENTRO EDUCATIVO MELOGRANO

CIAO A TUTTI! Mi chiamo AnnaVeronica, e sono una comune ragazza che ha avuto la speciale possibilità di tenere un laboratorio di danza per i ragazzi del Melograno. Si sono tenuti ben cinque incontri, uno a settimana, della durata di circa un’ora ciascuno: questi incontri hanno coperto tutto il mese di marzo e l’inizio di aprile.

Sin da principio questo laboratorio, anche grazie al prezioso aiuto delle educatrici, è stato impostato sulla massima libertà: i ragazzi che volevano partecipare hanno partecipato, chi ha voluto semplicemente guardare i compagni ballare lo ha fatto, per poi finire, magari, a ballare insieme agli altri negli incontri successivi. Inizialmente c’è stato dell’imbarazzo, è vero, ma si tratta del naturale imbarazzo che si prova nel momento in cui ci si mette in gioco, specialmente in un campo, come quello della danza, che richiede di esprimere il proprio sé.

Provenendo da un background latino-americano, durante il primo incontro ho proposto ai ragazzi il reggaeton ed i ritmi caraibici, i quali sono stati apprezzati; i ragazzi stessi, poi, hanno avanzato suggerimenti

sulle scelte musicali degli incontri successivi, rivelandosi propositivi ed originali. La bellezza della commistione di etnie e culture diverse ha fatto sì che spazzassimo dal K-Pop (o pop coreano) all’hip hop, dai ritmi romeni alle musiche hindi.

Ciò che più mi ha colpito, di questi ragazzi, sono stati la maturità ed il rispetto con cui danzavano su ritmi che non erano i loro, rivolgendo sentiti apprezzamenti ai compagni, senza malizia né battute di scherno; difficilmente ho osservato un interesse talmente sincero, così rispettoso, appunto, verso culture diverse dalla propria, con movimenti, strumenti e ritmi altamente caratteristici. Questo è un livello di profondità che è raro trovare, sia tra i loro coetanei sia tra gli adulti.

Devo dire, inoltre, che è stata una gran bella soddisfazione vedere, durante l’ultimo incontro, un’inversione di ruoli: a turno, di loro spontanea volontà, diversi ragazzi e ragazze hanno coreografato canzoni di generi diversi davanti ai loro amici, mostrando essi stessi le mosse da seguire; io stessa ero tra i ragazzi, ad imparare appunto. Perché è stato NOVE

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proprio questo il bello: entrambe le parti, sia i ragazzi sia io, hanno imparato qualcosa l’una dall’altra.

L’ultima volta che ci siamo visti, si è parlato di un possibile “saggio” di fine anno: per quel che mi riguarda, ne sarei felicissima! I

I ragazzi, infatti, mi hanno regalato risate, gioco, gratitudine, rispetto, supporto, complicità; senza contare la grande bellezza di certi momenti così puri, così genuini, di multiculturalità, tanto insegnata a scuola e sui libri, quanto poco praticata nel mondo reale.

Dalla mia parte, ciò che spero di aver trasmesso loro non è tanto qualche sequenza di passi (ne conoscono molte di più loro!), quanto il messaggio che ciascuno di loro vale molto, e le loro storie, così diverse, li rendono unici e portatori di una ricchezza inestimabile, che non deve andare persa. Le prime proposte musicali che mi rivolgevano erano spesso accompagnate da un “non so se si possa ballare però” o un “non credo esista una coreografia per questa”. E invece no!

momenti trascorsi insieme a loro erano sempre i più belli della giornata, ed erano quelli che mi facevano addormentare col sorriso la notte. Quindi, cari ragazzi miei, tutti voi (nessuno escluso!), GRAZIE. Spero crederete per sempre in voi e nei vostri sogni.

Con affetto, AnnaVeronica

Cari ragazzi, TUTTO, e dico TUTTO, si può fare.

A volte può essere un po’ più difficile, ma questo non significa che sia impossibile. A prescindere da questo laboratorio, e dalla danza, questi ragazzi si sono lasciati andare, acquistando progressivamente fiducia in se stessi e credendo nella loro creatività e nella solidità delle loro radici, rivelandosi semplicemente meravigliosi. Meravigliosi per quello che sono, e che portano dentro.

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Perché l’educazione è una scommessa che vale sempre la pena giocare!

La nostra esperienza in veste di tirocinanti al centro educativo Melograno è iniziata insieme.

Entrambe siamo iscritte al corso di laurea in scienze dell’educazione e della formazione, ma una presso la sede di Padova e l’altra di Rovigo. Da lunedì al venerdì, affianchiamo le educatrici in tutte le attività di sostegno allo studio e in quelle laboratoriali ed extra didattiche. Il Melograno ci piace proprio per questo: non si limita ad offrire ai ragazzi servizi di potenziamento e sostegno allo studio, ma anche spazi e iniziative di carattere educativo-formativo. Sin dal primo giorno siamo state accolte positivamente sia delle educatrici che dai ragazzi che hanno età e provenienze diverse . Da subito ci è stata data la possibilità di esprimere le nostre idee e proposte, cosa che per noi è stata sinonimo di fiducia e apertura al lavoro di squadra.

Ora che il nostro tirocinio sta volgendo al termine, possiamo concludere che i momenti che abbiamo trascorso al Melograno sono stati particolarmente arricchenti anche se talvolta ci hanno messo alla prova…Perché l’educazione è una scommessa che vale sempre la pena giocare!

Camilla e Valentina DODICI

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Ringrazio la Casa Del Fanciullo per avermi dato questa possibilità.

Sono andata in pensione nel ‘ 97 e tramite un’amica ho conosciuto don Orlando che cercava insegnanti volontari per poter aiutare i ragazzi nello studio.

All’inizio venivo 3 pomeriggi la settimana e insegnavo inglese, affiancavo i ragazzi e ho conosciuto tutti i loro problemi che erano notevoli. Gli iscritti al Centro erano tutti italiani che dicevano “Mi no go voia” “Mi no vegno...”ma poi si impegnavano e svolgevano i loro compiti.

Negli anni successivi hanno cominciato a frequentare il Melograno ragazzi di altre nazionalità: dai paesi dell’est, che erano molto bravi, ringraziavano e facevano compiti extra; dal nord-Africa e dall’Africa centrale, con alcuni di loro madrelingua inglese, facevamo conversazione.

Quest’anno vengo solo una volta la settimana, perché ormai sono anziana, ma ringrazio la Casa Del Fanciullo per avermi dato questa possibilità.

Lucia Brunetta

TREDICI

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SRI LANKA | 14 ANNI

NICOLÒ

quando

Circa un anno

dove

il melograno è un posto in cui ci sono diversi spazi per svolgere molteplici attività

cosa

le giornate al melograno cominciano alle 13:30 con il pranzo, dopo aver pranzato comincia l’ orario delle lezioni che dura circa 2h, e infine molto spesso tutti insieme ci riuniamo nella aula principale per guardare dei filmati e condividere i propri pensieri di quello che abbiamo visto.

perchè

vengo al Melograno perché per me è un luogo con delle persone preparate che ti possono aiutare in problemi scolastici che potevano essere difficili per me e che grazie a questa opportunità potrò piano piano risolvere.

chi

al Melograno ci sono dei professori che ti aiutano quasi per ogni materia ma oltre a loro ci sono gli educatori con cui passiamo la gran parte del nostro tempo , ma ci sono soprattutto i ragazzi che possono essere di vario tipo, simpatici e anche antipatici; io penso di essere stato fortunato perché non ho ancora incontrato gente antipatica al Melo o forse ho fatto amicizia con gente che non trovo antipatica per me, ma forse altre persone si.

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TESTIMONIANZA DAL COLLEGIO DI CADELFA

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Poche righe per condividere la mia esperienza presso il collegio Casa del Fanciullo.

Ho trovato un ambiente accogliente, familiare e non oppressivo; che mi ha consentito di proseguire non solo il mio percorso di studi, ma anche il mio percorso di crescita come persona.

Vivere in una comunità non è sempre facile, ma sicuramente è un’ottima palestra di vita.

La vita in collegio per essere serena deve essere vissuta rispettando il luogo e le persone che ci vivono ed ecco che i comportamenti degli altri che non ci piacciono diventano occasione per farsi “prossimo”.

Essere tutti attenti alle piccole faccende quotidiane (pulizia della camera, tenere in ordine la cucina, il refettorio, la lavanderia e le aule studio) rende l’ambiente più bello per tutti.

Bisogna vincere l’individualismo che porta a chiuderci nelle nostre stanze e partecipare alle proposte e alla vita comunitaria; anche solo mangiando insieme in men-

DICIANNOVE

sa o guardando un film tra di noi.

Qui in casa del Fanciullo non tutto è perfetto (ma in quale casa lo è?) ci sono però tanti punti di forza: la posizione centrale, gli spazi, il clima sereno e poi persone che senza essere oppressive ti sono vicine sia nelle piccole cose del vivere quotidiano che quando hai realmente bisogno.

So bene che buona parte del nostro tempo va spesa per lo studio, ma come studente fuorisede ho la possibilità di crescere e di conoscere altro, conoscere cose, persone e luoghi. Non voglio tornare a casa dopo 3 o 5 anni come se avessi vissuto dentro un uovo Uno studente del collegio Universitario Casa del Fanciullo

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IN CASA DEL FANCIULLO DAL 1947 AL 1953

LA TESTIMONIANZA DI ANTONIO BOCCARDO Ho potuto conoscere Don Giuseppe Paccagnella dopo i primi mesi che ero ospite di Casa del Fanciullo e durante tutta la mia permanenza, sia nella sede di Padova che nella colonia di Liedolo e ancora a Campo Mezzavia di Gallio, nella piana di Asiago.

Ricordo che avevo sette anni quando entrai per la prima volta nella Casa.

Considerata quindi la mia età fanciullesca, non mi posso esprimere pienamente sulla figura del Fondatore, anche se ricordo quando celebrava le funzioni eucaristiche nella Cappella della Casa e in ricorrenze o cerimonie particolari.

Per me la sua figura era snella, non magra, ma asciutta.

Sempre con il suo benevole sorriso e sempre pronto a darti una carezza sulla testa con la sua mano scarna.

Come sacerdote, la mia mente mi porta soprattutto a Liedolo, nei periodi delle va-

canze estive. Tutti noi ragazzi eravamo entusiasti di arrivare; sempre accompagnati dal signor Francesco (Miotello), il quale aveva un bel d’ affare per tenerci tranquilli.

Il vocio, i canti e qualche preghiera, all’ interno della “corriera”, accompagnavano il nostro viaggio. Viaggio che veniva interrotto subito dopo aver superato le vetuste mura medievali di Cittadella, poiché era necessario scendere tutti dalla corriera, per superare il ponte sul fiume Brenta. Si trattava di una precauzione, per dichiarata insufficiente portata del ponte stesso, per cui la corriera doveva transitare vuota e noi seguirla a piedi.

Sempre durante i soggiorni di Liedolo, nella mia innocenza ed ingenuità, potevo apprezzare con ammirazione la figura austera di Don Giuseppe, nella sua veste talare o con i paramenti sacri nelle funzioni domenicali, nella bianca chiesa del paese; tuttavia con noi bambini/ragazzi si presentava sempre dolce e con l’ immancabile sorriso e, permettetemi, con il capo un

Era certamente come un Padre buono, ma nascondeva (celava), credo nella mia ingenuità di fanciullo, delle sofferenze e delle preoccupazioni.

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po’ inclinato; lo vedevo guardarci dall’ alto della Sua statura. Ci trasmetteva tutta la sua dolcezza e serenità.

Oggi mi tornano in mente - e ancora rimpiango - quei soggiorni estivi con molte attività all’ aperto: ginnastica mattutina, giochi di gruppo, rappresentazioni teatrali e gite, tante gite. Ricordo in modo particolare il campeggio settimanale sul monte San Lorenzo, le frequenti visite alla Chiesetta Rossa e al monte dei Passionisti. Posso dire che i Passionisti mi mettevano soggezione nelle loro vesti nere e con un distintivo sul petto a forma di cuore, che ricordo sormontato da un crocifisso bianco.

Anche la Sagra del paese mi porta un chiaro e preciso ricordo di Don Giuseppe. Infatti, sempre e comunque con la presenza immancabile del carissimo Signor Francesco (la nostra mamma) attento e premuroso alle nostre necessità, organizzava la Festa di San Lorenzo, patrono di Liedolo. Erano loro che, nella ricorrenza del Santo patrono, il 10 agosto, (patrono dipinto in una grande pala sopra l’ altare maggiore, con la graticola raffigurante il suo martirio) si organizzavano per destinare ognuno di noi bambini ad una famiglia del paese, la quale ci ospitava per il pranzo della Festa. Al pomeriggio faceva seguito la passeggiata

tra le bancarelle, per l’ acquisto, con la “mancia” ricevuta dalla famiglia, di qualche dolciume o giocattolo, per poi raccontarlo con orgoglio ai compagni, anche in segno di sfida a confronto sul nome del famiglia ospitante.

Nella Casa di vicolo Santonini, 12 ricordo con meno chiarezza la presenza e la vicinanza di Don Giuseppe Paccagnella: lo accompagnavano, sempre con grande rispetto, il Direttore - Signor Giuseppe Rubini (quanta paura faceva a noi piccoli, con la sua barba scura) ed il Signor Francesco.

La Cappella della Casa, con la bellissima immagine della Madonna (ho potuto recentemente ottenere, grazie alla cortesia di don Orlando, alcune immaginette di questa Madonna della Provvidenza, che conservo gelosamente ed ammiro per la sua bellezza e dolcezza) era sempre il punto di incontro dove potevo vedere Don Giuseppe come celebrante.

Erano gli anni in cui si notava la presenza e la figura di Don Vittorio (Vigato), che proveniva dalla chiesa di San Gaetano, meta conosciuta e frequentata sovente da noi allievi della Casa del Fanciullo. Nella mia mente rimane indelebile la devozione che le “donne” della Casa riservavano a Don Giuseppe e quanto

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lui ricambiava questo nobile sentimento, semplicemente con un gesto umile e rispettoso, riconoscendo la loro preziosa collaborazione, completamente dedita al bene di noi piccoli e per la Casa stessa: semplicemente un sorriso e una benedizione! Molti le chiamavano “benedette” quelle donne; chi in cucina, chi in guardaroba, chi nelle faccende domestiche o ancora a lavare e rammendare il nostro vestiario, fatto sempre di beneficenza.

la. Apprezzato sin dalla sua entrata nella Casa, nel 1947, a soli 25 anni. Collaborava in ogni settore e necessità sia della Casa che di noi ragazzi.

Fu il mio maestro nella “baracca”, dove venivano costruiti i vari giocattoli in carta-pesta e cavallini a dondolo; avevo 11 anni…ricordi, aneddoti e fatti indelebili nella mia mente, così pure la sua esperienza di cuoco, istruttore di meccanica e ancora dedito alla spesa giornaliera per noi orfanelli e per la Casa tutta.

Con le indimenticabili Signore Salvagnini, Lina e Ida, collaboravano anche altre donne, tra le quali una certa Virginia Boccardo, cugina di mio padre. Grandissima la figura della Madre Carolina (Dall’ Oglio), credo nella mia ingenuità di fanciullo, apprezzatissima da tutti Fondatori e Collaboratori stessi di Casa del Fanciullo. Desidero ricordare che fu proprio lei, nel dicembre 1947, ad accompagnarci, mia madre ed io, al Collegio e, sappiate, con il cavallo ed il suo carretto.

La mia gratitudine, nonché la mia infinita stima, mi porta ad un rispettoso ricordo di tutte le persone qui sopra citate, che resteranno impresse costantemente nei miei pensieri, poiché, oltre alla mia formazione, hanno certamente contribuito al mio futuro di ragazzo, uomo, marito, padre e oggi anche nonno.

Grazie di vero cuore anche nel nome di Don Giuseppe Paccagnella.

A questo punto, ritengo doveroso e rispettoso, anche in sua memoria, ricordare la persona di Pietro Pellizzari (il caro Pierin), figura instancabile, eclettica, disponibile e in perfetta simbiosi con i Fondatori della Casa, in particolare con Don Giuseppe Paccagnel-

Pino Torinese (To) maggio 2019

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Antonio Boccardo (pensionato, già dirigente d’ azienda)

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Periodo trascorso in Casa del Fanciullo: 1947 - 1953

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MSNA

UN SISTEMA DI ACCOGLIENZA VOLTO ALL’AUTONOMIA Per dare una risposta concreta alle esigenze del territorio, Casa del Fanciullo, in collaborazione con la Coop. Sociale EDECO, ha sviluppato tra il 2017 e il 2018 un progetto di accoglienza dedicato ai sedicenti minori stranieri non accompagnati richiedenti asilo.

Rifacendosi ai criteri educativi propri della comunità per minori (L.R 22/2002) con annessa una struttura aderente ai criteri dei “GRUPPI APPARTAMENTO” previsti dalla normativa regionale veneta (DGR n. 1839 del 09 dicembre 2015), il centro ha fondato l’accoglienza su un lavoro di rete col territorio finalizzato alla riconquista dell’autonomia, attraverso la formulazione e applicazione condivisa di progetti individualizzati calibrati sia sulla figura del singolo ragazzo sia sulla realtà del territorio con i suoi servizi, tradizioni e opportunità formativi, sociali, abitative e occupazionali. Ai sedicenti minori accolti nella struttura sono stati garantiti l’iscrizione anagrafica, l’iscrizione al centro per l’impiego, l’orientamento e l’accesso ai servizi del territorio, la formazione e l’inserimento lavorativo, attraverso sportelli di ascolto, colloqui individuali periodici, lezioni frontali e un affiancamento alla quotidianità a cura degli operatori e educatori della struttura.

Sono stati offerti al mattino corsi di lingua interni e attività laboratoriali di rinforzo inerenti l’edu-

cazione civica, destinando la frequenza pomeridiana ai corsi del CPIA per il conseguimento della certificazione A2, o della (ex) licenzia media. I corsi di lingua interni sono stati tenuti da 2 insegnanti qualificati per l’insegnamento L2, in classi differenziate in quattro differenti livelli.

Muovendo dalla presa in carico e dal progetto individuale, gli operatori-educatori hanno programmato interventi volti alla valorizzazione dei singoli background attraverso la formazione e riqualificazione professionale attraverso uno sportello di valutazione delle competenze. Le attività ludico ricreative comprendevano uscite anche culturali sul territorio e laboratori interni. Tra le uscite menzioniamo la visita alla Torre dell’Orologio, al Roseto Santa Giustina, ai musei della città a ad alcune mostre come “Italiani in Crimea. La tragedia dimenticata”, gita a Venezia per il carnevale e a Feltre per la Mostra dell’artigianato. Tra i laboratori interni primeggia il laboratorio pomeridiano di cucito, i cui artefatti sono stati presentati in anteprima in occasione della festa della Nuova Repubblica il 2 giugno 2018 al Parco Brentelle, organizzata in collaborazione con l’Università di Padova e il Master in Studi Interculturali. Altri laboratori erano finalizzati all’acquisizione di tecniche espressive,

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anche con finalità terapeutiche di recupero delle risorse individuali, di facilitazione delle dinamiche di gruppo, di promozione del confronto e del rispetto delle differenze (laboratori artistici, di fotografia, di teatro, di musica, ecc.). Il frutto dei laboratori espressivi e di arte terapia, condotti in affiancamento con le psicologhe e gli educatori professionali, sono stati selezionati ed esposti in una sezione dedicata del concorso di arte / e.mò.ti.con / organizzato dell’associazione la Piccionaia a Vicenza in occasione del festival di teatro urbano “Terrestri d’Estate” a Vicenza. Hanno preso parte alle attività laboratoriali anche una decina di studenti del Liceo Cornaro attraverso un progetto di Alternanza Scuola Lavoro sviluppato nei mesi estivi con un percorso assistito di scambio culturale secondo tre filoni principali: musica, arte figurativa, arte performativa, ampliando il reciproco bagaglio di conoscenza in tema di generi musicali, artisti e serie TV, film e spettacoli anche teatrali. Per la fruizione diretta e autonoma dei servizi del territorio, gli ospiti sono stati orientati e iscritti alle principali iniziative sociali offerte dal Comune di Padova. Tra queste: Progetto Giovani presso il Centro Culturale San Gaetano, in cui hanno frequentato il “Tandem Learning”, lo “Speed date culturale” e gli sportelli di orientamento al lavoro e valutazione delle competenze; iniziative sportive come il Park Run, appuntamento costante ogni sabato al Parco “Le farfalle”; la Padova Marathon, l’evento “Happy Run Tour” organizzata da Brooks, diversi eventi sportivi proposti dal Comune di Pado-

va come la “Festa dello sport in quartiere”. Hanno inoltre partecipato all’iniziativa del CSV di Padova” 10.000 ore di solidarietà”, dove hanno prestato servizio di volontariato insieme ad altri ragazzi italiani presso l’O.P.S.A. e il Parco Etnografico di Rubano per vivere una grande esperienza di gratuità e servizio. Hanno inoltre partecipato alle iniziativa ecologica “Anime verdi” e “Amiamo il Nostro Fiume Brenta”, un servizio di volontariato per la pulizia e la rigenerazione di questo fiume promossa da Legambiente.

Come esperienza ponte tra il volontariato e la formazione professionale, gli ospiti sono stati selezionati come STAFF ufficiale dei mondiali di downhill a Peschiera del Garda, grazie alla disponibilità della ASD Rollershow nel luglio 2018. Altre collaborazioni con associazioni sportive del territorio tra cui il Baskin Padova, attento alla disabilità, e società calcistiche di diverse categorie, hanno permesso ai ragazzi accolti di entrare singolarmente in contatto con gruppi di coetanei italiani con progetti differenziati a seconda degli interessi personali, sviluppando in alcuni casi percorsi di inserimento sociale e lavorativo proficui attraverso le discipline sportive, fino al tesseramento in serie B col Padova calcio.

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Francesca Grisot EDECO Onlus

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IL SALUTO

UN SALUTO DI CUORE A TUTTI!

In quest’ultimo anno Casa del Fanciullo ha portato avanti con entusiasmo le proprie attività con l’obiettivo di sostenerle tutte anche quelle che, per loro natura, sono meno redditizie da un punto di vista economico ma che producono il valore più importante: la continuazione della Missione e del Sogno di don Giuseppe Paccagnella!

Casa Carolina continua ad accogliere il progetto dei Minori Stranieri non Accompagnati mentre la nostra attività del Melograno ha aggiunto nuovi laboratori per i ragazzi che la frequentano.

Il Convitto degli studenti vede il passaggio di numerosi giovani di provenienze diverse, chi per la frequenza universitaria, chi invece per l’esperienza Erasmus!

L’affitto del Parcheggio, delle sale e degli spazi della Casa ci aiutano a sostenere le numerose spese generali per la manutenzione ordinaria e le migliorie sempre necessarie alla nostra realtà.

Per ultimo la Mensa che da marzo scorso è gestita direttamente dalla Casa, offre tra i settanta e i cento pasti/ giorno ai nostri ragazzi e a quanti, lavoratori e ospiti del circondario, apprezzano le arti culinarie offerte! Tutto ciò richiede un lavoro attento e consistente per ottimizzare i costi e valorizzare le risorse.

Il nostro Consiglio di Amministrazione è sempre attento ad ogni particolare e cerca di garantire quanto di meglio Casa del Fanciullo può dare alla comunità.

La Palestra, a servizio al mattino di importanti istituti scolastici per l’ora di educazione fisica, nel pomeriggio e sera ospita il Cus (Centro Universitario Sportivo) e altre realtà locali per l’attività sportiva.

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Gianluca Gemelli e Susanna Bottazzo

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NOTIZIE DALLA CASA

Venerdì 31 maggio abbiamo festeggiato il 97° compleanno della Casa, accompagnati dai parrocchiani di San Prosdocimo.

E’ una consuetudine che vede convivere nella preghiera, davanti alla Grotta della Madonna e nel successivo momento di fraternità i nostri Educatori, Residenti, Soci ed Ospiti di Casa del Fanciullo con la Comunità della parrocchia guidata da don Leonardo Scandellari.

RADUNO ESTIVO DEGLI EX-ALLIEVI A MILIES Domenica 28 luglio ci sarà il consueto Raduno estivo degli ex-Allievi, Soci ed Amici di Casa del Fanciullo, a Milies di Segusino. Sarà l’ occasione per una giornata di convivenza montana, facendo festa assieme all’ annuale Raduno degli Alpini di Segusino.

Puoi sostenerci con il tuo aiuto, anche quest’anno. c/c postale n. 10339356 VENTISETTE

PayPal | info@cadelfa.it

Associazione Casa del Fanciullo vicolo Santonini, 12 35123 | Padova +39 049 8751075 | info@cadelfa.it | www.cadelfa.it @cadelfa